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La linea 92 - Roberto Pessina -

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Robbie1967
view post Posted on 9/6/2012, 23:11




LA LINEA 92


Fa freddo. Come piace a me.
C'è un vento leggero, che mi scompiglia i capelli e mi confonde i pensieri, mescolandoli tra loro e regalandomi una sensazione di euforia, un piacevole smarrimento.

Ho finito di lavorare un pò prima del solito, verso le 18.
Ho camminato, curiosando tra gli ultimi saldi nelle vetrine dei negozi. I miei stivaletti neri, gessato grigio con sottilissime righe azzurre, camicia chiara, cravatta vistosa e cappotto nero.
E' strano come gli sguardi dei commessi cambino a seconda di come sei vestito. Oggi mi sorridono, sono gentili, servizievoli, mi danno del Lei e si preparano a chiedermi se voglio pagare con carta di credito.
Avrò l’aria di uno che compra.
Le stesse persone che, non più tardi di sabato scorso, mi avevano visto entrare con le mie vecchie Fila slacciate, i jeans consumati ed una camicia stropicciata metà fuori e metà dentro i pantaloni. Non mi avevano nemmeno salutato, mi seguivano con la coda dell'occhio mentre ispezionavo gli scaffali.
Avrò avuto l'aria di uno che ruba.

Non ho rubato sabato, non ho comprato oggi.

A casa, sono tornato ad essere quello che sono.
Una doccia calda, immobile sotto il getto d'acqua. Ho raccolto i jeans consumati da terra, il primo maglione capitato tra le mani aprendo l'armadio, le Fila slacciate, una giacca a vento, cappello, guanti e di nuovo fuori.

E' una cosa che faccio, ogni tanto. Mi rasserena, mi rilassa, faccio pace con la città: aspetto che la tempesta di gente dell'ora di punta si plachi, compro il biglietto e salgo sull'autobus. Uno qualunque, basta che sia uno di quelli che tagliano Milano da una parte a quell'altra. Spesso non prendo il primo che arriva, aspetto di vederne uno che abbia libero il mio posto preferito, più o meno a metà della carrozza, dal lato della strada.
E' come andare al cinema. Per un'ora buona mi dimentico di tutto e mi concentro sulla città. Ai semafori guardo dentro le macchine che aspettano il verde, osservo dall'alto del mio sedile i colori dell'illuminazione dei cruscotti: le Renault brillano di arancione nell'abitacolo buio, le Fiat di verde, le Opel di un giallino opaco, le Alfa di rosso, le Volkswagen di blu, con le lancette rosse.

Guardo scorrere i palazzi e cerco di capirne i colori, anche se è difficile, per via del buio e di quei nuovi lampioni che ovattano tutto, anche i rumori. Ci sono file interminabili di macchine parcheggiate da ogni parte. Provo a comporre parole con le lettere delle targhe: AN 381 EC. Cane!!
Ogni tanto vengo distratto da qualcuno che sale sull'autobus. Molti leggono, le donne hanno quasi sempre la borsa appoggiata sulle ginocchia e c'è un tipo, accanto al conducente, che se ne sta in piedi da almeno sei fermate. Ci sono dieci posti liberi, perché non si siede?

Torno alla città, la divagazione sui passeggeri mi ha fatto perdere un paio di svolte ed ora devo cercare dei punti di riferimento per capire dove siamo. Ecco il Bar Basso, abbiamo già imboccato V.le Abruzzi allora.
I miei pensieri scorrono veloci, appaiono e scompaiono come le insegne luminose dei negozi chiusi che si susseguono: un phone center, un solarium, una panetteria, un bar tabacchi 24 ore, un elettrauto, un rivenditore di telefonia mobile. Ogni insegna un pensiero, ogni albero della carreggiata centrale un altro pensiero. Non cerco di fermarli, li lascio liberi di vagare. Passano come linee orizzontali da un capo all'altro del cervello. E poi si dileguano, apparentemente senza lasciare traccia di sè.
I passanti sono pochissimi e sembra che abbiano tutti fretta. Forse c'è qualcuno che li aspetta a casa, forse invece stanno scappando da qualcosa. Ma sono solo ombre, li posso solo intuire, sagome di cartone che si muovono, senza volto.

