Abaluth - Scrivere, leggere, arte e cultura

Un'avventura al buio - Bianca Campagnolo

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Lily White
view post Posted on 26/11/2012, 23:37




La piccola Proserpina era una bambina infelice. I primissimi ricordi che la sua giovane mente ancora conservava erano luci, colori, prati verdi su cui giocare, il calore del sole sulla pelle... poi era arrivato il buio. Le giornate si erano fatte sempre più corte, finché il sole era tramontato per non sorgere mai più. Il suo villaggio, Cobalto, aveva acceso torce per le strade e le case erano piene di candele, come dei santuari. La popolazione aveva reagito alla sventura come poteva e oramai vivere nella penombra con luci fioche e soffuse era la normalità per tutti. Si distinguevano due parti del giorno: falsanotte, quando si compivano tutte le attività quotidiane e veranotte, quando si dormiva. L’unico momento in cui gli abitanti del villaggio trovavano sollievo dall’angoscia provocata dal lugubre mantello che li ricopriva era il periodo di luna piena.

Proserpina tuttavia aveva una passione che la aiutava a non farsi consumare dalla malinconia nella sua vita vissuta nell’ombra: la musica.
Gli unici momenti in cui era pervasa dalla gioia erano quelli in cui andava sulla spiaggia a suonare la sua lira. Era uno strumento che era stato costruito nell’epoca della luce e la bimba era convinta che ne recasse ancora l’energia positiva.Cantava le inquiete e nostalgiche melodie che componeva ella stessa, accompagnandosi con la delicata musica che le sue mani generavano sfiorando lievemente le corde dello strumento.
Il buio aveva forgiato il carattere di Proserpina, rendendola solitaria e schiva. A causa di ciò lei preferiva dedicarsi alla sua arte di veranotte, sulla spiaggia, senza nessuno intorno. Era proibito andare in spiaggia dall’arrivo del buio, era stata la Dama del villaggio stessa a deciderlo, dicendo che era troppo pericoloso. Ma Proserpina riusciva sempre a sfruttare la distrazione delle guardie (o forse le guardie, intenerite dalla bambina, facevano finta di non vederla) e si recava sulla soffice sabbia a suonare.
Una veranotte come tutte le altre Proserpina stava suonando, assaporando la dolce brezza che arrivava dal mare che le scompigliava il caschetto di capelli viola e il leggero vestitino bianco. I suoi piedi nudi apprezzavano il piacevole contatto con la sabbia fresca. All’improvviso sentì un rumore e si nascose dietro un cespuglio marittimo che si trovava vicino a lei. Stette immobile, terrorizzata al pensiero di essere scoperta e punita. Vide la Dama della città dirigersi verso il mare con passo fiero e deciso. I suoi lunghi capelli verdi erano sollevati e disordinati dal vento e portava solo una leggera sottoveste nera, quasi un velo. Era a piedi nudi ed era così vicina che Proserpina poteva vedere i suoi sottili piedi con le unghie color sangue affondare nella sabbia. Il suo candore riluceva alla luce della luna. La bambina pensò che fosse bellissima e che meritasse il suo potere assoluto sulla città. La Dama si tolse la sottoveste e si gettò in acqua. Proserpina impallidì. La signora, al contatto con l’acqua, si era trasformata: le sue gambe erano diventate una coda. Sì, avete capito bene, una coda, una coda di pesce che appariva luminosa a contatto con la luce della luna ed era composta da scaglie verdi cangianti. La coda terminava con due potenti pinne. La bambina dovette tapparsi la bocca per non lasciarsi scappare un’esclamazione di meraviglia. Vide la figura allontanarsi nell’acqua velocemente e immergersi nelle profondità marine, increspando appena la superficie, che dopo un istante tornò calma come se niente fosse successo.
Proserpina non si rese conto di quanto tempo fosse rimasta sulla spiaggia ad aspettare, ma era ben decisa a non perdersi il magico ritorno di quella creatura. Dopo un indefinito periodo di tempo la bimba vide la superficie dell’acqua muoversi di nuovo e la Dama uscire dall’acqua in forma umana, con una lentezza solenne e con il corpo totalmente ricoperto di alghe verdi che le creavano una sorta di vestito naturale e si confondevano con i capelli. In ogni mano portava dei grossi pesci arancioni che iniziò a mangiare con una foga animalesca che ben poco si addiceva alla mistica bellezza della sua figura. Proserpina rabbrividì notando che mentre la donna azzannava il pesce crudo scopriva una doppia fila di denti aguzzi che rilucevano alla luce lunare. Finito il suo pasto la donna sorrise, si leccò le labbra soddisfatta, abbandonò le carcasse dei pesci di cui era rimasto ormai ben poco e si allontanò, lasciando sulla spiaggia una lunga scia di alghe.
La bambina aveva il cuore in gola. Il magico spettacolo iniziale si era trasformato in un inquietante banchetto.
Aspettò il tempo necessario per essere sicura che la Dama se ne fosse andata e poi corse a perdifiato fino a casa.
Lì si scrollò la sabbia di dosso e si mise a letto, dove non riusciva ad addormentarsi poiché continuava a pensare alla scena che aveva visto.
Non sapeva con chi parlarne, se parlarne e che cosa fare.
Non era nemmeno ben sicura di ciò che i suoi occhi le avevano mostrato.
Decise di dimenticare tutto, o almeno di provarci.

