Abaluth - Scrivere, leggere, arte e cultura

Cenerentola, un anno dopo, Per bambini dai 18 ai 98 anni

« Older   Newer »
  Share  
Lavella
icon6  view post Posted on 20/11/2012, 19:56




Quella mattina Cenerentola era decisamente sotto tono. Era passato un anno dal giorno del suo matrimonio e molte sue aspettative erano state deluse. Si era svegliata presto con indosso una grandissima sensazione di fallimento. Il principe era già uscito.
Lui ignorava completamente la sua infelicità. Aveva giocato con la playstation fino a notte inoltrata. Era andato a dormire quando lei già dormiva da un pezzo e se ne era andato prima che lei si fosse svegliata.
Si alzò, si stiracchiò e si accorse che sul comodino c’era un biglietto. I suoi occhi si trasformarono immediatamente in cuoricini: “Si è ricordato del nostro anniversario” pensò arrossendo. La felicità lasciò però presto il posto alla delusione: i suoi occhioni si riempirono subito di lacrime quando lesse il contenuto del biglietto: “Stasera non torno, gioca la Juve”. Le lacrime caddero pesantemente sul pavimento formando due grosse pozzanghere che lei asciugò con uno straccio intonando una deprimente canzone di Gigi D’Alessio.
Solo un anno prima aveva creduto alla storia di poter vivere felice e contenta. Ora ne era certa: era stata solo un’illusione. Odiata dalla matrigna, con due sorellastre che non le avrebbero mai perdonato di essere stata scelta come sposa di sua Maestà il Principe, odiata da tutte le donne del Regno per lo stesso motivo, non poteva che provare un profondo senso di solitudine; e il biondo principe non era altro che un uomo. Non aveva la sensibilità di comprendere questo disagio e neanche la capacità di colmare i vuoti di una vita priva di affetti. Se gli uomini fossero stati capaci di ciò suo padre, per primo, le avrebbe evitato tante umiliazioni e non si sarebbe fatto soggiogare da quella donna contro la quale lui si era dimostrato un perfetto smidollato. Cenerentola aveva sperato che non tutti gli uomini fossero così privi di personalità come lo era stato suo padre e aveva aspettato il suo principe sognandolo ad occhi aperti, cantando in coro con gli animali, sostenuta solo dalla sua fatina.
E invece si era ritrovata in questo freddo castello, senza amici e con un marito praticamente sempre assente. E lei, povera Cenerentola, non poteva neanche protestare: “Hai dimenticato che fino a poco fa eri vicino ad un camino a ramazzare? Io ho fatto di te una vera principessa e tu ancora non sei contenta?”
Forse invece di tuffarsi a capofitto in questa storia avrebbe dovuto trovarsi un lavoro, mollare matrigna e sorellastre e farsi una decina d’anni di psicanalisi. Ma non aveva avuto il coraggio sufficiente per farlo. Aveva scelto la strada più comoda e ora si trovava in questo castello, più schiava di prima. Neanche i suoi amici topi potevano farle compagnia perché a palazzo erano vietati i topini.
Uscì di corsa dal castello, non riusciva a smettere di piangere e non voleva che la regina la vedesse in questo stato. Prese un cavallo e andò a farsi un giro per la foresta. Le lacrime le scorrevano pesanti sul volto schizzando sul viso di tutti i passanti.
Cavalcare l’aiutava a liberarsi. Cavalcò per più di un’ora fin quando non arrivò in una radura, dove sorgeva una minuscola e graziosa casetta: entrò e capì che ci viveva qualcuno. C'erano infatti sette piccole sedie impolverate, sette piattini sporchi, sette camicie sporche e polvere e ragnatele dappertutto. Si raggomitolò su un letto e, dopo aver pianto disperatamente, si addormentò distrutta. Quando si svegliò accanto a lei c’erano sette nanetti che la guardavano sorpresi. “Come è bella” disse Mammolo, “Deve essersi persa” disse Dotto, “Approfittiamone e facciamoci dare una pulita alla casa!” disse Pisolo, “E’ già la seconda che passa di qui, quando ci siamo trasferiti in campagna non credevo che ci fosse così tanta vita” disse Gongolo.
Nel sentire le parole di Gongolo e nell’incrociare lo sguardo curioso di Cucciolo, Cenerentola capì immediatamente di essere in pericolo, stare da sola con sette maschi così poco abituati alla vita sociale poteva essere imbarazzante, decise quindi di fuggire anche di lì.
