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La Regina di Quadri - Davide Schito

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view post Posted on 4/12/2012, 13:55
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CITAZIONE (davide2283 @ 4/12/2012, 13:49) 
Non ho figli né nipoti piccoli quindi non ho sottomano un bambino al quale sottoporre questa storia, quindi non saprei dire la reazione. Forse, come ho già detto, è più adatta a essere letta che raccontata (anche se dipende dalla bravura del narratore!); e anche sul target di età mi sono già espresso. Diciamo che questo è il risultato dell'operazione matematica ME+FIABA, un risultato che non poteva certo essere una storia semplice e lineare! ;)

Ecco, a questo proposito ho giusto un nipotino di sei anni e mezzo che sta per subirsi Marco e Lorenzo. Se mi permetti, gli racconterei volentieri anche La regina di quadri e poi ti dico che cosa ne ha ricavato (magari per mp) ;)
 
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justadream12
view post Posted on 4/12/2012, 14:03




Si, infatti, scusa se purtroppo - arrivando tra le ultime nel commento - ho dovuto riprendere discorsi triti e ritriti, tipo quello sul target.

Guarda che comunque nessuno ha detto che doveva essere per bambini! Io ho semplicemente riflettuto sul fatto che una fiaba, un libro, un film ... cambiano a seconda che tu li legga o li veda in un'età diversa.
I bambini sono essere molto più dotati di intelligenza vivida di quel che si creda, finchè non si ha a che fare con loro. Ti mettono in difficoltà, fanno domande imbarazzanti, sono critici e attenti.
Quando avrai dei figli e te lo auguro, perchè arricchiscono la tua vita come null'altro, ne sarai testimone.

Io non demolisco mai a prescindere: la tua FIABA è pregevolissima e il mio parere PERSONALISSIMO.

Ciao bel prof! (Non so perchè ma ti immagino belloccio... )ehm, lasciamo perdere! Con simpatia Just
 
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davide2283
view post Posted on 4/12/2012, 14:11




Bravo vivonic, ottima idea, poi dimmi come va a finire l'esperimento! (anche se, temo, gli effetti maggiori probabilmente si vedranno tra una decina d'anni) ;)
Comunque penso che 6 anni e mezzo siano forse un po' pochini per questa fiaba...forse 9-10 sarebbe stato più indicato!

PS: Non sono belloccio, sono un gran bel fioeu (cum se diset a Milàn)! Ahahahah ciao just!
 
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justadream12
view post Posted on 4/12/2012, 14:20




ueh mi sun milanes! Non borlar giò de la cadrega, neh!

Il prossimo commento fammelo in dialetto, ti prego! Ho nostalgia! :lol:
 
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view post Posted on 26/12/2012, 17:07
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Fabrizia

