Stamattina si è svegliata presto.
Un misto di ansia e felicità ha mosso i suoi gesti.
Ora ha fatto il caffè. Per sbaglio ha versato un po’ di zucchero nel lavandino, non l'è importato.
Il giornale è sul tavolo e, quando si gira per leggerlo, alza gli occhi verso la finestra e vede la neve.
Si avvicina al vetro. Una pioggia gelata cade sulla vigna e sul giardino.
Non è riuscita a smettere di osservare.
Proprio in quel momento, qualcosa ha cominciato a sciogliersi dentro di lei.
L'agitazione e la confusione di poco prima
diventano razionalità.
Sta vivendo quel luogo con gli occhi di una donna matura.
Nella stanza a fianco un tonfo la fa sussultare, a lei non interessa.
In questo momento sta prendendo una decisione. La sua scelta porterà dei cambiamenti nella vita di molte persone, anche nella sua.
Gioia è felice di essere lì. Di poter assaporare quel caffè in quel luogo, con quel tempo.
Suo nonno le ha insegnato che bisogna tornare da dove si è partiti.
Il fracasso dell’altro locale si acquieta. Gioia trascina la pesante sedia, e la pone accanto alla finestra. Il freddo della stanza le fa accompagnare con un gesto lento, e preciso,
queste virgole le toglierei entrambe il lembo del pigiama di flanella vicino alla gola. Il quotidiano con le notizie fresche non le interessa più. Con la tazza bollente tra le mani, ora vuole ammirare il panorama. I suoi fratelli hanno deciso di vendere la casa dei nonni. All’inizio anche lei era d’accordo. Venderla e dividere il malloppo.
Così aveva proposto Paul. Lui questa casa la odia. Lui in questi campi non ha corso. Lui, sotto quel pergolato non ha mai lasciato la scacchiera del nonno, con una partita ancora da terminare.
Gerard, il farfallone
la virgola va qui non sopportava il nonno per il suo carattere austero e dittatoriale. Questo carattere però ha portato a far nascere una delle più fiorenti Cave (cantine) dell’alta Bourgogne.
Anche Hugo non può capire.
Mentre è assorta nei suoi pensieri, dei passi entrano
mi suonano male i passi che entrano nella stanza.
“Gioia
virgola è arrivato Monsieur Dourant per la firma”. Borbotta Michel.
Lei è assorta nei ricordi.
“Gioia!” Sollecita il fratello.
“Sì. Ho capito. Non voglio però essere la prima a imbrattare il foglio della condanna. Passa dagli altri”.
ribatte lei devi scriverlo qui di seguito, non dopo il puntoRibatte lei. Più le ore scorrono sulla vecchia pendola e più Gioia si convince della decisione presa.
È stanca di acconsentire sempre al volere di altri, in special modo dei suoi ben amati fratelli.
Hanno sempre deciso loro. Sia per la vigna, venduta ai Bonnet, sia per la conversione dello Chateaux de Vault de Lugny in resort. Poi l'hanno iscritta a giurisprudenza e fatto frequentare quel bravo ragazzo di Nicolas, il figlio del notaio.
La donna sussurra per la prima volta. “Basta. Lotterò per non vendere”.
Si accomoda meglio sulla sedia e ricorda quando con il nonno giocava sull'aia e di quando la portava con il trattorino nelle vigne, per tastare gli acini e vedere i tralci.
Getta poi uno sguardo alla porta che conduce in cantina.
Sorride. Rammenta che la chiamava sempre, quando andava nelle Cave, ma lei non scendeva.
Non sopportava l' odore acre e aveva paura delle grandi botti che
virgola austere, occupavano quasi tutto lo spazio.
Apre il cassetto dei cavatappi. Le sembra ancora di sentire la sua voce che, dopo aver assaggiato la prima sorsata di vino, diceva: “Mh...Ottimo! Per avere un vino buono, bisogna usare un tappo eccellente”.
Una lacrima ribelle le scorre velocemente sul viso.
Si alza e decide di vestirsi e di darsi una lavata. Deve essere in ordine quando ritornerà M.Dourant e davanti a tutta la famiglia, porterà alla luce tutti i valori che racchiude questo luogo.
Ora deve solamente pianificare una difesa inattaccabile. È un avvocato, sa cosa deve fare.
Dopo una lavata al viso, con acqua gelata, prende dal trolley il dolcevita blu
virgola i jeans e gli stivali.
Il vecchio specchio posto sopra il comò la ritrae radiosa.
Per finire un trucco leggero. I suoi occhioni castagna già esprimono vitalità.
Ora si dirige verso lo studio del nonno e prende l'album di famiglia, poi preleva dei soprammobili di pietra dal camino, velocemente si sposta in veranda e afferra la scacchiera di onice. Porta tutto in cucina, e per finire va nel fienile e prende la bicicletta del nonno.
La stanza adesso è satura di ricordi. La donna ora aspetta pazientemente le sue prede.
“Gioia, abbiamo firmato, manchi solo tu”. Grida Hugo entrando in cucina.
A grappolo arrivano tutti: Michel con il suo carattere cupo, Hugo con la sua chiacchiera, Gerard con il suo naso da mazza da golf, Adrien con la sua aria da strafottente, Paul con la sua zoppia. Per ultimo M. Dourant.
“Sapete che c’è?”. Dice grintosa Gioia, alzandosi dalla sedia.
Tutti la guardano attoniti. Non si era mai rivolta così a loro.
