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“maison de grand père” isabella galeotti

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view post Posted on 20/7/2012, 23:35
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Stamattina si è svegliata presto.
Un misto di ansia e felicità ha mosso i suoi gesti.
Ora ha fatto il caffè. Per sbaglio ha versato un po’ di zucchero nel lavandino, non le è importato.
Il giornale è sul tavolo e, quando si gira per leggerlo, alza gli occhi verso la finestra e vede la neve.
Si avvicina al vetro. Una pioggia gelata cade sulla vigna e sul giardino.
Non è riuscita a smettere di osservare.
Proprio in quel momento, qualcosa ha cominciato a sciogliersi dentro di lei.
L'agitazione e la confusione di poco prima diventano razionalità.
Sta vivendo quel luogo con gli occhi di una donna matura.
Nella stanza a fianco un tonfo la fa sussultare, a lei non interessa.
In questo momento sta prendendo una decisione. La sua scelta porterà dei cambiamenti nella vita di molte persone, anche nella sua.
Gioia è felice di essere lì. Di poter assaporare quel caffè in quel luogo, con quel tempo.
Suo nonno le ha insegnato che bisogna tornare nel luogo da cui si è partiti.
Il fracasso dell’altro locale si acquieta. Gioia trascina la pesante sedia, e la pone accanto alla finestra. Il freddo della stanza le fa accompagnare con un gesto lento, e preciso, il lembo del pigiama di flanella vicino alla gola. Il quotidiano con le notizie fresche non le interessa più. Con la tazza bollente tra le mani, ora vuole ammirare il panorama. I suoi fratelli hanno deciso di vendere la casa dei nonni. All’inizio anche lei era d’accordo. Venderla e dividere il malloppo.
Così aveva proposto Paul. Lui questa casa la odia. Lui in questi campi non ha corso. Lui, sotto quel pergolato non ha mai lasciato la scacchiera del nonno, con una partita ancora da terminare.
Gerard il farfallone, non sopportava il nonno per il suo carattere austero e dittatoriale. Questo carattere però ha portato a far nascere una delle più fiorenti Cave (cantine) dell’alta Bourgogne.
Anche Hugo non può capire.
Arriva Michel e borbottando dice.
“Gioia, è arrivato Monsieur Dourant per la firma”.
Lei è assorta nei ricordi.
“Gioia!” Sollecita il fratello.
“Sì. Ho capito. Non voglio però essere la prima a imbrattare il foglio della condanna. Passa dagli altri” Ribatte lei.
Più le ore scorrono sulla vecchia pendola e più Gioia si convince della decisione presa.
È stanca di acconsentire sempre al volere di altri, in special modo dei suoi ben amati fratelli.
Hanno sempre deciso loro. Sia per la vigna, venduta ai Bonnet, sia per la conversione dello Chateaux de Vault de Lugny in resort. Poi l'hanno iscritta a giurisprudenza e fatto frequentare quel bravo ragazzo di Nicolas, il figlio del notaio.
La donna sussurra per la prima volta. “Basta. Lotterò per non vendere”.
Si accomoda meglio sulla sedia e ricorda quando con il nonno giocava sull'aia e di quando la portava con il trattorino nelle vigne, per tastare gli acini e vedere i tralci.
Getta poi uno sguardo alla porta che conduce in cantina.
Sorride. Rammenta che la chiamava sempre, quando andava nelle Cave, ma lei non scendeva.
Non sopportava l' odore acre e aveva paura delle grandi botti che, austere, occupavano quasi tutto lo spazio.
Apre il cassetto dei cavatappi. Le sembra ancora di sentire la sua voce che, dopo aver assaggiato la prima sorsata di vino, diceva: “Mh...Ottimo! Per avere un vino buono, bisogna usare un tappo eccellente”.
Una lacrima ribelle le scorre velocemente sul viso.
Si alza e decide di vestirsi e di darsi una lavata. Deve essere in ordine quando ritornerà M.Dourant e davanti a tutta la famiglia, porterà alla luce tutti i valori che racchiude questo luogo.
Ora deve solamente pianificare una difesa inattaccabile. È un avvocato, sa cosa deve fare.
Dopo una lavata al viso, con acqua gelata, prende dal trolley il dolcevita blu, i jeans e gli stivali.
Il vecchio specchio posto sopra il comò la ritrae radiosa.
Per finire un trucco leggero. I suoi occhioni castagna già esprimono vitalità.
Ora si dirige verso lo studio del nonno e prende l'album di famiglia, poi preleva dei soprammobili di pietra dal camino, velocemente si sposta in veranda e afferra la scacchiera di onice. Porta tutto in cucina, e per finire va nel fienile e prende la bicicletta del nonno.
La stanza adesso è satura di ricordi. La donna ora aspetta pazientemente le sue prede.
“Gioia, abbiamo firmato, manchi solo tu”. Grida Hugo entrando in cucina.
