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Bolle di sapone- Liliana Tuozzo

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Esterella
view post Posted on 2/12/2014, 11:08




Bolle di sapone

La panchina del parco era la sua casa, da quando aveva perso il lavoro.
Si era trascinato giorno dopo giorno rispondendo a tutti gli annunci, ma non era riuscito a trovare un impiego. Così dopo un poco aveva dovuto lasciare la casa dove abitava. Di notte dormiva nelle sale di attesa della stazione e di giorno viveva al parco, contando sul buon cuore di qualcuno.
Mentre attraversava il viale del parco, a passi lenti, un bambino si avvicinò a lui e gli chiese: «Come ti chiami?»
«Nu!» disse l’uomo a denti stretti.
«Vuoi giocare a palla con me?»
Nu si guardò intorno incredulo, quel bambino stava parlando proprio con lui.
Gli lanciò la palla e giocarono insieme, da quel giorno divennero amici.
Nu cercava di curare un po’ di più la sua persona lavandosi come poteva nei bagni della stazione e aspettava con ansia che arrivasse il bambino col pallone per giocare con lui.
Lo vedeva spuntare da lontano con le ciocche di capelli castani che gli arrivavano sugli occhi, sempre sorridente e con qualcosa da mangiare per lui.
“Strano, non so nemmeno come si chiama” pensava Nu. Ogni volta che glielo chiedeva il bambino trovava il modo di scantonare e andava via.
Un giorno il piccolo porse a Nu una strana bottiglietta.
«È un regalo per te!» disse.
E sorridendo osservò l’uomo che rigirava la bottiglia tra le mani, poi estrasse un bastoncino che terminava con un cerchietto.
«Devi soffiare lì dentro!» disse il piccolo.
E Nu soffiò e soffiò fino a che nell’aria si sparsero tante bolle di sapone colorate.
I bambini che si trovavano nel parco cominciarono ad avvicinarsi e incantati guardavano quelle misteriose bolle diventare sempre più grandi. Il piccolo che aveva fatto il regalo a Nu fece allora una cosa strana: entrò in una bolla e tutti lo videro roteare nel parco.
«Anch’io, anch’io…» fecero gli altri bambini e svelti entrarono pure loro nelle bolle di sapone e cominciarono a rotolare. “Che bel gioco hanno inventato…”.
Nu cominciò a preoccuparsi, si chiedeva come avrebbe fatto a fermarli, quando quasi meccanicamente schioccò le dita e le bolle di ruppero.
Un plof dopo l’atro e tutti i bambini furono liberi.
Ogni giorno succedeva la stessa cosa, ma non a tutti piaceva lo spettacolo che Nu allestiva ricevendo in cambio pochi spiccioli e qualcosa da mangiare.
Avvertiti da qualcuno vennero i poliziotti. Nu venne accusato di inquinamento ambientale, abuso di suolo pubblico e circonvenzione di minori.
Venne portato in prigione. Non si trovava neanche tanto male in verità, aveva un letto, gli davano da mangiare, solo che gli mancavano terribilmente i bambini e il gioco delle bolle di sapone.

Venne il giorno del processo…
Nu si guardava intorno spaurito, non era riuscito a capire bene di cosa fosse accusato, aveva nella testa solo un grosso punto interrogativo.
Gli fecero giurare di dire la verità, poi cominciò il processo.
L’avvocato dell’accusa era un omino insignificante e guardava in cagnesco l’imputato che era invece alto circa due metri.
«Qual è il suo nome?»
«Nullius Nullii»
«E che lavoro fa?»
«Cerco una sistemazione».
«Dove abita?»
«Nel parco»
«E come fa a sopravvivere?»
«Grazie alla gente.»
«È vero che lei fa delle enormi bolle di sapone e i bambini vi entrano dentro, mettendo così a repentaglio la loro incolumità?»
«Noi… giochiamo».
L’avvocato cominciò a camminare avanti e indietro, declamando a voce alta e con fare cerimonioso.
«Signori della corte! L’accusa rivolta all’imputato appare ovvio essere fondata su elementi inconfutabili. Egli è colpevole verso la società, il mondo che lo ospita. È un nullafacente che passa il suo tempo a fare bolle di sapone, che attira i bambini con le sue folli rappresentazioni, turbandone l’equilibro psico-fisico. Per cui ritengo cosa giusta che costui venga allontanato e rinchiuso in una località sperduta per almeno cinque anni.»
Il difensore, nominato d’ufficio, attendeva che gli fosse data la parola e rigirava i pollici per la noia.
Quando venne il suo turno si alzò e si rivolse al giudice.
«Signor giudice, onorevoli colleghi, l’imputato non è del tutto colpevole. Ha forse negato di cercare un’occupazione? No! Egli è vittima della società e di se stesso. Però rinchiudendolo non ruberebbe forse il posto a un delinquente o assassino che ben più di lui merita quel posto. Sì, ha giocato con le bolle di sapone, ma cosa ci può essere di tanto pericoloso in una bolla di sapone? Imputato ci potrebbe mostrare cosa faceva al parco?»
Il giudice si aggiustò gli occhialetti sul naso e guardò l’imputato che appariva stranito e confuso.
Nel silenzio di tomba che si era creato tutti fissarono Nu che tirò fuori dalla tasca la bottiglietta. E soffiò e soffiò fino a che la bolla di sapone divenne enorme, poi ci entrò dentro. Tutti a bocca aperta videro la bolla tutta colorata che roteava su se stessa con l’uomo dentro. A un certo punto si sentì uno schiocco di dita. La bolla scomparve e con essa anche Nu.
 
