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NUR (mucchio di pietre), di Adriana Mura

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justadream12
view post Posted on 15/4/2015, 11:28




Grazie Shairil9 della segnazione, vado subito a correggere! ciao
 
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gioberta
view post Posted on 15/4/2015, 16:59




Racconto che getta luce nuova sulle antiche civiltà di casa nostra. Interessante per contenuto e scorrevole nello stile. La frase che mi è piaciuta di più è la frase che lo conclude: "Si fa come dico io." Brava. Penso che l'adotterò nel mio tran tran quotidiano. Auguri per il concorso e brava per l'idea. yes
 
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justadream12
view post Posted on 15/4/2015, 20:07




Grazie Gio. Si direi che "Si fa come dico io" potrebbe essere un mantra!
Ti ringrazio per il supporto.
 
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francesca vernazza
view post Posted on 21/4/2015, 20:22




ciao il tuo racconto mi è molto piaciuto. :)
Devo ammettere che ho trovato originale l'idea del fuoco sacro simbolo della vita e dell'ardore. :)
Ho molto apprezzato anche l'ambientazione in cui si svolge la storia.
Complimenti!!!! e in bocca al lupo e buona fortuna per il concorso!!!! :D
 
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theMarchHare
view post Posted on 25/4/2015, 08:04




Bellissimo il tema, mi piacciono i racconti a tema storico (o preistorico!) anche quando si lavora molto di fantasia. Le popolazioni sarde poi, così isolate e quindi così uniche, sono sempre affascinanti. Il tuo personaggio è molto moderno, in lui il lettore si può immedesimare nell'osservare le usanze di un popolo, da lungo dimenticate. Poi si vede che ti sei informata e hai ricercato quest'argomento, e questo è sempre bene (:
Complimenti, quindi, bel racconto!
 
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justadream12
view post Posted on 25/4/2015, 19:58




Grazie the March, è un onore avere questo commento da te!

Grazie anche a te FrancescaV.

Ora stiamo a vedere che succede!
 
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view post Posted on 18/5/2015, 15:33
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Fabrizia

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https://abaluth.forumfree.it/?t=70796519

1330 a.c. Villaggio di Prisgiona - Arzachena

Sono già seduto sul mio trono di sassi. Accanto a me, uno a destra e uno a sinistra, i miei Ministri.
Mi chiamo Norax e sono un Capo-Re.
La mia gente sa usare la ruota e fondere i metalli con il fuoco. È sempre in guerra con qualcuno, un fatto estenuante, distruttivo. Ma anche importante per la nostra comunità, fatta di religione e guerra. So che il villaggio mi porta rispetto e mi ascolta. Ho raccolto l’eredità di mio padre, eroe e fondatore della nostra umile società. I segni del mio comando sono un bastone borchiato e un mantello: ben poca cosa, in fondo! Non sono ricco né vanitoso. La mia gente è semplice, ignorante: pastori, artigiani, minatori. Ma qui, attorno a questo fuoco scoppiettante ci siamo solo io, i Ministri, i guerrieri e la sacerdotessa Iolaos.
I miei guerrieri fidati tirano con l’arco, usano la spada e i pugni. I loro armamenti sono esigui: coltelli, scudi, parastinchi uncinati e guantoni metallici. Per uccidere, difendere e sfondare la testa del nemico.
Iolaos cura il fuoco sacro, simbolo della vita e dell’ardore. Lei vive attorno a questo fuoco, il suo compito è non farlo spegnere mai. Io e i miei due Ministri, invece, parliamo della guerra contro chiunque. È sera, il buio ci circonda. Quando cala il sole noi soltanto conosciamo il nostro villaggio, i suoi cunicoli e gli antri per nasconderci. Ma il fuoco arde giorno e notte perché le ore di luce sono poche e durissime. All’imbrunire si possono sempre presentare dei pericoli per noi e per le nostre famiglie.
Come quella volta che per far fronte a un piccolo esercito di nemici ci nascondemmo nel torrione, solo noi guerrieri, lasciando i nostri figli e le nostre donne fuori, alla mercé della ferocia altrui. Allora io capii che non era giusto, non potevamo rischiare di perdere i nostri affetti per difendere il territorio.

