Abaluth - Scrivere, leggere, arte e cultura

ALCOLISTI ANONIMI

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view post Posted on 14/2/2013, 12:41

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Alcolisti Anonimi

Sono nato ribelle, insofferente alle regole prestabilite. Mi sono sempre sentito diverso, perennemente arrabbiato con me stesso e con il mondo intero. Dopo la scuola ho provato mille mestieri ma nessuno di questi è mai durato molto. Ho litigato con i colleghi, con i superiori e me ne sono andato via sbattendo la porta. Sono sanguigno e mal tollero gli sgarbi quotidiani della vita. La mia vena malinconica e disfattista sembra prevalere su tutto. Quando anche la mia ragazza mi ha lasciato, sono caduto nel baratro della disperazione e ho cominciato a bere, fino a diventare alcolizzato.
Non ho più nulla di mio, neanche un centesimo e vivo in un monolocale pagato da mio fratello Giovanni. Lui ha tre anni più di me e per fortuna non mi assomiglia affatto. E’ uno a posto: laureato in economia a pieni voti, poi un immediato impiego in banca e il matrimonio con Sonia, una bella ragazza con cui ha fatto due marmocchi.
Se non è serietà e perseveranza la sua… Io non riesco ad avere un’esistenza ordinata, vivo alla giornata e anche questo comincia a pesarmi. Sono stato molto male a causa dell’alcol e Giovanni è riuscito a convincermi a frequentare un centro per alcolisti.
E’ solo una presa in giro, mi son detto la prima volta che ho partecipato ad una di quelle riunioni. Però mi sentivo così solo e disperato che ci sono tornato. Tanto, peggio di così non poteva andare. Pian piano ho preso confidenza con l’ambiente e con le persone. Una sera, quando mi sono sentito pronto, mi sono sfogato. Ho parlato liberamente lasciando che le emozioni fluissero: rabbia, dolore, angoscia, rimpianto.
Franco, uno degli iscritti, mi incoraggiava. Mi sorrideva e mi diceva: “Forza, sfogati. Poi starai meglio. Te lo assicuro”. E’ un uomo buono. Grazie a lui sono uscito dal mio guscio.
Quella sera sono tornato a casa frastornato ma ho davvero provato sollievo. Ascoltare ed essere ascoltati è importante. Certo, la battaglia quotidiana contro l’alcol è tua, solo tua, ed è paragonabile a un inferno. Però, se non hai il sostegno di qualcuno, non ce la fai.
Devi riprendere i contatti col mondo esterno e riappropriarti di te stesso. Dopo il confronto con le altre persone non mi sentivo più solo.
I ricordi brutti cominciavano a riemergere ma pian piano diventavano più tollerabili, scontati, sbiaditi.
Ora che avevo accettato la realtà mi sentivo forte e fiducioso. Quella che prima era rabbia, ora si trasformava in energia positiva.
Decisi di riprendere in mano le redini della mia vita. E’ un percorso durissimo. Rinunciare all’alcol è una sfida quotidiana fatta di continue tentazioni. Durante le crisi di astinenza vorresti urlare, gettare al vento tutti i buoni propositi e dare libero sfogo al tuo desiderio di bere. Lo desideri sopra ogni cosa, non pensi ad altro, tutti i tuoi sensi sono proiettati verso quella maledetta bottiglia!
Ora, però, è da quasi otto mesi che non bevo più. Sono sulla buona strada. Clara, una delle sventurate del gruppo alcolisti anonimi, ha detto che sono un tipo maturo e interessante. E’ una ragazza dolcissima e sensibile, travolta da un destino infame. Ha perso l’unico figlio in un incidente stradale e non riesce a farsene una ragione. Mostra la fotografia di quello sventurato figliolo a tutti.
Sandra, invece, mi ha definito “bello e maledetto”. Sento ancora l’eco delle sue risate. Lo psicologo, durante i nostri incontri, interviene raramente. Nel caso di Sandra a volte è necessario. E’ una ragazza dal cuore d’oro, ma spesso esagera. Non sa contenere le emozioni. Quando viene ripresa piange, si sente umiliata. Poi, però, se ne fa una ragione e si riaggrega al gruppo in maniera più adeguata.
