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Il viaggio - Daniela Pistone

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missDFP
view post Posted on 13/10/2012, 21:52




IL VIAGGIO

Un forte stridio di freni accompagnato da un gelido vento annunciò l'arrivo del treno. Si avvicinò alla porta che qualcuno aveva già aperto ed entrò nella carrozza che le era toccata in sorte. Si compiacque di essere su un vagone senza scompartimenti, così poteva osservare le persone senza dare troppo nell'occhio. Più di una volta si era sentita molto a disagio quando in uno scompartimento di sole sei persone era stata sorpresa ad osservarle ricevendo in cambio, nei casi migliori, occhiate incuriosite, e nei peggiori, ostili, tanto che a volte si era sentita costretta a spostarsi. Amava osservare la gente, ma a volte la gente odiava essere osservata. Cercò un posto a sedere vicino al finestrino, con una certa difficoltà mise il proprio borsone nello spazio tra due file di sedili e si accomodò.
Una giovane ragazza con le cuffie nelle orecchie e lo sguardo assonnato si sedette di fronte a lei, e non la degnò di uno sguardo mentre si accomodava sul sedile con la chiara intenzione di riprendere a dormire là dove era stata interrotta per poter prendere quel treno.
Un giovane in giacca e cravatta invece si sistemò nel posto al di là del corridoio. Mise la valigetta nel comparto sopra il sedile, si tolse il soprabito chiaro, piegandolo con la fodera all'esterno nell'evidente tentativo di non sporcarlo, lo sistemò sopra la valigetta, sbottonò i bottoni della giacca all'altezza della cintura e si sedette, giornale in braccio, pronto ad affrontare il viaggio. Una signora ingombrante, con ingombranti borse, si fece largo tra i sedili con una certa difficoltà perché il treno era ripartito con qualche sobbalzo. Arrivò ballonzolante ad un paio di sedili liberi più avanti del suo e, non senza il rischio di colpire qualcuno con alcune delle sue borse si mise seduta, o meglio, cadde pesantemente sul sedile con un enorme sospiro di sollievo per l'impresa appena compiuta.
Guardandosi intorno vide una giovane donna, vestita da bambola, con tanto di nastrini colorati tra i biondi capelli, camicetta con colletto di pizzo, vestitino rosa e ballerine lucide, seduta su un telo che aveva lo scopo di proteggerla dalla scarsa pulizia del sedile. Non era la prima che vedeva stendere un qualcosa tra i perfetti e lindi abiti e i sedili di un treno che per definizione non erano il massimo dell'igiene. Era per questo motivo che quando poteva si metteva una comoda tuta che utilizzava unicamente per il viaggio. La ragazza-bambola però aveva uno sguardo molto triste, guardava il paesaggio correre fuori dal finestrino senza vederlo realmente. Una delusione amorosa? Un lutto in famiglia? No, non era l'abbigliamento per un funerale. Le si strinse il cuore. Le persone palesemente tristi le mettevano angoscia, avrebbe voluto aiutarla, farla parlare, dirle che il dolore che stava provando in quel momento sarebbe passato e che nulla accade per caso. Se adesso le sembrava che il mondo le stesse crollando addosso, domani si sarebbe resa conto che il dolore era servito per accogliere con maggior gioia un evento inaspettato. Ma non si mosse, in fondo lei che ne sapeva davvero di cosa stesse passando per la testa di quella ragazza?
Tornò a guardare il ragazzo al di là del corridoio. Stava leggendo il giornale, e facendo una considerazione puramente estetica, concluse che non era affatto male. Guardò la mano sinistra e vide una fede al dito. Chissà che genere di moglie lo stava aspettando a casa, si chiese. Immaginò un'affascinante brunetta, con un grembiule da cucina che preparava la cena mentre un bambino con gli stessi occhi azzurri del padre rincorreva il gatto di casa, poco felice del gioco che si era inventato il bambino. Poi immaginò il suono di chiavi che giravano nella serratura della porta e l'uomo che entrava in casa accolto dalla moglie che lo abbracciava e salutava con un bacio, lui che ricambiava con passione e che un attimo dopo salvava il gatto prendendo il braccio il bambino e dirigendosi in cucina dietro alla moglie. Con un espressione felice si mise ad osservare la sua vicina che era riuscita, o almeno così sembrava, a tornare tra le braccia di Morfeo. Aveva un aria molto serena nonostante la scomoda posizione sul sedile. Sicuramente quando si fosse svegliata avrebbe avuto qualche dolore ai muscoli con cui fare i conti.
Guardò fuori dal finestrino e vide che stavano entrando in una galleria, non fece nemmeno in tempo a registrare questa informazione che il treno si fermò di colpo con un terribile stridio di freni. La luce oscillò per un attimo e poi si spense del tutto. Ci fu un lungo momento di silenzio, o così sembrò. Fuori era completamente buio perché anche nella galleria non c'erano luci. Nel vagone cominciarono a accendersi rettangoli luminosi proiettati dagli schermi dei telefonini dei passeggeri che cercavano di fare un po' di luce.
