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Il Riflesso - Mariano Gatti, Consigliato l'ascolto di: Chopin Nocturne no.20

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Dumah
view post Posted on 22/10/2012, 11:27




Il Riflesso


Non so come sia potuto accadere.
Eppure son sempre stato un tipo metodico, regolare, attento ad ogni minimo dettaglio. Pensate un po' che se mi chiedeste cosa farò tra una settimana a quest'ora saprei rispondervi in maniera a dir poco brillante, elencando ogni minimo particolare della giornata. Questa mia dote o meglio questa mia ossessione, questa malattia, mi ha sempre portato a cercare, trovandolo infine, un lavoro - tra l'altro anche ben retribuito - da bibliotecario.
Annoverare, rilegare ed organizzare son da sempre stati la mia passione, tant'è che da piccolo mi affibbiarono l'adorabile soprannome di “piccolo burocrate”. Dio! Adoravo essere chiamato così.
Quando venivano a farci visita gli amici o i parenti catalogavo tutti ed anche quando questi decidevano di passare con noi il Natale - ma anche le altre festività - ero sempre io ad assegnare a tutti compiti e mansioni. Sempre io a stabilire dove si sarebbero dovuti sedere per la cena, chi avrebbe affettato il tacchino, chi proposto il brindisi, chi fatto i complimenti alla cuoca per le ottime pietanze gustate... e allora come è potuto accadere?
Se è vero che sono così attento a tutto - e credetemi lo sono - non è possibile che si sia verificata una tale disgrazia qui, in casa mia, senza che io non l'abbia prevista in precedenza. Senza che io sapessi già tutto prima ancora che accadesse.
Può darsi che sia pazzo. Può darsi che voglia addossarmi colpe che non ho, ma più ci penso e più sono convinto nell'affermare che la causa della maledizione che ha colpito questa casa è mia, mia e mia soltanto.
Forse voi che leggete questo mio diario potete aiutarmi. Si! Voi di sicuro potrete rassicurare quest'anima in pena. Vi prego! O questo maledetto demone mi porterà per sempre via con sé.
Vi spiegherò come sono andati i fatti e lascerò a voi l'ardua sentenza.

Conobbi mia moglie in tenera età, quando le preoccupazioni di questo mondo ancora non mi spaventavano.
Me ne innamorai subito, al primo sguardo e ricordo che lì, alla stazione, non appena posai gli occhi sulla sua graziosa figura, su quel suo splendido vestito nero a pois bianchi, capii che non avrei mai amato altra donna che lei.
Seppur il nostro fosse un matrimonio combinato sarò sincero nell'affermare che non avrei potuto trovare, in vita, una donna migliore di lei. Una donna che mi facesse sentire importante ed amato così come mi sentivo ogni volta che ero in sua presenza. No, non avrei potuto trovare niente di così sublime neanche se l'avessi scelta io di persona, e ringrazio il Signore per la sua misericordia ogni volta che ci penso.
Amava la letteratura, l'arte ed il teatro, ma la cosa che più di tutte la entusiasmava era di sicuro la pittura. Oh! Quanto vorrei che poteste vedere un suo quadro. Quelle sue pennellate sublimi. Su quella tela bianca, immacolata, riusciva ogni volta ad imprimere la sua anima candida, ma al contempo forte e decisa. Aveva molte passioni, ma per fortuna di tutti i suoi amori quello più grande ero io.
Ci sposammo non appena raggiungemmo la maggiore età e quando finalmente andammo ad abitare nella nostra casa cominciò il periodo più bello e gratificante di tutta la mia vita.
Ogni volta che tornavo dalla biblioteca lei era sempre sull'uscio ad attendermi pronta a mostrarmi qualche nuovo dipinto o qualche sonetto appena composto ed io, ogni volta, ero sempre sul punto di piangere dall'emozione. Ero davvero felice. Malgrado la mia malattia riuscii – in quegli anni - a vivere la mia vita con serenità e tutto solo grazie a lei.
Com'era possibile che la vita, così ingrata e meschina, m'avesse fatto dono di una così pregiata rarità?
Passarono gli anni e le cose tra di noi non fecero che migliorare.
Ogni giorno era sempre più bello di quello precedente. Le chiacchierate in giardino sempre più stimolanti ed interessanti. La casa, inoltre, era sempre piena del calore dei nostri amici e le festività rappresentavano sempre lieti eventi nei quali riunirci per assaporare il dolce gusto della vita.
Non v'era nulla al mondo che avrebbe potuto intaccare un rapporto così puro e sincero. Nulla! O almeno questo era il mio pensiero, ma devo a malincuore ammettere che mi sbagliavo ed un giorno, infatti, cambiò tutto.