Adeguata… Oh, che linguaggio forbito! Tutto merito del nostro giovane psicologo, Alessandro. All’inizio l’abbiamo tartassato, offeso, deriso. Abbiamo messo a dura prova la sua pazienza ma lui non si è lasciato smontare. Ci ha dimostrato con i fatti che non era il novellino imbranato che credevamo. No di certo! Il signorino ha dimostrato carattere ed è riuscito ad ammansire anche il più ostinato del gruppo. E’ sincero, leale: ci piace. Il giovedì sera è il primo ad arrivare al Centro Alcolisti Anonimi e ci aspetta. Quando arriviamo lo troviamo sempre e in lui vediamo un amico, una guida.
Bere è un pessimo vizio, una brutta bestia che ti divora giorno dopo giorno. E’ difficile, dopo anni di dipendenza, riuscire d’incanto a non pensare più alla bottiglia. Nei primi mesi la immagini costantemente lì davanti a te, bella e invitante. A dire il vero mi sta accadendo anche adesso. Sì, lo ammetto: in questo momento avrei voglia di farmi un goccetto. Che dico? Potrei scolarmi una bottiglia intera! Invece no. Tutte le volte che nella mia mente s’insinua quella tentazione, la caccio via con forza. Mi rendo conto che, in fondo, non la riconosco più.
Penso intensamente a Franco, a Clara, a Sandra, al nostro giovane eroe Alessandro e agli altri. Penso che abbiamo cominciato una battaglia tosta tutti insieme. Mi convinco, anzi sento che non sono più solo. Capisco che la mia vita sta cambiando. Combatto insieme a tanti amici e ci aiutiamo a vicenda. Ci teniamo in contatto, ci incontriamo, ci telefoniamo spesso durante la settimana. Siamo uniti, forti, determinati. Non voglio tradirli e non voglio che loro tradiscano me.
Un paio di settimane fa, davanti a un bar, ho visto un ragazzo. Era così giovane. Avrà avuto poco più di vent’anni. Beveva e piangeva. Era pallido e non si reggeva in piedi. In lui ho rivisto me, ciò che ero e che non volevo più essere. Mi sono offerto di portarlo a casa. Quando siamo arrivati mi ha detto di lasciarlo davanti al portone. Io però ho parcheggiato la macchina e l’ho portato a braccia fin dentro casa. Ha tentato di ribellarsi ma gli girava la testa e aveva un disperato bisogno di aiuto. Viveva solo, in un appartamento fatiscente. Che caos! Una pila di piatti sporchi nel secchiaio, il letto sfatto, una montagna di cd sparsi sul pavimento, accanto allo stereo. Mi ricordava tanto il mio piccolo mondo disperato.
Così ho preparato la moka e l’ho messa sul fornello. Ho fatto un caffè forte e amaro. L’ho aiutato a berlo e ho lasciato che si stendesse. Poi sono uscito a comparare una confezione di analgesici e un po’ di cibo.
Gli ho appoggiato tutto sul tavolo e me ne sono andato, dopo avergli detto semplicemente ciao.
Non sapevo neanche il suo nome, ma in quel momento non era importante. Ci eravamo conosciuti e avevamo comunicato in maniera più incisiva di quanto le parole possano fare.
Il giorno dopo sono tornato da lui. Erano le undici di mattina. Si è alzato dal letto con un certo disappunto e mi ha fissato con gli occhi assonnati.
“Cosa vuoi?”, mi ha chiesto bruscamente. Il suo non era certo un atteggiamento amichevole, ma lo capivo. C’ero passato anch’io e sapevo esattamente cosa provava. Soffriva di un male profondo che parte dal cervello, ti penetra fin dentro le ossa e ti divora l’anima. Aveva toccato il fondo.
Io però gli stavo tendendo la mano. Lo stavo aiutando con i fatti, con le parole, con la mia costante presenza. Ora però toccava a lui scegliere: continuare a bere o smettere, morire o risorgere. Gli dissi: “ Ti aspetto stasera alle nove al Centro Alcolisti. Non mancare!”. Una sola, lapidaria frase e poi me ne andai.
Quella sera lo attesi con ansia. Erano già le nove e un quarto. Avevamo appena cominciato quando sentimmo la porta che si apriva. Era lui. Rimase fermo sulla soglia, intimorito da tutta quella gente.
“Vieni”, dissi andandogli incontro. Gli sorrisi, lo abbracciai e lo presentai agli altri.
“Questo è Luca”, esclamai con orgoglio.
“Benvenuto”, gli disse Alessandro. Franco si affrettò a portargli una sedia e le ragazze lo guardarono con simpatia. Ora Luca è uno di noi, fermamente deciso a uscire per sempre dal suo maledetto incubo.

