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La ragazza di campagna, Fine del cammino

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Roberto Gianolio
view post Posted on 1/7/2013, 20:17




CLARA, primo amore


Era una giornata estiva, calda e afosa, la scuola giunta al termine con buoni risultati e il prossimo autunno sarebbe iniziato l'ultimo anno scolastico, in cui avrei conseguito il Diploma di Perito Elettrotecnico presso l'Istituto “ G. Galilei “ di Genova. Era l'anno 1962.
L'attività pianistica comunque e con non poche difficoltà, dovute allo spazio per l’esercizio, procedeva e il futuro si presentava interessante, il maestro era soddisfatto della mia preparazione all'ottavo corso, esame che avrei sostenuto a Torino, presso il Conservatorio “G. Verdi“.
In quel periodo, due volte a settimana, suonavo come pianista accompagnatore, in una scuola privata di canto situata nel cuore della Genova antica, tra i cosiddetti “carruggi “ cioè i vicoli in cui s’incontrano spesso prostitute e ubriachi, oltre ai soliti balordi in circolazione ovunque si vada.
I cantanti, molto più grandi di me, mi stimavano per la facilità con cui accompagnavo le loro melodie o romanze ed erano sempre felici di organizzare concerti, ormai diventati quasi settimanali presso le varie organizzazioni che mettevano a disposizione le loro capienti sale.
Ricordo con piacere i concerti a Sanpierdarena, nel salone del Partito Repubblicano, che metteva sempre a disposizione le proprie strutture gratuitamente per attività culturali come la nostra, e le persone, che frequentavano quell’ambiente, ci ripagavano con applausi e richiesta di bis a non finire e spesso, i concerti che duravano anche tre ore, erano la gioia di un pubblico in delirio.
Sono stati momenti memorabili e affascinanti per un giovane che si affacciava speranzoso al mondo concertistico di cui poi ho fatto parte.
In quel periodo suonai la parte pianistica nell'Orchestra sinfonica del Teatro “ Carlo Felice “ in esecuzioni dirette da Maestri che ricorderò sempre.
Una sera, uscendo dopo le prove, il fratello del baritono propose per il sabato seguente una serata danzante.
Proposta accolta con entusiasmo.
Allora, nel periodo estivo, si usava frequentare sale da ballo all'aperto.
La decisione cadde sulla sala del “ Circolo Ferrovieri” situata a Rivarolo ed economica per noi senza lavoro e sempre senza una lira in tasca.
Era sabato pomeriggio, mamma stirava camicia e pantaloni per farmi figurare bene nell'ambiente che avrei frequentato, anche se lo conoscevamo come un ambiente popolare e mi fornì i soldi per il biglietto d'ingresso.
Vestito con calzoni color crema, scarpe bianche di moda, camicia azzurra che donava al mio viso una luce particolare, mi avviai a piedi, percorro circa 2 km, giungendo alle otto e trenta della sera.
Attesi l'arrivo degli amici che avevano qualche minuto di ritardo, venendo da molto lontano, e una volta pagato il biglietto d'ingresso, occupammo un posto al centro dello spazio dedicato ai tavolini, sembrava come dimenticato dai numerosi avventori della sala.
La sera di festa era calda e accogliente, migliaia di stelle brillavano accondiscendenti nel vasto cielo per noi.
Gli alberi, ormai scuri, facevano da contorno a quella magica notte piena di speranze e, da lontano, le finestre illuminate rimaste aperte per l’afa notturna, sembravano ammiccare ai nostri giovani cuori fiduciosi.
L'orchestra iniziò i suoi ritmi, discretamente e con poco entusiasmo, nessuno ballava, le coppie si stavano formando, i pretendenti giravano a caccia di possibili conquiste.
Le ragazze, come usava allora, non erano mai sole, ma sempre accompagnate da una persona della famiglia, spesso la madre; il cavaliere doveva presentarsi e porre la proposta alla ballerina scelta per il giro successivo, formato da tre balli, scrivendolo sul carnet il proprio nome, a sua discrezione accettare o no l’invito.
In un tavolino accanto al nostro vi era seduta una ragazza con la madre, stimai intorno ai sedici anni, e notai che oltre ad avere un bel corpicino fasciato da uno scintillante vestito color rosso fuoco rimarcante forme già definite, si muoveva anche con grazia e seducente intensità nei passi dei balli in voga.
Aveva un visetto intelligente, occhi ridenti, bocca carnosa e capelli neri fluenti che ricadevano dolcemente sulle spalle.
Io ero seduto, non avevo avanzato richieste a nessuna ragazza, ammaliato solo da quella ragazza in rosso, la timidezza m’impediva l’invito, ma, incerto, la osservavo.
Nel frattempo, Francesco, il fratello più giovane del baritono, notando la stessa ragazza, avrebbe voluto proporsi per un ballo, ma anche lui, pur essendo più maturo di me, non sapeva decidersi; la ragazza era troppo carina per lui e si sentiva imbarazzato.
Il tempo passava e la serata stava giungendo al termine, anche per noi che sognavamo chissà quali conquiste.
