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Una brutta mattina per Poldo - Marco Actis Dato

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marcoad82
view post Posted on 19/10/2012, 12:21




UNA BRUTTA MATTINA PER POLDO

1.

Mi ero svegliato con la luna storta, e, giuro, avevo il presentimento che sarebbe accaduto qualcosa di sgradevole. Ma dire che le mie previsioni fossero ottimistiche sarebbe un vero eufemismo.
Me ne stavo sul divano a cazzeggiare. Naturalmente mi ero svegliato tardi, verso le dieci, e non avendo niente di meglio da fare che starmene davanti alla tele ad annoiarmi, non mi ero dato il disturbo di puntare la sveglia.
Fumavo una sigaretta dietro l'altra, mentre un uomo viscido e senz'altro inetto quanto me cercava di vendermi un materasso. Ma non mi andava di cambiar canale. C'erano uomini viscidi anche sugli altri; almeno quel viscido lì lo conoscevo.
Sbuffai svogliatamente una nuvola di fumo. Mi resi conto solo in quel momento che stavo scivolando verso il basso; sullo schienale restava solo la mia testa. Il sedere mi sporgeva in fuori. La posizione era scomodissima.
Me ne fregai.
C'era quel maledetto cane che continuava a raspare sulla porta da mezz'ora. Non che non me ne fossi accorto, è che proprio non avevo voglia di alzarmi.
«Che palle, Poldo, perché non impari a usare il cesso? Io ce l'ho fatta. Puoi farcela anche tu.»
Ma lo dissi mentre già mi stavo alzando. Tanto dovevo comprare le sigarette. Due piccioni con una fava.
Quanto mi era durato quel pacchetto? Mi sa che l'avevo comprato la sera prima.
Guardai il posacenere. Era talmente colmo che alcuni mozziconi erano caduti sul tavolino.
Feci spallucce e presi il guinzaglio.
Poldo non resisteva più. Appena vide che mi avvicinavo alla porta cominciò a saltare come un matto e ad abbaiare.
Agganciai il moschettone al suo collarino e uscimmo.
Appena fummo sul pianerottolo il bastardo pisciò.
«Cazzo, Poldo, ma non potevi resistere due minuti che scendevamo le scale? Fanculo, io non la pulisco quella porcheria. Quando imparerai a pulire lo farai tu. Ok?»
Tutti i giorni la stessa storia. Di solito ci pensava mia moglie ad asciugare quelle pozzanghere gialle (se era in casa), o la donna che veniva a lavare le scale (se era il suo giorno – e non ricordo quale fosse), ma spesso scomparivano da sole. Non so chi fosse a pulire, e, sinceramente, non me ne fregava niente. Io a quella roba puzzolente non mi ci avvicinavo.
Andai fin dal tabaccaio (e Poldo fece ancora un paio di spruzzatine su qualche angolo); comprai le sigarette; salutai quel cretino coi denti da castoro che lavorava lì e ritornai indietro. Cinque minuti in tutto. Comprendenti anche una cacatina del cane al rientro.
Quando fui di nuovo davanti alla mia porta, mi accorsi con piacere che la pisciata era già stata pulita: tutto procedeva a gonfie vele, e io potevo rimettermi davanti alla televisione in santa pace a fare una scorpacciata di stronzate mediatiche.
Ma la precoce pianificazione delle mie pigrizie fu frenata quando mi resi conto che l'interno dell'appartamento era buio e silenzioso. Qualcosa non tornava: io lasciavo sempre la TV accesa.

2.