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La Confederazione dei Regni della Terra di Mazzo era in festa: dopo un anno di fidanzamento ufficiale, finalmente il Re Di Quadri e la Regina Di Cuori convolavano a giuste nozze. Si trattava di un evento epocale, perché grazie a questo matrimonio si sarebbe ulteriormente rinsaldata l’alleanza tra i ricchi Quadri e i generosi Cuori. La coalizione si era resa necessaria per contrastare la crescente potenza all’interno della Confederazione dell’Asse Nero Picche-Fiori, che dalla loro potevano vantare la forza di un esercito invincibile e l’arte dell’alchimia. Inutile dire, infatti, che la combinazione di queste due componenti sarebbe potuta risultare fatale per l’intera nazione, qualora usata nel modo sbagliato: per tale motivo si era reso necessario ufficializzare l’alleanza attraverso questo matrimonio, sotto l’insistenza dei potenti Fanti, i consiglieri privati del Re. E tutto nonostante il Re stesso non fosse tanto d’accordo, a causa dell’avarizia che lo portava a vedere ovunque complotti e minacce al suo ingente patrimonio. All’interno del Palazzo, poi, correvano voci che la riluttanza del Re fosse in verità dovuta al fatto che egli provasse ancora qualcosa per la Regina Di Quadri, sua ex fiamma nonché promessa sposa da quando entrambi erano bambini, la quale, da sempre innamorata di lui, aveva a malincuore e con grande sofferenza dovuto rinunciare al suo sogno d’amore, sacrificando i suoi sentimenti sull’altare della Ragion di Stato.
Già, la Regina Di Quadri. Quando i Fanti avevano convinto il Re a lasciarla, per paura che potesse in qualche modo mettere i bastoni tra le ruote al loro piano, cercando magari di riconquistare il suo innamorato, avevano fatto in modo di toglierle tutto. Era stato facile: avevano sottratto al Re un sacchetto pieno zeppo di monete d’oro per poi farlo magicamente riapparire proprio sotto al letto della Regina Di Quadri. Il Re, spietato quando si trattava di furti al suo patrimonio, su pressione dei Fanti l’aveva condannata a morte. Ma lei, aiutata segretamente dal suo fido scudiero e amico, il Settebello, era riuscita a fuggire, e da allora viveva nascosta, in incognito, ai margini del regno, rifugiata proprio presso la famiglia di Settebello, che da allora l’aveva accolta e se ne prendeva amorevolmente cura.
Le stesse voci di corridoio che malignavano sull’imminente matrimonio, poi, insinuavano che dietro la fuga dell’ex Regina ci fosse proprio il Re che, spinto da un sentimento mai sopito, aveva deciso di risparmiarla, organizzando la fuga per non insospettire i potenti Fanti, i quali ormai erano quasi più potenti di lui.
Questa volta però i pettegoli avevano torto. Il Re non c’entrava nulla, era stata davvero tutta un’idea di Settebello. L’aveva fatto per una ragione ben precisa: non si fidava dei Fanti, e non si fidava nemmeno dei Cuori. Be’, in realtà c’era anche un altro motivo: da tempo, era segretamente e perdutamente innamorato della sua Regina. Lui, però, continuava a ripetersi che i suoi sentimenti non c’entravano nulla. Era fermamente convinto che dietro il matrimonio combinato si celasse una minaccia enorme per il regno.
Ne aveva avuto la conferma proprio la mattina del grande evento. Si era recato con un’ora di anticipo rispetto al solito nelle stalle, a spazzolare Cavallo Bianco, il velocissimo destriero che il Re aveva vinto in battaglia contro il Regno degli Scacchi. Aveva quasi finito, quando gli era sembrato di udire un rumore provenire dalla stalla a fianco, dopodiché aveva chiaramente distinto delle voci. Spinto dalla curiosità, si era nascosto e aveva sbirciato attraverso lo spazio tra due assi di legno.
Aveva intravisto tre figure. Una era sicuramente il potentissimo Fante Di Quadri, il braccio destro del Re, mentre le altre due non era riuscito a riconoscerle subito. Le aveva osservate parlare fitto fitto, coprendosi la bocca, dopodiché una di esse aveva estratto qualcosa che somigliava a un’ampolla di vetro. Poi si erano voltate, e a quel punto il terrore si era impossessato di lui: quelle figure altro non erano, infatti, che i due Jolly Neri, gli spietatissimi agenti segreti dell’Asse.
