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Il pozzo degli Angeli, Le otto parti riunite

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view post Posted on 18/9/2012, 12:24
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Romina Tamerici

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Questa discussione serve solo a favorire una visione d'insieme della trama. Le modifiche vanno apportate e/o consigliate solo nelle discussioni apposite. Per tale ragione qui ho chiuso la discussione. Vi ho riportato il numero della parte così sapete dove lasciare segnalazioni. Grazie a tutti!




1^ parte - Justadream12



IL POZZO DEGLI ANGELI

Scendo i gradini facendo attenzione a non inciampare.
«Sam, dove siamo?» chiedo stringendogli più forte la mano. La mia voce provoca una leggera eco.
Non appena formulo la domanda, lui accende la torcia elettrica.
«Ohhh» mormoro, strabuzzando gli occhi.
Ci fermiamo a contemplare… be’, non sono sicura di capire cosa sia esattamente.
«Il Pozzo degli Angeli» sussurra Sam, studiando la mia reazione.

Rimango qualche secondo in silenzio cercando di distinguere le immagini che i miei occhi stanno vedendo con difficoltà, nella penombra, seguendo il cono di luce che la torcia di Sam traccia lenta sulle pareti.
«Sam, è incredibile, voglio dire, è un posto davvero sorprendente!» Continuo a scorrere i minuscoli mattoncini che compongono i muri umidi e rossicci; ogni tanto c’è un incavo di colore più scuro a forma di piccola abside. Per il resto l'intonaco è liscio. I gradini seguono la struttura cilindrica del pozzo, digradando a distanza regolare: più larghi verso la parte esterna, si stringono all’interno, formando spicchi di pietra consumata dal tempo.
Sam è un esperto di Angeologia, si dedica a questi studi da qualche anno ormai e non si direbbe, guardandolo, perché ha un aspetto un po’, come dire, trasandato. Non sembra uno studioso, insomma. Nella penombra lo scruto e vedo, nonostante la poca luce, i suoi occhi illuminarsi di entusiasmo. Lui ama condividere la sua passione per gli Angeli. Ama farlo soprattutto con me.
«Come l’hai scoperto?» chiedo per compiacerlo. Lui sorride, abbassa lo sguardo dissimulando l’imbarazzo, poi punta gli occhi dritti nei miei, scostando con un soffio il ciuffo biondo. In realtà non aspettava altro che potermi parlare di questo luogo e di portarmi qui, bendata, perché lo scoprissi senza ribellarmi.

Quando Sam si mette un’idea in testa, è difficile che se la tolga. Così come il fatto di volere me a tutti i costi. Dice che nessuno si capisce come noi due, quindi perché sprecare un così raro privilegio? Io lo adoro, adoro il suo profumo, i suoi capelli dorati, proprio come quelli delle angeliche creature che tanto ama, ma non credo di volermi impegnare, non ancora almeno…
«Non è stato facile» sorride, sposta il fascio di luce di modo che io veda meglio «gli Angeli hanno scavato questo pozzo per nascondersi, per avere una casa dove tornare quando gli uomini li rifiutano, per questo dall’esterno non si vede.»
Un lampo gli attraversa lo sguardo, i denti bianchissimi brillano, illuminando il pozzo più della torcia.

«Davvero vuoi sentire questa storia?»
«Certo! Dopo tutti i chilometri che abbiamo fatto, ti prego, raccontami!» sorrido e sento vibrare qualcosa dentro, complice della sua emozione.
«Angelo significa Messaggero, egli porta con sé ciò che Dio ha da dirci, è puro spirito e si contrappone all’essenza materiale dell’Uomo. Inoltre, ognuno di loro ha una sua precisa personalità e si affianca alla persona che ha bisogno proprio di quella caratteristica per combattere il Male. Gli Angeli sono pura essenza d'amore, invulnerabili, incorruttibili e privi di debolezze.»
Già pare rapito dall’argomento, non mi guarda più ora, illumina tutto intorno, rovesciando i lunghi capelli sulle spalle.
«Vedi, ogni buco scavato nella roccia è un’abitazione dove l’Angelo si rifugia per pensare, per trovare soluzioni e cercare di infondere il pensiero giusto nel suo protetto. Gli Angeli vivono in una dimensione diversa e sono dotati di libero arbitrio, comunicano attraverso segni ed emozioni ma si mostrano solo se strettamente necessario, unicamente se questo serve per trasmettere il messaggio in modo inequivocabile: hanno mani che toccano, cuori che amano...» mi guarda e mi sorride. «Non possono obbligarci ma influenzano le nostre scelte.» Lo sguardo che mi rivolge è impacciato ma deciso.