Accesi subito la luce. Le tapparelle erano abbassate, la TV spenta: tutto sembrava in ordine.
Liberai Poldo.
«C'è nessuno?»
Pensai che mia moglie potesse essere rientrata prima.
Nessuna risposta.
Vidi gli occhi della gatta, che chiamiamo affettuosamente “vecchia zia”, che mi fissavano da sotto un mobile.
Magari avevo spento la tele senza accorgermene. Presi posto sul divano; mi accesi una siga; raccolsi il telecomando.
Ero pronto a reinserirmi nel mio rassicurante e abituale flusso di eventi, quando una voce che proveniva dalle mie spalle, maschile, mi mise in allarme e mi fece correre un brivido di paura lungo la schiena. C'era qualcosa di irreale in quella presenza intrusa nella mia routine.
«Non puoi farne a meno, vero?»
Non capii a cosa alludesse. Ma lasciai cadere il telecomando e balzai in piedi, come all'impulso di una scarica elettrica.
Dietro al divano, incombente, c'era un omone obeso sui 150 chili che teneva in mano una scure.
«La televisione. Fammi la cortesia di farne a meno, ora, perché dobbiamo parlare io e te.»
Non lo conoscevo. Feci qualche passo all'indietro. Inciampai nel tavolino, quasi caddi. Mi appoggiai al muro.
«Chi sei?» balbettai.
Tenne la scure per il centro del manico, e la fece oscillare debolmente sopra la sua testa. Sorrideva in modo strano. Capii che era fuori di testa.
«Cosa vuoi?»
«Quel cagnaccio.»
«Vuoi il mio cane?» chiesi incredulo.
«Sì. Gli voglio tagliare il pisello.»
«Che cosa?!»
«Già. Ha pisciato una volta di troppo sul mio pianerottolo.»
Era il mio vicino. Lo riconoscevo solo allora. Non mi era mai importato nulla di chi fossero quelli che abitavano nel palazzo. Non conoscevo il nome di nessuno.
«Ascolta: ti posso risarcire per il disturbo. Adesso... devo avere qualche cosa nel portafoglio, poi quando arriva a casa mia moglie ti faccio avere il resto. Grazie per aver pulito.»
«Grazie un cazzo. Voglio il suo pisello, non voglio soldi, e glielo taglierò davanti a te.»
«No, aspetta... questa è una roba da malati! Sono sicuro che tra persone civili ci si può mettere d'accordo. Adesso sei preda della rabbia, io ti capisco...»
«Dammi le chiavi.»
Mi si fece vicino. Era grosso. Gli diedi le chiavi.
«Hai scavalcato il balcone, vero?»
Lui andò alla porta e la chiuse. Mise le chiavi in tasca.
«Il suo pene in cambio delle chiavi. Poi, io e te, ci lasceremo da amici. Promesso.»
Guardai la grossa ascia che teneva in mano.
«Tu vorresti tagliargli il coso... con quella?»
«Esatto.»
Poldo, come se avesse capito, squittì. Spostava lo sguardo da me a quel ciccione.
«Ma non ce la farai mai. Quell'ascia è più grossa di lui!»
«Io non sbaglio un colpo.»
Non avevo scampo. Quel pazzo avrebbe potuto farmi a pezzi da un momento all'altro. Dovevo accontentarlo in qualche modo, e poi trovare una maniera per chiamare la polizia. Magari, una volta avuto quello che voleva, sarebbe davvero uscito col suo feticcio canino e mi avrebbe lasciato in pace.
«Ok. Ma permettimi di consigliarti di usare delle forbici. Ne ho un paio in cucina che andranno benissimo.»
«Niente forbici! Userò l'ascia. Ho deciso.»
Cazzo se era ostinato.
«Fidati. Ho una mira infallibile.»
«Ma dopo mi lascerai in pace?»
Quando lo saprà mia moglie vorrà tagliarmi il mio, come minimo.
«Certo, hai la mia parola. E... non morirà. Se ti sbrighi a portarlo dal veterinario, lo salverai. Solo che avrai un cane eunuco.»
Dovette trovare questa battuta molto divertente, perché ne rise per un po'. I suoi tre menti ballavano come budino.
«Ok.» dissi.
La vecchia zia continuava a guardarmi dal suo buio nascondiglio. Lo so cosa pensava di me, ma io me la stavo facendo sotto.

3.

Il ciccione sollevò l'ascia.
«Chiudi gli occhi se sei debole di stomaco.»
«No, voglio guardare.»
Povero Poldo... però ero curioso di vedere come avrebbe fatto ad evirare un cane così piccolo con un'ascia così grossa.
La lama calò. Nessun lamento.
Metà Poldo volò da una parte; metà dall'altra. Il pavimento era pieno di sangue. Il ciccione ne aveva sulla canottiera.
«Che cazzo hai fatto?!»
«Eh, ho sbagliato...»
«Avevi detto che eri infallibile!»
«Senti, prova te a colpire un cazzo di due centimetri con una scure!»
Dicendo questo allargò le braccia. Io approfittai del momento per tentare di liberarmi di lui. Avevo capito che non avevo speranze. Mi avrebbe macellato sicuramente se non avessi fatto qualcosa.
Mi ci lanciai contro con tutta la forza. Mi andò bene. Probabilmente era sbilanciato, altrimenti non sarei riuscito a buttare a terra un grassone come lui.
Volò all'indietro, inciampando nel tavolino (glielo avevo detto, a mia moglie, che non era il posto adatto), e rovinò attraverso il cristallo.
Sperai che si fosse fatto male.
E mentre era lì che si dimenava come una tartaruga sul guscio, afferrai l'ascia e la calai con tutta la mia forza sul suo braccio destro. Lo tranciai di netto. Un fiotto copioso di sangue scuro si riversò sul pavimento.
«Sadico bastardo.» e gli sputai addosso.
Poi mi venne un'idea.
Mentre il porco si dissanguava andai in cucina a prendere le forbici.
Tornai di là che già si stava alzando. Non potevo credere a quanto fosse resistente. Avrei dovuto andarci più pesante. Ma stavo per rimediare.
Feci per colpirlo dritto al petto, con l'ascia, però quello, incredibilmente, riuscì ad afferrarla per il manico con la mano che gli restava.
Tirai. Ma aveva una presa d'acciaio.
Me la strappò di mano. La sua faccia era un nodo di muscoli contratti e grasso arrabbiatissimo.
Cazzo, mi cagai addosso.
Gli ficcai la forbice nella gola. Ma il panzone riuscì a colpirmi con l'ascia.
Ora guardavo il mio braccio a terra, vicino al suo.
La vecchia zia ci guardava entrambi curiosa.
Il ciccione cadde in ginocchio, con la mano sull'impugnatura della forbice. Stava affogando nel suo sangue.
Io mi sentivo svenire. Avevo brividi lungo tutto il corpo.
Cademmo a terra insieme. Purtroppo avevo la faccia vicino alle sue gambe, e durante l'ultima agonia si dimenò e mi ruppe il naso con un calcio. Non sentii dolore. Un braccio reciso era già sufficiente a impegnare tutti i miei nervi.
Poi non si mosse più. Era morto. Ma a me non rimaneva molto tempo.
Mentre riflettevo sul da farsi, e le opzioni erano davvero limitate, vidi la gatta uscire dal suo nascondiglio.
Il mio campo visivo si restringeva sempre di più, e il mio battito cardiaco era rallentato talmente che credevo che il mio cuore fosse già fermo.
Ma non lo era ancora. Il tempo che mi restava fu sufficiente per vedere la vecchia zia che si metteva a rosicchiare il mio braccio staccato.
Stronza di una gatta.

