Abaluth - Scrivere, leggere, arte e cultura

La principessa Lucilla - Rossana Zago

« Older   Newer »
  Share  
wyjkz31
view post Posted on 20/11/2012, 21:33




La principessa Lucilla era la settima figlia dei sovrani di Terradoro. Dopo aver messo al mondo sei figli, l’idea di averne un altro per casa aveva perso gran parte del suo fascino e i sovrani avevano accolto l’ingresso al mondo della bambina con un certo disinteresse.
Le campane avevano suonato a festa, ma solo con pochi rintocchi; gli araldi avevano annunciato la buona notizia alla popolazione, ma senza sgolarsi troppo; la festa in onore della bambina era stata organizzata, ma senza sfarzo.

Fu proprio durante la festa che accadde un fatto strano.
Alla tavolata degli ospiti stranieri, fra il principe di Sempregelo e la regina di Monteaguzzo, sedeva Annabella, dama magica proveniente dall’isola di Miraluna. La donna, come ogni rappresentante della sua specie, era permalosa e imprevedibile e contrariarla poteva essere fonte di infiniti fastidi. Il cerimoniere di corte aveva perciò istruito i servitori affinché alla dama fossero serviti i cibi e i vini migliori, ed egli stesso si era prodigato per intrattenerla e adularla.
Tutto procedette nel migliore dei modi fino a quando venne servito il dolce e il delicato sufflè posato davanti ad Annabella si sgonfiò, trasformandosi in un’informe massa molliccia.
«Non posso tollerare un affronto simile!» dichiarò la dama.
Il cerimoniere sospirò: i guai che temeva erano arrivati.
«Non vi adirate, mia signora. Provvederò subito a sostituire la vostra porzione» la rassicurò. Ma in tutto il castello non trovarono un altro sufflè degno di essere presentato alla dama.
Annabella fece una smorfia indispettita, si alzò e si rivolse ai sovrani: «Nel vostro castello non dovrà mai più mancare il cibo. Sarà Lucilla a ricordarvelo!»
Dopo aver pronunciato quelle parole, la dama magica si allontanò di qualche passo e scomparve nel nulla senza dare altre spiegazioni.
Il re e la regina di Terradoro, che stavano discutendo con la regina di Acquefredde per stabilire il prezzo delle future importazioni di pesce essiccato, non diedero importanza alle parole della dama. Solo quando la donna scomparve nel nulla, alzarono un sopracciglio perplessi.
Quella sera, quando si avvicinarono alla culla della figlia, scoprirono una buffa novità: un minuscolo drago dormiva beato sul cuscino. Era un drago perfetto in ogni particolare e non c’erano dubbi che sarebbe stato in grado anche di sputare fuoco all’occorrenza. Solo che, così piccolino, faceva più tenerezza che paura.
I sovrani avevano un regno da amministrare e altri sei figli da accudire perciò, non ravvisando alcun pericolo immediato, affidarono Lucilla alla balia e non ci pensarono più.
Soffio, così fu battezzato il draghetto, rimaneva sempre nei pressi di Lucilla e, di solito, si comportava come un cagnolino affettuoso. Solo se la principessa aveva fame, il draghetto diventava insofferente e aggressivo, mordendo e lanciando piccole fiammate a chiunque gli capitava a tiro.
La cosa poteva creare qualche fastidio e i sovrani chiesero il parere del mago di corte. L’uomo visitò la principessa e il piccolo drago, consultò libri polverosi, studiò incantesimi, distillò antidoti e infine diede il suo responso.
«Il drago si nutre attraverso la principessa e non può essere ucciso perché è protetto dalla magia. Lucilla dovrà sempre mangiare a sufficienza per tutti e due, altrimenti il drago potrebbe…» lasciò la frase a metà, forse perché non era certo delle sue previsioni, si strinse nelle spalle e continuò: «L’unica in grado di sciogliere il legame fra la principessa e il drago è Annabella; purtroppo la dama è stata sconfitta in un duello magico e trascorrerà i prossimi vent’anni nel corpo di un orso.»
I sovrani non si preoccuparono più di tanto per i nuovi sviluppi: su suggerimento del cerimoniere di corte istituirono la carica di “Alimentatore ufficiale della Principessa”, che conferirono a un giovanissimo cadetto nullatenente, e tornarono a occuparsi degli importanti affari del regno.
Francesco, così si chiamava il ragazzino, prese molto sul serio il proprio incarico e accudì ai bisogni alimentari della principessa con grande diligenza.
Lontano dall’occhio esigente dei genitori, al centro dell’attenzione degli altri bambini per quel draghetto mansueto che si portava sempre appresso, accontentata in ogni capriccio alimentare, Lucilla trascorse un’infanzia serena e spensierata.
Era sì una bambina cicciottella, ma era così graziosa che nessuno ci faceva caso.

