Abaluth - Scrivere, leggere, arte e cultura

Sentimentalmente esaurita

« Older   Newer »
  Share  
Linda2012
view post Posted on 30/8/2012, 15:37




Sentimentalmente esaurita.






“Teresa, vieni un attimo, per favore!”
Sbuffo, sbuffo sempre quando il titolare mi chiama con un urlo che attraversa tre stanze. Mi sistemo la gonna e il maglione, mi sono appena cambiata dopo essere rientrata dalla serra. L’abbigliamento vivaio, composto da tuta, stivaloni di gomma e cappello è stato sostituito da una bella gonna longuette in jeans, maglioncino rosa e stivali verde petrolio, acquistati da pochi giorni, un sogno che si è realizzato… Me li guardavo ogni settimana, in quella vetrina del centro di Portogruaro, finchè alla fine, a gennaio, ne era rimasto in saldo un solo paio, giusto il mio numero! Era destino…
Li indosso e corro veloce per non farlo urlare di nuovo, busso ed entro nel suo ufficio. Ci sono due uomini, insieme a lui, con dei depliant stesi sul tavolo e un sorriso stampato. I soliti rappresentanti, penso subito, e imbroncio un po’ il viso: di solito, quando arrivano rappresentanti, il capo mi chiama perché li mandi via “gentilmente”. E lo faccio sempre volentieri: mi infastidiscono i falsi sorrisi diretti solo al convincimento scopo vendita, quindi vado via diretta, non dico sì, non sorrido, a meno che non mi abbiano convinto; ma sono difficile da convincere…
Stringo la mano, li guardo appena.
In quel momento, quel giorno, trafelata e un po’ infastidita, non sapevo di aver appena incontrato il grande amore della mia vita.
Loro mi guardano, iniziano a parlare, in verità non sono rappresentanti, ma esperti del settore, entrambi professori universitari e il capo né è già completamente affascinato. Parliamo per mezz’oretta, poi li accompagno a vedere le piante, i nuovi ibridi, spiego loro il nostro metodo di coltivazione.
Uno dei due è particolarmente interessato, mi guarda attento, mi chiede spiegazioni su questa e quella cosa, mi sorride, passa quasi un’ora e non me ne accorgo neppure. In effetti mi ha quasi incantato, sa proprio il fatto suo, mi affascina sentirlo parlare di piante, vedere come si muove fra le foglie, e poi il suo profumo nel calore della serra si sprigiona in una nuvola di aromi diversi… Dopo qualche giorno mi arriva una sua mail, si chiama Andrea, mi manda due suoi articoli che saranno pubblicati il prossimo mese in una rivista del settore e mi chiede come va. Anche da come scrive le mail sembra che stia sorridendo: ma è possibile davvero ridere via mail? Rispondo dopo qualche ora, lo ringrazio, non aggiungo altro. Cerco di non pensarci, resto serena e tranquilla, asciutta e professionale. Avrà funzionato?
Due settimane dopo mi squilla il cellulare, è un fisso, è lui. Il mio tono è interrogativo, non so il motivo della chiamata, non sospetto neppure che ci sia un qualche interesse da parte sua soprattutto perché è un personaggio, uno “famoso” nel suo campo, e io non sono nessuno! E poi sono felicemente fidanzata, cerco di concentrarmi sul mio Matteo mentre lui parla e sorride… lo sento proprio sorridere dall’altra parte del telefono… Il tempo parlando con lui trascorre leggero, parliamo di piante e fiori, gli dico che amo le orchidee, gli racconto come ho cominciato ad appassionarmi di fiori e serre, come sono finita a lavorare per il mio capo… Lui è interessato, mi fa parlare, mi chiede tante cose e mi ascolta senza interrompere per quasi un’ora. Entro in macchina per tornare a casa e sono ancora al telefono con lui, sento sotto gli squilli che segnalano un’altra chiamata in arrivo e sospetto sia il mio fidanzato, però non guardo, e quando arrivo a casa e lo richiamo non gli dico niente, non sembra questa gran cosa da raccontare… In verità gli accenno solo di aver conosciuto questo illustre esperto, un luminare che si sta interessando alle nostre serre, e Matteo non sembra molto coinvolto dall’argomento, né dal luminare né dal vivaio, come sempre. Stavolta però sono contenta del suo disinteresse e di non dovergli dare altre spiegazioni.
Andrea mi scrive un’altra mail, gli rispondo, poi mi scrive ancora e ancora, i toni si fanno più colloquiali e iniziamo a darci del tu. Parliamo solo di lavoro all’inizio, poi un po’ di noi, di quello che ci piace, della nostra vita. Lui è sposato e ha due figlie piccole, io sono fidanzata da un anno e ci separano circa cinquecento chilometri e quindici anni. Lui ne ha più di 40, io non arrivo a 30, lui abita vicino a Roma, io vicino a Udine. Continuiamo comunque a scriverci, diventiamo amici, diventiamo intimi, e in trenta giorni ci ritroviamo innamorati, completamente dipendenti da queste mail, dalle nostre parole. Se il computer si blocca, se la sua posta elettronica per qualche ora non funziona, è una tragedia. Mi telefona una sera, dopo il lavoro, mentre sta tornando a casa, e da quella sera continua a chiamarmi tutte le sere, parliamo finchè non arriva al cancello di casa, dove moglie e figlie lo aspettano. Non sono felici, mi rendo conto che forse non lo sono neanch’io con il mio fidanzato e che sarei felice solo con lui, nonostante la distanza, nonostante l’età. Dopo due mesi di mail e telefonate decidiamo di incontrarci: non sappiamo né come né dove, per entrambi è la prima volta, il primo tradimento. Inventiamo una scusa per moglie e fidanzato e ci prendiamo una serata per noi, a metà strada.
