Abaluth - Scrivere, leggere, arte e cultura

il cappotto rosso

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Xadhoom86
view post Posted on 17/2/2014, 17:24




Quel pomeriggio mi stavo particolarmente annoiando, nemmeno sfogliare su Facebook il servizio fotografico pseudo sexy della mia compagna di università paesana, riusciva a farmi divertire; e credetemi c'era da sbellicarsi dalle risate.
La Zoticona, infatti, sfoggiava orgogliosamente e ''sensualmente'' un terribile vestito bianco a fiori che sembrava un copri divano, delle calze 250.000 den anche esse lattee e degli stivali rossi di un tessuto che poteva essere solo ecoplastica.
Ormai totalmente disgustata da tale visione, voltai il mio sguardo in direzione della finestra sbuffando; era una giornata pessima: uggiosa, fredda, triste e dei nuvoloni neri coprivano tutto il cielo, così da renderlo ancora più cupo e opprimente.
Io, però, avevo voglia di uscire, prendere una boccata d'aria, magari comprarmi quella bella borsa Moschino a quadri vista in piazza, ma non sapevo se era il caso di andare in giro per le strade; ma non era tanto la previsione della pioggia a mettermi in allarme, quanto la spiacevole situazione in cui si era trovata mia madre quella mattina per colpa di quelli.
Mamma, mi aveva raccontato che in mattinata, mentre era sul pullman , quelli si erano spinti ad attaccare il mezzo pubblico con le loro terribili armi; fortunatamente le finestre erano chiuse, lei era tornata a casa indenne e nemmeno troppo spaventata. (Ma lei è una donna coraggiosa e ancora adesso sottovaluta il pericoloso che ha corso)
E' vero, ormai le aggressioni si stavano facendo sempre più serrate, ma non mi sa mi sarei mai aspettata che sarebbero arrivati a tanto!
Fu Marco alla fine a convincermi; mi contattò su Facebook chiedendomi di fare una passeggiata; dichiarò che era da stupidi rimanere a casa solo per qualche singolo attacco casuale, gli diedi pienamente ragione (mentre in realtà tremavo di paura) e accettai il suo invito.
Mi allontanai dal computer e iniziai ad arricciarmi le extension platinate una per una.
-Perchè ti arricci i capelli?
Chiese mia sorella, svegliandosi dal suo torpore. Fino ad allora sembrava in stato catatonico, completamente ipnotizzata dal servizio pubblicato su Vogue dedicato alla nuova collezione primavera/estate degli stilisti Caio Sempronosio e Tizio dei Tali.
-Beh, perchè sto per uscire e tu lo sai che detesto andare in giro con i capelli trascurati!
-Tu sei pazza! Uscire in questo periodo? Almeno se lo devi fare, mettiti un cappuccio in testa per passare inosservata!
Non feci caso alle sue parole, ma al contrario indossai uno sgargiante cappottino rosso che si sarebbe potuto notare fino in Papuasia.
Ero una vera strafiga.
-Ma ti sei bevuta il cervello????- urlò mia sorella -il cappotto rosso è una specie di fanale per quelli, ti noteranno subito, ti aggrediranno! Levatelo immediatamente!
Io non l'ascoltai, volevo mostrare a tutti di non avere paura, che ero più forte, che non mi sarei sottomessa alle regole di quelli.
Uscii dalla porta sentendo ancora gli improperi provenienti da dentro la casa.
Marco mi aspettava dietro l'angolo del palazzo ed era quasi irriconoscibile.
Lui che era sempre stato lo stereotipo del ragazzo gay vestito eccentrico e firmato, stranamente indossava un orrido cappotto nero lungo sotto il ginocchio (probabilmente, quasi mi vergogno a pensarlo, Zara) e delle Adidas false con cinque strisce.
-Mi ha contattato tua sorella su whatsapp- disse -ha immaginato che uscissimo insieme. Mi ha detto di riferirti che sei un'emerita cretina ad aver indossato quel cappotto e ne pagherai le conseguenze-
