Abaluth - Scrivere, leggere, arte e cultura

I Pirati della luna - Piero Sardo Viscuglia

« Older   Newer »
  Share  
piero sardo viscuglia
view post Posted on 18/11/2012, 13:23




I PIRATI DELLA LUNA
La Vendetta del Mare

Tanto tempo fa, nella città Sconosciuta viveva un capitano molto cattivo di nome Giacomino. Voleva a tutti i costi dominare la terra. Fu così che, un giorno, venne a conoscenza dell’esistenza delle sette pietre magiche che avevano il potere di dargli ciò che chiedeva. Decise di cercare e trovare l’isola nascosta dalla Luna, lì la leggenda narrava si trovassero le mitiche Pietre.

“Portane ancora di sto buon vino” disse nostromo Carosello.
Era forse l’unico amico di capitan Giacomino: basso grasso e con la barba bianca, gli occhi incrociati e il naso quasi nemmeno si vedeva. Nel bene e nel male era sempre al suo fianco, tranne quando gli veniva suggerito di andare a farsi un goccetto di vino.
Mai poteva essere rifiutato dal nostromo. Tornava solo a tarda sera, più ciucco di prima.
Di certo non erano solo brutti ceffi a frequentare la locanda del Davide: tra i buoni era l’eroe Matteo. Si rifugiava in quel tugurio per riposarsi dopo un lungo andare per mari sconosciuti.
Con molta non curanza, il basso capitano dagli occhi rossi, molto amato dalle donne –pur se tanti difetti lo condannavano-, entrò in quel buco sedendosi sulla sua sedia: era piccola come il suo sedere, sgangherata, rotta e abituata a stare con quell’uomo.
Capitan Matteo ordinò il suo vino battendo, l’unica mano rimastagli, sulla spalla del suo amico; l’altra l’aveva persa anni addietro durante una lotta contro l’ultimo Kraken gigante nei mari del Sud.
Era da secoli che Davide non aveva sue notizie, tanto da chiederne spiegazione per la sua scomparsa.
“Ero in viaggio di nozze” fu la risposta secca del nostro capitano.
Subito furono interrotti nei convenevoli dalle urla del nostromo che voleva altro vino.
“Ancora… ancora… dobbiamo festeggiare, domani si parte”
Davide era un uomo paziente: non era altissimo, folta la sua barba lo rendeva rispettabile, soprattutto in quel luogo dove bastava poco per scaldare gli animi.
Ad ascoltare quelle parole c’era un mercante, Paolo era il suo nome. Da anni commerciava in quelle terre dimenticate e sugli inganni aveva fatto la sua fortuna. Era senza scrupoli, quando la prospettiva di guadagno lo folgorava, i suoi occhi neri sprizzavano idee a più non posso affinché quelle fortune si stendessero sulle sue mani sinuose e sempre ben curate.
Dall’alto del suo altezzoso ed elegante portamento, il mercante chiese, fingendosi affascinato da quelle parole, quale fosse la destinazione del loro viaggio.
Carosello, più che ubriaco, battendo le mani sul bancone –non era arrivato il vino che aveva chiesto-, rispose frettoloso “L’isola nascosta dalla Luna, lì capitan Giacomino diventerà il potente della terra”.
Paolo, incuriosito, continuò chiedendo come potesse, un uomo tanto crudele e spietato, diventare ciò che la bocca del nostromo aveva confessato.
La risposta ancora fu immediata e quasi profetica: “lì si trovano le sette pietre magiche”.
Capitan Matteo stava ascoltando con le orecchie tese. Non poteva permettere che l’ambizione di Giacomino dominasse la terra, doveva fermarlo a tutti i costi. Abbassando la voce e tirando a se l’amico Davide, chiese notizie su quell’isola. Matteo pregustava il profumo dell’avventura.
“La chiamano della Luna perché dicono si nasconda dietro la sua ombra”
Nessuno aveva avuto mai certezza sulla sua esistenza; erano sempre stati sogni disperati di uomini ambiziosi.
Matteo voleva trovarla a tutti i costi. Insistette con Davide perché gli dicesse quanto sapeva. Il nostro eroe era ansioso di cimentarsi in questo nuovo viaggio.
“Solo capitan Merulano ti può aiutare. Vive nella grande quercia magica al limitare della foresta nera”
Davide diede al nostro eroe l’unico luogo dove, forse, avrebbe ottenuto qualche risposta.
Ringraziato il suo fedele amico, Matteo si avviò alla ricerca dell’uomo che solo poteva indicargli la via.