Strada facendo incontrò un ranocchio. “E’ la svolta” pensò “lo bacio, si trasforma in un principe, lascio mio marito e scappo con lui!”.
Lo baciò. Il ranocchio si “emozionò” moltissimo ma purtroppo rimase ranocchio con grande delusione di Cenerentola che lo fissava sorpresa.
“Quando la smetterai di credere alle favole? E’ arrivato il momento di ristabilire un contatto con la vita terrena” disse una voce proveniente da un cespuglio. Era il Grillo parlante che l’ammoniva severamente: “Invece di piangerti addosso per tutta la vita avresti dovuto affrontare le avversità e reagire agli abusi. Riesci a comprendere che hai sempre sbagliato tutto? Hai lasciato che gli altri facessero di te quello che preferivano limitandoti a piagnucolare di tanto in tanto! Vergognati! Non ti è mai passato per la mente di assumere un ruolo attivo nella vita? Perché non hai mai dato la scopa in testa alla matrigna ed alle sorellastre? Perché oggi non hai organizzato qualcosa per il tuo anniversario invece di aspettarti che lo facesse tuo marito?”
“La fai facile tu” disse Cenerentola “sono cresciuta con questa educazione, mi hanno raccontato solo favole di principi, principesse e castelli, ho subito dei traumi, non ho studiato, se bastassero le parole di un grillo per cambiare atteggiamento allora gli psicoterapeuti cambierebbero tutti lavoro. Per assimilare i tuoi insegnamenti, per metabolizzarli e farli miei avrei bisogno di dieci anni di psicanalisi e di un quintale di Prozac!”
“Il fatto che tu ammetta i tuoi limiti è davvero già tanto, parlerò con la fatina perché perfezioni il suo incantesimo. Non è sufficiente essere bella, avere dei bei vestiti e delle belle scarpe. Sono necessarie anche l’intelligenza e l’autostima per affrontare il mondo.” disse il Grillo deciso.
“Esiste una magia così?” domandò Cenerentola incredula.
In quel momento si sentì una musichetta stupida, credo di Raffaella Carrà, e apparve la fata, evidentemente infastidita:
“La magia fa tutto quel che vuoi tu bididibodidibu!”
“Eccola là! E’ arrivata! Dove avevi la testa la sera del ballo? Ti sei scordata un pezzo, senza cervello e senza autostima, a questa se la mangiano viva!” disse il grillo.
“Oh! Che sbadata! Bene, possiamo aggiungere quest’altro tassello. Però Cenerentola devi promettere che non piangerai più per ogni sciocchezza e soprattutto che non vedrai mai più Cento vetrine altrimenti l’incantesimo si scioglierà e tu diventerai una velina di Striscia la Notizia” disse la dolce fatina.
“Oh madre, ho sempre sognato di essere la velina bionda” disse Cenerentola.
“No, no, no. La ragazza non ragiona. Fai l’incantesimo e lascia perdere. Tu, Cenerentola, prometti e non ti preoccupare che andrà tutto bene” aggiunse il grillo supplichevole.
“Prometto, non guarderò mai più Cento vetrine e non piangerò mai più per le cose futili”.
La fatina iniziò così a canticchiare bididibodidibu mentre una luce fortissima promanava dalla sua bacchetta e l’aria si riempiva di profumi e colori:
“In questa testa vuota un cervello comparirà, l’autostima subentrerà e lo psicanalista sparirà!”
Quando la magia terminò Cenerentola rimase sola con il ranocchio, il quale era ancora in condizioni decisamente imbarazzanti. Lei non gli diede peso, montò sul cavallo e lo lasciò con un palmo di “naso”.
“Mondo trema, Cenerentola sta atterrando!”
Tornò correndo verso casa. Ora capiva che la sua felicità dipendeva soltanto da se stessa e che doveva solo smettere di essere così passiva e lamentosa.
Mentre realizzava questa verità per la strada incontrò il lupo cattivo vestito da nonna.
Cenerentola gli mostrò immediatamente il dito medio e scappò via soddisfatta. Giunta al castello, in reggicalze nero e perizoma, attese il rientro del suo principe. La stanza era immersa in un profumo di muschio bianco e in una musica avvolgente: “The look of love” di Diana Krall.
“Cosa ti succede cara?” ebbe il tempo di chiederle il principe, già molto soddisfatto per la vittoria della Juve.
“Buon anniversario” disse lei prima di tappargli la bocca con un bacio. Con al piede una vecchia scarpina di cristallo diede un calcio alla porta sulla cui maniglia dondolava un biglietto “Do not disturb” e da quel giorno visse felice e contenta.