Anch’io provo imbarazzo adesso, soprattutto perché attorno si è fatto un silenzio denso e appiccicoso come miele.
Cerco di spostare l’attenzione di Sam su un’immagine sul muro, é una scritta…



2^ parte - Mammamimmo



“Le piume cadono quando gli altri le raccolgono”.
Guardo Sam in cerca di una spiegazione alla frase appena letta ma mi accorgo che il suo sguardo è già altrove.
E’ qui, eppure lontano anni luce.
Lo fisso e l’immagine che ho di lui mi rimanda una sensazione di struggente commozione.
Non è tanto la sua bellezza a colpirmi, quanto la sua assenza di materia. Il contrasto con il posto in cui ci troviamo è enorme.
Sam emana una luce lattiginosa e sento che potrei perderci dentro tutti i miei umani sentimenti e goderne.
I contorni della sua figura brillano come le creste delle onde al tramonto.
I lineamenti perfetti e i tratti del viso sembrano dipinti.
”Sam ?” – lo chiamo.
“Dimmi, sono qui”. Mi tende la mano e mi avvicino a lui.
“Sam, la frase incisa sul muro, cosa significa quella frase?”
Mi guarda con una dolcezza infinita e continua.
“Significa, Cora, che ognuno ha un proprio karma. Secondo le leggi del Karma, l’universo mantiene sempre le regole dell’equilibrio, perciò questo concetto antico è inseparabile dalla teoria della reincarnazione. Quando qualcosa non va come dovrebbe andare e l’ingiustizia è troppo grande perché sia rimossa, allora, a volte, alcuni sono mandati su questa terra per sistemare le cose storte, per aggiustare le anime rotte o solo per portare speranza nel buio di alcuni dolori senza fondo. Sono rimandati indietro a finire quello che hanno lasciato in sospeso, una vita da vivere, un amore da concludere, una frase da finire.
Ognuno ha un proprio compito e un proprio destino, Cora, qui come altrove. Noi possiamo scegliere tra diverse opzioni, possiamo decidere a chi lasciare il nostro testimone ma non possiamo sottrarci alle scelte del cuore”. Mi accarezza, trapassandomi, come solo lui sa fare.
Così mi ha cercato, così mi ha trovato e cosi ha sorretto il mio dolore, quando pensavo che non ci sarebbe stato altro. Lui mi ha voluta, raggiunta, stretta dentro a un nodo che non posso sciogliere. Con o senza di lui a lui sono legata.
Lo guardo dritto negli occhi, più profondi del fondo e potrei giurare di vederci il cielo intero dentro.
“Sam, hai detto che alcuni sono mandati. Di chi parli, Sam, chi manda chi?”.
Lo chiedo così, solo perché voglio sentire da lui la risposta che già io conosco.
In cuor mio ho sempre saputo che Sam non appartiene a questo mondo.
E come chi sa che le creature speciali vivono una parentesi temporanea, un differimento spazio temporale di una bellezza effimera, come chi sa che la magia di certi attimi svanisce, io so nel profondo del mio cuore che la fine è imminente.
Mi prende il viso tra le mani e capisco che lui è sempre stato destinato a me.
Lui è la mia metà, la parte concava che incontra la convessa, il mio punto d’origine.
In lui comincio e in lui finisco, devo solo aspettare un’altra dimensione per vivere l’uno dell’altro.
“Sono pronta a raccogliere le piume delle tue ali, non è vero? Tu te ne andrai ed io dovrò continuare quello che hai iniziato, non è così, Sam? Da angelo a umano, fino a quando non troverò qualcuno che saprà raccogliere nuove piume e sentirne il rumore quando cadono?”
Ci abbracciamo tra le lacrime e, per poco, la luce lattiginosa ci avvolge entrambi.
Mi passano davanti agli occhi tutte le albe della terra; vedo la notte che partorisce nuova luce e il mare increspato dinanzi a battere le mani augurando il bene di un sogno nuovo.
Vedo la sabbia di mille spiagge, impalpabile e infinitamente piccola come me, dentro un ricamo dalla trama incomprensibile.
Ha scelto questo pozzo per andarsene, richiamato in un altro dove. Forse è proprio qui che doveva accadere.
Sento il rumore di un battere d’ali e quello dei pezzi della mia anima andare in frantumi.



