Abaluth - Scrivere, leggere, arte e cultura

Yogi - Mariano Gatti, http://youtu.be/9Z0RWWAx0N8

« Older   Newer »
  Share  
Dumah
view post Posted on 18/2/2013, 12:34




Yogi

Secondo l'ermetismo tutto è vibrazione. Ciò significa che ogni singola cosa nell'universo è di per se stessa un'onda magnetica che vibra come se fosse la corda di una chitarra percossa con violenza dal musicista.
Noi esseri umani siamo regolati in base ad una frequenza che è, come la scienza moderna afferma, la medesima dell'universo che ci circonda e vale a dire 432Hz. I monaci tibetani durante la meditazione raggiungono, con il loro ormai conosciutissimo “ooohhhmmm”, questa frequenza che sembra servire, tra l'altro, a riequilibrare i due emisferi del cervello.
Affascinato da queste stravaganti teorie decisi anch'io di provare a raggiungere la cosiddetta “conoscenza del sé superiore” che gli Yogi giurano esistere. Essi affermano con convinzione che non esiste alcun Dio buono e misericordioso, nessun vecchio “Padre” che dall'alto ci osserva e ci giudica ma, invece, asseriscono con vigore che ogni cosa in questo mondo è una manifestazione del divino. Ognuno di noi è Dio ed egli risiede nel profondo dell'anima di ciascuno. Tuttavia questa concezione non si ferma solo a ciò che vediamo. No, sarebbe troppo facile. Vi sono cose, o meglio entità, che agiscono nel mondo dell'invisibile, in quell'universo a noi celato (e precluso) a causa dei nostri ingannevoli sensi, primo fra tutti la vista.

Quella sera, come tante altre prima d'allora, mi chiusi in camera da letto e preparai l'occorrente per cominciare la meditazione: serrai le finestre ed abbassai le persiane in modo che nel luogo regnasse l'oscurità totale. Accesi quattro candele colorate agli angoli della stanza e nel centro della stessa diedi fuoco ad un rametto d'incenso e lasciai che il fumo si diffondesse per tutta la sala, inebriandola col suo esotico odore. Mi avvicinai al grammofono e feci partire il disco - contenente i suoni emessi delle vibrazioni a 432 Hz - consigliatomi dal maestro Ying. Infine dispiegai il tappetino di raso sul pavimento e, dopo essermi bendato con uno straccio nero, mi sedetti sullo stesso assumendo - con non poca difficoltà - la posizione del loto. Ora, dovete sapere che questa posizione non è molto comoda e soprattutto per noi occidentali - per nulla abituati a sedere per terra con le gambe incrociate - risulta assai difficoltoso imparare ad eseguirla alla perfezione. Difatti, mi ci son voluti ben tre mesi per riuscire ad apprenderla.
Cominciai ad inspirare per almeno cinque secondi per poi rilasciare tutta l'aria che avevo nei polmoni, rilassando più che potei i muscoli del corpo, e continuai così, con quel ritmo, per tutto il tempo della meditazione.
Chi non l'ha mai provato non può saperlo ma durante lo yoga la mente prende il sopravvento ed inizia a proiettare tutte le paure ed i dubbi celati nell'inconscio del praticante. Io, ormai, ero abituato a quella stressante situazione ed avevo compreso come affrontarla per il meglio.
Vi è chi sostiene che tali pensieri andrebbero scacciati oppure “accompagnati” con gentilezza al di fuori del nostro essere, tuttavia mi permetto di accogliere il pensiero opposto. Secondo me non bisogna allontanare i pensieri negativi, essi fanno parte di noi tanto quanto quelli positivi e vanno, quindi, assecondati e accolti per quel che sono: un'oscura proiezione del passato o del futuro. Vanno elaborati ed osservati con indifferenza e solo in tal modo la mente - presto o tardi - viene liberata dal loro malefico influsso. L'unica cosa che conta è il presente.
Era ormai passata quasi un'ora e la mia mente era del tutto sgombra da qualunque tipo di pensiero. Non riuscirei mai a descrivere con esattezza le sensazioni che si provano durante quella fase, ma ci proverò: la testa è leggera, il respiro intenso e si comincia a prendere coscienza del fatto che non siamo fatto solo di carne, ossa e sangue... no, siamo molto di più.
Di solito le mie esperienze si venivano ad interrompere, in modo alquanto brusco, proprio in quella strana fase di “percezione” perché - una volta arrivato ad essa - una sorta di paura innaturale cominciava a pervadermi le membra, costringendomi ad interrompere il processo di meditazione. Ma quella sera fu diverso, sentivo il bisogno di andare oltre, di superare me stesso e le mie paure e così - concentrandomi più che potei - tentai, infine con successo, di ridurre l'elevato ritmo cardiaco aiutandomi col respiro, riuscendo così a placare il mio spirito.
Quello che avvenne dopo fu così strano e surreale che ancor oggi mi domando se si sia trattato di un sogno o di realtà.
Ricordo solo che non ero più nel mio corpo materiale e, difatti, lo vedevo dall'alto, ancora assorto in meditazione. Non mi sentivo rinchiuso in qualcosa, non avevo mani, né piedi, né corpo. Io ero il tutto, spettatore e testimone di ciò che avvenne dinnanzi al mio sé superiore.
La stanza assunse un colore verdastro e nell'aria non v'era più alcun odore. Nessun rumore e nessuna distrazione poteva in alcun modo distogliermi da quella fantastica esperienza.

