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Storia di una schizofrenica - Francesca Semonella

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NicoRobinSwan
view post Posted on 29/10/2012, 21:35




Titolo modificato per l'eventuale pubblicazione nell'Ebook :"Le mie care amiche"

Tornai a casa felicissima, avevo preso nove in latino. Quando aprii la porta però trovai mia madre che mentre preparava il pranzo, piangeva per l'ennesima volta; succedeva sempre così quando scopriva che papà aveva un' amante. Ormai non sapevo più cosa dirle, le avevo consigliato un sacco di volte di lasciarlo, ma lei non aveva un lavoro e lo amava ancora così tanto... Sapevo che appena sarebbe tornato ci avrebbe picchiate nuovamente, come faceva sempre quando io e mamma ci lamentavamo del suo comportamento. Così le dissi che questa volta ci avrei pensato io, che ci avrei protetto, permettendoci di sentirci finalmente libere.
Lei però mi sgridò, "Ma cosa ti passa per la testa? Non se ne parla nemmeno" mi disse, ma io avevo già pensato a tutto.
Dopo questa piccola discussione era finalmente pronto il pranzo, io e lei pranzammo sole, aspettando con ansia che arrivasse quell'uomo che chiamavo papà ma che non aveva nulla di un padre. Desideravo tanto essere coccolata, ricevere attenzioni, ma purtroppo non succedeva mai: mio padre era sempre fuori per "lavoro" e mia madre era troppo impegnata a risolvere i suoi problemi con lui, così fui costretta a crescere da sola. Per fortuna però c'erano le voci nella mia testa a farmi compagnia, mi dicevano cosa dovevo fare, come comportarmi, ed erano proprio loro che mi avevano consigliato come vendicarmi contro papà. Erano le mie uniche vere amiche, infatti io non parlavo con nessuno, mi fidavo solo delle voci nelle mia testa; ne avevo tante, ma quella a cui davo sempre ascolto era quella piu' affettuosa con me, mi diceva quanto tenesse a me e quanto non avessi bisogno di altro affetto. Loro però ogni tanto mi facevano arrabbiare perchè avendo tutte opinioni diverse, erano gelose del fatto che ascoltassi sempre la stessa. Mamma a volte mi sentiva urlarci contro mentre ero in camera, così entrava dentro spaventata, ma per fortuna non si preoccupava di queste mie compagne speciali, forse perchè in fondo sapeva che era stata lei ad averle invitate ad entrare. Infatti iniziai questo profondo rapporto il giorno del mio tredicesimo compleanno: papà aveva picchiato la mamma perchè non voleva che si avvicinasse a me. Lo definiva violento e lui non riusciva a sopportarlo. Il mattino seguente, mentre uscivo di casa per andare a scuola lei mi fermò sulla soglia e mi disse :"Tesoro ricordati che ciò che succede a casa non devi raccontarlo a nessuno, è un segreto mi raccomando! ". Loro così entrarono a far parte della mia vita e divennero sempre più importanti per me perchè potevo confidargli tutto. Pian piano le mie amiche iniziarono anche ad avere il controllo sulla mia vita ed io mi sentivo sempre di più simile a loro, mi sentivo una voce, una consigliera della mia migliore amica che decideva come dovevo comportarmi.
Mentre le raccontavo del voto preso in latino, sentii la porta di ingresso aprirsi. Era arrivato papà, così le mie voci iniziarono ad urlare, non capivo piu' nulla, gli pregai di fare silenzio, ma purtroppo non mi ascoltarono. Passai alcuni minuti nel panico mentre cercavo di mettere ordine nella mente, ma improvvisamente sentii un urlo agghiacciante: era mia madre. Il cuore mi batteva velocissimamente, per fortuna però noi riuscimmo ad avere la lucidità per andare a controllare cosa stesse succedendo.
Le lacrime rigarono il mio volto, mia madre era sdraiata in una pozza di sangue mentre mio padre la riempiva di botte. Non avevamo tempo per pensare, sapevamo che era arrivato il momento che aspettavamo, così corsi in cantina e presi i due coltelli che avevo nascosto accuratamente per questa grande occasione. Erano i piu' grandi ed affilati che avevo trovato.
Risalii di corsa in soggiorno ma mio padre non c'era più. Sul pavimento però c'era mia madre piena di lividi e ferite, vederla così per l'ennesima volta, l'ultima volta, scatenò tutta la nostra cattiveria.
Iniziammo ad urlare, volevamo ucciderlo, dovevamo ucciderlo.
Mentre lo cercavo passai di fianco alla sua camera da letto, notai un'ombra, mi girai e vidi che era proprio lì.
Era terrorizzato dall'odio che vedeva nei miei occhi e dai coltelli che tenevo in mano come se li avessi sempre usati per massacrare uomini, forse perchè non mi aveva mai vista in quel modo. Era una sensazione bellissima vederlo così indifeso mentre piano piano mi avvicinavo a lui, non volevamo che finisse troppo in fretta, volevamo goderci la sua sofferenza. Finalmente ero io quella ad essere potente.
Aveva un'espressione che non gli avevo mai visto prima.
Chiusi a chiave la porta alle mie spalle, e seguendo le istruzioni delle mie amiche, mi avvicinai a lui. Mi avvicinai sempre di più e finalmente gli sferrai due colpi sul petto. Lui cercò di afferrarmi ma si accasciò a terra, e finalmente le resi fiere di me, le ripagai di tutte le volte che mi erano state vicine.
Ce l'avevamo fatta. Perchè non ci avevamo pensato prima?! Era una sensazione così piacevole che ebbi quasi un orgasmo.
Urlammo dalla felicità. Dopodichè lo abbracciai, lo strinsi forte a me, e per la prima volta ci sentimmo felici di aver avuto un padre, in fondo era lui che ci aveva regalato questa grandissima emozione.
Avevo tutto il corpo sporco di sangue ed i coltelli ancora tra le mani quando aprii la porta e vidi mia madre che purtroppo era sconvolta. Io le raccontai tutto con entusiamo sperando di renderla fiera di me come lo erano le mie voci. Ma non fu così, lei si mise ad urlare ininterrottamente ed io non capii perchè fosse così delusa: avevo semplicemente salvato le nostre vite.
Subito dopo lei corse in soggiorno, prese il telefono e chiamò un'ambulanza.
Mentre lo faceva io risentii quel brivido di piacere che avevo sentito quando avevo trafitto il petto di mio padre.
Così sotto l'approvazione delle mie amiche strinsi i coltelli ancora sporchi di sangue, corsi verso di lei, chiusi gli occhi e la colpii dietro la nuca.
Cadde a terra e finalmente sentii quel brivido attraversarmi l'anima. Era così bello vederla soffrire, era davvero eccitante. Volevo subito rifarlo, così continuai a colpirla ferocemente anche se ormai non respirava piu'.
Era morta, erano tutti morti nella mia famiglia, ma non mi importava perchè non erano mai esistiti per me. Erano esistite solo le mie voci, e loro sì che erano fiere di me!