A notte fonda, nel porto della città Sconosciuta, brutti ceffi eseguivano, con gli occhi chiusi dal sonno, gli ordini del maligno Giacomino. Caricavano la nave delle provviste necessarie al lungo viaggio, mentre il capitano attendeva irritato il ritorno del nostromo Carosello.
Mentre sfogava la sua ira andando su e giù per il ponte della nave, in lontananza iniziò a sentire la delicata voce del nostromo che, ubriaco, cantava a squarciagola.
“Carosello quante volte ti ho detto di non ciuccarti prima di partire, lo sai che soffrì il mal di mare”
Come se nessuno avesse emesso parola, Carosello continuò il suo stridulo canto da usignolo appassito.
“Canto ciuccato, ciuccato, ciuccato, vado a letto perché sono ubriaco…”
Tanto era brillo che riuscì a prendersi in fronte l’unica porta incontrata nel suo andare. Dolorante si rimise in piedi imprecando contro quell’asse di legno (sperava forse di ricevere le sue scuse).
Giunto a destinazione si arrese a terra preso da un sonno profondo.
Giacomino urlava più di prima; solo l’arrivo di una gran Dama lo rese docile come un coniglietto.
“Urli sempre mio bel tesoro”
Madama Margaret, dall’alto del suo accento torinese -con un lungo e attillato vestito nero che strisciava la polvere della nave, con gli occhi blu cobalto ad illuminarla, con la chioma argentea che le scivolava sulle spalle-, carezzò delicata il biondo uomo inferocito.
Felice di quella presenza, con lentezza, Giacomino chinò sulle ginocchia a baciare la mano della sua dama. Sperava portasse buone notizie, in realtà aveva la peggiore che il capitano poteva aspettarsi.
Il volto della Dama non era così tranquillo da ispirare la sicurezza cercata.
“Mio marito Matteo salperà al tramonto. Proverò a fermarlo ma… “
Sospese la frase la dama. Giacomino sapeva benissimo il perché di quella partenza improvvisa. Aveva saputo dei suoi piani e sapeva anche quale delle bocche dei suoi uomini non era rimasta cucita a dovere.
“Carosello” urlò.
Come se acqua gelata l’avesse riportato tra i vivi, il nostromo…
“Presente, ci sono… non sono stato io”
Nemmeno il tempo di aprire bocca per strimpellare quelle parole, che il sonno lo aveva riabbracciato.
Ricevuta la brutta notizia, Giacomino decise di salpare subito. Avevano da attraversare sette mari dato che non sapevano dove si nascondeva l’isola. Non c’era tempo da perdere.

