| IL FREDDO FUOCO DELL'INFERNO
Perché la vita in fondo cos'è? Solo l'attesa di qualcosa d'altro, no? E la morte è l'unica cosa che possiamo essere sicuri che viene. Dracula. Bram Stoker
Faceva molto caldo per questo quella notte aveva lasciato il balcone della camera spalancato, ma non avrebbe mai immaginato che così facendo avrebbe attirato il vampiro. I vampiri, infatti, riescono a sentire il profumo delle vergini a chilometri di distanza, lo trovano penetrante, profondo da far venire letteralmente l'acquolina in bocca. Zero si leccò le labbra guardandola, pregustando il momento in cui avrebbe bevuto il suo sangue. Era lì, distesa sul letto a baldacchino, indifesa, inerme, bella come non mai; sembrava un angelo addormentato. Sorrise malignamente, immaginandosi la giovane morta, macchiata del sangue che sarebbe sgorgato presto dal collo. Provò a poggiare i suoi canini sulla pelle candida, ma la ragazza si svegliò di soprassalto. Inconsciamente aveva avuto il sentore che qualcosa di terribile stesse per accadere e come era prevedibile urlò terrorizzata. -Urla quanto voi- disse il vampiro, non abbandonando il suo sorriso crudele -ho chiuso la porta a chiave, mia cara, e prima che riusciranno a sfondarla sarai già morta. Zero provo a gettarsi sulla giovane, la quale corse verso il balcone. -Non sarà buono il sangue di un morto, mostro!- disse la ragazza per poi gettarsi giù. Il vampiro velocemente volò, la prese e la riportò sul suo letto per poi sparire. Poco dopo il padre e il fratello armati di fucile sfondarono la porta e la videro seduta sul letto pallida di terrore. -Elizabeth, cosa diavolo è successo?- chiese il padre spaventato. -Un vampiro! Papà, voleva bere il mio sangue ed io per impedirlo ho deciso di buttarmi giù. Lui, però, mi ha salvato e mi ha riportato nel mio letto per poi sparire. Il padre ed il fratello si guardarono negli occhi e scoppiarono in una sonora risata. -Questa poi non l'avevo mai sentita.- affermò il padre piangendo ancora divertito -Vampiri che salvano aspiranti suicide! E'stato solo un sogno, vai a dormire con tua madre cuor di leone! Elizabeth non se lo fece ripetere due volte, non aveva il coraggio di dormire in quella stanza quella notte, era stato un sogno così orribile da sembrare vero. Uscirono tutti dalla camera senza notare il piccolo pipistrello appeso sul lampadario.
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La mattina dopo Elizabeth ebbe un intensa giornata tra lo studio, i corsi di solfeggio, l'equitazione andò a dormire dimenticandosi completamente dell'incubo della sera prima. Era distrutta stava per cadere in un sonno profondo, quando sentì una voce fredda e atona chiamarla. -Signorina Elizabeth, è questo il suo nome vero? La ragazza spalancò gli occhi di soprassalto e lo vide incombere su di lei. Zero, sembrava realmente un figlio del demonio, con quei lunghi capelli biondi fin sotto le spalle, il viso pallido affilato e due enormi occhi grigi freddi e crudeli totalmente vuoti. -Ancora tu? Maledetto mostro!- disse coprendosi il collo cercando di reprimere le lacrime. Ma il vampiro invece di assalirla si inchinò elegantemente -Signorina, deve perdonare la mia maleducazione. Solo a sentirlo nuovamente parlare ad Elizabeth le si gelò il sangue. -Credevo che lei fosse la solita vergine codarda che avrebbe chiesto aiuto fino alla fine, o la vergine altezzosa convinta di potermi uccidere,- continuò Zero con il suo tono di voce inespressivo -ma invece lei ha mostrato un coraggio oltre ogni limite, preferire il suicidio e la dannazione eterna piuttosto che farsi uccidere da me. Merita tutto il mio rispetto. -Sapevo che mi aspettava il paradiso, il mio sarebbe stato un suicidio motivato a scansare un demonio come te e Dio avrebbe perdonato il mio gesto. Sentendo quella frase Zero scoppiò in una crudele risata da far tremare la povera ragazza. -Il paradiso è per pochi e certo non per i suicidi, nemmeno quelli armati di buone intenzioni.