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La guerra di Luciano

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gioberta
view post Posted on 15/4/2015, 06:40




“Murlis 17 marzo 1941
Caro Luciano,
ieri ti abbiamo spedito il III pacco con salame, marmellata, carne, fiammiferi, cartine e sapone. Speriamo che ti arrivi. Il tempo continua ad essere bello, ora stiamo lavorando il giardino e l’orto. Tutti lavorano, comprese le api, che fino a pochi giorni fa erano rimaste inoperose. In campagna stiamo ultimando la potatura delle viti, lunedì cominceremo a trapiantare le pansée, i narcisi sono in fiore…
Affettuosi saluti da me, Augusto e Maddalena. Un bacio,
Maria”.
Il Caporal Maggiore Luciano Costantini finì di scrivere sul coperchio della gavetta, mentre i colpi di artiglieria continuavano a fischiare sopra l’accampamento. Era così da giorni, anche di notte, e il fracasso tra i monti rendeva il riposo impossibile. “L’importante è che non ci sparino addosso” pensava, e come lui tutti gli altri, compagni del III reggimento artiglieria alpina, divisione Julia, che una guerra sventurata aveva spinto sui monti d’Albania a combattere i greci. Adesso erano fermi in attesa di ordini e le ferite del corpo cominciavano lentamente a guarire. Consegnò la cartolina alla staffetta, quindi si arrotolò l’ennesima sigaretta, sperando di placare i morsi della fame. “Alla prossima licenza mi mangio un pollo bello grasso,” pensò, “ non come sti fioi de cani de polastri albanesi che xe magri e de poco sapori.” Però le gallette erano buone, anche se dure come sassi; sarà stata la fame.
“Ragazzi, c’è d’andare in pattuglia sul monte Golico. Chi viene con me?”
Il tenente Ruggero Ruani era un bell’uomo, alto e ben piantato, con un ciuffo ribelle che gli copriva la fronte spaziosa. La divisa invece era lurida e logora, come quella di chiunque altro.
“Allora, chi viene?” Lo chiese con serenità, come se li invitasse al cinematografo.
“Vengo io, signor tenente” rispose Luciano, e dopo di lui, altri cinque. Partirono la sera stessa, carichi di zaini, e Luciano, che era radiotelegrafista, si posizionò subito dietro il tenente.
“ Murlis 27 marzo 1941
Figlio mio caro,
da quello che capisco devi trovarti in una postazione dove la corrispondenza non può raggiungerti. Ti ho scritto più volte, l’ultima tua cartolina è del 3 marzo, poi basta. Il Signore ti benedica e ti protegga da ogni pericolo, il Signore è grande e speriamo ci darà questa grazia. ...
Baci dalla tua mamma”.
A quota 1615 il drappello finalmente si fermò. “Montate l’artiglieria, e voi due, Angeloni e Ceccarini, fate il primo turno di guardia. Cambio ogni ora. Cercate di riposare, domani sarà dura” disse il tenente, e andò a scavarsi un riparo nel ghiaccio, sopra uno strapiombo di roccia. C’era adesso un silenzio innaturale, come se i greci, asserragliati a un centinaio di metri più in alto, fossero in ascolto. Nonostante il freddo che gli spezzava le dita, Luciano sistemò la radio e inviò al campo base il primo fonogramma: “Fa un freddo cane ma tutto bene.” Quindi montò la tenda e provò a riposare per quel che poteva. Si sentiva talmente stanco che avrebbe dormito su sassi appuntiti, come un fachiro. La mente però vagava e lo teneva sveglio più del freddo e del vento che ululava tra i massi.
“Cosa credi? Che ti dia un bacio solo perché sei in partenza per il fronte? ”
“Ti prego, Lisa, solo uno, uno soltanto”.
L’attirò a sé e la ragazza finse di divincolarsi. Allora lui la tenne stretta con le sue braccia robuste da agricoltore e, alla fine, lei si arrese.
Fu un lungo bacio, pieno di passione.
Il mattino dopo li sorprese una tempesta di neve e ghiaccio. Era così fitta che non si vedeva ad un passo dal naso. Le tende, gonfiate dal vento, sembravano piccole mongolfiere in procinto di staccarsi dal suolo.
“Murlis 5 aprile 1941
Caro Luciano,
siamo ancora tutti in attesa di tue notizie. Ogni giorno, quando sentiamo il bollettino delle forze armate, abbiamo il cuore sospeso, specialmente quando nominano l’artiglieria. Tutte le volte che entro in tinello e vedo la tua bella fotografia da alpino, ti mando un bacio e prego il Signore di farti tornare sano e salvo….
Baci e saluti affettuosi,
mamma”.
Improvvisamente l’inferno.
Centinaia di scoppi e lampi e fuoco di artiglieria, di mortai che sparavano e andavano a segno, da una parte e dall’altra. Ancora nel buio della notte, tra le sferzate gelide della tempesta, si continuava a combattere. Dal campo base si sgranavano i nastri delle mitraglie per aiutarli. E ognuno ci metteva il cuore.
“Quando torno ti sposo” le disse, mentre la mano si faceva intrepida tra le vesti di lei.
“Gli uomini sono tutti bugiardi, fanno promesse che non possono mantenere”. Lei rise e, ripiegando la testa all’indietro, lasciò il collo bianchissimo esposto alla raffica dei suoi baci.
La mattina del giorno seguente, la neve non era più bianca ma nera per gli scoppi, nera e gialla, come se ci fosse stato un attacco di gas. E rossa. Il tenente era stato ferito di striscio, gli altri, a parte Luciano, erano tutti morti.
“Che facciamo, signor tenente?”
“Chiediamo rinforzi. Trasmetti, prima che questi cani ricominciano”.
Il vento adesso soffiava forte e gli occhi azzurri di Luciano presero a lacrimare.
“Ore 10,20 -Urgentissimo Alt Attaccati forze prep…..”
“Ripetere Alt Trasmissione interrotta Alt”
“Ripetere Alt Trasmissione interrotta Alt”
La signorina Lisa Garin accolse il cappellano militare con contegno.
“Si pensa ad un colpo di mortaio. Centrato in pieno. Ecco perché il corpo non è stato più trovato.” Si interruppe e accettò di buon grado il caffè che veniva servito. “Invece il corpo del tenente lo hanno trovato. Semi-nudo ma intero. Quei selvaggi lo hanno spogliato di ogni cosa. Per disprezzo”.
“E la famiglia come ha accolto la notizia?”
“Mah, che vuole che le dica? La mamma, poverina, non si rassegna. Si è convinta che sia stato fatto prigioniero. Non ha voluto neanche vedere il Podestà”.
Finì di bere il caffè.
“Meno male che ha altri figli.”
“Forse un poco di speranza c’è”.
Il cappellano allargò le braccia.
“Non si faccia illusioni. Un mortaio è caduto nel suo ricovero e di certo l’ha ammazzato”.
Lisa non riuscì più a trattenere le lacrime.
“Bari, 13 aprile 39
Giunto felicemente a Bari dopo 43 ore di treno, mica poche. Ripartirò da qui domani notte o sabato notte. Vi manderò l’indirizzo. Saluti a tutti.
Luciano”.