Edited by marcoad82 - 8/11/2012, 11:09
 
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davide2283
view post Posted on 19/10/2012, 13:00




Ciao, devo dire che il tuo racconto mi ha più divertito che impressionato, sembra una puntata di Grattachecca & Fichetto. :D
Lo stile è carino, e a parte qualche errore e qualcosina che può essere sistemata, che ti ho segnalato qui sotto, direi che il racconto nel suo insieme è ok, anche se devo essere sincero, all'interno di questo concorso ce ne sono alcuni che mi sono piaciuti di più.
CITAZIONE
Mi ero svegliato con la luna storta, e, giuro, avevo il presentimento che sarebbe accaduto qualcosa di sgradevole. Ma dire che le mie previsioni fossero ottimistiche sarebbe un vero eufemismo.

C'è un po' di confusione sui tempi verbali. Secondo me andrebbero corretti così: avevo il presentimento -> avevo avuto il presentimento e sarebbe un vero eufemismo -> sarebbe stato un vero eufemismo.
Inoltre (ed è un errore ricorrente) secondo me usi il ma a sproposito. Posto che iniziare una frase con un ma non è proprio ortodosso, la cosa si può fare (e io la faccio, per esempio) però non bisogna abusarne. Il ma serve a collegare due frasi l'una in antitesi all'altra; in questo caso ciò non avviene, anzi la seconda frase rafforza la prima.
CITAZIONE
Naturalmente mi ero svegliato tardi, verso le dieci, ma non avendo niente di meglio da fare che starmene davanti alla tele ad annoiarmi, non mi ero dato il disturbo di puntare la sveglia.

Questione del ma: vedi commento precedente.
CITAZIONE
Fumavo una sigaretta dietro l'altra, mentre un uomo viscido e senz'altro inetto quanto me cercava di vendermi un materasso. Ma non mi andava di cambiar canale. C'erano uomini viscidi anche sugli altri; almeno quel viscido lì lo conoscevo.

Qui il ma è usato bene, ma ci sono troppe ripetizione della parola viscido, ne eliminerei almeno una.
CITAZIONE
Andai fin dal tabaccaio (e Poldo fece ancora un paio di spruzzatine su qualche angolo); comprai le sigarette; salutai quel cretino coi denti da castoro che lavorava lì e ritornai indietro.

Sostituirei i due punti (entrambi) con delle virgole.
CITAZIONE
Non capii a cosa alludesse. Ma lasciai cadere il telecomando e balzai in piedi, come all'impulso di una scarica elettrica.

Questione del ma.
CITAZIONE
c'era un omone obeso sui 150 chili

Toglierei una delle due specificazioni sul peso.
CITAZIONE
Tenne la scure per il centro del manico

Tempo verbale: è più corretto teneva.
CITAZIONE
Lo so cosa pensava di me, ma io me la stavo facendo sotto.

Questione del ma.
CITAZIONE
Metà Poldo volò da una parte; metà dall'altra.

Sostituirei il punto e virgola con una virgola.

In bocca al lupo!
 
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marcoad82
view post Posted on 19/10/2012, 14:03




Ciao Davide, ti ringrazio per la critica e per le tue accurate motivazioni.

Non mi trovo d'accordo con la maggior parte e te ne elenco qui i motivi:


CITAZIONE
Mi ero svegliato con la luna storta, e, giuro, avevo il presentimento che sarebbe accaduto qualcosa di sgradevole. Ma dire che le mie previsioni fossero ottimistiche sarebbe un vero eufemismo.

C'è un po' di confusione sui tempi verbali. Secondo me andrebbero corretti così: avevo il presentimento -> avevo avuto il presentimento e sarebbe un vero eufemismo -> sarebbe stato un vero eufemismo.
Inoltre (ed è un errore ricorrente) secondo me usi il ma a sproposito. Posto che iniziare una frase con un ma non è proprio ortodosso, la cosa si può fare (e io la faccio, per esempio) però non bisogna abusarne. Il ma serve a collegare due frasi l'una in antitesi all'altra; in questo caso ciò non avviene, anzi la seconda frase rafforza la prima.

