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Il Parco dei divertimenti - Patrizia Benetti

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davide2283
view post Posted on 12/11/2012, 14:02




CITAZIONE (patrizia benetti @ 8/11/2012, 17:47) 
Il Parco dei divertimenti

Una limpida sera estiva, Max ed il suo furetto Crusca, (no virgola) si recarono nel grande Parco dei divertimenti. Là (virgola) grandi e piccini potevano gustare prelibate leccornie, andare sulle giostre e(virgola) soprattutto, godersi un bellissimo spettacolo all’aperto.
Alle nove di sera, dopo un rullo di tamburi ed (d eufonica) uno squillar di trombe, sul palcoscenico appariva (apparì) Gastone, il bravo presentatore. Sfoggiava uno sgargiante frac rosso e un sorriso smagliante.
Max osservò divertito le esibizioni di mimi, giocolieri e saltimbanchi.
Ai margini del Parco c'era poi una solitaria orfanella. Il suo nome era Allegra. Aveva capelli crespi e corvini, un volto delicato dai lineamenti regolari, pallido (virgola, se no sembra che i gatti selvatici siano pallidi) e impaurito come quello di una gatta selvatica.
I suoi occhi di colore diverso, l'uno azzurro e l’altro marrone, facevano paura alla gente. Si tenevano tutti alla larga da lei perchè pensavano che (puoi eliminare il che) fosse una strega.
Perciò la bambina trascorreva le giornate seduta sui gradini esterni di una piccola abitazione deserta e traballante, nella quale si rifugiava la notte in compagnia di una consunta bambola di pezza. Allegra non poteva entrare nel Parco e (quindi) lo guardava da lontano, da dietro una (apostrofo) arrugginita rete di metallo.
La gente non era cattiva, ma aveva tanta paura (meglio: aveva solo tanta paura) perchè, da qualche tempo, ben sette giovani erano misteriosamente spariti dal paese. E (toglierei la e) un'antica leggenda diceva che la strega Perfidia, gelosa dell'amore e della gioia altrui, rapisse le persone e le imprigionasse nei bui e tetri scantinati della sua vecchia casa in mezzo al bosco. Nessuno sapeva che faccia avesse quella malvagia creatura, perciò tutti coloro che erano un po' "diversi", venivano guardati con sospetto e messi in disparte (meglio: ed emarginati: così i bambini imparano pure qualche parola nuova).
Max tentò di parlare alla bella Isabel, la ballerina di cui era segretamente innamorato da tanto tempo. “Ciao”, disse semplicemente e poi rimase lì, col fiato sospeso (virgola) ad osservarla.
“Salve”, rispose lei garbatamente. C’era un forte vento di tramontana e la ragazza tremava per il freddo.
“Ti ho portato un tè caldo”, le disse Max (virgola) allungandole la tazza fumante.
"Che pensiero gentile!”. Isabel guardò con riconoscenza il bel ragazzo che andava ad applaudirla ogni sabato sera. Però era la prima volta che le rivolgeva la parola, perché temeva il suo rifiuto. (questo è il pensiero di chi? sembrerebbe di Isabel, ma ella non sa che lui è innamorato. Se invece è di Max dovresti andare a capo)
Ma quando Max le spiegò i suoi sentimenti, la fanciulla gli aprì il cuore e accettò il suo amore. (ehhh bastasse anche nella realtà...)
Che bella coppia! La graziosa, minuta Isabel (virgola) e Max, lo spilungone dai folti riccioli neri.
La strega Perfidia era verde d'invidia. Tutto quell'amore, quella gioia, quei buoni sentimenti la fecero infuriare (meglio: l'avevano fatta infuriare). Ciò che aveva visto era troppo! Doveva escogitare un piano per rovinare la festa non solo ai due fidanzatini, ma a tutti gli abitanti di quel tranquillo e pacifico paese.
Una sera Allegra, la piccola orfana relegata nella sua infelice postazione, osservò con stupore il curioso animaletto appollaiato sulle spalle di quell'alto giovanotto. Anche il furetto fu attratto da lei. S’inerpicò sulla rete che li divideva e si lasciò accarezzare dalla bambina. Max si girò di scatto per rendersi conto di cosa stava succedendo e la ragazzina si spaventò, ritraendosi.
“No, non andare via”, la supplicò il giovane, “Lui è Crusca (virgola) ed (d eufonica) io sono Max”.
Allegra sorrise rincuorata, presentandosi a sua volta. Le sembrava così strano di aver trovato qualcuno con cui parlare. I suoi grandi occhi tristi sprizzarono improvvisamente gioia. Anche Isabel la salutò, facendole ciao con le mani. Ciò scaldò il cuore e strappò un sorriso alla solitaria ragazzina.
“Come si chiama la tua bambina?”, le chiese Max.
“Cosa? Oh, la mia bambola. Dolly”.
“Ti piacerebbe averne un’altra?”.
Allegra osservò la sua vecchia, consumata compagna d’avventura e la pettinò per renderla più presentabile. “Sì, mi piacerebbe. Però non dovrò buttare la mia Dolly, vero?”.