3^ parte - Nauthiz7



Non voglio aprire gli occhi e spalancarli sul dolore.
«Sam» mormoro, ma so di essere sola. Non sento più il calore delle sue braccia, né il suo respiro dolce sul viso. La sua assenza è un lutto dell’anima. Ho paura e, per la prima volta in vita mia, mi sento persa.
Non mi ha dato il tempo di capire, di trattenerlo, di dirgli il milione di cose che custodivo nel cuore, solo per lui. Per noi.
Che ne sarà di me ora, che cosa si aspetta dalla creatura insignificante che sono? Perché proprio io? mi chiedo.
Se resto ferma qui, non lo saprò mai.
Allora apro gli occhi. Li alzo al cielo per non far cadere l'ultima delle centinaia di lacrime che li hanno arrossati, gonfiati, torturati e infine abbandonati doloranti.
Il Pozzo è illuminato dalla torcia di Sam, lasciata a terra. La sfioro con le dita, facendomi del male al pensiero che lì, poco prima, l’ha toccata lui; poi la vedo e un sospiro mi si spezza in gola: c’è una piuma accanto ai miei piedi e so che è sua.
La raccolgo con riverenza. Il tremore delle mie mani è una pallida imitazione del tumulto del cuore che sembra squassarmi il petto.
È così grande e candida. La rigiro davanti agli occhi e un caleidoscopio di colori si proietta tutto intorno. È la cosa più bella che abbia mai visto.
Un rumore di passi mi fa sussultare. C'è qualcuno laggiù; lo sento salire i gradini, fino a quando riesco a intravedere un tenue bagliore.
Penso a come scappare quando lui mi si staglia davanti, intento a digitare sul suo cellulare.
È un ragazzo alto, vestito all'ultima moda. I capelli neri gli nascondono il viso ancora chino, ma posso indovinare che la sua avvenenza non passa inosservata, ed è inquietante.
«Ciao» mi saluta con tono annoiato, alzando il viso. Ha uno sguardo che mi trapassa l'anima. Due occhi verdi che annichiliscono.
«Poteva andarmi peggio» lo sento dire mentre mi valuta.
«Chi sei?» chiedo impaurita.
Lui accenna un sorriso che non coinvolge gli occhi.
«Sono Daniel, il tuo nuovo compagno di avventura. Il tuo Yin, mia piccola Yang. Ora che Sam ti ha passato il testimone, tu ed io saremo inseparabili. Contenta?»
Mi strizza l'occhio, come se la cosa dovesse mandarmi in visibilio.
«Non capisco» ammetto, più confusa che mai.
Il mio Yin sbuffa scocciato.
«Ero il socio di Sam, mettiamola così. Certi lavori si fanno in coppia, sono le regole. Sveglia, bella! Se Sam è un angelo, io sono… sì, proprio quello, l'opposto. Vedi di fartelo andare bene perché abbiamo molto lavoro da fare.»
Mi stringo la piuma al petto. Dalla paura mi si sono rizzati i peli sulle braccia.
«Che lavoro?» balbetto.
«Tu salverai, consolerai, illuminerai e altre inezie del genere. Io annienterò, confonderò, mentirò e devasterò. Sarà divertente. Per ogni azione che tu compirai, io ne farò una di segno opposto. È l'Equilibrio. Non temere, i primi tempi ci andrò piano, non voglio strafare.»
Sono ammutolita.
«Domande?» mi chiede, dedicandosi di nuovo al suo smartphone.
«Non voglio» sussurro.
I suoi occhi si piantano nei miei.
«Vuoi gettare il dono che Sam ti ha fatto?» sbotta con tono severo.
«Se rifiutassi, che cosa accadrebbe?» chiedo con un filo di voce.
Lui mi viene più vicino. Io indietreggio.
«Al mondo ci sarebbero un angelo in meno e un demone libero. Un vero guaio, amica mia.»
«Non saprei da che parte iniziare» biascico.
«Sarà la piuma a dirti chi avrà bisogno di te. Lo scriverà ogni notte, ma per farlo ha bisogno del suo inchiostro, che si trova laggiù, nell’Antro delle Anime Perdute.»
Guardiamo entrambi verso la fine del Pozzo. Non si vede nulla, ma mi pare di udire dei sibili attenuati. Sono raccapriccianti.
«Non sarà piacevole Cora, ma ti starò accanto, stai tranquilla» mi rassicura Daniel.
«Perché?» chiedo stupita.
Lui fa spallucce, ma il suo sguardo è grave.
«Lo devo a Sam. Allora, che cosa hai deciso?»



