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Rosalba, ROSALBA

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vanuccinilido
view post Posted on 12/3/2013, 15:37




Rosalba
Inizia a spuntare l’alba di un soleggiato mattino dei primi giorni di Giugno. In una modesta villetta di una città marinara è nata da qualche ora una graziosa bimba. L'Ostetrica, chiamata per compiere la sua preziosa opera, e portare a buon fine il lieto evento, è già andata via. Nella camera matrimoniale la mamma è tranquilla e accarezza la sua piccola creatura che muove le gambette e le manine, ma ha gli occhi chiusi. Il papà, ha scostato le tendine della finestra, e guarda quasi rapito quella stupenda alba che tinteggia di un rosso vivo l’orizzonte. Il sole rifulge i suoi primi raggi sul mare, provocando luminosi giochi di luce. Guardando in alto lassù verso l’infinito, le viene spontaneamente un atto di ringraziamento per quell’evento stupendo avvenuto poco fa. Un sogno cullato per diversi anni da lui e sua moglie Un sogno finalmenet avveratosi! Una creatura, una figlia, venuta a rallegrare la loro casa. Erano cinque anni che lui e sua moglie Lucia si erano sposati. Amavono tanto i bambini e desideravano averne più di uno. Purtroppo questa gioia per loro tardava ad arrivare. Si volta verso sua moglie che riposa, avendo appoggiata sul petto la sua creatura: sorride compiaciuto. Istintivamente poi il suo sguardo si abbassa verso terra e così può ammirare il bel giardino che egli accudisce con amore: tanti ortaggi e varietà di piante di fiori. Le più belle sono le rose rosse, con i loro petali aperti al sole nascente che sembra quasi accarezzarle. Improvvisa un’intuizione le penetra nella mente. L’alba stupenda! Le rose rosse! Sì volta verso la sua bimba, le si avvicina sorridente, l’accarezza. Poi, rivolto alla moglie, le sussurra: << Sai Lucia, ho trovato il nome che daremo alla nostra bambina >>. Essa risponde: << Davvero Alberto!>> .<< Sì proprio così >> accenna lui. << Ancora non c’eravamo trovati d’accordo quale nome imporle. Il nome che mi è venuto in mente adesso, mi sembra appropriato e rispecchia anche la bella mattinata che la provvidenza ci ha donato. E’ un’alba stupenda! Sotto di noi, nel nostro giardino, le belle rose rosse aprono i loro petali al nuovo giorno. Rose e alba. La chiameremo << Rosalba .<< Sì piace anche a me! >> sorride la moglie. << Al fonte battesimale la chiameremo col nome che hai scelto tu << Rosalba >> . E questo fu il nome, non troppo comune, che venne imposto alla bambina. Rosalba crebbe in una famiglia di medie condizioni sociali, dove però regnava l’armonia e la concordia. L’unico neo, se così possiamo dire, nella famiglia, era la sorella del papà rimasta zitella. Avendo avuto qualche delusione sentimentale, in gioventù, aveva maturato un carattere riservato, introverso, volubile. A lei i genitori pensarono di lascialere in custodia, fin dai primi mesi, la bambina. Fu uno sbaglio, di cui i genitori non valutarono le conseguenze. Rosalba, come tutti i piccoli, avendo bisogno d’affetto e amorevolezza; trovò nella zia una donna poco tenera, severa e distaccata.

