Abaluth - Scrivere, leggere, arte e cultura

Postumi

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macchiavelli3
view post Posted on 12/6/2012, 17:03




Il gatto.
Certo, è stato il gatto.
È stato il gatto a picchiarmi selvaggiamente l'altra notte.
È stato il gatto, nel vicolo.
È stato il gatto, dopo avergli accarezzato i testicoli.
Certo.
Il gatto.
Fuori da quel pub, alle due di notte.
Tra brutte facce che ti fanno capire che sei andato troppo oltre.
Troppo oltre.
Non ho mai capito cosa fosse il troppo oltre.
Non ho mai capito.
È per questo che torno sbronzo anche dal Salone del Libro di Torino.
È per questo che torno sbronzo anche da lì.
Da lì, dove il vino ha poco a che fare.
Poco a che fare.
Eppure, torno sbronzo.
Seduto sul mio sedile, in attesa di arrivare a casa.
Di arrivare a casa, sbattermi la porta alle spalle, sbattermi al tavolo.
Sbattere un bel bicchiere vuoto sul legno, sbattere una bella bottiglia di liquido scuro.
Una bella bottiglia di vino.
Sento già la gola secca.
La gola arsa dalla voglia.
Io non posso farne a meno.
Non posso.
È più forte di me.
Non posso fare altro che perdermi nell'alcool.
Lasciarmi cadere nella perdizione, lasciarmi smarrire.
Perdere qualsiasi contatto con la realtà tangibile.
Creare un velo di invincibilità tra me e il prossimo.
Un velo animale.
Un velo istintivo.
Un velo senza controllo, senza razionalità.
Senza ricordi.
Un velo di nulla.
Non posso farne a meno.
Non posso fare a meno di galleggiare nel mio stesso vino.
E vomitare ogni giorno le mie giornate nel gabinetto.
Vomitarle acide e corrosive.
Acide e pesanti.
Acide e basta.
Non posso farne a meno.
Il mio gatto.
Il mio gatto, gli ho detto.
Il mio gatto, ho detto all'autore che si trovava con me allo stand.
Lo stand del mio editore.
Lo stand dove avrei dovuto promuovere il mio libro.
Il mio lavoro.
La mia anima.
Quel briciolo di irrazionalità che riesco a salvare.
Quel briciolo di vita che non si inabissa completamente.
Che non svanisce nel cesso appena tirato lo sciacquone.
Quel briciolo di luce che rimane.
Alla fine.
Alla fine, qualcosa rimane.
Parole sparse e senza senso.
Parole dettate da qualcun altro.
Io non ci sono. Io partecipo.
Io partecipo e bevo.
E schizzo inchiostro e carta.
E penso che in fondo ne vale la pena.
In fondo ne vale la pena.
È l'unico regalo che mi dona la mia dipendenza.
È l'unico regalo che mi fa la mia compagna.
La mia droga.
La mia vita d'abisso.
La mia vita d'abisso mi toglie tutto.
La mia vita di ricordi sbiaditi mi strappa tutto.
E mi lascia parole senza senso.
Parole sconnesse.
Poesie.
Poesie, le chiamo.
Poesie.
L'unica cosa che resta oltre il tavolo e il bicchiere di vino.
E le tasse, e l'affitto da pagare.
E l'assegno che mamma elargisce ogni mese.
Per farmi sopravvivere.
Sopravvivere.
Se sapesse come lo spendo.
Se solo sapesse.
Forse sarebbe meglio.
Forse sarebbe meglio morire su questo treno, nel ritornare a Milano.
Forse sarebbe meglio.
Meglio farsi trasportare sul ciglio dei binari, farsi travolgere.
Meglio rimanere sulla ghiaia, uno scheletro per i passanti.
Uno scheletro.
Meglio.
Perchè alla fine restano solo poesie.
Solo poesie che non sono riuscito a promuovere.
Non sono riuscito a vendere.
Troppo ubriaco.
Ero ancora troppo ubriaco.
E non riuscivo, non riuscivo a ragionare.
E la mia puzza di vino avrebbe dovuto darmi imbarazzo.
Avrebbe dovuto.
Ma come sempre, non sentivo.
Non sentivo la vergogna.
Non sentivo la vergogna, inabissata sotto l'alcool.
Non sentivo la vergogna, mi sentivo invincibile.
Mi sentivo soddisfatto.
Arrivato.
Un Dio.
Bacco, Bacco in persona.
E a quello stand, non ho spiaccicato parola.
A quello stand, sono rimasto in silenzio.
A guardare la gente passare.
Ad aspettare il mio tempo per tornare a casa.
Tornare a casa, al mio vino.
Tornare a casa, al mio tavolo.
Dimenticando quel ragazzo pieno di vita che si ricordava di me.
Dimenticando quel ragazzo straripante che ricordava il mio taglio.
Ricordava il taglio sul mio sopracciglio, nel nostro viaggio di andata.
Nel nostro viaggio di andata, e nemmeno mi conosceva.
Dimenticando quel ragazzo troppo pieno di vita.
Troppo straripante.
Troppo entusiasta.
Troppo pieno.
Io non sopporto la pienezza.
Io non sopporto lo straripare.
Fondamentalmente, io non sopporto la vita.
Eppure, lui è stata l'unica persona con cui ho spiccicato parola.
Lui è stata l'unica persona con cui il mio istinto ha parlato.
Con cui l'alcool ha parlato.
Mentre io rimanevo a guardare, dietro gli occhi.
Mentre io rimanevo a guardare, aspettando di tornare a casa.
Non vedendo l'ora di tornare.
Non vedendo l'ora di tornare.
Al mio bicchiere.
Il mio bicchiere.
Il treno che traballa sotto il mio sedere.
La ferita sul sopracciglio che ancora fa male.
Il vagone mezzo vuoto. Borbottante.
E io che penso a ricordi già svaniti.
Ricordi di un libro tenuto in mano.
Ricordi di qualche poesia sfiorata con le dita.
Ricordi del mio odore d'alcool, e della solitudine in mezzo a tanta gente.
La solitudine.
Io odio la vita.
Io odio la vita, e ora me ne torno a casa.
Ora me ne torno a casa.
Andato a Torino a portare un nome non mio.
Un nome non mio.
Puccio Chiesa.
Puccio Chiesa, su quel libro.
Puccio Chiesa, su quelle poesie.
Se solo mia madre sapesse.
Se solo mia madre sapesse.
Se solo ricordassi come diavolo mi chiamo.
Ma sono troppo ubriaco.
Troppo ubriaco.
Lascio l'istinto viaggiare.
Io osservo dietro le pupille.
Mi nascondo dietro le pupille.
Non vedo l'ora di essere a casa.
Non vedo l'ora di essere morto.
Nell'alcool.
Affogare nel vino.
E lasciare il mio istinto vivere al posto mio.
Io odio la vita.
Odio la vita.


