| NicoRobinSwan |
| | CITAZIONE (Elio Err @ 31/10/2012, 18:53) apprezzo la sinteticità, e mi piace la trama. non amo la struttura separata "un giorno prima .. ", è una forma semplificata, preferisco un discorso uniforme, si può lasciar capire tranquillamente che si tratta si un antefatto. Comunque anche a me l'ascia ricorda non solo shining, ma è in generale un classico del genere, avrei scelto magari un semplice coltello che più realistico ... cmq brava e complimenti! Grazie mille CITAZIONE (solenebbia @ 30/10/2012, 00:22) Terrificante. Inerente al tema. Scritto in maniera sobria, lo si legge velocemente. Brava. Una frase non mi convice. Potresti migliorarla secondo me. "Andai a cercarlo in camera sua, era proprio lì, era una sensazione bellissima vederlo così indifeso, finalmente ero io quella ad essere potente. Chiusi a chiave la porta alle mie spalle, e seguendo le istruzioni delle mie amiche, mi avvicinai a lui. Aveva un'espressione in volto che non gli avevo mai visto prima; purtroppo però la avevo sempre vista su di me e su mia madre. Mi avvicinai sempre di piu' e finalmente gli sferrai un colpo dritto sul petto." Perchè quando andava in camera il babbo era indifeso? Perchè? Cosa stava facendo, forse dormendo. Se non si è accorto della tua presenza. Altrimenti si sarebbe chisto del perchè la figlia era in camera. Prima dici che quella espressione non l'aveva mai vista, poi invece dice il contraio. Vabbe che è pazza . Solo questa frase per il resto fila come una lama sul ghiaccio Grazie mille per i complimenti Ho revisionato il racconto, spero che ora si capisca perchè il padre è indifeso CITAZIONE (justadream12 @ 30/10/2012, 08:44) Ciao NicoRobinSwan, il tuo racconto è fulminante. Ha un fondo di socialità molto spesso, pesante. Mi ha fatto rabbrividire e sei stata brava ad aver concentrato così brevemente tanta violenza. L'unica cosa che ho rilevato è che ci sono molte ripetizioni e assonanze un po' fastidiose. Dovresti leggerlo a voce alta e ti accorgeresti che sostituendo qualche termine e "girando" qualche frase lo potresti migliorare di molto. Ti faccio alcuni esempi ma ce ne sono altri che sarebbero - secondo me - da cambiare: CITAZIONE Ero sdraiata in un letto a cui erano legati i miei polsi, ed avevo una camcicia da notte bianca a me sconosciuta. qui errore di battituraCITAZIONE così tanto da farmi iniziare a singhiozzare. : iniziare/singhiozzare, troppe zeta, metterei solo "farmi singhiozzare".CITAZIONE Mentre raccontavo alla mia migliore amica del voto preso in latino, sentii la porta di ingresso aprirsi. Era arrivato papà, così le mie amiche iniziarono ad urlare, non capivo piu' nulla, gli urlai di fare silenzio, ma purtroppo non mi ascoltarono. Aspettai alcuni minuti per cercare di fare ordine nella mente, ma improvvisamente sentii mia madre che urlava. : il verbo urlare è abusato, inoltre avrei chiamato le amiche semplicemente "voci", una volta che si è stabilito che sono amiche. Hai il dono della sintesi e della "visione": sembra un film. Sono molto sensibile a questo argomento in quanto donna ma qui c'è tutta l'angoscia e la carneficina! Brava e buona fortuna Ciao! Grazie mille, ho corretto gli errori che mi hai segnalato ed aggiunto qualcosa sulle voci! CITAZIONE (bibina74 @ 30/10/2012, 09:12) CITAZIONE (NicoRobinSwan @ 29/10/2012, 21:35) Quando aprii gli occhi mi ritrovai spaesata, ero dentro una stanza completamente bianca,tutto al suo interno era neutro (meglio incolore) , di un neutro così profondo da far venire voglia di scappare. Ero sdraiata in un letto a cui erano legati i miei polsi(meglio ero sdraiata in un letto con i polsi legati), ed (d eufonica) avevo una camcicia (camicia) da notte bianca a me sconosciuta (meglio che non ricordavo di possedere) . Di fronte a me c'era una porta con una piccola finestra, da cui vedevo gli occhi di qualcuno che mi osservava. Non capivo cosa stesse accadendo, così in preda al panico iniziai a dimenarmi cercando di liberare i miei polsi(meglio cercando di liberarmi), ed (d eufonica) usando tutta la forza che avevo. Purtroppo però questo non fece altro che attirare le attenzioni degli uomini che mi osservano al di là della stanza. Entrarono dentro(toglierei dentro, se dici che entrano è già sufficiente), mi osservavano (osservarono) e scrivevano (scrissero) su un blocchetto; avevano un camice bianco che mi fece immediatamente capire che erano medici e che mi trovavo in un ospedale. "Perchè mi trovo qui?" gli chiesi (chiesi loro, perchè erano in tanti), dimenandomi sempre di piu', ma non ottenni risposta. "Cosa sta succedendo? Non potete farlo!" urlai, ma ancora nulla, venni completamente ignorata. Dopo alcuni minuti uno di loro finalmente aprì bocca, ma disse agli altri due (due punti) "La paziente presenta nuovamente comportamenti violenti, la dose di Aripiprazolo è terminata, dobbiamo somministrargliene un'altra immediatamente.". Le lacrime iniziarono a rigarmi il volto, mi avevano drogata e lo avrebbero fatto ancora; mentre ci pensavo le lacrime aumentarono così tanto da farmi iniziare a singhiozzare (meglio scrivere: pensando a questo cominciai a singhiozzare). Così il medico che aveva parlato poco prima mi guardò dritta negli occhi, poi distolse lo sguardo e disse "Doppia dose di Aripiprazolo visti i comportamenti depressivi presentati dalla paziente.", ed (d eufonica) uscì dalla stanza. Improvvisamente però ricordai il motivo del mio ricovero...