Aveva anche studiato, senza però riuscire a diplomarsi. All’età di tre anni Rosalba doveva andare all’asilo, ma avendo quasi una maestra in casa i genitori pensarono: << Perché non approfittarne? >>. Ancora una volta però essi non ponderarono bene questa scelta. L’insegnamento di zia Carlotta (questo è il suo nome), autoritario e pretenzioso, non fece che peggiorare lo stato d’animo della bimba. Finalmente i genitori capirono, dall’indole chiusa, stizzosa, poco amorevole, che andava maturando Rosalba il loro sbaglio. Decisero così di mandarla all’asilo tenuto dalle suore. Il vecchio asilo, costruito ai margini della cittadina, era una costruzione un po’ fatiscente che avrebbe avuto bisogno di un buon rinnovamento. Le suore che lo gestivano facevano quello che potevano per accudire i piccoli loro affidati. Si servivano per l’assistenza, e un po’ d’insegnamento, di maestre esterne, quasi tutte già in pensione. L’impatto con l’asilo trovò Rosalba impreparata in un ambiente in cui lei non aveva vissuto. All’asilo si gioca, ci si rincorre, si scherza, si studia, con metodologia e logica. Cose tutte che Rosalba, con la severa zia, non aveva potuto fare. Il disagio della bimba fu subito evidente alle maestre e alle suore. La decisione dei genitori allora fu questa: avrebbe pensato all’educazione della bimba la mamma, che si sarebbe licenziata dal lavoro di cameriera di sala in un albergo. Le cure materne della mamma addolcirono un pò il carattere di Rosalba ma non quanto si aspettavono i genitori . Il tempo passa. Rosalba compie sei anni. Si è fatta una bella bimba: faccia rotonda e rosea; occhi celesti, capelli biondi raccolti in due lunghe trecce. Deve iniziare la prima elementare. Si prepara a quest’importante avvenimento della sua vita con poco entusiasmo. La mamma e il papà fanno il possibile per incoraggiarla, sostenerla, spronarla; ma i loro sforzi non sembrano trovare molta rispondenza nella figlia. Le maestre si accorgono, fin dai primi giorni di scuola, che la bimba ha qualche problema di adattamento: solitaria, poco socievole, non scherza e non ride con le altre bambine. Non servono le buone maniere e gli atteggiamenti benevoli delle maestre. Alla fine dell’anno vengono convocati i genitori e si dice loro che la bambina non è in grado di affrontare la seconda elementare: quindi dovrà ripetere la prima. Rosalba vorrebbe lasciare la scuola ma i genitori con le buone maniere, perché con le cattive non otterrebbero nulla, riescono a farle frequentare la scuola, ripetendo la prima elementare. Con molta pazienza e fatica, sia da parte dei genitori, che degli insegnanti, Rosalba riesce ad arrivare fino alla terza elementare. A questo punto della scuola, per gli allievi, vi è un piccola prova di esame, per una valutazione sulla loro applicazione e profitto. Il giudizio su Rosalba non è positivo: sia per quanto riguarda l’apprendimento scolastico; sia per quanto concerne il comportamento e la condotta. Prevale però una certa indulgenza e comprensione per questa bimba ben sviluppata, la più alta di tutte, e dalle belle fattezze, ma ancora immatura intelletivamente e psicologicamente. Sarà accompagnata fino alla quinta elementare, dove dovrà sostenere un esame più serio, per poter frequentare poi la scuola media. Ma se i risultati scolastici e gli atteggiamenti esteriori non cambieranno, Rosalba sarà sicuramente bocciata e dovrà ripetere ancora l’anno. I genitori sono preoccupati e si prodigano perché questo doloroso evento non avvenga.

Questa bambina, tanto aspettata, tanto desiderata, sognata anche; fino adesso purtroppo non aveva dato tante gioe ai genitori. Essi si facevono vicendevolmente coraggio. Maturerà, si svilupperà. La sua intelligenza, i suoi sentimenti che non sembravano riottosi, si apriranno all’amore verso la vita, alla ricerca di qualche ideale, alla riconoscenza e all’amore verso i genitori. Un giorno un’idea penetrò nella mente del padre che subito confidò alla moglie. << Perché non mandarla a ripetizione dal maestro Cordero Dario? Oramai in pensione, ma rinomato nella cittadina per il suo insegnamento serio e qualificato; per il suo equilibrio e la sua comprensione verso gli allievi? >>. Così si decide, e il pomeriggio, dopo la scuola, Rosalba andrà a ripetizione da questo ottimo maestro. Nei primi tempi la bimba non cambia il suo contegno e il suo solito modo di comportarsi. Il maestro però ha capito il carattere della piccola, i problemi che si porta dietro fin dalla più tenera età, le difficoltà in cui si dibatte; lo sviluppo della sua fanciullezza. E’ chiusa in se stessa come un riccio, non è però una bimba capricciosa e bizzarra come molti credono, ma è intelligente e intuitiva. Tra maestro ed alunna comincia così un colloquio spontaneo, sereno, amichevole. La bimba apre il cuore e la mente a questo vecchio insegnante; buono, comprensivo, sorridente e paterno. Ed è per le maestre, e per la famiglia stessa, quasi un’incredulità, i progressi scolastici di Rosalba, anche se il suo carattere e il suo comportamento non sono cambiati. Siamo arrivati quasi alla fine della quinta elementare. Rosalba si sta preparando agli esami, aiutata dal suo maestro. E’ una sera di fine Maggio, sereno, limpido, primaverile. Rosalba se ne sta per tornare a casa, dopo la consueta ripetizione, il maestro la ferma: << Rosalba prendi questo libro di novelle, leggine alcune che ti ho segnato, ti serviranno per l’esame. Una in particolare devi leggere, ne ricaverai dei buoni insegnamenti, e la protagonista si chiama proprio come te: << Rosalba! >>. La bimba prende il libro si dirige verso il mare; il sole non è tramontato e i suoi raggi sono ancora lucenti e tiepidi. Poca gente cammina sulla spiaggia. Si siede sull’arena, vicino all’acqua, si gira da una parte e inizia a leggere la novella che assieme a lei leggeremo anche noi. Il suo titolo è: « IL sorriso di Rosalba ».