L’unica a sapere la verità è Giulia, la mia amica più cara, ovviamente contraria alla cosa: non sa come convincermi a non andare, forse l’ho convinta io che quella è la scelta giusta. Io vedo il lieto fine, vedo l’amore, sento la sua voce e mi illumino, penso alle sue mani, alla sua bocca ed esplodo… i miei pensieri sono confusi, sono agitatissima anche mentre guido per raggiungerlo.
Decidiamo di incontrarci all’uscita dell’autostrada, in un parcheggio, e quando arrivo lui è già lì, in piedi che mi aspetta. Io scendo dalla macchina, sto tremando, gli vado incontro e gli sorrido, per un attimo mentre correvo in macchina da lui ho pensato “e se non lo riconosco? L’ho visto solo una volta…” ma non succede, non potrei non riconoscerlo, la sua immagine e il suo sorriso sono stampati a fuoco dentro di me. Lo saluto con la mano e gli sorrido, mentre mi avvicino. Ho i tacchi, giusto per fare buona impressione, ma forse non sarebbero serviti perché anche lui sembra completamente rapito. Avevamo immaginato questo incontro tante volte, ne avevamo parlato, l’avevamo sognato: l’ultima volta ci eravamo incontrati mesi fa nell’ufficio del mio capo, ci davamo del lei, non l’avevo quasi guardato. Quattro mesi dopo sono davanti a lui, travolta dalla passione, pronta a scappare con lui e a dedicargli il resto della mia vita.
Ci avviciniamo, mi prende e mi bacia con passione. Il suo profumo mi avvolge, siamo persi uno nell’altro, ci fondiamo, il nostro amore è così grande. Stiamo così, felici, vicini, per almeno cinque minuti; poi mi prende per mano e mi porta verso la sua macchina. Mi guarda, i suoi occhi sorridono, la sua bocca anche, in quel momento pensiamo: saremo mai più così felici? Siamo mai stati più felici di adesso? Io no, mai prima di allora, mai così! Partiamo, ma dopo un minuto mette la freccia e accosta, lo guardo e si china ancora su di me, a baciarmi. Mi dice che non riesce a smettere, che sono così bella… Quella serata magica scorre veloce, fra sguardi e baci, mangiamo e beviamo e tutte le persone che ci circondano sono così lontane… Non facciamo l’amore, io non me la sento, non stasera, non con un fidanzato a casa e non con lui che ha moglie e figlie che lo aspettano convinte si trovi a chissà quale incontro di lavoro. Iniziamo la nostra storia: ormai vivo aspettando le sue telefonate, le sue mail, lui sembra convinto quanto me che sia proprio il nostro destino, che non si possa fare altrimenti! Noi due, per sempre… Ci vediamo altre sei volte, le ho contate, le ricordo tutte: le passeggiate, le parole, gli sguardi. Facciamo l’amore sempre, con passione, intensità, come se fossimo davvero destinati a stare insieme, a vivere di noi due. Io nel frattempo lascio Matteo: non posso tradirlo, non potrei mai, anche se non è lui l’uomo della mia vita non si merita questo trattamento. Andrea invece tradisce, sua moglie non sospetta niente di noi e lui non ne parla mai. Passa un mese, ne passa un altro, comincio a pensare che dovrebbe scegliere: se lo aspettava, sono prevedibile, sono come tutte le donne. Ho provato a fare l’amante, ho fatto finta che mi bastasse, che avrei potuto dividerlo con un’altra, ma non è così. Non sopporto più questa situazione, sto per crollare perché ormai ero così convinta che anche per lui esistessi solo io! Volevo di più, volevo vivere con lui, avere un bambino, forse due! Glielo dico, lui ride, continuo a ripeterglielo anche perché per me è una novità: ho 29 anni, non ho mai pensato prima di avere un bambino, di fare una famiglia. Ho sempre vissuto alla giornata, fidanzati sì, ma anche avventure da poco, serate tra amici, nottate tra bar e discoteche. Mai mi aveva sfiorato l’idea di andare oltre, creare qualcosa di più grande, avere un bambino! Glielo dico, sono convinta che anche per lui sia la stessa cosa, che provi la stessa emozione. Invece gli escono di bocca le parole che mai avrei voluto sentire: “non lascerò mai mia moglie, mi dispiace. Noi due non potremo avere mai più di questo. Pensavo l’avessi capito…”.
Crolla il mondo all’improvviso! Tutto finisce, niente ha più senso, il viso mi si riga di lacrime e continua a essere rigato per i successivi sei mesi. La mia amica Giulia si sposa, e io piango… Matteo torna da me per riconquistarmi, e io piango… Penso solo ad Andrea, provo a ricordare i nostri incontri e a capire se c’erano segnali, se fosse così scontato che non avrebbe mai lasciato la moglie.
La risposta amarissima è sì, era proprio scontato, dovevo capirlo – lo dicono tutte, vero? Dopo tanti anni ci ripenso e dico: beh, Teresa, sei stata proprio sciocca, ha fatto di te quello che ha voluto – e a distanza, per giunta! Via mail…. Mai fidarsi del pc e delle comunicazioni digitali, serve sempre un contatto vero….
Oggi lo posso dire, otto anni dopo, quattro uomini dopo, nessun bambino dopo e nessuna relazione stabile attuale: sentimentalmente esaurita….