 
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lux1993
view post Posted on 12/6/2012, 23:29




Ehi, complimenti!
Sei riuscito proprio a ricreare i pensieri semi sconnessi di un ubriaco! apprezzo lo stile molto originale.
è un racconto che trasuda rabbia e disperazione, e che scommetto almeno parzialmente sia stato tratto da un'esperienza vera. Magari mi sbaglio, ma sotto alla finzione letteraria sembrano esserci sentimenti reali.
Credo però (come forse presto ti faranno notare anche gli altri) che tu sia caduto nel mio stesso "errore": quello che manca è la presenza del vento. In ogni caso, che tu decida di modificarlo o meno, sappi che il tuo racconto mi è piaciuto molto.
 
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macchiavelli3
view post Posted on 12/6/2012, 23:49




:D nono, non lo modifico :) Ma come detto, nel bando non ho notato nessun obbligo a ''mettere'' il vento...e ho agito di conseguenza :)
Comunque l'esperienza non è soggettiva, mi sono messo nei panni di una persona conosciuta appunto alla fiera del libro...il ragazzo odiato sono IO XD
Puccio Chiesa è la persona conosciuta..si chiama davvero così :D Il racconto si chiama Postumi perchè Postumi era il suo libro :P
 
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pleiadi
view post Posted on 13/6/2012, 07:57




Originale nello stile, suggestivo nell'incedere e nel succedersi della trama. Bella l'idea di rappresentare graficamente il testo come poesia, che giustifica l'uso di proposizioni che non si reggono sintatticamente ma che esprimono perfettamente la confusione che regna in chi è preda dell'alcool. Piccolissimo rilievo: la frase "io odio la vita" ripetuta quattro volte nel giro di poche righe risulta un po' pesante, ed anche inutile, tutto si evince dal contesto. Conclusione: Testo bello e originale. :)
 
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view post Posted on 13/6/2012, 10:49
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Romina Tamerici

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Per prima cosa mi dispiace informarti che il "vento" non è un optional... controlla il bando e soprattutto gli ultimi commenti lasciati dagli amministratori.