Rosalba cammina in fretta per la strada polverosa diretta alla meta e alla missione che la mamma le ha affidato. Nella sua mente risuonano ancora le ultime raccomandazioni della mamma: << Sorridi sempre, sorridi a tutti, non ti fermare a parlare con nessuno; da nessuno accetta inviti >>. Lungo il suo cammino, per adesso lei ha fatto sempre così. Ha sorriso, ha salutato tutti e tutti hanno risposto al suo sorriso e al suo saluto. Rosalba, con un po’ di compiacimento, pensa che la gente sorrida a quella bambina di 11 anni perché è semplice e anche graziosa. Ha un bel vestitino rosa tutto fiorito; i capelli biondi lunghi e ondulati che le ricadono giù lungo il dorso coprendogli l’esile schiena; due occhi limpidi colore rubino. Le mancano solo le scarpette ai piedi: non le ha mai avute nel corso della sua vita. La sua cara mamma gliele ha sempre promesse, ma purtroppo la promessa non l’ha mai potuta mantenere per mancanza danaro. D’inverno, con il freddo e il fango, un paio di ruvidi zoccoli. D’estate i piedini camminano e corrono sulla nuda terra. Da quando suo papà, tre anni fa, si è allontanato da casa per andare a lavorare nel regno del Re Feliciano, per costruire una nuova reggia, lei, sua mamma ammalata, e il fratellino di sei anni, hanno vissuto quasi di elemosina. Adesso è diretta proprio in qual grande reame alla ricerca del suo papà. Dopo giorni di cammino, finalmente arriva alle porte di questo dominio. Entra dalla porta principale. Subito ha una grande delusione e sconcerto. Lei sorride a tutti, come la mamma le ha raccomandato ma la gente che incontra è tutta seria, pensierosa, vestita di scuro. Non solo le persone che incrocia non le sorridono, ma tutti la guardano con fare minaccioso quasi offesi dal suo saluto e del suo sorriso. Cosa fare? Vede una bambina della sua età, anche lei vestita di scuro, il volto triste. Le si avvicina, le domanda come mai la gente è così seria ed austera. La bambina la tira da una parte e le dice che la gente è seria perché il Re Feliciano, signore di tutta Gardenia, è vittima di un filtro magico, somministrato dalla severa e altezzosa fata dagli occhi viola, sotto le cui spoglie si dice si nasconda una brutta strega. Dopo il filtro magico il Re è diventato triste e avvilito, mentre prima era sempre allegro e sorridente. Adesso è dominato dal potere di questa ambiziosa fata che lo costringe a fare quello che vuole. In questo momento, la fata cattiva, sta costruendo una lussuosa reggia dove lei andrà ad abitare. Vi lavorano tremila operai anch’essi sotto il suo dominio. Non ricevono stipendio e non possono allontanarsi.

L’incantesimo finirà solo quando il Re tornerà a sorridere. Finora sono venuti alla corte centinaia di buffoni e personaggi di ogni genere ma nessuno è riuscito a farlo sorridere. Rosalba ha ascoltato la storia con attenzione poi chiede alla bambina se può provare lei a far sorridere il Re. La bambina, che si chiama Luisella, scuote il capo. Poi la guarda e le dice che suo padre è un capo delle guardie: proverà a chiederlo a lui se il Re è disposto a riceverla. Due ore dopo Rosalba sale un po’ trepidante il lungo scalone che la porta davanti al Re. Arrivata alla sua presenza guarda il Re ancor giovane, ma vestito tutto di nero, gli occhi serissimi, le labbra chiuse, l’aspetto del volto grave e severo. Rosalba si sente a disagio di fronte ad un personaggio così. Ricorda la raccomandazione della mamma: << Sorridi sempre, sorridi a tutti! >>. Lei apre le sue labbra al più bel sorriso. Guarda intensamente il Re con i suoi begli occhi di un vivido azzurro, luminosi. Rimane per alcuni momenti ferma, in quella posizione, e con quella espressione. Il Re la guarda, la guarda; i suoi occhi rimangono fissi a osservare quel bel volto infantile irradiato da uno splendido sorriso che emana semplicità, purezza e gioia. Ad un tratto avviene il miracolo Le labbra del Re si allentano, si aprono, si allargano, i suoi occhi lentamente si addolciscono, il suo volto prende un aspetto sereno; sulle sue labbra compare un sorriso sempre più aperto, sempre più pieno. Un grido risuona in quella vasta sala: << Il Re sorride! il Re sorride! L’incantesimo è finito! >>. La notizia si diffonde subito in tutta la città. Tutti sorridono, tutti si abbracciano! Finalmente sono tornati liberi.