I problemi iniziarono quando Lucilla compì quindici anni.
Quella mattina si alzò, si vestì, mangiò di gusto un paio di uova strapazzate e un panino con il salame, bevve una caraffa di spremuta d’arance e, per concludere con qualcosa di dolce, mangiò una tavoletta di cioccolato; poi diede un buffetto a Soffio, che mugolò soddisfatto, e andò a guardarsi allo specchio.
«Ahhh!!!» l’urlo fece accorrere Francesco.
«Avete ancora fame, principessa?» le chiese l’”Alimentatore ufficiale” che in quegli anni si era trasformato in un bel giovane snello e muscoloso.
«Ahhh!» fu la risposta della principessa.
Francesco, ormai più uomo che ragazzo, non poteva certo capire gli assilli che tormentavano la sua giovane signora e le porse rispettosamente una ciambella calda di forno.
«Ahhh!» urlò per la terza volta Lucilla, allontanando il fragrante dolce con un colpo secco della mano.
Era chiaro che la principessa non aveva fame, meno chiaro era a Francesco quale fosse il motivo per cui aveva lanciato quei tre urli; si grattò la testa in cerca di un’interpretazione e, non trovando nulla, si risolse a chiedere: «Cosa vi turba, mia signora?»
«Non vedi?» rispose Lucilla indicando lo specchio.
Francesco guardò l’immagine di una bella ragazza bionda con gli occhi azzurri e le labbra imbronciate in una smorfia d’insoddisfazione. Il lungo abito semplice che la principessa indossava metteva in risalto le curve morbide del corpo e tutto l’insieme dava l’idea di una ragazza sana e piena di energie. «Siete molto bella!» esclamò convinto.
«Sono grassa!» fu la stupefacente replica.
Prima che Francesco potesse aprire bocca, la principessa continuò: «Ho deciso. Da oggi mi metto a dieta.»
L’”Alimentatore ufficiale” non era mai stato sfiorato dall’idea che la sua principessa avesse bisogno di dimagrire, e già questo gli dava da pensare; c’era però una cosa che lo preoccupava molto di più: Soffio.
In quegli anni il draghetto coccoloso si era trasformato in un giovane drago forte quanto dieci uomini e Francesco non era per niente curioso di scoprire cosa avrebbe potuto fare Soffio, se Lucilla avesse avuto fame.
Cercò perciò di far cambiare idea alla principessa, ma la ragazza non volle sentire ragioni. Francesco si rivolse allora ai sovrani in cerca di sostegno, ma i genitori di Lucilla erano impegnati in un progetto di interscambio culturale con il regno di Millenote e scrissero alla figlia una breve nota di biasimo per il suo comportamento poco maturo.
L’”Alimentatore ufficiale” guardò ardere il foglio firmato dal re per effetto di uno sbuffo di fiamma soffiato dal drago, incrociò le dita e si preparò al peggio.
Mentre la principessa mangiava come un uccellino inappetente e Soffio diventava sempre più nervoso, Francesco si allenava con la spada e l’arco. Di sera scendeva nelle fucine del castello e controllava i progressi nella costruzione della gabbia che aveva progettato, poi passeggiava fino al porto e aiutava i pescatori a tessere la grande rete che, non aveva dubbi, gli sarebbe servita presto.
Una bella mattina di primavera, fra uccellini che cinguettavano, fiori che sbocciavano e gente che usciva a godersi il sole e l’aria tiepida, Soffio ruggì con tutte le sue forze. Nei giorni precedenti un gorgoglio minaccioso era uscito spesso dalla sua bocca e qualche incauto animale domestico vi era entrato, ma nessuno era preparato a sentirlo ruggire.
Il suono si propagò attraverso l’aria e il terreno, raggiungendo gli angoli più remoti del regno di Terradoro. La popolazione, terrorizzata, si riversò in strada senza saper che fare. Soffio si lanciò dalla torre più alta del castello e planò su quelle facce impietrite che lo stavano fissando. Francesco inghiottì a vuoto un paio di volte, balzò a cavallo e si lanciò in strada urlando: «Al riparo, tutti al riparo. Presto!»
Il contrasto fra la giovane voce umana e il ruggito antico dell’animale riscosse la gente che abbandonò di corsa le strade.
Soffio, sorpreso dal fuggi-fuggi, rimase sospeso a mezz’aria e cercò di individuare chi gli aveva rovinato lo spuntino; Francesco lo aiutò scoccando una freccia nella sua direzione. Un altro ruggito segnalò che il drago aveva riconosciuto il colpevole e aveva intenzione di punirlo a dovere.
Francesco spronò il cavallo e Soffio lo inseguì senza fretta, giocando come il gatto con il topo e lanciando fiammate che bruciacchiavano la coda del destriero. La rete che i soldati dell’esercito lanciarono addosso al drago lo rallentò solo per un momento ma lo irritò a tal punto da spingerlo ad abbandonare ogni prudenza: Soffio si accorse di aver seguito il fastidioso omuncolo dentro a una gabbia, solo quando la porta si chiuse dietro di lui.
Francesco abbandonò il povero cavallo al suo destino e uscì sgusciando fra le sbarre.

