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tempesta di morte, piero sardo viscuglia, non è un vero e proprio horror

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piero sardo viscuglia
view post Posted on 20/10/2012, 15:28




Tempesta di morte





Luci soffuse si perdevano nell’aria tempestosa di quella notte.
Il vento batteva violento le persiane. I gatti miagolavano rabbiosi. La paura inglobava ogni istante di quel nubifragio.
Canaloni di strade piene d’acqua a ripulire le infamità del mondo. Grandine e pioggia si accanivano sull’asfalto, rovinose.
Calpestio insistente sulle auto; ululavano al sol contatto con quel ghiaccio freddo e violento, incapace di emozioni.
Ad ogni angolo risuonavano gli allarmi.
Scrosci infausti si udivano ovunque; tuoni arcigni vibravano la notte, lampi accecanti rischiaravano a giorno.
Notte insonne pronta a tacere ogni sibilo.
Le strada vuote di fantasmi appena rientrati.
Silenti rumori di porte sbarrate. Solitarie ombre si attardavano tra i vicoli, ultime lanterne di quel breve giorno.
Non era prevista, nessuno sapeva. Violenta era arrivata, inesorabile, scuoteva ultimi sprazzi di quella torrida estate.
Con forza squassava la serenità di quel buio ottuso della notte. Schizzava il fango di quel vivere, su strade imbrattate di ogni infamia e di ogni gentilezza.
Angoli nascosti a nascondere sconcezze, putridume. Lava acqua incessante, ogni colpa che in essi si rannicchia.

Dalla nebbia di quella pioggia ghiacciata, comparve, dall’ultimo degli angoli/anfratti, sinuosa, leggiadra, Paura.
Assordato rumore, accecata la luce, emerse candida, nella sua nudità fugace, nessun velo a concepire e celare il suo candore, la sua purezza tradita.
Paura insaziabile nel volto di quella giovane donna: fuggiva.
Pallido, scavato e sanguinante, il suo viso traspariva il terrore del suo lavoro. Occhi verdi tradivano l’ultima violenza. Pesanti i capelli grondanti, unti del suo sangue lavati dall’acqua, cadevano sulle spalle nude.
Tremava di freddo imbevuta, umida di gelo cercava rifugio.
Squarciava la sua fuga le onde di quelle strade ormai torrenti impetuosi. Trascinava il suo corpo ansante. Ginocchia sbucciate strascicava sull’asfalto invisibile sotto acque fangose.
Nulla indossava che la coprisse, che la proteggesse da quel freddo improvviso, che la celasse a chi la inseguiva, a chi con insistenza la cercava.
Urlava il suo terrore a pieni polmoni: nessuno sembrava sentirla, nessuno sembrava volesse sentirla.
Ad ogni urlo un tuono raggelava il sangue; mimetico cancellava la sua flebile voce, quasi complice del suo martirio, celava quanto accadeva.
Correva donna rantolante, unica speranza di vita.
Fulmini illuminavano la notte opaca e confusa.
Correva inesorabile, instancabile, senza meta.
Schizzavano le acque dove il suo esile piede colpiva senza cura. Incurante del fango che la ricopriva fino a quasi le ginocchia, colpiva battente ad ogni uscio, ad ogni finestra accesa.
Nessuno sentiva, nessuno sapeva della sua fuga.
Giovane, bionda, bagnata di sangue, lavata, tremante.
Squarciava la notte il tuono silente del suo smarrimento, non capiva cosa le stesse succedendo, perché stesse scappando.
Inseguita, scappava.

