CITAZIONE (bluninja636 @ 27/11/2012, 14:40)
Ciao, mi è piacito molto il tuo lavoro,ho solo un paio di precisazioni da suggerirti.
Non avevano fatto amicizia ed erano sempre sulle loro, tanto che quasi tutti gli altri orfanelli ignoravano come si chiamassero, visto che non si erano mai rivolti la parola tra di loro. (visto che non avevano mai rivolto loro parola)
Avanzando rasente al muro, con la candela spenta ...Avanzava....
Senza chiedersi che cosa fosse quel liquido, raccolse la candela e avanzò deciso, senza domandarsi nemmeno che cosa avesse toccato che lo aveva fatto trasalire.
...cosa fosse la cosa che lo aveva fatto trasalire.
Dovresti introdurre il serpente prima di dire che non lo ha inseguito.
accese il fiammifero e vide una poltrona girata di spalle verso la porta. ...e vide una poltrona girata di spalle rispetto alla porta.
Complimenti.
Grazie mille, correggo IMMEDIATAMENTE tutte le tue giustissime osservazioni
CITAZIONE (marcoad82 @ 27/11/2012, 18:00)
Il finale poi lascia un po' l'amaro in bocca...
nel complesso... ben scritta e scorrevole, con un linguaggio adatto, ma ha una trama che tradisce le aspettative e rischia il fuori tema
Ho risolto un po' di cose che mi hai segnalato, grazie.
Ma perché pensi che il mio racconto rischi il fuori tema? Che la trama possa tradire le aspettative poi... Quali sarebbero le aspettative di una fiaba che ha per protagonisti due fratellini abbandonati in un orfanotrofio?
CITAZIONE (wyjkz31 @ 27/11/2012, 18:06)
I protagonisti sono bambini di otto anni eppure ho l’impressione che la fiaba sia rivolta a un pubblico ancora più piccolo. Tutta la parte in cui i bambini sono a disagio nel nuovo ambiente mi ha fatto pensare all’ingresso nella scuola o addirittura nella scuola materna. Non ho invece nessuna perplessità sulla presenza di mostri, i bambini adorano i mostri, tutto dipende da come si racconta la storia.
A questo punto avevo parecchie domande che poi hanno trovato risposta leggendo i commenti. Diciamo che per leggere la tua fiaba mi ci sarebbe voluto il libretto d’istruzioni. Comunque, una volta capita la logica con cui l’hai scritta, devo dire che mi piace. Ho solo qualche dubbio sul fatto che un bambino si accontenti di una fine “non chiara”, cioè arrivi da solo alla conclusione che tutto finisce bene. L’hai letta ai tuoi cuginetti? E se sì, gli è piaciuta?
Grazie del commento approfondito e non ti nascondo che sono molto contento che abbia incontrato il tuo apprezzamento!
Ora correggo il ghiaccio che diventa liquido con un colpo di martello
La fiaba l'ho effettivamente raccontata ai miei cuginetti. L'ho inventata per loro, ma non gliel'ho letta. Penso che rimarrebbero esterefatti se sapessero che ne ho fatto un racconto per un concorso, addirittura
A loro è piaciuta moltissimo, ma sono i miei cugini, credo sia normale... Però la fine a loro è chiara, non so. Secondo me il bambino capisce che tutto è stato risolto e coglie un lieto fine, però la tua perplessità mi pare più che ragionevole...
Risponderanno i bambini che avranno la sfortuna di leggere 'sta fiaba
CITAZIONE (Lily White @ 27/11/2012, 22:51)
Ciao vivonic.
Scherzi a parte era davvero perfetta per brividi! A un ragazzino piacerebbe, come ti hanno detto sarebbe un ottimo "piccoli brividi". L'unica nota negativa è che per una storia per ragazzi un finale aperto non credo sarebbe apprezzato dal suo piccolo pubblico. Magari avresti potuto lasciare un lieto fine con un inquietante indizio che la storia potrebbe ripetersi...