L’”Alimentatore ufficiale della principessa” fu acclamato dalla popolazione “Salvatore del Regno” e “Cacciatore di Draghi”. I sovrani di Terradoro furono lievemente stupiti per l’improvvisa popolarità di quel ragazzotto di cui ricordavano a stento il nome e si rivolsero al cerimoniere di corte per capire cosa fosse accaduto di preciso.
Una volta appurati i fatti, decisero di abolire la carica di “Alimentatore ufficiale” e di affidare a Francesco una vasta tenuta nei pressi del castello quale ricompensa per i servizi resi. Le terre di “Selvabruna”, questo era il nome della tenuta, erano quanto di più inospitale e selvaggio si trovasse nel raggio di mille miglia dal castello, ma i sovrani ritennero che un ragazzo capace di catturare draghi poteva ben rimboccarsi le maniche per rendere fertili quelle terre.
In capo a qualche mese Francesco rinunciò a lottare contro le erbacce di Selvabruna e organizzò invece redditizie battute di caccia al rarissimo lamperione reale che nidificava proprio fra le selve di cui era ricca la sua tenuta. E, soprattutto, iniziò a struggersi d’amore per la principessa.
Lucilla continuava e mangiare pochissimo e, sempre più popolare per l’eterea bellezza, passava il suo tempo tra feste e balli e si divertiva a giocare con i cuori dei numerosi spasimanti. Presto la ragazza si avvide dei sentimenti del suo vecchio amico e, in un momento di distrazione, gli spezzò il cuore senza curarsi di rimetterne insieme i pezzi.
Il povero Soffio, invece, dopo aver ruggito e sputato fuoco fino allo sfinimento, languiva nella sua gabbia e lanciava deboli fiammate patetiche a chiunque gli capitasse a tiro.
Tutto, insomma, procedeva com’era lecito attendersi.
Nel frattempo, di quel che faceva la loro figliola ultimogenita, o di quel che le passava per il capo, i sovrani di Terradoro non avevano la più pallida idea: in quel periodo erano impegnati a scongiurare con tutte le arti diplomatiche a loro disposizione le mire espansionistiche dell’imperatore di Altavetta. Un uomo autoproclamatosi imperatore non era tipo da indulgere in chiacchiere e, in palese violazione dell’etichetta, marciò con tutto il suo esercito alla volta del castello di Terradoro, senza aver avuto neppure il garbo di inviare una formale dichiarazione di guerra.
Il cerimoniere di corte scosse la testa mormorando che nemmeno la nobiltà era più quella di una volta, i sovrani annuirono pensierosi e ordinarono di issare bandiera bianca. Nessuno si meravigliò per quella decisione: l’esercito di Terradoro era composto di soli centocinquantasette uomini e i lavori di manutenzione alle mura erano stati rimandati per anni. Non restava che attendere con dignità l’inevitabile.