Si sentì un urlo agghiacciante attraverso l'oscurità.
Più incuriosita che spaventata cercò con la fioca luce emessa dal suo telefono di capire chi avesse urlato, non senza difficoltà. Da quello che poteva vedere con quella debolissima illuminazione, gli altri passeggeri si guardavano intorno cercando di capire cosa fosse successo. Notò che la ragazza-bambola non era più al suo posto. Si alzò urtando delle gambe e diede una forte botta con il fianco destro contro un sedile, ma in qualche modo arrivò là, dove prima della galleria, c'era la ragazza. Notò che non c'era nemmeno più il telo sul sedile. Che la ragazza si fosse alzata era plausibile, ma che in quella situazione avesse anche tolto il telo lo trovava improbabile. Non c'era nemmeno traccia dei suoi bagagli. Una mano le toccò una spalla e fu lei, quasi, a lanciare un urlo stavolta. Era il ragazzo sposato-con-moglie-bruna-e-figlio, il viso illuminato solo dallo schermo del suo telefono sembrava quello di un fantasma. Le chiese se stesse bene, di rimando lei domandò se avesse visto la ragazza-bambola alzarsi. Lui la guardò in un modo strano prima di rispondere che non aveva visto nessuna ragazza, quel sedile era vuoto anche prima di entrare in galleria. Perplessa fece per alzarsi e tornare al proprio posto. Il ragazzo, scherzando sul fatto che nel muoversi gli aveva quasi portato via un ginocchio, la prese per mano e la riaccompagnò al suo posto, la luce prodotta dal suo telefono era maggiore e quindi arrivarono ai propri sedili senza intoppi. Lui però non si risedette al suo, si mise di fianco a lei. Ripensò alle parole del ragazzo: “il sedile era vuoto anche prima di entrare in galleria”. Possibile che si fosse immaginata la ragazza? Eppure ricordava i nastri tra i capelli biondi, il pizzo della camicia, il vestitino un po' d'altri tempi, le ballerine lucide, e soprattutto lo sguardo infinitamente triste.
L'uomo la stava osservando perplesso. Lei non sapeva cosa dire, cosa pensare, le persone non svaniscono nel nulla. Il ragazzo continuava a fissarla come per leggerle nella mente. Chiuse gli occhi per sfuggire all'intensità di quello sguardo. Il suo cervello registrò anche che lui le teneva ancora una mano, quasi non volesse perdere il contatto. Pensò che probabilmente pensava stesse per avere una crisi isterica, prima si avviava come un'ubriaca al buio verso un sedile vuoto, poi delirava su una ragazza che lui diceva di non aver visto. Stava pensando ad una giustificazione che non la facesse sembrare una pazza, ma in quel momento la luce tornò, dall'altoparlante si sentì gracchiare ed una voce disse che c'era stato un guasto riparato momentaneamente che avrebbe permesso al treno di arrivare alla stazione successiva. Da lì avrebbero potuto continuare il viaggio con mezzi sostitutivi.
Osservarono che la ragazza di fronte, che aveva continuato a dormire serena per tutto il tempo cominciò a stiracchiarsi. Ignara della situazione di potenziale emergenza, nulla l'aveva svegliata fino a quel momento. Si guardarono e scoppiarono a ridere contemporaneamente.
Il ragazzo le lasciò di colpo la mano, quasi si fosse reso conto solo in quel momento che la stava tenendo, e sembrava piuttosto imbarazzato. Prese a giocare con la fede che aveva al dito, e non si decideva a tornare al suo posto. Ora, alla luce, si chiese se anche l'urlo che aveva sentito fosse stato reale o l'avesse immaginato. Si guardò intorno e vide gli altri passeggeri discutere tra loro delle difficoltà di prosecuzione del viaggio, ma ascoltava distrattamente continuando a fissare il sedile, ormai vuoto anche alla luce, della ragazza-bambola. Il ragazzo sembrò rilassarsi e seguì con lo sguardo quello di lei, forse facendosi delle domande sulla sua sanità mentale. Quando arrivarono alla stazione, lui si offrì di portarle la borsa, probabilmente non era convinto che lei stesse davvero bene. Scesero in silenzio dal treno, circondati dal rumore procurato dai commenti degli altri passeggeri, ma che le sembravano provenissero da un altro posto. Prima di uscire dalla stazione diede un'ultima occhiata al treno, ormai deserto.
Un foglio di giornale portato dal vento rimase incastrato tra le maniglie del suo borsone. Lo prese, facendo attenzione a non strapparlo. La pagina era tutta ingiallita e parlava di un incidente ferroviario accaduto settant'anni prima proprio nella galleria dove si erano fermati e vi erano pubblicate le foto di tutte le vittime.
Guardando quei volti ebbe un sussulto: forse era davvero pazza, ma la ragazza-bambola sembrava un angelo quando sorrideva.