All'improvviso si materializzarono ai lati del mio corpo due esseri dall'aspetto spaventoso.
Quello alla sinistra aveva il corpo di un uomo ma la testa come quella di una volpe. Gli occhi erano piccoli e neri, mentre le fauci - spaventose ed aguzze - avevano un colorito giallo e malsano. Gli abiti di quell'essere erano anch'essi molto strani e ricordavano vagamente gli indumenti dei lord inglesi, ed in effetti non vi differivano quasi per nulla se non fosse stato per il fatto ch'erano strappati in più punti ed erano di un colore rosa intenso. Sul capo, poi, portava uno stravagante cilindro bianco sul quale, in nero, v'erano scritte una moltitudine indefinita di espressioni matematiche.
La volpe non si muoveva, ma con aria distinta ed elegante osservava il mio corpo in meditazione senza proferire alcuna parola.
L'essere alla destra invece pareva una donna, e dico così poiché non la si vedeva bene in volto. Era accucciata a quattro zampe ed aveva i capelli, lunghi e neri, che le coprivano per intero il pallido viso, continuando poi a scendere sul suo corpo sin quasi a toccar terra. Il suo vestiario consisteva in una semplice tunica bianca, logora per lo più. Nella mano destra stringeva con forza un archetto, mentre nella sinistra brandiva quel che pareva essere un violino d'oro.
Anche quella creatura non parlava ma – a differenza dell'uomo-volpe che restava in assoluto silenzio – mugugnava e si lamentava.

- Cos'hai da lamentarti così? Sei patetica, smettila subito! - disse l'uomo-volpe, visibilmente infastidito, all'altra creatura.
- La fai facile tu che trovi sempre una soluzione ai tuoi problemi. - rispose la donna - Ma io soffro e non posso farci nulla, perché non so neanch'io qual è il motivo di questa sofferenza.

Sentendola parlare così la volpe parsi commuovere e tentò dunque di risollevare l'animo alla compagna.

- Io capisco i tuoi crucci ed i tuoi mali mia cara - disse con tono caritatevole - ma, ahimè, devi comprendere che così facendo tu non fai sol male a te stessa, ma anche al nostro caro amico. I tuoi pensieri sono il suo tormento. Devi reagire.
- Non posso, non posso – rispose la donna lamentandosi ancor di più – Non ci riesco, non so come fare. Io so che egli soffre a causa mia e non sai quanto vorrei che fosse felice e che riuscisse in tutti suoi voleri, ma proprio non riesco a non esser così.
- Ma cos'è che ti turba? Cos'è che ti tormenta a tal punto? Vi deve essere un motivo plausibile, un qualcosa alla base di tutto... a tutto v'è sia spiegazione che rimedio. Concentrati.