Contemporaneamente si ode un lungo sibilo su in cielo: tutti guardano. Una strega a cavallo della sua scopa vola via velocissima, allontanandosi dalla città. E’ la strega che aveva somministrato il filtro magico al Re, che si era trasformata nella altera e potente fata dagli occhi viola. Vola via sconfitta da una bambina dal sorriso limpido, dagli occhi dolci, dal cuore semplice e puro. Intanto il Re, felice e sorridente, si è tolto l’abito nero che incupiva di più la sua persona. Ha indossato il più bell’abito regale; ha fatto aprire tutte le finestre e la sala reale inondata di luce è tornata a risplendere più che mai. Il Re Feliciano fa chiamare la piccola Rosalba che l’aveva fatto sorridere e liberato dal filtro magico. L’abbraccia sorridente e le dice che non sa come ricompensarla: chieda qualunque tesoro e subito lui glielo concederà. Rosalba risponde che il tesoro più grande, il favore più bello che può concederle è quello di riabbracciare il suo papà che da tre anni lavora per costruire la reggia. Immediatamente il Re ordina che tutti gli operai che lavoravano per la strega malvagia vengano liberati e a tutti sia dato lo stipendio arretrato che si sono guadagnati. La costruzione della reggia non verrà interrotta; chi vuol rimanere a lavorare sarà remunerato adeguatamente. Lui non andrà ad abitare nella nuova reggia ma rimarrà lì dove si trova. La nuova reggia sarà a servizio del popolo per le feste e i divertimenti che si vorranno organizzare dopo anni di lutto e di tristezza. Il giorno stesso Rosalba può abbracciare il suo caro papà: hanno da raccontarsi tante cose, ma lo faranno lungo la strada del loro ritorno. Infatti, il papà dice a Rosalba che lui ritornerà alla loro casa. Con lo stipendio ricevuto comprerà della buona terra. Lavorerà questa, e vivrà felice con la famiglia. Attraversando la città la gente tutta festante, questa volta sorride, applaude, festeggia la piccola Rosalba. Stanno per uscire dalla porta principale quando il papà si ferma. Ha visto un negozio dove vendono scarpe ed invita Rosalba ad entrare, a scegliere le scarpette più belle. Rosalba ne sceglie un paio, non le più belle, ma dal colore rosa che si adattano bene al suo vestitino. E’ veramente felice e ringrazia il papà: finalmente anche lei ha un paio di scarpette. Si riprende il cammino verso casa. Rosalba non vede l’ora di riabbracciare la mamma e il fratellino. Ha compiuto la missione che le era stata affidata: ha riportato a casa suo papà. Ha vinto una grande battaglia senza usare armi ma con la forza del suo sereno e candido sorriso: il sorriso di Rosalba!

Man mano che Rosalba legge questa novella, i suoi sentimenti, più maturi interiormente, e la mente più aperta e serena, da quando frequenta il maestro Cordero; si inteneriscono, si commuovono. Quasi una grigia nube, che oscurava il suo cuore, dal percepire le luminose gioie della vita, si stesse piano piano dissolvendo. Si sente molto immedesimata nella figura della protagonista della novella appena letta. Nel suo animo e nel suo intelletto hanno fatto breccia le doti e i valori di questa bambina che porta il suo nome.
In particolare: la semplicità, la serenità, il suo bel sorriso; i capelli biondi come i suoi; gli occhi celesti come aveva lei. Sorge dal suo intimo il desiderio, soppresso fin da piccola, di essere felice, di far felice gli altri: come il grano che dopo un arido inverno inizia il suo germoglio al tiepido calore della Primavera. Rosalba scioglie le sue trecce bionde. I capelli lunghi come aveva la protagonista, ricadono lungo il dorso. Si specchia nell’acqua azzurra del mare; gli sembra di assomigliare alla Rosalba della novella, quasi una sorella gemella. Ed ecco che spontaneamente le sue labbra si aprono ad un bel sorriso. Un sorriso aperto, schietto, sereno, che parte dall’intimo del suo animo, che esprime gioia viva, vera; finalmente trovata, vissuta, goduta. In poche ora tutto è cambiato dentro di lei. Dalla tristezza e insofferenza, dalla malinconia, che sempre l’accompagnava, alla letizia, al sorriso, al sapore di una vita nuova che gli si apre davanti fresca ed esuberante.
Si alza in piedi, si dirige verso casa. Imitando la protagonista della novella sorride alla poca gente che passeggia sulla spiaggia, non essendo ancora iniziata in pieno la stagione balneare. Le persone rispondono con un cenno di capo o con un sorriso: qualcuno si volta per rivedere quella bella bambina cosi gentile! Tra le persone che incontra c’è anche qualche cittadino, che la conosce, e resta meravigliato di questo suo cambiamento. Arrivata nel suo piccolo borgo dove abita, la gente che è ancora fuori, sentendo che i passi sul selciato sono quelli di Rosalba, nessuno alza la testa per guardarla e salutarla. Il vecchio fabbro che sta martellando un ferro sull’incudine, ferma il suo movimento e con la mano alza il ferro per controllare se la forma che vuol darle è quella giusta. Vede con la coda dell’occhio Rosalba, con i capelli lunghi, che le sorride con i suoi denti bianchi, e gli occhi luminosi. Rimane così stupito che lascia la presa della pinza che tiene il ferro e per un miracolo il ferro non le cade su di un piede. Con voce strozzata urla :