Un bel giorno la principessa Lucilla, guardando dalla finestra della sua camera, scoprì che la pianura antistante al castello pullulava di soldati altavettiani.
Pensò a Francesco, solo e senza protezione nella tenuta di Selvabruna, e la cosa non le garbò per nulla. Si accorse che il suo vecchio amico le mancava più di quanto credesse e iniziò a pensare a lui in modo diverso dal passato.
Nello stesso momento Francesco, in pena per quello che la soldataglia poteva fare alla sua Lucilla, si stava precipitando nelle stanze della ragazza.
«Come sei magra!» non era certo una dichiarazione d’amore e nemmeno un gran complimento.
La principessa arrossì confusa. «Ti sembro magra?» chiese quasi non avesse capito il significato delle parole di Francesco. Lui la prese per mano e la condusse davanti allo specchio.
«Per me tu sei sempre bellissima, però rimpiango le tue morbide guance, le braccia sode, il seno florido, i fianchi morbidi, le gambe…»
«Tu non hai mai visto le mie gambe!» lo interruppe lei.
«Via, hai capito cosa intendo!»
Lucilla si guardò allo specchio e vide una ragazza con le guance scavate, lo sguardo spento e le costole in rilievo sotto l’abito attillato.
«Ho fame» dichiarò convinta.
«Ce la fai a resistere ancora per qualche ora?»
Francesco la prese per mano e la trascinò di corsa fino alla prigione di Soffio. «Cosa pensi che farebbe se aprissimo la gabbia?» le chiese sorridendo.

I centocinquantasette uomini dell’esercito di Terradoro furono ben felici di trasportare la gabbia del drago fino a fuori le mura del castello. Bisognava però decidere chi l’avrebbe aperta.
«Lo farò io» dichiarò Francesco «io l’ho imprigionato e io lo libererò.»
Lucilla tentò di dissuaderlo e infine si arrese, rivolgendo uno sguardo muto e implorante a Soffio: non fargli del male e io mi prenderò per sempre cura di te, pensò.
L’animale rispose con un cenno del capo, quasi avesse letto nel pensiero della principessa.
Francesco attese che tutti si fossero messi al sicuro, aprì la porta della gabbia e rivolse a Soffio una promessa: «Aiutaci e mi impegno a renderti la libertà.»
Di nuovo il drago rispose con un cenno del capo, quasi avesse capito le parole del ragazzo. Soffio uscì dalla gabbia, si allungò sulle zampe posteriori, spiegò le ali e lanciò una fiammata che investì l’avanguardia dell’esercito altavettiano. Poi fece quello che ci si aspettava da lui e grida di gioia accompagnarono la precipitosa ritirata dell’esercito nemico. Quando Lucilla ritenne che il pericolo dell’invasione fosse stato sventato, addentò con gusto la prima ciambella del grosso sacco di dolci che aveva portato con sé e mangiò, e mangiò, fino a non poterne più.