Il capo orchestra annunciò gli ultimi tre balli della serata, allora pensai “Ora o mai più avrò un’altra occasione simile.”
Francesco stava per alzarsi ma la mia baldanza ebbe il sopravvento, nella foga rischiai di incespicare nelle gambe del tavolino al quale sedevo e arrivai per primo.
Rosso in viso e quasi balbettante porsi la mia richiesta alla madre della ragazza, che, ottenuto il consenso della figlia, accettò l'invito.
Il ballo era uno slow “ Petit fleur”e ci permise una tranquilla conversazione.
“Mi chiamo Clara” disse “ ho diciassette anni e frequento la scuola per Segretarie d'azienda.”
“Piacere mi chiamo Roberto” risposi “ ho diciotto anni e frequento l'istituto tecnico Galilei, inoltre studio il pianoforte privatamente.”
Al terzo ballo, ultimo della serata, mentre danzavamo dolcemente al suono di “ Fascination”, mi lanciai in un’avance inattesa, il cuore batteva all’impazzata, sentivo il fuoco sulle guance mentre osservavo i suoi innocenti occhi.
“Che ne diresti se durante la settimana ci sentissimo telefonicamente o se tu potessi, c’incontrassimo?”.
Lei, con allegria e senza nessuna titubanza, come avevo paventato, rispose positivamente.
Scambiammo i numeri di telefono e, con ansiosa attesa nel cuore, ci salutammo.
Era mercoledì pomeriggio, era una giornata luminosa e stavo studiando il pianoforte quando il telefono squillò improvvisamente. Risposi io, avevo l’apparecchio accanto, era lei, che con voce festosa, mi disse “ Ciao Roberto, sono Clara, questo pomeriggio verso sera sono libera, se vuoi passare a prendermi sotto casa ne sarei felice”.
Risposi con il tumulto nel cuore“Va bene, allora passerò verso le sei di questa sera, ciao”.
“Ci vediamo, ciao” rispose gioiosamente.
Posai la cornetta con evidente felicità, mamma stava osservandomi mentre parlavo e aveva inteso quello che stava avvenendo, con il suo carattere toscano, allegro e mordace, mi raccomandò un buon comportamento.
La tranquillizzai, avevo imparato dai miei genitori il rispetto e l’educazione e desideravo comportarmi da gentiluomo, sempre e comunque.
Ci incontrammo a Rivarolo, sotto casa sua, com’era d’uso, poi, tenendoci per mano, andammo verso un luogo appartato dei giardini, dove le panchine erano un poco nascoste dagli alberi.
Parlammo a lungo dei nostri progetti, dei sogni e di quanto ci saremmo aspettati dalla vita.
La serata trascorse piacevolmente e facemmo la scoperta di stare bene insieme.
Decidemmo di rivederci ancora durante la settimana, genitori e studio permettendo.
Per telefono ci accordammo per rivederci il sabato pomeriggio successivo, stesso posto alle ore diciassette.
Puntualmente, sotto casa, attesi che scendesse.
Il ticchettio dei suoi tacchi, che allegramente scendevano le scale di casa, mi creò uno stato d’incontenibile felicità. Quando uscì dal portone, la abbracciai con gioia, non sorpresa dal gesto, mi strinse affettuosamente e andammo al solito posto, dove mi aveva detto il primo sì.
Fu il luogo dei primi baci e delle prime carezze, il tempo del nostro primo amore trascorse in quella meravigliosa estate come un sogno.
Ricordo quando, per la prima volta, su quella panchina, mi disse ”Caro, io ti amo, è la prima volta che mi succede, ma sto male quando mi sei lontano”.
Ed io risposi “Mia cara anche per me è la stessa cosa, questo particolare sentimento che ci riscalda è talmente bello che sembra impossibile sia capitato proprio a noi”.
“Non posso dire nulla, mio caro Roby, anche per me è la prima volta che succede e ancora non capisco come sia possibile tutto quello che sta succedendo”.
“Tutta la vita è uno sconquasso, è cambiato ogni atteggiamento, il pensiero ha solo una direzione, non saprei a chi parlare dello stato che io stesso non comprendo”.
“Fa uno strano effetto, l’amore alla nostra età, ma penso che valga la pena viverlo serenamente”.
“Hai ragione Clara, se ci ponessimo troppi problemi rischieremmo di rovinare tutto senza motivo”.
“Lasciamo che sia il tempo a decidere, se questo nostro amore continuerà, vorrà dire che eravamo nati per stare insieme, diversamente, pazienza, sarà stata una dolce esperienza”.
Passò il tempo, trascorse l'inverno e la primavera successiva, nella nuova stagione estiva, quando il caldo iniziò a farsi sentire il nostro amore maturò e la gioia di stare insieme accrebbe i nostri interessi e favorì la nostra conoscenza.
I prati che circondavano Certosa di Rivarolo furono testimoni del nostro immenso amore.
Su quei prati ci scambiammo dolci parole d'amore e facemmo le prime esperienze.
E quante volte ci siamo detti “Ti amo”, “ Ti amerò per sempre”.
Continuò sino al 1966. Da allora non l’ho più rivista.
Il rapporto più bello che quegli anni giovanili ha portato con sé mi ha lasciato un ricordo indelebile. Ancora adesso, dopo molto tempo, ripensando alla mia gioventù, non posso fare a meno di rivivere quei momenti così pieni d’amore, speranze e sogni cui qualcuno si è avverato, altri sono sfumati, molti ancora sono rimasti rinchiusi nell’archivio della memoria.

