| ATTRAZIONE VIRTUALE
Catwoman, questo era il nickname che aveva scelto per rappresentare la sua identità virtuale. Gli era sembrato adatto per descrivere la personalità che avrebbe interpretato nel mondo della blogosfera. Voleva essere accattivante, affascinante e magnetica. Le sue storie erano un mix di mistero e sensualità, di quelle che catturano l'attenzione di una certa tipologia di donne. Se avesse scelto di presentarsi con la reale identità non avrebbe riscosso il medesimo successo, ne era sicuro. L'altro valido motivo era quello di doversi difendere dall'invadenza ossessiva di sua moglie. Era sempre lì, a spiare continuamente le sue mosse. Spesso si presentava al lavoro senza avvertire, la biblioteca comunale era un luogo aperto al pubblico e non poteva certo impedirglielo! Anche nel web, lei era capace di inondargli la bacheca di facebook di messaggi particolari e foto vecchie che li ritraevano abbracciati o in atteggiamenti romantici. Commentava a sproposito qualsiasi cosa che lui pubblicasse. Era ossessivamente gelosa e quindi immaginava cosa sarebbe successo se avesse scoperto il suo blog, un' identità falsa e di sesso opposto gli avrebbe garantito una certa libertà di espressione. Si collegava soprattutto quando era a lavoro, la sua mansione gli consentiva di stare continuamente connesso. La biblioteca era frequentata da studenti e persone di una certa età, un'ambiente tranquillo e silenzioso che gli permetteva di navigare senza problemi. Scelse il nome del blog pensando al genere di racconti che avrebbe scritto: Parole sinuose gli sembrava appropriato. In poco tempo raggiunge una vasta audience, i suoi post riscuotevano successo, il pubblico femminile era il più numeroso. Si divertiva un mondo a impersonare un avatar femminile. In privato le donne gli confidavano anche i pensieri più personali e intimi, concedendogli fiducia e amicizia, cosa che con un uomo non avrebbero mai fatto. Una mattina d'estate la biblioteca era particolarmente vuota, si era sincerato che sua moglie fosse effettivamente andata in ufficio e si godeva tranquillo la navigazione. Un commento lo colpì in modo particolare:
Ciao Catwoman, mi piace il tuo modo di scrivere, mi piacciono le sensazioni che sai risvegliare nel mio animo inquieto...
Giorgio, alias Catwoman, era veramente lusingato da quel complimento. Cliccò sulla figura dell'avatar, era la foto di una donna molto avvenente, i capelli biondissimi, un primo piano sorridente. Veramente bella. Con frenesia si collegò al suo blog e ne lesse avidamente il contenuto. Erano passate diverse ore e non si accorse che era giunta l'ora di chiusura. Se ne tornò a casa distratto e pensieroso, inebriato dalle poesie sensuali di Samantah, così si chiamava la blogger che aveva cosi pervicacemente catturato il suo animo. Ci pensò per tutto il pomeriggio, la sera e la notte. Da casa non poteva collegarsi, evitava di farlo per l'invadente presenza di sua moglie. La mattina dopo si precipitò al computer. Decise di scriverle un messaggio privato:
Ciao Samantah, ti ringrazio del tuo bellissimo complimento, ho visitato il tuo blog e letto le tue meravigliose poesie, anche a me piace quello che scrivi...
Seguirono svariati giorni in cui si susseguirono commenti su commenti. Era come una droga. Giorgio era come ipnotizzato da quella figura di donna sensuale e misteriosa. Doveva avere assolutamente un contatto più diretto, doveva conoscerla. Ma come? Impossibile svelare la sua vera identità, Samantah avrebbe potuto sentirsi presa in giro e tutto poteva finire nel peggiore dei modi. Pensò dunque di creare un nuovo avatar, questa volta assumendo le sembianze di un personaggio maschile: ora sarebbe stato Leo. Aprì un secondo blog, ma cosa scrivere? Doveva per forza creare una personalità diversa, scrivere in un genere differente, altrimenti si sarebbe scoperto. Iniziò a consultare alcuni volumi di poesia, in biblioteca ne aveva una serie pressoché infinita. Scopiazzava versi a destra e a manca. Confezionava poesie, in modo da rendersi interessante agli occhi di Samantah. Ma questo piano non ebbe l'effetto sperato. La donna rispondeva educata e fredda ai suoi commenti. Provò ad inviarle un messaggio privato al quale naturalmente lei non rispose. Giorgio fu preso dallo sconforto. Non rimase che un'unica alternativa. Dopo averci pensato notte e giorno prese una decisione: ritornò alla sua precedente identità e le inviò un messaggio privato.