*** revisionato 04/11/2012 ***

Edited by missDFP - 4/11/2012, 19:37
 
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sparmio
view post Posted on 14/10/2012, 00:18




Ciao missDFP,
ho appena letto il tuo racconto. L'ho trovato interessante, descritto molto bene, ma mi è sembrato che l'hai lasciato a metà. secondo me avresti dovuto sviluparlo di più. Non capisco perché l'hai fatto terminare così in fretta. Hai usato sì e no la metà delle battute a disposizione. Il finale, secondo me, è molto deludente. Non è da brivido. Fatti simili a quelli descritti nel tuo racconto sono realmente accaduti, però se la raconti così, frettolosamente, non è da brivido.
Scusa la franchezza. Se ti dico questo è semplicemente per spronarti a tirare fuori il meglio di te :)

Ciao!
in bocca al lupo!
 
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Atropos
view post Posted on 14/10/2012, 00:48




Commento costruttivo,,,Mmm,,,commento costruttivo,,,se mi sforzo forse mi viene,,Mmm,non mi viene,,la mia natura mi sussurra che il tuo racconto è orribile come una scorreggia dentro a un ascensore pieno, (scorreggia profumata) ,in altre parole più fini ed educate lo definerei :,,il "nobil-horror " saper creare atmosfere angoscianti senza ricorrere al sangue e parti anatomiche che svolazzano nè senza liberare le bestie dello zoo di zio tibia ovvero vampiri licantropi uomini pesci ecc
chiedo pardon
 
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view post Posted on 14/10/2012, 10:03

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Ciao. Considero molto bella la trama, il viaggio in treno e la suggestione che si prova quando si entra in una galleria. E poi la ragazza bamola, un pò retrò e così misteriosa. Il giornale ingiallito che svela il finale. Una bella trama è la base imprescindibile per un buon racconto come è il tuo. Se permetti ti esprimo anch'io la mia impressione globale. La penso come sparmio. Idea originale, ben scritta ma il finale doveva essere sviluppato di più. Copio da sparmio il termine "frettoloso".
Però te lo dice una che in tema di finali è così indecisa....
Benvenuta ed in bocca al lupo!
 
