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L’isola che non c’è - Marco Santi

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marcosanti74
view post Posted on 16/7/2012, 20:46




***Ho scritto questo racconto ascoltando Just a Lady di Kutiman. Per chi volesse leggere il racconto ascoltando il brano, lo potrà fare cliccando sul link inserito al posto della mia firma. Grazie mille***



Amo questo posto per il dolore che mi dà ogni momento.
Amo questo posto per il sibilo del respiro che scuote la solitudine.
Amo questo posto per il freddo che la notte mi fa provare.
Amo questo posto così tanto da non poterlo abbandonare.
Non sono pazzo, ma questa forte abitudine alla sofferenza è diventata un'ossessione di cui non posso fare a meno.
Una forte unione che provoca un’osmosi di dolore, che inizia la mattina e termina la sera, e di me non resta nulla.
La sua presa è così forte da stringere e strozzare la mia vita.
L’isola che non c’è!
Naufrago di una vita senza gioia, muoio e rinasco ogni giorno nascondendo a me stesso la verità; che la mia fine sia giunta su una spiaggia lontano dall’umanità?
Tuttavia scelgo di rimanere, senza imbarazzo, con onestà, con disillusione e tanta voglia di amare la vita e di andare avanti.
Da qui trasmetto solitudine a un mondo grande pochi centimetri, con le mie mani purtroppo non riesco a raggiungere la vetta e l’atmosfera è carica di spasmi d’animo irrequieti.
Non vivo come avrebbero voluto mio padre e mia madre, mi sto allontanando sempre più da tutto e da me stesso e da quello che ero un tempo.
Soffro per mangiare e non riposo come dovrei, vivere sull’isola che non c’è non è per niente facile.
Mi sorprende ricordare la vita che avevo prima, nobile nella sua semplicità: un tempo ero felice, sperperavo ogni istante aspettando qualcosa di eccitante e lo scorrere delle serate passava veloce e senza senso, incosciente, pieno d’allegria, leggero. Mi manca la leggerezza che mi dava l’amore.
Nell’isola che non c’è, tutto ha più senso, ogni minuto che passa ha il peso di un macigno che non si rompe mai.
Sono anni di depressione questi che sto vivendo, se solo riuscissi ad abbandonare l’isola potrei dare un significato nuovo al mio futuro, ma ho gli occhi stanchi e in mare non si vede una speranza.
Speranza e determinazione che ho esaurito; ho passato gli ultimi mesi fissando il mare cercandovi un segno di fuga, è stato così forte il desiderio che spesso mi capitava di salutare a braccia aperte solo un tronco alla deriva. Sono stato un puntino confuso per gli aerei, la mano da sola non basta per essere riconosciuti, visti e afferrati da quella distanza. Se mi trovo ancora qui “sull’isola che non c’è” la colpa è solo mia.
Ti odio per tutte le volte che ho contato le onde che sbattevano contro la tua riva.
Ti odio per tutte le volte che ho sofferto per mangiare.
Ti odio per il freddo che ho dovuto sopportare.
Ti odio soprattutto perché ho scoperto il dolore della solitudine, indelebile ferita che porterò con me per sempre.
Ora ti mostro qualcosa di simile alla bellezza del tuo cielo, qualcosa di inaspettato e che fino a oggi non credevo possibile.
Ho visto una certezza in lontananza e credo che anche lei mi abbia notato.
Ora prenderò quella nave e finalmente potrò lasciarti, ma il mare è così vasto e sconfinato che mi fa paura.
Mi dicono che ci sono luoghi fantastici ancora da scoprire e che finalmente potranno essere miei; parole queste che mentre le ascolto scendono come acqua gelata pensando al fatto che non ti rivedrò più, non sarà facile dimenticare tutti questi momenti.
Potrai venire a trovarmi nel sogno del mattino, te lo concedo, ma mi vedrai solitario su di un carro armato, quando già avrò schiacciato ogni cosa di te fino al più lontano arido terreno rimasto, senza i resti delle mie ossa nel centro a fare da ornamento e alla fine ti mostrerò, se lo vorrai, un granello di sabbia che ho tenuto e custodito in tuo ricordo.
Ti guardo mentre vado via, senza più lacrime che possano pulire il sangue delle ferite nei piedi, radici del terrore di un albero piantato e cotto dal calore del sole.
Mostrami qualcosa che non conosco, se ci riesci.