Oltre a essere vestito in modo improbabile, notai che il mio caro amico cercava di fare di tutto per passare inosservato: parlava sotto voce, così da evitare di far notare il suo tono stridulo e femmineo, e limitava le movenze; io invece ero più appariscente del solito.
-La solita codarda- risposi ridendo, ma la mia era una risata falsa, quasi mi moriva in gola.
Ci incamminammo verso il negozio lentamente, osservando tutti con circospezione, fortunatamente non c'era nemmeno l'ombra di quelli; ma notai che per la strada le persone erano intimorite e mal vestiti, con abiti scuri, così da passare totalmente inosservati.
Mi sembrava quasi di essere uno dei personaggi protagonisti del pallosissimo film Schindler's list: la bambina col cappotto rosso.
Non so se la ricordate quella ragazzina, aveva un acceso cappotto vermiglio, l'unica nota di colore in un film in bianco e nero (ancora non mi è chiaro perchè!). Se non la ricordate fa lo stesso, tanto era un personaggio totalmente inutile, non faceva praticamente niente in tutta la storia, se non crepare e far venire le paturnie al protagonista.
Arrivati nel negozio rividi la borsetta, era ancora più bella di quanto ricordassi, con quel suo piccolo delizioso particolare: una rush bianca intorno alla cerniera; avrei voluto portarla subito a casa, ma Marco mi costrinse a lasciarla lì con un acconto.
-Già abbiamo fatto una follia a uscire, sei fin troppo vistosa, ti manca solo il cartellone dietro la schiena con sopra scritto: COLPITEMI; andare in giro con una busta di un negozio costoso sarebbe veramente sfidare quelli!
La commessa del negozio gli diede pienamente ragione.
Li ascoltai e uscimmo dal negozio riaffrontando la sorte; percorsa metà strada di quelli non c'era nemmeno l'ombra, tirai un sospiro di sollievo. Ero, ormai, fermamente convinta che sarei tornata a casa indenne, di essere una specie di eroina, di aver vinto la battaglia.
Invece questa era appena cominciata.
Quelli comparvero davanti a noi, su un tratto di strada privo di negozi (fottuti bastardi, sapevano che così non avremmo trovato riparo) indossando delle maschere di Pikachu per non farsi riconoscere (ma questi Pokemon non passano mai di moda? Le guerriere Sailor ai miei tempi durarono un sei, sette anni, loro invece sono sempre eterni!) e avevano in mano le loro terribili armi.
-Guarda la pomodorina come se la tira! Vedrai dopo che l'avremo colpita come cambierà atteggiamento!
Era ovvio che puntassero me, li avevo sfidati, io così fashionosa, stilosa, trendy, figa e... rossa come un semaforo.
Ormai era giunta la fine. Chiusi gli occhi, per non vedere l'inevitabile.
Fu Marco a salvarmi; con una voce così femminile da urtare perfino un transessuale disse:
-Oh! Come siete adorabili con queste maschere da topini!
I ragazzi feriti nell'orgoglio, a quell'orribile offesa recata alla loro amata mascotte (paragonata a una lurida pantegana) si dimenticarono di me e scagliarono le loro armi sul mio compagno.
-Scappa!- urlò Marco mentre veniva colpito -Salvalo!
Iniziai a correre e perdifiato, finché non entrai in un pullman diretto proprio verso casa.
Da lì dentro riuscii a scorgere Marco abbandonato a se stesso; quelli erano già fuggiti a cercare nuove vittime, lasciando il mio salvatore ricoperto di: farina, schiuma indelebile, e puzzolenti uova marce.
A vedere quella scena mi commossi, avrei pianto se il mio mascara Dior non avesse sbavato. Marco era stato un eroe, si era sacrificato per una giusta causa: salvare il mio cappotto da 1000 euro della Blue Marine.
Il suo sacrificio, però, non era stavo vano; avevo imparato la lezione. Il prossimo Carnevale non sarei uscita con gli abiti firmati, ma con dei terribili straccetti di H&M, o peggio dei cinesi.
Quelli avevano vinto la guerra.