Il "ma", in questo caso si contrappone all'affermazione della prima parte della frase: avevo il presentimento che sarebbe accaduto qualcosa di sgradevole (e nonostante questo) quel qualcosa si rivelò ancora peggiore

per quanto riguarda il tempo verbale, è presente nell'ultima parte, perché questa è una considerazione postuma, confessata direttamente al lettore nel momento in cui legge

CITAZIONE
Naturalmente mi ero svegliato tardi, verso le dieci, ma non avendo niente di meglio da fare che starmene davanti alla tele ad annoiarmi, non mi ero dato il disturbo di puntare la sveglia.

conscio del fatto che sia un male svegliarsi tardi non ha comunque puntato la sveglia perchè non aveva neinte di meglio da fare. c'è comunque una contrapposizione, seppure è nascosta

Questione del ma: vedi commento precedente.
CITAZIONE
Fumavo una sigaretta dietro l'altra, mentre un uomo viscido e senz'altro inetto quanto me cercava di vendermi un materasso. Ma non mi andava di cambiar canale. C'erano uomini viscidi anche sugli altri; almeno quel viscido lì lo conoscevo.

Qui il ma è usato bene, ma ci sono troppe ripetizione della parola viscido, ne eliminerei almeno una.

la ripetizione è chiaramente voluta

CITAZIONE
Andai fin dal tabaccaio (e Poldo fece ancora un paio di spruzzatine su qualche angolo); comprai le sigarette; salutai quel cretino coi denti da castoro che lavorava lì e ritornai indietro.

Sostituirei i due punti (entrambi) con delle virgole.

non sono due punti, ma punti e virgola. siccome si tratta di un elenco di azioni, l'uso è coretto

CITAZIONE
Non capii a cosa alludesse. Ma lasciai cadere il telecomando e balzai in piedi, come all'impulso di una scarica elettrica.

nonostante non avessi capito cosa fosse accaduto, lasciai comunque il telecomando e balzai in piedi (c'è una contrapposizione)

Questione del ma.
CITAZIONE
c'era un omone obeso sui 150 chili

Toglierei una delle due specificazioni sul peso.

ok, opinabile. non hai tutti i torti, però mi piace, rafforza l'idea di ciccione al quadrato, quindi non la toglierò,

CITAZIONE
Tenne la scure per il centro del manico

Tempo verbale: è più corretto teneva.

No, è un'azione attiva, quindi remoto. In altri momenti teneva la scure (descrittiva), ma in questo caso stava svolgendo un'azione. critica bocciata

CITAZIONE
Lo so cosa pensava di me, ma io me la stavo facendo sotto.

Questione del ma.

Amico, credo che le congiunzioni ti abbiano rubato la merenda da piccolo

CITAZIONE
Metà Poldo volò da una parte; metà dall'altra.

Sostituirei il punto e virgola con una virgola.

il punto e virgola dà l'idea di una pausa più lunga. lo trovo più estetico. però anche qui non hai tutti i torti, è opinabile



Ok, questa è la difesa delle mie scelte, spero di non essere stato aggressivo e di non aver dato l'idea che quella fosse la mia intenzione, perchè non è così, ho apprezzato molto il tuo intervento e mi hai fatto riflettere. Anzi non mi aspettavo che qualcuno sezionasse così a fondo il racconto

grazie

Marco

 
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davide2283
view post Posted on 19/10/2012, 14:47




Oooook, the choice is yours!
In bocca al lupo!
 
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marcoad82
view post Posted on 19/10/2012, 16:09




Siccome non riesco più ad aggiungerlo come sottotitolo del post, lo specifico qui: la mia intenzione era quella di scrivere un horror/grottesco condito di humor nero, spero che questo non mi faccia andare fuori tema
 
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wyjkz31
view post Posted on 19/10/2012, 21:02




Bello. Insomma, raccapricciante, quindi in tema direi. Simpatici i due protagonisti che ci fai detestare dalle prime battute senza speranza di riscatto, stronza la gatta. L’unico che si salva, si fa per dire, è il povero Poldo.

Ti segnalo quello che ho notato.
CITAZIONE
Ma l'interno dell'appartamento era buio e silenzioso
Ma una voce che proveniva –
Ma lasciai cadere il telecomando e balzai in piedi,

Questi “ma” a mio parere non sono necessari.
CITAZIONE
Lo riconoscevo solo allora.

Anche se stai usando il passato penso proprio che si possa dire “adesso”.
CITAZIONE
mia moglie di faccio avere
Il ciccione cade in ginocchio

sviste

Questione del ma.
Scrivo sempre il commento prima di leggere quello degli altri, poi a volte modifico per non ripetere il già detto. Stavolta non l'ho fatto.

Aggiungo solo che a me la ripetizione del "viscido" non dispiace.
 