- affermò. -Comunque perdona nuovamente la mia maleducazione.- continuò la creatura -Non mi sono nemmeno presentato, il mio nome è Zero.- così dicendo le baciò la mano. Ed Elizabeth ebbe la sensazione che uno strano fuoco freddo le ustionasse l'arto. -Ma allora- chiese la ragazza ritraendo la mano -se non vuole uccidermi, cosa vuole da me? Il vampiro sorrise mostrando i canini bianchi e aguzzi -Conoscerla. -Sa,- continuò Zero -la vita di un immortale può essere così noiosa, fin troppo lunga, servono certi svaghi. Zero squadrò lascivamente il corpo ben fatto della ragazza coperto solo da una sottile camicia da notte. -Mi lasci stare!- urlò la ragazza indignata coprendosi con il lenzuolo. Il vampiro rise nuovamente -Lei è veramente divertente piccola Elizabeth. Mi incuriosisce, vorrei conoscerla, potrei diventare in un certo qual senso suo amico, le farebbe piacere? Elizabeth rimase interdetta, una creatura del male chiedeva la sua amicizia, una tentazione del demonio? Forse no, una prova del Signore. Dio voleva che lei salvasse dalla dannazione quell'essere maledetto. -Certo, signor Zero- rispose esitante. -Sarebbe meglio darci del tu, non credi Elizabeth?
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Almeno una volta a settimana Zero passava a trovare Elizabeth, si divertiva a svegliarla di soprassalto poggiando delicatamente i canini sul suo collo bianco, affermava di farlo solamente per scherzare, ma lei non ne era troppo convinta. I primi tempi chiacchieravano del più e del meno, o meglio era Elizabeth a parlare, Zero la osservava seduto sul lato opposto del letto guardandola con i suoi grandi occhi grigi e le poneva tante domande. Era incuriosito, forse non solo da lei, ma dagli umani in generale. Elizabeth raccontava la sua vita, come una qualsiasi adolescente. Gli parlava delle sue giornate noiose passate a suonare il pianoforte (una signorina aristocratica dei suoi livelli dove eccellere in tali arti), le monotone lezioni di latino e le terribili feste di gala. Sua sorella sembrava amarle, ma lei per niente. Odiava tutte le cose frivole: i vestiti, i trucchi, i gioielli. Non era mai stata vanitosa, non beveva e non amava gli schiamazzi dei suoi coetanei. Era sempre stata molto solitaria, preferiva passare il tempo con il suo amato cavallo o parlare con Dio. Gli riferì che era molto credente e sapeva che Dio era sempre presente nella sua vita. -Credo che il Signore ci abbia fatto incontrare perché vuole che salvi la tua anima dannata. Gli rivelò una notte Elizabeth. Zero rise, in quel suo modo così crudele, ma che ormai ad Elizabeth non faceva alcun effetto. -Non smetterò mai di ripeterlo Elizabeth, sei proprio divertente! -Ma è così! Io ti salverò e la tua anima andrà in paradiso- ribatté la ragazza. -Dio abbandona sempre chi lo ha abbandonato, credimi. Lui si è completamente disinteressato del mio destino dal giorno in cui lasciai le mie spoglie mortali per diventare un figlio di Satana. -Ti sbagli Zero, se no come ti spieghi il nostro incontro? -Casuale.