Una sera, dopo aver cenato, mia moglie mi diede una notizia che per chiunque su questa terra, eccetto me, sarebbe stata motivo di gioia e conforto infiniti: era incinta.
Non saprei descrivere con precisione cosa pensai nell'istante stesso in cui mi fece quella rivelazione. Di certo posso affermare che non fu piacevole, tutt'altro, fu a dir poco irritante ed ella dovette accorgersi di questa mia riluttanza poiché all'improvviso si rattristò, forse proprio a causa della mia espressione di disgusto.
Non prendetemi per un mostro, non è che non mi piacciano i bambini. È solo che credo nell'amore tra due persone e penso che quando se ne intromette una terza - seppur sangue del proprio sangue - le cose comincino a cambiare. Gli equilibri della coppia vengono spezzati e le speranze lasciano il posto alle preoccupazioni. Allora tutto cambia, niente resta come prima ed è proprio quello che avvenne.
Lei non l'ha mai voluto ammettere, ma dal giorno che scoprì di essere incinta le cose tra di noi cominciarono miseramente a precipitare.
Non dipingeva quasi più e perse interesse per l'arte e la letteratura. Smise di scrivere poemi d'amore e cominciò ad evitare la compagnia di chiunque, anche dei nostri più cari amici.
Stava, pian piano, isolandosi dall'intero mondo ed io non ne capivo il motivo.
Per quanto riguarda me, invece, venni all'improvviso privato di tutto l'amore ch'ella m'aveva donato sino a quel maledettissimo giorno. Ormai l'unica cosa di cui le importasse era quel bimbo, frutto della discordia, che le cresceva in grembo.
Possibile che da un giorno all'altro tutto l'amore che si prova per una persona possa svanire così velocemente? Possibile che tutta la passione e tutti i sentimenti che si avvertono nell'anima possano azzerarsi da un giorno all'altro? No! Non è possibile. Sono fermo e sicuro nell'ammettere che se capitasse una cosa del genere, se una persona all'improvviso non dimostrasse più il suo amore, vorrebbe dire che, in realtà, non ha mai amato.
Dunque lei non era più la donna di cui mi ero innamorato e cominciarono allora ad assalirmi degli oscuri pensieri. Se non mi amava più, se non mi aveva mai amato, io non volevo più vederla. La sua sola presenza era per me motivo di angoscia e frustrazione. I suoi passi, il suo respiro, le sue parole, ormai mi erano divenuti insopportabili.
Soffrivo troppo e cominciarono, ahimè, le liti.
Dapprima furono solo rare quanto insignificanti sfuriate di odio. Poi, col passare del tempo, divennero sempre più frequenti, sempre più violente. Una volta, addirittura, fui quasi sul punto di colpirla al capo con un vaso ma per fortuna riuscii a fermarmi in tempo.
Per quanto potessi detestare il fatto che non mi amasse più e per quanto male mi facesse ogni giorno io continuavo ad amarla. Io l'amo ancora. Per questo credo di non averla uccisa io... no! Sono sicuro di non essere stato io.
Si è trattato solo di un fortuito incidente. Nessuno ha colpe. Nessuno! E prima di giudicare lasciate che vi spieghi come sono andate le cose.
Dopo l'ennesima violenta lite io e mia moglie decidemmo, di comune accordo, di separarci. Lei avrebbe per sempre lasciato quella casa ed avrebbe portato la sua ingrata figura - nonché quella del maledetto demone, causa di tutto - via dalla mia vita.
Purtroppo però accadde il peggio.
Mentre attendevo che scendesse le scale per darle un ultimo saluto - tutti ne meritano uno - scivolò su qualcosa e precipitò per l'intera scalinata.
Morì sul colpo e con lei, ovviamente, morì anche quell'abominio.
La cosa strana fu che osservare il suo corpo senza vita in una pozza di sangue non mi turbò più di tanto. Anzi, non lo fece affatto. Non quanto mi angustiò, invece, un macabro particolare che rinvenni sulle scale: tre monete.
Che rilevanza potesse avere il ritrovamento di quelle monete? Erano mie. Si! Ne sono sicuro.
Dovete sapere che, a causa della mia malattia, ogni volta segno con un puntino di pittura rossa tutte le monete che porto nel borsello e quelle che trovai quel giorno, purtroppo, erano state tutte segnate.
Come si erano venute a trovare sulle scale? E se fosse scivolata su di esse? Questo avrebbe fatto di me un assassino.
Non è possibile che me le avesse rubate, mia moglie non conosceva il posto dove nascondevo il borsello. Eppure erano le mie.
Possibile che le avessi messe lì di proposito per ucciderla e non lo ricordo? No. É impossibile.
Si, è vero, mi aveva fatto soffrire come un cane. È vero che mi aveva umiliato in più occasioni e straziato il cuore come nessuno fece mai prima di lei, ma io l'amavo ancora, ve lo giuro. Io l'amo ancora!
No! Non posso essere stato io. No! Non sarei mai potuto arrivare al punto di ucciderla. Non ne sarei mai stato capace. è impossibile!
La portarono via mentre io, sbigottito ed incredulo, osservavo ancora con attenzione quei maledetti dischi d'oro.
Se n'era andata per sempre.