 
Top
Devil95
view post Posted on 30/8/2012, 16:01




Ottima ottima storia! semplice, classica ma comunque interessante. l'interesse dei fiori è azzeccatissimo, poi. lettura scorrevole (al presente poi!), frasi chiare e semplici. mesi e mesi in poche righe. fin qui molto bello. ma, a parte il nome di teresa, un'altra cosa non mi è piaciuta: il finale! questa storia avrebbe ottenuto gli stessi risvolti anche senza l'uso di e-mail e telefonate (anche nell'Ottocento si poteva tradire così!). secondo me anche con più "contatti veri" la tua ventinovenne ne sarebbe uscita comunque "sentimentalmente esaurita" (bel titolo!). in bocca la lupo! ;)
 
Top
Linda2012
view post Posted on 30/8/2012, 16:43




Grazie mille!! Troppo gentile... :)
 
Top
view post Posted on 30/8/2012, 17:41
Avatar

Fabrizia

Group:
Administrator
Posts:
862

Status:


Ciao Linda, grazie per la tua partecipazione :)
Ti ricordo che devi aprire una discussione in Presentazioni e indicare nel racconto il tuo nome completo o comunicarmelo per email o messaggio privato, se non vuoi renderlo pubblico.


 
Top
Lupoalfa
view post Posted on 30/8/2012, 18:53




Molto bello questo racconto Linda! Si sente che è una storia vera. Gli uomini sono fatti così: anche se amano una donna alla follia è difficile che abbandonino moglie e figli. Le donne sono più generose in amore.
Mi piace come scrivi. L'unica cosa: abbondi un po' nei puntini di sospensione, ma questo non è così importante.
Complimenti e in bocca al lupo!
:) :) :)
 
Top
wyjkz31
view post Posted on 30/8/2012, 20:03




Il racconto mi è piaciuto. Il triangolo amoroso non passa mai di moda e l’uomo che si gode la famigliola e contemporaneamente se la spassa con l’amante nemmeno. Che poi il birbante, per conquistare la sua donna, si serva dei mezzi del terzo millennio o di mazzi di rose rosse a mio modo di vedere il risultato non cambia. E pensare che mi stava simpatico quando per descriverlo hai detto che sorrideva!
Ho notato che hai messo tanti puntini di sospensione (e io di solito non ci faccio caso), forse potresti pensare di toglierne qualcuno.
 
Top
Dorylis
view post Posted on 31/8/2012, 14:13




Un bel racconto caratterizzato da una trama classica ma sviluppato bene: Teresa è la donna di tutti i giorni, quella che cade facile preda di corteggiatori, che si concede senza requie in nome dell'Amore. Mi piace il graduale passaggio del primo incontro al tradimento vero e proprio, sembrerebbe da come lo descrivi che tu lo abbia vissuto!
I punti di sospensione non mi danno nessun fastidio!
 
Top
slayercetty
view post Posted on 31/8/2012, 16:05





Racconto semplice e scorrevole, caratterizzato da una familiarità che mette a suo agio chi legge e dà una piccola lezione di vita senza risultare pretenziosa:


QUOTE
Mai fidarsi del pc e delle comunicazioni digitali, serve sempre un contatto vero….
Oggi lo posso dire, otto anni dopo, quattro uomini dopo, nessun bambino dopo e nessuna relazione stabile attuale: sentimentalmente esaurita….

C’è un grande senso di equilibrio nella storia, pervaso da una sorta di ironia triste che rende la lettura piacevole e fresca, invitando comunque alla riflessione.
Il personaggio di Teresa è davvero credibile, sembra quasi di vederla.
Andrea è il tipico str… ma anche lui è descritto in maniera verosimile:
QUOTE
Invece gli escono di bocca le parole che mai avrei voluto sentire: “non lascerò mai mia moglie, mi dispiace. Noi due non potremo avere mai più di questo. Pensavo l’avessi capito…”.

Il tipico amante egoista presente in tutte le epoche, l'era dell'informatizzazione rende le sue mosse perfino più subdole...
Le mie frasi preferite:
QUOTE
Anche da come scrive le mail sembra che stia sorridendo: ma è possibile davvero ridere via mail?

E... qui per un secondo mi avevi fregato: pensavo fosse un brav'uomo ^_^

QUOTE
Io vedo il lieto fine, vedo l’amore, sento la sua voce e mi illumino, penso alle sue mani, alla sua bocca ed esplodo… i miei pensieri sono confusi, sono agitatissima anche mentre guido per raggiungerlo.

Poverina! :(

Complimenti e in bocca al lupo!
Ps: Bel titolo, poi!
Inoltre i puntini di sospensione non dispiacciono neanche a me, in questo caso sono un modo “grafico” per sottolineare l’incertezza dell’amore.
 
Top
Apollonia Lupinacci
view post Posted on 31/8/2012, 20:34




Il tuo racconto l'ho trovato carino e godibile. La storia è ben delineata e la fine purtroppo è verosimilissima: troppe volte le donne s'illudono e cadono nelle trappole escogitate dagli uomini. C'è da dire che il mezzo informatico in questo caso si limita a fungere da raccordo tra il primo incontro e quelli successivi, non è un amore totalmente virtuale. Comunque mi è piaciuto davvero.
 
Top
view post Posted on 31/8/2012, 23:14
Avatar

Member

Group:
Member
Posts:
405

Status:


Storia molto gradevole.
Questa trama è un classico. C'è e ci sarà sarà sempre, quindi se ne possono scrivere moltissime di storie come questa.
La tua però è raccontata bene è semplice e molto scorrevole
:D
 
Top
view post Posted on 1/9/2012, 00:10
Avatar

Advanced Member

Group:
Member
Posts:
6,189
Location:
Ravenna

Status:


CITAZIONE (Linda2012 @ 30/8/2012, 16:37) 
Sentimentalmente esaurita.