Giorni dopo, di falsanotte, Proserpina doveva portare le caprette della sua fattoria al pascolo. Nonostante il buio gli animali potevano ancora pascolare: c’erano delle erbe speciali che si erano adattate alle nuove condizioni di scarsa luminosità. Si trattava dei campanelli di stelle, fiori simili a delle campanule che accumulavano la poca luce che riuscivano ad assorbire dalla luna e poi la moltiplicavano, tanto da diventare esse stesse leggermente luminose. Voi lettori sarete affascinati immaginando uno sterminato campo di fiori luminosi e profumati in modo dolcissimo, ma per Proserpina tutto ciò era normale e noioso e non ci faceva caso. Mentre si trovava nel campo di campanelli incontrò Kleobi. Egli era un bambino circa della sua età che da sempre aveva cercato di esserle amico, anche se Proserpina aveva sempre evitato la sua compagnia perché le sembrava troppo sorridente. Inoltre non voleva certo essere amica di un maschio. Come al solito il bambino le si avvicinò con aria amichevole. Aveva in mano un luminovo e lo tese verso di lei esclamando
«Guarda cosa mi ha preso mio padre! Ne avevi mai visto uno?! Pare che sia uno spettacolo indimenticabile, vuoi provarlo insieme a me?»
Proserpina era sinceramente allettata dall’invito. Il luminovo era un oggetto simile a un uovo ma leggermente luminescente che se frantumato creava degli effetti di luce spettacolari, colorati, sempre diversi. Tuttavia decise di non mostrare particolare entusiasmo, non era da lei.
« Magari un’altra volta…» sospirò la bambina.
Kleobi gettò con forza il luminovo al suolo. Esso esplose in mille lampi di luce blu, che diventavano poi azzurri, viola, oro e formavano figure fantastiche nell’aria: fate, unicorni, folletti… fino a esplodere in un grande fuoco di artificio.
Proserpina era rimasta a bocca aperta e il bambino sorrise soddisfatto.
« Ascolta, lo so che non ti sto simpatico. Ma ho bisogno del tuo aiuto. Credo che un maleficio si sia abbattuto sulla nostra città, che questo buio non sia effetto di un cambiamento negli astri come vogliono farci credere. Temo che dietro questo ci sia proprio la nostra Dama…dopotutto è da quando è arrivata che c’è il buio, lo sai? Mi puoi aiutare?»
Il ragazzo appariva sinceramente preoccupato. E se fosse stata una trappola? Tuttavia Proserpina non ce la faceva più a tenere il segreto, era sicura che se lo avesse tenuto ancora le sarebbe scoppiata la pancia, sarebbe impazzita e avrebbe urlato a tutti quello che aveva visto. Vuotò il sacco. Il ragazzo ascoltò attentamente la storia di Proserpina annuendo talvolta. Alla fine tutto ciò che esclamò fu «Ora il mistero è risolto!»
Kleobi prese per mano Proserpina e la guidò nel fitto bosco di pini marittimi che circondava il villaggio. Correvano a perdifiato e a nulla valsero le richieste di Proserpina di sapere il luogo in cui stessero andando. Quando oramai le gambe della bambina erano piene di graffi e il fiato le mancava, Kleobi finalmente si fermò.
«Amadriade! Rispondi Amadriade!» si mise a gridare.
Dopo alcuni richiami di Kleobi dal tronco di un albero emerse una figura. Era una fanciulla bellissima, dalla pelle marrone, i cui capelli formavano la folta chioma dell’albero e il busto affusolato il tronco. Le sue mani erano fatte di esili rami che terminavano in rose scarlatte.
