Abaluth - Scrivere, leggere, arte e cultura

Quello che non vuoi vedere-Cettina Barbera

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slayercetty
view post Posted on 19/3/2013, 02:11




Mi ritrovo in mezzo a una strada.
È anonima e vuota.

Avverto un peso sul petto del quale non mi spiego la ragione.
Mi sento divisa in due, il mio corpo si muove lentamente, la mia anima lo precede, accelera, guarda in avanti.

Alzo gli occhi: nel cielo, vari colori combattono per il predominio e finiscono con il collidere per poi fondersi in un orizzonte perlaceo, dai riflessi rosati e i contorni d’oro.
Posso sentire un sorriso sulle mie labbra.

La lingua grigia della strada si srotola monotona davanti a me. Non potrebbe essere più lontana da quel cielo.
Continuo a camminare, stranita.
Questo luogo mi è familiare ed estraneo insieme; guardo le abitazioni e le auto addormentate ai bordi del marciapiede.
Sono a casa e sono anche da un’altra parte.

Il sole nascente esplode in una pioggia di raggi bianchi che mi fa stringere gli occhi.
Quando torno a vedere, il cielo è azzurro e c’è gente per la strada.
Qualcuno mi tira per la manica della giacca; una giacca che non indosso da almeno dieci anni.
È un’amica d’infanzia con cui non parlo da altrettanto tempo.
Mi sorride, inconsapevole.

Mi allontano in fretta.

Mentre cammino, mi rendo conto che la strada su cui mi trovo va avanti all’infinito, sempre uguale.
Non una curva, non una traversa laterale. Mi sembra di camminare da ore, ma sono sempre ferma nello stesso punto.

Il cielo ora è una distesa tersa d’indaco intenso, solcato da candide nuvole sfilacciate; il sole è scomparso.

Davanti a me, le solite case e le solite auto.
Mi concentro sui dettagli: sento un vociare indistinto di bambini e osservo donne che si attardano davanti alle porte- le braccia cariche di buste della spesa- mentre si scambiano sorrisi tirati e ovvietà incolori.

All’improvviso qualcosa cambia, un suono sovrasta la sonnolenta routine di rumori che mi circonda.
Corro verso quel suono.
Lo riconosco senza fatica: è un vagito.

Passo davanti a una piccola folla, registro distrattamente volti variabilmente noti.
Sono persone del mio passato e del mio presente, gente che conosco o conoscevo bene e gente con la quale non ho mai scambiato più di due parole in tutta la mia vita.
Sembrano felici, parlano fitto fitto del tempo, delle bollette e di altre banalità, con fare complice e aria solenne.

Sono tutti rivolti verso la fonte di quel pianto acuto, ma sorridono.

Sgrano gli occhi.

Perché sorridono?

Non vedono quello che vedo io?


Mi avvicino titubante e supero il capannello di teste che annuiscono e mani che gesticolano con leggiadria.

Non posso credere a quello che vedo.
Il cuore mi batte dolorosamente nel petto.

In mezzo alla strada, a pochi passi da me e dalla gente alle mie spalle, c’è una giovane donna che non conosco, i suoi occhi mi scrutano da dietro una cortina nera di lunghi capelli unti; una luce folle danza sulle sue iridi cupe.

C’è sangue sul suo viso smunto e lacrime scure le scavano le guancie pallide.
Le sue labbra, screpolate e ceree, sono contorte in un sorriso isterico.
Indossa una camicia da notte di seta, vecchio stile, di un bianco abbacinante, reso ancora più scintillante dalle grandi macchie scarlatte che lo costellano.
C’è sangue anche sulle sue gambe e sui suoi piedi nudi e sporchi.
Stringe qualcosa al petto, come per proteggerlo.

È quel qualcosa che sta emettendo il vagito.

Scuoto il capo, incredula e spaventata. Indietreggio.
Il mio corpo, scosso da violenti tremiti, si muove in modi che non posso controllare.
«Non lo vedete?», sussurro alla gente che ora mi si è fatta intorno.
Mi restituiscono sorrisi sereni in risposta.
«Non lo vedete!», ora sto gridando.

La mia voce sbatte contro l’asfalto e le pareti delle case in un’eco oltraggiata e sconvolta.

La donna continua a sorridere pazzamente, mentre mostra il fagottino ai presenti.

«Non è un amore?», chiede retorica la mia vicina di casa.
«Assolutamente», risponde il postino, annuendo con energia.
«Che c’è? Che ti prende?», mi chiede l’ombra della mia amica perduta, sorridendo anche lei.