“Teresa, vieni un attimo, per favore!”
Sbuffo, sbuffo sempre quando il titolare mi chiama con un urlo che attraversa tre stanze. Mi sistemo la gonna e il maglione, mi sono appena cambiata dopo essere rientrata dalla serra. L’abbigliamento vivaio, composto da tuta, stivaloni di gomma e cappellovirgola è stato sostituito da una bella gonna longuette in jeans, maglioncino rosa e stivali verde petrolio, acquistati da pochi giorni, un sogno che si è realizzato… Me li guardavo ogni settimana, in quella vetrina del centro di Portogruaro, finchè alla fine, a gennaio, ne era rimasto in saldo un solo paio, giusto il mio numero! Era destino…
Li indosso e corro veloce per non farlo urlare di nuovo, busso ed entro nel suo ufficio. Ci sono due uomini, insieme a lui, con dei depliant stesi sul tavolo e un sorriso stampato. I soliti rappresentanti, penso subito, e imbroncio un po’ il viso: di solito, quando arrivano rappresentanti, il capo mi chiama perché li mandi via “gentilmente”. E lo faccio sempre volentieri: mi infastidiscono i falsi sorrisi diretti solo al convincimento scopo vendita, quindi vado via diretta, non dico sì, non sorrido, a meno che non mi abbiano convinto; ma sono difficile da convincere…
Stringo la mano, li guardo appena.
In quel momento, quel giorno, trafelata e un po’ infastidita, non sapevo di aver appena incontrato il grande amore della mia vita. Dunque: quando si svolge la narrazione? Se è al presente, questa frase stona completamente e forse anticipa anche troppo...
Loro mi guardano, iniziano a parlare, in verità non sono rappresentanti, ma esperti del settore, entrambi professori universitari e il capo né è già completamente affascinato. riguarderei un po' le virgole in queste frasi, inserendo un bel punto fermo dove più ti aggrada Parliamo per mezz’oretta, poi li accompagno a vedere le piante, i nuovi ibridi, spiego loro il nostro metodo di coltivazione.
Uno dei due è particolarmente interessato, mi guarda attento, mi chiede spiegazioni su questa e quella cosa, mi sorride, passa quasi un’ora e non me ne accorgo neppure. In effetti mi ha quasi incantato, sa proprio il fatto suo, mi affascina sentirlo parlare di piante, vedere come si muove fra le foglie, e poi il suo profumo nel calore della serra si sprigiona in una nuvola di aromi diversi… Dopo qualche giorno mi arriva è qui che non capisco perché hai usato il presente... :unsure: una sua mail, esplicativa: due punti si chiama Andrea, mi manda due suoi articoli che saranno pubblicati il prossimo mese in una rivista del settore e mi chiede come va. Anche da come scrive le mail sembra che stia sorridendo: ma è possibile davvero ridere via mail? Rispondo dopo qualche ora, lo ringrazio, non aggiungo altro. Cerco di non pensarci, resto serena e tranquilla, asciutta e professionale. Avrà funzionato?
Due settimane dopo mi squilla il cellulare, esplicativa anche questa è un fisso, è lui. Il mio tono è interrogativo, non so il motivo della chiamata, non sospetto neppure che ci sia un qualche interesse da parte sua soprattutto perché è un personaggio, uno “famoso” nel suo campo, e io non sono nessuno! E poi sono felicemente fidanzata, cerco di concentrarmi sul mio Matteo mentre lui parla e sorride… lLo sento proprio sorridere dall’altra parte del telefono… Il tempo parlando con lui incisiva: tra virgole trascorre leggero, qui starebbero bene un punto e virgola o un punto parliamo di piante e fiori, gli dico che amo le orchidee, gli racconto come ho cominciato ad appassionarmi di fiori e serre, come sono finita a lavorare per il mio capo… questa è la