“No. Certo che no!”, si affrettò a dire Max.
“Allora sì, ne vorrei anche una bionda”, replicò la ragazzina prima che lo straniero (perchè straniero? forse è meglio dire sconosciuto) potesse cambiare idea.
“Benissimo. Provvederò al più presto”, disse lui strizzandole l’occhio in segno d’intesa. All’improvviso però, (no virgola) si accesero le luci del palco e dopo un rullo di tamburi ed (d eufonica) uno squillar di trombe, fece il suo ingresso il presentatore Gastone. Dopo il solito, divertente discorso d’apertura, si apprestò a presentare il primo artista della serata. “Signore e signori, ecco a voi l’inimitabile Benito con il suo inseparabile compagno Buffalmacco!”.
La folla applaudì entusiasta. Trascorsero tre lunghissimi minuti e Benito ancora non si vedeva. Gastone era tesissimo e sudava vistosamente. Gli artisti lo cercarono ovunque, ma del ventriloquo non c’era traccia. Era sparito nel nulla! Il brusio della folla aumentava. Il presentatore in frac rosso allora chiamò sul palco le danzatrici del ventre.
La gente ricominciò ad applaudire ma neppure le ragazze si presentarono. Erano corse via, insieme agli acrobati, a cercare il povero Benito. Da vent’anni a questa parte non era mai mancato una sola sera. E poi l’avevano visto aggirarsi all’interno del Parco fino a dieci minuti prima della sua chiamata in scena.
La nana Gelsomina si mise a piangere ed urlò: “La strega ha fatto sparire Benito con un sortilegio!”.
La gente, allora, rivolse lo sguardo verso Allegra, la strana orfana dagli occhi diversi e si diresse compatta e minacciosa verso di lei.
“Lasciatela stare. E’ solo una bambina. Come potete pensare che sia una strega?”, urlò Max alla folla. Intanto però Allegra era già fuggita via, veloce come il vento.
Pian piano il grande Parco dei Divertimenti si svuotò. Gli acrobati, gli equilibristi, i nani e le ballerine erano andati tutti alla ricerca del loro sfortunato amico. Gli spettatori non se la sentivano più di stare lì ora che Benito era in pericolo, perciò rincasarono a capo chino. Che brutta serata! La strega invidiosa aveva proprio rovinato la festa a tutti. L’ultimo ad andarsene fu Gastone, che rimase ancora un po’, a piangere calde lacrime mentre le luci del palcoscenico si spegnevano per sempre.
Max si era perso tra la folla e non trovava più la sua Isabel. Dov’era finita la bella fanciulla? Era partita alla ricerca di Benito insieme agli altri artisti, oppure era finita anche lei nelle grinfie della strega invidiosa?
Max vagò tutta la notte, alla ricerca del suo grande amore, ma non lo trovò. Quando la stanchezza scese su di lui, fino quasi a fargli chiudere gli occhi, il giovane si arrese e, sconsolato, si diresse verso casa. Anche Crusca, solitamente vivace e giocoso, ora era triste e silenzioso. Max si coricò ma non chiuse occhio. Il furetto, che si era appisolato ai piedi del letto dell’amato padrone, si svegliò di soprassalto.
Avevano bussato alla porta e Max corse ad aprire. Erano appena le sei della mattina. Sulla soglia apparve una bella gitana, coi capelli e gli occhi neri come carbone. “Sono Manuela, l’incantatrice di serpenti. Mi manda Isabel. Ti porto da lei”, disse la ragazza.
Max sorrise rincuorato e fece per seguirla ma Crusca si appostò davanti alla giovane donna con fare ostile e le ringhiò contro.
"Perdonalo. Non ha mai fatto così”, si scusò il padrone. Il furetto allora gli si parò davanti per non farlo andare via, ma Max non colse il suo disperato avvertimento. Riuscì con difficoltà a liberarsi del suo invadente amico peloso e se ne andò, sbattendo la porta, insieme a Manuela.
Camminarono a lungo, a passi svelti. Solo quando furono in prossimità del bosco maledetto, il giovane capì di essere caduto in un tranello. Già. La bella incantatrice di serpenti altri non era che Perfidia, la strega invidiosa. Ora la vecchia millenaria appariva in tutto il suo orribile aspetto. Aveva pochi capelli, tante rughe, un lungo naso adunco, la bocca priva di denti ed (d eufonica) uno sguardo cattivo. Inoltre era vestita di polverosi stracci neri.
Max indietreggiò per la paura. “Che cosa vuoi da me?”, le chiese, “E dove sono Isabel e Benito?”.
“Quanta fretta, giovanotto”, rispose Perfidia ridacchiando. Poi lo costrinse ad entrare nella sua sgangherata casa: “Come sei pallido!”, esclamò osservandolo con i grandi occhi neri come carbone. Quindi prese una bottiglia e gli versò uno strano liquore in un bicchiere di cristallo. “Bevi. Questo ti scalderà e ti farà tornare un bel colorito sulle guance”.