Edited by Lavella - 1/12/2012, 08:42
 
Top
Lupoalfa
view post Posted on 20/11/2012, 21:49




Cara Lavella, mi è piaciuto da morire! Come ho detto in altri commenti, questi principi azzurri mi stanno proprio sulle scatole (così come la Juve) e vedo che molti la pensano come me.
Un racconto gradevole, simpatico e scritto con maestria.
Complimenti.
:) :) :)
 
Top
Lavella
view post Posted on 20/11/2012, 22:01




Grazie Lupo, ero indecisa se postarlo o no perchè non so se è adatto al concorso. Rileggendolo però mi faceva talmente ridere che mi sono detta: anche se dovesse essere escluso chi se ne frega, mi basta aver strappato una risata a tutti loro!
 
Top
francesca vernazza
view post Posted on 21/11/2012, 00:18




Ciao nella frase "lui ignorava" metterei "egli". A parte questo il racconto è scritto bene e lo trovo originale. :D
Mi piace l'idea che hai avuto di inserire alcuni elementi delle favole e di mischiarli.
Diventente l'immagine del principe che guarda la juve e gioca alla play. :D
In bocca al lupo!!!!!! :)
 
Top
davide2283
view post Posted on 21/11/2012, 08:42




Ahahah molto molto divertente...brava! Anche se non è una fiaba classica e non è adatta ai bambini...chissenefrega! A me è piaciuta, e ha una bella morale!
Scritto bene, c'è solo qualche d eufonica, per il resto bello stile frizzante e ironico!
Complimenti! :D
 
Top
missDFP
view post Posted on 21/11/2012, 08:45




Ciao Lavella,

a me ha fatto ridere un casino e il commento di Gongolo è una perla.
Ecco forse a raccontarla ad un bambino non è proprio il caso... ma ad un adulto senz'altro!

Da questo concorso comunque i principi azzurri ne stanno uscendo proprio male...

Ma questi nani? Magari imparare a fare due mestieri da soli?
Tra l'altro non sapevo che i rospi... vabbè, non importa.

Non ho molti commenti al testo da fare, forse qui:

CITAZIONE
Si tuffò su un letto e, dopo aver pianto disperatamente, si addormentò distrutta.

Più che tuffarsi avrei messo l'opposto, tipo: si distese con attenzione su un letto ... giusto perché i lettini dei nani me l'immagino un po' fragili se si sdraia un essere umano... e poi solo uno? Ma quanto è alta Cenerentola?

Invece qui:

CITAZIONE
“Esisterà una magia così?” domandò Cenerentola incredula.

avrei messo "Esiste" al presente, e al posto dell'Amoroso avrei messo Gigi d'Alessio (personalmente non mi piace nessuno dei due, ma lui mi sembra più malinconico), ma questi sono gusti personali.

Che dire? In bocca al lupo!

D.
 
Top
davide2283
view post Posted on 21/11/2012, 08:49




CITAZIONE
al posto dell'Amoroso avrei messo Gigi d'Alessio

È vero in effetti Gigi D'Alessio rende di più in fatto di depression! :D
 
Top
Esterella
view post Posted on 21/11/2012, 09:31




Brava Lavella. Un fiaba davvero divertente, scritta con un ritmo incalzante che la fa gustare dall'inizio alla fine. L'accostamento del mondo fiabesco alla quotidianità la rende molto moderna, forse non adatta ai bambini per alcuni particolari, ma semplicemente deliziosa.
A parte le d eufoniche trova che sia scritta molto bene. Complimenti.:wub: :wub: :wub:
 
Top
view post Posted on 21/11/2012, 09:34

Advanced Member

Group:
Member
Posts:
3,732

Status:


Spassosa, scanzonata, veramente orignale.
Mi ha fatto ridere.
E ridere fa bene al cuore.
Complimentoni.
 