4^ parte - Wyjkz31



Non rispondo.
In realtà mi sto rendendo conto di non avere nessuna decisione da prendere; ho compiuto la mia scelta quando ho accettato di seguire Sam fino a qui, il resto è solo una catena di conseguenze.
Ascolto i sibili provenienti dalle profondità del pozzo; quei suoni sono vivi, sono malvagi, sono parassiti affamati in attesa di un nuovo ospite.
Mentre lotto per non farmi soggiogare dalla paura risvegliata da quei sibili, la mia mente è attraversata da desideri confusi e contrastanti.
Vorrei dimostrare, alle presenze mute all’interno delle absidi, di essere all’altezza dell’incarico che Sam mi ha affidato, anzi, di più, di essere la migliore fra quelli che mi hanno preceduto; vorrei fuggire lontano dal pozzo; vorrei non sentirmi così sola; vorrei avere di nuovo Sam al mio fianco.
«Cosa accadrà nell’Antro delle Anime Perdute?» chiedo con un filo di voce.
«Di preciso non lo so» ammette Daniel dopo un attimo di esitazione. «Le anime perdute non si interessano ad altre anime perdute. A suo tempo Sam mi disse che cercano di catturare le anime dei viventi, ma non volle raccontarmi cosa gli fosse accaduto all’interno dell’Antro.»
Il mio viso deve rispecchiare appieno il terrore che provo perché Daniel mi scruta con un’espressione incerta. Quando si avvicina non indietreggio: il bisogno di vicinanza con un altro essere umano è tanto forte da farmi quasi dimenticare la sua vera natura.
Inspira profondamente. «Hai un buon odore. Tre quarti di paura, un quarto di determinazione, e poi cosa… sì, una spruzzata di ambizione. Un cocktail ben riuscito, sei meno moscia di quel che sembri, piccola Yang.»
Mi sento molto più “moscia” di quel che vorrei, tanto che preferisco sedermi sui gradini mentre cerco di racimolare il coraggio necessario per scendere verso l’ignoto.
Daniel mi imita, si mette a giocare con il cellulare e commenta con noncuranza: «Ho l’impressione che le cose andranno per le lunghe. Chiamami quando sei pronta.»
Lascio vagare lo sguardo sul muro e immagino che Sam si trovi all’interno di una di quelle absidi e vegli su di me. Mi sembra di essere già un po’ più calma, ma il tempo continua a gocciolare lento senza che io riesca a decidermi.
«Evvai!» L’esclamazione di Daniel mi distrae dalle mie angosce.
«A cosa stai giocando?»
«Al miglior gioco mai inventato, piccola Yang.»
Gira il cellulare verso di me.
«Tetris?»
«Pensa, piccola Yang, pensa! Il genere umano che cerca di dare un senso alla propria esistenza, di mettere ordine nel caos dell’universo e ruota e sistema mattoncini sempre più velocemente sapendo che il suo sforzo non avrà mai fine e non avrà mai successo. E poi ci sono io. Io che approfitto della più piccola distrazione per far cadere, con un unico sapiente tocco, un unico piccolo mattoncino lontano dal punto voluto, compromettendo irreparabilmente l’esito del gioco. Game Over!»
Mi sorride felice, felice e malvagio come solo un demonio può essere.
«Andiamo, piccola Yang, non ha senso rimandare ciò che deve essere fatto, non trovi?»
Non so fare di meglio che seguirlo chiedendomi quanto possa fidarmi di lui: in realtà non ha mai promesso di aiutarmi, ha solo promesso di starmi accanto e questo può voler dire molte cose.
La torcia di Sam illumina appena i nostri passi nell’oscurità sempre più spessa e opprimente; il muro trasuda umidità e i gradini si fanno scivolosi.
Riesco a sentire il rumore dei battiti del mio cuore a cui fanno da contrappunto i sibili dell’Antro, insistenti e vicini.
Cerco di non pensare a cosa accadrà quando saremo arrivati e continuo, gradino dopo gradino, battito dopo battito, sibilo dopo sibilo, badando a non perdere di vista la sagoma di Daniel che si fa sempre più indistinta.



5^ parte - Romina Tamerici



Finalmente la lunga scalinata ci conduce sul fondo del pozzo da dove riusciamo a scorgere l’entrata dell’Antro. Daniel mi guarda, un poco distante, e mi fa segno di entrare per prima.
Gli strani sibili che hanno accompagnato la nostra discesa sono ora chiari: si tratta di lamenti senza sosta, pianti disperati e singulti soffocati a stento. Angosce indescrivibili mi colpiscono il cuore come se fossi io stessa a provarle. Non c’è nessuno eppure il dolore del mondo sembra aver trovato qui la sua casa e pare stritolarmi tra le sue spire.