A grappolo arrivano tutti: Michel con il suo carattere cupo, Hugo con la sua chiacchiera, Gerard con il suo naso da mazza da golf, Adrien con la sua aria da strafottente, Paul con la sua zoppia. Per ultimo M. Dourant.
“Sapete che c’è?” Dice grintosa Gioia, alzandosi dalla sedia.
Tutti la guardano attoniti. Non si era mai rivolta così a loro.
“Non firmo” Riprende senza fiato, e con le gote rosse.
Nota tra i suoi uomini dei sorrisi ironici.
“Ora vi dico il perché, sedetevi e rilassatevi. Vi ruberò una manciata di minuti, quelli che voi non volete dedicare a questa delicata faccenda”. Deglutisce e si schiarisce la voce.
Il suo pubblico è attonito.
“Il nonno ha dedicato a questo luogo la maggior parte della sua vita, guardate questo album di foto”.
Fa scorrere l’album nelle loro mani indicando il trattore, i contadini, il raccolto, la vendemmia.
“Lui con la nonna ci ha cresciuto, azzerando il rischio di andare in un orfanotrofio, dopo che i nostri genitori erano morti nell’incendio della vecchia vigna. Guardate i nostri primi lavoretti creati con il cuore per loro. Questo è il tuo pupazzo di pietra Adrien. Ti ricordi quando lo hai dato al nonno? Cosa hai provato in quel momento?
E tu, Gerard con tutte le tue scappatelle, lui ti ha sempre difeso verso la nonna, lei non ha mai saputo nulla di Nadine ... Rammenti? Per non parlare di Paul, caro Paul, ora non ti fai più problemi per quella gamba che con il resto del corpo piombò a terra dall’albero di ciliegie”.
Riprende fiato, si avvicina alternativamente a tutti quegli uomini che vogliono cancellare il loro passato solo per fare quattrini.
“Ricordi, Paul, come lui ti ha coccolato, come ti ha spronato, per condurre una vita normale? Lui ti ha insegnato ad essere te stesso nonostante il tuo handicap. Guardate quella bicicletta.
Quante volte vi siete seduti sulla canna? Quante volte avete percorso i sentieri impolverati dei vigneti?
Certo io qui ho passato quasi tutta la mia vita, voi avete iniziato a volare presto fuori del nido”.
Un attimo di pausa, calcolata, per dar modo a loro di poter riflettere e a lei di bere un sorso d'acqua.
“In tutti questi anni non ci avevi mai risposto in questa maniera. Noi ti abbiamo sempre protetto.
Non ci puoi tradire proprio ora, manca solo la tua firma. Non puoi aggrapparti a dei ricordi.
Non ostacolarci e firma”. Risponde agguerrito Adrien.
“Adrien, pensi che non sappia che tua moglie ha chiesto il divorzio, e che vuole una vagonata di soldi? Pensi che non sappia della tua brutta malattia per il poker? Tutti loro ti stanno coprendo, come sempre, ma ora basta. Questo casa non si vende”. Gioia indica i fratelli e con ancora più cipiglio ribadisce: “Non avrete mai la mia firma”.
Adrien si alza, apre la porta e sbattendola esce sotto la neve e raggiunge la sua auto.
Paul, dopo aver deglutito la schiettezza e la realtà di Gioia, per smorzare quel momento così concitato, domanda.
“Dimmi una cosa. Perché hai portato la scacchiera del nonno?”.
“Questo è un mio ricordo, qui c’è la prova che la partita non è ancora finita.
Questa volta non farò la solita parte della sorellina ebete, questa volta dico no!”. Gioia si alza, volta le spalle a tutti, ed esce nella neve a fumare una sigaretta.
“M Dourant, forse è meglio che rimandiamo tutto a domani, vedrà che passata la notte Gioia cambierà idea e firmerà”. Suggerisce Hugo.
“Scusami, Hugo, ma non firmerò neppure io “. Incalza immediatamente Gerard.
“Forse Gioia ha ragione”. Ribatte Michel “Il nostro sangue e le nostre radici sono in questo luogo. Non voglio investire i soldi in un altro loft cittadino, freddo e senz'anima”. Gerard esce e la trova china e avvolta nel suo morbido cappotto color pesca, le sposta il viso verso di lui e le dice a bassa voce: “Ti voglio bene piccolo passerotto, sei stata brava, hai fatto riaffiorare in me emozioni che avevo seppellito, mi hai fatto capire che qui c’è la nostra vita, e i ricordi non si vendono per quattro soldi”. Dopo un momento rientrano in cucina e Gerard ribadisce sempre più convinto.
“Gioia ha ragione, qui c’è il nostro passato, le nostre esperienze, le nostre emozioni, lasciamo ancora aperta questa partita”. Senza dar modo di replicare si ritira in camera sua.
La cucina è satura di tensione. Gioia ha lasciato brusio e agitazione, anche lei si è ritirata nella sua stanza. È frastornata, non vuole tradire la fiducia della sua famiglia, ma questa volta devono capire che questo luogo è e sarà sempre il loro rifugio. Alla fine è certa che il giorno dopo e tutti quelli a venire i suoi fratelli le porteranno rispetto, e tutte le domeniche si ritroveranno nella “maison de grand père”, nella bassa Bourgogne.


