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2 - Personaggi: contrasto e coerenza

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Nauthiz7
icon3  view post Posted on 16/11/2013, 00:32




Personaggi: contrasto e coerenza, di Brandi Reissenweber (Lezioni di scrittura creativa, Gotham Writers’ Workshop, Dino Audino Editore).

Nelle storie che leggiamo incontriamo tantissimi personaggi, alcuni dei quali ci restano nel cuore, altri sono comunque indimenticabili perché li abbiamo detestati e facevamo il tifo per altri.
Che cosa rende un personaggio così speciale, nel bene e nel male? Il fatto che l’autore sia riuscito a farne persone reali, fisiche, pluridimensionali.
I personaggi sono fondamentali perché sono il fulcro di una storia e interagiscono con tutti gli altri elementi del racconto/romanzo.

Ci sono alcune fasi, o elementi, da tenere ben presente nella costruzione di un personaggio che funzioni, vediamo quali.

Il battito del desiderio.

Ogni personaggio verosimile ha un grande desiderio che vuole realizzare. Il desiderio è una forza grandiosa che muove la natura umana ed è il motore di una storia.
Può essere illusorio o negativo, realizzabile o difficile, può essere grande o piccolo, quello che è fondamentale è che sia forte.
Un desiderio forte fa simpatizzare e identificare il lettore con il personaggio, così non si annoierà e non abbandonerà la storia.
Spesso quando le storie non funzionano è perché i personaggi non hanno desideri. Le pagine si trascinano una dopo l’altra, magari condite da molti fatti, ma senza il pepe di un’aspettativa importante: “il motore di una storia non si accende finché i personaggi non hanno un desiderio.”

La complessità umana.

“In una storia, niente è meno appassionante di un personaggio che agisce in modo prevedibile come milioni di altri personaggi già visti, con una sola faccia: la nonna gentile, il custode sinistro, il paziente eroico. È facile cadere nella trappola perché è facile vedere le persone come tipi.”

Il nostro personaggio deve evitare tutto questo. Non deve essere stereotipato.

Esempio. Pensiamo a un banchiere di nome Richard. Ce lo immaginiamo elegante, curato, con uno smartphone in mano e malgari un palmare, ricco.
Bene, ma nella descrizione che ne facciamo in una storia dobbiamo spingerci oltre e renderlo più complesso: Richard fa il banchiere ed è molto ricco, è una persona di successo che lavora molto, ma fa anche donazioni anonime. La sera torna a casa e si ubriaca e cerca di chiamare l’ultimo numero conosciuto di sua sorella, che non vive più in città da un anno.
Ora abbiamo qualcosa che si avvicina a un personaggio reale.

Quando si costruiscono i personaggi bisogna esplorare i dettagli, anche minimi, che li rendono complessi. Spesso gli scrittori alle prime armi pensano personaggi o completamente buoni o completamente cattivi e questa è un’altra versione degli stereotipi, che si può utilizzare solo se si sta scrivendo una fiaba, dove questi eccessi sono consentiti.
I difetti rendono un personaggio più umano e credibile.
Dobbiamo mostrare i personaggi con tutte le loro sfaccettature, nemmeno i cattivi più cattivi lo sono ogni minuto della loro vita!

“La letteratura è piena di grandi cattivi. Ciò che li rende così affascinanti è il fatto che possiamo vedere in loro qualcosa di noi. Di solito c’è qualcosa, molto piccolo, in cui il lettore può riconoscersi.”

Si fa l’esempio di Lolita di Nabokov: Humbert Humbert è uno dei personaggi più disgustosi mai creati, perché insidia le adolescenti che lui chiama ninfette. Nabokov lo rende magistralmente reale attribuendogli anche tratti positivi: intelligenza, risolutezza, fascino, una certa vergogna per la sua debolezza e infine un vero amore per Lolita. “Mostrando Humbert Humbert come qualcosa di più di un mostro, l’effetto dei suoi misfatti è molto più potente.”

Esercizio. Pensate alla persona più cattiva che conoscete, o immaginatene una. Adesso attribuitele anche delle qualità positive e scrivete una storia dove queste vengano a galla e si mescolino a quelle negative. Il risultato? Un cattivo a tutto tondo.

Tratti contrastanti.

Il fascino della natura umana risiede nel fatto che tutti possediamo caratteristiche contrastanti, abbiamo una gran varietà di tratti che ci rendono unici e spesso imprevedibili.
Queste combinazioni sono infinite e ci offrono infinite opportunità per rendere complesso un personaggio.
“Potete immaginare le qualità contrastanti come luoghi dove la caratterizzazione è inaspettata o non completamente definita… I migliori contrasti non devono apparire posticci: devono invece trasparire dalla caratterizzazione.”

