| Era una splendida serata di primavera: dagli apparecchi televisivi di tutta la città si udiva la sigla, ben nota, del talk televisivo “Willie’s Show”. Il battage pubblicitario era stato insistente e milioni di persone incuriosite si erano sedute quella sera davanti ai teleschermi per seguire l’abituale programma del giovedì. “Benvenuti al WILLIE’S SHOW! Questa sera, Signori e Signore, presentiamo un evento straordinario, unico nel suo genere. Tra pochi minuti intervisterò niente meno che… ” Si fermò per fare una pausa, lasciando spazio al classico rullo di tamburi, poi proseguì: “Restate con noi, lo saprete dopo la pubblicità!”
Trascorsi poco più di sessanta secondi…
“Siete ancora lì? Non muovetevi, incollatevi al vostro divano, perché LUI è qui, aspetta solo un mio segnale.“ Fece una pausa sapiente per creare ancora un po’ di attesa. “Allora, siete pronti?” “Sììì” rispose all'unisono la platea. “Allora ve lo presento, senz'altri indugi, Signore e Signori, Mesdames et Messieurs, Ladies and Gentlemen, eccolo, è LUI, l’elemento più sconvolgente di questa terra, quello più imprevedibile e dispettoso… Miiisster Wiiind!” A quelle parole le pareti dello studio cominciarono a vibrare, i lampadari sembrarono prendere vita, oscillando e tintinnando all’unisono. Gli spettatori si guardarono l’un l’altro con gli occhi sbarrati, con quella paura mista a eccitazione dipinta sui volti impalliditi.
Il presentatore, il famoso Willie Star, aveva il solito sorriso idiota stampato sulla parte inferiore della faccia - altrettanto idiota - mentre nella parte superiore gli occhi gli guizzavano illuminati da una luce vagamente sinistra. Cominciarono a volare fogli e foulard mentre da dietro le quinte apparve un giovane uomo alto e ben piazzato, vestito di raso azzurro luccicante. Sulle spalle portava un lungo mantello nero come il buio in una notte senza stelle. Si alzò un “Ooohhh” corale dal pubblico, seguito da un brusìo assordante: nessuno aveva mai osato intervistarlo! Nessuno l’aveva mai visto così da vicino! Mister Wind era il personaggio più desiderato, il più corteggiato da tutti i giornali e dalle emittenti televisive del mondo intero. Lo studio vibrò in un sussulto, Mister Wind alzò la sua mano possente sopra gli astanti, facendola ruotare come si conviene a un personaggio così illustre. Appena si mosse, di nuovo, si alzò una folata di vento inquietante che s’insinuò tra il pubblico. “Ooohhh” e giù applausi a profusione.
Le finestre basculanti distribuite lungo il soffitto, sul lato destro dello studio, tremarono più forte e improvvisamente si aprirono all’unisono con uno schianto! Le tende, rosse e amaranto, cominciarono a innalzarsi, gonfiandosi come vele portate dalla corrente in un mare agitato.
Mister Wind, cercando di muoversi il meno possibile, prese posto sulla sedia d’onore, un alto trono imbottito di velluto dorato, mentre gli inservienti cercavano di domare le tende impazzite a vortice e nel contempo tentavano, senza successo, di chiudere le finestre spalancate come bocche in attesa di cibo. Il pubblico rumoreggiava inquieto e piuttosto atterrito. Riprese allora la parola lo smagliante Willie Star, come se nulla fosse accaduto: “Mister Wind, è davvero un onore averla qui nel mio show!” Attese una risposta ma invano. Mister Wind aveva persino paura di battere ciglio, visti i risultati di poc’anzi. “Non deve preoccuparsi. Stia tranquillo, come fosse a casa sua: questo studio è antisismico e a prova di tornado, non crollerà!” Tutti applaudirono calorosamente, rassicurati. Non c’era una sola persona del pubblico che potesse lontanamente immaginare cosa sarebbe successo.
Nel momento topico, lo scellerato presentatore diede nuovamente la pubblicità. A quel punto gli occhi curiosi di tutti furono puntati addosso all’ospite il quale si muoveva impercettibilmente, quasi in imbarazzo, per paura di scatenare la parte incontrollabile di sé. Willie gli andò vicino e, chinandosi su di lui, parlottò a voce troppo bassa per essere udita. Improvvisamente il mantello di Mister Wind si sollevò perpendicolare sopra di loro, formando una cornice scura e minacciosa, segno evidente di una certa inquietudine.