Superiamo P.zza Lodi, me ne accorgo dai cartelloni pubblicitari del cinema Maestoso. Tra due fermate devo scendere, sono arrivato.
Prenoto la fermata, mi alzo e lancio un'ultima occhiata ai passeggeri. Il tizio in piedi è ancora lì, gli altri sono sconosciuti, non c'erano prima.
Si aprono le porte;durante tutto il viaggio non mi ero accorto del rumore che fanno quando sbattono contro il passamano.

Scendo dall'autobus. Respiro l'aria gelida. E mi accorgo di conoscermi un pò meglio.

Edited by Robbie1967 - 10/6/2012, 16:29
 
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wyjkz31
view post Posted on 10/6/2012, 13:40




Il racconto mi è piaciuto, c’è senso della misura.
Verissima la faccenda dei negozi, se qualcuno ne ha voglia provi con una gioielleria, è illuminante. E poi, lo confesso, mi ha ricordato che anch’io facevo una cosa simile: sceglievo la linea che faceva il giro più lungo ed era meno affollata solo per stare lì a guardare fuori; le tue parole descrivono esattamente il senso di quei viaggi.
CITAZIONE
Ogni insegna un pensiero, ogni albero della carreggiata centrale un altro pensiero. Non cerco di fermarli, li lascio liberi di vagare. Passano come linee orizzontali da un capo all'altro del cervello. E poi si dileguano, apparentemente senza lasciare traccia di sé.

Adesso però devo sgridarti. Se vai a rileggerti il bando ti accorgerai che si tratta di un concorso a tema e nel tuo racconto il vento è completamente assente. E’ un vero peccato.
 
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view post Posted on 11/6/2012, 11:20
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Fabrizia

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CITAZIONE (wyjkz31 @ 10/6/2012, 14:40) 
Adesso però devo sgridarti. Se vai a rileggerti il bando ti accorgerai che si tratta di un concorso a tema e nel tuo racconto il vento è completamente assente. E’ un vero peccato.

wyjkz31 ha proprio ragione! Dov'è il vento?


 
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justadream12
view post Posted on 11/6/2012, 11:44




Oddio MILANO!
Quanti ricordi! Il bar Basso, Viale Abruzzi, Piazza Lodi e tante altre cose che ho vissuto in una mia vita passata!!!
Alcune immagini mi tornano vivide alla memoria! Tipo:

CITAZIONE
Spesso non prendo il primo che arriva, aspetto di vederne uno che abbia libero il mio posto preferito, più o meno a metà della carrozza, dal lato della strada.

CITAZIONE
I passanti sono pochissimi e sembra che abbiano tutti fretta. Forse c'è qualcuno che li aspetta a casa, forse invece stanno scappando da qualcosa. Ma sono solo ombre, li posso solo intuire, sagome di cartone che si muovono, senza volto.

Suggestivo! Anche il modo di scrivere mi è piaciuto, così scarno ma pieno di immagini! Milano è stata la mia città per tanti anni e la riconosco nel tuo racconto, peccato che non amavo il suo clima!!!
Devo dirti anch'io: perchè non c'è il vento? Eppure una giornata ventosa capita spesso a MIlano. Mi ricordo un Capodanno recente a piazza Castello: tirava un vento pazzesco e gelido!
Peccatissimo!
Comunque non ho rilevato errori, forse un eccessivo spezzettamento, ma è il tuo stile e credo non vada criticato!
Mettici un po' di vento, allora! J12
 
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Lupoalfa
view post Posted on 11/6/2012, 11:58