Pochi istanti dopo, una donna bionda appare e cammina verso di me. Mi colpisce subito il suo fisico estremamente slanciato ed esile, sembra che sopra le ossa abbia solo la pelle, senza nessuna fibra muscolare. Il volto è di un pallore inquietante ma, nonostante la magrezza che le ha incavato le guance, mi sembra bellissima. Forse è un angelo, penso, eppure è il ritratto della morte.
«Oh, ragazzina, questo non è posto per te. Non sei una dei miei dipendenti, per così dire, vero?».
«Veramente io… Sam…» provo a spiegare.
«Oh, Sam, certo…» si ferma, fissa la piuma che stringo in mano e poi riprende «ha scelto te, dunque. Scelta molto discutibile, ma era un tipo in gamba, avrà fatto i suoi conti, povero Sam».
Intanto, però, non sembra convinta e scuote la testa, molto contrariata.
Io mi sento male: è evidente che non mi ritiene all’altezza. La paura, la confusione, la delusione e il continuo vociare dei lamenti mi logorano i nervi e qualche lacrima mi sfugge dagli occhi senza che io possa fermarla.
«Oh, ragazzina, non fare così. Io ho la soluzione perfetta per te».
«Davvero?» dico, tirando su con il naso e con tono lamentoso, come un bambino che si è appena sbucciato un ginocchio cadendo dalla bicicletta.
«Certo. Se vuoi, puoi seguirmi, sono sempre in cerca di Anime Vive. Ti condurrò da Sam e starete insieme per sempre. Che ne dici?».
Non posso credere alle mie orecchie: potrò rivedere Sam e stare con lui, tutto il resto non mi importa. Non mi interessano nemmeno le condizioni. Sto per accettare senza riserva alcuna, quando Daniel interviene, rivolgendosi alla donna: «Hey, non ti pare di esagerare?».
«Sciocco, non lo faccio forse anche per te? E poi portami rispetto!».
«Io porto rispetto a chi se lo merita e a te non devo e non dovrò mai niente. Non capisco nemmeno perché fingi di essere dalla mia parte. Lasciala stare».
«No, Daniel, sono io che voglio andare con lei!» gli grido.
«Ma non ti rendi conto che ti sta ingannando? Devo sempre dirti tutto, piccola Yang! Ricordati perché sei venuta fin qui» replica lui.
«Ma io…».
«Li senti quei lamenti? Vuoi diventare una di loro? Perché è questo che comporta la scelta che vuoi fare».
Resto in silenzio, provo a ribattere, ma non so cosa dire: Daniel mi ha salvata. Sono troppo orgogliosa per ringraziarlo, ma desisto dal mio intento: «Sono qui per l’inchiostro con cui la piuma scriverà il nome delle persone che dovrò aiutare».
«Rinunci dunque a Sam?».
Riesco a malapena ad annuire con la testa.
«Voglio solo l’inchiostro, grazie».
«Ah, ragazzina, tu e gli altri vi ostinate a chiamarlo inchiostro, comincio a non sopportarvi più».
Prende da terra un piccolo recipiente e un coltello. Senza pensarci troppo e con naturalezza si recide le vene del polso destro e raccoglie il sangue nel vaso. Io la guardo inorridita.
«Ecco il tuo inchiostro, se così ti piace definirlo» mi dice porgendomi il vaso. Poi mette due dita ossute sulla ferita per fermare il flusso di sangue e il taglio si cicatrizza all'istante senza lasciare alcun segno.
«Grazie» sussurro un po’ scioccata.
«Pensi di essere al supermercato, ragazzina? Devi guadagnarti ciò che ti ho dato e pagare il sangue con il sangue» replica, ributtandomi improvvisamente nel più cupo terrore.



6^ parte - TheMarchHare



“Cosa… cosa intendi?” riesco a balbettare.
“Hai capito benissimo: tocca a te adesso darmi il tuo sangue. Non mi dirai che il tuo nuovo amico non ti aveva avvertita?”
Mi volto a guardare Daniel, ma sul suo volto non riesco ad individuare la benché minima traccia di rimorso. Impassibile, sostiene il mio sguardo.
La donna ride di un riso gelido: “Oh be', questa sì che è divertente. Spiegale tu, Daniel, da dove proviene realmente il vostro “inchiostro”!” Se penso che né tu né Sam gliene avete parlato!”
All’udire il nome di Sam, sento tutto il mio essere raggomitolarsi su se stesso, come una bestia ferita. Eppure riesco a mantenere gli occhi fissi su Daniel, con determinazione.
Lui sospira. “Se devo essere sincero, speravo volessi avere tu l’onore...” esordisce rivolto alla donna, che non fa una piega. Poi guarda di nuovo me. “Immagino tu sappia che gli Angeli non somigliano affatto agli esseri umani. Ne hanno le sembianze, forse, ma il loro spirito è più, come posso spiegare… più simile a quello delle vongole, sì, le vongole sono perfette” . Lo guardo senza capire; se non mi trovassi in una situazione tanto grave solleverei un sopracciglio.
“Gli Angeli sono vuoti, Cora. Tutto ciò che c’era di umano in loro viene rimosso in un solo gesto, come una passata di spugna. Forse Sam non ti aveva parlato di queste cose: gli Angeli sono bianchi, quasi trasparenti, perché non hanno sangue. Il sangue caldo in cui scorrono tutte le emozioni e le sensazioni degli esseri viventi è il sangue al quale ogni Angelo e ogni Demone deve rinunciare per diventare ciò che è. Questa donna, la custode dell’Antro, altro non è che il ricordo delle emozioni e delle sensazioni di tutti quelli come noi che sono e che sono stati”. La bionda sorride radiosa. Finalmente inizio a capire, e so già quel che Daniel dirà prima ancora che apra bocca: “Lei è la portatrice del nostro sangue, e il nostro sangue la compone; la piuma di Sam scrive intinta nel sangue degli Angeli suoi predecessori. Quindi ora, da brava, fa’ quel che devi fare e torniamocene a casa. Ho voglia di distruggere qualche speranza, domani mattina”.
Ogni singola parte di me si ribella, mi intima di fuggire; ogni parte, tranne una. I miei sentimenti per Sam, che solo per un attimo hanno vacillato sotto il peso di tali sconvolgenti rivelazioni, urlano forte da un angolo della mia mente, così forte da sovrastare ogni altra voce. Dovrei fare ciò per cui Sam mi ha condotta qui, mi dicono. Lui non avrebbe mai voluto il mio male.
“Credo ci sia qualcosa che non mi avete detto” riesco poi a dire, la voce un po’ tremolante, “Credo che negli angeli ci siano cose incomprensibili a un Demone o a una… una come te. Sam era un essere di luce, e in lui c’era più di quanto possa essere iscritto nel sangue.” Nei miei confronti Sam provava ancora dei sentimenti, sangue o non sangue, aggiungo mentalmente. E poi, ad alta voce: “Farò quel che chiedete”.
“Non che avessi scelta, beninteso”, puntualizza l’orribile donna, e mi si avvicina. Istintivamente faccio un passo indietro, ma poi mi costringo a restare ferma. Per Sam. Con la coda dell’occhio, vedo che Daniel estrae di nuovo il cellulare, eppure lo tiene al contrario, distratto. Il sangue mi rimbomba nelle orecchie, come per richiamare la mia attenzione sul pericolo, come se non volesse lasciare per sempre le mie vene…
Ma ormai è troppo tardi. La donna apre lievemente la bocca e sogghigna, la luce si riflette su due enormi canini bianchi e un attimo dopo quegli stessi denti sono affondati profondamente nel mio collo. Vengo avvolta dall’odore nauseabondo di quest’essere demoniaco, un odore di sangue vecchio e di speranze perdute… E poi improvvisamente i miei occhi si chiudono e non sento più nulla.