parte dove io inserirei dei dialoghi,così da smettere di raccontare al lettore e lasciargli capire la trama da sè, coinvolgendolo dipiù Lui è interessato, mi fa parlare, mi chiede tante cose e mi ascolta senza interrompere per quasi un’ora. Entro in macchina per tornare a casa e sono ancora al telefono con lui, sento sotto gli squilli che segnalano un’altra chiamata in arrivo e sospetto sia il mio fidanzato, però non guardo, e quando arrivo a casa e lo richiamo non gli dico niente, non sembra questa gran cosa da raccontare… In verità gli accenno solo di aver conosciuto questo illustre esperto, un luminare che si sta interessando alle nostre serre, e Matteo non sembra molto coinvolto dall’argomento, né dal luminare né dal vivaio, come sempre. Stavolta però sono contenta del suo disinteresse e di non dovergli dare altre spiegazioni.
Andrea mi scrive un’altra mail, gli rispondo, poi mi scrive ancora e ancora, i toni si fanno più colloquiali e iniziamo a darci del tu. Parliamo solo di lavoro all’inizio, poi un po’ di noi, di quello che ci piace, della nostra vita. Lui è sposato e ha due figlie piccole, io sono fidanzata da un anno e ci separano circa cinquecento chilometri e quindici anni. Lui ne ha più di 40, io non arrivo a 30 , lui abita vicino a Roma, io vicino a Udine. Continuiamo comunque a scriverci, diventiamo amici, diventiamo intimi, e in trenta giorni ci ritroviamo innamorati, completamente dipendenti da queste mail, dalle nostre parole. Se il computer si blocca, se la sua posta elettronica per qualche ora non funziona, è una tragedia. Mi telefona questo punto dimostra perché il presente non regge.Non c'è proprioconsecutio temporum una sera, dopo il lavoro, mentre sta tornando a casa, e da quella sera continua a chiamarmi tutte le sere, parliamo finchè non arriva al cancello di casa, dove moglie e figlie lo aspettano. Non sono felici, mi rendo conto che forse non lo sono neanch’io con il mio fidanzato e che sarei felice solo con lui, nonostante la distanza, nonostante l’età. Dopo due mesi di mail e telefonate decidiamo di incontrarci: non sappiamo né come né dove, per entrambi è la prima volta, il primo tradimento. Inventiamo una scusa per moglie e fidanzato e ci prendiamo una serata per noi, a metà strada.
L’unica a sapere la verità è Giulia, la mia amica più cara, ovviamente contraria alla cosa: non sa come convincermi a non andare, forse l’ho convinta io che quella è la scelta giusta. Io vedo il lieto fine, vedo l’amore, sento la sua voce e mi illumino, penso alle sue mani, alla sua bocca ed esplodo… i miei pensieri sono confusi, sono agitatissima anche mentre guido per raggiungerlo.
Decidiamo di incontrarci all’uscita dell’autostrada, in un parcheggio, e quando arrivo lui è già lì, in piedi che mi aspetta. Io scendo dalla macchina, sto tremando, gli vado incontro e gli sorrido, per un attimo mentre correvo in macchina da lui ho pensato “e se non lo riconosco? L’ho visto solo una volta…” ma non succede, non potrei non riconoscerlo, la sua immagine e il suo sorriso sono stampati a fuoco dentro di me. Lo saluto con la mano e gli sorrido, mentre mi avvicino. Ho i tacchi, giusto per fare buona impressione, ma forse non sarebbero serviti perché anche lui sembra completamente rapito. Avevamo immaginato questo incontro tante volte, ne avevamo parlato, l’avevamo sognato: l’ultima volta ci eravamo incontrati mesi fa nell’ufficio del mio capo, ci davamo del lei, non l’avevo quasi guardato. Quattro mesi dopo sono davanti a lui, travolta dalla passione, pronta a scappare con lui e a dedicargli il resto della mia vita.