Sono ormai trascorsi nove anni dalla sua morte ed in questo lungo periodo non ho fatto altro che lasciarmi morire su questo marcio materasso che presto, spero, diverrà la mia tomba.
In tutti questi anni ho sempre cercato di dare una risposta agli interrogativi che ancora mi tormentano non trovando, tuttavia, ancora alcuna risposta.
Quel demone attende che io lo ammetta, che io confessi il mio omicidio.
Ma non posso farlo. Non posso esser stato io!
Eppure, come vi ho detto prima, sono un uomo morboso e preciso. Un assassinio del genere può essere partorito solo da una mente fine e precisa come la mia. Inoltre, ho scoperto che quelle tre monete se disposte una vicina all'altra come a formare una linea orizzontale combaciano con il diametro della pianta del piede della mia povera e defunta consorte.
Chi altri, se non io, avrebbe potuto pensare una cosa del genere?
Chi avrebbe avuto l'accortezza di posizionare quei cerchi lucenti nell'esatto punto in cui ella avrebbe poggiato il piede e firmato così la sua condanna a morte?
Solo io. Ma non è così!
Questi sono i fatti. Ve li ho riproposti nella maniera esatta in cui si sono svolti. Vi prego ora! Se vi siete fatti un'idea, se avete scoperto cos'è realmente accaduto, vi imploro di riferire la vostra sentenza a questo demone. Lasciate che sappia. Sono nove anni ch'egli mi osserva, inquisitore, ogni volta che mi avvicino ad uno specchio.

Edited by Dumah - 26/10/2012, 13:18
 
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bibina74
view post Posted on 22/10/2012, 12:00




Ciao Dumah,
il tuo stile narrativo mi piace molto. Ho solo notato qualche d eufonica di troppo, dei si scritti senza accento e un li (avv. di luogo) senza accento, per il resto ho trovato la lettura scorrevole e anche piacevole.
Il genere non è horror stretto ma va benissimo perchè il bando prevede più tipologie di registri narrativi, inoltre il fatto di insinuare un dubbio nel lettore sulla colpevolezza o meno del protagonista è veramente un bell'espediente letterario.
Nel complesso ottima prova (a mio gusto) e ben condotta.
Complimenti sinceri. :wub:

Edited by bibina74 - 4/11/2012, 17:45
 
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Lupoalfa
view post Posted on 22/10/2012, 17:08




Non è un horror, ma per me non è importante. Il pathos e la sofferenza del protagonista colpiscono più di una scure che taglia una testa. E' la storia in sé che mi convince poco. Quelle tre monete sulle scale che diventano l'arma di un delitto. Mi è piaciuta più la prima parte quando parli della "malattia", una vera fobia.
Comunque una bella scrittura.
In bocca al lupo.
 