Concordo pienamente con quanto ha scritto justadream12. Anche se non ho mai abitato a Milano, il racconto mi è piaciuto moltissimo per le sue atmosfere. Ci ho letto anche tanta solitudine in questo desiderio di osservazione delle persone e delle cose.
Dai, mettici un po' di vento, che faccia sparire la nebbia e ti faccia vedere tutto in modo ancora più nitido.
Bravo! Mi piace come scrivi.
:) :) :)
 
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macchiavelli3
view post Posted on 12/6/2012, 17:21




Ps..rileggendo il bando non c'è alcuna informazione riguardante il tema ''vento''..c'è solo scritto cos'è il vento e che l'e-book si chiamerà l'occhio del vento, quindi in questo mi permetto di difendere robbie...(e anche me :D )
In quanto al racconto..sinceramente ho da dirti una cosa molto, molto rilevante: alla fine del racconto sono rimasto sorpreso: non ricordavo affatto che il personaggio fosse salito sul bus...non ci sono riferimenti continui all'ambiente in cui si trova, è come se fosse sospeso in un ambiente neutro..e sinceramente no, non va bene, perchè vuol dire che non hai reso abbastanza..
Ad ogni modo la scrittura è buona...solo che ti manca il coinvolgimento del lettore...:) In bocca al lupo
 
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Robbie1967
view post Posted on 12/6/2012, 17:31




Mi sembra che sia scritto molto chiaro che .... salgo sul bus!! Ti allego lo stralcio...

E' una cosa che faccio, ogni tanto. Mi rasserena, mi rilassa, faccio pace con la città: aspetto che la tempesta di gente dell'ora di punta si plachi, compro il biglietto e salgo sull'autobus. Uno qualunque, basta che sia uno di quelli che tagliano Milano da una parte a quell'altra. Spesso non prendo il primo che arriva, aspetto di vederne uno che abbia libero il mio posto preferito, più o meno a metà della carrozza, dal lato della strada.
E' come andare al cinema. Per un'ora buona mi dimentico di tutto e mi concentro sulla città. Ai semafori guardo dentro le macchine che aspettano il verde, osservo dall'alto del mio sedile i colori dell'illuminazione dei cruscotti: le Renault brillano di arancione nell'abitacolo buio, le Fiat di verde, le Opel di un giallino opaco, le Alfa di rosso, le Volkswagen di blu, con le lancette rosse.

 
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macchiavelli3
view post Posted on 12/6/2012, 18:37




Sìsì, conosco il passaggio..intendo dire che non è ricordata questa cosa..la dici all'inizio e basta....una persona sull'autobus si sente sull'autobus..non ci sale e basta...non ci sono altri rimandi, è questo che dico..
 
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view post Posted on 12/6/2012, 21:45
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Il famoso Bar Basso gli aperitivi, la mia zona , la mia città.
Via Vela via Pinturicchio, quanti ricordi.
Chissà forse le tue scarpe slacciate hanno incrociato le mie ALL stringate.
LA 92 quanta verita' la gente cartonata, le luci dei cruscotti delle auto.
Anch'io a volte facevo la turista nella mia città.
Uno spaccato cittadino, dove l'anima si rilassa la mente divaga, gli occhi osservano.
Mi e' piaciuto.
Scorrevole, piacevole,tranquillo,pacato. :D :D :D
 
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pleiadi
view post Posted on 13/6/2012, 17:00




Ho molto apprezzato la tua abilità nel costruire un racconto senza "avvenimenti", che oscilla tra descrizioni e pensieri, credo non sia facile. Lo stile è molto efficace, le frasi brevi aiutano a entrare nell'atmosfera, sembrano quasi accompagnare le frenate e le fermate dell'autobus. Mi sono soltanto inceppata nella frase - da una parte a quell'altra -. Sei troppo abile per non essertene accorto, evidentemente l'hai voluta. Io avrei scritto -da una parte all'altra- . Ma sono inezie!
Visto che il vento compare all'inizio e poi scompare, perché non lo recuperi nell'immagine finale? Sarebbe davvero un peccato che per questo motivo il tuo racconto non entrasse in gara. Ciao Pleiadi
 