Questo dobbiamo discutere oggi nella nostra Assemblea. Sardus – il mio primo consigliere – dice che dobbiamo prima combattere i nemici, corpo a corpo, ucciderne il più possibile, poi rifugiarci nel torrione e resistere. Aristeus dice che i nemici potrebbero accerchiarci e chiudere la porta d’entrata con massi e sassi e soffocarci come topi. Inoltre, il fuoco acceso nell’antro del torrione potrebbe attirare l’attenzione, essendo sotto il cielo aperto.
Adesso io devo decidere cosa ordinare al mio esercito. Sono il loro pastore, il loro Re. Attorno a me ci sono le persone più importanti del villaggio, i vecchi saggi, ma solo io ho la testa rasata. Solo io sono il figlio del vecchio e saggio Re. Solo io sono quello che prende le decisioni. Ora devo parlare alla mia Assemblea fatta di teste con le trecce, quattro per ogni testa per l’esattezza.

Il nostro Clan è uno dei più importanti della zona, sono rinomato per la mia intelligenza militare in mezzo a questo branco di “eroi senza volto”. Loro fanno solo quello che io dico. Lavorano per mangiare e per dare nutrimento ai figli, ma quando li chiamo a me non gliene importa nulla di loro. Li lasciano indifesi e corrono al raduno attorno al pozzo sacro dell’acqua. Credono che io sia un Dio, che saranno dannati se non faranno quello che comando loro. Molti pensano che siamo solo un branco di pazzi incapaci che non si sanno governare ma non è così. Siamo solo diversi da tutti gli altri, fieri della nostra diversità. Siamo Sardi.

Quindi parlo, anzi tuono: «Da oggi i guerrieri dovranno passare la notte, a turno, nelle garitte lungo i cunicoli. E stare all’erta perché quando i nemici vi si avventurano dovranno sorprenderli a uno a uno e dare loro un colpo sulla nuca con il guantone di ferro. Ogni notte saranno disposti dei turni da rispettare e ognuno potrà riposarsi tra una guardia e l’altra.» Tra me e me penso sia una buona idea.
La sacerdotessa porta una brocca d’acqua e con un lungo cucchiaio bagna la testa dei componenti dell’Assemblea, come per benedirli, un rito che si perpetua. Cammina maestosa, snocciolando a memoria le preghiere per ingraziarsi il fato, con il suo copricapo a forma di disco solare. Mi fermo per farla passare e terminare il rito.
Poi riprendo: «Dobbiamo organizzare dei giochi sportivi, incontri di lotta, di pugilato, per stringere alleanza con le famiglie vicine: questo ci renderà più forti. Alleanze che saranno utili per difenderci e per imparare nuove strategie. Potremo scambiare animali e prodotti. Le nostre terre sono vaste e non c’è bisogno di fare battaglia per averne altre.»

I Ministri mi guardano, sono fieri di me e della mia intelligenza. Gli altri saggi si consultano e si scambiano sottovoce dei pareri. Ma io ho già deciso: fino a oggi abbiamo seguito delle strade sbagliate, inimicandoci tutto il vicinato e facendo errori di strategia. Ma adesso sono arrivato io, sono più giovane, più moderno. Ho osservato quello che abbiamo fatto nel passato, quando stavo seduto vicino al mio Padre-Re. E l’esperienza insegna. Guardo il fuoco che arde, rinfocolato continuamente da Iolaos, e vedo in mezzo alle fiammelle vivaci rispecchiarsi il mio animo che brucia, il mio coraggio e i miei ideali.
L’Assemblea fa cenni di assenso, mi sembra soddisfatta della mia decisione. Perciò non c’è molto altro da dire. Si fa come dico io.
 
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justadream12
view post Posted on 18/5/2015, 17:25




Grazie Stray,
avevo già rivisto refusi e correzioni. Ho riletto ma non ho altro da modificare.
Approvo così. Ciao :wub:
 
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view post Posted on 18/5/2015, 20:19
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Fabrizia

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:) :wub:
 
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23 replies since 19/3/2015, 15:31   236 views
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