Edited by patrizia benetti - 16/2/2013, 15:38
 
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view post Posted on 14/2/2013, 17:57
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Per molti questo tuo 'sogno' ha avuto davvero le ali. Il tuo racconto potrebbe diventare il manifesto degli A.A.
Un solo appunto: "laureato [in corso] in economia": puoi togliere "in corso".
 
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Lupoalfa
view post Posted on 14/2/2013, 18:09




Pat, sei sempèlicemente fantastica. Scrivi in maniera divina e mi piaci sempre di più!
Però "alcol" scrivilo con una sola o.
:) :) :)
 
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Dumah
view post Posted on 14/2/2013, 18:55




Ciao, il tuo racconto mi è piaciuto ma (e non lo dico con cattiveria) ci ho visto poco "sogno", forse perché diverso dalla concezione di "sogno" che vorrei vedere per il concorso. Però credo che rispetti appieno quelle che sono le regole dello stesso.
A parte questo mio piccolo parere, davvero una bella storia.

Complimenti ed in bocca al lupo ;)
 
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missDFP
view post Posted on 14/2/2013, 22:44




Questo racconto mi ha fatto venire i brividi (nel senso buono).
Pensare di sentirsi così disperati... Essere così soli, solo e unicamente perché si è arrabbiati con il mondo...

Mi è piaciuto, ma anche rattristato tantissimo, perché purtroppo è fin troppo reale...
Comunque, veniamo a noi: non ho segnalazioni, se non quell'"in corso" che già ti hanno segnalato che un po' stona, e forse periodi tanto brevi tutti di seguito in alcuni punti.
Cioè ho capito che è fatto di proposito, ma a volte mi dava l'impressione di "leggere a scatti", ma visto che è del tutto soggettivo non sto a insistere più di tanto su questo punto.

In bocca al lupo!

D.
 
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¤Ombra Bianca¤
view post Posted on 15/2/2013, 03:11




Davvero ben scritto Pat, un sogno che si realizza. Magari tutti ne avessero la forza, purtroppo non sempre è così... I miei complimenti!

Ps: questi alcolisti però tanto anonimi non sono :lol:
 
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view post Posted on 15/2/2013, 09:20

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Ringrazio tutti per i lusinghieri commenti. Faccio le correzioni che mi avete detto.
Che sbadata! Scusa miss DPf, forse non ti ho risposto. Io, orami un po' mi conosci, scrivo così, io sento le cose in questo modo e così le esprimo,
Può piacere oppure no, e questo è giustissimo. Ti ringrazio per il commento.
Non vedo l'ora di leggere il tuo racconto. La tua favola mi è rimasta impressa. Era deliziosa.
Ciao Daniela. Alla prossima!

Edited by patrizia benetti - 15/2/2013, 12:14
 
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francescadelogu77
view post Posted on 15/2/2013, 16:02




Patrizia.. è bellissimo. Sembra veramente vissuto (mi auguro di no), comunque scritto bene e con profonda immedesimazione.
Anche il ritmo "sincopato" non è sempre facile da utilizzare, ma qui è ben utilizzato e armonico.
L'alcol come un incubo al quale non si può sfuggire... o invece sì.
Unico neo per me, forse, il finale con Luca che aderisce subito alla proposta di entrare nel gruppo. Nella realtà. purtroppo, si
incontra molta più resistenza...
Bravissima :)
 
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view post Posted on 15/2/2013, 16:08

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Grazie Francesca!
Il concorso si chiama Sogni. Questo è un brutto incubo (Per fortuna sono astemia), dal quale si vuole uscire.
Gli ho voluto dare un'impronta ottimistica. Poi è vero: c'è chi riesce e chi purtroppo no.
Sono lusingata dal tuo commento.
Pensi di partecipare?
Io sono qui... Ti aspetto!!!!
Pat
 
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francescadelogu77
view post Posted on 15/2/2013, 16:10




Pat sì, ci sarò anch'io.. Il mio racconto è quasi pronto :)
 
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view post Posted on 15/2/2013, 16:19

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WoW!!!!!
 
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francescadelogu77
view post Posted on 15/2/2013, 16:49




:lol: :lol:
 
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Davide Schito
view post Posted on 15/2/2013, 18:27




Mi è piaciuto! Qui il tuo stile secondo me è più centrato sui temi e sull'atmosfera generale rispetto agli horror.
Mi è venuta voglia di una birra...meno male che è venerdi sera! :)
 
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view post Posted on 15/2/2013, 18:58

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Davvero ti è piaciuto? Come sono contenta, Davide!
Me la farei anch'io una birretta bionda con una bella pizza strafarcita!
Bella idea, vero?
Ciao e ancora grazie del tuo giudizio positivo.
Tu partecipi?
Alla prossima.
Pat
 
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gioberta
view post Posted on 15/2/2013, 19:04




CITAZIONE (Davide Schito @ 15/2/2013, 18:27) 
Mi è piaciuto! Qui il tuo stile secondo me è più centrato sui temi e sull'atmosfera generale rispetto agli horror.
Mi è venuta voglia di una birra...meno male che è venerdi sera! :)

nooo! Non andare in birreria!!!!!!!Che poi investi e uccidi la fidanzata in bicicletta!!!

cheers
 
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66 replies since 14/2/2013, 12:41   717 views
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