Edited by Xadhoom86 - 17/3/2014, 23:48
 
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LorLuc
view post Posted on 17/2/2014, 19:18




Uao!
Sei stata fulminea! :woot:

Il tuo racconto è appassionante, mi ha lasciato col fiato sospeso.
Sei riuscita a creare un ottimo senso di inquietudine e di curiosità. Non vedevo l'ora di scoprire chi fossero "quelli". (anche se, a dire la verità, verso l'ultimo si comincia a intuire...).

Forse dovresti riaggiustare qualche frase e fare un pò di editing, ma nel complesso è buono, anzi ottimo. E divertentissimo.
 
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Lavella
view post Posted on 18/2/2014, 00:53




Aveva preso il pullman e quelli AVEVANO iniziato ad attaccare il mezzo pubblico. Ti segnalo questo errore anche se in generale rivredrei molte espressioni ma solo per gusto non per la presenza di errori. Il racconto nel complesso è carino e le maschere abbondano!
 
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gioberta
view post Posted on 18/2/2014, 07:18




Racconto carino che ti fa pensare ad un futuro buio e inquietante, dove il cittadino è privato di qualsiasi diritto, e invece, no. Mi ricorda Pisa durante il carnevale, dove le strade si riempivano di uova e farina, ma la gente usciva comunque, nonostante "quelli". La paura nel racconto mi sembra un po' eccessiva, anche se ha la funzione di depistare il lettore. Brava comunque per la velocità dell'esecuzione.
 
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alphaorg
view post Posted on 18/2/2014, 23:19




Ho apprezzato lo stile casual usato per raccontare le disavventure di due ragazzi durante il pomeriggio di carnevale. Per adesso è il mio preferito, anche perchè l'altro racconto è il mio...
Scherzi a parte, d'altronde è carnevale, ti segnalo soltanto due imprecisioni:

“ma notai che per la strada le persone erano intimorite e mal vestiti, con abiti scuri, così da passare totalmente inosservati.”

il prdedicato multiplo deve essere coordinato con il genere del soggetto (quindi "mal vestite"), così come “inosservati”(e).

Aspetto il tuo commento al mio :)
 
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Xadhoom86
view post Posted on 19/2/2014, 17:08




Grazie per i commenti! ^_^ ^_^ Se mi aiutate a fare un po' di editing o a segnalarmi gli errori mi fate un immenso piacere! Dato che uno dei motivi per cui scrivo è cercare di migliorare il mio pessimo italiano!
 
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francesca vernazza
view post Posted on 20/2/2014, 00:33




Ciao nel tuo racconto ho notato alcuni imprecisioni nella frase "ORMAI LE AGGRESSIONI DA parte di loro" toglierei di. In quella "ma non mi sa mi sarei mai aspettata" toglierei "mi sa" e in quella " Quelli comparvero davanti a noi s un tratto" ma una u "su" in quella "non stavo vano" cè una distrazione "stato".
La storia in sé è carina e l'ho letta tt d'un fiato. :D
Complimenti e in bocca al lupo!!!!! :)
 
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Erika Zanotti
view post Posted on 20/2/2014, 01:04




Ma noooo!! Ormai nel leggerti mi aspetto alieni e cose strane, per cui a un certo punto credevo che i cartoni animati fossero diventati realtà e signori delle strade! :D
Comunque W Sailor Moon: io ero Sailor Mercury da piccola ahah

Ho notato delle cosucce qua e là, al di là delle sviste segnalate: se vuoi domani te le commento passo a passo, stasera è un po' tardi ;)

Su due piedi ho pensato:
1) una così fashion deve avere un mascara waterproof (al massimo l'ha finito)! :D
2) la protagonista dice di aver paura, ma di voler essere più forte; con questa frase invece "Io non l'ascoltai, volevo mostrare a tutti di non avere paura, che ero più forte, che non mi sarei sottomessa alle regole di ''quelli''." si perde un po'.. inserirei un qualcosa tipo: "Io non l'ascoltai, volevo soffocare le mie paure e mostrare a tutti di essere più forte". E' bello tener vivo il contrasto interno, come fai dopo con la risata che le muore in gola.
3) non è un po' troppo esagerata la paura rappresentata nei confronti dei ragazzini mascherati? Stiamo parlando di un carnevale normale in un mondo normale o ti immaginavi qualcosa di diverso? Non so tipo, un mondo dove la norma è Carnevale e un giorno all'anno ci si veste sena paura di essere colpiti?

Comunque sia, l'idea mi è piaciuta ed è vero che scorre velocemente, è una caratteristica del tuo stile!
 
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Xadhoom86
view post Posted on 20/2/2014, 13:09




La paura è così rappresentata perché il racconto è visto sotto l'ottica distorta della protagonista, una ragazza modaiola fino all'estremo :P; lei vede come nemici tutti quelli che possono danneggiare il suo aspetto esteriore, ritiene inoltre che tutte le persone hanno il suo stesso timore!Inoltre la paura serve ovviamente per depistare il lettore...far credere chissà quali terribili nemici siano in agguato.
Comunque grazie per i commenti:). Cara Erika se hai qualche segnalazione da farmi sono ben contenta :):)
 
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Erika Zanotti
view post Posted on 20/2/2014, 17:19