Entrato nel bosco, capitan Matteo intraprese la sua solitaria ricerca di Merulano.
Dovette attraversare l’intera foresta prima di trovare le querce e, appena avvistate, fu difficile avere certezza di quale fosse la casa del vecchio capitano. Dopo ore di vagabondaggio si era accasciato all’ombra di una quercia a riposare.
“Finalmente! Ti stavo aspettando”
Un uomo dalla folta barba bianca, capelli lunghi, occhi di ghiaccio incavati e un naso che faceva prepotente la sua comparsa su quel volto, aveva parlato aprendo la porta alle spalle di Matteo.
Turbato si chiese come facesse a sapere del suo arrivo. Come se lo stesse leggendo nella sua mente, Merulano, ruotando l’occhio vitreo, aprì completamente la porta perché alla sua domanda fosse data risposta.
Dentro Davide lo scrutava nel suo completo marrone con su un gilet grigio tutto stracciato e penzolante.
L’amico percepì la domanda del capitano, voleva sapere cosa facesse in quel luogo; anche stavolta la risposta fu pronta e servita.
“Merulano è mio padre. Non ti ho detto dove trovarlo perché Carosello poteva sentire”
Disse il ragazzo, invitando capitan Matteo a rifugiarsi al caldo.
Sembrava di trovarsi nella locanda dell’amico: poco illuminata, piccola ma molto calda.
Per Matteo erano state troppe informazioni in un colpo solo. Il padre, come poteva essere lui se tutti sapevano fosse morto per mano di Giacomino.
Risposta molto semplice anche questa volta. Avevano preferito che tutti lo credessero morto così che, Merulano, potesse continuare indisturbato le sue ricerche alchemiche.
Matteo non aveva molto tempo, doveva fermare il suo più grande nemico. Chiese subito le informazioni necessarie per trovare l’isola, si era spinto fino al limitare della foresta proibita per sapere.
Merulano doveva agire. Prese il cappello a punta dall’armadio in cedro e declamò…
“Di stoffa sei fatto, dammi risposta, parla e dimmi dov’è l’isola nascosta”
In un batter di ciglio, il muto cappello prese la parola e rispose…
”Lontana nascosta l’isola è sorta
attraversa il mare blu là dove cielo non c’è più
segui la regina della notte ti porterà dove ci son le grotte.
All’Alba troverai ciò che di notte non avrai”
Dopo aver finito la sua parola, il cappello a punta tornò muto a posarsi sul tavolo e il silenzio tornò a dominare la stanza.
“Adesso è tempo che andiate. Davide parti con lui è tempo che si compia il tuo destino”
Dopo di ché il vecchio si congedò dai suoi ospiti.
Davide non capì le parole del padre ma presto avrebbe avuto le risposte che cercava.

Mentre la nave di capitan Giacomino solcava i mari antichi, si fermava su isole ignote e spesso pericolose, capita Matteo e Davide, tornati dalla foresta, avevano iniziato i frenetici preparativi per la loro partenza.
Matteo incitava i suoi uomini, al tramonto avrebbero spiegato le vele e levato l’ancora.
Non era solo Giacomino che lo voleva fermare, anche la moglie, Madame Margaret, nel tardo pomeriggio cercò di dissuaderlo. Lo accusava di volerla lasciare da sola ma, Matteo, non aveva poi tutta quella fiducia nella donna, tanto da nemmeno prendere in considerazione le sue parole.
“Cosa importa se lui prende il potere, noi vivremo in mare…”
Egoista come sempre, la Dama voleva la sua distruzione; Matteo lo aveva sposato solo per controllarlo, non aveva mai provato nulla per quel ragazzo.
Proprio in quel momento, il nostromo Rosa, donna che dall’aspetto non sembrava altro che un uomo, alta robusta, sembrava un armadio, occhi castani e pieni d’amore, intervenne rovinando ogni proposito alla giovane Dama Torinese.
Erano pronti a salpare, fu l’avviso, dopo di ché si ritirò nuovamente nelle sue amate cucine.
Matteo allontanò la sua consorte e, con gli occhi pieni e fieri della nuova avventura, era pronto a solcare nuovi mari alla ricerca del più grande dei tesori mai conosciuto, o forse dovrei dire sconosciuto.
All’allontanarsi di Madame Margaret, Rosa fece ancora capolino al fianco del suo capitano, ammonendolo: “come aveva potuto sposare una come quella”.
Capitan Matteo fece finta di non udire. Adesso la sua priorità era vivere il mare in quella che sarebbe stata la sua più grande impresa.
Quando il sole prese la via del tramonto diede l’ordine.
“Levate l’ancora” urlò “le sette pietre attendono”.