Intanto si udirono sussurri, e lamenti provenire dalla cantina.
“Chi c’è laggiù?”, chiese Max allarmato.
La strega ridacchiava e non rispondeva. Si divertiva a tenere sulle spine il giovanotto.
“Bevi!”, ordinò Perfidia e Max ubbidì. Bevve quel nettare leggermente asprigno, che sapeva di frutti di bosco. Poi cominciò a ridere come un matto, mentre la stanza gli girava vorticosamente intorno. Era diventato improvvisamente allegro, ottimista, su di giri.
“Ti piace, vero? L'ho fatto io, con le mie mani.”, disse lei con voce stridula. Ad (d eufonica) un tratto si udì un rumore di vetri infranti. La strega si girò di scatto e vide che una gazza era entrata nella sua casa. “Via. Sciò!”, urlò.
“No, lasciala stare. E' così bella”, brontolò Max continuando a ridere. La gazza cominciò a volare nella stanza, bella ed elegante. Poi, come per magia, si trasformò, assumendo le sue vere sembianze. Il volatile altri non era che Allegra. Una strega ed (d eufonica) una fatina a confronto, una di fronte all'altra si contendevano il bel Max, lo spilungone dai folti riccioli neri e dai profondi occhi verdi. Il suo destino era nelle loro mani. A lui non restava che attendere la sua sorte, incrociando le dita.
“Aiutami Allegra!”, esclamò il giovane implorando l’orfanella.
“Ci puoi contare! Hai un debito nei miei confronti. Rammenti la bambola che mi hai promesso?”, disse lei strizzandogli l’occhio.
“Certo!”, rise Max speranzoso.
“Che cosa state blaterando voi due?”, gracchiò la strega e poi si avventò sulla bambina con le unghie lunghe ed affilate.
Allegra schivò più volte gli affondi di Perfidia. Due guerriere lottavano, senza esclusione di colpi, davanti all'incredulo Max.
La vecchia si stancò presto e si fermò. La ragazzina la fissò ridendo e facendola infuriare. Perfidia allora si rialzò di scatto, ma non era ben salda sulle ginocchia che le facevano giacomo giacomo. Alla sua veneranda età tutto quel saltare e duellare le procurava il fiatone. Perciò chiamò come alleata la magia. La strega invidiosa chiuse gli occhi, strinse i pugni, contò fino a cinque e poi, puff, sparì.
Max e Allegra si guardarono attorno allarmati. Ma ecco la vegliarda riapparire sotto forma di... freccia! Sì, una lunga freccia arrivava all'improvviso, velocissima, puntando verso il cuore dello spilungone innamorato. Allegra doveva correre ai ripari. Così afferrò il coperchio di un pentolone che sbuffava sulla stufa e lo usò come scudo. Poi si parò davanti a Max e la freccia si conficcò nel coperchio. Pericolo scampato! Perfidia si arrabbiò ancora di più. Cominciò a grattarsi la testa spelacchiata e pensò ad un nuovo tranello. Strizzò gli occhi, strinse i pugni, contò fino a cinque e poi si trasformò in uno scorpione velenoso che avanzava veloce verso Max. Allegra non riusciva a credere ai suoi occhi. Anche la fatina chiamo a sè la magia. Scomparve per cinque lunghi secondi e poi riapparve sotto forma di un vispo serpentello giallo ed affamato.
Lo scorpione, che stava già camminando sui calzoni di Max, fu assalito e divorato dal goloso rettile. Però quell'essere duro e spigoloso andò di traverso al serpentello che fu costretto a sputarlo. Così riapparve la strega, spettinata ed imbufalita. Allegra torno in sè (accento acuto) tossendo a più non posso.
Perfidia inventò subito un'altra insidia. In men che non si dica si trasformò in una spilla che luccicava nel bel mezzo della stanza.
La bimba si avvicinò ammaliata a quel meraviglioso oggetto ma fu punta più volte ed (d eufonica) arretrò in tutta fretta. Max lanciò un sacchetto che Allegra afferrò al volo e vi imprigionò il gioiello.
La strega Perfidia rimase vittima del tranello che lei stessa aveva creato. Ora l'incantesimo era piombato su di lei (virgola) che si cristallizzò per sempre in quella spilla d'oro.
Il male finalmente era stato sconfitto. Max ed Allegra scesero giù negli scantinati. Lì trovarono Benito e sette giovani legati come salami. Si affrettarono a liberarli e poi, tutti insieme, s'incamminarono verso casa. Ad accoglierli c’erano Isabel, Crusca, gli artisti e tutti gli abitanti del paese.
Quella sera stessa il grande Parco dei divertimenti riaccese le luci e lo spettacolo ricominciò, meraviglioso e coinvolgente come sempre.
Ah, dimenticavo. L’ospite d’onore sedeva in prima fila. Era una bambina dai capelli neri. Indossava un grazioso abito rosa su cui era puntata una preziosa spilla. Aveva una bambola nuova in una mano, la sua vecchia Dolly nell’altra ed un furetto biondo su una spalla. Quella piccola fata si chiamava Allegra.
:woot:

Ciao, ti ho evidenziato alcuni piccoli errori in rosso, soprattutto punteggiatura (a volte non sono veri e propri errori ma più preferenze mie) e d eufoniche. C'è anche qualche ripetizione, soprattutto nei nomi, ma poca cosa. In blu poi trovi qualche suggerimento e qualche pensiero che mi è venuto durante la lettura, vedi un po' se possono esserti utili o no. Nel complesso ho trovato la storia carina, molto semplice, adatta a un pubblico di bambini piccoli (a differenza della mia per esempio). Lì è questione di gusti, del resto nel bando non è indicato un target di età.
Secondo me con qualche accorgimento potrebbe migliorare ancora, in ogni caso va bene.
In bocca al lupo!
 
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view post Posted on 12/11/2012, 14:36

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Ti ringrazio per avere letto con pazienza e scrupolosità la mia fiaba.
Grazie anche per i preziosi consigli. Appena ho tempo correggo.

Ciao.

Corretto. Chi vuole leggere le modifiche è ben accetto.

Edited by patrizia benetti - 13/11/2012, 11:56
 
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francesca vernazza
view post Posted on 16/11/2012, 00:33




Ciao nella frase : "la fatina chiamo a sè la magia" hai dimenticato l'accento sulla o.
A parte questo non ho notato altri errori nel racconto, e la punteggiatura direi che va bene. :)
La storia in sè mi è piaciuta, ed è scritta bene. :D

Buona fortuna !!!!!! :D e in bocca al lupo!!!!!!!! :D
 
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view post Posted on 16/11/2012, 08:41

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Grazie mille Francesca.
Partecipi anche tu?
Dai che ti aspetto!
Comunque sia smackkkk!
Pat
 
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francesca vernazza
view post Posted on 16/11/2012, 23:54




si partecipo :D
 
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Lupoalfa
view post Posted on 17/11/2012, 16:04