Sorridendo dolcemente a Kleobi la creatura disse « Sei tornato, mio caro ragazzo.»
«Sì, sono tornato e porto buone notizie. Probabilmente questa bambina ha la chiave per capire cosa è successo al villaggio di Cobalto e salvarlo!»
La bambina, balbettando perché era ancora sconvolta dall’apparizione della creatura dei boschi, raccontò il suo incontro con la sirena.
Amadriade stette un po’ in silenzio e poi iniziò il suo discorso.
«Purtroppo ciò che temevo si è avverato. Una strega malvagia viveva in questa foresta, esiliata e temuta da tutti a causa della sua conoscenza della magia nera. La sua vita era avvelenata dal desiderio di vendetta contro il villaggio che le aveva riservato un trattamento così degradante, così decise di sfruttare le sue arti nere per diventare la signora incontrastata del territorio. Fece un sortilegio alla città, condannandola al buio eterno. Prese possesso del corpo di una sirena: in questo modo ottenne anche i poteri magici della creatura marina divenendo così ancora più forte, invincibile, immortale. E ora governa da anni nel buio. L’unico modo per sconfiggerla è preparare una pozione magica, ma trovare gli ingredienti sarà molto difficile e la preparazione deve essere perfetta e deve essere opera di due creature pure di cuore, come voi. Qualsiasi aiuto che voi chiederete a degli adulti renderà la pozione inutile. Vi sentite in grado di compiere questa missione?»
Kleobi e Proserpina annuirono con foga, tenendosi per mano.
«Gli ingredienti della pozione sono questi: acqua di mare, acqua di sorgente, succo di campanula delle stelle, una ragnatela, sangue di licaone, sputo di fata, capelli di un puro di cuore, un frammento di luminovo, lacrima di madre, zampa di pipistrello, unghia di alluce di una zitella, alga rubata ai flutti dalla strega stessa. Mescolate ventisette volte in senso orario in un calderone di rame. Fatela bere alla strega. Anche una sola goccia e il nostro villaggio sarà salvo.»
I bambini decisero di partire dagli ingredienti più facili fino a quelli più difficili. Kleobi riuscì a rubare qualche lacrima dalle gote di sua madre, che spesso piangeva rimpiangendo i giorni felici di sole. Per i capelli Proserpina decise di tagliarne qualcuno dalla chioma azzurra di Kleobi. A staccare una zampa al pipistrello ci pensò il bambino: Proserpina era troppo impressionabile. Il calderone era pronto, mancavano solo le alghe, la parte più difficile. I due bambini decisero di recarsi in spiaggia e là anche Kleobi poté assistere alla metamorfosi. Un imprevisto per poco non li tradì: Kleobi era così attratto dalla bellezza della donna che se l’amica non l’avesse tenuto stretto a sé sarebbe caduto vittima del suo sortilegio. I ragazzi capirono che la strega doveva avere dei poteri ammaliatori e che quindi sarebbe stato compito di Proserpina sola avvicinarsi alla donna e farle bere la pozione. Dopo aver raccolto le alghe cadute dal corpo della creatura completarono il preparato: fecero bollire il tutto, mescolarono ventisette volte e poi il liquido denso e bluastro fu pronto. Proserpina lo versò in una ampolla e si preparò per recarsi al castello della signora. Kleobi avrebbe aspettato fuori pronto ad intervenire.

