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La macumba

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view post Posted on 19/5/2015, 19:15
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Fabrizia

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Avevo passeggiato a lungo sul lungomare senza meta. Cominciavo a sentire la stanchezza ma non avevo nessuna voglia di tornare a casa. Passeggiare da sola in un posto così bello e così distante mi aveva inevitabilmente fatto riflettere sulla mia vita, sulle incomprensioni che l’avevano condizionata e su quello che avrei desiderato ma che non avevo avuto. Con questi pensieri e questa intensa malinconia non avevo voglia di affrontare il caos del mio alloggio e l’allegria che lo pervadeva senza coinvolgermi.
La spiaggia cominciava a svuotarsi e il sole si avviava a tramontare. Mi tolsi le scarpe e mi diressi verso il mare. Mentre passeggiavo e mi lasciavo avvolgere dalla luce rossa del tramonto, assaporando il piacere dell’acqua che accarezzava le mie caviglie stanche bagnandomi i lembi del vestito, la mia attenzione fu catturata da un suono di tamburi e un canto popolare. Guardai nella direzione da cui provenivano i suoni e notai qualcosa di insolito.
Un gruppo di donne vestite di bianco danzava intorno a un fuoco. Mi avvicinai incuriosita. Avevano scavato un fossa nella quale avevano disposto una serie di oggetti, erbe, figure sacre, candele, fiori. Erano tutte vestite di bianco con abiti pomposi e turbanti sulla testa. Cantavano e ballavano in modo trascinante al suono dei tamburi di alcuni uomini abbigliati con gli stessi colori mentre io non riuscivo a staccare gli occhi da loro. Erano i Candomblé, esponenti di un’antica religione africana tuttora praticata in Brasile. Avrei voluto filmarli ma temevo di offenderli e di disturbare il loro momento di preghiera. Rimasi quindi incantata a guardarli senza fiatare.
Nel frattempo il cielo imbruniva e l’immagine del fuoco diventava via via più suggestiva. Dopo un po’ mi feci da parte e restai seduta in un punto della spiaggia dal quale potevo osservare i loro riti e guardare contemporaneamente il mare e gli ultimi riflessi di quel sole infuocato che ci stava pian piano abbandonando.
Quando la musica terminò la spiaggia mi sembrò inanimata, quasi deserta. La mia malinconia sembrava rimbombare nel silenzio. Una delle donne, la più anziana, mi venne vicino. La osservai sorpresa. Aveva un sorriso aperto che mi ispirava fiducia. Mi parlò in portoghese e mi chiese se c’era qualcosa che mi affliggeva e se volevo che lei facesse qualcosa per me. Non le risposi ma la guardai sorridendole con fiducia.
Quasi mi avesse letto nel pensiero stese un panno di pizzo bianco sulla sabbia accanto a me e accese una candela. Appoggiò sul panno un piatto di cuoio intorno al quale dispose delle collane. Poi prese un grosso setaccio e ci versò dentro sedici conchiglie. Agitò a lungo il setaccio producendo un suono di chincaglieria e versò le conchiglie sul piatto. A quel punto cominciò a parlare di me indovinando alcuni dettagli della mia personalità davvero particolari.
Disse che avrei realizzato ogni mio desiderio ma che avrei dovuto sconfiggere una persona che mi ostacolava. Aggiunse che lei avrebbe potuto neutralizzarla con una macumba. Proseguì con la descrizione, sorprendentemente fedele, della persona che mi intralciava.
La osservavo incredula. In realtà non avevo bisogno di macumbe ma solo di contatti umani. Per non restare sola di nuovo decisi quindi di lasciarla fare. La mia curiosità e la mia sete di compagnia mi condussero così a sperimentare questo antico rito.
Disse qualcosa alle altre donne che nel frattempo l’avevano raggiunta. Accesero una serie di grosse candele che disposero intorno a me e iniziarono la loro danza.
La brace che avevano acceso nel loro rito precedente si stava spegnendo, la spiaggia era illuminata solo dal fuoco delle nuove candele e io ero al centro del cerchio circondata dal calore delle fiamme, da quello della musica e della loro danza. Stavo vivendo qualcosa di spettacolare, ne ero consapevole. Nessun tour operator avrebbe potuto mai offrirmi qualcosa del genere.
Al termine del rito le donne mi lanciarono addosso dei fiori bianchi. La più anziana raccolse tutte le sue cose e mi salutò. Le chiesi se potevo lasciarle un’offerta. Mi disse di no. Mi invitò però a lasciare che le fiamme si spegnessero da sole e a lanciare in mare i fiori che mi avevano donato.
Mi avviai verso il mare con i miei fiori tra le mani. Solo allora mi resi conto che anch’io avevo un vestito lungo e bianco, l’avevo comprato a Positano ma appariva quanto mai adatto all’occasione.
Lanciai lentamente in mare i miei fiori. Quando mi voltai ero sola e le fiamme si stavano spegnendo.
Tornai a passo lento verso casa invasa da una nuova serenità e fiduciosa nel mio futuro.
 
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Lavella
view post Posted on 20/5/2015, 05:47




Benissimo

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view post Posted on 20/5/2015, 09:04
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Fabrizia

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:)
 
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