Caratterizzazione che deve essere sottile, mai troppo aperta o forzata. Sveliamo poco e un po’ alla volta, preferibilmente senza raccontare ma mostrando il personaggio all’opera.

Coerenza.

Il personaggio deve avere tratti contrastanti, ma deve sempre agire con coerenza. Sembrano due concetti opposti, invece possono e devono coesistere. Se gli attribuiamo una qualità e un suo tratto contrastante, ci siamo posti dei vincoli che dovremo rispettare per tutta la storia: il personaggio dovrà sempre agire coerentemente rispetto ai due tratti.

Questo non significa che non ci possano essere colpi di scena, anzi, ma il “twist” inaspettato deve essere credibile agli occhi del lettore, proprio perché coerente con il personaggio delineato; deve pensare: “in effetti, è un tipo capace di questo e altro”. Questo si ottiene gettando le basi per il cambiamento pagina dopo pagina, preparando il terreno per l’affondo finale.

“I personaggi possono fare qualcosa che è al di fuori del loro carattere, ma il lettore deve essere informato di questa possibilità (prima che accada).”

“I comportamenti devono sembrare autentici e veri, aderenti alle caratteristiche che avete stabilito.”

“I personaggi devono essere coerenti, ma non del tutto prevedibili.”


La possibilità di cambiare.

I personaggi devono essere in grado di cambiare ed evolvere durante la storia e questo potenziale deve essere ben chiaro al lettore. Se il desiderio è la forza che porta avanti la storia, il cambiamento del personaggio principale è il suo culmine.
Più nello specifico: il personaggio deve avere la possibilità di scegliere. Riassumendo: il personaggio deve avere un forte desiderio e dei tratti contrastanti messi in evidenza da un fatto che faccia balenare la possibilità di un cambiamento.

Da dove vengono i personaggi.


Dall’osservazione delle persone che ci circondano, quelle che conosciamo, ma anche quelle che incontriamo per caso, o che vediamo solo di sfuggita ma che hanno un particolare che ci colpisce. Dobbiamo farci domande su di loro e darci delle risposte inventate, plausibili e coerenti. Possiamo immaginarle alle prese con una determinata situazione e definirne il carattere. Possiamo inventare tutto un mondo attorno a loro con cui farle interagire.
Attenzione, però, se vi ispirate a persone reali: queste persone vanno "narrativizzate", per adattarle alla storia che stiamo raccontando. Ancora una volta attenersi troppo ai fatti reali non è consigliabile, usiamo la fantasia per renderle più interessanti e particolari.

Conosciamo i personaggi.

Dobbiamo sapere tutto dei nostri personaggi per descriverli in modo autentico. È utile preparare una scheda per ognuno di loro e rispondere a una serie di domande che vanno dall’aspetto fisico, ai gusti culinari, alle ideologie, ai passatempi…

Ci sono delle categorie da tenere a mente quando si sviluppa un personaggio:

1. Apparenza (il modo in cui un personaggio veste, si muove e si comporta può rivelare molto)

2. Sfondo (un personaggio cresciuto senza genitori è diverso da uno che è cresciuto in una famiglia numerosa e amorevole)

3. Personalità (risultato di tutto ciò che è stato ed è, deriva dai punti precedenti)

4. Identità primaria (come si definisce un personaggio: alla domanda “chi sei?” una persona può rispondere “sono un avvocato” e un’altra “sono un hindu”; magari sono entrambe avvocati e hindu, ma si identificano in modi molto diversi).

Tipi di personaggi.

Questa profondità di sviluppo va riservata ai personaggi principali. Anche l’antagonista del protagonista ha un ruolo molto importante e deve essere molto curato.
Gli altri personaggi sono di supporto e di solito vanno identificati brevemente per mezzo di caratteristiche salienti che li rendano riconoscibili. Hanno anch’essi uno sviluppo, ma inferiore rispetto a quello riservato ai protagonisti.
Le comparse sono i personaggi che non hanno un impatto significativo nella storia. A volte non sono nemmeno necessari.

Mostrare e raccontare.

Questi sono i due metodi usati per descrivere un personaggio. Possono essere usati entrambi, ma bisogna fare attenzione a non abusare delle spiegazioni. Rivelare informazioni mostrandole (facendo agire e parlare il personaggio) è molto più interessante per il lettore, che si sentirà più coinvolto. Questo permette anche di rivelare i particolari in modo graduale.