CITAZIONE (patrizia benetti @ 8/11/2012, 17:47) 
Il Parco dei divertimenti

Una limpida sera estiva, Max ed il suo furetto Crusca si recarono nel grande Parco dei divertimenti. Là, grandi e piccini potevano gustare prelibate leccornie, andare sulle giostre e soprattutto, godersi un bellissimo spettacolo all’aperto.
Alle nove di sera, dopo un rullo di tamburi e uno squillar di trombe, sul palcoscenico appariva Gastone, il bravo presentatore. Sfoggiava uno sgargiante frac rosso e un sorriso smagliante.
Max osservò divertito le esibizioni di mimi, giocolieri e saltimbanchi.
Ai margini del Parco c'era una solitaria orfanella. Il suo nome era Allegra. Aveva capelli crespi e corvini, un volto delicato dai lineamenti regolari, pallido e impaurito come quello di una gatta selvatica.
I suoi occhi di colore diverso, uno azzurro e l’altro marrone, facevano paura alla gente. Si tenevano tutti alla larga da lei perchè pensavano fosse una strega.
Perciò la bambina trascorreva le giornate seduta sui gradini esterni di una piccola abitazione deserta e traballante, nella quale si rifugiava la notte in compagnia di una consunta bambola di pezza. Allegra non poteva entrare nel Parco, (virgola) perciò lo guardava da lontano, da dietro un'arrugginita rete di metallo.
La gente non era cattiva, ma aveva tanta paura perché, da qualche tempo, ben sette giovani erano misteriosamente spariti dal paese. Un'antica leggenda diceva che la strega Perfidia, gelosa dell'amore e della gioia altrui, rapisse le persone e le imprigionasse nei bui e tetri scantinati della sua vecchia casa in mezzo al bosco. Nessuno sapeva che faccia avesse quella malvagia creatura, perciò tutti coloro che erano un po' "diversi", (togliere la virgola) venivano guardati con sospetto e messi in disparte.
Max tentò di parlare alla bella Isabel, la ballerina di cui era segretamente innamorato da tanto tempo. “Ciao”, disse semplicemente e poi rimase lì, col fiato sospeso a (togliere la d eufonica: va messa solo se la vocale della parola che segue è la stessa) osservarla.
“Salve”, rispose lei garbatamente. C’era un forte vento di tramontana e la ragazza tremava per il freddo.
“Ti ho portato un tè caldo”, le disse Max allungandole la tazza fumante.
"Che pensiero gentile!”. Isabel guardò con riconoscenza il bel ragazzo che andava ad applaudirla ogni sabato sera.
Però era la prima volta che le rivolgeva la parola, perché temeva il suo rifiuto. Ma quando Max le spiegò i suoi sentimenti, la fanciulla gli aprì il cuore e accettò il suo amore.
Che bella coppia! La graziosa, minuta Isabel e Max, lo spilungone dai folti riccioli neri.
La strega Perfidia era verde d'invidia. Tutto quell'amore, quella gioia, quei buoni sentimenti la fecero infuriare. Ciò che aveva visto era troppo! Doveva escogitare un piano per rovinare la festa non solo ai due fidanzatini, ma a tutti gli abitanti di quel tranquillo e pacifico paese.
Una sera Allegra, la piccola orfana relegata nella sua infelice postazione, osservò con stupore il curioso animaletto appollaiato sulle spalle di quell'alto giovanotto. Anche il furetto fu attratto da lei. S’inerpicò sulla rete che li divideva e si lasciò accarezzare dalla bambina. Max si girò di scatto per rendersi conto di cosa stava succedendo e la ragazzina si spaventò, ritraendosi.
“No, non andare via”, la supplicò il giovane, “Lui è Crusca e io sono Max”.
Allegra sorrise rincuorata, presentandosi a sua volta. Le sembrava così strano di aver trovato qualcuno con cui parlare. I suoi grandi occhi tristi sprizzarono improvvisamente gioia. Anche Isabel la salutò, facendole ciao con le mani. Ciò scaldò il cuore e strappò un sorriso alla solitaria ragazzina.
“Come si chiama la tua bambina?”, le chiese Max.
“Cosa? Oh, la mia bambola. Dolly”.
“Ti piacerebbe averne un’altra?”.
Allegra osservò la sua vecchia, consumata compagna d’avventura e la pettinò per renderla più presentabile. “Sì, mi piacerebbe. Però non dovrò buttare la mia Dolly, vero?”.
“No. Certo che no!”, si affrettò a dire Max.
“Allora sì, ne vorrei anche una bionda”, replicò la ragazzina prima che lo sconosciuto potesse cambiare idea.