Un giorno prima...
Tornai a casa felicissima, avevo preso nove in latino. Quando aprii la porta però trovai mia madre che mentre preparava il pranzo, piangeva per l'ennesima volta; succedeva sempre così quando scopriva che papà aveva un' amante. Ormai non sapevo piu' cosa dirle, le avevo consigliato un sacco di volte di lasciarlo, ma lei non aveva un lavoro e lo amava ancora così tanto... Sapevo che appena sarebbe tornato ci avrebbe picchiate nuovamente, come faceva sempre quando io e mamma ci lamentavamo del suo comportamento. Così dissi a mamma (ripetizione)che questa volta ci avrei pensato io, che ci avrei protetto, permettendoci di sentirci (occhio a qs ci troppo ripetuti)finalmente libere. Lei però mi sgridò, "Ma cosa ti passa per la testa? Non se ne parla nemmeno" mi aveva detto, ma io avevo già pensato a tutto. Dopo questa piccola discussione era finalmente pronto il pranzo, io e mamma pranzammo (ripetizione) sole, aspettando con ansia che arrivasse quell'uomo che chiamavo papà ma che non aveva nulla di un padre. Desideravo tanto essere coccolata, ricevere attenzioni, ma purtroppo non succedeva mai: mio padre era sempre fuori per "lavoro" e mia madre era troppo impegnata a risolvere i suoi problemi con lui, così fui costretta a crescere da sola. Per fortuna però c'erano le voci nella mia testa a farmi compagnia, mi dicevano cosa dovevo fare, come comportarmi, ed erano proprio loro che mi avevano consigliato come vendicarmi contro papà. Erano le mie uniche vere amiche, infatti io non parlavo con nessuno, mi fidavo solo delle voci nelle mia testa; ne avevo tante, ma quella a cui davo sempre ascolto era quella piu' affettuosa con me, mi diceva sempre (ripetizione) quanto tenesse a me e quanto non avessi bisogno di altro affetto. Le mie amiche però ogni tanto mi facevano arrabbiare perchè avendo tutte opinioni diverse, erano gelose del fatto che ascoltassi sempre la stessa. Mamma a volte mi sentiva urlare contro di loro mentre ero in camera, così entrava dentro spaventata, ma per fortuna non si preoccupava di queste mie amiche speciali. Mentre raccontavo alla mia migliore amica del voto preso in latino, sentii la porta di ingresso aprirsi. Era arrivato papà, così le mie amiche (ripetizione)iniziarono ad urlare, non capivo piu' nulla, gli urlai (ripetizione)di fare silenzio, ma purtroppo non mi ascoltarono. Aspettai alcuni minuti per cercare di fare ordine nella mente, ma improvvisamente sentii mia madre che urlava. Mi feci forza, andai a controllare cosa stesse succedendo, mia madre era sdraiata per terra e mio padre la stava riempendo di pugni. Così corsi in cantina, presi un'ascia che mio padre (ripetizione)usava per tagliare la legna, risalii in soggiorno ma mio padre non c'era piu'. Sul pavimento però c'era mia madre sdraiata per terra(hai già detto che era sul pavimento è inutile aggiungere per terra) con un occhio nero. Iniziai ad urlare, volevo ucciderlo, dovevo ucciderlo. Andai a cercarlo in camera sua, era proprio lì, era una sensazione bellissima vederlo così indifeso, finalmente ero io quella ad essere potente. Chiusi a chiave la porta alle mie spalle, e seguendo le istruzioni delle mie amiche, mi avvicinai a lui. Aveva un'espressione in volto che non gli avevo mai visto prima; purtroppo però la avevo sempre vista su di me e su mia madre. Mi avvicinai sempre di piu' e finalmente gli sferrai un colpo dritto sul petto. Lui si accasciò a terra, finalmente ce l'avevo fatta. Ero così felice che mi misi ad urlare. Dopo aver urlato a squarciagola lo abbracciai, in fondo era lui che mi aveva regalato questa grandissima emozione. Quando aprii la porta però vidi mia madre che purtroppo aveva un'espressione sconvolta in volto, io le raccontai tutto per vedere quanto sarebbe stata fiera di me. Ma non fu così, lei si mise ad urlare ininterrottamente, io non capivo perchè fosse così delusa: avevo semplicemente salvato le nostre vite. Lei però corse