Top
marcoad82
view post Posted on 21/11/2012, 11:41




Complimenti Lavella, mi è piaciuta un sacco! Pare che la pensiamo più o meno tutti allo stesso modo nei riguardi delle fiabe vecchia maniera, e questo non può che farmi piacere, i tempi cambiano e i principi azzurri se la prenderanno nel XXX...
Non conosco alcuni programmi e personaggi da te nominati, ma è colpa mia che non guardo la tv da anni e sono praticamente fuori dal mondo... comunque ho capito cosa intendevi. :)

CITAZIONE
Quando la magia terminò Cenerentola rimase sola con il ranocchio, il quale era ancora in condizioni decisamente imbarazzanti. Lei non gli diede peso, montò sul cavallo e lo lasciò con un palmo di “naso”.

non ho capito bene cosa intendevi dire qui...

playstation credo vada scritto attaccato

ottimo lavoro Lavella!
 
Top
bluninja636
view post Posted on 21/11/2012, 12:12




[QUOTE=Lavella,20/11/2012, 19:56 ?t=64002948#entry519592004]
<div style="float: left; margin-right: 10px"><div style="float: left; margin-right: 10px">Quella mattina Cenerentola era decisamente sotto tono. Era passato un anno dal giorno del suo matrimonio e molte sue aspettative erano state deluse. Si era svegliata presto con indosso una grandissima sensazione di fallimento. Il principe era già uscito.
Lui ignorava completamente la sua infelicità. Aveva giocato con la play station fino a notte inoltrata. Era andato a dormire quando lei già dormiva da un pezzo e se ne era andato prima che lei si fosse svegliata.
Si alzò, si stiracchiò e si accorse che sul comodino c’era un biglietto. I suoi occhi si trasformarono immediatamente in cuoricini: “Si è ricordato del nostro anniversario” pensò arrossendo. La felicità lasciò però presto il posto alla delusione: i suoi occhioni si riempirono subito di lacrime quando lesse il contenuto del biglietto: “Stasera non torno, gioca la Juve”. Le lacrime caddero pesantemente sul pavimento formando due grosse pozzanghere che lei asciugò con uno straccio intonando una deprimente canzone di Alessandra Amoroso.
Solo un anno prima aveva creduto alla storia di poter vivere felice e contenta. Ora ne era certa: era stata solo un’illusione. Odiata dalla matrigna, con due sorellastre che non le avrebbero mai perdonato di essere stata scelta come sposa di sua Maestà il Principe, odiata da tutte le donne del Regno per lo stesso motivo, non poteva che provare un profondo senso di solitudine;--
e-- il biondo principe non era altro che un uomo. Non aveva la sensibilità di comprendere questo disagio e neanche la capacità di colmare i vuoti di una vita priva di affetti. Se gli uomini fossero stati capaci di ciò,-- suo padre, per primo, le avrebbe evitato tante umiliazioni e non si sarebbe fatto soggiogare da quella donna-- verso-- la quale lui si era dimostrato un perfetto smidollato. Cenerentola aveva sperato che non tutti gli uomini fossero così privi di personalità come lo era stato suo padre e-- aveva aspettato il suo principe sognandolo a-- occhi aperti, cantando in coro con gli animali, sostenuta solo dalla sua fatina.
--Nonostante tutto, -- invece si era ritrovata in questo freddo castello, senza amici e con un marito praticamente sempre assente. Lei, povera Cenerentola, non poteva neanche protestare: “Hai dimenticato che fino a poco fa eri vicino ad un camino a ramazzare?",-- le rammentva lui di continuo--, "Io ho fatto di te una vera principessa e tu ancora non sei contenta?”
Forse invece di tuffarsi a capofitto in questa storia avrebbe dovuto trovarsi un lavoro, mollare matrigna e sorellastre e farsi una decina d’anni di psicanalisi. Ma non aveva avuto il coraggio--sufficente per farlo--. Aveva scelto la strada più comoda e-- ora si trovava in questo castello, più schiava di prima. Neanche i suoi amici topi potevano farle compagnia perché a palazzo erano vietati i topini.
Uscì di corsa dal castello, non riusciva a smettere di piangere e non voleva che la regina la vedesse in questo stato. Prese un cavallo e-- andò a farsi un giro per la foresta. Le lacrime le scorrevano pesanti sul volto schizzando sul viso di tutti i passanti.
Cavalcare l’aiutava a liberarsi. Cavalcò per più di un’ora fin quando non arrivò in una radura, dove sorgeva una minuscola e graziosa casetta: entrò e capì che ci viveva qualcuno. C'erano infatti sette piccole sedie impolverate, sette piattini sporchi, sette camice sporche e polvere e ragnatele dappertutto. Si tuffò su un letto e, dopo aver pianto disperatamente, si addormentò distrutta. Quando si svegliò accanto a lei c’erano sette nanetti che la guardavano sorpresi. “Come è bella” disse Mammolo, “Deve essersi persa” disse Dotto, “--Approfittiamone e facciamole dare una pulita alla casa!”-- disse Pisolo, “E’ già la seconda che passa di qui, quando ci siamo trasferiti in campagna non credevo che ci fosse così tanta topa” disse Gongolo.