“Benissimo. Provvederò al più presto”, disse lui strizzandole l’occhio in segno d’intesa. All’improvviso però si accesero le luci del palco e, (virgola)dopo un rullio di tamburi e uno squillar di trombe, fece il suo ingresso il presentatore Gastone. Dopo il solito, divertente discorso d’apertura, si apprestò a presentare il primo artista della serata. “Signore e signori, ecco a voi l’inimitabile Benito con il suo inseparabile compagno Buffalmacco!”.
La folla applaudì entusiasta. Trascorsero tre lunghissimi minuti e Benito ancora non si vedeva. Gastone era tesissimo e sudava vistosamente. Gli artisti lo cercarono ovunque, ma del ventriloquo non c’era traccia. Era sparito nel nulla! Il brusio della folla aumentava. Il presentatore in frac rosso allora chiamò sul palco le danzatrici del ventre.
La gente ricominciò ad applaudire ma neppure le ragazze si presentarono. Erano corse via, insieme agli acrobati, a cercare il povero Benito. Da vent’anni a questa parte non era mai mancato una sola sera. E poi l’avevano visto aggirarsi all’interno del Parco fino a dieci minuti prima della sua chiamata in scena.
La nana Gelsomina si mise a piangere e urlò: “La strega ha fatto sparire Benito con un sortilegio!”.
La gente, allora, rivolse lo sguardo verso Allegra, la strana orfana dagli occhi diversi, (virgola) e si diresse compatta e minacciosa verso di lei.
“Lasciatela stare. E’ solo una bambina. Come potete pensare che sia una strega?”, urlò Max alla folla. Intanto però Allegra era già fuggita via, veloce come il vento.
Pian piano il grande Parco dei Divertimenti si svuotò. Gli acrobati, gli equilibristi, i nani e le ballerine erano andati tutti alla ricerca del loro sfortunato amico. Gli spettatori non se la sentivano più di stare lì ora che Benito era in pericolo, perciò rincasarono a capo chino. Che brutta serata! La strega invidiosa aveva proprio rovinato la festa a tutti. L’ultimo ad andarsene fu Gastone, che rimase ancora un po' (togliere la virgola) a piangere calde lacrime mentre le luci del palcoscenico si spegnevano per sempre.
Max si era perso tra la folla e non trovava più la sua Isabel. Dov’era finita la bella fanciulla? Era partita alla ricerca di Benito insieme agli altri artisti, oppure era finita anche lei nelle grinfie della strega invidiosa?
Egli vagò tutta la notte, alla ricerca del suo grande amore, ma non la (ci sta meglio) trovò. Quando la stanchezza scese su di lui, fino quasi a fargli chiudere gli occhi, il giovane si arrese e, sconsolato, si diresse verso casa. Anche Crusca, solitamente vivace e giocoso, ora era triste e silenzioso. Max si coricò ma non chiuse occhio. Il furetto, che si era appisolato ai piedi del letto dell’amato padrone, si svegliò di soprassalto.
Avevano bussato alla porta e il giovane corse ad aprire. Erano appena le sei della mattina. Sulla soglia apparve una bella gitana, coi capelli e gli occhi neri come carbone. “Sono Manuela, l’incantatrice di serpenti. Mi manda Isabel. Ti porto da lei”, disse la ragazza.
Max sorrise rincuorato e fece per seguirla ma Crusca si appostò davanti alla giovane donna con fare ostile e le ringhiò contro.
"Perdonalo. Non ha mai fatto così”, si scusò il padrone. Il furetto allora gli si parò davanti per non farlo andare via, ma Max non colse il suo disperato avvertimento. Riuscì con difficoltà a liberarsi del suo invadente amico peloso e se ne andò, sbattendo la porta, insieme a Manuela.
Camminarono a lungo, a passi svelti. Solo quando furono in prossimità del bosco maledetto, il giovane capì di essere caduto in un tranello. Già. La bella incantatrice di serpenti altri non era che Perfidia, la strega invidiosa. Ora la vecchia millenaria appariva in tutto il suo orribile aspetto. Aveva pochi capelli, tante rughe, un lungo naso adunco, la bocca priva di denti e uno sguardo cattivo. Inoltre era vestita di polverosi stracci neri.
Max indietreggiò per la paura. “Che cosa vuoi da me?”, le chiese, “E dove sono Isabel e Benito?”.
“Quanta fretta, giovanotto”, rispose Perfidia ridacchiando. Poi lo costrinse a entrare nella sua sgangherata casa: “Come sei pallido!”, esclamò osservandolo con i grandi occhi neri come carbone. Quindi prese una bottiglia e gli versò uno strano liquore in un bicchiere di cristallo. “Bevi. Questo ti scalderà e ti farà tornare un bel colorito sulle guance”.
Intanto si udirono sussurri, e lamenti provenire dalla cantina.
“Chi c’è laggiù?”, chiese Max allarmato.
La strega ridacchiava e non rispondeva. Si divertiva a tenere sulle spine il giovanotto.
