| Ero seduta lì, ero sempre la prima, seduta sui gradini della solita piazza, ad aspettare. Aspettavo impaziente. Mi guardavo in giro ma ancora non arrivava nessuno. Aspettavo Sara e con lei tutti i suoi amici perché sapevo che con loro saresti arrivato anche tu, ne ero certa. Appena arrivavi iniziava la festa e non ci si fermava più.
In mezzo a tutta quella gente a me importava solo di te. Se c’eri tu tutto prendeva vita, il mondo da fermo ricominciava a girare e i colori brillavano. Ti offrivi a me, poco alla volta, sempre di più, mi entravi nelle vene e io non potevo più fare a meno di te, non potevo più fare a meno di volerne ancora, di sentirti mio per sempre. Volevo non te ne andassi mai per non far svanire quell’effetto magico che avevi su di me. Tu mi sfioravi e non capivo più niente, i brividi mi percorrevano tutto il corpo e volevo continuassi per sempre.
Non saprei neanche come spiegarlo. È iniziato tutto come un gioco e non si è più fermato. Cercavo qualcosa di nuovo. Avevo iniziato avvicinandomi ai tuoi amici, di bell’aspetto e molto più dolci, tu invece sembravi forte, deciso, misterioso. Tu non parlavi, ma desideravi essere cercato e ti avvicinavi a me, e io a te, come attratta dall’ignoto, in cerca di una sfida. Mi sorpresi. Ti concedevi a me senza indugio. Mi rendevi felice solo sfiorandomi le labbra. Il tuo sapore lo riconoscerei tra mille. Ti sentivo mio, parte di me, e mi brillavano gli occhi, come possono brillare due occhi soltanto da innamorati.
Timida com’ero tu mi rendevi un’altra persona. Vicino a te non avevo paura. Parlavo e la gente mi ascoltava, ballavo e tutto ballava con me, tutti mi volevano bene, non pensavo più di essere un’imbranata, tutti mi cercavano e mi consideravano parte di loro. Grazie a te ero felice, come non avrei mai creduto possibile prima di incontrarti. Sembrava mi promettessi la felicità eterna, e io ci speravo.
Sara vedeva il tuo effetto su di me, io non le parlavo d’altro. Potevo quasi dire che fosse amore. Ma che razza di amore era?
Sara mi mise in guardia, dovevo starti lontano, avresti potuto farmi del male. Ma io non volevo ascoltarla. Come poteva solo pensare che tu avresti potuto farmi del male? Come poteva pensare che avresti potuto tradirmi? Lei non sapeva come mi rendevi felice, come mi facevi diventare un’altra persona, una persona più bella. Lei non lo sapeva.
I giorni passavano, le feste erano sempre più divertenti e pazze. Insieme a te a volte arrivavo a non capire più niente, passavano le ore e senza rendermene conto era già mattina e avevo passato delle serate fantastiche, allegra e senza pensieri. Sara mi diceva che ero folle, che non potevo continuare così. Passavo le sere con te al bancone del bar e dopo come una folle a ballare in mezzo alla gente. Non credo però che Sara parlasse in questo senso della mia follia ma io sentivo che niente mi avrebbe fermato finché avessi avuto te al mio fianco. Mi sentivo invincibile.
Sara smise di preoccuparsi per me, e mi lasciò affogare nel pensiero di te e nel tuo potere di rendermi felice. Ma proprio mentre la perdevo tu mi tradivi. I sorrisi e le pazzie si trasformavano in lacrime, niente aveva più senso, avevo perso la mia migliore amica e la vera me stessa per stare con te, e ora più penetravi in me più la tristezza mi pervadeva. Nulla era cambiato, io continuavo a cercarti per riavere quell’effetto magico che mi rendeva felice ma non arrivava più. Avevo perso tutto e tu mi tradivi. Distruggevi le mie speranze. Infrangevi le promesse. Ma è vero, tu non mi avevi mai promesso niente. Io mi ero illusa. Più ti volevo parte di me e più le lacrime uscivano, la testa scoppiava, mi accasciavo a terra e non volevo più nessuno che mi rendesse allegra e folle ma solo qualcuno che mi volesse bene e mi abbracciasse. Credevo mi avresti resa felice per sempre. Invece mi facevi del male. Mi lasciavi li, senza fare niente, se non rimbombarmi nella testa, come una risata fragorosa e malefica. Aveva ragione Sara. Ti odio! Maledetta bottiglia di Rum.
Edited by Diana Ecilef - 26/7/2012, 21:59
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