<< Rosalba sorride! >>. In men che no si dica si aprono le finestre, e gridolini di sorpresa si sprecano per tutto il borgo. La famiglia di Rosalba sta cenando. Si sentono i suoi passi per le scale; la porta si apre ma nessuno si volta per salutarla tanto sanno che lei non risponderà al saluto. Il cuginitto di Rosalba, invitato quela sera a cena, mentre stà bevendo con il bicchiere vede Rosalba sorridente; rimane per alcuni istanti stupito, come incantato, poi anche lui grida forte:
<< Rosalba sorride! >>. I genitori si voltano, e la loro sorpresa, la loro meraviglia, è così grande che non riescono a proferire parola. Anche la zia (sicuramente la maggior colpevole, del triste stato in cui per anni ha vissuto la bambina), ha una smorfia indescrivibile delle labbra. Spalanca gli occhi come di fronte ad una visione inaspettata. Rosalba, sempre con il suo bel sorriso, passa prima a baciare il papà, poi la mamma, il fratellino, e infine la zia, che è la più sbigottita per questo avvenimento. La bimba va alla finestra, la apre. Oramai i raggi del sole non si vedono più, ma il cielo è ancora chiaro. Sotto di lei c’è il giardino fiorito, ci sono le belle rose rosse che mandano un leggero profumo. Si volta verso i genitori e sempre sorridendo con voce chiara dice loro: << Papà, mamma, quando sono nata c’era l’aurora, adesso è sera ed il sole è già tramontato; ma ci sono però come allora le rose rosse e domani ci sarà di nuovo l’alba e per voi e per tutti ci sarà ogni giorno il mio sorriso: il sorriso della vostra cara Rosalba! >>.

Edited by vanuccinilido - 21/3/2013, 09:23
 
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view post Posted on 12/3/2013, 17:08
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Ciao! Allora prima di scriverti il mio commento al tuo racconto vorrei segnalarti che nel bando c'è scritto
CITAZIONE
Per partecipare è necessario registrarsi al forum Abaluth (https://abaluth.forumfree.it/) e presentarsi nella sezione Presentazioni.

Quindi poi vai nella sezione delle presentazioni e presentati per convalidare la tua partecipazione, in più ho notato che ci sono tre utenti con nick simili...forse hai sbagliato e ti sei iscritto/a più volte?
E voglio anche ricordare...ancora non l'avessi letto che per essere partecipanti al 100% se hai deciso di postare il tuo racconto in questa sezione devi anche commentare gli altri racconti presenti nella sezione proprio perché oltre ad essere un concorso é anche un laboratorio di scrittura.
Ora che ho finito di fare ciò che in realtà non mi spetta e prego le moderatrici di scusarmi se ho fatto le loro veci commento...

Devo dire la verità lo stile fiabesco non mi fa impazzire, anche se per la vicenda raccontata la trama é comunque realistica il tratto sembra proprio quello di una fiaba. In più (questo però é puro gusto personale) faccio davvero molta fatica a leggere i racconti che hanno come tempo della narrazione il presente e devo ammettere che in alcuni punti strideva proprio questo passaggio dal presente all'imperfetto senza che fosse cambiata la scena (come per esempio nel sogno della madre dove sono presenti i due tempi alternati...sembra quasi un errore di non rilettura). Forse non ho ben capito ma il tema del sogno mi sembra marginale in questo racconto...però può essere che l'ho interpretato male. Il personaggio di Rosalba non mi sembra nemmeno ben delineato...quasi una sorta di cliché non so come spiegare.
L'elemento che ho gradito é la storia nella storia.

Questo però é il mio parere personale non la prendere come un'offesa o non so cosa!

Bye

Edited by quietriot - 14/3/2013, 12:54
 
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Lavella
view post Posted on 12/3/2013, 18:03




Questo racconto l'ho trovato molto confusionario sia nei contenuti che nella forma. Si passa continuamente da un tempo all'altro, presente passato e futuro vengono alternati senza una regola, ci sono molti errori di punteggiatura e di ortografia. Anche il contenuto mi è sempbrato troppo poco attinente al tema del concorso, il ruolo del sogno della mamma è solo marginale ma poi la storia prende tutta un'altra piega completamente diversa.