Quando aprii gli occhi mi ritrovai spaesata, ero dentro una stanza completamente bianca.
Ero sdraiata su un letto con i polsi legati, ed avevo una camicia da notte bianca che non ricordavo di possedere. Non capivo cosa stesse accadendo, così in preda al panico iniziai a dimenarmi usando tutta la forza che avevo.
Purtroppo però questo non fece altro che attirare le attenzioni degli uomini che mi osservavano al di là della stanza.
Entrarono.
"Perchè mi trovo qui?" chiesi loro, agitandomi sempre di più, ma non ottenni risposta.
"Amore stai tranquilla" sentii sussurrare, ma non vidi nessuno.
All'improvviso mi accorsi che in un angolo della stanza c'erano un uomo e una donna ricoperti di sangue che mi fissavano.
"Cosa sta succedendo?" urlai, ma ancora nulla, venni completamente ignorata.
I due iniziarono a venire lentamente verso di me.
Erano sempre piu' vicini...
Le lacrime iniziarono a rigarmi il volto.
I due ora erano di fronte a me e mi fissavano in silenzio.
"Tesoro hai fatto la cosa giusta!!"
Chiusi gli occhi per un attimo, quando li riaprii mi accorsi che mi trovavo a casa. Ero completamente sporca di sangue ed avevo due coltelli fra le mani.
Mi accoltellai crudelmente il torace, abbandonandomi al piacere di quelle singole coltellate.

Edited by NicoRobinSwan - 4/11/2012, 00:05
 
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Dumah
view post Posted on 29/10/2012, 21:48




Ciao, la trama mi ha ricordato vagamente Shining nella parte in cui il protagonista prende l'ascia e vuole far fuori la propria moglie.
Scherzi a parte ritengo che la storia sia stata sviluppata bene, solo che forse potresti rendere migliori (dal punto di vista grammaticale e testuale) alcune frasi.