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marcoad82
view post Posted on 19/10/2012, 21:44




Grazie per l'intervento, hai fatto osservazioni pertinenti e corrette. Ho sistemato le sviste che mi hai segnalato e ho eliminato un paio di MA di troppo. Il MA è potente, bisogna usarlo con saggezza :D

Edited by marcoad82 - 19/10/2012, 23:17
 
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RedRedemption
view post Posted on 19/10/2012, 22:12




Divertente prima che raccapricciante, stile semplice (alla sola apparenza) e diretto, per me un buon racconto che fa sorridere e rizzare lievemente i capelli per l'inquietudine. Mi è piaciuto molto il linguaggio, quotidiano nelle giuste dosi. Semplicemente complimenti :)
 
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Atropos
view post Posted on 20/10/2012, 01:36




,,,un punk-racconto,,,ma non so quanto questo omicidio sia "horror "
anche a me piace il tuo stile, ardito, stile griffith (,,,o come si scrive)
 
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view post Posted on 20/10/2012, 10:28

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Proprio una giornataccia per Poldo ed il suo padrone! Mi piace tantissimo la scena del padrone di casa seduto sul divano che guarda la pubbilità dei materassi. Quando si arriva a quel punto si è veramente messi male. Non c'è nulla di più alienante! Mi piace la "satira", se così posso definirla o l'humor nero, se preferisci. La tua storia è anche raccapricciante, come dice RedRedemption. Complimenti per l'originalità. Mi piace chi osa.
Ciao Marco.
In bocca alla "gattaccia"!

Pat
 
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marcoad82
view post Posted on 20/10/2012, 10:50




Red, Atropos e Pat: vi ringrazio per avermi letto. @Red: sto leggendo i vostri racconti in ordine cronologico... arriverò anche al tuo.. prima o poi (mi sa che è l'ultimo in lista)
 
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view post Posted on 20/10/2012, 17:40
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Avevo il presentimento che sarebbe accaduto qualcosa di sgradevole.

Certo altrimenti non avresti scritto una storia, grottesca come questa.

Alla prossima. :D
 
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bibina74
view post Posted on 20/10/2012, 17:43




CITAZIONE (marcoad82 @ 19/10/2012, 13:21) 
UNA BRUTTA MATTINA PER POLDO

1.

Mi ero svegliato con la luna storta, e, giuro, avevo il presentimento che sarebbe accaduto qualcosa di sgradevole. Ma dire che le mie previsioni fossero ottimistiche sarebbe (sarebbe stato... occhio ai tempi verbali) un vero eufemismo.
Me ne stavo sul divano a cazzeggiare. Naturalmente (toglierei naturalmente) mi ero svegliato tardi, verso le dieci, e non avendo niente di meglio da fare che starmene davanti alla tele ad annoiarmi, non mi ero dato il disturbo di puntare la sveglia. (perchè non fa niente? perchè è ricco? fa il mantenuto? è in pensione?)
Fumavo una sigaretta dietro l'altra, mentre un uomo viscido e senz'altro inetto quanto me cercava di vendermi un materasso. Ma non mi andava di cambiar canale. C'erano uomini viscidi anche sugli altri; almeno quel viscido (ripetizioni) lì lo conoscevo. (e perchè lo conosceva? in che senso scusa? era un suo amico?)
Sbuffai svogliatamente fuori (sbuffai fuori???) il fumo. Mi resi conto solo in quel momento che stavo scivolando verso il basso; sullo schienale restava solo la mia testa. Il sedere mi sporgeva in fuori (l'hai appena ripetuto sopra). La posizione era scomodissima.
Me ne fregai.
C'era quel maledetto cane che continuava a raspare sulla porta da mezz'ora. Non che non me ne fossi accorto, è che proprio non avevo voglia di alzarmi. (meglio scrivere: me n'ero accorto ma non avevo voglia di alzarmi)
«Che palle, Poldo, perché non impari a usare il cesso? Io ce l'ho fatta. Puoi farcela anche tu»
Ma lo dissi mentre già mi stavo alzando. Tanto dovevo comprare le sigarette. Due piccioni con una fava.
Quanto mi era durato quel pacchetto? Mi sa che l'avevo comprato la sera prima.
Guardai il posacenere. Era talmente colmo che alcuni mozziconi erano caduti sul tavolino.
Feci spallucce e presi il guinzaglio.
Poldo non resisteva più. Appena vide che mi avvicinavo alla porta cominciò a saltare come un matto e ad abbaiare.
Agganciai il moschettone al suo collarino e uscimmo.
Appena fummo sul pianerottolo il bastardo pisciò.
«Cazzo, Poldo, ma non potevi resistere due minuti che scendevamo le scale? Fanculo, io non la pulisco quella (questa perchè è vicina, quella se è lontana) porcheria. Quando imparerai a pulire lo farai tu. Ok?»
Tutti i giorni la stessa storia. Di solito ci pensava mia moglie ad asciugare quelle pozzanghere gialle (se era in casa), o la donna che veniva a lavare le scale (se era il suo giorno – e non ricordo quale fosse) (toglierei qs parentesi un po' fastidiose) , ma spesso scomparivano da sole. Non so chi fosse a pulire, e, sinceramente, non me ne fregava niente. Io a quella roba puzzolente non mi ci avvicinavo.
Andai fin dal tabaccaio (e Poldo fece ancora un paio di spruzzatine su qualche angolo) (via le parentesi); comprai le sigarette; salutai quel cretino coi denti da castoro che lavorava lì e ritornai indietro. Cinque minuti in tutto. Comprendenti anche una cacatina del cane al rientro.
Quando fui di nuovo davanti alla mia porta, mi accorsi con piacere che la pisciata era già stata pulita: tutto procedeva a gonfie vele, e io potevo rimettermi davanti alla televisione in santa pace a fare una scorpacciata di stronzate mediatiche.
Ma la precoce pianificazione delle mie pigrizie fu frenata quando mi resi conto che l'interno dell'appartamento era buio e silenzioso. Qualcosa non tornava: io lascio sempre la TV accesa.