Ti segnalo alcuni suggerimenti che sei libera di condividare naturalmente:
Inizia a spuntare l’alba di un soleggiato mattino dei primi giorni di Giugno. In una modesta villetta di una città marinara è nata da qualche ora una graziosa bimba. L’ostretica (ostetrica), chiamata per compiere la sua preziosa opera, e portare a buon fine il lieto evento, è già andata via. Nella camera matrimoniale la mamma è tranquilla e accarezza la sua piccola creatura che muove le gambette e le manine, ma ha gli occhi chiusi. Il papà, ha scostato le tendine della finestra, e guarda quasi rapito quella stupenda alba che tinteggia di un rosso vivo l’orizzonte. Il sole rifulge i suoi primi raggi sul mare, provocando luminosi giochi di luce. Guardando in alto lassù verso l’infinito, (gli) le viene spontaneamente un atto di ringraziamento per quell’evento stupendo avvenuto poco fa. Un sogno cullato per diversi anni da lui e sua moglie, finalmente avveratosi! Una creatura, una figlia, venuta a rallegrare la loro casa. Erano cinque anni che lui e sua moglie Lucia si erano sposati. Amavono (amavano) tanto i bambini e desideravano averne più di uno. Purtroppo questa gioia per loro tardava ad arrivare. Una notte sua moglie aveva fatto un sogno. Gli (Le) sembrava di essere in aperta campagna, di camminare in un vasto prato, sterile, arido, senza vegetazione. Il riverbero del sole rendeva faticoso il cammino: la sete la tormentava. Ad un tratto lei si era trovata davanti ad una muraglia fatta di rena e sabbia. Aveva cercato subito di scavalcare quella muraglia, ma non ci (era riuscita) riusciva. (Aveva provato a salire per alcuni metri ma non essendoci appiglio era sempre scivolata giù nel prato) Saliva per alcuni metri, ma non essendoci appiglio scivolava giù nel prato. Era stanca, sfinita, oramai rassegnata a finire la sua vita in quel brullo terreno. Ad un tratto (aveva sentito) sente una voce che le dice(va):<< Prendi, prendi>>. Lei, che era seduta sopra una zolla, si (era voltata)volta e (aveva visto) vede una corda penzolare dal muro di sabbia. Si (era tirata su aggrappandosi alla corda)alza, si aggrappa alla corda, e con le ultime forze che le (erano rimaste) rimangono (si era arrampicata sul)sale il muro di arena, (.Giunta in cima le era apparso davanti agli occhi uno stupendo spettacolo:) arriva in cima e uno spettacolo stupendo le appare dinanzi. Una fontana zampillante proprio sotto di lei, e un meraviglioso prato fiorito davanti ai suoi occhi. (Era quindi scesa)Scende senza troppo fatica scivolando sulla fine e fresca sabbia, che la separa(va) dalla fonte dove (aveva avuto occasione di)
può abbeverarsi e rinfrescarsi. (Accanto alla fontana c’erano anche degli alberi da frutto)Vicino ci sono degli alberi da frutta. (Si era così rifocillata con i saporosi frutti e si era incamminata) Si rifocilla coi saporosi frutti. Poi s’incammina lungo il prato tutto fiorito e profumato.

Ad un tratto (aveva visto)vede un fiore che davanti a lei si eleva(va) sopra gli altri. I suoi petali bianchi si aprono (schiudevano) (dando alla luce una splendida creatura) e una creatura appena nata esce da quei petali tendendogli le braccia. (La donna) Anche lei le(era andata) va incontro con le braccia tese per abbracciarla. Improvvisamente un colpo di tosse di suo marito la (aveva svegliata) sveglia. Lei si (era ritrovata)trova a letto con le braccia allargate, tese verso quella creatura che poco fa aveva sognato. (Aveva subito creduto che quel sogno fosse premonitore) Per lei quel sogno le sembra premonitore. Ne (aveva anche parlato)parla al marito.(no punto) Il quale non le (aveva dato)da molto peso: << Non bisogna dare molto credito ai sogni >> le (aveva risposto)risponde
<< alle volte però può succedere che un sogno, che è l’aspirazione di un desiderio
fortemente voluto, si realizzi veramente >>.
Alberto, questo è il nome del papà, (all'epoca del sogno era effettivamente scettico) è ancora un po’ scettico sull’avverarsi dei sogni. (Oggi però deve ammettere che)Questa volta deve convenire, che il sogno di avere un figlio si è realizzato e lui ne è ben contento. (spazio)Tenendo in mano sempre la tendina della finestra si volta verso sua moglie che riposa, avendo appoggiata sul petto la sua creatura (e, senza i due punti): sorride compiaciuto. Istintivamente poi il suo sguardo si abbassa verso terra (in modo da)e così può ammirare il bel giardino che egli accudisce con amore: tanti ortaggi e varietà di piante di fiori. Le più belle sono le rose rosse, con i loro petali aperti al sole nascente che sembra quasi accarezzarle. Improvvisa un’intuizione le(gli) penetra (la mente) nella mente. L’alba stupenda! Le rose rosse! Sì volta verso la sua bimba, le si avvicina sorridente, l’accarezza. Poi, rivolto alla moglie, le sussurra: << Sai Lucia, ho trovato il nome che daremo alla nostra
bambina >>. Essa risponde: << Davvero Alberto!>> .<< Sì proprio così >> accenna lui. << Ancora non c’eravamo trovati d’accordo (su come chiamarla) quale nome imporle. Il nome che mi è venuto in mente adesso, mi sembra appropriato e rispecchia anche la bella mattinata che la provvidenza ci ha donato. E’ un’alba stupenda! Sotto di noi, nel nostro giardino, le belle rose rosse aprono i loro petali al nuovo giorno. Rose e alba. La chiameremo <<rosalba (maiuscolo) >> .<< Sì piace anche a me! >> sorride la moglie. << Al fonte battesimale la chiameremo col nome che hai scelto tu <<rosalba (maiuscolo) >>.