A tali parole la donna si alzò lenta, e fu così flemmatica che parve come se stesse lottando contro una forza di gravità estrema, pari a dieci volte quella della terra.
Quando assunse posizione eretta potei scorgerne il viso: era per metà umana e per metà rettiliana ed i suoi occhi erano spaventosi e di un colore verde acceso, con pupille nere, lunghe e sottili.

- Visto che non so esprimere a parole ciò che mi dilania, ti farò ascoltare un brano - dicendo ciò cominciò a suonare una triste melodia col suo violino - Canterò per te amore mio:

Poiché nell'oscurità,
e nel sol silenzio,
s'avverte dell'umanità,
l'eterno strazio.



Nel frattempo che la creatura cantava e suonava quella dolce - quanto malinconica - nenia, la stanza cominciò a risplendere d'una luce violetta che presto sostituì il verde che in precedenza l'avvolgeva.
All'improvviso, poi, comparvero delle catene eteree che partendo dal mio corpo - ancora immobile nella posizione del loto - andavano a circondare per intero quello delle due creature, relegandole così al grado di miei eterni schiavi.

- Ho compreso finalmente! - esclamò l'uomo-volpe - è per questa nostra situazione di prigionia che tanto ti tormenti, ma non devi temere mia cara perché presto finirà tutto. Egli ha già intuito come fare, poiché è qui con noi. Tra breve saremo liberi e potremmo abbracciarci così come abbiamo sempre desiderato. Diverremo uno solo, e il nostro amico sarà libero insieme a noi.

Non capii da subito a chi si riferisse quella creatura, ma non appena ebbe finito di parlare dal mio corpo materiale fuoriuscì uno strano filo color dell'oro che lento, ma inesorabile, saliva serpeggiando verso il soffitto, poi più su fin nel cielo e ad oltrepassarlo sin a raggiungere le stelle. Capii, allora, che l'uomo-volpe aveva intuito la strana situazione nella quale si era venuta a trovare la mia anima e che stesse in tal modo suggerendomi la via per la libertà.
Seguii, quindi, quel filamento d'oro e quando mi ritrovai al di fuori della mia abitazione m'accorsi che non ero l'unico ad essere legato ad esso. No. Guardando Londra dall'alto vidi che vi erano milioni di cordicelle dorate - ognuna legata ad un cittadino britannico - e che tutte, ondeggiando sinuosamente, seguivano la stessa direzione verso l'alto, proprio quella che stavo percorrendo. Salendo ancor più in alto, m'accorsi che i londinesi non erano i soli ad essere “legati” ma lo erano, bensì, tutti gli abitanti di questo oscuro mondo, che dal firmamento pareva ormai essere non più che la punta di uno spillo.
Oltrepassai il sistema solare, la galassia e l'intero universo e m'avvidi che anche da altri pianeti - a noi ancora sconosciuti - miliardi di fili dorati si univano a quelli che continuavo ad inseguire spinto da un'irrefrenabile curiosità.
Dopo secoli o istanti, non so dirlo con precisione, mi trovai dinnanzi alla scena più raccapricciante ed al contempo la più distensiva che avessi mai visto. Su di una rosea nuvola sospesa nel vuoto dormiva in posizione fetale, rannicchiato e sereno, un dolce bimbo che stringeva in mano tutte quelle strane corde. Mi avvicinai all'enorme infante, lento e cauto, e rimasi oltremodo confuso e sorpreso nell'apprendere che due enormi lacrime gli rigavano il tenero viso.
Mosso dalla pietà e dalla compassione mi avvicinai al feto e tentai – dimenticando per un istante di essere fatto di puro spirito – di accarezzarlo con dolcezza. Fu proprio allora che mi ritrovai catapultato nella mia stanza da letto, trovandomi ancora una volta dinnanzi alle due bizzarre creatura. Ma stavolta era diverso, non erano più legate da alcuna catena, non erano prigionieri ma liberi e, soprattutto, felici.