Francesco e Lucilla furono acclamati dalla popolazione come “Salvatori del Regno” e “Annientatori dei nemici”; qualche persona di larghe vedute arrivò persino a elogiare il patriottismo di Soffio.
Ai sovrani di Terradoro pareva di aver già sentito parlare di quel Francesco, ma non ricordavano più né quando né dove. Offrirono al giovane ricchezze e onori e furono sorpresi quando li rifiutò chiedendo come sola ricompensa la mano della loro figlia Lucilla. La sorpresa derivava dal fatto che non ricordavano più di avere una figlia con quel nome, ma la richiesta non sembrava irragionevole e acconsentirono.
Lucilla, florida e allegra in uno splendido abito bianco, e Francesco, imponente nell’abito verde da cerimonia, convolarono a nozze. Soffio, ormai placido e mansueto, presenziò come testimone degli sposi.
Una compagnia di saltimbanchi girovaghi allietò la festa di nozze. Purtroppo l’esibizione dell’orso ballerino non ebbe luogo perché Annabella, questo il nome dell’animale, quel giorno era inspiegabilmente irritabile e refrattaria a obbedire agli ordini del suo padrone.
I sovrani di Terradoro, dopo aver tanto faticato per il bene del regno, decisero di aver diritto a una vacanza, scrissero un biglietto di congratulazioni di grande effetto ai due ragazzi e partirono senza lasciare un recapito.

Edited by wyjkz31 - 9/12/2012, 21:15
 
Top
Lupoalfa
view post Posted on 21/11/2012, 07:26




CITAZIONE (wyjkz31 @ 20/11/2012, 21:33) 
Ai sovrani di Terradoro pareva di aver già sentito parlare di quel Francesco, ma non ricordavano più né quando né dove. Offrirono al giovane ricchezze e onori e furono sorpresi quando li rifiutò chiedendo come sola ricompensa la mano della loro figlia Lucilla. La sorpresa derivava dal fatto che non ricordavano più di avere una figlia con quel nome, ma la richiesta non sembrava irragionevole e acconsentirono.
Lucilla, florida e allegra in uno splendido abito bianco, e Francesco, imponente nell’abito verde da cerimonia, convolarono a nozze. Soffio, ormai placido e mansueto, presenziò come testimone degli sposi.
Dopo aver tanto faticato per il bene del regno, i sovrani di Terradoro decisero di aver diritto a una vacanza, scrissero un biglietto di congratulazioni di grande effetto ai due ragazzi e partirono senza lasciare un recapito.

Un racconto veramente bello, col giusto lieto fine, come tutte le fiabe. I tre personaggi principali, Lucilla, Francesco e Soffio sono rappresentati in modo perfetto.
Mi sono piaciuti molto anche il re e la regina che avevano da pensare a così tante cose, che non ne sistemavano nessuna.
Complimenti davvero.
:) :) :)
 
Top
missDFP
view post Posted on 21/11/2012, 08:37




Ciao Rossana,

la fiaba mi è piaciuta un sacco. Forse m'immedesimo nella protagonista per via del mio "amorevole" rapporto con il cibo, anche se non ho mai fatto colazioni come la sua.
Tra l'altro le mie reazioni davanti allo specchio sono del tutto identiche.

L'ho solo trovato un po' lungo.

Ti segnalo un paio di passi che non mi sono chiari:

CITAZIONE
Presto la ragazza si avvide dei sentimenti del suo vecchio amico e, in un momento di distrazione, gli spezzò il cuore senza curarsi di rimetterne insieme i pezzi.

Secondo me qui sarebbe meglio o spiegare come gli spezza il cuore, o togliere questa frase, tanto si capisce già visto che poco prima dici che gioca con i vari spasimanti e o lo ignora o gioca pure con lui.

