Abaluth - Scrivere, leggere, arte e cultura

Il Sogno di Johnny Cappello, una fiaba moderna

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 3/4/2013, 19:08
Avatar

Advanced Member

Group:
Member
Posts:
6,189
Location:
Ravenna

Status:


CITAZIONE (Lily White @ 3/4/2013, 14:52) 
Era il link del corto che ti dicevo!Parla di due cappelli che prendono vita e hanno una storia d'amore eheh. E lui si chiama proprio Jhonny! Non so nemmeno in che cassetta fosse, il tuo racconto mi ha fatto venire un flashback.
provo a postartelo da youtube
Video

comunque controlla, magari fa altre tappe nel suo tour! :P

Ma che bello :wub: Anche la colonna sonora lo è...
 
Top
gioberta
view post Posted on 3/4/2013, 19:32




A proposito del cartone, avete visto la stalla, nella scena finale? Ha la forma di una chiesa, come a suggellare l'unione tra i due cappelli! Comunque, spero che qualcuno della Disney legga Abaluth, mi noti e mi proponga un contratto, visto che siamo sulla stessa lunghezza d'onda! Si potrebbe fare un sequel della storia dei due cappelli, con il mio Johnny Cappello pronipote dei due, ed emigrato in Europa, visto il mercato globale.
mf_toff
 
Top
view post Posted on 4/4/2013, 11:03

Advanced Member

Group:
Member
Posts:
3,732

Status:


Ricordati di me, questa sera che non hai da fare..... (Venditti)
Soprattutto dopo che avrai firmato con la Disney!!!!!!
La povera Pat
 
Top
view post Posted on 4/4/2013, 11:38
Avatar

Advanced Member

Group:
Member
Posts:
6,025
Location:
Non qui

Status:


Traducilo e invialo alla pixar, magari ne fanno un corto pixar! ;)
 
Web  Top
gioberta
view post Posted on 4/4/2013, 13:25




well, well,......it's not a bad idea, after all!! Thanks, Quiet, for your advice
Pat, I name you my personal assistant!mf_laurelandhardy
 
Top
view post Posted on 4/4/2013, 15:07

Advanced Member

Group:
Member
Posts:
3,732

Status:


Thank You, Miss Gio!!!!!
 
Top
view post Posted on 24/4/2013, 21:12
Avatar

Fabrizia

Group:
Administrator
Posts:
3,029

Status:


Johnny Cappello se ne stava nella vetrina del cappellaio. Si annoiava e sbadigliava.
“Uffa, che barba! Qui non succede mai niente di niente” sbuffava.
I suoi compagni di vetrina erano tipi assai silenziosi che raramente gli rivolgevano la parola. C’era Madame Cuffietta, tutta trine e fiocchetti, che passava il tempo a rimirarsi in uno specchio laterale; c’era Mister Berretto Scozzese Tartan, a quadrettoni rossi e bianchi, un tipo dall’aspetto simpatico e allegro, che tuttavia parlava uno strano dialetto difficile da capire; c’erano due Cappellini da Bimbi, uno rosa e uno celeste, che a stento balbettavano poche parole incomprensibili. C’era, infine, su un piano rialzato coperto da un elegante rettangolo di velluto rosso, sua Eccellenza Cappello a Cilindro, un tipo assai superbo e riservato, che non parlava mai con nessuno.
Johnny, invece, era un cappello da cowboy di cuoio marrone chiaro. Aveva un cordoncino intrecciato che gli girava torno torno sulla tesa larga e che scendeva giù a formare un nodo. Johnny guardava fuori dalla vetrina la gente a passeggio, le auto incolonnate, i palazzoni grigi così alti da toccare il cielo, e intanto sognava. Sognava pianure sconfinate e il muggito delle mandrie al pascolo, sognava tramonti infuocati e il crepitio dei fuochi al bivacco. Johnny Cappello in quella angusta vetrina di città non ci voleva più stare!
Un giorno finalmente accadde ciò che egli aveva sperato: la porta del negozio si spalancò di colpo e una folata di vento entrò rapida infilandosi ovunque tra gli scaffali.
“O adesso o mai più” pensò Johnny Cappello, che era un tipo sveglio. Si tenne pronto e, quando la folata di vento raggiunse la vetrina dove si trovava, con autentica prodezza ci saltò sopra, come se l’aria sottile fosse una puledra selvaggia e, hop, hop, hop, se ne volò al galoppo fuori dal negozio.
“Libero finalmente!” strillò, assaporando l’aria tiepida di primavera.
Spronando il suo cavallo di aria, Johnny Cappello raggiunse ben presto le nubi bianche del cielo che frettolose stavano transitando da quelle parti. Allora, svelto, si sfilò il cordoncino intrecciato, ne fece un lazo e lo lanciò in aria. Dopo un paio di tentativi e con grandissima soddisfazione, riuscì a prendere al laccio una graziosa nuvoletta riccioluta.
“Sei mia, bellezza!” gongolò, tirandola a sé.
La nuvoletta scalciava e spingeva per tornarsene libera accanto alle sue compagne, ma il laccio la teneva saldamente prigioniera e alla fine, stremata, si arrese.
Johnny Cappello le si fece vicino, di fianco, la tranquillizzò con una carezza e poi ci salì in groppa. Quindi tirò le redini e girò la nuvola a ovest, in direzione del Far West, dove avrebbe trovato fattorie, mucche e cavalli a perdita d’occhio.
Sì, sarebbe andato lì, perché lì era il suo posto.
La nuvoletta, ormai domata, virò sulla sinistra e cominciò a volare a velocità sostenuta nell’aria turchina, mentre Johnny Cappello, allentate le redini, si sistemò bello comodo nella morbida bambagia.
“Quando avrò trovato una bella e grande fattoria diventerò il cappello di un bravo mandriano e allora, finalmente, avrò una vita vera, altro che marcire in quella stupida vetrina di cappelli!” pensava Johnny a cavallo della nuvoletta.
Il pensiero dei suoi anni sprecati in quell’insulso negozio di città lo faceva rabbrividire. Come aveva fatto a sopravvivere? Come non era ammuffito per la noia e l’umidità?
“Beh, ormai è passata” si rincuorò, “e non sono più in vendita! Manca un’ultima cosa però.”
Con decisione si strappò il cartellino del prezzo e lo gettò giù dalla nuvola.
Sotto di lui la città si stendeva come un immenso mare di cemento, interrotto qua e là da minuscoli giardini color verde pallido. Nulla a che vedere con le praterie dei suoi sogni! Poi i palazzi si fecero sempre più radi e iniziò la campagna, grande e ondulata, con i campi squadrati e qualche casetta di tanto in tanto.
Johnny Cappello diede un colpetto di redini e la nuvoletta ubbidiente scese di quota, fino a sfiorare le cime degli alberi.
“Magari trovo una sistemazione per la notte,” si disse Johnny, a cui il pensiero di viaggiare nel buio non sembrava prudente, “un posticino tranquillo dove riposarmi, prima di affrontare l’oceano.”
E mentre scrutava di qua e di là, in modo molto meticoloso, gli arrivò forte e chiara la voce allegra e spensierata di un bimbo.
«Corri cavallino, corri, hop, hop» cantava il bimbo.
“Che sia già arrivato alla fattoria?” esclamò Johnny incredulo, perché il viaggio gli era sembrato fin troppo corto.
Si sporse dalla nuvoletta alla ricerca del piccolo cowboy: tra le povere baracche di un accampamento improvvisato, un bimbetto sporco e seminudo cavalcava un vecchio manico di scopa. Non c’erano mucche né cavalli lì intorno, solo qualche cane spelacchiato che rovistava tra cumuli di rifiuti.
“Ma che posto è?” si chiese Johnny Cappello inorridito, “Possibile che questo bimbo abiti qui? Possibile che la gente viva così?”
Poi la porta di una baracca si spalancò e una mamma-bambina si sporse fuori a chiamare il bimbetto. Questi posò con cura il suo manico di scopa come se fosse la cosa più preziosa del mondo e corse dentro a mangiare.
Johnny Cappello guardò a ovest dove il sole già tramontava tingendo il cielo di rosso fuoco. Pensò alle pianure sconfinate, al muggito delle mandrie al pascolo e al crepitio dei fuochi al bivacco. Pensò al bimbo-cowboy che cavalcava a piedi nudi in mezzo al fango indurito.
Esitò.
Solo un istante.
Poi con un balzo saltò giù dalla nuvoletta e, dolcemente, planò accanto al manico di scopa.
 
Top
gioberta
view post Posted on 24/4/2013, 21:47




Letto. Tutto ok, cara Fabrizia. Ti ringrazio!!
winner_first_h4h
 
Top
view post Posted on 24/4/2013, 21:49
Avatar

Fabrizia

Group:
Administrator
Posts:
3,029

Status:


:)
 
Top
83 replies since 3/3/2013, 11:32   770 views
  Share