CITAZIONE (Xadhoom86 @ 17/2/2014, 17:24) 
Quel pomeriggio mi stavo particolarmente annoiando, nemmeno sfogliare su Facebook il servizio fotografico pseudo sexy della mia compagna di università paesana [snellirei: troppe parole], riusciva a farmi divertire; e credetemi c'era da sbellicarsi dalle risate.
La Zoticona, infatti, sfoggiava orgogliosamente e ''sensualmente'': [anche se è un elenco, toglierei il due punti per non separare il verbo dall'oggetto] un terribile vestito bianco a fiori che sembrava un copri divano, delle calze 250.000 den, anche esse lattee, e degli stivali rossi di un tessuto che poteva essere solo ecoplastica.
Ormai totalmente disgustata da tale visione, voltai il mio sguardo in direzione della finestra sbuffando; era una giornata pessima: uggiosa, fredda, triste e dei nuvoloni neri coprivano tutto il cielo, così da renderlo ancora più cupo e opprimente.
[Visto che ci sono un però, due ma e un bensì, cambierei parole] Io, però, avevo Nonostante tutto, continuavo ad aver voglia di uscire, prendere una boccata d'aria, magari comprarmi quella bella borsa Moschino a quadri vista [che avevo adocchiato] in piazza, ma non sapevo se anche se probabilmente non era il caso di andare in giro per le strade; ma : non era tanto la previsione della pioggia a spaventarmi mettermi in allarme, bensì quanto la spiacevole situazione in cui si era trovata mia madre quella mattina per colpa di ''quelli''. [gusto personale, ma io quelli lo metterei in corsivo, più che tra virgolette, cosa dici?]
Mamma mi aveva raccontato che in mattinata aveva preso il , mentre era sul pullman, e ''quelli'' iniziarono si erano spinti ad attaccare il mezzo pubblico con le loro terribili armi; fortunatamente le finestre erano chiuse e lei era tornata a casa indenne.
E' vero, ormai le aggressioni da parte loro erano all'ordine del giorno [nel senso che a ridosso di carnevale, gli "scherzi" aumentano? con ordine del giorno, mi aspetto "tutto l'anno"; magari puoi dire: si stavano facendo sempre più serrate], ma non mi sarei mai aspettata che sarebbero arrivatisi sarebbero spinti a tanto!
Fu Marco alla fine a convincermi; mi contattò su Facebook chiedendomi di fare una passeggiata; dichiarò che era da stupidi rimanere a casa solo per qualche singolo attacco casuale, gli diedi pienamente ragione (mentre in realtà tremavo di paura) e accettai il suo invito.
Mi allontanai dal computer e iniziai ad arricciarmi le extension platinate una per una.
-Perchè ti arricci i capelli?
Chiese mia sorella, svegliandosi dal suo torpore, che . Fino ad allora era sembrava in stato catatonico, completamente ipnotizzata dal nuovo gioco sul cellulare: crea il tuo mini pony (ve lo consiglio: un gioco molto istruttivo, potete colorare e cambiare forma di ali ai cavallucci).
-Beh, perchè sto per uscire e tu lo sai che detesto andare in giro con i capelli trascurati!
-Tu sei pazza! Uscire in questo periodo? Almeno se lo devi fare, mettiti un cappuccio in testa per passare inosservata!
Io non l'ascoltai, ma al contrario indossai uno sgargiante cappottino rosso che si sarebbe potuto notare fino in Papuasia.
Ero una vera strafiga.
-Ma ti sei bevuta il cervello????- urlò mia sorella -il cappotto rosso è una specie di fanale per ''quelli'', ti noteranno subito, ti aggrediranno! Levatelo immediatamente!
Io non l'ascoltai, volevo mostrare a tutti che ero capace di dominare le mie paure, che ero più forte, che non mi sarei sottomessa alle regole di ''quelli''.
[Togli spazio]Uscii dalla porta sentendo ancora gli improperi provenienti da dentro la casa.
Marco mi aspettava dietro l'angolo del palazzo ed era quasi irriconoscibile.
Lui, lo stereotipo del ragazzo gay vestito sempre eccentrico e firmato, indossava un orrido cappotto nero lungo sotto il ginocchio (probabilmente, quasi mi vergogno a pensarlo, Zara) e delle Adidas false con cinque strisce.
-Mi ha contattato tua sorella su whatsapp- disse -ha immaginato che uscissimo insieme, . Mi ha detto di riferirti che sei un'emerita cretina ad aver indossato quel cappotto e ne pagherai le conseguenze-