E poi l'ultima cosa sui genitori:

CITAZIONE
Dopo aver tanto faticato per il bene del regno, i sovrani di Terradoro decisero di aver diritto a una vacanza, scrissero un biglietto di congratulazioni di grande effetto ai due ragazzi e partirono senza lasciare un recapito.

Già non fanno una bella figura per tutta la fiaba, secondo si può anche togliere.

Ma questo è solo il mio parere ...

Una domanda: la ma dieta della principessa la si può avere? :P

In bocca al lupo!

D.
 
Top
Esterella
view post Posted on 21/11/2012, 10:36




Una fiaba niente male, un unico difetto, forse, troppi elementi che la rendono un po' lunga e a tratti ripetitiva. Comunque un bel narrare, ricco di colpi di scena che rendono la lettura piacevole. I :D n bocca al lupo.
 
Top
bluninja636
view post Posted on 21/11/2012, 12:43




Ciao, mi è piaciuta molto la tua fiaba, non credo ci siano errori degni di nota, l'unica cosa che posso segnalarti è l'uso un pò troppo generoso delle virgole, ci sono un sacco di virgole anche dove c'è la congiunzione.
A parte questo piccolo appunto, sei stata brava a "usare l'argomento cibo", qualche rotondità in più non guasta :).
 
Top
davide2283
view post Posted on 21/11/2012, 16:16




Ciao, ho trovato la tua fiaba molto carina e originale, anche se un po' lunga (diciamo che è come se fossero 2 fiabe - una con la minaccia del drago e una con quella dei nemici). Forse il ritmo generale è un po' basso, però è comunque apprezzabile.
A livello grammaticale è tutto corretto, ti segnalo solo questa frase che è l'unica (che non ti hanno già fatto notare) ad avermi inceppato un po':
CITAZIONE
Tutto procedette nel migliore dei modi fino a quando venne servito il dolce e il delicato sufflè posato davanti ad Annabella si sgonfiò, trasformandosi in un’informe massa molliccia.

Io la modificherei così, alleggerendola:
Tutto procedette nel migliore dei modi fino al dolce, quando il delicato sufflè posato davanti ad Annabella si sgonfiò, trasformandosi in un’informe massa molliccia.

In bocca al lupo! Ciao!
 
Top
view post Posted on 21/11/2012, 17:54

Advanced Member

Group:
Member
Posts:
3,732

Status:


Mi associo ai commenti di Esterella e Davide. Pregevole la trama ma un pò troppo lunga e lenta la storia.
Comunque l'originalità e la buona scrittura sono di certo dalla tua parte.

In bocca al lupo!
 
Top
wyjkz31
view post Posted on 21/11/2012, 18:24




@ lupoalfa
Sono contenta che ti sia piaciuta, grazie per il commento.
@missDFP
Grazie per commento.
CITAZIONE
Presto la ragazza si avvide dei sentimenti del suo vecchio amico e, in un momento di distrazione, gli spezzò il cuore senza curarsi di rimetterne insieme i pezzi.
Secondo me qui sarebbe meglio o spiegare come gli spezza il cuore, o togliere questa frase, tanto si capisce già visto che poco prima dici che gioca con i vari spasimanti e o lo ignora o gioca pure con lui

Se spiego come gli spezza il cuore diventa ancora più lunga...
Mi sembrava che senza questa spiegazione non fosse chiaro che Francesco corteggia Lucilla e lei lo respinge.
Se qualcun altro vuole darmi il suo parere, mi farebbe piacere.
CITAZIONE
Dopo aver tanto faticato per il bene del regno, i sovrani di Terradoro decisero di aver diritto a una vacanza, scrissero un biglietto di congratulazioni di grande effetto ai due ragazzi e partirono senza lasciare un recapito.

Già non fanno una bella figura per tutta la fiaba, secondo si può anche togliere.

E non devono fare una bella figura!

@Esterella
Grazie per il commento. Mi farebbe piacere se mi segnalassi le parti che hai trovato ripetitive.