Ciao Lily... Il fatto è che io credo di aver fatto esattamente questo
CITAZIONE (Atropos @ 28/11/2012, 01:39)
Be ' esistono i fratelli gemelli,,, o gemelli etero zigoti,,,, da non confomdere coi mono zigoti,,,
Pensavo anche io d essere ritornato al concorso brividi ma trovo difficile strappare l appellativo di piccoli brividi fiabeschi,,, è vero, hai spiegato che la morale è presente "scrollarsi di dosso o superare tutte le paure " ma l hai dovuto spiegare in un commento mentre nel racconto lo narri, ciò rende ancora più di
Difficile trovarla,,,, ad es. io non ci sono riuscito alla sola lettura,,,, pensavo che il fine della fiaba fosse che "quando si lasciano indietro delle cose, prima o poi bisogna ritornarci e riprenderle in mano ",,,, e vabbe',,,,
Certo l inizio è coinvolgente poi tutti quei mostri la rende quasi fuori tema, ho letto un commento in cui spiegavi Esifo? Edipo? Qualc del genere, bè non ciò capito una minchia dell esperimento scritturale che volevi fare, spero che ti porterà a qualc risultato sperato,,,
poi citi tuoi racconti come esempi del tuo modo di scrivere, alzo le mani, non sono un granchè come lettore
Ma per me sei libero di usare lo stile che più ti compiace, in fin dei conti uno è libero di vestirsi come vuole,,, anche in mutande con la neve fuori,,, poi però non si deve lamentare se si piglia un malanno,,,, questo per sottolineare quelle (per me) troppe "e " dopo la virgola o un punto,,, ma in materia sono un po ' estraneo e si possono concedere ciò che forse e ripeto forse è sapere xk le usi,,, dire che il tuo maestro le usava prima di te, a mio avviso non è motivo di vanto ma di scialba imitazione , anche perché tu almeno un maestro l hai avuto e da ciò che leggo e percepisco dai tuoi racconti ti ha dotato di validi strumenti!
spero di non essere stato pesante, forse il mio, un commento del tutto inutile ai fini della tua fiaba,,, e dopo tutto, porta pazienza, purtroppo sei stato la valvola di sfogo di quello che per me è stata una serataccia,,,
Ciao caro Atropos
Sono contento di averti giovato come valvola di sfogo. Non so che cosa rispondere a questo commento se non che la morale, in genere, è palesata nella favola, dove per consuetudine c'è un animale a farlo. La fiaba non abbisogna di ciò, ma su questo potrebbero intervenire Abaluth o Nauthiz e porre fine definitivamente al mio supposto essere andato fuori tema, così evitiamo di dover far leggere a tutti la mia fiaba.
Tuttavia, io non cito i miei racconti come esempi del mio modo di scrivere, anche perché quelli sono alla portata di tutti quelli che vogliono scoprire ciò, e inoltre sarebbe un po' come spiegare a un bambino che ranno significa... Ranno dai... Il ranno è il ranno!
Anche dire che mi pecco di scialba imitazione è iniquo e restrittivo. Non hai capito la citazione (quella sì) del mio Maestro che non m'ha insegnato nulla di per sè ma tantissimo senza neanche conoscermi; in tutti i casi prima di giungere a questa triste definizione che mi attribuisci ci possono essere in mezzo tante sfumature che non c'entrano nulla nemmeno con la fiaba o coi bambini: un omaggio, ad esempio. Io credo che il mio esordio non sia nè un plagio nè un'imitazione nè un omaggio: è un modo di iniziare qualcosa in sospeso, e non mi è venuto un modo migliore per renderlo se non con una congiunzione. Come l'esordio, è anche l'epilogo, per cui mi è sembrato appropriato. All'amica esterella ho risposto ringraziandola del suo punto di vista vicino al mio, tutto qui
Grazie comunque della tua sincerità e ricorda che nessun commento è inutile quando è leale ed esauriente come il tuo, per cui grazie ancora
Ringrazio anche
solenebbia per il suo commento. Sulle tue perplessità auspico nuovamente l'intervento delle amministratrici in modo che portino chiarezza, visto che non sei l'unica.