Edited by gioberta - 16/4/2015, 06:56
 
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view post Posted on 15/4/2015, 09:10

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Mi sembra che questo racconto di guerra non abbia attinenza col tema proposto. Comunque è solo un mio personale parere.
 
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justadream12
view post Posted on 15/4/2015, 12:47




Interpreto il riferimento al "fuoco di artiglieria" come tema del concorso.
Il racconto è fatto di tanti pezzetti uniti dalle lettere della mamma, pezzetti di vita in guerra.
Luciano è il tipico soldato volenteroso e desideroso di tornare a casa per mangiare, rivedere la famiglia e la sua Lisa. Diviso tra dovere e voglia di andarsene da lì.
Chissà quante storie come questa, in questa e in mille altre guerre!

Nulla da dire sulla scrittura, ti faccio i miei migliori in bocca al lupo. Ciao

Edited by justadream12 - 15/4/2015, 15:20
 
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gioberta
view post Posted on 15/4/2015, 14:17




CITAZIONE (patrizia benetti @ 15/4/2015, 10:10) 
Mi sembra che questo racconto di guerra non abbia attinenza col tema proposto. Comunque è solo un mio personale parere.

allora, cara Patty, perché si dice "fuoco amico", "fuoco nemico" per commentare un teatro di guerra? Anzi, credo di aver aggiunto un altro tassello al tema del concorso.

CITAZIONE (justadream12 @ 15/4/2015, 13:47) 
Interpreto il riferimento al "fuoco di artiglieria" come tema del concorso.
Nulla da dire sulla scrittura, ti facci i miei migliori in bocca al lupo. Ciao

Interpreti bene. grazie per le tue parole. ;)
 
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Shairil9
view post Posted on 15/4/2015, 15:21




Ciao Gioberta, trovo molto buona la struttura del racconto. Essenziale ma dettagliata. Auguri per il concorso!!
 