Oltre a essere vestito in modo improbabile, notai che il mio caro amico cercava di fare di tutto per passare inosservato: parlava sotto voce, così da evitare di far notare il suo tono stridulo e femmineo, e limitava le movenze; io invece ero più appariscente del solito.
-La solita codarda- risposi ridendo, ma la mia era una risata falsa, quasi mi moriva in gola.
Ci incamminammo verso il negozio lentamente, osservando tutti con circospezione,; fortunatamente non c'era nemmeno l'ombra di ''quelli'';, ma notai che per la strada le persone erano intimorite e mal vestite, con abiti scuri, così da passare totalmente inosservate.
Mi sembrava quasi di essere uno dei personaggio protagonisti del pallosissimo film Schindler's list: la bambina col cappotto rosso.
Non so se la ricordate quella ragazzina, aveva un acceso cappotto vermiglio, l'unica nota di colore in un film in bianco e nero (ancora non mi è chiaro perchè!). Se non la ricordate fa lo stesso, tanto era un personaggio totalmente inutile, non faceva praticamente niente in tutta la storia, se non crepare e far venire le paturnie al protagonista.
Arrivati nel negozio rividi la borsetta, era ancora più bella di quanto ricordassi, aveva un con quel suo piccolo delizioso particolare: una rush bianca intorno alla cerniera; avrei voluto portarla subito a casa, ma Marco mi costrinse a lasciare lasciarla lì con un acconto.
-Già abbiamo fatto una follia a uscire, sei fin troppo vistosa, ti manca solo il cartellone dietro la schiena con sopra scritto: COLPITEMI; andare in giro con una busta di un negozio costoso sarebbe veramente sfidare''quelli''!
La commessa del negozio gli diede pienamente ragione.
Li ascoltai e uscimmo dal negozio riaffrontando la sorte; percorsa metà strada, di ''quelli'' non c'era nemmeno l'ombra, tirai un sospiro di sollievo. Ero, ormai, fermamente convinta che sarei tornata a casa indenne, di essere una specie di eroina, di aver vinto la battaglia.
Invece questa era appena cominciata.
''Quelli'' comparvero davanti a noi, su un tratto di strada privo di negozi (fottuti bastardi, sapevano che così non avremmo trovato riparo) indossando . Indossavano delle maschere di Pikachu per non farsi riconoscere (ma questi Pokemon non passano mai di moda? Le guerriere Sailor ai miei tempi durarono un sei, sette anni, loro invece sono sempre eterni!) e avevano in mano le loro terribili armi.
-Guarda la pomodorina come se la crede! Vedrai dopo che l'avremo colpita come cambierà atteggiamento!
Era ovvio che puntassero me, li avevo sfidati, io così fashionosa, stilosa, trendy, figa e... rossa come un semaforo.
Ormai era giunta la fine. Chiusi gli occhi, per non vedere l'inevitabile.
Fu Marco a salvarmi; con una voce così femminile da urtare perfino un transessuale disse:
-Oh! Come siete adorabili con queste maschere da topini!
I ragazzi, feriti nell'orgoglio, sentendo l' a quell'orribile offesa recata alla loro amata mascotte (paragonata a una lurida pantegana), si dimenticarono di me e scagliarono le loro armi contro illanciarono le armi sul mio compagno.
-Scappa!- urlò Marco mentre veniva colpito -Salvalo!
Iniziai a correre e perdifiato, finché non entrai in trovai rifugio su un pullman diretto proprio verso casa.
Da dentro al Pullman potei vedere riuscii a scorgere Marco, abbandonato a se stesso da solo, : ''quelli''erano già fuggiti a cercare nuove vittime, lasciando il mio salvatore ricoperto di: farina, schiuma indelebile, e puzzolenti uova marce.
[Togli spazio]A vedere quella scena mi commossi, avrei pianto, se il mio mascara Dior non[spazio]avesse sbavato,. Marco era stato un eroe, si era sacrificato per una giusta causa: salvare il mio cappotto da 1000 euro della Blue Marine.
Ma Il suo sacrificio, però, non era stavo vano; avevo imparato la lezione, . Il prossimo Carnevale non sarei uscita con gli abiti firmati, ma con dei quei terribili straccetti di H&M, o peggio dei cinesi.
''Quelli'' avevano vinto la guerra.