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marcoad82
view post Posted on 22/10/2012, 17:09




Ciao, il tuo racconto mi è piaciuto e hai scelto anche una colonna sonora eccezionale. :)
E' intrigante, vien voglia di proseguire fino in fondo nella lettura. Il titolo è molto azzeccato. Ti confesso che ho odiato il protagonista fin dalla seconda riga, (e immagino che questo fosse il tuo intento); ho però gradito meno la descrizione della relazione con la moglie. Un po' perché sa di mogliettina del mulino bianco, un po' perché non riesco a immaginare come una donna possa perdutamente innamorarsi di un uomo pignolo fino al voltastomaco, com'era lui. Ma, in fondo, ogni scarrafone è bello a mamma sua.
Lo stile è buono e scorrevole, ma credo che la punteggiatura potrebbe essere usata meglio.

Nel complesso, un buon lavoro!

Ciao! Marco
 
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roxy901
view post Posted on 22/10/2012, 17:37




Voglio farti i miei complimenti. Il tuo stile di scrittura è eccezionale.
La mogliettina del mulino bianco è una figura ben pensata, almeno secondo me.
Mi è piaciuto molto l'utilizzo delle tre monete perchè non si capisce bene se lui è davvero l'assassino, e nel caso lo fosse, le monete sono un'arma del delitto molto molto originale.
Bravo!
 
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Lavella
view post Posted on 22/10/2012, 18:39




Bravissimo, per il momento è il racconto che mi è piaciuto di più. Che dire, non cambierei nulla, va bene così, anche il sottofondo musicale naturalmente!
 
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Dumah
view post Posted on 22/10/2012, 18:39




marcoad82, ti ringrazio per aver notato l'assonanza racconto-musica.
Devi sapere che prendo l'ispirazione dalla musica che ascolto. Praticamente questo racconto me l'ha descritto Chopin, io mi sono solo limitato a scriverlo.

Ovviamente ringrazio anche tutti voi altri.
Veramente, grazie di cuore!
 
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wyjkz31
view post Posted on 22/10/2012, 21:40




Il racconto mi è piaciuto e il brivido mi ha accompagnato durante tutta la lettura. Non un grosso brivido di terrore, il leggero brivido persistente della follia sotto la patina di un'esistenza quasi normale.

C’è un’unica cosa che modificherei
CITAZIONE
Per quanto potessi detestare il fatto che non mi amasse più e per quanto male mi facesse ogni giorno io continuavo ad amarla. Io l'amo ancora.
Per questo credo di non averla uccisa io... no! Sono sicuro di non essere stato io. Si è trattato solo di un fortuito incidente. Nessuno ha colpe. Nessuno!

È vero che, arrivati a questo punto del racconto non ci sono più molti dubbi che la moglie sia morta, ma non lo direi esplicitamente e, soprattutto, non anticiperei i dubbi del protagonista.

Ti segnalo le cose che ho notato.
CITAZIONE
Non v'era nulla al mondo che avesse potuto intaccare un rapporto così puro e sincero.

Perché non: avrebbe potuto?
CITAZIONE
ma devo a malincuore ammettervi che mi

ammettere mi suona meglio
CITAZIONE
Che rilevanza potesse avere il ritrovamento di quelle monete?

Non mi è chiaro il senso della frase e del punto di domanda.
CITAZIONE
È vero che mi ha umiliato in più occasioni

Perché non: aveva?
 
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Dumah
view post Posted on 22/10/2012, 21:57




Grazie per le varie segnalazioni wyjkz31.

Ho cambiato tutto, tranne:
- la rivelazione prematura della morte della moglie (con la quale voglio tentare di esprimere il fatto che non riesce più a tenersi dentro una cosa simile)
- la domanda "Che rilevanza potesse avere il ritrovamento di quelle monete?" è fatta perché il protagonista si sente braccato dal lettore e crede che quest'ultimo gli abbia fatto proprio la domanda "E cosa c'entra?"

Per il resto concordo con i tuoi suggerimenti e ho modificato dove occorreva.
Ti ringrazio nuovamente per l'aiuto.
 
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RedRedemption
view post Posted on 22/10/2012, 23:26




Mi piace molto come scrivi. Accompagni il lettore tra le frasi e le parole, ed è difficile non farsi trascinare. Lo stile mi ha colpito davvero molto, e i miei complimenti sono rivolto principalmente a quello.
Unica nota è forse la caratterizzazione del personaggio attraverso il discorso interiore, che trovo vada molto bene ma che cercherei di stiracchiare un po' di meno. Si tratterebbe davvero di levare giusto uno o due delle domande che si pone in maniera frenetica, non per la cosa in se (che ripeto, mi piace), ma solo per la ripetizione.