In bocca al lupo
 
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NicoRobinSwan
view post Posted on 29/10/2012, 22:30




Ciao!:)
Sai che non ho mai visto Shining? Dovrò assolutamente vederlo dopo questo commento :)
Se vuoi segnalarmi le frasi fai pure, accetto sempre con entusiasmo i consigli costruttivi :)
 
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view post Posted on 30/10/2012, 00:22
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Terrificante.
Inerente al tema.
Scritto in maniera sobria, lo si legge velocemente.
Brava.

Una frase non mi convice.
Potresti migliorarla secondo me.

"Andai a cercarlo in camera sua, era proprio lì, era una sensazione bellissima vederlo così indifeso, finalmente ero io quella ad essere potente. Chiusi a chiave la porta alle mie spalle, e seguendo le istruzioni delle mie amiche, mi avvicinai a lui. Aveva un'espressione in volto che non gli avevo mai visto prima; purtroppo però la avevo sempre vista su di me e su mia madre. Mi avvicinai sempre di piu' e finalmente gli sferrai un colpo dritto sul petto."

Perchè quando andava in camera il babbo era indifeso? Perchè? Cosa stava facendo, forse dormendo.
Se non si è accorto della tua presenza. Altrimenti si sarebbe chisto del perchè la figlia era in camera.
Prima dici che quella espressione non l'aveva mai vista, poi invece dice il contraio.
Vabbe che è pazza :woot: .
Solo questa frase per il resto fila come una lama sul ghiaccio :blink:

 
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Atropos
view post Posted on 30/10/2012, 01:32




Il tuo racconto riassume un aspetto delicato e si sposa benissimo con la realtà,,,, ciò che invece non mi convince sei tu,,,
 
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justadream12
view post Posted on 30/10/2012, 08:44




Ciao NicoRobinSwan,

il tuo racconto è fulminante. Ha un fondo di socialità molto spesso, pesante. Mi ha fatto rabbrividire e sei stata brava ad aver concentrato così brevemente tanta violenza. L'unica cosa che ho rilevato è che ci sono molte ripetizioni e assonanze un po' fastidiose. Dovresti leggerlo a voce alta e ti accorgeresti che sostituendo qualche termine e "girando" qualche frase lo potresti migliorare di molto. Ti faccio alcuni esempi ma ce ne sono altri che sarebbero - secondo me - da cambiare:

CITAZIONE
Ero sdraiata in un letto a cui erano legati i miei polsi, ed avevo una camcicia da notte bianca a me sconosciuta.

qui errore di battitura

CITAZIONE
così tanto da farmi iniziare a singhiozzare.

: iniziare/singhiozzare, troppe zeta, metterei solo "farmi singhiozzare".

CITAZIONE
Mentre raccontavo alla mia migliore amica del voto preso in latino, sentii la porta di ingresso aprirsi. Era arrivato papà, così le mie amiche iniziarono ad urlare, non capivo piu' nulla, gli urlai di fare silenzio, ma purtroppo non mi ascoltarono. Aspettai alcuni minuti per cercare di fare ordine nella mente, ma improvvisamente sentii mia madre che urlava.

: il verbo urlare è abusato, inoltre avrei chiamato le amiche semplicemente "voci", una volta che si è stabilito che sono amiche.

sweatdrop
Hai il dono della sintesi e della "visione": sembra un film. Sono molto sensibile a questo argomento in quanto donna ma qui c'è tutta l'angoscia e la carneficina!
Brava e buona fortuna axesmiley
 
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bibina74
view post Posted on 30/10/2012, 09:12