2.

Accesi subito la luce. Le tapparelle erano abbassate, la TV spenta: tutto sembrava in ordine.
Liberai Poldo.
«C'è nessuno?»
Pensai che mia moglie potesse essere rientrata prima.
Nessuna risposta.
Vidi gli occhi della gatta, che chiamiamo affettuosamente “vecchia zia”, che mi fissavano da sotto un mobile.
Magari avevo spento la tele senza accorgermene. Presi posto sul divano; mi accesi una siga (siga mi sa di teen ager non di uomo, quindi meglio mi accesi una sigaretta); raccolsi il telecomando.
Ero pronto a reinserirmi nel mio rassicurante ed (d eufonica) abituale flusso di eventi, quando una voce che proveniva dalle mie spalle, maschile, mi mise in allarme e mi fece correre un brivido di paura lungo la schiena. C'era qualcosa di irreale in quella presenza intrusa nella mia routine.
«Non puoi farne a meno, vero?»
Non capii a cosa alludesse. Ma lasciai cadere il telecomando e balzai in piedi, come all'impulso di una scarica elettrica.
Dietro al divano, in piedi, c'era un omone obeso sui 150 chili, (qs ripetizione mi ricorda l'appunto che hai fatto a me su una giovane donna di 36 anni... come vedi a volte rende meglio precisare!!!) che teneva in mano una scure.
«La televisione. Fammi la cortesia di farne a meno, ora, perché dobbiamo parlare io e te (punto
Non lo conoscevo. Feci qualche passo all'indietro. Inciampai nel tavolino, quasi caddi. Mi appoggiai al muro.
«Chi sei?» balbettai.
Tenne la scure per il centro del manico, e la fece oscillare debolmente sopra la sua testa. Sorrideva in modo strano. Capii che era fuori di testa.
«Cosa vuoi?»
«Quel cagnaccio (punto
«Vuoi il mio cane?» chiesi incredulo.
«Sì. Gli voglio tagliare il pisello(punto
«Che cosa?! (ci vuole semmai ?!? non ?!)»
«Già. Ha pisciato una volta di troppo sul mio pianerottolo (punto
Era il mio vicino. Lo riconoscevo solo allora. Non mi era mai importato nulla di chi fossero quelli che abitavano in quel (ripetizione) palazzo. Non conoscevo il nome di nessuno.
«Ascolta: (toglierei i 2 punti e metterei una virgola) ti posso risarcire per il disturbo. Adesso... devo avere qualche cosa nel portafoglio, poi quando arriva a casa mia moglie ti faccio avere il resto. Grazie per aver pulito (punto
«Grazie un cazzo. Voglio il suo pisello, non voglio soldi, e glielo taglierò davanti a te (punto
«No, aspetta... questa è una roba da malati! Sono sicuro che tra persone civili ci si può mettere d'accordo. Adesso sei preda della rabbia (in preda alla rabbia), io ti capisco...»
«Dammi le chiavi(punto
Mi si fece vicino. Era grosso. Gli diedi le chiavi.
«Hai scavalcato il balcone, vero?»
Lui andò alla porta e la chiuse. Mise le chiavi in tasca.
«Il suo pene in cambio delle chiavi. Poi, io e te, ci lasceremo da amici. Promesso(punto
Guardai la grossa ascia che teneva in mano.
«Tu vorresti tagliargli il coso... con quella?»
«Esatto(punto
Poldo, come se avesse capito, squittì (è il topo che squittisce non il cane). Spostava lo sguardo da me a quel ciccione.
«Ma non ce la farai mai. Quell'ascia è più grossa di lui!»
«Io non sbaglio un colpo(punto
Non avevo scampo. Quel pazzo avrebbe potuto farmi a pezzi da un momento all'altro. Dovevo accontentarlo in qualche modo, e poi trovare una maniera per chiamare la polizia. Magari, una volta avuto quello che voleva, sarebbe davvero uscito col suo feticcio canino e mi avrebbe lasciato in pace.
«Ok. Ma permettimi di consigliarti di usare delle forbici. Ne ho un paio in cucina che andranno benissimo(punto
«Niente forbici! Userò l'ascia. Ho deciso(punto
Cazzo se era ostinato.
«Fidati. Ho una mira infallibile(punto
«Ma dopo mi lascerai in pace?»
Quando lo saprà mia moglie vorrà tagliarmi il mio, come minimo.
«Certo, hai la mia parola. E... non morirà. Se ti sbrighi a portarlo dal veterinario, lo salverai. Solo che avrai un cane eunuco(punto
Dovette trovare questa battuta molto divertente, perché ne rise per un po'. I suoi tre menti ballavano come budino.
«Ok(punto)» dissi.
La vecchia zia continuava a guardarmi dal suo buio nascondiglio. Lo so cosa pensava di me, ma io me la stavo facendo sotto.