- rispose freddamente il vampiro. -Potevi uccidermi, ma non lo hai fatto! -Te l' ho ripetuto mille volte, mi hai incuriosita, sei una ragazza coraggiosa, interessante. -Ma hai risparmiato proprio una ragazza profondamente religiosa che subito ti si è mostrata amica e senza aver paura ha deciso di salvarti. Non ti sembra un po' strano? Non ci vedi la mano di Dio in questo? Il vampiro non rispose, cambiò semplicemente argomento, parlare di religione con Elizabeth lo portava sempre dinnanzi a un vicolo cieco. Dopo che si stabilì una certa confidenza tra i due, Zero iniziò a condurre la giovane in giro di notte per la città e lei fu sorpresa di vederla apparire così diversa, così spaventosamente vuota. Ma passare la notte sveglia, la rendeva particolarmente stanca di giorno. Non riusciva più a seguire le lezioni, si addormentava ovunque, stava abbandonando addirittura la sua amata equitazione. Il padre lo notò subito e visto che la figlia sembrava ogni giorno essere sempre più affaticata decise di chiamare un dottore per visitarla. Il medico dopo alcune visite generiche le fece una richiesta un po' particolare: di mostrarle il collo. -Non vedo segni.- disse il dottore, mentre Elizabeth si risistemava la camicetta. -Eppure ci ha raccontato di essere stata attaccata da un vampiro.- asserì il padre. -Papà lo hai detto anche tu che è stato solo un incubo!- affermò bruscamente la ragazza. -Ti sto per rivelare una notizia ragazzina,- disse il medico assumendo uno sguardo severo -ma dovrai mantenere il segreto per non scatenare il panico. Elizabeth fece cenno di sì con la testa, sapeva benissimo cosa volesse rivelargli. -C'è da tempo immemore in questa regione un vampiro. Mai nessuno è riuscito a vederlo da vicino, ma abbiamo trovato numerose vittime morte dissanguate con i segni del suo morso sul collo. Spesso però questo vampiro si comporta in maniera crudele, sopratutto con le vergini. Non le uccide subito, ma le fa morire di una lenta e indolore agonia. Beve loro il sangue ogni qualvolta gli aggrada e queste non ricordano assolutamente nulla dell'accaduto, appaiono semplicemente più emaciate e stanche, ma hanno i segni del morso sul collo. Abbiamo cercato di salvarle, non sempre siamo riusciti ad accorgercene in tempo. -Comunque- domandò il padre -un vampiro non può entrare in una casa finché non è stato invitato, giusto? -Le leggende questo dicono.- confermò il medico. - Nessuno della nostra famiglia si sognerebbe mai di invitare un vampiro in casa!- continuò il padre ridendo e dando una pacca sulla schiena alla figlia. -Le leggende dicono anche che le fanciulle diventino così succubi del vampiro da vendere persino l'anima al demonio e condannarsi al fuoco dell'inferno.- aggiunse il medico. -Per fortuna non c'è nessun vampiro!- concluse Elizabeth.
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-Mi hanno riferito che un vampiro non può entrare in una casa se non è stato invitato.- affermò Elizabeth vedendo il pipistrello trasformarsi in un uomo, non riusciva mai ad abituarsi a quello strano spettacolo. -Infatti io sono stato invitato dal padrone di casa, tuo padre. Mi ero spacciato per un messo viaggiatore a cui avevo rubato delle lettere. -Ed il messo viaggiatore non ha fatto niente dopo essere stato derubato?- chiese Elizabeth. -Certe volte sei proprio sciocca Elizabeth, - rispose il mostro sorridendo -non ha potuto fare niente perchè lo ho ucciso. - Mi ha visitato un medico oggi, mi vedevano stanca sciupata,- disse cercando di reprime il brivido di terrore procurato dall'affermazione di Zero -avevano paura che fossi stata morsa da un vampiro. -Io non ti ho morsa e tu lo sai.- rispose Zero sedendosi accanto a lei sul letto. -Avevano paura che tu mi potessi ipnotizzare fino a convincermi di vendere l'anima al demonio. -E tu non hai paura Elizabeth?- gli chiede il vampiro accarezzandole il viso con le sue dita sottili e talmente bianche da apparire quasi trasparenti. Avevano passato tanto tempo insieme, ma ogni volta che Zero la sfiorava risentiva quella terribile sensazione di fuoco freddo, vivo, che bruciava la sua pelle. -Cosa fai quando non sei con me?