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bibina74
view post Posted on 14/10/2012, 11:05




Ciao Miss, nel testo ci sono diversi errori (es. d eufoniche mancanti, verbi ecc.) ma a parte qs aspetti rimediabilissimi devo dirti che la storia non mi è dispiaciuta affatto.
Concordo con gli altri sul fatto che non sia horror, ma visto che il regolamento permette una certa elasticità secondo me il tuo racconto può andare benissimo.
Per ultimo ti dico che a me il tuo finale è piaciuto come idea ma forse ha ragione chi ti ha consigliato di spendere qualche parolina in più per raccontarcelo.
Cmq non male. Ciao. bowdown
 
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davide2283
view post Posted on 14/10/2012, 11:41




CITAZIONE
Un forte stridio di freni accompagnato da un gelido vento (di solito il vento arriva dopo il passaggio del treno) annunciò l'arrivo del treno. (Ci vuole un soggetto se no sembra che stai parlando ancora del treno) Si avvicinò alla porta che qualcuno aveva già aperto ed entrò nella carrozza che le era toccata in sorte. Si compiacque di essere su un vagone senza scompartimenti, così poteva osservare le persone senza dare troppo nell'occhio. Più di una volta si era sentita molto a disagio quando in uno scompartimento di sole sei persone era stata sorpresa ad osservarle ricevendo in cambio, nei casi migliori, occhiate incuriosite, e nei peggiori, ostili, tanto che a volte si era sentita costretta a spostarsi. Amava osservare la gente, ma a volte la gente odiava essere osservata. Cercò un posto a sedere vicino al finestrino, con una certa difficoltà mise il proprio borsone nello spazio tra due file di sedili e si accomodò.
Una giovane ragazza con le cuffie nelle orecchie e lo sguardo assonnato si sedette di fronte a lei, e non la degnò di uno sguardo mentre si accomodava sul sedile con la chiara intenzione di riprendere a dormire là dove era stata interrotta per poter prendere quel treno.
Un giovane in giacca e cravatta invece si sistemò nel posto al di là del corridoio. Mise la valigetta nel comparto sopra il sedile, si tolse il soprabito chiaro, piegandolo con la fodera all'esterno nell'evidente tentativo di non sporcarlo, lo sistemò sopra la valigetta, sbottonò i bottoni della giacca all'altezza della cintura e si sedette, giornale in braccio, pronto ad affrontare il viaggio. (Troppo lunga questa frase, troppi particolari) Una signora ingombrante, con ingombranti borse (forse era meglio: una signora ingombrante con borse altrettanto ingombranti)(,) si fece largo tra i sedili con una certa difficoltà perché il treno era ripartito con qualche sobbalzo. Arrivò ballonzolante ad un paio di sedili liberi più avanti del suo e, non senza il rischio di colpire qualcuno con alcune delle sue borse si mise seduta, o meglio, cadde pesantemente sul sedile, con un enorme sospiro di sollievo per l'impresa appena compiuta.
Guardandosi intorno vide una giovane donna, vestita da bambola, con tanto di nastrini tra i biondi capelli e ballerine lucide, seduta su un telo che aveva lo scopo di proteggerla dalla scarsa pulizia del sedile. Non era la prima che vedeva stendere un qualcosa tra i perfetti e lindi abiti e i sedili di un treno che per definizione non erano il massimo dell'igiene. Era per questo motivo che quando poteva si metteva una comoda tuta che utilizzava unicamente per il viaggio. La ragazza-bambola però aveva uno sguardo molto triste, guardava il paesaggio correre fuori dal finestrino senza vederlo realmente. Una delusione amorosa? Un lutto in famiglia? No, non era l'abbigliamento per un funerale. Le si strinse il cuore. Le persone palesemente tristi le mettevano angoscia, avrebbe voluto aiutarla, farla parlare, dirle che il dolore che stava provando in quel momento sarebbe passato e che nulla accade per caso. Se adesso le sembrava che il mondo le stesse crollando addosso, domani si sarebbe resa conto che il dolore era servito per accogliere con maggior gioia un evento inaspettato. Ma non si mosse, in fondo lei che ne sapeva davvero di cosa stesse passando per la testa di quella ragazza?
Tornò a guardare il ragazzo al di là del corridoio. Stava leggendo il giornale, e facendo una considerazione puramente estetica, concluse che non era affatto male. Guardò la mano sinistra e vide una fede al dito. Chissà che genere di moglie lo stava aspettando a casa, si chiese. Immaginò un'affascinante brunetta, con un grembiule da cucina che preparava la cena (meglio: che preparava la cena con indosso un grembiule da cucina) mentre un bambino con gli stessi occhi azzurri del padre rincorreva il gatto di casa, poco felice del gioco che si era inventato il bambino. Poi immaginò il suono di chiavi che giravano nella serratura della porta e l'uomo che entrava in casa accolto dalla moglie che lo abbracciava e salutava con un bacio, lui che ricambiava con passione e che un attimo dopo salvava il gatto prendendo il braccio il bambino e dirigendosi in cucina dietro alla moglie(Frase troppo lunga e con poca punteggiatura). Con un'espressione felice si mise ad osservare la sua vicina che era riuscita, o almeno così sembrava, a tornare tra le braccia di morfeo. Aveva un'aria molto serena nonostante la scomoda posizione sul sedile. Sicuramente quando si fosse svegliata avrebbe avuto qualche doloretto (non credo che esista, forse dolorino?) ai muscoli con cui fare i conti.