Nel sentire le parole di Gongolo e nell’incrociare lo sguardo lascivo di Cucciolo, Cenerentola capì immediatamente di essere in pericolo, stare da sola con sette maschi così poco abituati alla vita sociale poteva essere imbarazzante, decise quindi di fuggire anche di lì.
Strada facendo incontrò un ranocchio. “E’ la svolta” pensò “lo bacio, si trasforma in un principe, lascio mio marito e scappo con lui!”.
Lo baciò. Il ranocchio si “emozionò” moltissimo ma purtroppo rimase ranocchio con grande delusione di Cenerentola che lo fissava sorpresa.
“Quando la smetterai di credere alle favole? E’ arrivato il momento di ristabilire un contatto con la vita terrena” disse una voce proveniente da un cespuglio. Era il Grillo parlante che l’ammoniva severamente: “Invece di piangerti addosso per tutta la vita avresti dovuto affrontare le avversità e reagire agli abusi. Riesci a comprendere che hai sempre sbagliato tutto? Hai lasciato che gli altri facessero di te quello che preferivano limitandoti a piagnucolare di tanto in tanto! Vergognati! Non ti è mai passato per la mente di assumere un ruolo attivo nella vita? Perché non hai mai dato la scopa in testa alla matrigna e-- alle sorellastre? Perché oggi non hai organizzato qualcosa per il tuo anniversario invece di aspettarti che lo facesse tuo marito?”
“La fai facile tu” disse Cenerentola “sono cresciuta con questa educazione, mi hanno raccontato solo favole di principi, principesse e castelli, ho subito dei traumi, non ho studiato, se bastassero le parole di un grillo per cambiare atteggiamento allora gli psicoterapeuti cambierebbero tutti lavoro. Per assimilare i tuoi insegnamenti, per metabolizzarli e farli miei avrei bisogno di dieci anni di psicanalisi e di un quintale di Prozac!”
“Il fatto che tu ammetta i tuoi limiti è davvero già tanto, parlerò con la fatina perché perfezioni il suo incantesimo. Non è sufficiente essere bella, avere dei bei vestiti e delle belle scarpe. Sono necessarie anche l’intelligenza e l’autostima per affrontare il mondo” disse il Grillo deciso.
“Esisterà una magia così?” domandò Cenerentola incredula.
In quel momento si sentì una musichetta stupida ed apparve la fata, evidentemente infastidita:
“La magia fa tutto quel che vuoi tu bididibodidibu!”
“Eccola là! E’ arrivata! Dove avevi la testa la sera del ballo? Ti sei scordata un pezzo, senza cervello e senza autostima, a questa se la mangiano viva!” disse il grillo.
“Oh! Che sbadata! Bene, possiamo aggiungere quest’altro tassello. Però Cenerentola devi promettere che non piangerai più per ogni sciocchezza e soprattutto che non vedrai mai più “Cento vetrine” altrimenti l’incantesimo si scioglierà e tu diventerai una velina di Striscia la Notizia” disse la dolce fatina.
“Oh madre, ho sempre sognato di essere la velina bionda” disse Cenerentola.
“No, no, no. La ragazza non ragiona. Fai l’incantesimo e lascia perdere. Tu, Cenerentola, prometti e non ti preoccupare,-- andrà tutto bene” aggiunse il grillo supplichevole.
“Prometto, non guarderò mai più “Cento vetrine” e non piangerò mai più per le cose futili”.
La fatina iniziò così a canticchiare bididibodidibu mentre una luce fortissima promanava dalla sua bacchetta e l’aria si riempiva di profumi e colori:
“In questa testa vuota un cervello comparirà, l’autostima subentrerà e lo psicanalista sparirà!”
Quando la magia terminò Cenerentola rimase sola con il ranocchio, il quale era ancora in condizioni decisamente imbarazzanti. Lei non gli diede peso, montò sul cavallo e lo lasciò con un palmo di “naso”.
“Mondo trema, Cenerentola sta atterrando!”
Tornò correndo verso casa. Ora capiva che la sua felicità dipendeva soltanto da se stessa e che doveva solo smettere di essere così passiva e lamentosa.
Mentre realizzava questa verità per la strada incontrò il lupo cattivo vestito da nonna.
Cenerentola gli mostrò immediatamente il dito medio e scappò via soddisfatta. Giunta al castello, in reggicalze nero e perizoma, attese il rientro del suo principe.
“Cosa ti succede cara?” ebbe il tempo di chiederle il principe, già molto soddisfatto per la vittoria della Juve.
“Buon anniversario” disse lei prima di tappargli la bocca con un bacio. Con al piede una vecchia scarpina di cristallo diede un calcio alla porta sulla cui maniglia dondolava un biglietto “Do not disturb” e da quel giorno visse felice e contenta.