CITAZIONE (NicoRobinSwan @ 29/10/2012, 21:35) 
Quando aprii gli occhi mi ritrovai spaesata, ero dentro una stanza completamente bianca,tutto al suo interno era neutro (meglio incolore) , di un neutro così profondo da far venire voglia di scappare. Ero sdraiata in un letto a cui erano legati i miei polsi(meglio ero sdraiata in un letto con i polsi legati), ed (d eufonica) avevo una camcicia (camicia) da notte bianca a me sconosciuta (meglio che non ricordavo di possedere) . Di fronte a me c'era una porta con una piccola finestra, da cui vedevo gli occhi di qualcuno che mi osservava. Non capivo cosa stesse accadendo, così in preda al panico iniziai a dimenarmi cercando di liberare i miei polsi(meglio cercando di liberarmi), ed (d eufonica) usando tutta la forza che avevo. Purtroppo però questo non fece altro che attirare le attenzioni degli uomini che mi osservano al di là della stanza. Entrarono dentro(toglierei dentro, se dici che entrano è già sufficiente), mi osservavano (osservarono) e scrivevano (scrissero) su un blocchetto; avevano un camice bianco che mi fece immediatamente capire che erano medici e che mi trovavo in un ospedale.
"Perchè mi trovo qui?" gli chiesi (chiesi loro, perchè erano in tanti), dimenandomi sempre di piu', ma non ottenni risposta.
"Cosa sta succedendo? Non potete farlo!" urlai, ma ancora nulla, venni completamente ignorata.
Dopo alcuni minuti uno di loro finalmente aprì bocca, ma disse agli altri due (due punti) "La paziente presenta nuovamente comportamenti violenti, la dose di Aripiprazolo è terminata, dobbiamo somministrargliene un'altra immediatamente.".
Le lacrime iniziarono a rigarmi il volto, mi avevano drogata e lo avrebbero fatto ancora; mentre ci pensavo le lacrime aumentarono così tanto da farmi iniziare a singhiozzare (meglio scrivere: pensando a questo cominciai a singhiozzare).
Così il medico che aveva parlato poco prima mi guardò dritta negli occhi, poi distolse lo sguardo e disse "Doppia dose di Aripiprazolo visti i comportamenti depressivi presentati dalla paziente.", ed (d eufonica) uscì dalla stanza. Improvvisamente però ricordai il motivo del mio ricovero...

Un giorno prima...

Tornai a casa felicissima, avevo preso nove in latino. Quando aprii la porta però trovai mia madre che mentre preparava il pranzo, piangeva per l'ennesima volta; succedeva sempre così quando scopriva che papà aveva un' amante. Ormai non sapevo piu' cosa dirle, le avevo consigliato un sacco di volte di lasciarlo, ma lei non aveva un lavoro e lo amava ancora così tanto... Sapevo che appena sarebbe tornato ci avrebbe picchiate nuovamente, come faceva sempre quando io e mamma ci lamentavamo del suo comportamento. Così dissi a mamma (ripetizione)che questa volta ci avrei pensato io, che ci avrei protetto, permettendoci di sentirci (occhio a qs ci troppo ripetuti)finalmente libere.
Lei però mi sgridò, "Ma cosa ti passa per la testa? Non se ne parla nemmeno" mi aveva detto, ma io avevo già pensato a tutto.
Dopo questa piccola discussione era finalmente pronto il pranzo, io e mamma pranzammo (ripetizione) sole, aspettando con ansia che arrivasse quell'uomo che chiamavo papà ma che non aveva nulla di un padre. Desideravo tanto essere coccolata, ricevere attenzioni, ma purtroppo non succedeva mai: mio padre era sempre fuori per "lavoro" e mia madre era troppo impegnata a risolvere i suoi problemi con lui, così fui costretta a crescere da sola. Per fortuna però c'erano le voci nella mia testa a farmi compagnia, mi dicevano cosa dovevo fare, come comportarmi, ed erano proprio loro che mi avevano consigliato come vendicarmi contro papà. Erano le mie uniche vere amiche, infatti io non parlavo con nessuno, mi fidavo solo delle voci nelle mia testa; ne avevo tante, ma quella a cui davo sempre ascolto era quella piu' affettuosa con me, mi diceva sempre (ripetizione) quanto tenesse a me e quanto non avessi bisogno di altro affetto. Le mie amiche però ogni tanto mi facevano arrabbiare perchè avendo tutte opinioni diverse, erano gelose del fatto che ascoltassi sempre la stessa. Mamma a volte mi sentiva urlare contro di loro mentre ero in camera, così entrava dentro spaventata, ma per fortuna non si preoccupava di queste mie amiche speciali. Mentre raccontavo alla mia migliore amica del voto preso in latino, sentii la porta di ingresso aprirsi. Era arrivato papà, così le mie amiche (ripetizione)iniziarono ad urlare, non capivo piu' nulla, gli urlai (ripetizione)di fare silenzio, ma purtroppo non mi ascoltarono. Aspettai alcuni minuti per cercare di fare ordine nella mente, ma improvvisamente sentii mia madre che urlava. Mi feci forza, andai a controllare cosa stesse succedendo, mia madre era sdraiata per terra e mio padre la stava riempendo di pugni. Così corsi in cantina, presi un'ascia che mio padre (ripetizione)usava per tagliare la legna, risalii in soggiorno ma mio padre non c'era piu'. Sul pavimento però c'era mia madre sdraiata per terra(hai già detto che era sul pavimento è inutile aggiungere per terra) con un occhio nero. Iniziai ad urlare, volevo ucciderlo, dovevo ucciderlo. Andai a cercarlo in camera sua, era proprio lì, era una sensazione bellissima vederlo così indifeso, finalmente ero io quella ad essere potente. Chiusi a chiave la porta alle mie spalle, e seguendo le istruzioni delle mie amiche, mi avvicinai a lui. Aveva un'espressione in volto che non gli avevo mai visto prima; purtroppo però la avevo sempre vista su di me e su mia madre. Mi avvicinai sempre di piu' e finalmente gli sferrai un colpo dritto sul petto. Lui si accasciò a terra, finalmente ce l'avevo fatta. Ero così felice che mi misi ad urlare. Dopo aver urlato a squarciagola lo abbracciai, in fondo era lui che mi aveva regalato questa grandissima emozione. Quando aprii la porta però vidi mia madre che purtroppo aveva un'espressione sconvolta in volto, io le raccontai tutto per vedere quanto sarebbe stata fiera di me. Ma non fu così, lei si mise ad urlare ininterrottamente, io non capivo perchè fosse così delusa: avevo semplicemente salvato le nostre vite. Lei però corse in soggiorno, prese il telefono è chiamo un'ambulanza, mentre lo faceva io presi l'ascia ancora sporca del sangue di mio padre, corsi verso di lei e la colpii.
Non doveva farmi questo, ero stata sempre gentile con lei.
Era morta, erano tutti morti nella mia famiglia, ma non mi importava perchè non erano mai esistiti per me. Erano esistite solo le mie voci, e loro si () che erano fiere di me!