7^ parte - Ab1sso



Luce. Una luce tenue, nonostante siano le prime ore del pomeriggio, filtra con fatica dalle ferite nelle tapparelle semichiuse. Tra qualche ora lascerà il posto ai raggi artificiali di un lumicino da camera. È un eterno crepuscolo, in questa stanza dai muri smorti. Persino il tempo si è fatto ozioso e scorre con altre regole, altri ritmi. Quanto tempo è passato?
Il volto di Dayne è imperlato di sudore estivo. Le colorate brezze primaverili se ne sono andate, cacciate via nel grigio fracasso delle scosse e delle macerie. Macerie di case, macerie di vita.
Carol dorme da settimane ormai. Quando i soccorsi avevano aperto quella tomba di metallo accartocciato che un tempo era un ascensore, la massima aspirazione era stata recuperare un corpo riconoscibile. E invece qualche forza invisibile, aveva, chissà come, sorretto Carol in quella discesa verso l'inferno. L'opera di un angelo? Del caso? Dayne lo ignorava. Di certo, avrebbe preferito un aiuto più deciso.
Quel limbo tra la vita e la morte era logorante nella sua incompiutezza imperscrutabile. Un ascensore fermo tra due piani, con le porte bloccate. Non poteva lasciarsi andare a un riso liberatorio, né a un pianto amaro ma consapevole. Chissà se provava lo stesso anche l'amore della sua vita: Dayne le parlava spesso, stringendole teneramente la mano e a volte pareva che lei lo riuscisse a udire. Ma il più delle volte invece, sembrava piuttosto in preda a una lotta personale, interiore. Un'anima perduta in cerca del suo destino.
«Buonasera.» Quella voce, dal tono odiosamente neutro, lo interrompe dai soliti crucci. La conosce bene: appartiene all'infermiera pelle e ossa che, con altre tre colleghe, presta servizio in quel reparto.
«Allora, come sta la bella addormentata?» aggiunge la donna senza rivolgere la domanda a nessuno in particolare, ravviandosi al contempo i corti capelli biondi e avvicinandosi al lettino. Dayne odia quando chiama Carol in quel modo, ma ha ormai abbracciato la stoica via della sopportazione.
Nel suo solito modo brusco da fredda professionista la donna infila una siringa nella farfalla che fa ormai parte del braccio destro di Carol. Soltanto quando lo stantuffo sta già rubacchiando la rossa bevanda, precisa: «Un piccolo prelievo. È la routine.»
Ma Dayne non la sta neanche ascoltando. È perso nel volto del suo amore, che d'improvviso ha visto contrarsi per un'emozione che non vedeva da tempo e che lo spaventa. E mentre lo stantuffo continua il suo furto di linfa vitale, lei schiude le piccole labbra sottili e pronuncia tre lettere. Tre semplici lettere che pure per Dayne rappresentano un invincibile spettro del passato, un ombra sull'amore fra lui e Carol che non è mai riuscito del tutto a cancellare dalla mente di lei.
«S... a... m...»

Buio. Riapro gli occhi e sono immersa nel buio. Impenetrabile, denso, quasi fluido. Respiro a fatica, mi sento così debole.
Sono sola. Non percepisco alcuna presenza in questa sorda oscurità. Neanche me stessa, neanche il battito del mio cuore. Sono forse morta? Oppure mi sono risvegliata a nuova vita? Sono mai stata viva?
Il bello è che non ho affatto paura. Ripenso a Daniel. Mi ha ingannata e usata come una marionetta per uno scopo che ancora non comprendo. Non lo odio, in fondo. Poi il pensiero va a Sam. Il mio Sam. Ma no, non lo amo. Non più, almeno. Il suo ricordo mi è del tutto indifferente. Un angolino della mia testa mi suggerisce che questo non ha il minimo senso, che non posso accettare questo stato di cose con tanta indifferenza. Poi mi ricordo.
“Il sangue caldo in cui scorrono tutte le emozioni e le sensazioni degli esseri viventi è il sangue al quale ogni Angelo e ogni Demone deve rinunciare per diventare ciò che è.”
La Custode del Sangue ha compiuto la sua opera.