revisione del 2 settembre

Edited by solenebbia - 2/9/2012, 16:22
 
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view post Posted on 21/7/2012, 00:48
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Romina Tamerici

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Ciao sole nebbia! Il tuo racconto mi è piaciuto perché affronta in modo originale la tematica del tradimento. Secondo me, è un po’ affrettata la conclusione e poi c’è una frase in cui lei si lamenta ma la situazione è già chiarita (forse proverei ad aggiustarla).
Il titolo non mi convince… dopotutto anche in italiano avrebbe avuto lo stesso significato. Forse tu intendevi dare il nome proprio alla casa ma allora non la chiamerei Casa con la c maiuscola e in un’altra lingua. Sarebbe come chiamare un gatto Chat o Cat. Boh, magari mi sfugge qualcosa.

Passo ora ai miei appunti….

1. Ci sono troppe virgole prima delle “e” e molte rendono poco chiari gli incisi. Ti consiglio di rivedere il testo tra qualche giorno per sistemarle.
Per esempio: Il giornale è sul tavolo/,/ e(,) quando si gira per leggerlo, alza gli occhi verso la finestra/,/ e vede la neve.
Le virgole indicate con le barrette sono da togliere e quelle tra parentesi da aggiungere.

2. - Una pioggia gelata/,/ cade sulla vigna e sul giardino.
- I suoi fratelli/,/ hanno deciso di vendere la “maison de grand père”.
- Lui sotto quel pergolato/,/ non ha mai lasciato la scacchiera del nonno, con una partita ancora da terminare.
[Qui potevi lasciare la virgola, aggiungendone una anche dopo “lui”]
-Questo carattere però/,/ ha portato a far nascere una delle più fiorenti Cave cantine)dell’alta Bourgogna. [Manca uno spazio dopo la parentesi]
- grandi botti che austere/,/ occupavano quasi tutto lo spazio
- Il vecchio specchio posto sopra il comò/,/ la ritrae radiosa. La donna ora/,/ aspetta pazientemente le sue prede.

Virgole tra soggetto e predicato da eliminare.

3. Gerard(,) il farfallone, non sopportava il nonno per il suo carattere austero e dittatoriale.
Virgola da aggiungere.

4. - Non voglio/,/ però essere la prima ad imbrattare il foglio della condanna.
- è e sarà/,/ sempre il loro rifugio,

Virgola da togliere, come la “d” eufonica (prima frase).

5. Soprattutto nella prima parte ci sono passaggi temporali non chiari.

6. dei cambiamento
Errore di battitura.

7. Gioia è felice di essere lì. Di poter assaporare quel caffè in quel luogo, con quel tempo.
Toglierei il punto e metterei una virgola.

8. Scrittura errata della terza persona del verbo essere sia minuscola (e’ al posto di è) sia maiuscola (E’ al posto di È).

9. Gioia !
C’è uno spazio di troppo.

10. Passa dagli altri.” Ribatte lei.
In molti punti del racconto scrivi i dialoghi in questo modo. Io farei: “Passa dagli altri” ribatte lei.

11. sia per la conversione del Chateaux de Vault de Lugny in resort.