Ci avviciniamo, mi prende e mi bacia con passione. Il suo profumo mi avvolge, siamo persi uno nell’altro, ci fondiamo, il nostro amore è così grande. Stiamo così, felici, vicini, per almeno cinque minuti; poi mi prende per mano e mi porta verso la sua macchina. Mi guarda, i suoi occhi sorridono, la sua bocca anche, in quel momento pensiamo: saremo mai più così felici? Siamo mai stati più felici di adesso? Io no, mai prima di allora, mai così! Partiamo, ma dopo un minuto mette la freccia e accosta, lo guardo e si china ancora su di me, a baciarmi. Mi dice che non riesce a smettere, che sono così bella… Quella serata magica scorre veloce, fra sguardi e baci, mangiamo e beviamo e tutte le persone che ci circondano sono così lontane… Non facciamo l’amore, io non me la sento, non stasera, non con un fidanzato a casa e non con lui che ha moglie e figlie che lo aspettano convinte si trovi a chissà quale incontro di lavoro. Iniziamo la nostra storia: ormai vivo aspettando le sue telefonate, le sue mail, lui sembra convinto quanto me che sia proprio il nostro destino, che non si possa fare altrimenti! Noi due, per sempre… Ci vediamo altre sei volte, le ho contate, le ricordo tutte: le passeggiate, le parole, gli sguardi. Facciamo l’amore sempre, con passione, intensità, come se fossimo davvero destinati a stare insieme, a vivere di noi due. Io nel frattempo lascio Matteo: non posso tradirlo, non potrei mai, anche se non è lui l’uomo della mia vita non si merita questo trattamento. Andrea invece tradisce, sua moglie non sospetta niente di noi e lui non ne parla mai. Passa un mese, ne passa un altro, comincio a pensare che dovrebbe scegliere: se lo aspettava, sono prevedibile, sono come tutte le donne. Ho provato a fare l’amante, ho fatto finta che mi bastasse, che avrei potuto dividerlo con un’altra, ma non è così. Non sopporto più questa situazione, sto per crollare perché ormai ero così convinta che anche per lui esistessi solo io! Volevo di più, volevo vivere con lui, avere un bambino, forse due! Glielo dico, lui ride, continuo a ripeterglielo anche perché per me è una novità: ho 29 anni, non ho mai pensato prima di avere un bambino, di fare una famiglia. Ho sempre vissuto alla giornata, fidanzati sì, ma anche avventure da poco, serate tra amici, nottate tra bar e discoteche. Mai mi aveva sfiorato l’idea di andare oltre, creare qualcosa di più grande, avere un bambino! Glielo dico, sono convinta che anche per lui sia la stessa cosa, che provi la stessa emozione. Invece gli escono di bocca le parole che mai avrei voluto sentire: “maiuscolo non lascerò mai mia moglie, mi dispiace. Noi due non potremo avere mai più di questo. Pensavo l’avessi capito…”.
Crolla il mondo all’improvviso! Tutto finisce, niente ha più senso, il viso mi si riga di lacrime e continua a essere rigato per i successivi sei mesi. La mia amica Giulia si sposa, e io piango… Matteo torna da me per riconquistarmi, e io piango… Penso solo ad Andrea, provo a ricordare i nostri incontri e a capire se c’erano segnali, se fosse così scontato che non avrebbe mai lasciato la moglie.
La risposta amarissima è sì, era proprio scontato, dovevo capirlo – lo dicono tutte, vero? Dopo tanti anni ci ripenso e dico: beh, Teresa, sei stata proprio sciocca, ha fatto di te quello che ha voluto – e a distanza, per giunta! Via mail…. Mai fidarsi del pc e delle comunicazioni digitali, serve sempre un contatto vero….
Oggi lo posso dire, otto anni dopo, quattro uomini dopo, nessun bambino dopo e nessuna relazione stabile attuale: sentimentalmente esaurita….