Era stata amata fino a qualche istante prima. Cullata tra braccia sconosciute, si era arresa al piacere del corpo. Usanza di ogni sua notte, si concedeva a chiunque l’avesse richiesta.
Uomo alto robusto, stempiato, soddisfatto aveva lasciato il suo alloggio. Ultima ora della sua lunga notte, era finito il turno.
Notte insonne per qualcuno che la osservava.
Nascosta nella sua umile casa, ripuliva le ultime ombre del suo lavoro. La porta rimasta socchiusa.
Silenzioso ingresso si intrufolava.
“E’ arrivata la tua ora”
Sibilò l’uomo nel suo impermeabile nero. Non era alto, non era robusto. In penombra illuminato si intravedeva il profilo di un baffo. Occhi incavati. Reggeva nella mano sinistra una lama.
Urlò spaventata a quell’intrusione.
Saltò giù dal letto pronta a fuggire. Colpo fendente le strappa una ciocca di biondo lucente. Livido sangue scivola sul volto.
L’uomo è su di lei. Sferra fendenti senza colpire organo. Ferita divincola il suo corpo. Fugge, inizia a correre. Cade per le scale urlando il suo aiuto.
Si rialza frenetica e scappa in strada. La pioggia insiste ancora la sua corsa, la fredda all’istante. Non può fermarsi, corre.
Sanguina dalla testa copiosa; ginocchio franto al suolo dalla caduta le rallenta la corsa. Si sente persa.

“Aiutatemi, qualcuno mi aiuti”
Strepitio lontano la sua voce fine, strozzata, impercettibile tra le onde di quella bufera che non accennava a placarsi.
Bussava, attendeva risposta, correva ancora; nessuno si azzardava ad aprire l’uscio, nessuno sentiva bussare.
L’ombra battente il suolo la seguiva, si avvicina, la percepiva in trappola. La voleva, l’aveva avuta, voleva zittirla.
Segreti inconfessabili nella sua furia: moglie – figli – lavoro – vita che nessuno doveva conoscere. Era un pericolo, un ostacolo a vivere ancora nell’ombra della sua ipocrisia.
Quella puttana era un errore, doveva finirla.
Passo – passo, leggero – pesante, schizzavano l’acqua sotto i piedi frangenti. La sentiva vicina, voleva finire il lavoro iniziato. Nessun testimone del suo malaffare doveva vivere.
Correva, ferma si arrampicava nell’angolo, finita.
Vicolo cieco il suo ultimo anfratto.
Pedane di legno accatastate l’una sull’altra: cercava di arrampicarsi. Alte finestre impedivano la fuga. Grondaie stracolme riversavano fiumi d’acqua sul suo volto.
Un’ombra rabbuiò il vicolo. Fine…
L’uomo si avvicinava, pochi passi. Le sue urla si strozzavano, non proferivano suono alcuno.
Lo ebbe a tu per tu. Gli occhi!
Conosceva molto bene quegli occhi. Lo aveva conosciuto. Lo aveva amato. Era…
Nemmeno il tempo di dirgli addio. Non poteva permetterselo. Aveva fretta di concludere.
Brillò sul volto lama d’argento. Unico fendente le strappò gli occhi dalle orbite. Infierì sul corpo di quella inerme esile donna con violenza inaudita.
Ad ogni affondo schizzi zampillavano ovunque. Una goccia di sangue scivolò da quel baffo intriso di odio. Straccio ciò che rimaneva della donna quasi fosse carne da macello.
Solo un ultimo urlo riuscì a spandersi nella nebbia di acqua e ghiaccio. Ancora un “AIUTO”. Ancora silenzio.
Finito. Aveva portato a termine il suo compito.
Andò con agonia via da quel luogo quasi niente fosse accaduto.
L’ombra silente svaniva lontana. L’impermeabile nero svolazzava nel vento di quelle ore, allontanadosi. Tuoni e fulmini avevano placato la loro presenza. Non servivano più a nascondere quanto accaduto. Tutto era compiuto.
Stretta la mano portava il suo cimelio, il terzo… non l’ultimo.
La ripose in tasca, non doveva perderlo.