@bluninja636
Sono contenta che ti sia piaciuta, grazie per il commento.
La faccenda delle virgole me l'hanno già fatta notare in un'altra occasione; ci darò un'occhiata.

@davide2283
Grazie per il commento.
CITAZIONE
Forse il ritmo generale è un po' basso, però è comunque apprezzabile.

Nella mia idea di fiaba c'è anche il ritmo basso, spero almeno che non sia stato noioso leggerla.
Grazie per il suggerimento: la frase si legge molto meglio come l'hai scritta tu. Modifico.

@patrizia benetti
Grazie per il commento. Mi farebbe piacere se mi indicassi cosa accorceresti.

 
Top
view post Posted on 21/11/2012, 19:18

Advanced Member

Group:
Member
Posts:
3,732

Status:


Provo a spiegarti la mia impressione. Ci sono frasi che, per me, appesantiscono la storia e di cui si potrebbe fare a meno. Ti faccio un esempio: Un bel giorno la principessa Lucilla, guardando fuori dalla finestra della sua camera eccc. Secondo me questa frase è irrilevante nell'economia del racconto e lo appesantisce. Poi non sento l'interagire amichevole e affettuoso che ci dovrebbe essere tra i tre protagonisti: il drago, Lucilla e Francesco. Descrivi le loro storie separatamente, come se fossero estranei, quando invece vivono a stretto contatto quotidianamente.
Un'altro esempio: i centocinquantasette uomini dell'esercito furono ecc. anche qui si può ridurre o eliminare per dare più risalto all'aspetto emotivo.
La trama è molto bella però non riesco a gustarmi appieno il racconto che secondo me andrebbe snellito.
Spero di avere espresso chiaramente la mia idea.
Ciao wykz e grazie per l'attenzione.
 
Top
wyjkz31
view post Posted on 21/11/2012, 22:43




@patriziabenetti
Non sono tanto sicura di aver capito.
CITAZIONE
Un bel giorno la principessa Lucilla, guardando dalla finestra della sua camera, scoprì che la pianura antistante al castello pullulava di soldati altavettiani.

Se tolgo questa frase, come faccio a dire che sono arrivati i soldati? E se non dico che sono arrivati i soldati, non c'è motivo perche Francesco e Lucilla si incontrino di nuovo e per tutto quello che segue.
CITAZIONE
I centocinquantasette uomini dell’esercito di Terradoro furono ben felici di trasportare la gabbia del drago fino a fuori le mura del castello. Bisognava però decidere chi l’avrebbe aperta.

Anche in questo caso posso al massimo togliere qualche parola. Perchè se non sono in molti a trasportare la gabbia non ha senso che Francesco si offra per aprirla e non riesco a far seguire uno dei pochi momenti di interazione fra i tre personaggi. "«Lo farò io» dichiarò Francesco «io l’ho imprigionato e io lo libererò.» Lucilla tentò di dissuaderlo ecc..."

A mio gusto avrei accorciato magari la parte della Selvabruna e del lamperione reale. Cosa ne pensi?

 
Top
view post Posted on 22/11/2012, 11:28

Advanced Member

Group:
Member
Posts:
3,732

Status:


Sì, la mia idea era di snellire le frasi, non di toglierle del tutto, così da rendere più armonioso l'insieme.
La parte di Selvabruna si può accorciare.
Comunque complimenti per l'originalità della trama.
 
Top
Atropos
view post Posted on 22/11/2012, 14:22




Ottima fiaba, ma più di tutto ottima l idea del drago, la lettura non l ho trovata pesante anzi,,, ne sono stato molto coinvolto,,, nessuno che pensa a far fuori la dama magica causa dei problemi forse senza tirare inn ballo altri o nuovi cattivi avrei fatto in modo che fosse stata la dama a invadere le terre e che alla fine il drago l avrebbe abbrustolita dato che l amore o la libertà vince sempre sulla fame,,,,,,
 
Top
marcoad82
view post Posted on 22/11/2012, 17:02




Ciao Wikiz, mi è piaciuta la tua fiaba, è lunga ma non annoia. Effettivamente come tu ha fatto notare qualcuno ci sono molti elementi che forse potrebbero appesantirla un po... ma non è un problema.
Scrivi bene e non ho appunti da farti su grammatica e sintassi. Mi son piaciuti soprattutto i genitori menefreghisti che non ricordavano neanche di avere una figlia che si chiamasse così.. spassoso.