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The Royal
view post Posted on 15/4/2015, 23:57




Ciao Gioberta. Bello, bello. Sembra di leggere un sceneggiatura di Pietro Germi rielaborata da un regista dei nostri giorni. Realismo, inventiva e modernità espressiva sono le strutture portanti di questo tuo riuscito pezzo. Classica l'ambientazione storica: le vicende belliche sono sempre "narrativamente" più facili proprio per questo loro innato avventurismo e passionalismo contestuale. Ma il tuo talento ha reso il tutto decisamente intressante. Piccola noticina: se ho ben contato, alla diciesettesima riga un errore di battitura: come se li invitase. Ma succede anche a me frequentemente. Auguri per il concorso. :)
 
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gioberta
view post Posted on 16/4/2015, 06:06




Grazie Shairil9 e Royal per i vostri commenti . A Royal: ho provveduto a correggere, grazie per il tuo occhio di falco. arf2
 
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Xayde
view post Posted on 17/4/2015, 12:29




Ciao Gioberta.
Trovo il tuo racconto ben scritto e fatto con uno stile (epistolare e narrativo) diverso dagli altri, infatti spicca in maniera particolare per questa tua scelta. Come ti hanno già detto anche io sono del parere che il fuoco sia relativamente protagonista ma ovviamente la mia è solo un'opinione personale e nulla di più.
In bocca al lupo per tutto, sono del parere che questo racconto sarà uno di quelli che finirà nell' ebook.
 
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Lavella
view post Posted on 17/4/2015, 16:59




Inutile dire che mi è strapiaciuto, sono una tua ammiratrice accanita! Questa volta ho trovato più difficile seguire la sequenza dei fatti a causa del particolare stile che hai utilizzato ma mi hai dato delle emozioni e questo è quello che conta. Dove c'è guerra c'è fuoco ahimè!

Inviato tramite ForumFree Mobile

 
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caterina.russo
view post Posted on 17/4/2015, 20:51




Ciao Giò!
Sei riuscita a commuovermi, brava!
Naturalmente tutte le storie di guerra sono drammatiche ma lo stile che hai usato ha resa la tua particolarmente toccante.
In certi punti ho faticato a distinguere i flashback dal presente ma è una quisquiglia.
Infine un dubbio: chi è la Maria della prima lettera?

Complimenti!
 
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gioberta
view post Posted on 18/4/2015, 05:52




CITAZIONE (Lavella @ 17/4/2015, 17:59) 
Dove c'è guerra c'è fuoco ahimè!

Grazie, Lavella , per il tuo commento. Sono contenta che il mio racconto, che poi è una storia vera, ti abbia commossa.

CITAZIONE (caterina.russo @ 17/4/2015, 21:51) 
Infine un dubbio: chi è la Maria della prima lettera?

Maria è la sorella di Luciano. Grazie per il tuo supporto. :)
 
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Lupoalfa
view post Posted on 18/4/2015, 08:57




Bellissimo Gio! Mi è piaciuta tanto l'alternanza tra lettere, guerra e ricordi. E il fuoco qui dentro c'è. Direi quasi che è il soggetto principale: un fuoco capace di cancellare tutto.
Bravissima.
 
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gioberta
view post Posted on 18/4/2015, 12:35




CITAZIONE (Lupoalfa @ 18/4/2015, 09:57) 
Bellissimo Gio! Mi è piaciuta tanto l'alternanza tra lettere, guerra e ricordi. E il fuoco qui dentro c'è. Direi quasi che è il soggetto principale: un fuoco capace di cancellare tutto.
Bravissima.

Ne sono felice. Grazie. :rolleyes: :rolleyes:
 
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Xadhoom86
view post Posted on 21/4/2015, 22:50




Ciao Gioberta,
il racconto è carino ed e ben scritto però ti preferisco quando scrivi storie per ''bimbi'' sarà che è anche un genere che amo di più, ma ti vedo più idonea!
 
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gioberta
view post Posted on 22/4/2015, 05:59




Grazie, Xadhoom86 per il tuo commento. In realtà il mio desiderio sarebbe scrivere gialli e storie del mistero, però non ne conosco la tecnica per cui sono in stand by. Le storie per bambini mi riesco più semplici. Chissà, forse perché sono un cuore puro!? devilred
 
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25 replies since 15/4/2015, 06:40   242 views
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