Il castello era gigantesco e pieno di guglie esili e ritorte che si stagliavano contro il cielo. Nel buio appariva più nero della pece e ricoperto di nebbia. Le guardie fecero passare la bambina che sembrava indifesa, cedendo a causa della tenerezza delle sue richieste spasmodiche di vedere la signora. Quando la strega accettò di vederla, Proserpina poté osservarla la prima volta da vicino. La sua carnagione era pallidissima e spiccava sull’elegante vestito nero che portava. I capelli verdi scendevano morbidi fino ai fianchi e la signora li teneva sciolti. Era attorniata da corvi che le si avvicinavano, che la strega coccolava e accarezzava. Proserpina era atterrita dalla sua bellezza spaventosa. Prese un bel respiro e le spiegò che voleva far provare personalmente alla sua signora un elisir di bellezza che aveva appena creato, efficacissimo. Nessuno voleva provarlo, disse, perché pensavano fosse disdicevole occuparsi di pozioni e la umiliavano per il suo interesse. La signora parve avere un lampo di umanità negli occhi freddi. Prese l’ampolla tra le mani sottili e pallide. Annusò il suo contenuto. Fu in quel momento che la sua espressione si fece feroce.
«Tu! Sciagurata! Hai osato sfidare la mia ira!»
Ma prima che potesse fare alcunché una figura le si gettò addosso. Kleobi. L’ampolla si ruppe e parte del contenuto finì nella bocca della strega.
Si sentì un urlo terribile che riempì tutte le sale del castello e rimbombò in tutto il villaggio.
Vi fu un lampo di luce accecante.
Quando riaprirono gli occhi i due bambini videro quello che rimaneva della strega accovacciata in un angolo: una vecchia rugosa e inerme.
Videro anche la sirena dai capelli verdi fuggire verso il mare a una velocità impossibile per una creatura umana. Proserpina tuttavia avrebbe potuto giurare che durante la corsa si fosse voltata indietro e le avesse sorriso.
I due bambini si recarono sul terrazzo del castello e da lì assistettero a uno spettacolo che non vedevano da moltissimo tempo: l’alba.
Il sole che nasceva dal mare produceva dei colori stupendi nel cielo, colori che i bambini nemmeno più ricordavano. Ammirarono in silenzio, piangendo e tenendosi per mano.