Edited by Roberto Gianolio - 2/7/2013, 12:53
 
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gioberta
view post Posted on 1/7/2013, 20:53




Se questo racconto partecipa al torneo, andrebbe nella sezione 1. Infanzia nuova discussione. Non qui.
 
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view post Posted on 1/7/2013, 21:30
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Fabrizia

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Ma comunque è fuori tema...
Roberto, ma non l'hai letto il bando? <_<
questa è la terza volta che partecipi e la terza che vieni squalificato per non aver seguito le regole...
 
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Roberto Gianolio
view post Posted on 1/7/2013, 23:08




Ciao Fabrizia
Ho letto il bando e parlava di racconti di storie di donne. Non capisco che cosa devo scrivere sempre poiché evidentemente non si capisce correttamente quanto si chiede. Ho letto che Lupo ha impostato L'infanzia 1segno, io ho impostato il IV in quanto il mio racconto termina con fine dell'amore. Dimmi esattamente che cosa devo impostare poiché così non ci capisco più nulla.
Grazie comunque del tuo interessamento

Scusami Fabrizia
ho letto bene il bando e forse mi sono sbagliato. La fine del camimino forse interessava unìaltra via pensata da me. Immaginavo che il tema che ho impostate andasse bene poiché contiene la fine del cammino di un amore.
procurerò di togliere il mio racconto e di inviarne un altro, se ne avrò la possibilità.
Grazie
 
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view post Posted on 2/7/2013, 08:15
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Fabrizia

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Ti ho già fatto notare che questa è la terza squalifica su tre concorsi a cui partecipi.
Ti consiglio per il futuro di leggere con più attenzione i bandi...
 
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Roberto Gianolio
view post Posted on 2/7/2013, 11:52




Adesso ho messo un racconto per la Giovinezza, spero che vada bene poiché ho capito quello che dovevo inserire.
 
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Lavella
view post Posted on 2/7/2013, 12:45




Roberto purtroppo non hai capito. Devi fare un unico racconto che narra tutta una vita di una persona e lo devi dividere in quattro capitoli: infanzia, giovinezza, maturità e fine del cammino. Dal giorno 1 luglio al 10 luglio è possibile postare solo il primo capitolo cioè infanzia. Il resto della storia la potrai postare solo se supererai questa prima prova. Credo quindi che anche questo racconto sulla giovinezza non vada bene. Se le prossime volte non ti è chiaro il bando chiedi prima a noi che ti daremo una mano a capire ma non postare così a casaccio.
 
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view post Posted on 2/7/2013, 13:07
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Fabrizia

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Lavella ha ragione, anche questo non va bene e comunque non avresti potuto presentare un altro racconto e non puoi presentarne altri per il torneo <_<
 
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Atropos
view post Posted on 2/7/2013, 14:12




Ah maggiolio.,,, sei diventato il mio supereroe, un mito!
,,,voglio essere un tuo discepolo!
 
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gioberta
view post Posted on 2/7/2013, 14:54




lo sei già! mf_wave
 
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Roberto Gianolio
view post Posted on 2/7/2013, 19:35




Grazie di tutto, la prossima volta volta però siate più chiari su quello che chiedete, dunque rimarrete soli su questo forum.
Ciao a tutti e buon proseguimento
 
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view post Posted on 2/7/2013, 20:16
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Fabrizia

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Mi pare che tutti gli altri abbiano capito <_<
Comunque cercheremo di sopravvivere senza di te...
 
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Roberto Gianolio
view post Posted on 2/7/2013, 20:21




Me lo auguro di cuore, forse la mia presenza ha dato molto fasidio a qualcuno, pazienza. farò il possibile con altri concorsi, su questo mi sono trovato molto male e di questo sono molto infelice.
 
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view post Posted on 2/7/2013, 20:26
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Fabrizia

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Non ci si può trovare bene se si vuole partecipare a modo proprio senza seguire il regolamento previsto nel bando...
E questo, ti ricordo, è successo per ben tre volte...
Ti auguro che le cose ti vadano meglio altrove, però ti ripeto il consiglio di leggere sempre molto bene il bando dei concorsi a cui partecipi, nonchè le risposte e le indicazioni che ti danno...
 
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Roberto Gianolio
view post Posted on 2/7/2013, 20:55




Grazie di cuore, farò di tutto per migliorare le mie capacità stilistiche, considerando che altri siti mi hanno premiato ti invio un caro saluto. Forse ci rivedremo se l'età me lo permetterà ancora. Sono un pò anziano ed è per questo che il computer mi crea dei problemi. Au revoir
 
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19 replies since 1/7/2013, 20:17   219 views
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