Giacomino e la sua ciurma navigavano. Nulla all’orizzonte che potesse essere la loro isola.
Si imbatterono in mostri mai visti, in lumaconi giganti nell’isola della Lumaca Andante; in fantastici paesaggi disegnati da vulcani incandescenti che spruzzavano lava e polveri.
L’isolotto che più li fece tremare fu l’Isola della Fame. Credevano fosse quella giusta e lenti si incamminarono per esplorarla.
Carosello trotterellava davanti a tutti finché non si imbatté nella bocca di una grotta: “ci siamo” ululò.
Temerario come pochi, capitan Giacomino lo spinse ad entrare per primo. Aveva sempre avuto paura del buio e quella grotta sembrava più buia dello stesso buio.
Il nostromo, pietrificato da quell’ordine, accese una torcia e con passettini piccoli entrò.
Il silenzio era il padrone. Solo russare di pipistrelli e un continuo masticare. Alzò la torcia e rabbrividì.
Un mostro con un solo occhio, sette orecchie, quattordici bocche e un lungo capello spesso nel centro della fronte lo scrutò.
Nemmeno il tempo di urlare aiuto che già correva sulle sue piccole e tozze gambe.
Nel vederlo bianco come un cadavere, Giacomino corse più che poteva e con lui l’intera ciurma.
Era ancora l’isola sbagliata. Avevano l’impressione che la tanto agognata Isola non esisteva. Il morale della ciurma stava basso, scoraggiati e impauriti tornarono a navigare verso una nuova rotta.
“Speriamo sia quella giusta…” si riprometteva capitan Giacomino ormai stanco.

Dopo un viaggio durato quasi una settimana, capitan Matteo e la sua ciurma, navigavano tranquilli nell’oceano blu. Era in quel mare che si nascondeva l’isola.
La notte giunse quasi subito; tutta la ciurma scrutava il buio della notte per cercare ciò di cui parlava il cappello. La Luna era lì, dovettero seguirla, così come la profezia diceva, finché giunse la nuova Alba.
“Capitano venga a vedere”
Disse Nicolai, fedelissimo del buon Matteo –alto magro sempre in ordine con i capelli raccolti, occhi profondi e penetranti-, vedendo un’isola sorgere dietro la scomparsa della Luna.
Appariva maestosa nella sua silente assenza visibile e impalpabile.
“Ci siamo” pensò Matteo con gli occhi lucidi per quella visione.
In un batti baleno, giunsero su quella sporgenza che usciva dalle acque; scesi dalla nave, si inoltrarono nel bosco che circondava una grande casa su una collina.
“Benvenuti sull’isola Nascosta”
Una splendida donna nel vederli arrivare li accolse calorosa. Una lunga veste bianco argento la ricopriva e una corona di meteore di Luna la rendeva regina. Pelle dal candore simile alla neve e vellutata come seta raccoglieva occhi verdi come smeraldi. Le mani intrecciate sul grembo: la donna sembrava aspettarli.
“Voi chi siete?”
Matteo si chinò a baciarle la mano ammaliato da tanta bellezza.
“Sono Lucia, la proprietaria dell’isola Nascosta. Cosa vi ha spinti a cercarmi?”
Bastarono poche parole per spiegare alla donna cosa stesse succedendo. Sapevano tutti che erano lì per fermare Giacomino dal suo malvagio obiettivo.
L’isola aveva il suo custode e Lucia li condusse proprio a lei. Solo l’eterea essenza di Lisi, figlia della Luna e da essa generata a custodire il prezioso scrigno, poteva spiegare cosa fossero le sette pietre.
Scesa una scala in pietra, che costeggiava il dirupo sul mare –un dirupo con sette grotte scavate nella roccia-, i nostri eroi giunsero ad una capanna di legno; entrarono. Il calduccio veniva dal camino scoppiettante e l’accogliente aria di casa li fece stare bene.
Lucia chiamò al suo cospetto il custode, perché si mostrasse ai nostri amici in tutta la sua fierezza. Mostrarsi all’uomo la rendeva vulnerabile e bisognosa di protezione.
“Il destino di Lisi sta compiendosi e con esso quello del mio Davide” pensava Lucia guardando il giovane Davide, dalla folta barba, accanto a lei.
Dal nulla apparve la custode delle sette pietre del desiderio.
“Eccomi a voi, mia signora”
Una donna di verde vestito comparve al cospetto dei nostri amici. Lunghi capelli svolazzavano nell’aria tiepida di quell’alba, occhi di cristallo scrutavano tutto intorno… non toccava terra, era sospesa con i piedi nudi che ondeggiavano.
Era lì per spiegare il loro compito, cosa fossero le pietre. Mentre si accingevano a conoscere, sull’isola arrivava capitan Giacomino.
Bastò solo lo sguardo di Lucia perché Matteo capisse la gravità. Organizzò subito la difesa dell’isola dando il compito al fedele Nicolai. Non c’era tempo da perdere.
La giovane custode riprese la parola, svelando l’ultimo dei segreti delle sette pietre.
Le sette pietre avevano il potere di concedere tutto quel che gli veniva richiesto ma, se solo una di esse, fosse stata usata per scopi malvagi, sarebbero scomparse e con esse la pace.
Matteo capì che le sette pietre non dovevano assolutamente essere usate da Giacomino.