“Maresciallo venga. Si tratta ancora di una donna. Anche lei prostituta, come le altre due”.
Senza nemmeno averlo di fronte, Cordusio aveva iniziato la spiegazione dell’accaduto al suo superiore.
“Lasciami indovinare: era nuda quando è stata rinvenuta”
Conoscevano fin troppo bene, ormai, il modo di operare dell’assassino. Solo ragazze giovani, bionde, lavoratrici della notte.
Sembrava che chi commettesse quelle efferatezze avesse un conto in sospeso con ognuna di esse. Ma quale poteva esserne il movente. Perché le usava e poi le assassinava con tanta ferocia?
“Si maresciallo. Anche questa volta si è portato via un cimelio della sua vittima. La falange del dito medio”
Proseguì Cordusio lasciando che il telo bianco che ricopriva la vittima si alzasse per mostrare lo scempio al suo superiore.
“Ha colpito ancora durante una tempesta. È come se seguisse un rituale. Ma quale?”
Pensieri scuotevano la mente di Farris. Non trovava un nesso con tutti quei morti con quel sangue. E poi quel cimelio… perché portarsi via una falange, mai dello stesso dito. Aveva preso il mignolo, l’anulare adesso il medio.
Non si sarebbe fermato.
Quella serie di delitti non si sarebbero fermati.
I R.I.S. brancolavano nel buio, non riuscivano a trovare tracce utili al loro lavoro. Ogni volta una tempesta.
Farris rifletteva. Forse l’unico punto di forza era proprio quello: conosceva sempre in anticipo l’arrivo di un nubifragio che poteva coprire le sue tracce. Se si fosse trattato di un meteorologo?

Le prime luci dell’alba lasciavano l’orrore della notte.
Un corpo esanime, lacero, nudo, assente.
Era stata la terza notte senza vita. La terza notte di morte in quel buio ridente silente e tranquillo quartiere alla periferia Est di Roma.
Il maresciallo Farris aveva tre omicidi, tre donne dai connotati fisici dell’est Europa. Tre donne assassinate con estremo accanimento.
Questa volta era diverso: la donna era fuggita. L’assassino l’ha inseguita per strada. Potevano partire da quel particolare. Inseguire la vittima da dove era fuggita.
Non poteva lasciarlo impunito.


Edited by piero sardo viscuglia - 21/10/2012, 13:38
 
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RedRedemption
view post Posted on 20/10/2012, 15:50




Era una notte buia e tempestosa...

Apprezzo l'idea, ma credo che l'atmosfera sia stata caricata veramente troppo. Troppi aggettivi, verbi importanti riferiti a soggetti inadeguati, che in sè non sarebbero così male se non fosse per l'uso continuo e insistente.
Ad esempio la frase "Grandine e pioggia si accanivano sull’asfalto, rovinose per quel manto appena rifatto; calpestio insistente sulle auto che ululavano al sol contatto con quel ghiaccio freddo e violento, incapace di emozioni."
Sinceramente dire che l'asfalto è stato rifatto da poco mi sembra un poco buffo. Come anche l'uso di "calpestio"; ci ho messo qualche istante a capire che si trattava della gente che saliva in macchina. Che poi il ghiaccio sia incapace di emozioni, penso sia indubbio.
Invece non ho proprio capito "Silenti rumori di porte sbarrate". Se è il suono di porte che si chiudono, perché dovrebbe essere silente?
O "Casse di legno laterali, cercava di arrampicarsi"; nel contesto abbassa troppo il tono.

Ad ogni modo, mi piace l'idea di rendere con questo ritmo l'atmosfera e l'ambientazione. Semplicemente credo che si abbia esagerato. La "tensione aulica" è troppo sostenuta e basta un termine appena meno alto per far incrinare tutto.
Consiglio di rendere tutto un po' più leggero, di distinguere meglio i punti di vista della vittima e del predatore (basterebbe davvero uno spazio), di non temere l'uso di verbi d'azione.