Detto questo, non correggerò il tuo testo come faccio di solito, perché le frasi disconnesse mal si prestano alle mie analisi. Ci sono parti del tuo testo che non mi sono piaciute per niente e altre che trovo davvero interessanti. Il finale è molto crudo ma in linea con il testo. Forse avrei preferito che dal testo si evincesse un desiderio di cambiare o una possibilità di riscatto, ma anche quasi tutti i miei racconti finiscono in tragedia, quindi è inutile che mi lamenti. Sarà che le dipendenze sono un tema che mi lascia sempre perplessa.

Stilisticamente ho apprezzato molto le anafore, anche se in alcuni punti risultano eccessive, almeno a mio avviso, però rendono il testo molto ritmico.

In ogni caso temo che se non modificherai il testo verrai escluso dal concorso, controlla il bando come ti ho già detto. Per il resto, lo ribadisco, è un testo con parti interessanti e altre meno, ma questo è solo un gusto personale.
 
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justadream12
view post Posted on 13/6/2012, 11:22




Macchiavelli 3,
mi sembri uno spirito ribelle...(opinione del tutto personale) e amante del vino (oggettivamente) come me!
però la maggioranza dei partecipanti ha capito che doveva esserci il vento. Forse perchè avendo partecipato al precedente concorso il tema era chiarissimo fin dal titolo.

Ti segnalo - e spero di non urtare la tua suscettibilità - che a seguito del bando è stata fatta una discussione dove si era chiarito che il tema del racconto non era libero ma doveva comparire il VENTO.
In tutti i modi: ci sono i moderatori per questo. il mio è un intervento non del tutto richiesto!

Veniamo al commento:

CITAZIONE
Fondamentalmente, io non sopporto la vita.

l'essenza di questo lungo racconto in forma di semi-poesia. Forte, molto lacerante questa affermazione. Tormentoso il cammino del ritorno a casa.

CITAZIONE
Non vedo l'ora di essere morto.
Nell'alcool.Affogare nel vino.

A casa.Dove si può affogare nel vino, morire, non vivere. Stordirsi insomma.Sensazione di fuga, di cercare un nascondiglio per non pensare alle cose della vita. Il viaggio sul treno è travagliato da pensieri confusi ma nitidi nello stesso tempo.

Amo il vino. So che è nettare ma anche pericolo di perdizione. Come tutto, no? Esagerare è sempre sbagliato, moralismo? no, buon senso.
Hai reso molto bene l'idea, con realismo anche brutale.
Da questo punto di vista mi è piaciuto il tuo lavoro, in attesa di sapere se vale o no per il concorso, ti auguro buona fortuna!!!
 
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Nauthiz7
view post Posted on 13/6/2012, 12:05




Per chiarire la questione "tema", riporto l'ultimo intervento dell'amministratore a riguardo (è di oggi e lo potete trovare come commento al bando):

CITAZIONE
Ricordo a tutti che nei racconti che partecipano al concorso L'occhio del vento ci deve essere molto... vento! :D
L'attinenza al tema ovviamente sarà uno dei criteri principali per la scelta dei racconti.
Quelli che non sono attinenti al tema, anche se bellissimi, verranno squalificati!

Vi ricordo che è possibile modificare i racconti.
 