- chiese la ragazza scostandosi da quelle fiamme immaginarie. Zero scoppiò nuovamente in una delle sue risate crudeli. -Lo sai benissimo Elizabeth. E'inutile che fingi di essere ingenua. Credi che forse io sia un gattino, carino, dolce che fa le fusa? - Il vampiro la bloccò sul letto con le possenti braccia. -Ho donato la mia anima al diavolo senza mai pentirmi in vita mia.- il suo corpo si posò pericolosamente su quello della ragazza -Lui in cambio mi ha donato la vita eterna, ma con una penale, per sopravvivere devo bere il sangue degli uomini. Non erano mai stati così vicini in vita loro, la ragazza tremò, quel fuoco freddo sembrò avvolgerla tutta, ed era strano, era orribile ma anche terribilmente piacevole. -Ma io non mi nutro solo per necessità, ma perché come ogni creatura del demonio mi piace il sangue, il dolore, la sofferenza, la morte. Il vampiro le sussurrò sensualmente nell'orecchio -Ci sono ben tre vergini di cui bevo il sangue lentamente e sono completamente succubi di me, ormai sono mie schiavi e faccio con loro roba molto peccaminosa, vorresti sapere cosa? Il viso di Zero era così vicino al suo ed allora quel fuoco freddo gli fece solamente paura. -Lasciami Zero!- urlò divincolandosi dalla stretta del vampiro. Lui si scostò e le iniziò ad accarezzare i capelli. -Allora vuoi saperlo? La ragazza lo guardò e sorrise -La confessione è un modo per salvare l'anima.
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Dopo quella discussione i rapporti tra i due divennero ancora più stretti. Elizabeth ascoltava tutti gli omicidi del vampiro senza mai commentare come avrebbe fatto un prete con un peccatore sempre più convinta che la sua missione di salvezza stesse andando a buon fine. Zero si stava legando sempre più alla ragazzina e una notte la condusse anche all'interno del suo castello. Era la prima creatura vivente a cui aveva dato la possibilità di vederlo, lei ne rimase sorpresa. Sembrava la dimora delle streghe delle fiabe; gotico, lugubre e pieno di strani rumori. Le parve più volte di sentire quasi degli echi che le sussurravano di scappare via finché fosse stata in tempo. La ragazza la mattina continuava ad apparire stanca, ma le cause le erano state date probabilmente all'anemia e la poveretta era costretta a dover bere litri di sangue di cavallo. Lei spesso li nascondeva inorridita e li offriva la sera a Zero, il quale invece sembrava veramente gradirli. Il loro rapporto andò avanti così per tre anni, fino a quando Elizabeth compì 18 anni. Il padre le organizzò una festa meravigliosa. Elizabeth indossò un abito blu notte di pregevole fattura e rimase lei stessa sorpresa della sua bellezza. Alla serata parteciparono tutti gli uomini più ricchi della regione, ci furono i balli, i canti ed ebbe numerosi regali e per quanto non amasse questo genere di cose si divertì molto. Ma il giorno dopo iniziarono i veri problemi. Era in cucina con la madre a cucire, quando entrò nella stanza il padre con un aria particolarmente soddisfatta. -Una bella notizia Elizabeth,- disse l'uomo sorridendo -la tua festa ha portato dei risultati ottimi, sei stata notata dal figlio di Lord Naer, una delle famiglie più influenti della regione. Io ed il padre ci stiamo mettendo d'accordo per il matrimonio, non potevi trovare un partito migliore! -Ma io non lo conosco!- ribatté Elizabeth arrabbiata. -Lo hai visto ieri alla festa!