Ciao Samantah, ho notato che siamo molto in sintonia, che ne diresti se scrivessimo qualcosa insieme?
Ciao Catwoman, hai perfettamente ragione, siamo molto simili e penso che ne verrebbe fuori una bella collaborazione.
Questa fu l'immediata risposta della donna. L'uomo prese a scrivere una bozza di racconto, ora il contatto più intimo e diretto era stato stabilito, si trattava di passare alla seconda parte del piano. Ci aveva pensato e ripensato, non era possibile evitare di rivelare la propria vera identità, ma lo avrebbe fatto nella maniera più immediata, non le avrebbe dato la possibilità di negarsi ad un approccio. Prese coraggio e le inviò l'ennesimo messaggio.
Ciao Samantah, vorrei discutere con te del nostro progetto, ma in modo da conoscerci ancora meglio. Che ne dici di incontrarci su Skype?
Ecco, aveva cliccato su invia, oramai il messaggio era partito, doveva rischiare, ora non gli rimaneva che attendere. Aveva provveduto a organizzare il tutto. Due giorni a settimana sua moglie andava a giocare a burraco con le sue amiche, quindi avrebbe avuto la possibilità di connettersi da casa senza problemi. L'attesa lo rendeva cupo e nervoso. Samantah era scomparsa. Erano due giorni che aveva inviato il messaggio ma non aveva ricevuto risposta. Il suo ultimo post risaliva a una settimana prima. Forse aveva scoperto la sua vera identità. Forse era partita. Forse era malata. La sua mente si perdeva in mille congetture. Domande che non trovavano riscontro. Finalmente cinque giorni dopo arrivò la risposta affermativa di Samantah che si scusava per il ritardo dovuto ad un impegno di lavoro. Giorgio era al settimo cielo, ma al tempo stesso angosciato e timoroso. Si chiedeva che tipo di reazione avrebbe avuto la donna. Ma oramai era troppo tardi e il suo desiderio di vederla era troppo impellente. Le rispose comunicandole il suo nickname su Skype, la data e l'orario in cui avrebbe potuto connettersi con calma per parlare del progetto. Quella notte fu insonne, si assicurò che sua moglie non avesse rimandato la partita. Lei in quei giorni gli fece strane domande, disse che lo vedeva stranito e irrequieto. Giorgio le propinò varie motivazioni, poi inventò una scusa circa un presunto malessere dovuto allo stress. Quel momento era arrivato. Il fatidico giorno della resa dei conti era una realtà. L'uomo sedette davanti al computer all'ora prefissata per l'incontro. Il cuore aveva il battito alterato, lo stomaco contratto gli lanciava segnali. Le mani tremavano mentre si collegava digitando la password di Skype. Attese, immobile davanti al video, la chiamata della donna. Improvvisamente la suoneria lo scosse da quel torpore. L'icona della chiamata lampeggiava. Una frazione di secondo, tanto durò la sua incertezza. Rispondi. Un'immagine comparve sul monitor. Giorgio rimase impietrito. La bocca aperta, nell'atto di proferire parole che non uscivano. Dall'altro capo stessa situazione. I due uomini si guardavano allibiti. La faccia barbuta di un signore di una certa età campeggiava sullo schermo, in basso il quadrato con l'immagine di sé stesso, con gli occhi vitrei e l'espressione di chi ha appena ricevuto una coltellata al cuore. Catwman alias Giorgio e Renato alias Samantah si osservarono in silenzio per cinque interminabili minuti. Poi la comunicazione si chiuse bruscamente.
Edited by nunziadaquale - 27/8/2012, 10:45
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