| Dov’era finito il Principe del Vento? Lo avevano cercato i gabbiani, stanchi dei voli a batter d’ala; e le rondini, affaticate dalle lunghe trasvolate di primavera. Tutti gli abitanti della terra, grandi e piccini, si facevano la stessa domanda: < Perché se n’ è andato? > In un giorno di grande afa e di grande disperazione gli abitanti dell’Aria si fecero coraggio e pur tra mille esitazioni si rivolsero all’unico animale in grado di trovarlo: l’ Aquila Reale, che per la sua maestosità era tenuta in grande considerazione persino dal Principe del Vento. L’Aquila ascoltò con attenzione, accettò l’incarico con molto sussiego e prese la cosa davvero sul serio. Con larghi voli possenti e la vista acutissima cominciò a sorvolare la Terra in lungo e in largo: ma che fatica! Eh, sì, anche a lei piaceva lasciarsi trasportare dal vento e sentire le penne vibrare al soffio gelato delle montagne. Ma gira e rigira, dai paesi caldi a quelli freddi, dalla terra al mare… del Principe del Vento nessuna traccia. Intanto tutto ristagnava senza respiro. Proprio quando stava per rientrare sulle sue aspre montagne, con la sua vista infallibile l’Aquila si accorse di un piccolo turbine d’aria che proveniva da una terra immobile, in riva ad un mare spento ed incolore. Si diresse in picchiata verso quel piccolo vortice, e vide. Vide un piccolo posto di paradiso, nel quale la vita stava scorrendo fuori dal tempo e fuori dal mondo. Dentro un cortile fresco di muri bianchi una fanciulla stava danzando. Intorno a lei roteava un dolcissimo vortice di musica ed aria, e la voce del Vento cantava la più bella canzone d’amore. L’Aquila Reale si posò sul campanile della piccola chiesa bianca in riva al mare, e pensò. Pensò a lungo, finché prese la sua decisione. Scese in picchiata verso la bella fanciulla, e con un gesto rapido ed inatteso sfilò dalla testa il nastro che teneva legati i riccioli d’oro. La reazione del Principe del Vento fu immediata, fulminea e altrettanto prevedibile: per recuperare il nastro della sua innamorata si lanciò all’inseguimento dell’ Aquila la quale, spinta dal vento stesso, sorvolò senza troppa fatica l’intero pianeta. Fu allora che il Principe si accorse che il Mondo stava morendo. Le nuvole ristagnavano sopra le masse d’acqua bagnando ciò che era già bagnato, e sulla terra impotente, arida e secca, la vita si stava arrendendo. Riprese allora il suo posto di sempre; ma i suoi sospiri d’amore erano così profondi e così frequenti che sulla terra, tornata a vivere, si affacciava il fantasma di un’altra morte, causata da violente tempeste di sabbia, tifoni, uragani, che altro non erano che i sospiri dolenti del Principe del Vento.
E la fanciulla? Lo aveva chiamato a lungo nelle calde notti d’agosto, aveva danzato per lui nel Sole e sotto la Luna, lo aveva aspettato invano. Di lui le rimaneva soltanto un ricordo struggente e l’alito di una lievissima presenza fuggitiva. Mai rassegnata alla perdita di un amore così grande, la fanciulla aveva allora intrecciato il filo più lungo, tessuto la stoffa più sottile, e con tenacia, amore e fatica aveva costruito tanti aquiloni leggerissimi, su cui aveva scritto parole d’amore. Con questi era riuscita finalmente a raggiungere il suo amore lontano.
Da quel giorno il Vento, dopo aver spazzato nuvole e causato piogge, impollinato piante e accarezzato bambini, quando scende la sera scivola sul mare a pelo d’acqua e dolcemente soffia la sua fresca brezza leggera verso la spiaggia, dove lo aspetta la sua innamorata.
Edited by pleiadi - 3/7/2012, 18:46
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