Solo sorrisi morti e occhi ciechi intorno a me.

Non vedono! Non vedono!

La mia mente continua a urlare, mentre cerco di distogliere lo sguardo.

Sto sognando.
Forse sto sognando!


Voglio illudermi almeno di questo, perché quello che vedo, quello che nessun altro sembra vedere, non può essere reale.

I miei occhi sono incollati alla terrificante scena di Natività.

La donna muove qualche passo verso di me.
«Non è bellissima?», chiede, sorridendo e piangendo contemporaneamente.

La piccola muove la manina per catturare una delle luride ciocche corvine della madre.
A giudicare dalle dimensioni, non può avere più di cinque mesi.

Il suo corpicino è paffutello come quello di un angelo di Botticelli e gonfio e putrido come quello di un cadavere.
La pelle livida e lucida, brilla di agghiaccianti sfumature bluastre, le piccole mani viola schiaffeggiano giocosamente l’aria.
I piedini nerastri scalciano verso di me.
Sul suo piccolo addome posso vedere i filamenti color ruggine degli inserti muscolari, laddove la pelle è divelta, stracciata, come un vecchio lenzuolo rosa, macchiato di polvere grigia.

Se chiudo gli occhi, sento i gridolini gioiosi di una neonata normale, sana, felice.
Ma quando li riapro quello che vedo mi lascia impietrita e mi conduce alle soglie della follia.
Se avesse occhi, starebbe guardando proprio me, ma nel suo teschio nudo e candido ci sono solo vuote cavità nere più della notte.
Apre e chiude la piccola mascella, emettendo trilli e facendo bollicine, ma anche la sua bocca non è che un piccolo cerchio di buio.

La gente continua a sorridere mentre parla del tempo: la bimba né viva, né morta, ormai dimenticata in favore delle faccende di tutti i giorni.
Qualcuno rivolge ancora qualche sguardo alla madre, con gli occhi pieni di tenerezza.

«Morta…», farfuglio, mentre copiose lacrime mi scendono giù per il viso.
«È morta! Non vedete?»
Molti sembrano accorgersi di me solo ora, si girano lentamente a guardarmi.
«Ma che cosa dici?»

«Tutto a posto, cara? Hai un aspetto terribile…»

«Perché piangi?»

Alzo le braccia al cielo, ora nero come le orbite che mi fissano dal piccolo teschio, «Non vedete? Non vedete! È morta. MORTA!»

La madre culla più forte la sua piccola, come per proteggerla dalle mie grida.
Gocce di sangue cadono dal suo corpo e da quello della neonata, disegnando sorrisi macabri sull’asfalto tetro.

«Non vedete che hanno bisogno di aiuto? Non vedete!», urlo, girando su me stessa in cerca di occhi spaventati come i miei, ma vedo solo sorrisi e sento solo frasi di circostanza.
La gente smette di curarsi di me e torna ancora una volta a complimentarsi per la piccola meraviglia.

La madre si accascia per terra, continuando a cullarla, sotto di lei, un lago di sangue, sulle sue labbra lo stesso sorriso raggiante di prima.

Cado al suolo anche io: «Non vedete… non vedete…», sto boccheggiando.

Fra le spire della mia vista annebbiata vedo ancora soltanto nivei sorrisi.

Rivolgo gli occhi verso il cielo torbido: nuvole nere, disfatte, deformi mi scrutano dall’alto, impietosite.

«Non volete vedere…», mormoro.

Piove.

Edited by slayercetty - 19/3/2013, 09:44
 
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view post Posted on 19/3/2013, 09:22

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L'ho letto tuto d'un fiato. Mi ha incuriosito e volevo vedere come andava a finire.
L'INDIFFERENZA della gente per la sofferenza altrui. Tema scottante, piaga della società.
Le immagini oniriche sono così belle e palpabili che sembra di starci dentro.
Sai dare emozioni, ma questo io lo sapevo già.
Un unico appunto, una svista: Alzò gli occhi al cielo. ALZO gli occhi...
Brava come sempre Cettina.
 
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slayercetty
view post Posted on 19/3/2013, 09:48




CITAZIONE (patrizia benetti @ 19/3/2013, 09:22) 
L'ho letto tuto d'un fiato. Mi ha incuriosito e volevo vedere come andava a finire.
L'INDIFFERENZA della gente per la sofferenza altrui. Tema scottante, piaga della società.
Le immagini oniriche sono così belle e palpabili che sembra di starci dentro.
Sai dare emozioni, ma questo io lo sapevo già.
Un unico appunto, una svista: Alzò gli occhi al cielo. ALZO gli occhi...
Brava come sempre Cettina.