A questo punto chiuderei con una frase sul potere del sogno o sui doni di Dio che possono essere preceduti da una premonizione ma non mi dilungherei sulla vita della bimba, ti porta troppo fuori tema.
Scusami se mi permetto ma possiamo riuscire a migliorarlo.
 
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wyjkz31
view post Posted on 12/3/2013, 21:09




Una racconto che inizia con un sogno e finisce con una fiaba: l'idea non mi dispiace.

Anch'io vedrei meglio la parte della vita di Rosalba un pochino accorciata.

Ti consiglio anche di prendere in considerazione le modifiche che ti ha suggerito Lavella.
 
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view post Posted on 12/3/2013, 23:32
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Fabrizia

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c'è anche un altro piccolo problemino: il racconto è troppo lungo.
La lunghezza massima ammessa è di 20.000 caratteri mentre il racconto supera i 22.000.

@quiet: grazie per aver ricordato le regole.
In effetti Lido è una vecchia conoscenza del forum ma pasticcia un po' troppo con gli account.
La sua presentazione era qui https://abaluth.forumfree.it/?t=61255815

@Lido: ora cerca di usare solo questo nome! (ti verrà impedito - con il ban - di entrare nel forum con tutti gli altri nomi che hai usato o cercato di usare)
 
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view post Posted on 13/3/2013, 07:35
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In effetti mi era sembrato un po' lungo ma pensavo rientrasse nelle 20.000. Scusa ancora stray se ho puntualizzato prima che lo facessi tu, ma ho pensato che nel frattempo avrebbe potuto rimediare
 
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Lupoalfa
view post Posted on 13/3/2013, 09:11




L'ho letto in un fiato questo racconto, nonostante la sua lunghezza. Ci sono delle sviste, degli errori da correggere (e lo puoi fare), ma il contenuto è veramente bello. Ci sono alcune immagini stupende.
Complimenti Lido! :) :) :)
 
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view post Posted on 13/3/2013, 09:37
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Fabrizia

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CITAZIONE (quietriot @ 13/3/2013, 07:35) 
In effetti mi era sembrato un po' lungo ma pensavo rientrasse nelle 20.000. Scusa ancora stray se ho puntualizzato prima che lo facessi tu, ma ho pensato che nel frattempo avrebbe potuto rimediare

@quiet: non ti devi scusare, anzi ti avevo già ringraziato e ne approfitto di nuovo per ringraziare tutti quelli che si impegnano in ogni modo per la buona riuscita dei concorsi e per la vita del forum :)
 
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bluninja636
view post Posted on 14/3/2013, 18:44




Ciao,
anche a me, come ad altri la storia nella storia non dispiaciuta. Ho dovuto fare un po' di "stoppa e rileggi" per afferrare alcuni tratti, ma nel complesso non mi è dispiaciuto il tuo lavoro.
In bocca al lupo.
 
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view post Posted on 15/3/2013, 12:40

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Mi associo al parere di Wyikz.
Vedrei meglio la vita di Rosalba, un po'sintetizzata, senza la fiaba finale.
D'altronde il sogno c'è già. E' quello dei genitori di avere la loro Rosalba.
 
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Esterella
view post Posted on 16/3/2013, 10:22




L'idea non è male. Lo penalizza l'uso del presente e lo vedo un troppo raccontato, avrei preferito più azioni, insomma lo snellirei un po'. La cosa più bella è senz'altro quando parli del sorriso di Rosalba. :wub:
 
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gioberta
view post Posted on 17/3/2013, 21:27




Racconto lunghetto: non ce l'ho fatta a leggerlo tutto e sono arrivata a metà. Rinvio perciò il commento a quando lo avrò finito. Adesso posso dire che la prima parte non è male, però è anch'essa troppo lungaaaaaaaa e densaaaaaaaaaaa. arrowheadsmiley
 
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view post Posted on 18/3/2013, 10:37
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Vannuccinilido, vedo che spesso vieni a controllare qualche commento nuovo al tuo racconto e volevo ricordarti che puoi rispondere a questi commenti tranquillamente. Questa modalità concorso/laboratorio vuole incentivare lo scambio di idee! Pe rispondere c'è il tasto "Rispondi" in alto a destra (o in basso a destra) vicino al titolo della discussione più o meno. Non solo ma cliccando su modifica, puoi modificare il racconto, per esempio come ha detto stray accorciandolo perché sono ammessi racconti di 20.000 battute e queste sono di più.