8^ parte - Solenebbia



"Spalanco gli occhi, ma sento un dolore dietro le pupille. Dal profondo della mia mente, come un vortice, arrivano tutte le immagini e tutte le situazioni che probabilmente ho vissuto. “Ma come posso essere stata in questi luoghi? Sono confusa. Ora ho anche sete. Sete di verità, berrò Dell'Antro delle Anime Perdute. Lì mi disseterò e mi purificherò. Non posso rimanere qui tra, la vita e la morte. Devo mettermi in contatto con quelle anime maledette con quelle grida che mi hanno spaventato quando Daniel mi ha portato da loro. Ditemi o anime, parlate con me. Mandatemi un segnale. Sono qui per sapere la verità. Quella verità che mi sfugge. Quella verità che mi affligge ogni secondo della mia non vita. Ho conosciuto Sam, forse un angelo ho conosciuto Daniel probabilmente un diavolo. Sono passata dalla lucidità e spensieratezza all'incubo più profondo, alle tenebre. La mia memoria e la mia cognizione del tempo, ammesso che ci sia un tempo, è svanita, come svanisce una nuvola nel cielo. Sto camminando sul ciglio dell' Antro che bolle di tutti i peccati dell'umanità, dove la puzza è quella della cattiveria dei popoli dominatori. Vedo che un essere fatto di sabbia si accovaccia accanto ai miei piedi. Ascoltatemi, granelli di sabbia, potete tracciare la pista della verità? Vi prego fatemi trovare, o la luce della vita o le tenebre della non vita. Ora sono veramente sfinita.”
Il mucchietto di sassolini si erge davanti a lei, poi fugge e si aggrappa alle pareti del pozzo formando una frase “Carissima anima perduta, la tua presenza qui non è gradita. Ti chiedo quindi di seguirmi senza emettere parola.” Come un fulmine il mucchietto di sabbia inizia a strisciare verso una luce. Dapprima fioca poi sempre più brillante.


“ Cora! Cora! Anima mia, come stai? Sei sveglia?”.
“ Che fastidioso solletico proprio qui sul mento, ma come, non mi posso muovere. Devo grattarmi e non posso. Ma chi è questo biondino? È Sam!”. “Bentornata tra noi Cora, ci sei mancata moltissimo. Guarda chi ti ho portato. È Daniel.” “ Ciao Cora, ma non parli? Secondo me sei ancora frastornata per tutto quello che ti è successo. Lo sai Cora sono molti giorni che dormi. Chissà cosa hai sognato?”. “ Guarda Daniel ci ha regalato un sorriso!” “Veramente ragazzi miei non riesco a muovere neppure un muscolo, mi sembra di essere sotto una pressa. Non capisco, poco fa ero dannata, nell'antro delle anime e potevo camminare e correre, ora che mi sembra di essere ritornata nel mondo dei vivi, mi sembro morta. Allora sono tornata, ma sono non viva, direi che...sono nel limbo.“ “ Non ti affannare a rispondere, lascia parlare noi. Non hai idea di cosa ci hai fatto passare piccola mia pensavamo proprio di perderti “ “Caro il mio Sam, non posso parlare. Non posso dirti nulla di quello che ci è capitato. Qui dentro di me abbiamo vissuto sensazioni ed esperienze uniche, lo sai, mio caro amico, nonostante la tua aria un po' trasandata ti voglio bene, un bene dell'anima. Ti devo però chiedere di allontanare da noi Daniel. Non si è proprio comportato da amico del cuore con te e neppure con me, Quindi non vorrei proprio più vederlo, mi ha raggirata e imbrogliata. Vabbe ma ora voglio parlare! Ora grido. Aiuto! “ “ Dottoressa Inferni buongiorno ha qualche novità?” “ Prima cosa abbassate le voci, e avviciniamoci alla porta l'orario di visita è terminato. Mi spiace Sam, Carol, per il momento è in stato vegetativo. Non insistere, ti prego. Come ti ho già spiegato qualche giorno fa quando vi siamo venuti in soccorso nella grotta degli Angeli, Carol non ha subito solo un trauma da caduta, ma è intervenuto un ictus al tronco encefalo. Praticamente non è qui con noi.” “ Ma ho visto che ci ha sorriso, poco fa. A fatica, ma ha sorriso!” “ Certo Daniel, e ti prego spegni quel cellulare. Come dicevo quel sorriso è dato da un riflesso condizionato. Credimi non è lei che ha ordinato al suo cervello di farlo. Ora devo essere presente alla riunione per decidere quale terapia applicare a Coral “ “ Chissà cosa stanno dicendo. Non riesco a sentire nulla. Accidenti che disagio!
Ehi Sam, Daniel, giratevi dai...non vedete che vi sto parlando. Che angoscia come faccio? Devo trovare un modo per far capire loro che sono viva. Scusi Dottoressa non se ne vada. No si è fermata. Guarda Sam sta ancora parlando con lei. Sono curiosa di sapere, ma come posso fare? “ “ Sam abbiamo cambiato il nome a Cora in Carol perché significa Lauda Spirituale ossia canti religiosi. I canti solitamente coccolano le anime e le traghettano verso un mondo migliore. Dovreste chiamarla anche voi così.” “ Grazie della risposta Dottoressa, mi può indicare dove possiamo trovare una cappella?” “ Certo laggiù in giardino vicino al pozzo” “ Che visi tristi hanno i ragazzi, mi stanno salutando dalla vetrata. Vorrei salutarli con la mano. La Dottoressa ha cambiato idea sta tornando da me, eccola con il suo camice bianco. Ehi mi sta guardando dalla vetrata, ma...non capisco che bagliore esce dalla sua bocca. Mi sta accecando,
cosa sono quei cosi.. canini. No non lo sopporterei. Che sonno, non voglio dormire
voglio..