- Che ti dicevo? - disse l'uomo-volpe alla donna - sapevo che ce l'avrebbe fatta.
- Sono così felice - rispose lei - finalmente potrò abbracciarti.
- Sì, non sai quanto ti amo.
- Ti amo anch'io.

E una volta che si furono detti queste dolci parole, si avvicinarono l'un l'altra abbracciandosi con tutta la passione e l'amore di cui potevano disporre. E nel preciso istante in cui lo fecero mi sentii cadere, quasi come se stessi sprofondando al centro della terra. Quella spiacevole sensazione durò solo pochi istanti e, alla fine della stessa, mi ritrovai nel mio corpo materiale. Ero tornato al mondo.

Come ho già detto non so se la vicenda che v'ho narrato sia reale o meno. Non so se sia stata sol frutto della mia fantasia o magari se un colpo di sonno m'abbia sopraffatto durante la meditazione. So solo che quando tolsi la benda che copriva i miei occhi vidi il mondo che mi circondava in modo diverso.
E da allora così è stato per sempre.

Edited by Dumah - 24/2/2013, 22:59
 
Top
bluninja636
view post Posted on 18/2/2013, 17:32




Dumah, interessante il tuo lavoro molto. Il tuo stile descrittivo mi piace e la narrazione è scorrevole.
Solo un parere, la fine, quando il protagonista(te?) viene rispedito sulla terra, io la farei un po' più descrittiva, visto che per il resto del racconto lo sei stato e in maniera gradevole.
Complimenti.
 
Top
francescadelogu77
view post Posted on 18/2/2013, 22:17




Bellissimo riassunto/viaggio per immagini del processo di individuazione....
Sulla forma non ho nulla da dire se non che è scritto davvero bene. Forse l'ho avvertito un pò "distante"
ma nel contesto particolare ritengo sia una tonalità perfetta. Mi pare che abbia usato
anche dei termini ... chiave, qua e là, o mi sbaglio? :)
Complimentissimi e in bocca al lupo... :)
 
Top
view post Posted on 19/2/2013, 00:14

Advanced Member

Group:
Member
Posts:
3,732

Status:


L'idea è originale. Però anch'io l'ho sentito un po' distante. Di tutti i bei racconti che ci hai portato, questo, a parer mio, è quello meno coinvolgente. C'è una svista. Bizzarre creatura. Da quando Elpis è passato in questo forum, troviamo gatti e volpi in tutti i racconti! Scherzo, naturalmente.
Pel concludere, Complimenti per la tua glande fantasia, onolevole Dumah. Un bel lacconto olientaleggiante!
Alla plossima!
Pat.
 
Top
¤Ombra Bianca¤
view post Posted on 19/2/2013, 02:27




Ho iniziato a leggere con semplice curiosità le prime righe e mi son trovata immersa in questo sogno che avrei continuato ancora a lungo. Mi ha rapita, incuriosita e avvolta nel suo cosmico mistero. Mi è piaciuto davvero molto, uno fra i miei preferiti al momento!
I miei complimenti Dumah...
Solo un'osservazione, questa frase:
CITAZIONE
A tali parole la donna si alzò lenta, e fu così flemmatica che parve come se stesse lottando contro una forza di gravità estrema, dieci volte a quella della terra.

Mi è venuto un dubbio perché mi sembra stoni un po' (ma forse è solo una mia impressione vista la stanchezza). Magari suona meglio "[...] una forza di gravità estrema, dieci volte quella della terra." o "[...] una forza di gravità estrema, pari dieci volte quella della terra" o qualcosa di simile. Poi mio umile parere :lol:

A presto e in bocca al lupo!

Ps: mannaggia la mia stanchezza, mi son accorta solo ora che avevi inserito il link! Lo rileggerò domani con quella di sottofondo!
 