Io userei “dello” al posto di “del”, ma non so perché.

12. l' hanno l' odore c’ è
Le parole che hanno tra loro l’apostrofo non devono essere separate da uno spazio.

13. “ Basta
Qui e in molti altri casi c’è uno spazio dopo le virgolette che non ci dovrebbe essere.

14. con il nonno giocava sull'aia
Metterei “nell’aia”.

15. Sarà una crociata, ma grazie alla forza dei ricordi, riuscirò a vincerla.
Questa frase non dovrebbe far parte di un discorso diretto?

16. - “ Gioia(,) abbiamo firmato, manchi solo tu”. grida Hugo. [Anche qui c’è uno spazio dopo le virgolette e io non metterei il punto prima di “grida”.]
- Questo e’ il tuo pupazzo di pietra(,) Adrien. […] E tu(,) Gerard(,) con tutte le tue scappatelle, lui ti ha sempre difeso verso la nonna, lei non ha mai saputo nulla di Nadine ... Rammenti(?) Per non parlare di Paul(,) caro Paul(,) ora non ti fai più problemi per quella gamba che con il resto del corpo sbottò a terra dall’albero di ciliegie.
- Ricordi(,) Paul(,) come Lui ti ha coccolato, come ti ha spronato, per quella caduta?
- vincerò io(,) cari fratelli
- M Dourant(,) forse e’ meglio

Le virgole dei vocativi da aggiungere.

17. A grappolo arrivano tutti Michel con il suo carattere cupo, …
Metterei un due punti dopo “tutti”.

18. Lui con la nonna ci ha cresciuto, azzerando il rischio di andare in un orfanotrofio, visto che i nostrigenitori morirono nell’incendio della vecchia vigna.
Trovo molto strano che la protagonista senta il bisogno di spiegare questo concetto ai fratelli con quel “visto che”. È ovvio che tutti sanno che sono rimasti con i nonni per quel motivo e ciò toglie realismo alla scena. Io userei “dopo che”. Manca anche uno spazio tra “nostri” e “genitori”.

19. “Quella maledetta domenica mattina tutti eravamo pronti per andare a messa. E lui cosa fa? Non vuol venire, e sale sull’albero per poi cadere immediatamente dopo”.

Non capisco perché la frase è tra virgolette e poi vale un po’ ciò che ho detto al punto 18.

20. Guardate quella bicicletta quante volte vi siete seduti sulla canna
Io qui spezzerei la frase mettendo punti esclamativi e di domanda.

21 - con ancora più cipiglio ribadisce.
- domanda.

Con questo tipo di discorsi diretti metterei i due punti al posto del punto e poi proseguirei direttamente con le virgolette.

Ok… sono stata troppo lunga, ma secondo me il tuo è un bel racconto e potresti migliorare un po’ la punteggiatura per renderlo più scorrevole. Ovviamente queste sono le mie opinioni che sei liberissima di ignorare. In bocca al lupo per il concorso.
 
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wyjkz31
view post Posted on 21/7/2012, 16:57




Rispetto al tuo racconto precedente, trovo che questa storia sia molto più chiara e ben delineata. Mi sono piaciute anche l’idea dell’amore verso le tradizioni e il passato e la grinta che tira fuori Gioia.
La lettura non è stata proprio del tutto agevole, ma la storia c’è ed è questa la cosa più importante.

Ti segnalo quello che ho notato.

“Un po’ alla volta tutto è diventato chiaro, l'agitazione e la confusione, diventa razionalità.” Forte sarebbe meglio “… l’agitazione e la confusione sono diventate razionalità.”

“Bourgogna” o lo scrivi in francese (Bourgogne) o lo scrivi in italiano (Borgogna);

“Nel frattempo dei passi pesanti entrano nella stanza.” Forse sarebbe da formulare diversamente perché così ho avuto l’impressione che il proprietario dei passi pesanti stesse da un’altra parte.

“e di quando la portava accovacciata sulle sue gambe, con il trattorino nelle vigne,” non ho ben capito: vuoi dire che la faceva sedere sulle ginocchia? Secondo me, potresti anche togliere quell’”accovacciata sulle sue gambe” e la frase sarebbe ugualmente comprensibile e risulterebbe più fluida.

“Nota un tentativo di sopruso nei suoi confronti e allora, alza la mano bloccandola.” Mi sembra meglio dire “… per bloccarlo”

“che con il resto del corpo sbottò a terra” non mi sembra adatto il verbo sbottare; forse cadde è un po’ banale, ma non ho trovato di meglio come suggerimento.
 