Voi lettori vi chiederete che cosa successe in seguito ai nostri personaggi e al villaggio di Cobalto.
Il villaggio, che era abituato a cavarsela nelle condizioni disperate del buio, aveva affinato così tanto le sue capacità che ben presto divenne ricco e fiorente e si trasformò in una importante città.
La strega, oramai una vecchierella inoffensiva, fu perdonata da tutti e si ritirò in una capanna, dove rammendava i vestiti delle fanciulle e a volte preparava per loro un filtro d’amore.
Amadriade, la sirena, e tutte le altre creature magiche che popolavano la zona, tornarono a vivere la loro vita indisturbate, senza doversi più curare delle faccende da umani.
E Kleobi e Proserpina? I bambini si godettero finalmente la loro vita insieme al calore dei raggi del sole tanto desiderato, anche se c’è chi giura di averli visti, oramai anziani, divertirsi insieme al buio con un luminovo.

Edited by Lily White - 6/12/2012, 23:07
 
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sanguy
view post Posted on 27/11/2012, 08:13




CITAZIONE
Era uno strumento che era stato costruito nell’epoca della luce e la bimba era convinta che ne recasse ancora l’energia positiva

In realtà quasi tutto è stato costruito all'epoca della luce... da questa frase sembra siano passati secoli dalla comparsa del buio ma in realtà non può essere che qualche anno.

CITAZIONE
Il buio aveva forgiato il carattere di Proserpina, rendendola solitaria e schiva

anche tutti gli altri abitanti penso. Non è una cosa solo di prosperina.

CITAZIONE
Sì, avete capito bene

linguaggio diretto ottimo nel parlato ma non mi piace nel narrato

CITAZIONE
Voi lettori sarete affascinati immaginando uno sterminato campo di fiori luminosi e profumati in modo dolcissimo, ma per Proserpina tutto ciò era normale e noioso e non ci faceva caso

Anche qui sei tornata al diretto. Inoltre potrebbe essere sempre stupita della forza della natura non abituata.

CITAZIONE
« Ascolta, lo so che non ti sto simpatico. Ma ho bisogno del tuo aiuto. Credo che un maleficio si sia abbattuto sulla nostra città, che questo buio non sia effetto di un cambiamento negli astri come vogliono farci credere. Temo che dietro questo ci sia proprio la nostra Dama…dopotutto è da quando arrivata che c’è il buio, lo sai? Mi puoi aiutare?

da cosa lo deduce?

CITAZIONE
Voi lettori vi chiederete che cosa successe in seguito ai nostri personaggi e al villaggio di Cobalto.

diretto. Basta cambiare la frase e ottieni lo stesso risultato.

Nel complesso è ben scritto. Ci sono pezzi svolti molto in fretta che potesti rivedere come il primo dialogo fra i ragazzi e la ricerca degli ingredienti. Ci sono molte buone idee il fiori della notte e il luminovo sopratutto.
 
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gioberta
view post Posted on 27/11/2012, 08:55




Buona l'idea e buona la resa. Forse un tantino lunga per i miei gusti.
Complimenti
 
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Esterella
view post Posted on 27/11/2012, 09:58




Una bella favola ben narrata. La parte iniziale si presenta un po' come un muro compatto. Forse dovresti andare a capo qualche volta in più, o snellire un poco.

"
Ma prima che potesse fare alcunché una figura le si gettò addosso. Kleobi. L’ampolla si ruppe e parte del contenuto finì nella bocca della strega."
Qui si potrebbe creare un po' di confusione. Ho dovuto rileggere per capire che si trattava di Kleobi. Forse quel punto non è il segno di punteggiatura adatto.
Solo un piccolo appunto sui numeri che secondo me tranne le date e l'ora vanno messi in lettere. Pensa se "Le mille e una notte" fosse scritto "Le 1000 e una notte" perderebbe già il suo fascino.
Comunque una buona prova. In bocca al lupo. ;)
 
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missDFP
view post Posted on 27/11/2012, 10:17




Ciao,

bella fiaba, mi è piaciuta. Forse un filo lunghetta, ma leggendola si evocano belle immagini.
Il luminovo è proprio un bell'oggettino... magari esistesse davvero.

Francamente non ho segnalazioni da fare, mi piace così com'è.

In bocca al lupo!



 
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view post Posted on 27/11/2012, 11:19

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Fiaba graziosa che forse indugia un po' troppo nella parte centrale, riguardante la descrizione della strega.
Comunque fantasiosa e ben scritta.
Complimenti.
 
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bluninja636
view post Posted on 27/11/2012, 15:21




Bella fiaba, non vedo la sua "lunghezza" (non esagerata a mio avviso), come una debolezza visto che si legge bene e con facilità.
Non ho cose particolare da aggiungere, ho visto che sanguy ha già riportato quasi tutto :).
Complimenti.
 