Il programma stava ricominciando e tutti si protesero in avanti, per sentire meglio. Il silenzio fu rotto dalla voce squillante di Willie: “Bentornati con noi, cari telespettatori, bando alle ciance e cominciamo l’intervista all’ospite più sorprendente dell’intera stagione televisiva, con tutto il rispetto per gli altri. Mister Wind è pronto?” Star prese posto vicino al trono dell’ospite e, con il consueto sorriso idiota, cominciò a parlare: “Non pensa mai, Mister Wind, di essere un po’, come dire… eccessivo?”. “È la mia natura, sono nato per portare scompiglio, il Creato ha bisogno di me: sposto le nuvole, nasco dallo scontro di masse d’aria, sollecito la pioggia, come posso essere tranquillo? Lei sa quanto sia importante l’acqua per tutti? “ “Certo che lo so, ma lasci che le domande le faccia io, amico!” Mister Wind sembrò leggermente contrariato. “Lei è protagonista di disastri, tifoni, catastrofi nel mondo intero…” lo sollecitò Star. “A differenza di ciò che spesso si crede, non è sempre colpa mia. La mia natura è violenta e istintiva ma a volte seguo semplicemente l’andamento delle cose.” “Ma certo! Adesso le catastrofi sono necessarie…” “Non dico questo!” Alle parole di Mister Wind un nuovo alito di vento si levò, un po’ più forte di prima: le signore in prima fila si ritrovarono le sottane sopra le ginocchia e si affrettarono a tirarle giù, tenendole ferme con le mani, emettendo gridolini d’imbarazzo. “Non sempre sono io che modifico le situazioni naturali, ma voi uomini! Credete davvero che sia un fatto solo di elementi? A volte, un’azione umana scellerata può avere conseguenze imprevedibili.” Il presentatore, a quelle parole, balzò in piedi, piccato: “Mister Wind, stia ben attento a cosa dice, lei si rende conto, no?” “Sono pienamente convinto delle mie parole.” in quello stesso istante un turbinio fece nuovamente levare le tende e le finestre, chiuse a fatica poco prima, si riaprirono con un impeto mai visto. “Lei quindi ritiene l’Uomo responsabile di tutti i disastri che avvengono negli ultimi tempi?” “Be’, per secoli la Natura ha dovuto sopportare angherie di tutti i generi da parte degli uomini, l’uso improprio degli elementi naturali, la produzione di gas nocivi e di veleni hanno inciso pesantemente sull’equilibrio originario… Pensate solamente ai gas di scarico degli aeroplani e alle masse d’aria che bolidi del genere possono spostare! In natura a ogni azione corrisponde una reazione, questa è fisica spicciola!”
Il corpo di Mister Wind iniziò a perdere contorni, ondeggiando. La sua forma umana cominciò a sgranarsi come un’immagine digitale disturbata. La platea diventò ingestibile. Il brusìo prese corpo vigorosamente, s’innalzò sempre più sordo e martellante fino a trasformarsi in urla. Mister Wind si stava dissolvendo, le mani e i piedi enormi si tramutavano, a tratti, in una specie di sciame d’insetti trasparenti.
Willie Star aveva perso il suo aplomb e si muoveva impacciato sulla scena, correndo da destra a sinistra e viceversa. “State calmi… tranquilli, non succederà…” I fatti lo smentirono subito. Stava già succedendo quello che nessuno dei partecipanti avrebbe mai sognato di vedere con i suoi occhi, una scena degna dei più grandi maestri di fantascienza: il Vento, o quello che era stato Mister Wind insomma, era diventato un vero e proprio nugolo di particelle infinitesimali che si muoveva vigoroso, disegnando improbabili forme di materia frammentata.
Ormai più nessuno era seduto al suo posto, al grido di “Oh, mio Dio!” il pubblico si era disperso per tutto lo studio, cercando una via d’uscita: gente che si lanciava verso le quinte fino allora inviolate; chi si arrampicava sulle scale a pioli abbandonate dai tecnici per raggiungere le finestre. Tutti strepitavano, soprattutto le donne, con le voci stridule, mentre si divincolavano dai mariti che le richiamavano alla calma. Una bolgia. Mister Wind, o ciò che di lui era rimasto, vagava indisturbato portando il suo sciame azzurrino a passeggio per l’ampio locale messo a soqquadro.
L’ultima immagine televisiva, nel trambusto generale, fu il faccione idiota di Willie Star che agitava forsennatamente le braccia gridando “Pubblicità, pubblicità!” gli occhi fuori dalle orbite e, finalmente, col sorriso idiota trasfigurato in una smorfia di amara sconfitta. Il suo più grande scoop percorreva una china inesorabile trasformandosi nel suo più illustre fiasco e probabilmente nella fine della sua carriera di presentatore…
Mentre le luci della ribalta per lui si spegnevano, cominciava il suo più grande incubo e tutto per colpa del Vento, lo stesso che s’innalzava in un cono di rabbia furiosa e si allontanava sibilando.
Edited by justadream12 - 19/6/2012, 14:20
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