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The Royal
view post Posted on 3/12/2014, 22:14




Quanta umanità in questo tuo racconto: hai fatto emergere un classico tema che è frequente nel mondo della critica letteraria, ovvero il tema del mondo cattivo che non è in grado di comprendere l'amore, la magia e lo stupore. Anche questo brano è una dolce favola così lineare e candida che sembra scritta da qualcuno che indirettamente voglia dirci che la vita non sia tale senza lo stupore. Il tuo brano è intriso di un magico vitalismo narrativo che porta la tua favola ad essere una coraggiosa metafora contro i falsi schemi e le false culture. L'unica vera cultura, nella vita, è vedere tutto con gli occhi di un bambino e l'esperienza dell'essere umano maturo ed appunto "umanamente colto". Per me un pezzo da approvare in pieno. Ciao e beneincontrati. :)
 
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gioberta
view post Posted on 5/12/2014, 06:25




Concordo con Royal circa la dolcezza del racconto e l'atmosfera magica che hai creato. Tuttavia credo che manchi quella tensione narrativa, propria di un racconto sul Mistero, che spinge il lettore a continuare leggere per vedere come va a finire. La soluzione che hai proposto alla fine è bella ma, almeno per me, prevedibile. axesmiley
 
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view post Posted on 9/12/2014, 11:56
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Vi è mai capitato di andare a vedere un film Pixar al cinema e di trovarvi con un "corto pixar" proprio prima che la proiezione del film cominciasse? Beh , leggendo questo racconto ho avuto proprio l'impressione d essere stata messa davanti ad un corto pixar. Il bello di un corto, o un racconto breve, è che deve avere un’idea alla base e sviluppare solo quella.
Non è come un film, o un libro, che può essere costruito ed espanso. Un corto ha l’unico obiettivo di parlare di quell’idea e usare un linguaggio adatto a illustrarla. Non è necessario che ci siano dialoghi, mille personaggi, intrecci, trama o chissà cosa. Quello che conta è l’idea e come viene raccontata. I corti sono universali, arrivano a chiunque a qualunque latitudine senza troppi adattamenti né fronzoli e spiegazioni.
 
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view post Posted on 12/12/2014, 17:36
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Una favola moderna in cui l'atmosfera magica rende meno deprimente un problema sempre più diffuso nella nostra società (devo stare attento a non svelare troppo sennò mi becco un'altra borsettata :) ). Dolcezza e incanto le parole chiave che userei per descriverla.
Personalmente trovo che la linearità della narrazione conferisca molto fluidità alla storia a scapito di un coinvolgimento emotivo più profondo. Avrei preferito qualche cambio di ritmo prima di giungere al finale, ma è una questione di gusto personale.
Il tema è sicuramente centrato col mistero che rimane anche dopo la fine.
Complimenti e in bocca al lupo.
 
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alphaorg
view post Posted on 28/12/2014, 14:40




Ciao Esterella, credo che questo sia il tuo primo racconto che leggo. Hai scelto di affrontare il tema con una favola moderna. Fino all'arresto del protagonista il racconto è perfetto ed è quello che mi aspetterei di leggere se entrassi in libreria e chiedessi un'antologia di favole. La parte successiva mi ha convinto un po' meno. Anzi, è proprio l'arresto che mi sembra eccessivo, di solito gli ambulanti/zingari se non sono clandestini vengono mandti a casa con una sanzione amministrativa. D'altrocanto si tratta di un senzatetto per cui forse la polizia è stata mossa dal senso del dovere civico. Ciò nonostante, non credo che si arriverebbe a un processo; soprattutto quel genere di processo non esiste nella realtà, a parte casi come Schettino o altre Superstar della cronaca nera.
E' anche vero che si tratta di una favola, e quindi non deve essere aderente alla realtà "reale", ma anzi usufruisce di una sorta di licenza letteraria e come tale l'apprezzo.
Fossi io il giudice ti assolverei con formula piena; fossi invece un professore ti promuoverei a pieni voti, invece son nessuno ma posso dire con relativa certezza che Gioberta ha una valida pretendente al titolo di regina delle favole. clapping
 