- si intromise la madre smettendo di filare. -Ma non me lo ricordo! Non voglio sposare un uomo che non ho mai visto ed ignora tutto di me e se non andiamo d'accordo? -Elizabeth te lo farai piacere per tutta la tua vita. Sono queste le regole del nostro mondo, i ricchi sposano altri ricchi, solo così potrai continuare a mantenere il tuo tenore di vita!- urlò il padre. La ragazza di tutta risposta scoppiò in lacrime e fuggi dalla cucina. -Non ti preoccupare caro.- si intromise la moglie -Anche io ebbi la stessa reazione quando seppi che dovevamo sposarci, probabilmente ci metterà un po' per metabolizzare la notizia, ma alla fine accetterà. Lasciamola riflettere. Elizabeth intanto si chiuse in camera si distese sul letto e continuò a piangere. Era sempre stata una ragazza obbediente, aveva sempre ascoltato le decisioni dei suoi genitori, ma questo matrimonio avrebbe sconvolto per sempre la sua vita. Se si fosse sposata come avrebbe fatto a vedere Zero? Come avrebbe fatto a salvargli l'anima? -Elizabeth.- la ragazza si girò di soprassalto e vide il volto del vampiro fissarla. Senza nemmeno che se ne accorgesse era giunta la notte. -Perchè piangi? Cosa è successo?- chiese il figlio del demonio. -Zero- disse la ragazza abbracciandolo, un gesto che non aveva mai fatto prima. -Sono in età da marito, vogliono che mi sposi!- Il vampiro ricambiò l'abbraccio e la ragazza nuovamente sentì quello strano fuoco freddo avvolgerla. -Desumo che tu non voglia.- disse con il suo solito tono di voce atono. -No! Se mi sposerò probabilmente non riuscirò più a vederti. Io non voglio perderti!- rispose per poi pentirsi di quella frase. Come avrebbe potuto reagire il vampiro? Avrebbe riso crudelmente come era solito fare ogni qualvolta ritenesse che la ragazza avesse detto una stupidaggine? Avrebbe cambiato argomento come quando Elizabeth gli diceva che voleva salvarlo? Ma il vampiro di tutta risposta la baciò, il suo primo vero bacio. E questa volta il fuoco freddo riuscì perfino a toccargli l'anima. -Non accettare Elizabeth e sposa me. La ragazza lo guardò interdetto. Il vampiro si stacco dall'abbraccio e tirò fuori un pugnale. -La mia vita eterna è sempre stata molto solitaria, fin quando non ho incontrato te. Ed ora sento l'esigenza di avere una compagna al mio fianco con cui dividere l'eternità! Bevi il mio sangue e diventa un vampiro. Ci sposeremo sotto il consenso di Satana e vivremo insieme per sempre! Dopo quella frase si tagliò il braccio bianchissimo proprio in posizione della vena. -Ne basta solo un goccio.- disse mostrandogli l'arto da cui sgorgava uno strano sangue scuro -Un piccolo insignificante goccio e la tua vita cambierà radicalmente, nessuna più orribile giornata sempre uguale, nessun marito sconosciuto che probabilmente non ti amerà mai, una nuova vita con me per sempre al mio fianco ! Lecca Elizabeth! La ragazza saltò dal letto -Va' via demonio!- urlò più forte che poteva -Vattene! -Pensaci su Elizabeth, ora lo so sei sconvolta, avrai tutto il tempo che vorrai per decidere. Il vampiro si trasformò nuovamente in pipistrello e poi sparì dalla sua vista. Elizabeth riscoppiò a piangere, si sentiva terribilmente stupida. Aveva passato tanto tempo con Zero e si era convinta che oltre a salvargli l'anima il vampiro si stesse iniziando a innamorare di lei. Invece no, per tutto il tempo l'aveva solo ingannata per raggiungere il suo scopo con subdola furbizia: farle vendere l'anima al diavolo. Lei come una sciocca bambina si era immaginata una vita da fiaba con un vampiro pentito che magari sarebbe tornato anche umano. Ma la vita reale era molto più crudele di quanto potesse essere lo stesso Satana. Sentì una morsa stringerle il cuore, non avrebbe potuto più rivederlo, perchè così facendo non solo non sarebbe stata in grado di