“Non firmo”. Riprende senza fiato, e con le gote rosse.
scrivo qui ma conta in generale. Dopo le virgolette, non mettere il punto se vuoi scrivere "riprende", "Ribatte" e congeneri Nota un tentativo di sopruso nei suoi confronti e allora,
la virgola nonci sta, comunque l'intera frase è poco chiara: come si blocca un tentativo di sopruso con una mano? alza la mano per bloccarlo.
“Ora vi dico il perché,
viste tutte ste virgole, qui ci vedrei bene un puntosedetevi, e rilassatevi, vi ruberò una manciata di minuti, quelli che voi non volete dedicare a questa delicata faccenda”. Deglutisce e si schiarisce la voce.
Il suo pubblico è attonito.
“Il nonno ha dedicato a questo luogo la maggior parte della sua vita, guardate questo album di foto”.
Fa scorrere l’album nelle loro mani indicando il trattore, i contadini, il raccolto, la vendemmia.
“Lui con la nonna ci ha cresciuto, azzerando il rischio di andare in un orfanotrofio, dopo che i nostri genitori
morissero morirono nell’incendio della vecchia vigna. Guardate i nostri primi lavoretti creati con il cuore per loro. Questo è il tuo pupazzo di pietra Adrien. Ti ricordi quando lo hai dato al nonno? Cosa hai provato in quel momento?
E tu, Gerard con tutte le tue scappatelle, lui ti ha sempre difeso verso la nonna, lei non ha mai saputo nulla di Nadine ... Rammenti? Per non parlare di Paul, caro Paul, ora non ti fai più problemi per quella gamba che con il resto del corpo piombò a terra dall’albero di ciliegie.
virgoletteRiprende fiato, si avvicina alternativamente a tutti quegli uomini che vogliono cancellare il loro passato,
la virgola non serve solo per fare quattrini.
“Ricordi, Paul, come lui ti ha coccolato, come ti ha spronato, per condurre una vita normale? Lui ti ha insegnato a
d essere te stesso nonostante il tuo handicap. Guardate quella bicicletta
punto o due punti, ma stacca quante volte vi siete seduti sulla canna? Quante volte avete percorso i sentieri impolverati dei vigneti?
Certo io qui ho passato quasi tutta la mia vita, voi avete iniziato a volare presto fuori del nido”.
Un attimo di pausa, calcolata, per dar modo a loro di poter riflettere e a lei di bere un sorso d'acqua.
“In tutti questi anni non ci avevi mai risposto in questa maniera. Noi ti abbiamo sempre protetto.
Non ci puoi tradire proprio ora, manca solo la tua firma. Non puoi aggrapparti a dei ricordi.
Non ostacolarci e firma”. Risponde agguerrito Adrien.
“Adrien, pensi che non sappia che tua moglie ha chiesto il divorzio, e che vuole una vagonata di soldi? Pensi che non sappia della tua brutta malattia per il poker? Tutti loro ti stanno coprendo, come sempre, ma ora basta. Questo casa non si vende”. Gioia indica i fratelli e con ancora più cipiglio ribadisce: “Non avrete mai la mia firma”.
Adrien si alza
virgola apre la porta e
sbattendola puoi renderla incisiva tra due virgole esce sotto la neve e raggiunge la sua auto.
Paul, dopo aver deglutito la schiettezza,
virgola inutile e la realtà di Gioia, per smorzare quel momento così concitato, domanda.
due punti e di seguito “Dimmi una cosa
punto perché hai portato la scacchiera del nonno?”.
“Questo è un mio ricordo, qui c’è la prova che la partita non è ancora finita.
Questa volta non farò la solita parte della sorellina ebete, questa volta dico no!”. Gioia si alza, volta le spalle a tutti,
la virgola non serve ed esce nella neve a fumare una sigaretta.
“M Dourant
virgola forse è meglio che rimandiamo tutto a domani, vedrà che passata la notte Gioia cambierà idea e firmerà”. Suggerisce Hugo.
“Scusami, Hugo, ma non firmerò neppure io “. Incalza immediatamente Gerard.
“Forse Gioia ha ragione”. Ribatte Michel “Il nostro sangue e le nostre radici sono in questo luogo. Non voglio investire i soldi in un altro loft cittadino, freddo e senz'anima”. Gerard esce e la trova china e avvolta nel suo morbido cappotto color pesca, le sposta il viso verso di lui e le dice a bassa voce.
sempre stessa cosa, due punti e di seguito “Ti voglio bene piccolo passerotto, sei stata brava, hai fatto riaffiorare in me emozioni che avevo seppellito, mi hai fatto capire che qui c’è la nostra vita, e i ricordi non si vendono per quattro soldi”. Dopo un momento rientrano in cucina e Gerard ribadisce sempre più convinto.
“Gioia ha ragione, qui c’è il nostro passato, le nostre esperienze, le nostre emozioni, lasciamo ancora aperta questa partita”. Senza dar modo di replicare si ritira in camera sua.
La cucina è satura di tensione. Gioia ha lasciato brusio e agitazione, anche lei si è ritirata nella sua stanza. È frastornata
virgola non vuole tradire la fiducia della sua famiglia, ma questa volta devono capire che questo luogo,
mai virgola tra soggetto e predicato è e sarà sempre il loro rifugio. Alla fine è certa che il giorno dopo e tutti i giorni a venire i suoi fratelli le porteranno rispetto, e tutte le domeniche si ritroveranno nella “maison de grand père”, nella bassa Bourgogne.