CITAZIONE (Xadhoom86 @ 20/2/2014, 13:09) 
La paura è così rappresentata perché il racconto è visto sotto l'ottica distorta della protagonista, una ragazza modaiola fino all'estremo :P; lei vede come nemici tutti quelli che possono danneggiare il suo aspetto esteriore, ritiene inoltre che tutte le persone hanno il suo stesso timore!Inoltre la paura serve ovviamente per depistare il lettore...far credere chissà quali terribili nemici siano in agguato.

Hai ragione, a rileggerlo il tono allarmistico è affidato a personaggi che hanno la stessa visuale fashion style. Funziona, funziona ;)
 
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gioberta
view post Posted on 20/2/2014, 20:19




CITAZIONE (Xadhoom86 @ 17/2/2014, 17:24) 

Chiese mia sorella, svegliandosi dal suo torpore, che fino ad allora era in stato catatonico completamente ipnotizzata dal nuovo gioco sul cellulare: crea il tuo mini pony (ve lo consiglio un gioco molto istruttivo, potete colorare e cambiare forma di ali ai cavallucci)
-Beh, perchè sto per uscire e tu lo sai che detesto andare in giro con i capelli trascurati!
-Tu sei pazza! Uscire in questo periodo? Almeno se lo devi fare, mettiti un cappuccio in testa per passare inosservata!
Io non l'ascoltai, ma al contrario indossai uno sgargiante cappottino rosso che si sarebbe potuto notare fino in Papuasia.


Marco mi aspettava dietro l'angolo del palazzo ed era quasi irriconoscibile.
Lui, lo stereotipo del ragazzo gay vestito sempre eccentrico e firmato, indossava un orrido cappotto nero lungo sotto il ginocchio (probabilmente, quasi mi vergogno a pensarlo, Zara) e delle Adidas false con cinque strisce.

ok. però questa eccessiva paura di "quelli" non è solo della ragazza dal cappotto rosso, ma anche dalla sorella e del tal Marco che si veste come un barbone. Lo fai sembrare come un terrore collettivo.
 
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Erika Zanotti
view post Posted on 20/2/2014, 20:51




Magari puoi stemperare questa cosa, aggiungendo un punto di vista diverso, per esempio la mamma che minimizza la vicenda dell'autobus e qualcun altro di coraggioso per la strada, sempre descritti dal suo punto di vista se vuoi (apostrofandoli come incoscienti o di natura senza stile, o ancora con delle armi in mano da controffensiva)...
L'idea è: parti sempre con ben in mente una situazione normale, realistica, e poi semplicemente raccontala dal suo punto di vista.
 
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Xadhoom86
view post Posted on 20/2/2014, 23:42




Cara Gioberta
CITAZIONE
Lui, lo stereotipo del ragazzo gay vestito sempre eccentrico e firmato, indossava un orrido cappotto nero, lungo sotto il ginocchio (probabilmente, quasi mi vergogno a pensarlo, Zara) e delle Adidas false con cinque strisce.,

forse non sono stata chiara con questa affermazione, magari domani la modifico.
Con questa frase volevo dire che di solito Marco vestiva sempre firmato e fashion mentre quel giorno per passare inosservato si era vestito da barbone. Per quanto riguarda la sorella dal semplice fatto che passa il pomeriggio a giocare con il videogioco dei mini pony si desume che non sia una cima :D e più scema della protagonista XD. Comunque domani magari modifico un po' queste due parti per rendere più comprensibile il motivo per cui Marco e la sorella appoggiano la follia della protagonista.
@ Erika grazie per l'editing! Domani risistemerò un po', l'idea della madre che sminuisce la situazione non è male!:).
Comunque io sono partita da una situazione realistica e ho cercata di vederla dal punto di vista di un po' grottesco di una patita della moda!
Forse non sono riuscita nel mio intento, ma come si dice non tutte le ciambelle riescono col buco;)

farò tutto domani perchè ho la febbre forte!
 
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gioberta
view post Posted on 21/2/2014, 00:14




guarisci presto mf_clown
 
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Xadhoom86
view post Posted on 21/2/2014, 16:51




Modifiche effettuate XD. Ragazzi che dire mi piace molto sperimentare diversi modi di raccontare. La mia idea iniziale era di ingannare il lettore, facendogli credere chissà quali terribili nemici fossero in agguato, per poi rilevare solo alla fine l'identità dei cattivi. Evidentemente l'esperimento non è riuscito bene, ma fa niente :D , sarà per la prossima storia :lol: !
 
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28 replies since 17/2/2014, 17:24   463 views
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