“Niente le braccia sono incollate al letto, eppure non mi sembra di essere legata. Le gambe non rispondono, vorrei gridare a tutti che sono qui.
Che sono tornata!!
Sì!
Sono tornata!
Vorrei sapere quanti giorni si sono svegliati senza il mio respiro, vorrei sapere quanti tramonti sono calati senza che i miei occhi potessero ammirarli. Ora tento un altro sorriso. Guarda, sta entrando Dayne, la chiamo la vampiretta, questa donnina piccola e tarchiata con la pelle color cacao, mi fa solo dei gran buchi alle braccia e ai piedi. Non che io senta il dolore, ma vedo che mi sposta le coperte e mi infila degli aghi che porta nel taschino. Chissà ora sorrido anche a lei, e con la mente provo a trasferirle qualche sensazione. Deve essere proprio una brava donna. ” “ “ “ Dai Carol vedrai che ne uscirai devi metterci tutta la volontà che hai e vedrai che tra qualche tempo ritornerai la ragazza di prima. Ti dico anche che oggi è il primo maggio ed è il mio compleanno. Io ho sempre un rapporto speciale con i miei pazienti: riesco sempre a comprenderli. Non ho capito come faccio, ma ci riesco. Infatti, poi quando, si svegliano mi ringraziano. Parola di Dayne.” “ Che bello quando la sua mano paffutella mi accarezza, peccato non sentirla. Le ho fatto anche a lei un sorriso. Chissà magari capisce che sono io che le sorrido e non il mio riflesso condizionato. Sono soddisfatta, felice di aver trovato una persona con cui farmi capire, certo la sensazione che le ho passato era solo di paura e dubbio e lei mi ha ricambiato con una certezza. Ne uscirò. Già, però sono stanca di dovermi sottoporre tutte le mattine alle angherie di quelle tre infermiere che mi torturano con le pulizie. Domani quando ritornerà proverò a mandarle altre sensazioni, vedremo.. Ma chi è questo essere che si sta avvicinando al mio letto? Ehi cosa vuoi? Dove hai messo il camice, vai via viaaaa. No non toccarmi sai, tira giù le zampe da me.“ “ Ciao Carol sono il Dottor Santi, io ti parlo, ma probabilmente non mi sentirai, comunque ora passerò su tutto il tuo corpo la corrette a basso amperaggio per vedere la tua reazione. Ascolta, si fa per dire, abbassa le palpebre se mi hai inteso.” “ Certo che eccoti le palpebre abbassate e ora le rialzo“ Benissimo abbiamo trovato una via di comunicazione, quindi la cosa sarà più breve del previsto. Rifacciamo la prova. Ripetilo. Ora.” “ Fatto Dottore Santi. Un contatto molto importante, ma, Dottore oggi sono stanca: troppe emozioni! Le dispiace se mentre mi fa questo esame io mi faccio un pisolino...sa ho degli amici che mi stanno aspettando, in un altro mondo e vorrei salutarli prima di ritornare completamente tra di voi...
Svegliatemi quando sarà tutto finito”.

Edited by Romina Tamerici - 18/9/2012, 14:08
 
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view post Posted on 21/9/2012, 12:52
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Romina Tamerici

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ATTENZIONE: Vi ricordo che in questo periodo (come da calendario) è prevista la revisione del racconto finito, quindi vi prego di procedere agli ultimi cambiamenti della vostra parte e a eventuali suggerimenti per le parti altrui (anche se l'ultima parte dovrà essere modificata ancora). Grazie.
 
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1 replies since 18/9/2012, 12:24   104 views
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