Sulla storia in sè non mi pronuncio, se non dicendo che le trame con serial killer mi lasciano alquanto indifferente, e qui la cosa è appena accennata. Sembra più che altro l'incipit di un racconto più lungo, o di un romanzo.

Edited by RedRedemption - 20/10/2012, 17:14
 
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davide2283
view post Posted on 20/10/2012, 16:11




Dopo aver attentamente valutato ogni singola riga, ogni singola parola, ogni singola lettera di questo scritto telematico, posso senza tema affermare la mia comunione di opinioni con l'ottimamente argomentato commento posto precedentemente rispetto al mio. In accordo con la mia umile opinione, un aspirante scrittore che si accinga a tentare l'avventura di porre su carta (o in questo caso, superficie telematica) un racconto di genere thriller, il quale in teoria dovrebbe suscitare nel lettore sentimenti di angoscia, paura e raccapriccio, mantenendo costantemente elevata la sua attenzione nel mentre della lettura del racconto stesso, dovrebbe tenere conto che un linguaggio estremamente ridondante di aggettivi, attributi ed espressioni obsolete tipiche non dico del secolo scorso, ma addirittura in alcune parti di quello ancora precedente, ha solamente lo sgradito effetto di causare al lettore l'irrefrenabile desiderio di saltare a piè pari gran parte del racconto per passare il più rapidamente possibile alla sua conclusione (reazione che volutamente si ravvisa anche in questo medesimo commento).

Traduzione: ok, l'italiano lo sai, però personalmente per me questo stile d'annunziano a tratti omerico si sposa male con il genere thriller, come ha detto @red, oltre a non amarlo come gusto personale.
E poi dai, "era una notte buia e tempestosa"....
Suppongo che potrei sembrare offensivo se ti dicessi "parla come mangi" però davvero, l'idea del racconto è anche bella, perchè non svilupparla in modo diverso, con uno stile più asciutto, più moderno, più veloce?
Think about it!
Ciao, in bocca al lupo!
(Oggi sono sarcasticamente cattivo, mi spiace per te...vorrà dire che avrò un voto in meno...un altro.)

Edited by davide2283 - 20/10/2012, 17:44
 
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bibina74
view post Posted on 20/10/2012, 17:14




Caro Piero, purtroppo concordo con chi mi ha preceduto. Sono una grande estimatrice del bel linguaggio, ma in qs caso e per qs genere di racconto mi sembra poco indovinato... ci sono alcuni passaggi che spezzati in versi potrebbero essere letti addirittura come una poesia da quanto abbondano di aggettivazione, inoltre spesso mancano i verbi, i soggetti e i collegamenti logici tra le azioni che si susseguono... tutte tipiche tecniche della lirica. Quindi direi che il lessico e il fraseggio utilizzati non sono adeguati al contesto, anche se apprezzo lo sforzo fatto se non altro per la sua originalità.
L'incipit poi è davvero usato e abusato e quasi stride in un racconto horror dei giorni nostri... sembra l'inizio di una storia di Dracula scritta nei primi del 900.
Ho quasi la sensazione che tu abbia estrapolato il 2° pezzo (da "Maresciallo venga" per intenderci) da un'opera più lunga, perchè ci sono dei collegamenti logici con la prima parte che proprio non tornano. Dici che il maniaco ha ucciso la vittima e ha straziato la sua carne e poi nel pezzo successivo gli investigatori affermano che la giovane è scappata.
La conclusione poi dà l'idea che la storia debba continuare e pure le indagini... quindi forse l'idea di base era quella di fare un racconto più lungo.
Vorrai scusare la mia sincerità (e qui concordo con Davide quando scrive che di sicuro avrà x qs un voto in meno) ma ho notato che spesso si scrivono commenti positivi alle persone solo per farsele amiche e farsi votare, infatti mi è venuta la pelle d'oca quando sotto alcuni racconti zeppi di errori ortografici/grammaticali/di tempi verbali/ecc. che io stessa ho corretto nei miei post, di seguito è stato scritto "COMPLIMENTI, BEL RACCONTO E SCRITTO BENE..."
Io preferisco risultare schietta e perdere un voto piuttosto che scrivere stupidaggini e scrivere che un racconto è fantastico quando invece è pieno di refusi o di errori ortografici.
Cmq in bocca al lupo. :wub: :wub: :wub:

Edited by bibina74 - 23/10/2012, 11:07
 
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view post Posted on 20/10/2012, 17:15
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@ Piero ecc.,

Il titolo prometteva molto bene .