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Xadhoom86
view post Posted on 6/1/2015, 23:31




Allora la storia mi è piaciuta, amo questo genere favolistico in cui rimane tutto un po' sospeso, mi è piaciuta anche la critica alla società che credo sia proprio la nostra! Qua non c'è lavoro e mi sa che a breve faremo tutti la fine di Nu :rolleyes: :D :D :D :D :D
 
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Lupoalfa
view post Posted on 9/1/2015, 11:53




L'ho trovato bello, Esterella, questo tuo racconto. Fresco, all'apparenza una favola, ma se lo gratti per vedere quello che c'è sotto, ti accorgi che contiene mssaggi drammatici: la perdita del lavoro, la grettezza della società cosiddetta civile.
Mi è piaciuto.
 
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LorLuc
view post Posted on 19/1/2015, 00:40




Bello.
Attuale, con il tema della crisi economica, descrivi bene la vita di nu e il processo, in uno spazio piuttosto breve.
Complimenti. C'è quel tocco di magia che rende la storia quasi una favola.
L'incontro tra Nu e il bambino mi ha ricordato un pò quello tra la volpe parlante e il Piccolo Principe...
 
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Esterella
view post Posted on 19/1/2015, 09:19




grazie a tutti per i commenti. Confesso che ho cominciato a scrivere questo racconto anni fa e voleva esprimere soprattutto un senso di inadeguatezza a cui si sono aggiunti altri aspetti strada facendo. Il suo limite è la brevità, ma chi scrive sa che spesso non è l'autore a gestire il raccontoma avviene il contrario e questo sì che è un mistero. :woot: :wub:
 
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caterina.russo
view post Posted on 23/1/2015, 22:40




Secondo racconto che leggo, seconda favola!
Questo concorso è una vera sorpresa!
Torniamo a noi. Ho trovato la tua storia molto tenera e magica. Purtroppo il tema dei senzatetto è piuttosto sfruttato in questo periodo di "crisi" quindi penso non sia stato facile per te essere originale. Ci sei riuscita nello scegliere il nome del protagonista che trovo geniale!

L'unico appunto riguarda il bambino. Vorrei tanto sapere perché preferisce giocare con Nu anziché con gli amichetti...

Complimenti e in bocca al lupo!
 
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Esterella
view post Posted on 25/1/2015, 17:31




Grazie Caterina per il tuo commento.
Riguardo al bambino volevo dire che in effetti è un personaggio misterioso:mago, angelo, chissà.
Basterebbe leggere il racconto non come favola, ma racconto surreale dove ci sono dei simbolismi ben precisi rappresentati dal bambino, dalle bolle, dal processo stesso e dal finale. Perdonatemi per l'ingarbugliamento, naturalmente ognuno può interpretarlo a modo suo. :wub: :wub: :wub:
 
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Fra :)
view post Posted on 30/1/2015, 11:17




Buongiorno Esterella,
trovo molto interessante e curioso il tema da te scelto e l'originalità dello stesso. Manca però secondo me una caratterizzazione maggiore dei personaggi e delle scene, quello che io ho sentito è proprio che il testo scivola via senza che ci si possa affezionare e si possa avere il tempo per capire cosa sta succedendo. Ma magari è fatto apposta, non so!
In ogni caso, buona l'idea e in bocca al lupo per il concorso! :)
 
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view post Posted on 3/2/2015, 11:29
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CITAZIONE (Esterella @ 19/1/2015, 09:19) 
grazie a tutti per i commenti. Confesso che ho cominciato a scrivere questo racconto anni fa e voleva esprimere soprattutto un senso di inadeguatezza a cui si sono aggiunti altri aspetti strada facendo. Il suo limite è la brevità, ma chi scrive sa che spesso non è l'autore a gestire il raccontoma avviene il contrario e questo sì che è un mistero. :woot: :wub:

Contesto violentemente che la brevità sia un limite!... Per me, autore soprattutto di brevi, è invece un grande valore.
Ed un pregio dello scrittore.

Se per raccontare il tuo pensiero servono cento parole, perché diluirlo in mille?... solo per abusare della pazienza dei tuoi lettori?
o per svilirne l'immaginazione?... con i semi giusti, il fatto lo assimileranno tutto intero... e sarà un poco anche loro!

Il mio personale applauso al tuo lavoro!

Ricordi Quasimodo?... "E fu subito sera"
 
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francesca vernazza
view post Posted on 4/2/2015, 00:55




Ciao il tuo racconto mi è molto piaciuto. :D
La storia l'ho apprezzata molto soprattutto il fatto che il racconto nasconde dei temi e delle situazioni che sono all'ordine del giorno in questa società, tra cui la perdita del lavoro.
Mi piace come hai sviluppato la storia che sembra una favola.
Complimenti!!!!! :) in bocca al lupo!!!
 
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