Riguardo la trama, l'ultima frase fa scattare il brivido sulla schiena. Nel racconto in genere non ci ho trovato molta inquietudine, ma il panorama aperto dalla rivelazione finale ha delle buone potenzialità - che però, secondo me, avrebbero bisogno di un sostegno più solido della storiella (seppure affascinante) delle tre monete.
A parte tutto ciò, un buon racconto :)
 
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davide2283
view post Posted on 22/10/2012, 23:54




Nel complesso il racconto è piaciuto anche a me, anche se non lo annovererei tra gli horror, e persino come noir è molto soft. In ogni caso scrivi bene, anche se il ritmo generale è un po' lento e, come ha detto @red, a volte si indugia un po' troppo sulle stesse domande.
Una cosa che ho fatto fatica a capire è a cosa ti riferivi quando il protagonista diceva "la mia malattia"...per un po' ho pensato che visto che non si ricordava di aver messo lì le monete, soffrisse di una qualche amnesia, tipo sindrome di Korsakoff (quella che impedisce di immagazzinare nuovi ricordi). Poi però mi sono reso conto che ti riferivi al fatto che fosse pignolo. Non so, magari è colpa mia, ma ho fatto fatica a capirlo e questa cosa mi ha dato non poco fastidio.
Nel complesso comunque un buon lavoro!
 
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nunziadaquale
view post Posted on 23/10/2012, 07:41




Ciao Dumah la cosa che mi piace maggiormente del tuo lavoro è lo stile, molto scorrevole e a tratti anche leggermente aulico, non so perchè mi ha fatto pensare ad un'ambientazione in un tempo molto passato, l'unica nota stonata l'ho trovata nella frase : fui quasi sul punto di colpirla al capo con una padella , ritengo che sia in contrasto con il tipo di linguaggio che hai utilizzato fino a quel momento, ma naturalmente è un'inezia... solo chi io avrei pensato magari ad un oggetto diverso! Certo non può definirsi un genere horror e anche il noir è abbastanza distante in quanto hai analizzato soprattutto la psicologia del personaggio e quindi mi sembra più una storia di introspezione, la morta della moglie è solo un pretesto per scandagliare la sua mente malata. Lo vedrei bene come la parte iniziale di un romanzo, prova a svilupparlo, secondo me non sarebbe niente male!
 
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Atropos
view post Posted on 23/10/2012, 08:18




,,,io non ho capito come faccia una persona scivolare dalle scale pestando , senza vederle e senza accorgersene, delle belle monete luccicanti,forse le probabilità sarebbero aumentate se invece di 3 monete avrebbe messo un centone, sarebbe ruzzolata giu incredula nel raccogliere i soldi,,, a parte questo particolare da scherlock holmes,,, manca a mio parere "l horror ",,,se almeno le monete fossero state 2 avrei trovato un analogia col demone traghettatore degli inferi,,,,
 
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Dumah
view post Posted on 23/10/2012, 08:43




Ringrazio tutti per i preziosi consigli (le critiche serie e costruttive mi piace chiamarle così).
Sono molto contento del fatto che alcuni credano di aver compreso la malattia che affligge il protagonista mentre altri invece si sono scervellati nel capire. Era proprio questo il mio scopo: il vago, il lasciare che l'immaginazione facesse il suo corso (così come ho tentato di fare anche col finale). Basta con queste storie che ti imboccano con il cucchiaino, torniamo al racconto "classico".
Poi ad alcuni può piacere come ad altri no, lo trovo più che giusto.

É vero non è un “horror”, ma credo che in “brividi” vada bene. Poi se “brividi” è inteso come “Splatter” allora son d'accordo anche io, non va bene.

P.S: Ho sostituito la padella con un vaso
 
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Atropos
view post Posted on 23/10/2012, 08:58




,,,,meglio me l ero immaginato con la padella quelle da ospedale in mano,,,
concordo con te, buon vecchio e saggio dumah
 
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49 replies since 22/10/2012, 11:27   665 views
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