Guardò fuori dal finestrino e vide che stavano entrando in una galleria, non fece nemmeno in tempo a registrare questa informazione che il treno si fermò di colpo con un terribile stridio di freni. La luce oscillò per un attimo e poi si spense del tutto. Ci fu un lungo momento di silenzio, o così sembrò. Fuori era completamente buio perché anche nella galleria non c'erano luci. Nel vagone cominciarono a accendersi rettangoli luminosi dati dagli schermi dei telefonini dei passeggeri che cercavano di fare un po' di luce. Si sentì un urlo attraverso l'oscurità. Più incuriosita che spaventata cercò con la fioca luce data dal suo telefono di capire chi avesse urlato, non senza difficoltà. Da quello che poteva vedere alla debolissima luce, gli altri passeggeri si guardavano intorno cercando di capire cosa fosse successo. Notò che la ragazza-bambola non era più al suo posto. Si alzò urtando delle gambe e diede una forte botta con il fianco destro contro un sedile, ma in qualche modo arrivò là dove prima della galleria c'era la ragazza. Notò che non c'era nemmeno più il telo sul sedile. Che la ragazza si fosse alzata era plausibile, ma che in quella situazione avesse anche tolto il telo lo trovava improbabile. Non c'era nemmeno traccia dei suoi bagagli. Una mano le toccò una spalla e lei quasi saltò sul sedile. Era il ragazzo sposato-con-moglie-bruna-e-figlio, il viso illuminato solo dallo schermo del suo telefono (manca della punteggiatura) sembrava quello di un fantasma. Le chiese se stesse bene, di rimando lei domandò se avesse visto la ragazza-bambola alzarsi. Lui la guardò in un modo strano prima di rispondere che non aveva visto nessuna ragazza, quel sedile era vuoto anche prima di entrare in galleria. Perplessa fece per alzarsi e tornare al proprio posto. Il ragazzo, scherzando sul fatto che nel muoversi gli aveva quasi portato via un ginocchio, la prese per mano e la riaccompagnò al suo posto, la luce prodotta dal suo telefono era maggiore e quindi arrivarono ai propri sedili senza intoppi. Lui però non si risedette al suo, si mise di fianco a lei. Ripensò alle parole del ragazzo: “il sedile era vuoto anche prima di entrare in galleria”. Possibile che si fosse immaginata la ragazza? Eppure ricordava i capelli biondi, i nastri tra i capelli, il vestitino (un po') d'altri tempi, le ballerine lucide, e soprattutto lo sguardo infinitamente triste. L'uomo la stava guardando e le richiese se stesse bene. Lei non seppe cosa rispondere, le persone non svaniscono nel nulla. Il ragazzo continuava a fissarla come per leggerle nella mente. Chiuse gli occhi per sfuggire all'intensità di quello sguardo. Il suo cervello registrò anche che lui le teneva ancora una mano, quasi non volesse perdere il contatto. Pensò che probabilmente pensava stesse per avere una crisi isterica, prima si avviava come un'ubriaca al buio verso un sedile vuoto, poi delirava su una ragazza che lui diceva di non aver visto. Stava pensando ad una giustificazione che non la facesse sembrare una pazza, ma in quel momento la luce tornò, dall'altoparlante si sentì gracchiare ed una voce disse che c'era stato un guasto riparato momentaneamente che avrebbe permesso al treno di arrivare alla stazione successiva. Da lì avrebbero potuto continuare il viaggio con mezzi sostitutivi.
(Osservarono che) La ragazza di fronte, che aveva continuato a dormire serena per tutto il tempo (virgola) cominciò a stiracchiarsi. Ignara della situazione di potenziale emergenza, nulla l'aveva svegliata fino a quel momento. Si guardarono e scoppiarono a ridere contemporaneamente.
Il ragazzo le lasciò di colpo la mano, quasi si fosse reso conto solo in quel momento che gliela stava tenendo, e sembrava piuttosto imbarazzato. Prese a giocare con la fede che aveva al dito, e non si decideva a tornare al suo posto. Ora, alla luce, si chiese se anche l'urlo che aveva sentito fosse stato reale o l'avesse immaginato. Lui le sorrise incoraggiante, chiedendole ancora una volta se si sentisse bene (ma sa dire una sola cosa questo ragazzo?). Si guardò intorno e vide gli altri passeggeri discutere tra loro delle difficoltà di prosecuzione del viaggio, ma ascoltava distrattamente continuando a fissare il sedile, ormai vuoto (virgola) anche alla luce, della ragazza-bambola. Anche lui sembrò rilassarsi e seguì con lo sguardo quello di lei, forse facendosi delle domande sulla sua sanità mentale. Quando arrivarono alla stazione, lui si offrì di portarle la borsa, probabilmente non era convinto che lei stesse davvero bene (meno male che non glielo ha chiesto). Scesero in silenzio dal treno, circondati dal rumore procurato dai commenti degli altri passeggeri, ma che le sembravano provenissero (provenire) da un altro posto. Prima di uscire dalla stazione diede un'ultima occhiata al treno, ormai deserto. Un foglio di giornale portato dal vento rimase incastrato tra le maniglie del suo borsone. Lo prese: la pagina era tutta ingiallita e parlava di un incidente ferroviario accaduto settant'anni prima proprio nella galleria dove si erano fermati: erano pubblicate le foto di tutte le vittime, ebbe un sussulto: (doppi due punti, un po' troppo) forse era davvero pazza, ma la ragazza-bambola sembrava un angelo quando sorrideva.