Secondo me è una fiaba, altrimenti non lo avrei scritto apposta per questo concorso... Aspettiamo una decisione definitiva
CITAZIONE (mezzomatto @ 28/11/2012, 22:14)
Chi lo dice che le fiabe devono essere carine e avere un lieto fine? Solo Walt Disney e Perrault. Leggete il finale di Cenerentola dei fratelli Grimm: "E mentre gli sposi andavano in chiesa, la maggiore era a destra, la minore a sinistra di Cenerentola; e le colombe cavarono un occhio a ciascuna. Poi, all'uscita, la maggiore era a sinistra, la minore a destra; e le colombe cavarono a ciascuna l'altro occhio". In quella mielosa di Perrault (e di Disney): "Cenerentola, buona figliuola quanto bella, fece dare un quartiere alle sue sorelle, e le maritò il giorno stesso a due gentiluomini della corte."
Quindi la fiaba di vivonic si innesta perfettamente nella tradizione di crudeltà delle fiabe popolari.
Non è però spiegata la scomparsa di tutti gli altri orfani dal castello/orfanotrofio.
Grazie mille per il tuo commento all'altezza di un moderatore, grazie davvero
E hai perfettamente ragione sugli altri orfani. Ho dato risalto al fatto che Marco cerca il suo fratellino, anche perché non lo fa per tutti ma solo per lui. In questo modo ho eliminato gli altri orfani, ma renderli tutti pipistrelli dici che è una trovata del piffero? ...
CITAZIONE (davide2283 @ 29/11/2012, 10:25)
Ciao vivonic.
mi unisco ai commenti di chi mi ha preceduto dicendo che questo è più un racconto di "Piccoli brividi" che una fiaba. Nel complesso non è brutta ma ci sono un po' di cose che mi hanno fatto storcere il naso:
- la frase ripetuta all'inizio e alla fine: secondo me è superflua, e poi contiene troppe "e". Non capisco perchè cominciare un racconto con "E il sole tramontò". L'ultima poi secondo me è proprio sbagliata: la "e" è una congiunzione, e come tale deve congiungere. Cosa c'entra il fatto che tramonta col fatto che i due bambini vivevano nel castello? Come si congiungono le due cose?
- i continui riferimenti al lettore: a me già non piace come artificio, riconosco che a volte nelle fiabe si usa, ma tu nel primo paragrafo lo fai continuamente, troppo secondo me. Poi dopo basta.
- lo stacco di lunguaggio tra introduzione e storia: mi attacco al punto precedente. All'inizio parti con un linguaggio propriamente da fiaba (i bambini, il castello, i continui riferimenti al lettore. Poi cambi completamente registro e in pratica narri un vero e proprio racconto horror per ragazzi.
- il fatto che ripeti più volte che Marco ha sonno e piange: se piangere ci sta se hai 8 anni e stai vivendo una situazione spaventosa come la sua, non capisco come possa passare in pochi attimi dall'essere terrorizzato all'avere sonno.
- il finale: ti dirò che ho controllato più volte se il racconto era davvero finito. Ok, Marco sfonda lo scheletro...e quindi? E poi? A me un po' di non detto piace, però ho avuto la sensazione di un'interruzione troppo netta. Manca una chiusa come si deve, e la frase alla fine che ripete l'inizio per me non è sufficiente perchè con la storia non c'entra niente.
Nel complesso, insomma, ci sono un po' di cose che non mi tornano e che non mi hanno convinto. Forse hai voluto sperimentare un tipo di racconto un po' "crossover" ma non sei, secondo me, riuscito a dargli la giusta omogeneità.
In bocca al lupo!
Ciao Davide, uno dei commenti che più aspettavo vista l'analogia di gusti e di idee che ci ha uniti al concorso precedente.
Ovviamente mi dispiace non averti catturato, ma rispondo ugualmente alle tue perplessità, per quello che conta
1) C'entra col finale. Come ho detto poco sopra, iniziare con una congiunzione suggerisce subito di essere catapultati nel bel mezzo di qualcosa che è già successo e sta già succedendo. In più, la seconda e congiunge, appunto, il finale. Il sole tramonta e i due bambini vivono nel castello, quindi tutto è tornato come prima. E arriviamo al
3) Gliel'ha detto suor Nerina: se vuole rivedere il fratello, deve trovare lo scheletro di Mastro Vito, il quale ha poi sua volta un cartello di spiegazioni appeso al collo. Ultimate le consegne, tutto torna - ovviamente - come prima (???)... Secondo me c'entra eccome
2) Io non capisco, invece, perché un bambino di otto anni non possa morire di sonno e piangere contemporaneamente