Capitan Giacomino era convinto che il suo potere sarebbe diventato insuperabile; guidava fiero la sua ciurma sgangherata verso le grotte del tesoro tanto cercato.
Giunto vicino alla prima grotta, Giacomino dovette schierarsi, i marinai di capitan Matteo erano pronti a difendere l’immenso tesoro. Anche Lucia e il custode presero parte alla battaglia.
Lisi credeva di poterli fermare, ma non ebbe successo contro la dama Oscura, Madame Margaret la bloccò.
“Taci! Stupido essere. Lascia che il mio tesoro diventi potente”
Con un rapido movimento delle dita, lasciò che la vita della custode terminasse. Matteo era pietrificato da ciò che vedeva: la sua amata era la dama Oscura.
Lucia e Davide si nascosero osservando come le due ciurme si affrontavano.
Giacomino si inoltrò lungo la via verso le grotte magiche. Matteo era sotto l’influsso della sua donna, non riusciva a muoversi.
“Del mignolo il potere, dal pollice la spada, sia distrutta adesso la malefica Dama”
Davide aveva vinto la paura; per difendere il suo eterno amico, aveva trovato la forza. Guidato dagli insegnamenti del padre, inflisse alla Dama la giusta punizione. Con un urlo la perfida donna si accasciò a terra priva di qualsiasi linfa vitale. Matteo fu libero.
“Corri, Giacomino vuole il potere”
Matteo svegliatosi dal suo incubo, corse alla grotta. Erano alla resa dei conti.