salvarlo, ma, anzi probabilmente alla fine avrebbe ceduto perfino alla sua proposta. Sapeva benissimo cosa doveva fare, anche se la sua scelta sarebbe stata molto dolorosa. Il giorno dopo parlò con i genitori: non avrebbe sposato il figlio di Near, avrebbe preso i voti e voleva partire il giorno stesso. I genitori essendo fortemente cattolici acconsentirono senza batter ciglio. La notte Zero si recò nella stanza e la trovò vuota, vi era solo una lettera poggiata sul letto. Una lettera rivolta a lui. Nella lettera la ragazza gli aveva scritto che avrebbe preso i voti per non sprofondare nelle tentazione proposta e non finire a marcire tra le fiamme dell'inferno. Aggiunse che non si sarebbero visti mai più e che gli sarebbe veramente mancato, ma era la scelta giusta. Avrebbe pregato per la sua anima dannata ogni giorno. Il figlio del demonio non si scompose, anzi, sorrise soddisfatto. Mai nessuna era riuscita a resistergli e quella ragazzina era completamente succube di lui, sarebbe ritornata e lui avrebbe portato un'altra anima a suo padre Satana.
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Ed alla fine lei tornò. Zero se ne accorse notando dei movimenti in quella stanza che per tanto tempo era stata totalmente vuota. Ed allora soddisfatto si recò nella camera. -Zero, sei tu vero?- disse Elizabeth osservando la trasformazione del pipistrello in vampiro. -Sapevo che saresti tornata.- rispose la creatura. Si avvicinò al letto e rimase sorpreso. Dinnanzi a lui non c'era la splendida giovane dai capelli neri, ma una vecchia rugosa dall'aria sofferente. Essendo una creatura immortale, non aveva il senso del tempo e non immaginava che fossero passati tanti anni. - Sei identico a come ti avevo visto l'ultima volta, invece io... -Sei sempre bellissima.- la interruppe bruscamente Zero, per sedersi al lato opposto del letto come era solito fare. -Non mentire Zero, sono vecchia, sono malata, mi resta poco da vivere. Ho chiesto alle consorelle di poter morire nella mia vecchia casa. Ora appartiene a mia sorella ed ha sposato l'uomo destinato a me, buffo vero? -Io non ho mentito. - disse risoluto il vampiro -Per me sei sempre bellissima e ti voglio ancora. Bevi il mio sangue, vivi una seconda vita, diventa mia moglie! La donna scosse la testa -Lo sai che non lo farò. Quando ero giovane avevo paura di cedere alle tue tentazioni e sono fuggita via, ora sono vecchia, matura e so che ho fatto la scelta giusta. Ma credimi, durante il mio periodo in convento ho pensato spesso come sarebbe stata la mia vita se avessi accettato la tua offerta. -Non sarebbe stato meglio Elizabeth?- rispose lui stringendole le mani -Cosa hai ottenuto scappando via? Una vita chiusa in una cella, una vita buttata, una vita in cui non hai fatto assolutamente nulla se non pregare, una vita in cui avresti potuto fare qualsiasi cosa con me! Saresti stata la regina delle tenebre, avremmo potuto girare per il mondo, avere una stirpe di creature immortali! La vecchia si sedette sul letto e lo fissò dritto nei suoi grandi occhi grigi. -I miei anni sulla terra non sono stati affatto buttati, perché ho pregato, pregato giorno e notte che il Signore salvasse l'anima del vampiro che amo e sono fermamente convinta che lo farà. Un sorriso sincero solcò il viso di Zero. -Anche io ti amo, Elizabeth.- E per la prima volta in vita sua si pentì di aver venduto l'anima al diavolo, perché così facendo non avrebbe mai più rivisto Elizabeth. Lei era destinata al calore del paradiso, mentre lui sapeva che c'era il freddo fuoco dell'inferno ad attenderlo.
Edited by Xadhoom86 - 16/3/2015, 15:25
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