Ci sono 4 modi per mostrare le caratteristiche di un personaggio:

1. Azioni
2. Dialogo
3. Aspetto
4. Pensieri


Le azioni sono il veicolo più importante per trasmettere informazioni. Se quelle di un personaggio minore possono essere anche irrilevanti, quelle del protagonista devono rivelare sempre qualcosa in più, specialmente se riferite a un momento di crisi, perché è davanti alle difficoltà che l’essere umano rivela la sua vera natura.

I dialoghi sono molto importanti e difficili da costruire, perché non devono apparire forzati ed esagerati, né troppo piatti. (Affronteremo meglio i dialoghi negli appunti n. 6)

Aspetto: quando descrivete un personaggio, non limitatevi alle cose più banali e ovvie, osate un po’ di più.
Mi spiego con questo magnifico esempio, tratto da Il grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald. Il lettore incontra per la prima volta Tom, il marito di Daisy, in questo modo:

“Era cambiato dagli anni di New Heaven. Adesso era un trentenne forte e dai capelli color paglia, labbra dure e maniere superbe. Due occhi arroganti e splendenti gli davano l’aspetto di chi si comporta sempre in modo aggressivo. Neanche l’eleganza del suo vestito da cavallerizzo riusciva a nascondere l’imponenza del suo corpo – sembrava che riempisse quegli stivali scintillanti al punto di far esplodere i lacci e si poteva vedere un fascio di muscoli andare su e giù quando le sue spalle si muovevano nella giacca. Era un corpo capace di grandi imprese – un corpo crudele."
Bellissimo passaggio.

Pensieri: abbiamo il potere di entrare nella mente dei personaggi. Il lettore può vedere lati nascosti, conoscere desideri inconfessabili. È un potere davvero forte, che però presuppone una buona costruzione del personaggio a monte (tratti contrastanti).


Una sinfonia di metodi.


Questi quattro metodi devono essere usati in combinazione tra loro per ottenere il massimo risultato. Mescolarli aiuta a creare il senso di realtà che catturerà il lettore e renderà i personaggi poliedrici, veri, a tutto tondo. Da notare che descrivere una scena tenendoli presente può portare a delle interessanti discrepanze: un personaggio che al telefono nega che si recherà a un appuntamento ma che allo stesso tempo prende l’appunto sul luogo e l’ora rivela molto sulle sue intenzioni senza che l’autore intervenga con spiegazioni.
Una volta creati i personaggi a tutto tondo, possiamo raccontare tutto quello che vogliamo di loro, ma dobbiamo scegliere con cura i dettagli da includere: devono essere solo quelli funzionali alla storia che stiamo raccontando.

E per finire, l’importanza del nome: “I nomi sono come l’involucro di un regalo, danno un’idea di quello che può esserci in una persona.”

La prossima settimana parleremo di trama. Buona scrittura! curlers

Edited by Nauthiz7 - 16/11/2013, 08:52
 
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gioberta
view post Posted on 16/11/2013, 08:38




Sempre interessante e sempre chiaro. Grazie, carissima, ho preso appunti degli appunti. Mi metto al primo banco in attesa della terza lezione. lighten
 
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Nauthiz7
view post Posted on 16/11/2013, 08:52




Grazie Giò!
 
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wyjkz31
view post Posted on 16/11/2013, 14:11




Mi metto nella fila di mezzo: così passo inosservata e non mi interroghi.

Con l'orale me la caverei, penso. E' con la prova pratica che avrei delle belle difficoltà.

A parte gli scherzi,

sempre più interessante.
 
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view post Posted on 16/11/2013, 19:27
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Fabrizia

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CITAZIONE (wyjkz31 @ 16/11/2013, 14:11) 
Con l'orale me la caverei, penso. E' con la prova pratica che avrei delle belle difficoltà.

Hai proprio ragione!
La teoria non è difficile ma mettere in pratica questi consigli è tutta un'altra cosa... :(
 
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Nauthiz7
view post Posted on 16/11/2013, 22:05




CITAZIONE (wyjkz31 @ 16/11/2013, 14:11) 
Mi metto nella fila di mezzo: così passo inosservata e non mi interroghi.

a scuola ero sempre nell'ultima fila... :ph34r:

CITAZIONE (stray dog @ 16/11/2013, 19:27) 
La teoria non è difficile ma mettere in pratica questi consigli è tutta un'altra cosa... :(

In effetti... ora mi faccio un sacco di domande su tutto e stento a trovare le risposte :wacko:
 
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Max9
icon1  view post Posted on 27/1/2016, 18:32




viva Gesù :)
 
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6 replies since 16/11/2013, 00:32   393 views
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