L’ultimo segreto stava avendo voce.
“Figlio mio! Sei tornato per prendere ciò che è tuo di diritto” Lucia parlava guardandolo.
Davide la guardava con le lacrime agli occhi. Capì tutto. Avevano dovuto mentire per proteggere il suo futuro, il suo destino.
Il giovane non capiva ancora quale fosse, come potesse lui, privo di ogni potere, riuscire a vincere e a diventare quanto la madre gli stava raccontando.
“Eliminando chi ha ucciso Lisi, hai ottenuto il potere della pietra del ghiaccio rosso; sta a te far sì che risorga nelle tue mani”
Davide non sapeva nulla della pietra del ghiaccio rosso; conosceva quelle del vento, sole, acqua, terra, aria, Luna, fuoco, ma non aveva mai sentito parlare della pietra di cui parlava la madre.
“Il tuo potere è unirle in una e renderle potere supremo”
Convinto, entrambi corsero alla grotta del vento per compiere il destino cantato.
Giunti nel luogo designato per lo scontro finale, trovarono i due capitani in lotta. Giacomino stava per infliggere un duro colpo a Matteo quando, come una furia, a difendere il suo grande amore corse la graziosa Rosa; proprio lei ricevette il colpo. Matteo rimase fermo ad assistere alla sua scomparsa. Non capiva perché l’avesse fatto.
Rosa, prima di chiudere gli occhi “cosa sono io senza di te? Davvero non hai capito perché ti sono sempre stata vicina…”. La sua voce smise di essere sentita.
Il potere di quel grande amore, aveva bloccato il tempo. Giacomino stava inerme con la spada a pochi centimetri dal nostro eroe e Matteo immobile rimaneva bloccato sotto Rosa.
Davide decise che era arrivato il momento di agire e prendere in mano il suo destino.
"Vento, sole, acqua, terra, aria, Luna e fuoco.
Chiamo in aiuto le sette pietre perché si svelino dalle segrete
per coronar la pace di rosso accese"
Come chiamate da una calamita, le sette pietre apparvero nelle mani di Davide unendosi nell’unica pietra del ghiaccio rosso. Dalle sue mani si sviluppò una forte energia e da esse nacque l’essere supremo “la Fenice d’argento” che volò nella grotta per poi cadere nelle mani del giovane unendosi ad esso.
Davide fu investito del supremo ordine e dal nulla la sua veste ricadde a coprirlo con un manto d’argento rosso. Era pronto, doveva agire.
"Ogni cattivo privato sia della forza, perché il suo male si chiuda dietro la Porta"
Le sue mani, ancora, emisero un fascio di luce che costrinse ai piedi Giacomino.
Il tempo riprese a scorrere mentre il malvagio capitano si dava alla fuga.
Matteo piangeva la sua amata Rosa e Davide, il custode della pietra del ghiaccio rosso, decise che da quelle lacrime sarebbe germogliata nuova vita.
Mosse a destra, poi a sinistra a formare un cerchio e poi declamò…
"Sveglia dal sonno improvviso arrivato, la donna… che tanto ha amato"
Qualche istante dopo Matteo e Rosa si abbracciavano felici, sicuri che ogni dolore fosse passato e che nel mondo sarebbe tornata a splendere la tranquillità di un tempo.

Era momento di tornare.
Davide doveva rimanere su quell’isola e viverla con il potere che lo dominava.
Lucia poteva ricongiungersi a capitan Merulano e coronare quell’amore che, un tempo, li aveva uniti dando vita a quell’unica creatura che sarebbe stata Luce per un nuovo mondo.
Capitan Matteo aveva capito: la Gran Dama Torinese non era mai stata sua, mai quanto poteva veramente esserlo Rosa.
Tornati nella città Sconosciuta, racconto rimasero le avventure di capitan Matteo e della sua ciurma.

Edited by piero sardo viscuglia - 22/11/2012, 22:16
 
Top
roxy901
view post Posted on 18/11/2012, 14:48




Troppi errori di ortografia (ad esempio la lettera maiusola nei dialoghi e nei nomi). Alcune frasi... bhe faccio fatica a capirne il senso. Tanti dialoghi (e parti, forse tutto l'inizio ahah) che potevi evitare. Allungano il brodo, però non sono strettamente necessari. E poi... d'improvviso trovano ste pietre!
No no.... ci potresti scrivere un libro, non una semplice fiaba. Ora cel'hai presentata qui, ok, ma quando hai tempo potresti anche pensare a scrivere un libro ahah bella trama. Bravo!
 
Top
marcoad82
view post Posted on 18/11/2012, 15:28




Non l'ho ancora letta, ma ti dico già che sfori dalle 20000 battute
 
Top
view post Posted on 18/11/2012, 18:15
Avatar

Member

Group:
Member
Posts:
660
Location:
Milano

Status:


21614 caratteri, spazi e titolo compresi
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 18/11/2012, 18:58
Avatar

Member

Group:
Member
Posts:
660
Location:
Milano

Status:


Non riesco a trovarne pregi, solo difetti. Mi dispiace. I principali:
- convenzioni tipografiche cervellotiche per i dialoghi: minuscole per inzi di battuta, a capo prima del verbo reggente ("disse" et simila), punteggiatura casuale
- troppi personaggi introdotti in poche righe, arrivo di altri personaggi senza mostrare le relazioni con quelli già noti.
- lessico inappropriato: il nostro eroe svanì alla ricerca di Merulano, i marinai di capitan Matteo che minavano l’avanzata, Nicolai saltò alla ressa contro il mercante Paolo, e altri.
- troppo materiale narrativo compresso in poco spazio, a mio parere alla rinfusa. Se è una scelta stilistica non la condivido.
In conclusione: una fiaba da rivedere profondamente.
 