3.

Il ciccione sollevò l'ascia.
«Chiudi gli occhi se sei debole di stomaco(punto
«No, voglio guardare(punto
Povero Poldo... Però (minuscolo) ero curioso di vedere come avrebbe fatto ad evirare un cane così piccolo con un'ascia così grossa.
La lama calò. Nessun lamento.
Metà Poldo volò da una parte;(virgola non ;) metà dall'altra. Il pavimento era pieno di sangue. Il ciccione ne aveva sulla canottiera.
«Che cazzo hai fatto?!(occhio... si mette ?!?)»
“Eh, ho sbagliato...»
«Avevi detto che eri infallibile!»
«Senti, prova te a colpire un cazzo di due centimetri con una scure!»
Dicendo questo allargò le braccia. Io approfittai del momento per tentare di liberarmi di lui. Avevo capito che non avevo speranze. Mi avrebbe macellato sicuramente se non avessi fatto qualcosa.
Mi ci lanciai contro con tutta la forza. Mi andò bene. Probabilmente era sbilanciato, altrimenti non sarei riuscito a buttare a terra un grassone come lui.
Volò all'indietro, inciampando nel tavolino (glielo avevo detto, a mia moglie, che non era il posto adatto) (glielo e a mia moglie è una ripetizione, meglio: avevo già detto a mia moglie che non era il posto adatto in cui metterlo) e rovinò attraverso il cristallo. (cosa significa e rovinò attraverso il cristallo?)
Sperai che si fosse fatto male.
E mentre era lì che si dimenava come una tartaruga sul guscio, afferrai l'ascia e la calai con tutta la mia forza sul suo braccio destro. Lo tranciai di netto. Un fiotto copioso di sangue scuro si riversò sul pavimento.
«Sadico bastardo...». E gli sputai addosso.
Poi mi venne un'idea.
Mentre il porco si dissanguava andai in cucina a prendere le forbici.
Tornai di là che già si stava alzando. Non potevo credere a quanto fosse resistente. Avrei dovuto andarci più pesante. Ma stavo per rimediare.
Feci per colpirlo dritto al petto, con l'ascia, però quello, incredibilmente, riuscì ad afferrarla per il manico con la mano che gli restava.
Tirai. Ma aveva una presa d'acciaio.
Me la strappò di mano. La sua faccia era un nodo di muscoli contratti e grasso arrabbiatissimo.
Cazzo, mi cagai addosso.
Gli ficcai la forbice nella gola. Ma il panzone riuscì a colpirmi con l'ascia.
Ora guardavo il mio braccio a terra, vicino al suo.
La vecchia zia ci guardava entrambi curiosa.
Il ciccione cadde in ginocchio, con le mani sull'impugnatura della forbice. Stava affogando nel suo sangue.
Io mi sentivo svenire. Avevo brividi lungo tutto il corpo.
Cademmo a terra insieme. Purtroppo avevo la faccia vicino alle sue gambe, e durante la sua ultima agonia si dimenò e mi ruppe il naso con un calcio. Non sentii dolore. Un braccio reciso era già sufficiente a impegnare tutti i miei nervi.
Poi non si mosse più. Era morto. Ma a me non rimaneva molto tempo.
Mentre riflettevo sul da farsi, e le opzioni erano davvero limitate, vidi la gatta uscire dal suo nascondiglio.
Il mio campo visivo si restringeva sempre di più, e il mio battito cardiaco era rallentato talmente che credevo che il mio cuore fosse già fermo.
Ma non lo era ancora. Il tempo che mi restava mi (ripetizione) fu sufficiente per vedere la vecchia zia che si metteva a rosicchiare il mio braccio staccato.
Stronza di una gatta.

Ciao
ti ho segnato qualche refuso e qualche punto da sistemare, ma nel complesso il racconto è stato divertente e mi è piaciuto per originalità sia il pezzo in cui il protagonista consigliava al maniaco di tagliare il pisello del cane con le forbici anzichè con l'ascia che il pezzo finale con la gatta che fa piazza pulita delle braccia staccate. Immagino che volesse essere un horror comico e se è così devo dire che il risultato è apprezzabile.
In bocca al lupo. :rolleyes: :rolleyes:
 
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justadream12
view post Posted on 20/10/2012, 18:48




Marcoad82 ti scrivo solo per segnalarti che per fare la "citazione" basta usare il pulsante QUOTE sulla sinistra (sopra le faccine) e incollarci all'interno la frase che vuoi citare, non so se l'hai voluto fare diversamente apposta, cmq!!!!
Justadream12
 
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marcoad82
view post Posted on 20/10/2012, 19:23




Grazie per l'esaurientissimo commento. Ora concedimi di spiegarti i motivi delle mie scelte. (Scusa, ma ho il sospetto che quando qualcuno prende in mano la biro rossa sia colto dalla frenesia di consumarla) Per quanto riguarda il tuo intervento, molte delle annotazioni mi saranno utili, in particolare quella dei punti alla fine delle frasi tra virgolette. E' una dimenticanza a cui devo assolutamente rimediare.