Mi sono preso la libertà di sottolinearti alcuni passi poco convincenti (osservazioni in blu), alcuni errori (rosso) e ripetizioni (molte, in verde)). La trama tutto sommato non è male, mi piacciono le storie di fantasmi provenienti dal passato che si manifestano nel luogo di un incidente (anche se non è un tema proprio originale, dopo "L'autostoppista fantasma"). Ho trovato però il tuo modo di scrivere estremamente faticoso, ci sono molte ripetizioni, moltissimi incisi e descrizioni non necessarie che rallentano tantissimo il ritmo e rendono poco scorrevole il tutto.
Il finale mi è piaciuto, ma secondo me il problema non è tanto che l'hai reso troppo veloce (come ti hanno detto gli altri) bensì, secondo me, proprio il contrario: è il resto che è troppo lento.
Se vuoi un consiglio (che puoi benissimo ignorare): prova a snellire un po', e vedrai che risulterà tutto molto più scorrevole!
Ciao!

Edited by davide2283 - 16/10/2012, 14:55
 
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missDFP
view post Posted on 14/10/2012, 12:00




Ciao a tutti,

ogni commento, critica o consiglio è ben accetta, quindi grazie mille.

Il genere horror in effetti non è proprio il mio genere, ma visto che si parlava di brividi ho voluto tentare.
Faccio tesoro dei vostri consigli (di chi l'ha già letto e chi lo leggerà).
Il motivo principale per esporre il proprio lavoro ritengo non sia solo quello di farsi dire "quanto si è bravi", ma soprattutto il confronto con gli altri e quindi di avere diversi punti di vista.

Personalmente il finale è così "frettoloso" perché volevo dare l'idea di svelare alla fine la reale natura della ragazza e quindi provocare in quel momento IL brivido.
Proverò a lavorare su un suo sviluppo cercando di mantenere questa idea e magari snellendo il resto.
 
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wyjkz31
view post Posted on 14/10/2012, 15:57




La parte iniziale del racconto, con la descrizione dei “tipi da treno”, è molto vivida ed è quella che mi è piaciuta di più. Davvero ben fatta. Il finale è abbastanza prevedibile ma ha il suo brivido del non spiegato. È la parte centrale quella che mi è piaciuta di meno perché ho sentito calare la curiosità per la tua ragazza-bambola; forse, prima di farla sparire, sarebbe stato meglio farle fare qualcosa di più che non solo guardare fuori con aria triste o sviluppare di più l’inquietudine per l’urlo.
Ho sentito anche la mancanza di un nome per la protagonista.