Web Contacts  Top
Atropos
view post Posted on 19/11/2012, 03:17




Io amo i pirati,,, me li puoi presentare in tutte le salse e sta sicuro che mi conquisterai, questo per dire che la storia mi è piaciuta,, forse qua e la c'è qualche minuscola omessa o maiuscola di troppo, mentre lo leggevo trovavo pure simpatico imbattermi in queste forse sviste, anche xk trovandosi all 'interno dei dialoghi mi immaginavo che chi parlasse rimarcava o meno la parola,,, i personaggi sono carini,mi sarei soffermato maggiormente nelle loro descrizioni xk si sa che i pirati sono affascinanti e forse la magia di questa storia sta proprio rinchiusa nei personaggi,,,, anche l 'isola avrei cercato di complicare con un po ' di magia il suo ritrovamento,,,,ecco se ti dovessi trovare in difficoltà x il limite di 2oooo caratteri io toglierei il paragrafo dell isola della fame,,, simpaticissima ma sacrificabile ai fini del regolamento,,, magari poi ti salta posto per le descrizioni piratesche,,,

,,,non ho capito xk c'è il sottotitolo. La vendetta del mare,,, non ho trovato analogie col racconto,,,forse fa parte di un racconto molto più lungo,,, e forse è così che si spiegano que capoversi in più frutto di un taglia incolla,,, booooh cassus tui
 
Top
piero sardo viscuglia
view post Posted on 19/11/2012, 12:01




Rispondo subito a Atropos, il sotto titolo è stato voluto dai bambini con cui l'abbiamo creata. il linguaggio che ho usato si mischia a quello che loro avrebbero voluto inserire, anche risultando a volte incomprensibili. ho cercato, sfruttando le idee che io proponevo loro, di giocare su cosa loro sarebbero stati in grado di cavare con le loro menti, che poi ovviamente io ho assemblato come ritenevo più opportuno. L'isola della fame come anche tutti i personaggi sono stati scelti e creati da loro, io ho solo posto la storia e accentuato qualcuno invece che qualche altro. diciamo che l'abbiamo scritta insieme io e loro e ne vado fiero anche se poi in realtà loro davano delle minuzie di idee che ho rielaborato.
si atropos concordo con te che qualcosa si potrebbe eliminare e cmq allungare, ma come hai precisato non sarei rientrato nelle 20000 battute, già così sto proprio a pelo, dovrebbero essere circa 19500 credo o meno...
cmq grazie
ah per rispondere a tutti, le maiusole di inizio paragrafi io le avevo inserite maiuscole, ma nella trasposizione testuale me le ha annullate e quindi le ho ricorrette una per una... grazie per la segnalazione, non lo avevo nemmeno notato...
 
Top
Atropos
view post Posted on 19/11/2012, 12:07




:woot: che bell idea progetto storia!
,,,credo che un racconto con questo bigliettino da visita,da parte mia assuma ancora più valore,,,, complimenti alle piccole menti e anche a quella grande
 
Top
piero sardo viscuglia
view post Posted on 19/11/2012, 12:21




mi spiegate perchè ho corretto le lettere di inizio battuta in maiuscole e queste sono di nuovo tornate minuscole? l'ho già fatto due volte.. PRECISO NON SONO IO AD AVERLE MESSE IN MINUSCOLO di nuovo...
 