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pleiadi
view post Posted on 21/7/2012, 18:50




La storia è bella, anche se non originale. Credo di aver visto un film che raccontava proprio questo, ma non vuol dire, l'importante è l'efficacia con cui si racconta.
I commenti precedenti hanno già passato al setaccio il tuo testo dandoti degli ottimi consigli. Quello che io patisco di più, a proposito delle virgole, è quando sono usate tra il soggetto e il complemento senza prevedere nessun inciso.
La novità di questo testo sta proprio nel raccontare l'amore e il tradimento per un oggetto, un' abitazione, che suscita ricordi ed emozioni. L'amore emerge abbastanza, anche se forse poteva essere evocato un po' di più, il tradimento rientra quasi subito nel finale un po' affrettato in cui uno dei fratelli capisce in quattro e quattr'otto, e l'altro fai intendere che capirà presto.
Ma bisogna pur tener conto che un racconto non può essere lungo più di tanto, perciò complessivamente mi sembra un buon lavoro. Ciao!
 
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view post Posted on 22/7/2012, 00:26
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Quanti commenti costruttivi!!!
La punteggiatura........ :o: sempre quella non c'e' verso.
Visto i bei suggerimenti, mi metto subito al lavoro.
 
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pleiadi
view post Posted on 22/7/2012, 08:08




Scusami Solenebbia! Mai scrivere in fretta e senza rileggere... Quello che io patisco di più, a proposito delle virgole, è quando sono usate tra il soggetto e il complemento senza prevedere nessun inciso. Naturalmente volevo scrivere tra soggetto e predicato! indifferent_h4h indifferent_h4h
 
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view post Posted on 22/7/2012, 08:22
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Romina Tamerici

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@Solenebbia: Vedrai che alla fine tu e le virgole andrete d'accordo e poi in molti casi sono soggettive.

@pleiadi: Forse ti riferivi alle virgole tra soggetto e predicato e hai fatto bene a spiegarlo, ma in genere il problema riguarda la frase minima (o la valenza del verbo se consideri la grammatica valenziale) quindi anche mettere una virgola tra un predicato e i complementi che il verbo richiede è un errore di punteggiatura. Quindi anche una virgola tra soggetto e complemento (se la frase ha una costruzione marcata) può essere fastidiosa alla lettura. Tutto questo discorso off-topic (solo forse, dai!) tanto per aiutare solenebbia nella sua revisione delle virgole. Magari se stavo zitta era meglio, ma ormai è troppo tardi!
 
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view post Posted on 22/7/2012, 16:30
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CITAZIONE (pleiadi @ 22/7/2012, 09:08) 
Scusami Solenebbia! Mai scrivere in fretta e senza rileggere... Quello che io patisco di più, a proposito delle virgole, è quando sono usate tra il soggetto e il complemento senza prevedere nessun inciso. Naturalmente volevo scrivere tra soggetto e predicato! indifferent_h4h indifferent_h4h

Avevo inteso.
Ora l'ho sistemato spero sia migliorato.


CITAZIONE (Romina Tamerici @ 22/7/2012, 09:22) 
@Solenebbia: Vedrai che alla fine tu e le virgole andrete d'accordo e poi in molti casi sono soggettive.

@pleiadi: Forse ti riferivi alle virgole tra soggetto e predicato e hai fatto bene a spiegarlo, ma in genere il problema riguarda la frase minima (o la valenza del verbo se consideri la grammatica valenziale) quindi anche mettere una virgola tra un predicato e i complementi che il verbo richiede è un errore di punteggiatura. Quindi anche una virgola tra soggetto e complemento (se la frase ha una costruzione marcata) può essere fastidiosa alla lettura. Tutto questo discorso off-topic (solo forse, dai!) tanto per aiutare solenebbia nella sua revisione delle virgole. Magari se stavo zitta era meglio, ma ormai è troppo tardi!