Ciao, mi è piaciuta molto la tua versione revisionata in chiave moderna di Cenerentola, è divertente e si legge volentieri.
Mi sono permesso di fare un paio di modifiche.
Brava.
p.s. vedraia che se non lo ha già fatto, atropos ti rimanderà a settembre per vi delle "D eufoniche" e probabilmente ti esorterà a leggere il suo post a riguardo ;)
 
Top
Lavella
view post Posted on 21/11/2012, 21:11




@Davide Sono contenta che ti piaccia. Ho tolto le d eufoniche (acqua in bocca con Atropos). Gigi d'Alessio è stato promosso a pieni voti, anche se continuo a sostenere che anche l'Amoroso sia molto deprimente. Per restare sul musicale ci ho aggiunto una Raffa quando arriva la fatina ed una Diana Krall nella scena finale che merita un sottofondo musicale speciale.
@MissDFP il commento di Gongolo l'ho reso più soft. Forse era troppo per una fiaba! Sul letto l'ho fatta raggomitolare, che ne dici? Ho introdotto anche le altre modifiche che hai proposto. Grazie!
@Marco. Playstation corretta. Per quanto riguarda il ranocchio, essendosi "emozionato" a causa del bacio ha ancora il naso rosso.
@bluninja636 grazie per i preziosi consigli. Credo di averli colti tutti. La prossima volta segnala le modifiche con i colori. Ho avuto difficoltà ad individuarle (la cmiopia avanza). Spero non me ne sia sfuggita nessuna. Le d eufoniche sono scomparse.
 
Top
Atropos
view post Posted on 22/11/2012, 01:48




,,ma,,, ma,,, ,ma io ho scritto somaro mannaro pensando a me, agli errori che faccio e a come mi comporto :-)
,,,cmnq niente esami di riparazione per lavella, la fiaba mi è piaciuta non mi ha entusiasmato ma mi è piaciuta!,,, sono un po contrario nel mescolare le fiabe tra loro secondo me perdono di originalità, anche a livello di immagini visive : es. I nani, il grillo, ecc me li sono immaginati come i cartoon della walt Disney,,, ecco questo fa perdere un po ' di magia alla fiaba,,, come sempre esprimo un mio parere,,,
ho pensato, all inizio della fiaba, che la principessa fossi tu e il principe tuo moroso, non per farmi gli affaracci tuoi ma la partita alla play è sacra e l unica cosa per attirare l attenzione è dare fuoco alla miccia della dinamite,,, sotto le lenzuola
 
Top
missDFP
view post Posted on 22/11/2012, 10:28




Ciao,

il commento di Gongolo mi mancherà! Però se lo togli secondo me devi rivedere un attimo anche la frase dopo perché diventa meno comprensibile lo sguardo lascivo di cucciolo e il generale imbarazzo e perché lei si senta in pericolo.
Magari punterei sul fatto che di certo non avrebbe fatto la sguattera per i nani, visti i suoi precedenti.

Raggomitolare mi piace molto di più!

D.
 
Top
Lavella
view post Posted on 22/11/2012, 20:47




@Atropos In effetti la sera che ho postato il racconto stava guardando la partita della juve e la sera successiva giocava, dici che devo proporre alternative piccanti per farlo smettere? Vado a togliermi le pantofole, le scarpine di cristallo faranno il loro lavoro!
@missDEP ho solo sostituito la parola topa con la parola vita ma il commento è rimasto. Topa lanciava un segnale forte ma forse troppo!
 
Top
45 replies since 20/11/2012, 19:56   551 views
  Share