CITAZIONE
sarebbe stato... occhio ai tempi verbali

questo mi era già stato fatto notare, e do a te la stessa risposta che ho dato a lui.. (più o meno la stessa, abbi pazienza) anche se adesso che me lo fai notare, ti confesso che la mia sicurezza vacilla un po'. Ecco qui: la considerazione sulle sue previsioni, la fa a seguito del fattaccio... perciò la comunica al lettore nel momento in cui legge. All'infinito "dire che le mie previsioni fossero ottimistiche sarebbe un vero eufemismo" cioè: sarebbe un vero eufemismo adesso e anche allora... non "sarebbe stato", perchè questo implicherebbe che al momento attuale le cose siano cambiate, e così non è. Cosa ne pensi? comincio a confondermi.

CITAZIONE
Naturalmente (toglierei naturalmente) mi ero svegliato tardi,

Induce l'idea di azione usuale

CITAZIONE
(perchè non fa niente? perchè è ricco? fa il mantenuto? è in pensione?)

che importanza ha? tanto è antipatico e verrà presto abbattuto :P

CITAZIONE
viscido (ripetizioni)

volute

CITAZIONE
(sbuffai fuori???) il fumo. Mi resi conto solo in quel momento che stavo scivolando verso il basso; sullo schienale restava solo la mia testa. Il sedere mi sporgeva in fuori (l'hai appena ripetuto sopra)

buona osservazione

CITAZIONE
(questa perchè è vicina, quella se è lontana)

è abbastanza lontana, e soprattutto, suona meglio

CITAZIONE
(toglierei qs parentesi un po' fastidiose)

questione di gusti. comunque non ho nulla in contrario al fatto che tu abbia espresso la tua opinione in proposito :)

CITAZIONE
(siga mi sa di teen ager non di uomo, quindi meglio mi accesi una sigaretta)

il nostro amico è uno "sciallone", parla così, che ci vuoi fare? inutile stare a insegnargli a parlare bene. (ha al massimo un'ora di vita.. ma anche meno)

CITAZIONE
ed (d eufonica) abituale

vero. questa cosa delle d eufoniche non mi va tanto giù - a me piacciono, e soprattutto sono corrette.. la toglierò, grazie

CITAZIONE
(qs ripetizione mi ricorda l'appunto che hai fatto a me su una giovane donna di 36 anni... come vedi a volte rende meglio precisare!!!)

touchè :wub:

CITAZIONE
(ci vuole semmai ?!? non ?!)»

e questa dove l'hai sentita? no, dico sul serio...

CITAZIONE
quelli che abitavano in quel (ripetizione)

giusto

CITAZIONE
(in preda alla rabbia),

hai ragione, il modo di dire è quello che suggerisci... ma non sarà lo stesso?

CITAZIONE
(è il topo che squittisce non il cane)

Eheheh grazie... serve a suggerire le piccole dimensioni di Poldo

CITAZIONE
... Però (minuscolo)

ok

CITAZIONE
Metà Poldo volò da una parte;(virgola non ; ) metà dall'altra.

anche qui, mi avete fatto la medesima osservazione. ma ti rispondo con più sicurezza che nell'altro caso: No, l'uso del punto e virgola è una scelta stilistica di chi scrive, il punto e virgola rappresenta una pausa di lunghezza intermedia tra una virgola e un punto. Difenderò strenuamente questo punto e virgola perchè è molto estetico.

CITAZIONE
(cosa significa e rovinò attraverso il cristallo?)

cosa ne pensi di cercare il verbo "rovinare" sul dizionario? (frenesia da biro rossa, te l'avevo detto) ;) è un vocabolo con diverse accezioni

CITAZIONE
(glielo e a mia moglie è una ripetizione, meglio: avevo già detto a mia moglie che non era il posto adatto in cui metterlo)

glielo, glielo, e ancora glielo <_<

CITAZIONE
Il tempo che mi restava mi (ripetizione)

si, giusto


va bene, spero di non essere stato stronzo e saccente come al mio solito (vana speranza)


Adesso vado a mangiare, avevo voglia di pizza ma si è fatto tardi e Poldo gratta la porta

Ciao! - e ci terrei ad avere la tua opinione sulla mia di fesa di quel "sarebbe stato"



grazie Justadream, ma nel frattempo l'ho imparato commentando i vostri racconti! :P
 
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57 replies since 19/10/2012, 12:21   649 views
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