Spero di far pace con loro ,,,,,,,,,::::;;;:?!. :D :D
Comunque mi sono presa nota, dei vostri interventi e spero che il prossimi racconto abbia meno segnalazioni.
:angry: :angry: Anzi ZERO segnalazioni. Naturalmente per la punteggiatura.
Tutto il resto fa parte del gioco delle parti. :D
 
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Devil95
view post Posted on 23/7/2012, 11:50




l'amore per un ambiente è singolare e alquanto tenero. questo racconto è ambientato in inverno ma mi ha scaldato tanto. solo l'idea andrebbe premiata! una cosa che però non mi è piaciuta moltissimo è il momento in cui Gioia cerca di far riaffiorare i ricordi ai suoi fratelli: informazioni troppo dirette, sembrano citate apposta per aiutare anche a uno sconosciuto la loro situazione con quella costruzione. in alcuni punti mancano virgole e in altre sovrabbondano. ma nel complesso ne risulta una buona lettura. piacevole :)
 
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view post Posted on 23/7/2012, 21:44
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Grazie Devil. Gioia e' sempre stata sottomessa e loro hanno sempre deciso al posto suo.
Ora ha pianificato tutto. Con queste precisazione ha scosso la lo pigrizia e il loro egoismo, secondo me doveva scuoterli altrimenti ...altrimenti il racconto non cera proprio ( scherzo ).
:D
 
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Esterella
view post Posted on 28/7/2012, 18:27




Molto BELLO questo amore per un luogo che attraversa generazioni e alla fine resta indenne.
Ho solo piccole perplessità da sottoporti, visto che già ti hanno fatto notare tutte le incongruenze.[/color]


[QUOTE=solenebbia,21/7/2012, 00:35 ?t=62432771&st=0#entry507733918]

Bella la parte che descrive le sensazioni di Gioia.

. Nel frattempo?(non mi piace molto, non sarebbe meglio: Mentre è assorta nei suoi pensieri passi pesanti entrano nella stanza. Naturalmente è solo un'opinioni personale.

Ho notato che a volte metti la virgola prima della e congiunzione, non so se si può considerare un errore, lascio la parola a chi è più esperto in punteggiatura
Più le ore scorrono sulla vecchia pendola, e più Gioia si convince della decisione presa.
Poi l'hanno iscritta a giurisprudenza, e fatto frequentare quel bravo ragazzo di Nicolas, il figlio del notaio.

Per il resto il racconto scivola che è una MERAVIGLIA. :D :D
 
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view post Posted on 28/7/2012, 23:05
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Grazie per le tue ottime osservazioni.

Quella del Frattempo, infatti, l'ho cambiata.


Corretto e ripubblicato.


:D :D :D
 
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Apollonia Lupinacci
view post Posted on 29/7/2012, 14:31




Anche questo racconto è una visione originale dell'amore. L'amore per un luogo della propria infanzia, che lascia dietro sé una scia lunga di ricordi. Vorrei solo far notare che da quello che racconti la campagna è il luogo in cui sono morti i genitori di Gioia e anche il luogo in cui Paul, cadendo dal ciliegio, ha subito una ferita che l'ha reso zoppo. Dunque la scelta di vendere potrebbe avere da parte dei fratelli una radice più profonda che semplici motivi economici. Se fossi in te, punterei su una struttura dialogica più marcata, in cui la donna potrebbe cercare di ribattere alle eventuali obiezioni dei fratelli.
 
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view post Posted on 29/7/2012, 21:15
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Mi è piaciuto il tuo approfondimento.
Non è detto che inserisca qualche dibattito tra fratelli.
Grazie mille
:D :D :D
 
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Lupoalfa
view post Posted on 7/8/2012, 18:52




Questo racconto me lo sono proprio gustato. Un racconto vero, di azione, come piacciono a me! La forma, in alcune parti spigolosa, è adeguata allo sviluppo veloce della trama.
Ti segnalo con piacere due parti che mi sono piaciute in modo particolare.

Così aveva proposto Paul. Lui questa casa la odia. Lui in questi campi non ha corso. Lui, sotto quel pergolato non ha mai lasciato la scacchiera del nonno, con una partita ancora da terminare.

Una lacrima ribelle le scorre velocemente sul viso.
Si alza e decide di vestirsi e di darsi una lavata. Deve essere in ordine quando ritornerà M.Dourant e davanti a tutta la famiglia, porterà alla luce tutti i valori che racchiude questo luogo.
Ora deve solamente pianificare una difesa inattaccabile. È un avvocato, sa cosa deve fare.
Dopo una lavata al viso, con acqua gelata, prende dal trolley il dolcevita blu i jeans e gli stivali.
Il vecchio specchio posto sopra il comò la ritrae radiosa.
Per finire un trucco leggero. I suoi occhioni castagna già esprimono vitalità.

Complimenti davvero! :) :) :)



 
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39 replies since 20/7/2012, 23:35   469 views
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