Edited by marcosanti74 - 22/9/2012, 20:08
 
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pleiadi
view post Posted on 17/7/2012, 06:55




Bellissima metafora della sofferenza d'amore, originale e suggestiva. Questo testo è nelle mie corde, mi riservo di rileggerlo con calma e segnalarti qualche impennata nello stile che potrebbe essere migliorata, ma in generale scivola via e , senza raccontare fatti o episodi, comunica sensazioni molto intense. Davvero una bella sorpresa! Ciao
 
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view post Posted on 18/7/2012, 21:56
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L'isola che non c'e'......

Un rifugio sovraffollato da quelle persone che soffrono di quel male che non ti fa vivere la tua vita con i tuoi famigliari, che non riesci ad uscire che non riesci neppure a parlare.

La sola cosa che fai è rifugiarti in quell'isola.

Hai usato il racconto per farci provare, fortunatamente, solo a parole, cosa significa lasciarsi trasportare giorno dopo giorno alla deriva per poi approdare inevitabilmente
su quell'isola.

Sembra che tu ci sia passato.

Spero di no.

Complimenti per il testo. :D Un sorriso ci vuole per sdramatizzare.
 
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pleiadi
view post Posted on 18/7/2012, 22:48




Ho riletto con piacere il tuo racconto. Ti segnalo qualche "inciampo" che ho notato nel leggere, ma naturalmente tu fanne l'uso che vuoi!

<ma è diventata un’ossessione> Mi manca un soggetto, anche per il ritmo della frase, e comunque prima parli di -luogo-, poi usi il femminile -diventata- . Se la concordanza è con -ossessione- prima ci metterei un -questa-
< l’atmosfera è carica di spasmi irrequieti d’animo.> Forse era meglio -spasmi d'animo irrequieti-
<non vivo come avrebbero preferito mio padre e mia madre,> Non vivo come avrebbero voluto mio padre e mia madre,
< lo scorrere delle serate passavano veloci > - lo scorrere delle serate passava veloce- oppure - le serate passavano veloci-
Ciao!
 
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view post Posted on 19/7/2012, 23:16
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Romina Tamerici

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Questo racconto mi ha colpito, per il suo modo di parlare quasi allegorico. L’isola che non c’è è un riparo e un porto sicuro ma anche una condanna a privarsi di tutto il resto del mondo. A volte ne abbiamo bisogno, a volte invece dovremmo avere la forza di scappare.
Ho ascoltato anche la canzone. Molto bella.

Per quanto riguarda le correzioni è già passata pleiadi, quindi mi resta ben poco da dire, dato che non voglio ripetere cose già affermate.

1. Speranza e determinazione che ho esaurito
Questa costruzione marcata non mi sembra adatta nel punto in cui è usata. Io riformulerei in modo più lineare.

2. Ma ora ti mostro qualcosa di simile alla bellezza del tuo cielo, qualcosa che fino ad oggi era inaspettato crederlo possibile.
A parte l’inizio con “ma”, che in genere è preferibile evitare, “credere” e non “crederlo”.

3. Ora prenderò quella nave e finalmente potrò lasciarti, ma credimi che il mare è così vasto e sconfinato che mi fa paura.
Qui c’è qualcosa che non torna. Non capisco a cosa si riferisce il “credimi”, quindi avanzo due ipotesi.
- Il protagonista vuole essere creduto quando dice che il mare è vasto, quindi “ma, credimi, il mare è così vasto …”, cioè senza il “che”.
- Il protagonista vuole essere creduto perché il mare gli fa paura, quindi il che è causale e va accentato: “ma, credimi, ché il mare è così vasto…”.
Sono solo delle ipotesi ovviamente.

4. in coltivato
Non credo si possa scrivere questa parola. Forse hai separato le parole perché non sapevi se esisteva “incoltivato” e anch’io temo non esista. Io farei “privo di coltivazioni”, oppure sceglierei un aggettivo.

Ecco invece le mie due frasi preferite:
CITAZIONE
Non sono matto, ma è diventata un’ossessione, una forte abitudine alla sofferenza di cui non posso fare a meno.

Naufrago di una vita senza gioia, muoio e rinasco ogni giorno nascondendo a me stesso la verità.

Un bel testo: molto poetico e (è proprio il caso di dirlo) musicale.
Come per lo scorso concorso è stata una canzone a darti ispirazione. È un processo creativo interessante.
 
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wyjkz31
view post Posted on 20/7/2012, 20:09




Complessivamente mi è piaciuto. Riesci a trasmettere molto bene il senso di isolamento che imprigiona chi soffre di depressione (in questo caso per colpa di un amore finito) e la fatica che costa reagire.

