| Bella
Confusa tra la gente, in una strada affollata del centro, Bella aspetta il suo uomo. Lo conosce da una settimana appena. Ricorda quella mattina di sette giorni prima; era sabato, si era recata in centro e aveva suonato al campanello con la scritta "Architetto Grossi". Quando l'aveva visto non aveva potuto fare a meno di essere attratta dalla bellezza di quell'uomo. Lui parlava mostrandole schizzi e disegni, la voce profonda, la camicia aperta sul petto muscoloso, la guardava con due occhi in cui si poteva annegare e lei sembrava pronta a tuffarsi in quel mare sconosciuto. Le aveva mostrato varie opzioni per disporre i mobili, tutte molto allettanti; sapeva essere persuasivo oltre che molto attraente. L'intento di Bella era stato solo quello di cambiare l'arredo del suo appartamento e invece già il giorno dopo le sembrava che fosse cambiata tutta la sua vita. Fidarsi di lui era stato naturale, chissà perché le persone di bell'aspetto ispirano sempre fiducia. Andare al bar per un caffè era stato piacevole, quell'uomo aveva una risorsa inesauribile di argomenti di conversazione. La chiamava spesso al telefono, sempre per definire particolari del lavoro di cui aveva preso l'incarico. Il problema è che dopo qualche giorno lei aspettava con ansia una sua telefonata che a volte non arrivava. Ogni giorno con l'orecchio teso per sentire lo squillo del telefono; era una vera tortura. E il sabato successivo: il loro primo appuntamento. Si è preparata con cura, apposta per lui. Scollatura appena accentuata. Gonna al ginocchio. Calze autoreggenti sulle gambe lunghe e affusolate, trucco quanto basta. Profumo: “Note dolci d'agosto”, molto solare. Eccolo che arriva: camicia bianca, pantaloni neri, giacca sbottonata, sorriso smagliante. "Ciao, Bella!" La bacia sulla guancia. Lei si sente strizzare il cuore come un calzino bagnato. Accidenti, come si sente felice. Lui le sorride, la prende delicatamente per un braccio e s'incamminano. Dopo pochi passi lui si ferma. "Che stupido! Ho lasciato il cellulare in ufficio. Ti dispiace se saliamo un attimo. È proprio qui vicino, ricordi?". Una scusa banale, ma che funzionava sempre, ogni volta che programmava un incontro amoroso. Le donne innamorate non vedono neanche un burrone a due passi e questa Bella era proprio persa per lui, le luccicavano addirittura gli occhi quando lo guardava. Era persino troppo facile. In ascensore lui fa il tenero, le accarezza i capelli. Terzo piano. Entrano nell'ufficio. Il cellulare è sulla scrivania, un comodo divano a pochi passi. Lui la stringe a sé. "Ti desidero tanto…" le sussurra all'orecchio, mentre le mordicchia il lobo. Lei tace, ma vorrebbe dire: "Anch'io". Potrebbe essere l'amore della sua vita, lo ha intuito fin dal primo momento. Si sente sicura quando lui la guarda dritto negli occhi e la stringe tra le braccia forti, le parla con dolcezza; la sua voce è più di una musica: è una un'armonia. I vestiti si spargono per terra, un capo dopo l'altro. Restano nudi, come fiori senza petali. Avvinghiati sul divano, lei gli accarezza la testa mentre le mani di lui le percorrono il corpo. "Che pelle di seta hai…". Fanno l'amore teneramente. Piccoli brividi di piacere le sciolgono ogni pudore, diventa anche lei più audace. Poi Bella chiude gli occhi; vuole assaporare questo momento, si sente felice. Sì, è proprio lui che aspettavo da sempre. Non mi sono mai sentita così. È talmente bello. Il soffitto sembra ondeggiare e mi sento scuotere come se il pavimento si muovesse, sussultasse. Che potenza, l'amore del mio uomo!, pensa estasiata. "Cavolo, il terremoto! Rivestiti presto". Che storia è questa? Non lo sa. Ha avuto appena il tempo di capire. Impaurita ma fiduciosa, lo segue, mentre lui la trascina, quasi, giù per le scale. Non era il caso di prendere l'ascensore. Dopo pochi minuti sono in strada. Lui continua a chiamare continuamente un numero col cellulare. Starà cercando aiuto. Qualcuno finalmente gli risponde. "Sono subito da te. Si sto bene anch'io… Ho avuto un contrattempo". "Scusa Bella, ma devo correre a casa… Ti chiamo un taxi". "Stai bene, vero?" Da quando si è verificata la scossa, la guarda per la prima volta. Poi le tasta entrambe le braccia, come per verificare che lei sia tutta intera. "Chi era al telefono?" "Mia moglie" dice lui, guardando la strada. Il taxi arriva, lui la spinge dentro. "Ciao, Bella". Lei non risponde. Addio! pensa. Sente che una lacrima è sul punto di scendere, trova la forza di trattenerla. "Dove la porto?" "Via Verdi 30. Presto, per favore". Chiude gli occhi. Li riapre quando l’auto si ferma. Una cosa adesso sa: é tempo di cominciare a crescere.
Edited by Esterella - 23/8/2012, 09:27
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