Ho letto con interesse il tuo brano, ma non mi convince totalmente.

Direi che i brividini non mi sono arrivati.

L'introduzione è troppo lunga. Come hanno scritto, sembra l'inizio di un romanzo.
Quindi da metà introduci il tema che sviluppi troppo velocemente.

Comunque scrivi molto bene, ma un pò fuori epoca.

Alla prossima ;) ;) ;)

(ps questo è il modestisssssssimo parere)
 
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justadream12
view post Posted on 20/10/2012, 18:33




Ciao PSV,
quest'entrata da Barone Rosso... (Snoopy?) mi lascia subito stupita. Poi leggo un'elencazione di fatti, uno via l'altro.
Lessico ricercato, frasi spezzettate. Ossimori (Silenti rumori di porte sbarrate)... Tutto un rincorrersi e, tra le righe, si capiscono certi fatti e il profilo dei personaggi.

Questa frase non la capisco, qualcosa non va:
CITAZIONE
Canaloni di strade piene d’acqua come non si vedeva da anni, scorrevano a pulire le infamità del mondo.

Dando ragione a Davide mi è un po' venuta voglia di saltare tutto e andare alla fine. Non che l'idea non sia buona ma è scritta come una cantilena. Apprezzo la tua ricerca, un modo nuovo di scrivere, l'originalità di alcuni accoppiamenti di termini, però alla fine sono perplessa.

Coraggio, non tutti abbiamo gli stessi gusti, per fortuna!
Ciao e buona fortuna.

 
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wyjkz31
view post Posted on 20/10/2012, 20:22




Hai iniziato con “Era una notte buia e tempestosa” (Snoopy, sicuramente!) e già mi immaginavo una sorta di parodia, e invece no, o non del tutto. Ci sono parti, specie all’inizio, che mi hanno dato l’idea di essere sovraccariche (volutamente?) richiamando l’ipotesi di una parodia; ma poi continui e cambi tono e la vittima e il suo assassino sono ben descritti con una specie di prosa poetica che di solito non amo molto ma in questo caso non mi è dispiaciuta; alla fine dai una sterzata al tutto con il maresciallo Farris.
Per concludere direi che ho trovato il tuo racconto piuttosto strano ma l’ho letto volentieri.
Mi piacerebbe sapere qual era il tuo intento.
 
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ej.memories
view post Posted on 20/10/2012, 22:02




ciao,
concordo con chi mi ha preceduto, ovvero
"Era una notte buia e tempestosa" era l'inizio di un tema datomi dalla maestra alle elementari o medie che fosse
La parte iniziale pensavo anch'io fosse un'iperbole, e invece.. Poi quando mi è sembrata addirittura una poesia mi son detto: ora voglio vedere dove va a parare.
Poi leggo "maresciallo ecc" mah... mi aspettavo un dark fantasy, non un poliziesco all'italiana
e soprattutto poi è inconcludente.
Consigli ? la penna la sai usare, quindi hai 2 opzioni
1) sforbiciare all'inizio lasciando giusto 2 frasi e abbondare poi... e facci paura!
2) Scriverne un altro
Si capisce che il talento ce l'hai, vai e colpisci ! bond
 
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marcoad82
view post Posted on 20/10/2012, 23:16




Ciao, devo allineare la mia critica a chi mi ha preceduto. Aggiungo che la parte che mi è piaciuta meno è la prosa poliziesca alla fine.