“Bevi!”, ordinò Perfidia e Max ubbidì. Bevve quel nettare leggermente asprigno, che sapeva di frutti di bosco. Poi cominciò a ridere come un matto, mentre la stanza gli girava vorticosamente intorno. Era diventato improvvisamente allegro, ottimista, su di giri.
“Ti piace, vero? L'ho fatto io, con le mie mani.”, disse lei con voce stridula. A un tratto si udì un rumore di vetri infranti. La strega si girò di scatto e vide che una gazza era entrata nella sua casa. “Via. Sciò!”, urlò.
“No, lasciala stare. E' così bella”, brontolò Max continuando a ridere. La gazza cominciò a volare nella stanza, bella ed elegante. Poi, come per magia, si trasformò, assumendo le sue vere sembianze. Il volatile altri non era che Allegra. Una strega e una fatina a confronto, una di fronte all'altra si contendevano il bel Max, lo spilungone dai folti riccioli neri e dai profondi occhi verdi. Il suo destino era nelle loro mani. A lui non restava che attendere la sua sorte, incrociando le dita.
“Aiutami Allegra!”, esclamò il giovane implorando l’orfanella.
“Ci puoi contare! Ho un debito nei tuoi confronti. Rammenti la bambola che mi hai promesso?”, disse lei strizzandogli l’occhio.
“Certo!”, rise Max speranzoso.
“Che cosa state blaterando voi due?”, gracchiò la strega e poi si avventò sulla bambina con le unghie lunghe ed affilate.
Allegra schivò più volte gli affondi di Perfidia. Due guerriere lottavano, senza esclusione di colpi, davanti all'incredulo Max.
La vecchia si stancò presto e si fermò. La ragazzina la fissò ridendo e facendola infuriare. Perfidia allora si rialzò di scatto, ma non era ben salda sulle ginocchia che le facevano giacomo giacomo. Alla sua veneranda età tutto quel saltare e duellare le procurava il fiatone. Perciò chiamò come alleata la magia. La strega invidiosa chiuse gli occhi, strinse i pugni, contò fino a cinque e poi, puff, sparì.
Max e Allegra si guardarono attorno allarmati. Ma ecco la vegliarda riapparire sotto forma di... freccia! Sì, una lunga freccia arrivava all'improvviso, velocissima, puntando verso il cuore dello spilungone innamorato. Allegra doveva correre ai ripari. Così afferrò il coperchio di un pentolone che sbuffava sulla stufa e lo usò come scudo. Poi si parò davanti a Max e la freccia si conficcò nel coperchio. Pericolo scampato! Perfidia si arrabbiò ancora di più. Cominciò a grattarsi la testa spelacchiata e pensò a un nuovo tranello. Strizzò gli occhi, strinse i pugni, contò fino a cinque e poi si trasformò in uno scorpione velenoso che avanzava veloce verso Max. Allegra non riusciva a credere ai suoi occhi. Anche la fatina chiamò a la magia. Scomparve per cinque lunghi secondi e poi riapparve sotto forma di un vispo serpentello giallo ed affamato.
Lo scorpione, che stava già camminando sui calzoni di Max, fu assalito e divorato dal goloso rettile. Però quell'essere duro e spigoloso andò di traverso al serpentello che fu costretto a sputarlo. Così riapparve la strega, spettinata e imbufalita. Allegra torno in sé tossendo a più non posso.
Perfidia inventò subito un'altra insidia. In men che non si dica si trasformò in una spilla che luccicava nel bel mezzo della stanza.
La bimba si avvicinò ammaliata a quel meraviglioso oggetto ma fu punta più volte e arretrò in tutta fretta. Max lanciò un sacchetto che Allegra afferrò al volo e vi imprigionò il gioiello.
La strega Perfidia rimase vittima del tranello che lei stessa aveva creato. Ora l'incantesimo era piombato su di lei che si cristallizzò per sempre in quella spilla d'oro.
Il male finalmente era stato sconfitto. Max e Allegra scesero giù negli scantinati. Lì trovarono Benito e sette giovani legati come salami. Si affrettarono a liberarli e poi, tutti insieme, s'incamminarono verso casa. Ad accoglierli c’erano Isabel, Crusca, gli artisti e tutti gli abitanti del paese.
Quella sera stessa il grande Parco dei divertimenti riaccese le luci e lo spettacolo ricominciò, meraviglioso e coinvolgente come sempre.
Ah, dimenticavo. L’ospite d’onore sedeva in prima fila. Era una bambina dai capelli neri. Indossava un grazioso abito rosa su cui era puntata una preziosa spilla. Aveva una bambola nuova in una mano, la sua vecchia Dolly nell’altra ed un furetto biondo su una spalla. Quella piccola fata si chiamava Allegra.
:woot:

Patrizia, un altro bellissimo racconto. Te l'ho già detto: tu hai molto talento e non ti devi demoralizzare se alcuni non lo capiscono. Questo racconto, così come quello che hai inviato a "Brividi", è un piccolo capolavoro.
Proprio perché lo ritengo tale, mi sono permesso di segnalarti alcuni punti nella citazione.
Sei veramente molto brava e sono sicuro di quello che dico!
:) :) :)
 
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view post Posted on 17/11/2012, 16:29

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E' vero. Qui non mi sento capita. Solo tu e Francesca sembrate sulla mia stessa linea d'onda. Però diamo a Cesare quel che è di Cesare. Complimenti a tutti i vincitori.
Però qualche estimatore cel'ho, nella mia piccola città e per quel poco che ho pubblicato. Gtazie per il tuo commento. Mi aiuta tanto.
Io non demordo perchè, al di là della qualità di ciò che scrivo, a mi piace davvero tanto. Posso sembrare sciocca o banale ma per me scrivere è un'esigenza dell'anima. Adesso basta.
Mi metto a correggere. Grande lupo!
 
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Lupoalfa
view post Posted on 17/11/2012, 16:47




Nemmeno il mio racconto è stato selezionato, ma me lo aspettavo. Tu continua a scrivere come sai e vedrai che avrai i giusti riconoscimenti. Ne sono sicuro.
:) :) :)
 
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missDFP
view post Posted on 18/11/2012, 19:28




Ciao,

anche a me la tua fiaba è piaciuta! E il messaggio che mi è arrivato è questo: Allegra aveva un aspetto non convenzionale e per questo la gente comune che, non tanto per cattiveria, quanto per paura, l'aveva isolata. In quest'ottica è azzeccatissimo rendere la strega Perfidia bellissima, proprio a sottolineare che non bisogna fermarsi alle apparenze. L'avrei solo lasciata bellissima sempre. Senza renderla vecchia e rugosa.

Ma è solo la mia interpretazione, la fiaba va bene così com'è e la battaglia a suon di trasformazioni di animali è molto divertente.

Ho solo una cosa da segnalare:

CITAZIONE
“Ci puoi contare! Ho un debito nei miei confronti. Rammenti la bambola che mi hai promesso?”, disse lei strizzandogli l’occhio.

Immaginio sia una vista, non è Hai un debito nei miei confronti? ...

In bocca al lupo!
 
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ritavaleria
view post Posted on 18/11/2012, 21:22




La fiaba è molto carina con quel misto di ambientazione circense e magia, mi piace, è vero che l'inizio stona un pochino con il seguito, perchè sembra molto più realistico e normale e la conclusionedovrebbe essere un po' più legata perchè sembra un elenco di colpi di magia.
 
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view post Posted on 19/11/2012, 09:04

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Grazie missDPf Ho corretto.
Grazie Ritavaleria. Ci penso.
 
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view post Posted on 19/11/2012, 12:07
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Ciao Patrizia, per fortuna Lupoalfa aveva la vecchia versione.
Ho riletto prima le vecchia, e poi la nuova.
Hai tagliato qui e là, hai raccolto quei pochi suggerimenti che ti hanno fatto gli amici del forum.
Mi piace l'espressione Giacomo Giacomo, mia mamma lo diceva sempre.
Magari inserisce un paio di paroline difficili, come già suggerito, così i bimbi raccolgono le radici con i modi di dire, e imparano anche dei vocaboli nuovi.
Il suggerimento di inserire delle parole desuete, mi è stato suggerito dalla mitica Romina.
Per il resto scorre benissimo.

Ti incollo, le doppie, che non sono molte, secondo me, potresti ridurle ancora.
Quando leggo un racconto a me piace leggere sempre vocaboli nuovi, sono come una bambina.


evidenzia tutte deseleziona tutte - Allegra (17) strega (15) come (10) alla (10) Perfidia (10) occhi (10) Isabel (8) Benito (8) della (8) bella (7) tutti (7) bambina (6) disse (6) sera (6) giovane (6) neri (6) Parco (6) verso (6) sulle (5) furetto (5) nella (5) vecchia (5) casa (5) Crusca (5) suoi (4) quel (4) folla (4) davanti (4) grande (4) amore (4) fino (4) altra (4)
 
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view post Posted on 19/11/2012, 12:36

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Grazie, Sole!!!!!!
Ho tolto un paio di Allegra e Max di troppo ed ho inserito la parola maleficio invece di tranello. Poi c'è vegliarda. Veneranda età. Come hai detto tu giacomo giacomo che possono far riflettere i bambini e
poi ho scritto solenne ed elegante invece di bella ed elegante. Poi ho aggoiunto polverosa stamberga.
E poi ci rifletto ancora.
Ciao!!!!!

Edited by patrizia benetti - 19/11/2012, 13:49
 
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bluninja636
view post Posted on 19/11/2012, 19:04




Ciao Pat, brava, sei riuscita a migliorare un già buon lavoro, senza stravolgerlo.
L'unica cosa che rivedrei è questo passaggio:
"Max lanciò un sacchetto che la fatina afferrò al volo e vi imprigionò il gioiello".

"Max gli lanciò un sacchetto che abilmente la fatina afferrò al volo imprigionandovi il gioello stregato".
E' solo una mia chiave di lettura, perchè la tua fiaba è bella già così com'è ;).
 
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view post Posted on 19/11/2012, 23:40
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CITAZIONE (patrizia benetti @ 19/11/2012, 12:36) 
Grazie, Sole!!!!!!
Ho tolto un paio di Allegra e Max di troppo ed ho inserito la parola maleficio invece di tranello. Poi c'è vegliarda. Veneranda età. Come hai detto tu giacomo giacomo che possono far riflettere i bambini e
poi ho scritto solenne ed elegante invece di bella ed elegante. Poi ho aggoiunto polverosa stamberga.
E poi ci rifletto ancora.
Ciao!!!!!

Ottimo Patrizia. sun
 
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75 replies since 8/11/2012, 17:47   1298 views
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