CITAZIONE
«Non posso tollerare un affronto simile!» dichiarò la dama.

ahaha :D per un sufflè! :D mi aspettavo di rivedere questo personaggio verso la fine, invece no.. scelta tua, però mi sono fatto molte domande sulla maledizione che ha lanciato alla bambina.. che non hanno trovato una vera risposta: cioè come funzionava?

CITAZIONE
accudì ai bisogni alimentari della principessa

non credo che si accudisca A, ma si accudisce qualcuno

accudì la principessa, badando in particolare alla sua alimentazione (qualcosa del genere?)

CITAZIONE
Soffio, sorpreso dal fuggi-fuggi, rimase sospeso a mezz’aria e cercò di individuare chi gli aveva rovinato lo spuntino

in che senso? forse mi son perso qualcosa. il drago veniva nutrito attraverso la ragazza giusto? però se la questione è affrontata solo con questa frase non mi sembra sufficiente a spiegare tutto. Magari sono io che ho letto con poca attenzione...

comunque complimenti, il responso per quanto mi riguarda è molto positivo
 
Top
wyjkz31
view post Posted on 22/11/2012, 18:39




marcoad82
Sono contenta che ti sia piaciuta, mi viene mal di pancia a pensare che si faccia fatica a finire di leggere (tanto per restare in tema di cibo).
Accudire a si può dire, tipo "accudire alle faccende di casa".

Dama magica e maledizione.
La maledizione colpisce la bambina, ma è diretta ai genitori. Lucilla non può mai avere appetito e quindi i genitori, che alla sua nascita sono rimasti indifferenti, dovrebbero essere spinti a occuparsi di lei. In realtà i sovrani manco si ricordano del nome della figlia. Volevo mettere la spiegazione alla fine, con la dama magica che guarda nella sfera di cristallo e suote la testa dicendo che quei due non hanno imparato niente ma già mi era venuta lunghetta...

Soffio
Il drago veniva nutrito attraverso Lucilla, giusto. All'inizio dico che
CITAZIONE
Solo se la principessa aveva fame, il draghetto diventata insofferente e aggressivo, mordendo e lanciando piccole fiammate a chiunque gli capitava a tiro.

poi
CITAZIONE
c’era però una cosa che lo preoccupava molto di più: Soffio.
In quegli anni il draghetto coccoloso si era trasformato in un giovane drago forte quanto dieci uomini e Francesco non era per niente curioso di scoprire cosa avrebbe potuto fare Soffio, se Lucilla avesse avuto fame.

quando Soffio ha fame esce dal castello e cerca da mangiare, anzi, di... mangiarsi qualcuno.
CITAZIONE
Soffio, sorpreso dal fuggi-fuggi, rimase sospeso a mezz’aria e cercò di individuare chi gli aveva rovinato lo spuntino

Potrei aggiungere qualche parola di spiegazione quando Francesco è preoccupato. Prima di fare modifiche, però, aspetterò un pochino per vedere se qualcuno ha voglia di darmi il suo parere.
 
Top
francesca vernazza
view post Posted on 23/11/2012, 00:13




Ciao nella frase " si grattò in testa" cambierei e metterei "si grattò la testa". Nella frase "piena di energie" metterei "piena di energia", e in alcune frasi ci sono delle ripetizioni.
A parte questo il racconto in sè è scritto abbastanza bene e anche la punteggiatura direi che è ok.
La storia mi è piaciuta e anche i personaggi :D
In bocca al lupo :D
 
Top
49 replies since 20/11/2012, 21:33   490 views
  Share