Ti segnalo alcune cose che ho notato.
"abbandanare l’isola" errore di battitura
"Inoltre posso dire di essere stato un puntino"
Perché non dici solo “sono stato un puntino”?
"qualcosa che fino ad oggi era inaspettato crederlo possibile."
La fine di questa frase mi ha un po’ disturbato durante la lettura, e anche modificando il crederlo in credere non mi suona molto meglio. Forse “qualcosa di inaspettato e che fino a oggi non credevo possibile”?
"in coltivato" l'ho visto usare, scritto tutto attacato, ma non l'ho trovato sul vocabolario; potresti usare incolto.

Ho ascoltato la canzone e sembra molto in “tono” con il tuo racconto. Peccato solo che io non riesca a leggere e ad ascoltare allo stesso tempo!

Un’ultima cosa. Perché hai scelto proprio l’isola che non c’è? Quando ho letto il titolo ho pensato subito a Peter Pan, ma la fuga nell’irreale del tuo personaggio mi sembra diversa dalla paura di crescere di Peter Pan.

 
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Devil95
view post Posted on 23/7/2012, 12:00




vivere in un'illusione e sperare in un salvataggio: un racconto toccante, riflessivo e con sottili strati di tenerezza. una lettura che quasi mi riporta al genere poetico. le due cascate di anafore, ad esempio. sarebbe stato bello immaginare "come" si è rimasti naufraghi su quell'isola. uno tzunami di emozioni? un imprevisto col paracadute? o la caduta depressiva di un aereo? bello bello davvero :)
 
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pleiadi
view post Posted on 24/7/2012, 22:17




Ho riletto ancora una volta con piacere il tuo racconto. Siccome ho visto che non hai ancora fatto nessuna revisione, ti segnalo ancora due piccoli particolari, che io migliorerei:
<non sono matto> Non sono pazzo (esiste la pazzia)
<leggere, mi manca la leggerezza> leggere. Mi manca la leggerezza.
Il tuo è uno di quei testi così d'atmosfera, che ad ogni rilettura viene voglia di limarli un po', alla ricerca della perfezione!
 
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marcosanti74
view post Posted on 25/7/2012, 14:17




Per il momento non posso far altro che abbracciarvi e ringraziarvi per i suggerimenti e i commenti :)
Risponderò al più presto

Grazie Ancora
Ciaooooooooo
 
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marcosanti74
view post Posted on 25/7/2012, 22:39




Ringrazio tutti e faccio anche una piccola premessa:
Con questo racconto ho buttato fuori un po' di merda (me la passate?) che mi tenevo dentro. Scrivendo questo racconto, ho tentato di focalizzarmi sull'aspetto della LUCIDITA' e della CONSAPEVOLEZZA che si hanno in questi momenti, entrambi combattenti per la sopravvivenza che tentano di ottenere una reazione, ma che non è detto che si concretizzi in un cambiamento opportuno, o che avvenga mai.
Si tende sempre a non rimanere soli. Ma di fatto lo si è già, abbandonati su di un isola dove non c'è amore.
E' uno stare insieme questo oggi molto diffuso.


@Pleaidi
Sono felice che ti sia piaciuto.
Grazie, i consigli sono sempre ben accetti. Oltretutto trovo che i tuoi suggerimenti rendano tutto più scorrevole. Mi hai scritto anche più possibilità di versioni. Posso addirittura scegliere!!! :*
Aggiustare, migliorare e perfezionare mi appassiona molto.
Grazie mille Pleadi.

@Solenebbia
SSSssssnii!!! Ci sono stato…e non avevo nemmeno Wilson con cui giocare :D :D
Io aggiungerei anche più sorrisi per sdrammatizzare
:D :D:D :D:D :D:D :D:D :D:D :D:D :D:D :D:D :D:D :D:D :D:D :D:D :D:D :D:D :D:D :D
Grazie Soleluna

@Romina Tamerici
L'amore è un progetto serio che non può essere abbandonato come un isola.

Grazie Romina, trovo giusti i tuoi commenti.
Per quanto riguarda "in coltivato", ho avuto molti dubbi nell'usarlo, ma poi ho pensato che si usa in forma colloquiale e l'ho inserito trovando un compromesso con le varie ricerche fatte. Ma perché non esiste? Perché non c'è una corretta spiegazione?

ho sostituito così: … quando già avrò schiacciato ogni cosa di te fino al più lontano arido terreno rimasto…

La musica per me è una fonte inesauribile di idee. Scrivere per me significa anche mettere in play un brano.
Ancora grazie Romina


@Wyjkz31
Credo che non ci sia cosa peggiore di essere in due ma contare uno ogni volta.
Hai ragione sul nome del racconto, ho pensato molto anche io a Peter Pan:)
Ho scelto "l'isola che non c'è" perché mi piace molto il concetto di isola, in quanto blocco unico di TERRA FERMA che spunta SOLITARIA dall'acqua.
Lontana da tutto/i può anche non essere mai ricercata, trovata o vista da affermare che non esista.