Top
Dumah
view post Posted on 19/2/2013, 10:16




@ Blu: Ciao, hai ragione la fine dei miei racconti è sempre così fulminea, non lo faccio volontariamente ma mi riesce così. In effetti stona un po' con la “troppa” descrizione del resto.

@ Francesca – Pat: La “distanza” è voluta (anche se lontana dall'impronta personalistica dei miei scritti. Ho voluto rifarmi in qualche maniera alla filosofia zen-orientale che dice “sii nel mondo ma non farne parte”, in questo caso sii nel racconto ma non farne parte.

@ Ombra: Ti ringrazio per i complimenti e per il consiglio, ho cambiato la frase in “una forza di gravità estrema, pari a dieci volte quella della terra”.

La traccia che ho postato non è musicale, sono vibrazioni a 432 Hz che uso per la meditazione.
 
Top
francescadelogu77
view post Posted on 19/2/2013, 10:58




"@ Francesca – Pat: La “distanza” è voluta (anche se lontana dall'impronta personalistica dei miei scritti. Ho voluto rifarmi in qualche maniera alla filosofia zen-orientale che dice “sii nel mondo ma non farne parte”, in questo caso sii nel racconto ma non farne parte."

Ecco ecco, come immaginavo.
Rinnovo i complimenti :)
 
Top
view post Posted on 19/2/2013, 13:23
Avatar

Advanced Member

Group:
Member
Posts:
6,025
Location:
Non qui

Status:


Sinceramente tra quelli finora postati il tuo é il racconto che preferisco! Racchiude in sé tanti elementi ma comunque é concluso e chiuso. Ho adorati quelle parti qua e la di "spiegazione" e anche il tono con cui il protagonista si relaziona con il lettore. La trama é originale e ben congegnata perfettamente aderente al tema.
Giudizio finale Ottimo
 
Web  Top
gioberta
view post Posted on 19/2/2013, 19:23




Racconto accattivante e interessante, soprattutto per una come me che non ha mai fatto yoga, ma che alla fine un po' stanca. Comunque è scritto molto bene. Una domanda: perché cominci con i londinesi?
birgits_tiredcoffee
 
Top
Dumah
view post Posted on 19/2/2013, 19:28




@Berta: perché è ambientato a Londra
 
Top
view post Posted on 19/2/2013, 19:35

Advanced Member

Group:
Member
Posts:
3,732

Status:


Non fa una piega. Dumah, la conosci la Gio, detta la ragazza dei perché?
Ciao ragazzi. Scusate l'intrusione. Sto tentando di fare yoga ma ho le gambe anchilosate.
Meglio che smetta..... allora meditazione trascendentale.
Adesso mi taccio.....
 
Top
gioberta
view post Posted on 19/2/2013, 19:39




e come mai, se posso?

ps Berta mi sa tanto Rino Gaetano!!Sob crazyeyes

anch'io farei questo esercizio di yoga, ma se poi incontro l'uomo volpe ho paura!

fox

CITAZIONE (patrizia benetti @ 19/2/2013, 19:35) 
Non fa una piega. Dumah, la conosci la Gio, detta la ragazza dei perché?
Ciao ragazzi. Scusate l'intrusione. Sto tentando di fare yoga ma ho le gambe anchilosate.
Meglio che smetta..... allora meditazione trascendentale.
Adesso mi taccio.....

no, noi non ci siamo mai conosciuti. Molto lieta, Giovanna
:D
 
Top
Dumah
view post Posted on 19/2/2013, 20:58




Piacere mio.
La maggior parte dei miei racconti sono ambientati nella Londra vittoriana (non tutti, ma il 90%). Mi piace molto l'Inghilterra, e a Maggio mi trasferirò nella capitale britannica stabilmente :D
 
Top
gioberta
view post Posted on 19/2/2013, 21:09




accipicchia! badair sono verde d'invidia!
 
Top
Dumah
view post Posted on 19/2/2013, 21:11




@Berta: Perché scrivo della Londra ottocentesca o perché mi trasferisco lì a breve? :P
 
Top
33 replies since 18/2/2013, 12:34   412 views
  Share