Ciao Francesca
ti ho segnalato le cose più evidenti da mettere a posto per quanto riguarda la forma... stai poi attenta a come costruisci le frasi, che talvolta sono contorte.
A parte qs la storia in sè non mi dispiace, ma la parte centrale troppo raccontata appesantisce la lettura. Credo comunque che con qualche aggiustamento il pezzo potrebbe migliorare tantissimo, perchè l'idea delle voci è carina.
Poi io sono una fan delle storie con malati di mente.
Coraggio di tempo ne hai ancora e puoi sfruttarlo per rendere il racconto perfetto.
Spero di esserti stata utile.
Ciao,
Sonia
 
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nunziadaquale
view post Posted on 30/10/2012, 09:12




Ciao Francesca, il tuo racconto è molto attuale (purtroppo) di casi del genere ormai ne è piena la cronaca nera, la violenza sulle donne è un argomento che ha poco a che far con la fantasia, solo che nel tuo caso l'epilogo è diverso, a soccombere è la figura maschile! Ritengo che la trama sia valida, anche se all'interno delle varie scene ho trovato qualche cosa che non mi convince. Trovo che hai utilizzato ripetutamente gli stessi verbi come per esempio:

Mamma a volte mi sentiva urlare contro di loro mentre ero in camera, così entrava dentro spaventata, ma per fortuna non si preoccupava di queste mie amiche speciali. Mentre raccontavo alla mia migliore amica del voto preso in latino, sentii la porta di ingresso aprirsi. Era arrivato papà, così le mie amiche iniziarono ad urlare, non capivo piu' nulla, gli urlai di fare silenzio, ma purtroppo non mi ascoltarono. Aspettai alcuni minuti per cercare di fare ordine nella mente, ma improvvisamente sentii mia madre che urlava. Mi feci forza, andai a controllare cosa stesse succedendo, mia madre era sdraiata per terra e mio padre la stava riempendo di pugni. Così corsi in cantina, presi un'ascia che mio padre usava per tagliare la legna, risalii in soggiorno ma mio padre non c'era piu'. Sul pavimento però c'era mia madre sdraiata per terra con un occhio nero. Iniziai ad urlare

Magari prova a trovare dei sinonimi o a costruire diversamente le frasi. Inoltre come è stato detto in un commento precedente, non è chiaro perchè il padre si trovi indifeso... cosa stava facendo? un uomo così violento penso che non si lasci prendere alla sprovvista!

In conclusione il racconto è buono ma può essere migliorato.
 
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marcoad82
view post Posted on 30/10/2012, 09:35




Ciao, il racconto è scorrevole e inquietante al punto giusto. Solo starei attento ai molti "ma" e "purtroppo" che utilizzi e ad accostamenti poco gradevoli di parole, come in:

CITAZIONE
un'espressione sconvolta in volto

toglierei "in volto"

Ciao!