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view post Posted on 14/6/2012, 12:38
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Definire "carrozza" un bus è molto ambiguo; avevi forse in mente un tram o un vagone della metro dal quale non si può vedere nulla?
Viale e piazza andrebbero scritti per esteso, non essendo il tuttocittà ma un racconto.
Il bar Basso è dei miei parenti materni, quindi leggere qui il suo nome m'ha fatto venire la pelle d'oca :D
Ora un commento agli organizzatori del concorso: in effetti, a parte noi che abbiamo partecipato a Vita da cani, come fa uno a capire che il concorso è a tema? Non è specificato nel bando, e ci sono titoli di concorsi tra i più fantasiosi che non per questo implicano che il titolo è il tema. Forse andava scritto chiaramente che trattavasi di concorso A TEMA, altrimenti uno pensa che sia solo il titolo e si ingenera errore...
Ovviamente, rebus sic stantibus, questo racconto non è valutabile ai fini del concorso, ma non credo sia colpa di Roberto, scusate :D
 
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lux1993
view post Posted on 15/6/2012, 14:28




La tua storia mi ha fatto sorridere: mi ha ricordato molto i miei vagabondaggi perla città di Roma... ;) Anche se non ho mai vissuto a Milano, in qualche modo mi sono immedesimata nel protagonista.
Quando uno ha stile,è facile accorgersene in quanto ci si sente tra le "mani sicure" di uno scrittore... perciò penso che tu ce l'abbia.
Complimenti! :)
 
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marcosanti74
view post Posted on 18/6/2012, 09:21




Ogni tanto ci vuole, un pretesto per staccare e riprendersi un po'.
Mi piace l'idea di tagliare la città di Milano con il tram.
Io sono di Roma e dubito che potrei farlo, impiegherei 3 giorni!!! :D

Il racconto mi piace e mi trasmette serenità.
In quanto al "vento2, parola/personaggio/fenomeno vento, non ho ancora ben capito quanti chili ci devono essere per far si che un racconto sia adatto o meno :D
Complimenti, in bocca al lupo.
 
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pleiadi
view post Posted on 18/6/2012, 09:40




L'idea del vento a chili varrebbe una storia! Io credo che anche questo "mistero" faccia parte dell'attesa e dell'emozione di una competizione. Forse alla fine lo capiremo. Ma secondo me non toglie nulla al piacere di inventare storie.
 
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view post Posted on 28/6/2012, 00:08
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Romina Tamerici

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Io a Milano vado spesso per l’università con un viaggio di quasi due ore di sola andata, senza contare scioperi e ritardi vari. In genere studio o chiacchiero, quindi mi perdo il “panorama”… se però non ho niente da fare mi metto a osservare i passeggeri più che altro. Perché sto qui a fare questi discorsi di scarso interesse? Boh…

Il testo è suggestivo, breve e interessante. Mi è piaciuto molto il finale. Forse c’erano tratti che potevano essere più sviluppati e poi il vento! Acciderbolina, il vento! E sì che a Milano la fa spesso da padrone, contendendosi il titolo con la nebbia d’inverno e l’afa d’estate.

Per quanto riguarda gli errori.
1.. un pò prima […] pò meglio.
Una volta l’avrei perdonato, ma due! “Po’” con l’apostrofo e non con l’accento.

2. E' strano

Per bilanciare l’errore sopra qui hai usato l’apostrofo al posto dell’accento.

3. traccia di sè.
Qui invece l’accento ci va ma non questo, quindi “sé” e non “sè”.

3. tagliano Milano da una parte a quell'altra.
Come suggerito da Pleiadi anch’io metterei “all’altra”.

4. porte;durante
Qui manca uno spazio.

Hai uno stile interessante, io ti consiglio però di rivedere un po’ l’uso di accenti e apostrofi. Eh, lo so, sono una noiosa maestrina…
 
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17 replies since 9/6/2012, 23:11   190 views
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