Top
marcoad82
view post Posted on 19/11/2012, 12:28




Non la faccio tanto lunga: sono partito col presupposto che un professionista di livello eccelso quale tu ti sei definito mi avrebbe offerto la lettura di un capolavoro mirabolante. Purtroppo questa mia aspettativa è stata tradita poche righe dopo l'inizio. Ho pensato che probabilmente non eri stato bene durante la stesura, per questo la punteggiatura e gli a capi erano stati gettati sul foglio come da un secchio! Impossibile leggerlo. Poi ho pensato: ma se lui non si è dato il disturbo di controllare le maiuscole, la punteggiatura e nemmeno la lunghezza del testo... perché dovevo infliggermi il tormento di questa lettura scalcagnata? Ho cercato di proseguire fino alla fine... ma sui tre quarti ho gettato la spugna. la pressapochezza con cui è stata gestita la formattazione e la punteggiatura (anche la grammatica a dire la verità), non mi consentiva di seguire la trama. Mi si prospettavano due possibilità, cioè ricominciare da capo e concentrarmi più a fondo nella lettura, o lasciar perdere. Ho lasciato perdere.
Sarei stato più indulgente se tu fossi stato più modesto. Questa non è una punizione, ma mi sono semplicemente attenuto alla realtà senza addolcirtela.
 
Top
Atropos
view post Posted on 19/11/2012, 13:06




Il consiglio che ti do è copia tutto il testo corregilo su un foglio doc o chi per esso, ricopialo e ripostalo,,, io faccio così e non ho problemi

Se invece vuoi agire direttamente da qui a me si cancella subito e devi essere veloce a scriverci sopra qualsiasi lettera che poi dovrai cancellare,,,, non so se mi sono spiegato ma più di cosí non saprei come aiutarti
 
Top
bluninja636
view post Posted on 19/11/2012, 15:29




Ciao, la trama del tuo " racconto" aveva e ha potenzialità, a mio parere dovresti rendere più semplici e meno fitti i dialoghi e introdurre meglio i vari personnaggi.Frasi come :"Tanto tempo fa, in una città sconosciuta al mondo conosciuta dai cuori di mare", le ho trovate un pò legnose e poco chiare.
Ti consiglierei di rileggerlo e semplificarlo un pò alleggerendolo, anche per rientrare nei termini del bando.
Riassumendo: bella la storia (un mix tra peter pan con capitan uncino, pirati dei caraibi e dragon ball con le 7 sfere del drago), bello l'intento di coinvolgere dei bimbi ma rivedrei la grammatica e la punteggiatura.Più scorrevole è il racconto, più facilmente e volentieri si legge.
Mirabile l'intento.
,
 
Top
Esterella
view post Posted on 19/11/2012, 17:23




Sì ci sono tante idee interessanti in questa fiaba che stuzzicano la fantasia. Probabilmente hai avuto problemi nel postare perchè altrimenti non si spiegano tutti gli errori che sono presenti nel testo. Rivedila dai e cerca di rimetterla a posto altrimenti sembra una ragazza carina, ma piena di brufoli. :wub: :wub: :wub: :wacko: :cry:
 
Top
Lupoalfa
view post Posted on 19/11/2012, 18:14




Il racconto sarebbe anche carino, ma scritto così è quasi illeggibile, per gli errori, le espressioni sbagliate, la punteggiatura approssimativa, ecc. Ho letto che l'hai scritto con dei bambini: ancora peggio, perché ai bambini abbiamo il dovere di insegnare a scrivere e non a essere approssimativi.
Ci sono dei "che" con l'accento, un "la" senza accento, "isolotti passavano accanto alla nave ma nessuna di esse...", "la ciurma... fuggirono", "la pietra costrinse ai piedi Giacomino", "era momento di tornare", ecc, ecc.
Le maiuscole indesiderate ci sono perché vai a capo in modo sbagliato.
 
Top
view post Posted on 20/11/2012, 08:39

Advanced Member

Group:
Member
Posts:
3,732

Status:


Anche io ritengo buona la trama e l'intenzione ma non il linguaggio.
Il racconto è lungo, lo snellirei ed userei un linguaggio più semplice e più corretto grammaticalmente.
 
Top
36 replies since 18/11/2012, 13:23   618 views
  Share