Grazie utilissimi i tuoi consigli, vado e correggo.

@Devil95
Grazie Devil95,
ti posso rispondere che ho trovato molto azzeccato: la caduta depressiva di un Aereo. Mi fa tanto ridere, "ORA", pensare a questa frase ;).
Adoro le cascate di Anafore:)
Ciao e grazie mille Devil
 
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view post Posted on 26/7/2012, 11:29
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Romina Tamerici

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CITAZIONE
Per quanto riguarda "in coltivato", ho avuto molti dubbi nell'usarlo, ma poi ho pensato che si usa in forma colloquiale e l'ho inserito trovando un compromesso con le varie ricerche fatte. Ma perché non esiste? Perché non c'è una corretta spiegazione?

Premetto che stai parlando con una persona che si sta ancora battendo per l'esistenza della parola "aranciognolo" (nel concorso sul vento è stata una mia causa persa tentare di usare questa parola, ma non mi arrenderò). Quindi, se ti va di usare "in coltivato", fai pure, anche se la nuova versione della frase mi piace molto di più...
Anch'io scrivo spesso la prima versione di un testo con la musica in sottofondo, ma non tanto alla ricerca di ispirazione: ho solo bisogno che non ci sia troppo silenzio.
Ha fatto bene in questo racconto a buttar fuori un po' di preoccupazioni che avevi dentro.
 
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Diana Ecilef
view post Posted on 26/7/2012, 22:13




Sembra così reale questo luogo privo d'amore e pieno di solitudine che dopo aver letto il titolo "l'isola che non c'è" sono rimasta sorpresa. Forse posso pensare che anche se per il protagonista l'isola è reale è invece nascosta per tutti gli altri che lo lasciano in solitudine e quindi per loro è come se non esistesse.
Bravo! Mi è piaciuto molto!
 
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Apollonia Lupinacci
view post Posted on 29/7/2012, 13:39




Definire racconto quello che scrivi è sicuramente limitativo. E' più un testo di prosa poetica, in cui insieme alle onde del mare fluiscono tutti i tuoi pensieri. L'Isola che non c'è diviene un luogo carico di riflessioni profonde.
Ti faccio solo notare quello che immagino sia un errore di battitura: hai scritto un ossessione invece di un'ossessione.

Edited by Apollonia Lupinacci - 2/8/2012, 16:32
 
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Esterella
view post Posted on 29/7/2012, 18:05




Quanta solitudine, quanto dolore, quanta angoscia nell'isola che non c'è.
Quanta delicatezza nel tuo raccontare. quanta decisione nel coraggio finale.
Questo racconto è il mio preferito, è nelle mie corde. Bella anche la canzone che ho ascoltato.

Poco da segnalare.

Tuttavia scelgo di rimanere senza imbarazzo con onestà, con disillusione e tanta voglia di amare la vita e di andare avanti.

Forse qualche virgola in più la metterei, ma non so se è giusto o solo la mia impressione, sono un poco pasticciona.


Tuttavia scelgo di rimanere, senza imbarazzo, con onestà, con disillusione e tanta voglia di amare la vita e di andare avanti.



Mi sorprende ricordare la vita che avevo prima, nobile nella sua semplicità: un tempo ero felice, sperperavo ogni istante aspettando qualcosa di eccitante e lo scorrere delle serate passava veloce e senza senso, incoscienti, piene d’allegria, leggere. Mi manca la leggerezza che mi dava l’amore.

:B): bello



Io sono per le semplificazioni, vedi se ti piace.

Ora prenderò quella nave e finalmente potrò lasciarti, ma il mare è così vasto e sconfinato che mi fa paura.
.
Mostrami qualcosa che non conosco, se ci riesci.
Pare più incisivo.. :B):


Complimenti e in bocca al lupo. :D
 
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Lupoalfa
view post Posted on 7/8/2012, 07:17




Caro Marco, hai scritto davvero una bella pagina, una riflessione intima sul senso della vita. Bella anche la musica che hai scelto per accompagnare la lettura e penso anche la scrittura. Sono rimasto colpito anch'io da questo accostamento scrittura-musica che hai rinnovato nel tuo scritto (non lo chiamerei racconto). La musica aiuta a tirar fuori le parole. Anch'io prediligo scrivere ascoltando una buona musica.
Ti faccio i miei complimenti!
:) :) :)
 
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41 replies since 16/7/2012, 20:46   658 views
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