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davide2283
view post Posted on 27/11/2012, 15:49




Forse è più un racconto fantasy per ragazzi che una fiaba vera e propria ma mi è piaciuta, soprattutto per il fatto che è scritta con maestria. I punti un po' più deboli te li ha fatti già notare sanguy, soprattutto mi trovo d'accordo sulla questione del rivolgersi direttamente al lettore.
Il giudizio complessivo per me è buono, non so se sarà nelle tre preferenze ma sicuramente merita.
Ciao!
 
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Lupoalfa
view post Posted on 27/11/2012, 18:15




Veramente una bella fiaba, scritta bene, piacevole, intrigante, ottimista, con questi due ragazzi così intraprendenti e simpatici.
L'ho letta con molto piacere.
Complimenti!
:) :) :)
 
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Lavella
view post Posted on 27/11/2012, 20:10




Mi unisco alla schiera dei tuoi estimatori, la fiaba è bellissima, l'ho letta con piacere a bocca aperta come farebbe un bambino. L'ho trovata incantevole e la lunghezza non è sicuramente un difetto visto come scorre velocemente. Il luminovo è un oggetto meraviglioso, lo voglio anch'io. La fiaba è perfetta così, ti segnalo solo uno spazio mancato "leggero vestitino bianco.I suoi piedi nudi " tra bianco e I. In bocca al lupo!
 
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wyjkz31
view post Posted on 27/11/2012, 21:19




La fiaba mi è piaciuta. Bella l’idea del mondo notturno e della strega che usa il corpo di una sirena. Belle anche le descrizioni del mondo di Proserpina e Kleobi.

ti segnalo qualcosa
CITAZIONE
Voi lettori sarete affascinati immaginando uno sterminato campo di fiori luminosi e profumati in modo dolcissimo

Non ho niente in contrario ai riferimenti al lettore, ma in questo punto non mi sembra per niente azzeccato.

CITAZIONE
anche se Proserpina aveva sempre evitato la sua compagnia perché le sembrava sempre troppo sorridente.

Modificherei per togliere uno dei due sempre

CITAZIONE
Sì, sono tornato, ma porto buone notizie

Perché ma?

CITAZIONE
Amidriade stette un po’ in silenzio e poi esordì con il suo discorso.

Ma si può dire esordire con un discorso?

CITAZIONE
Purtroppo ciò che temevo si è avverato. Una strega malvagia ecc.

Qua non mi ci ritrovo. Dunque. Se ho capito bene Proserpina racconta ciò che ha visto e Amidriade collega quanto appreso da Proserpina a quello che lei già sa. Provo a cercare di spiegare cosa non mi torna.
CITAZIONE
Purtroppo ciò che temevo si è avverato. Una strega malvagia viveva in questa foresta, esiliata e temuta da tutti a causa della sua conoscenza della magia nera. La sua vita era avvelenata dal desiderio di vendetta contro il villaggio (presumo sia un altro villaggio, altrimenti sarebbe da modificare anche questa parte) che le aveva riservato un trattamento così degradante,

così decise di sfruttare le sue arti nere per diventare la signora incontrastata del territorio (dovrebbe essere una deduzione, non una certezza).

Fece un sortilegio alla città, condannandola al buio eterno (di nuovo deduzione e non certezza, potrebbe diventare certezza se lo metti alla fine come logica conseguenza degli atti della strega).

Prese possesso del corpo di una sirena: in questo modo ottenne anche i poteri magici della creatura marina divenendo così ancora più forte, invincibile, immortale (deduzione e non certezza).

Insomma, se Amidriade sa già tutto, che senso ha che Proserpina le racconti quello che ha visto?
Penso che basti modificare un pochino questa parte per rendere tutto perfettamente plausibile.