Dei puntini ti hanno già detto altri amici e in effetti sono troppi...
A me dispiace farti questo commento un po' negativo, perché la storia mi è piaciuta molto. Mi sembra molto autobiografica, è raccontata bene, mi ha coinvolto e mi ha ricordato diversi aspetti della mia ultima storia d'amore di cui ho scritto io stesso in questo medesimo concorso.
Il problema unico e solo, qui, è il tempo della narrazione (chicché ne dica devil95 :P ): il presente non regge per nulla, passa un anno e mi racconti tutto al presente? Sacrifichi troppo. Ho provato a segnalarti perché, nel testo.
La storia non brilla d'originalità, eppure non annoia. Secondo me ci sono ottimi margini di miglioramento semplificando un po' la narrazione.
:)
 
Top
Linda2012
view post Posted on 1/9/2012, 07:03




Grazie mille per i commenti, davvero utilissimi! La storia in effetti è semplice, un classico, ma volevo che sembrasse reale dando forma a dei personaggi che non ho mai descritto fisicamente, ma che sono comunque veri - secondo me!
I puntini in effetti sono una mia debolezza, li adoro troppo...
Per quanto riguarda i due punti, come mi suggerisci, non li ho mai messi per rendere più fluido il racconto, non volevo che la narazione si interrompesse neanche per qualche secondo - è la passione travolgente dei due che mi ha spinto! Loro non si sono mai fermati a riflettere molto, si sono lanciati...
Riguardo al tempo verbale, ho cercato di mantenere il presente il più possibile sempre per dare immediatezza - ma ci sono molti margini di miglioramento!
Grazie!
 