CITAZIONE
violento era arrivato

Non so, stona un po'... mi sa di maestro Yoda

Però devo dire che l'idea è originale, e mi è piaciuta la parte iniziale "poetica", ho immaginato l'acquazzone.

Devo però darti una cocente delusione. Temo che a Vercelli il tuo killer rimarrebbe presto disoccupato. Puttane bionde dell'est europeo ce ne sono poche (potrebbe sempre passare ai transessuali in mancanza di materia prima...) Ah, e siamo anche carenti di asfalto appena rifatto :P
 
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Atropos
view post Posted on 21/10/2012, 00:35




Diavolo cane sembra che ti sia andato di traverso un dizionario,,,il ritmo tipo accendo e spengo la luce non mi favorisce di concentrarmi sulla descrizione,,,,,, però,,,, eh eh eh c'è sempre un però,,,, chi va contro corrente ed osa ha lamia approvazione,,, anche xk la prima parte é anche quella che mi è rimasta più impressa mentre la seconda parte, il finale x intenderci, a mio avvisi non è all 'altezza del primo pezzo,,,,
Se gallina vecchia fa buon brodo,,,, quella arcaica cosa farà?! Boh,,, Asinelli posteri l ardua sentenza,,,

Asinelli?! Porc.,,,,,,, pure il telefono mi ricorda cosa sono!
,,,ai posteri l ardua sentenza,,,
 
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Lavella
view post Posted on 21/10/2012, 08:04




A me i brividi sono venuti, è bella la descrizione del temporale e della fuga. Un pò troppo veloce il finale, è come se non vedessi l'ora di concludere! Mi piace il tuo modo di scrivere, coraggio!
 
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luciastefania
view post Posted on 21/10/2012, 15:28




Ciao
sono abbastanza d accordo con gli altri. Vorrei chiederti il perché della parola paura con la maiuscola. Poi non appena sia il massimo usare lo slash in un racconto: angolo e anfratti
sono sulla stessa linea di sole nebbia
ciao
 
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nunziadaquale
view post Posted on 22/10/2012, 09:55




Ciao Pietro, il tuo linguaggio così aulico sembra essere molto condizionato dalla scrittura di versi in lirica, forse in genere scrivi poesie? Certo c'è un eccessivo utilizzo di aggettivi altisonanti, termini desueti e accostamenti azzardati, nel complesso forse non sarebbe male questo tuo modo originale di espressione, però nella storia in questione ho trovato troppo distacco tra la prima e la seconda parte. Come già in molti hanno osservato, c'è un vero e proprio cambio di registro, sia nel linguaggio che nell'ambientazione. All'inizio sembra un racconto quasi dark, surrealista per poi invece approdare a personaggi del tutto comuni come per esempio il commissario, cosa che contrasta e sminuisce la parte più poetica. La trama potrebbe essere valida, ma dovresti rivedere tutto il racconto per dargli un aspetto più omogeneo. Ripeto, credo che tu abbia buone doti, le devi solo sfruttare meglio! ;-)
 
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piero sardo viscuglia
view post Posted on 22/10/2012, 12:24




ciao Nunzia... scusa la correzione, mi chiamo Piero eh eh eh. Si ci sono molti aggettivi, volutamente voluti e nello stesso modo il cambio di registro lessicale è altrettanto voluto per cambiare proprio forma e ambientazione. Con il maresciallo volevo qualcosa che ritornasse a qualcosa di più vicino a noi. cmq grazie e in bocca a lupo... leggerò anche il tuo presto...
 
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Lupoalfa
view post Posted on 22/10/2012, 14:52




Indubbiamente un esperimento stilistico e, come tutti gli esperimenti, sono lodevoli. Del resto la storia è piuttosto banale e solo un esercizio di stile può farla decollare.
Non so dare un giudizio diverso da questo.
 
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44 replies since 20/10/2012, 15:28   841 views
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