Ti segnalo le cose che ho notato
CITAZIONE
non senza il rischio di colpire qualcuno con alcune delle sue borse

toglierei alcune e lascerei solo con le sue borse
CITAZIONE
La ragazza-bambola però aveva uno sguardo molto triste,

toglierei il “però”, non mi sembra che ci sia niente prima che lo giustifichi.
CITAZIONE
Nel vagone cominciarono a accendersi rettangoli luminosi dati dagli schermi dei telefonini

Sostituirei il “dati dagli” con un degli
CITAZIONE
Si sentì un urlo attraverso l'oscurità. Più incuriosita che spaventata cercò con la fioca luce data dal suo telefono di capire chi avesse urlato, non senza difficoltà. Da quello che poteva vedere alla debolissima luce, gli altri passeggeri si guardavano intorno cercando di capire cosa fosse successo. Notò che la ragazza-bambola non era più al suo posto.

Direi “cercò, alla fioca luce del suo telefono, di capire chi avesse urlato”. Il successivo “non senza difficoltà” lo toglierei, anche perché non viene spiegato chi ha lanciato l’urlo. Questo è anche il punto dove, secondo me, si potrebbe aumentare un po’ la tensione magari facendo parlare i passeggeri che si chiedono da dove proviene l’urlo e chi l’ha lanciato.
CITAZIONE
Si alzò urtando delle gambe e diede una forte botta con il fianco destro contro un sedile

La forte botta non mi piace tanto, cosa ne pensi di “andò a sbattere” o qualcosa del genere.
CITAZIONE
Una mano le toccò una spalla e lei quasi saltò sul sedile.

La protagonista si è alzata ed è andata fino al sedile della ragazza-bambola, non mi hai detto che si è seduta, quindi l’ho immaginata in piedi; quando mi dici “lei quasi saltò sul sedile” me la sono vista che si tratteneva dal salire sul sedile con un salto (tipo una donnina che ha visto un topo), con buona pace della suspense che penso volevi creare.
CITAZIONE
L'uomo la stava guardando e le richiese se stesse bene. Lei non seppe cosa rispondere, le persone non svaniscono nel nulla.

Con il “Lei non seppe ecc.” si capisce cosa vuoi dire, ma forse potresti farla pensare un po’ di più alla sparizione della ragazza-bambola, così avrebbe anche più risalto la frase successiva.

Concordo con Davide che ci sono parecchie ripetizioni. Se intendi modificare qualcosa per piacere lasciami "la signora ingombrante con le ingombranti borse" perchè l'ho trovata carinissima.
 
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nunziadaquale
view post Posted on 15/10/2012, 09:13




Ciao Miss, la prima parte del racconto, quella in cui descrivi i vari tipi di persone è molto ben riuscita, mi piacciono molto le descrizione dei particolari, anche insignificanti, che possono rivelare parte del modo di essere di un personaggio. Devo confessare che anch'io mi diletto ad osservare la gente, cerco di immaginanarmi le loro vite e dal loro tipo di abbigliamento riesco a capire la loro personalità. Si tratta di un ottimo esercizio per sviluppare la creatività (ma bisogna farlo con discrezione...).
Rguardo al tuo racconto trovo che l'idea sia buona, purtroppo in effetti il finale è un pò frettoloso, se l'intento era quello di creare il brivido ti saresti dovuta soffermare più lungamente su questo aspetto. Tutto rimane come sospeso. Per il resto mi sembra tutto molto verosimile e ben descritto.
 
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view post Posted on 15/10/2012, 10:07

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vorrei spezzzare una lancia a favore dell'horror. Non è sempre e solo brutalità con schizzi di sangue ma è anche, secondo me, come in questo caso la delicata e bella storia di una ragazza che per fatalità incontra un fantasma. Se non è horror è noir in senso stretto, però per me è un bell'horror in quanto c'è il fantasma, che è l'essere fantastico come lo è lo zombie ed il vampiro ecc, che possano piacere o meno.
Ribadisco che il tuo, secondo me è un buon racconto così com'è, perfettamente in tema col concorso, che indugia forse un pò troppo nella prima parte, per poi dare poco rilievo al finale. Comunque questo per voler cavillare.