:wub: Grazie Patty! Sono felice che il racconto ti sia piaciuto e che il messaggio che volevo trasmettere ti sia arrivato. :)
Grazie anche per avermi segnalato la svista: mi era scappato un accento di troppo... :P
 
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Lavella
view post Posted on 19/3/2013, 11:14




Mi associo al giudizio di Patty. Il messaggio arriva forte e chiaro, come sempre dimostri di avere una forte capacità di trasmettere emozioni e qui mi hai trascinato più che mai. Avrei voluto schiaffeggiare tutti i passanti indifferenti. La cornice onirica poi è davvero bellissima. Complimenti ancora.
 
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wyjkz31
view post Posted on 19/3/2013, 19:05




Anch'io trascinata nel tuo sogno, nel tuo incubo. Mi ha davvero colpita molto. Credo che ricorderò la tua natività anche a distanza di tempo.

Complimenti!
 
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slayercetty
view post Posted on 19/3/2013, 23:50




QUOTE (Lavella @ 19/3/2013, 11:14) 
Mi associo al giudizio di Patty. Il messaggio arriva forte e chiaro, come sempre dimostri di avere una forte capacità di trasmettere emozioni e qui mi hai trascinato più che mai. Avrei voluto schiaffeggiare tutti i passanti indifferenti. La cornice onirica poi è davvero bellissima. Complimenti ancora.

Grazie, Lavella :wub: , che bel commento! :)

QUOTE (wyjkz31 @ 19/3/2013, 19:05) 
Anch'io trascinata nel tuo sogno, nel tuo incubo. Mi ha davvero colpita molto. Credo che ricorderò la tua natività anche a distanza di tempo.

Complimenti!

:wub: :wub: :wub:

Grazie di cuore, wyjkz31! :lol: :wub:
Sei davvero gentile... :)
 
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Esterella
view post Posted on 20/3/2013, 10:16




Per fortuna è solo un incubo, però a volte la gente è davvero insensibile e indifferente. Hai fatto un ottimo lavoro con uno stile alquanto macabro che credo sia proprio la tua caratteristica. :o:
 
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view post Posted on 20/3/2013, 17:39
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Questo racconto sarebbe più bello secondo me se non fosse narrato al presente (eh lo so, è gusto personale e non riesco a sopportarlo il presente nella narrazione). Credo che tu mi abbia dato bene l'idea di u sogno in continuo divenire e io mi calo totalmente in questa dimensione onirica quindi il tuo intento è riuscito al 100%. Ma contrariamente a quanto a detto qualcuno nei commenti qui su Non è solo un incubo, è esattamente la realtà che poi si ripete nell'incubo. L'eterno ritorno dell'uguale. Il tuo stile, inutile dirlo, è perfetto così com'è.
Bravissima
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daniloc78
view post Posted on 20/3/2013, 17:54




MOLTO BELLO!!!
Davvero un bellissimo incubo ... da leggere ;)

Se posso, ti suggerisco di eliminare
CITAZIONE
Sto sognando.
Forse sto sognando!

che a mio parere stona con il resto della narrazione
 
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nunziadaquale
view post Posted on 21/3/2013, 15:41




Un sogno davvero inquietante e il confine con l'incubo è davvero sottile. Questo è il tuo stile e il tuo genere, un pò dark, un pò ai margini del surreale, naturalmente scritto in maniera impeccabile. Complimenti, come sempre...
 
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gioberta
view post Posted on 21/3/2013, 19:06




Molto bello, non c'è che dire, pieno di orrore e di sgomento. Mi ha fatto venire in mente il sogno di una mia amica di infanzia, Maria Rita, che non riesco a dimenticare. Costei sognò che, insieme a mia sorella, percorreva una strada dritta e lunga, al margine di un burrone. Man mano che procedevano, la strada si faceva più stretta fino a quando lei e mia sorella dovettero procedere in fila indiana. Ad un tratto Maria Rita precipitava nel burrone mentre mia sorella proseguiva da sola lunga la strada. Un bacio a Maria Rita, che è morta bambina!
 
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slayercetty
view post Posted on 22/3/2013, 00:50




QUOTE (Esterella @ 20/3/2013, 10:16) 
Per fortuna è solo un incubo, però a volte la gente è davvero insensibile e indifferente. Hai fatto un ottimo lavoro con uno stile alquanto macabro che credo sia proprio la tua caratteristica. :o:

Sì, in effetti, lo è :ph34r: :alienff: ...