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theMarchHare
view post Posted on 13/6/2012, 15:03




Mio buon Machiavelli3, mi è piaciuta molto la tua storia.
Richiama un flusso di coscienza un po' spezzettato, un po' incosciente. E mi piace il tuo modo di scrivere, che è ancora in un certo modo da pioniere (nonostante i numerosi esempi esistenti) e che può destare opinioni contrastanti per questo. Io stessa una volta sono stata più o meno insultata per aver scritto in modo frenetico e frammentario, mentre invece era mia intenzione solo esprimere il "mood" del racconto!
Comunque.
Ti faccio ancora i miei complimenti, però mi associo agli altri nel ricordarti che se il concorso si chiama "l'Occhio del Vento" un motivo ci sarà. Se non vorrai modificare la tua storia, ci avrai comunque dontato una buona lettura...altrimenti, suvvia, schiaffaci dentro un po' di vento! E che sarà mai :))))
 
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macchiavelli3
view post Posted on 13/6/2012, 18:07




Ehehhe...no, sono molto buono con le mie storie...i figli non si correggono, si amano per quello che sono :) Se vi è piaciuto, sono contento :) Se non mi ammettono, amen.
I racconti si scrivono per essere letti, non per essere giudicati :D
Quindi..buona fortuna a tutti ^^
 
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wyjkz31
view post Posted on 13/6/2012, 19:27




Rendi veramente bene l'idea dell'ubriaco, è la cosa che mi è piaciuta di più nel tuo racconto.
CITAZIONE
Seduto sul mio sedile, in attesa di arrivare a casa.

Sono stata in ansia per un bel po' di righe in attesa di capire se il nostro eroe per caso non aveva avuto la malaugurata idea di usare l'auto.
 
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macchiavelli3
view post Posted on 13/6/2012, 20:24




eheheh...meno male che ha preso il treno allora ^^
 
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view post Posted on 14/6/2012, 12:57
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Caro Ivano, il tuo racconto è a dir poco spettacolare. Io spesso risulto essere un po' "duro" nei commenti; stavolta devo ammettere che il racconto è perfetto. Perfetto. Rendi benissimo la storia che vuoi raccontare. I continui a capo da mal di testa, come il mal di testo ingenerato dall'abuso di alcool. Frasi breve, sconnesse tra loro, ripetitive. Il personaggio è descritto a perfezione. Col flusso di coscienza è difficile entrare nel merito di "errori" vari, ma io non ne ho ravvisati comunque.
Il tuo unico errore è la mancanza del vento, ma io - NON ME NE VOGLIANO - do la colpa agli organizzatori :D Ribadisco: ci sono centinaia di concorsi a tema libero dai titoli assurdi, e dal bando di concorso era impossibile evincere che il vento fosse il must.
Più del tuo racconto, bellissimo, ho apprezzato i tuoi commenti: sembrerai estremista, forse anche tendenzialmente arrogante. A me sembri molto coerente e hai guadagnato in una frase sola tutta la mia stima, quando affermi che non modificherai nulla.
"I figli non si correggono, si amano per quello che sono. Se vi è piaciuto, sono contento. Se non mi ammettono, amen. I racconti si scrivono per essere letti, non per essere giudicati" Questa frase si presta a lasciar trasudare un'enorme tracotanza, ma io capisco cosa vuoi dire e lo apprezzo.
Occhio però: i figli vanno anche corretti, quando prendono cattive strade! Se non li correggono i genitori, da chi ci aspettiamo ciò? Qui tuo figlio ha preso proprio una cattiva strada, allontanandosi troppo dalla corretta via! Tu che sei il genitore, hai l'obbligo morale di ricondurlo sulla retta! ;)
Sicuro che mi avrai capito, ancora complimenti :)
 
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macchiavelli3
view post Posted on 14/6/2012, 14:03




^^ eheh..grazie mille :) Non volevo essere arrogante, volevo solo pensarlo come un dono :) Se il regolamento è quello, l'importante è che si sia letto :D
Poi vedrò..magari una correzioncina...mmm...XD
 
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view post Posted on 14/6/2012, 14:11
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A me non sei arrivato come arrogante, ma il mio auspicio è che una piccola introduzione tu la faccia... :D
Ho letto altri racconti col tuo "problema" e a uno in particolare ho consigliato di rinunciare al concorso in questione. Questo racconto, invece, credo che con poco possa benissimo rientrare nel must senza perdere la sua essenza. Il tempo c'è, e dai, mi voglio esporre: c'è pure vivonic per darti una mano, eventualmente!
ahahahah :D
Qualunque scelta compirai, in bocca al lupo ;)
 
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view post Posted on 15/6/2012, 22:26
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Mi associo agli altri.
Particolare la scrittura e la struttura che hai utilizzato.
Il continuo andare a capo puntualizza ancora di più lo stato del personaggio.

 
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