In bocca al lupo!
 
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luciastefania
view post Posted on 15/10/2012, 21:01




ciao Miss
bene o male ripeto qualcosa che ti è già stato detto. Davide ha già fatto un bel lavoro di revisione che ti invito ad usufruire: ci sono ripetizione che scocciano la lettura, incisi che la rallentano e secondo me anche qualche descrizione di troppo, specie all'inizio. Per esempio l'uomo con fede è ininfluente ai fini del racconto e a lui dedichi molti caratteri. Probabilmente l'hai fatto per non far riversare subito i sospetti sulla ragazza fantasma.
A parte queste osservazioni convengo anche io che revisionandolo un attimo ( davide docet ) possa uscirne un bel racconto perchè nel complesso non è male. Ti dirò, se magari alla protagonista accadesse qualcosa che a che fare con la ragazza fantasma ( che so una strana sensazione, il sentirsi toccata piuttosto che avere un flash della sua vita ) aumenterebbe il climax senza snaturare lo stile del racconto. Pensaci
ciao cara!
 
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missDFP
view post Posted on 16/10/2012, 09:57




Ciao,

sto pensando a delle modifiche in base anche alle segnalazioni. In effetti in certi punti ho "sbrodolato" un po' e nonostante le ripetute riletture non mi sono resa conto di qualche tempo verbale non corretto od eccessiva ripetizione.

Comunque, l'idea di base era di non scrivere una storia con i "mostri" perché mi conosco e so che rischiavo di cadere nello scontato. Il fantasy mi piace un sacco, ma non quello "da paura" (perché, appunto, mi fa paura) e quindi era proprio terreno inesplorato.
Per cui rispetto il commento di chi ama il genere e si aspettava qualcosa di diverso, ma sono contenta che ci sia chi apprezzi anche il tono "soft" della storia.

Lavoro sulla revisione,

a presto!

D.
 
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Linda2012
view post Posted on 16/10/2012, 10:30




Ciao, a me il tuo racconto è piaciuto molto: la trama è interessante e riesci davvero a renderlo spaventoso senza usare sangue, schizzoidi o vampiri! In effetti dopo l'ascensore, uno degli incubi peggiori potrebbe essere proprio il treno o la metropolitana che si fermano d'improvviso al buio... Non si sa mai chi possono essere i tuoi vicini...
Complimenti!
 
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view post Posted on 16/10/2012, 13:50
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Adoro quando si descrivono le persone che compongono un gruppo di anime.

Il treno il tram. Osservare pensare a che vita appartangono.

Quando ho iniziato a leggerti pensavo che facessi parte di una del gruppo che ha scritto " Biglietto Prego" è un piccolo libro stmpado da un editore
di quest'ordine lo vidi su di una rivista lo comprai subito.
I racconti sono tutti nel titolo quindi racconta di pendolari, viaggiatori,ecc e quando ti ho letta, ho pensato. Meraviglioso.

In effetti il tuo brano mi è piaciuto molto specilamente all'inizio, quando racconti della bambola.
PErchè non lo sviluppi proprio lì la bambola fuori dal tempo, la bambola che potevi essere tu, la bambola che non è una bambola.

Le bambole se descritte bene fanno più paura di una gola tagliata..

Ho letto che ti stai dedicanto alla revisione, non vedo l'ora di rileggerti

Ciao Ciao

Edited by solenebbia - 16/10/2012, 16:30
 
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missDFP
view post Posted on 16/10/2012, 14:26




Grazie mille!

In effetti beh ... sono una pendolare sia di treno che di metropolitana, per cui ho come dire "giocato in casa" e ho scritto di una situazione che conosco più che bene.

Se ci fosse un concorso dal titolo "vita da pendolare" ah se ne avrei di storia da raccontare, alcune così strane che potrebbero sembrare inventate ... e invece ...

spero nella revisione di rendere più vivida anche la parte "da brivido"

a presto.

D.
 
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43 replies since 13/10/2012, 21:52   552 views
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