in soggiorno, prese il telefono è chiamo un'ambulanza, mentre lo faceva io presi l'ascia ancora sporca del sangue di mio padre, corsi verso di lei e la colpii. Non doveva farmi questo, ero stata sempre gentile con lei. Era morta, erano tutti morti nella mia famiglia, ma non mi importava perchè non erano mai esistiti per me. Erano esistite solo le mie voci, e loro si (sì) che erano fiere di me! Ciao Francesca ti ho segnalato le cose più evidenti da mettere a posto per quanto riguarda la forma... stai poi attenta a come costruisci le frasi, che talvolta sono contorte. A parte qs la storia in sè non mi dispiace, ma la parte centrale troppo raccontata appesantisce la lettura. Credo comunque che con qualche aggiustamento il pezzo potrebbe migliorare tantissimo, perchè l'idea delle voci è carina. Poi io sono una fan delle storie con malati di mente. Coraggio di tempo ne hai ancora e puoi sfruttarlo per rendere il racconto perfetto. Spero di esserti stata utile. Ciao, Sonia Grazie mille per la correzione CITAZIONE (nunziadaquale @ 30/10/2012, 09:12) Ciao Francesca, il tuo racconto è molto attuale (purtroppo) di casi del genere ormai ne è piena la cronaca nera, la violenza sulle donne è un argomento che ha poco a che far con la fantasia, solo che nel tuo caso l'epilogo è diverso, a soccombere è la figura maschile! Ritengo che la trama sia valida, anche se all'interno delle varie scene ho trovato qualche cosa che non mi convince. Trovo che hai utilizzato ripetutamente gli stessi verbi come per esempio:
Mamma a volte mi sentiva urlare contro di loro mentre ero in camera, così entrava dentro spaventata, ma per fortuna non si preoccupava di queste mie amiche speciali. Mentre raccontavo alla mia migliore amica del voto preso in latino, sentii la porta di ingresso aprirsi. Era arrivato papà, così le mie amiche iniziarono ad urlare, non capivo piu' nulla, gli urlai di fare silenzio, ma purtroppo non mi ascoltarono. Aspettai alcuni minuti per cercare di fare ordine nella mente, ma improvvisamente sentii mia madre che urlava. Mi feci forza, andai a controllare cosa stesse succedendo, mia madre era sdraiata per terra e mio padre la stava riempendo di pugni. Così corsi in cantina, presi un'ascia che mio padre usava per tagliare la legna, risalii in soggiorno ma mio padre non c'era piu'. Sul pavimento però c'era mia madre sdraiata per terra con un occhio nero. Iniziai ad urlare
Magari prova a trovare dei sinonimi o a costruire diversamente le frasi. Inoltre come è stato detto in un commento precedente, non è chiaro perchè il padre si trovi indifeso... cosa stava facendo? un uomo così violento penso che non si lasci prendere alla sprovvista!
In conclusione il racconto è buono ma può essere migliorato. Ciao, grazie mille per le correzioni! Ho cercato di migliorare il racconto, se vuoi dimmi cosa ne pensi CITAZIONE (RedRedemption @ 31/10/2012, 00:04) Secondo me potrebbe essere buono metterlo dopo la parte narrativa introdotta da "il giorno prima", portando improvvisamente la narrazione al presente e facendo capire che il racconto è dato direttamente dalla protagonista. Spiazzerebbe un po' di più nel senso "positivo" sempre secondo me, eh Grazie per il consiglio, sto riflettendo sul flashback e su dove posizionarlo! CITAZIONE (Elio Err @ 31/10/2012, 18:53) apprezzo la sinteticità, e mi piace la trama. non amo la struttura separata "un giorno prima .. ", è una forma semplificata, preferisco un discorso uniforme, si può lasciar capire tranquillamente che si tratta si un antefatto. Comunque anche a me l'ascia ricorda non solo shining, ma è in generale un classico del genere, avrei scelto magari un semplice coltello che più realistico ... cmq brava e complimenti! Ciao! Grazie, penso proprio che ascolterò il tuo consiglio! Anche perchè è brutto leggere "il giorno prima", tanto si capisce ugualmente che lei sta ricordando!
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