Marco
 
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marcoad82
view post Posted on 30/10/2012, 09:52




Aggiungo uno cosa: come per il buon Atropos, anche io penso che tu mi convinca poco. Hai lasciato recensioni stringate di mezza riga a tutti. In una sera hai commentato tutti i racconti. A me mi ci sono voluti giorni... (e così anche agli altri partecipanti). Alcune tue recensioni sono state scritte a distanza di un minuto l'una dall'altra. giusto il tempo di farti un'idea del racconto dai commenti altrui. Sinceramente credo che tu non ne abbia letto nessuno, e mi sembra un atteggiamento molto scorretto, quello di pretendere che noi invece lo facciamo con il tuo.
 
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view post Posted on 30/10/2012, 10:15

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SE posso darti un consiglio, leggi vermente i racconti degli altri e poi, con calma, dà il tuo sincero parere. Anch'io partecipo per la prima volta e capisco le tue difficoltà. Però bisogna affrontarle. Punto. Non voglio tediarti oltre su questo punto. Riguardo il tuo racconto posso dirti che il tema non è proprio originale e certe frasi sono un pò troppo lunghe e non sempre scorrevoli. A segnalarti gli errori e le ripetizioni ci hanno già pensato Bibina e Nunzia. La cosa che mi è veramente piaciuta nel tuo racconto sono le "voci". Mi piace quando parli delle voci che s'impossessano e addirittura si litigano la povera mente della ragazza con l'ascia. Anche a me, come già ti hanno fatto notare, non è chiaro perchè il padre sia indifeso. E' pieno d'ira, carico come una molla, ha appena picchiato a sangue la moglie. Non mi pare affatto indifeso.
Comunque un grande in bocca al lupo.
Benvenuta Francesca
Pat
 
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Linda2012
view post Posted on 30/10/2012, 10:22




Ciao, anche per me il racconto è abbastanza inquietante, ma in alcuni punti non mi sembra molti scorrevole - ci sono molti "però", "ma" e "purtroppo" come ti hanno già fatto notare - forse rielaborando qualche frase sarebbe più fluido.
Ciao ciao
Linda

 
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NicoRobinSwan
view post Posted on 30/10/2012, 10:27




CITAZIONE (Atropos @ 30/10/2012, 01:32) 
Il tuo racconto riassume un aspetto delicato e si sposa benissimo con la realtà,,,, ciò che invece non mi convince sei tu,,,

Ahahah perchè ciò che non ti convince sono io?

CITAZIONE (marcoad82 @ 30/10/2012, 09:52) 
Aggiungo uno cosa: come per il buon Atropos, anche io penso che tu mi convinca poco. Hai lasciato recensioni stringate di mezza riga a tutti. In una sera hai commentato tutti i racconti. A me mi ci sono voluti giorni... (e così anche agli altri partecipanti). Alcune tue recensioni sono state scritte a distanza di un minuto l'una dall'altra. giusto il tempo di farti un'idea del racconto dai commenti altrui. Sinceramente credo che tu non ne abbia letto nessuno, e mi sembra un atteggiamento molto scorretto, quello di pretendere che noi invece lo facciamo con il tuo.

Ciao!
I racconti li ho letti prima di lasciare i commenti giorni fa ovviamente, poi li ho riletti velocemente e ho lasciato i commenti. Comunque hai ragione, erano troppo striminziti! Ora mi impegnerò per sottolineare gli aspetti che mi sono piaciuti e quelli che non mi sono piaciuti!
 
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marcoad82
view post Posted on 30/10/2012, 10:35




Ok, ti credo.
E' vero che ormai sono stati tutti stracommentati, però se dedicassimo tutti così poche parole agli altri racconti andrebbe perduto lo spirito di questo concorso...

a volte non riesco a trattenere la mia stronzaggine, lo so... abbi pazienza :wub:
 
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NicoRobinSwan
view post Posted on 30/10/2012, 10:44




CITAZIONE (marcoad82 @ 30/10/2012, 10:35) 
Ok, ti credo.
E' vero che ormai sono stati tutti stracommentati, però se dedicassimo tutti così poche parole agli altri racconti andrebbe perduto lo spirito di questo concorso...

a volte non riesco a trattenere la mia stronzaggine, lo so... abbi pazienza :wub:

Tranquillo :D Ora comunque mi sto impegnando per dare dei commenti piu' lunghi :)
 
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64 replies since 29/10/2012, 21:35   686 views
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