In più volevo riportarti una citazione del Bando
CITAZIONE
Ogni autore deve postare il proprio racconto aprendo una discussione nella sezione riservata al concorso, con argomento "Titolo racconto - Nome autore".
I racconti possono essere corretti e modificati fino alla scadenza del concorso (non è possibile però sostituire il racconto con un altro, pena la squalifica di entrambi i racconti presentati).
Ogni autore deve leggere e commentare tutti gli altri racconti partecipanti. Gli autori che non commentano gli altri racconti saranno squalificati.
I commenti e le modifiche ai racconti potranno continuare per 10 giorni dopo il termine di consegna, cioè fino al 10 aprile.
I commenti devono essere critici ed esaustivi, in modo che possano essere d'aiuto all'autore per migliorare il racconto: spunti, riflessioni, consigli che vadano oltre un "mi piace", "non mi piace". Per questo si pone indicativamente il limite minimo di 300 caratteri, spazi compresi, alla lunghezza dei commenti.
I racconti vincitori verranno selezionati dalla redazione di Abaluth.

Quindi ti invito a commentare anche gli altri racconti presenti nella sezione.

Ora ho ribadito questo non per fare l'antipatica o la so tutto io, ma soltanto per il tuo vantaggio! Senza commenti e senza taglio il tuo racconto verrà squalificato perché non si attiene al Regolamento e ciò sarebbe un peccato! Fatica sprecata e poi non partecipi alla fin fine...

Bene! Finisco qui! Mi tappo la bocca ora!
 
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vanuccinilido
view post Posted on 18/3/2013, 15:34




Gent:ma Signora/na Quetriot. Non è assolutamente il caso che tu ti turi la bocca... Son io
al contrario che devo battermi il cuore e scusarmi. Le cose sono andate così. Partecepai a suo tempo al concorso << vita da cani >> con il racconto << Leo >>. Poi per motivi di lavoro e familiari trascurai il Forum. nella mia Mail trovai un invito da parte dello staf del
forum, a riprendere i contatti. Entrai nel forum e vidi che c'era un concorso con termine
il 30 Marzo.Chiesi un giono di permesso, lavorai anche di notte e postai questo racconto
con un fine educativo: i ragazzi si possono recuperare con il dialogo e una reciproca stima; i ragazzi possono ricevere del bene da una buona lettura. I primi commenti però non furono incoraggianti: lo stile non piaceva, il racconto era troppo lungo, non secondo il regolamanto.Nella prima valutazione di una ottima concorrente ho letto un lungo elenco di errori grammaticali, sintassi ecc... Giusto: ma la fretta non è sempre la miglior amica. A questo punto mi sono cadute un po' le braccia - come si dice - . Mi sono detto: pertinenti le osservazioni! La colpa è mia. Ritiriamoci in buon ordine e aspettiamo un'altra occasione, se questa mi verrà concessa.Per non dilungarmi troppo; adesso farò così. Accorcerò il racconto, farò alcuni commenti: ho diversi impegni e non sò quanti ne potrò fare.
Mi scuso se ho procurato qualche disagio a voi e concorrenti. preciso che non mi sentirò affatto mortificato se il racconto non dovesse essere classificato. Ringazio e chiedo scusa.
 
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view post Posted on 18/3/2013, 16:06
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Io non credo che i commenti "negativi" debbano scoraggiare più di tanto e poi rileggendoli non li vedo così tragici. So che il tempo non gioca spesso a favore! Anzi, in questo semestre ho un orario pressante e devo anche prepararmi all'ultima tornata di esami scritti e cominciare a studiare per quelli accademici per quanto riguarda l'università. Ma essendomi appassionata a questo laboratorio di scrittura cerco sempre di ritagliarmi un momento per controllare il forum perché solo così vedo che riesco a migliorare come scrittrice in erba! So che però non é molto facile soprattutto per chi, al contrario mio, é adulto e ha tutta un'altra serie di problemi e faccende da risolvere! Per questo c'è anche la possibilità di partecipare al concorso mediante modalità No Comment ovvero senza obbligo di commentare li altri, ma senza la possibilità di modificare il racconto. Ora credo sia troppo tardi per cambiare modalità però é da tenere presente per i prossimi concorsi!
Io sono stata la prima a commentare e il mio commento non é sto tra i più positivi! Ma la mia intenzione non era assolutamente quella di offendere o demoralizzare! Trovo che dopotutto sia più fruttuoso un commento negativo ma sincero, che un "mi piace" buttato lì tanto per l'obbligo dei commenti! Io sinceramente sono la prima che si autocritica e poi penso sempre questo non é andato...andrà un altro!
Coraggio e aspettiamo i commenti! Dopotutto si può commentare fino al 10 (o al 9 non ricordo...) aprile e siamo sicuro di scambiare ottimi pareri! Ho trovato gente competentissima qui!
:)
 
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