Grazie Esterella, per l'apprezzamento. :)

QUOTE (quietriot @ 20/3/2013, 17:39) 
Questo racconto sarebbe più bello secondo me se non fosse narrato al presente (eh lo so, è gusto personale e non riesco a sopportarlo il presente nella narrazione). Credo che tu mi abbia dato bene l'idea di u sogno in continuo divenire e io mi calo totalmente in questa dimensione onirica quindi il tuo intento è riuscito al 100%. Ma contrariamente a quanto a detto qualcuno nei commenti qui su Non è solo un incubo, è esattamente la realtà che poi si ripete nell'incubo. L'eterno ritorno dell'uguale. Il tuo stile, inutile dirlo, è perfetto così com'è.
Bravissima
(IMG:http://24.media.tumblr.com/8639b81ca78ba7b...cvgdjo1_500.jpg)

:wub: :wub: :wub:
Grazie Erika, mi fa molto felice che il racconto ti sia piaciuto così tanto, nonostante l'utilizzo del presente che non ti va particolarmente a genio... :P

QUOTE (daniloc78 @ 20/3/2013, 17:54) 
MOLTO BELLO!!!
Davvero un bellissimo incubo ... da leggere ;)

Se posso, ti suggerisco di eliminare
QUOTE
Sto sognando.
Forse sto sognando!

che a mio parere stona con il resto della narrazione

Grazie Danilo :)

Quanto alle due frasi che mi proponi di far saltare, ci penserò sicuramente.
;)

QUOTE (nunziadaquale @ 21/3/2013, 15:41) 
Un sogno davvero inquietante e il confine con l'incubo è davvero sottile. Questo è il tuo stile e il tuo genere, un pò dark, un pò ai margini del surreale, naturalmente scritto in maniera impeccabile. Complimenti, come sempre...

Nunzia! :)
Anche tu qui?! :P

Non vedo l'ora di leggerti, allora. :)

Grazie mille per i complimenti, sei davvero cara. :wub:

QUOTE (gioberta @ 21/3/2013, 19:06) 
Molto bello, non c'è che dire, pieno di orrore e di sgomento. Mi ha fatto venire in mente il sogno di una mia amica di infanzia, Maria Rita, che non riesco a dimenticare. Costei sognò che, insieme a mia sorella, percorreva una strada dritta e lunga, al margine di un burrone. Man mano che procedevano, la strada si faceva più stretta fino a quando lei e mia sorella dovettero procedere in fila indiana. Ad un tratto Maria Rita precipitava nel burrone mentre mia sorella proseguiva da sola lunga la strada. Un bacio a Maria Rita, che è morta bambina!

Mi dispiace di averti riportato alla mente una cosa così triste :( , anche se, posso immaginare, non sia uno di quei ricordi facili da lasciarsi dietro.
La tua esperienza prova quanto la nostra mente, il nostro subconscio sappia del nostro essere e del nostro futuro...

Anyway, mi fa molto piacere che la mia storia ti sia piaciuta. :)
 
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francescadelogu77
view post Posted on 25/3/2013, 16:19




Carl Jung diceva che tutti abbiamo un'ombra nera che ci segue, che diviene sempre più grande finchè non ne integriamo i contenuti nella coscienza.
Molti pensano che quel che "fa paura" sia sempre qualcosa di terrificante, osceno, ributtante. Più spesso, andando oltre il velo del terribile, si scopre dolcezza, armonia, unità. Ma è vero anche il contrario.
In ogni caso, interne o esterne che siano, qualunque cosa esprimano, certe immagini hanno il potere, reversibile, di terrorizzarci.
Quel genere di terrore, tipico del mondo onirico, è qui condensato benissimo, tutto racchiuso nella scena che tu descrivi.
Complimenti :)
 
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missDFP
view post Posted on 26/3/2013, 16:36




Ciao,

ho proprio i brividi.
La tua storia è scritta bene, è il tema trattato che mi fa rabbrividire.

Comunque, bella.

In bocca al lupo!

D.
 
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Lupoalfa
view post Posted on 26/3/2013, 18:01




Il tuo racconto è una rappresentazione molto efficace di un incubo. La gente che non capisce, o finge di non capire, è descritta in modo magistrale e non avevo dubbi, sapendo come scrivi.
Se posso muovere un appunto al racconto è che l'ho trovato un po' ripetitivo, anche se devo riconoscere che c'è un crescendo di drammaticità.
Comunque un'ottima prova (come sempre).
 
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29 replies since 19/3/2013, 02:11   445 views
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