 
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view post Posted on 28/11/2012, 17:02
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Scorrevole, afascinante, intrigante.
La si legge in un attimo. Scritta bene è tutto molto coerente sia i personaggi che gli avvenimenti
Mi sono piaciuti i vocaboli inventati.
campanelli di stelle,luminovo( anche se questo ha un pò del luminol che usano in polizia),mi è piaciuta la spiegazione di cosa esce una volta gettato a terra,la figura di Amadriade è splendida.

solo un appunto. secondo me dovresti sviluppare meglio l'avvenimento:
Ma prima che potesse fare alcunché una figura le si gettò addosso. Kleobi. L’ampolla si ruppe e parte del contenuto finì nella bocca della strega.
Come ha fatto? Come si sono svolti i fatti?

All'inizio scrivi del grano e della luce che manca nel villaggio. Lo sapevi che questo nome Proserpina ha varie etimologie due di queste sono dea del Grano e fonte di luce.

Bianca sei stata veramente brava.
:D :D :D
 
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Atropos
view post Posted on 29/11/2012, 10:26




Bella fiaba che ho letto in due trans? Trances? Tranche? Boh,,, beh non con due transex..la prima parte un fia' pesantuccia tanto che la cominciai a leggere stanotte verso l una poi mi addormentaia per poi trovarmi stamattina col cellulare in mano che mi ammaccava le gengive. ...mentre nel riprendere la lettura stamattina mi sono proprio leccato gli occhi, descrizioni che creano luoghi e cose magiche più surreali di un sogno,,, la creazione da parte tua di queste immagini fantastiche stridente un po col finale :classica pozione magica (buuuuuuuuh) pensa un po ' te che se fossi stato io sarei andato sul più semplice e gli avrei fatto mangiare direttamente un ovetto dell enel,,,,
cmnq mi ri-appiglio fantastiche le immagini fantastiche
 
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marcoad82
view post Posted on 29/11/2012, 11:53




Bela fiaba Bianca, complimenti! Mi è piaciuto quasi tutto (più avanti ti spiegherò qual'è l'unico elemento che non mi è piaciuto e perché), i nomi bellissimi dei personaggi - Kleobi è inventato o significa qualcosa? - l'ambientazione lugubre alla tim burton,ma allo stesso tempo me la sono immaginata illuminata al neon, di capelli colorati dei protagonisti dal luminovo e delle campanule fosforescenti. Mi sono piaciute anche tutte le tue descrizioni, che hanno reso alla perfezione l'atmosfera che volevi trasmettere. hai messo insieme idee originali ad altre più classiche e il mix ha funzionato bene.
Ecco cosa non mi è piaciuto: come hai risolto l'attacco alla strega. Credo si potesse trovare uno stratagemma più intrigante per farle bere il filtro, soprattutto senza contraddirti come hai fatto, facendo intervenire il bambino (giunto come?) che avrebbe dovuto essere ammaliato dal potere della fattucchiera. Solo questo.
Il finale l'ho trovato splendido. hai dato davvero una bella immagine.

CITAZIONE
anche se c’è chi giura di averli visti, oramai anziani, divertirsi insieme al buio con un luminovo.

ti segnalo un paio di errori di distrazione

CITAZIONE
e il leggero vestitino bianco.I suoi piedi

spazio mancante

CITAZIONE
« Gli ingredienti della pozione

spazio di troppo

complimenti, ottimo lavoro!

bye1
 
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view post Posted on 29/11/2012, 21:30
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Buon racconto, divertente, un po trascinato per le lunghe nella parte centrale (incontro con Kleobi e Amadriade (o Amidriade? La chiami in entrambi i modi. Scegline uno e correggi tutte le occorrenze dell'altro) con lo spiegone del sortilegio e della composizioned el filtro.
Anche a me sembrano fuori luogo i discorsi diretti al lettore.
Ti segnalo un errorino: "…dopotutto è da quando arrivata che c’è il buio, lo sai?" manca la è di arrivata. Oppure puoi modificare in: "… da quando è arrivata lei c’è il buio, lo sai?"
 
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