Top
view post Posted on 1/9/2012, 10:11
Avatar

Romina Tamerici

Group:
Member
Posts:
4,128

Status:


La trama è abbastanza scontata, anche se il mezzo informatico la rende meno banale.
Come mai hai scelto la scrittura al presente? In alcuni punti questa scelta mi è sembrata un po’ infelice, ma i gusti non si discutono!

Ti segnalo alcune piccole cose che modificherei, ovviamente opinioni personali!

1. L’abbigliamento vivaio
Metterei “da vivaio”.

2. con dei depliant stesi sul tavolo e un sorriso stampato.
Toglierei “dei”.

3. I soliti rappresentanti, penso subito, e imbroncio un po’ il viso: di solito, quando arrivano rappresentanti, il capo mi chiama perché li mandi via “gentilmente”.
Ripetizione “soliti/solito”.

4. a meno che non mi abbiano convinto
A parlare è una donna, quindi “convinta”.

5. il capo né è già completamente affascinato.
Il “ne” pronome non va assolutamente accentato!

6. poi li accompagno a vedere le piante, i nuovi ibridi, spiego loro il nostro metodo di coltivazione.
Avrei messo una “e” prima di “spiego”.

7. Concordo con quanto detto dagli altri: decisamente troppi puntini di sospensione! Anch’io ne uso tantissimi, quindi ti capisco, ma molti si possono togliere senza soffrirne troppo, vedrai!

8. non guardo/,/ e(,) quando arrivo a casa e lo richiamo(,) non gli dico niente, non sembra questa gran cosa da raccontare…
Avrei tolto le virgole tra le barrette e aggiunto quelle tra parentesi.

9. lui abita vicino a Roma, io vicino a Udine.
Ripetizione di “vicino”.

10. sentire: “non lascerò
Il discorso diretto comincia con una maiuscola.

11. il viso mi si riga di lacrime e continua a essere rigato per i successivi sei mesi.
Ripetizione etimologica “riga/rigato”.

12. beh, Teresa,
Può andar bene, anche se la forma migliore è “be’ “.

13. esaurita….
Dopo i tre puntini di sospensione non si mette il punto fermo.

Ok, ho finito. Veniamo ora alla mia frase preferita:
Oggi lo posso dire, otto anni dopo, quattro uomini dopo, nessun bambino dopo e nessuna relazione stabile attuale: sentimentalmente esaurita….

È stato bello leggere un racconto a questo punto del concorso! Ormai non ci speravo più!

P.S. Perdona eventuali ripetizioni. Sono senza connessione internet e ho preparato il commento prima di leggere questi e ora posso rimanere connessa solo pochi minuti.
 
Web Contacts  Top
alessandra s.
view post Posted on 3/9/2012, 12:11




Non rispecchia molto il mio genere, ma è un bel racconto… mi è piaciuto il fatto che tutto passa per la voce di Teresa e che ci siano pochissimi interventi diretti di altri personaggi; la sua voce è sufficiente… e’ una storia realistica dall’inizio alla fine e mi è piaciuta la conclusione:

Oggi lo posso dire, otto anni dopo, quattro uomini dopo, nessun bambino dopo e nessuna relazione stabile attuale: sentimentalmente esaurita….

Ironica anche se tagliente… nel complesso è un buon racconto…in bocca al lupo!
 
Top
nunziadaquale
view post Posted on 3/9/2012, 12:27




In effetti la storia è un classico del tradimento, i personaggi stereotipati, lei innamorata e illusa fino alla fine, lui scaltro ed egoista, il finale scontato. Si, certo, tu mi dirai: questa è la realtà! Concordo che questo racconto rispecchia la gran parte delle storie di tradimento, il segreto sta nel raccontarle in maniera più originale. L'espediente della comunicazione via mail contribuisce a rendere tutto meno banale. Anche per me la scelta del tempo andrebbe rivista. Sicuramente puoi migliorare il tutto!
 
Top
20 replies since 30/8/2012, 15:37   223 views
  Share