In quel momento aveva avuto la certezza che cercava: i suoi sospetti erano assolutamente fondati. I Fanti tramavano con l’alleanza nemica, e il motivo non poteva che essere uno: il matrimonio imminente. Probabilmente stavano pianificando un attacco approfittando della confusione che ci sarebbe inevitabilmente stata. Oppure, peggio ancora, avevano organizzato un attentato alla vita del Re, e l’ampolla altro non era che veleno per ucciderlo.
C’era solo una cosa da fare: avvisare la Regina Di Quadri. Così aveva atteso che i tre se ne fossero andati e, una volta sellato Cavallo Bianco, era partito al galoppo. Dopo qualche ora aveva raggiunto la fattoria dove la Regina viveva nascosta.
«Regina, mia Regina» esordì ansimante non appena sceso da cavallo, «una grande minaccia grava sul regno. Dovete assolutamente rientrare! Ho appena visto i Jolly Neri parlare con il Fante Di Quadri, stanno tramando qualcosa!»
«Ora calmati, amico mio» cercò di tranquillizzarlo lei, che però conosceva bene il suo scudiero e sapeva che era uno di cui ci si poteva fidare. Se era arrivato fin lì, così di gran carriera, doveva per forza trattarsi di una cosa importante. «Entra, e racconta tutto ciò che hai visto, senza tralasciare nessun particolare!»
Settebello le disse allora del matrimonio imminente, dell’alleanza ormai solo da ufficializzare, e del crescente dispotismo dei Fanti, in particolare del Fante Di Quadri, il quale ormai aveva quasi delegittimato il Re introducendo leggi sempre più crudeli, per finire con l’incontro segreto al quale aveva assistito nelle stalle.
«Anche se tutto ciò fosse vero, come farei a ritornare? I Fanti mi catturerebbero subito, e questa volta sarebbe impossibile farmi fuggire» disse preoccupata la Regina, quando Settebello ebbe terminato il suo racconto.
«A questo penso io» la tranquillizzò. «Gran parte del Palazzo vi è ancora fedele. Non immaginate nemmeno quanta gente ancora vi ami, Altezza.»
Gli occhi della Regina si fecero lucidi di commozione.
«Cosa stiamo aspettando, allora? Andiamo, presto!» si decise quindi e, sellato il cavallo, si avviò insieme al fido scudiero verso la capitale del Regno.
Giunti alla Grande Porta, trovarono ad accoglierli la Torre. Essa era stata ceduta dalla Regina Degli Scacchi come risarcimento dopo la guerra che aveva visto la vittoria schiacciante dei Quadri. All’inizio c’erano stati problemi, ma ben presto la Regina aveva conquistato anche lei, e l’aveva assunta come guardia del corpo personale, mansione che aveva svolto con dedizione e lealtà assolute fino alla condanna e alla fuga.
«Altezza, bentornata» la accolse la Torre con un inchino appena accennato, goffa nella sua enorme mole. «Nascondetevi qui, presto! Non c’è tempo da perdere, il matrimonio sarà già iniziato!» aggiunse, e la fece entrare dentro le sue mura, celandola perfettamente a qualsiasi sguardo esterno.
Fu così che la Regina riuscì a penetrare nel Palazzo.
I tre si diressero immediatamente verso la grande Sala del Trono. Una volta dentro, la Torre si aprì lasciando uscire la Regina Di Quadri, tra lo stupore del Re e della sua prossima consorte, la quale, proprio in quel momento, gli stava consegnando un’ampolla molto simile a quella che Settebello aveva visto passare dalle mani del Jolly Nero a quelle del Fante.
«Re, non la bevete, è un veleno!» urlò la Regina Di Quadri, vincendo i sentimenti contrastanti che la vista del suo vecchio promesso sposo le aveva provocato.
«Non capisco…» replicò lui confuso. «È solo il vino reale, quello che secondo la tradizione suggella lo scambio delle promesse. Veleno? Ne sapete qualcosa voi?» aggiunse rivolgendosi alla sua quasi-moglie.
L’espressione della Regina Di Cuori passò dalla sorpresa alla pura rabbia. Con un gesto veloce gli strappò di mano l’ampolla e la scagliò a terra, frantumandola in mille pezzi e facendo scaturire una fiammata, seguita da una densa coltre di fumo.
Quando il fumo si fu diradato, della Regina Di Cuori non vi era più traccia. Il Re diede ordine ai soldati di inseguirla, di cercarla, ma fu tutto inutile. Cosa ancora più strana, non riuscì nemmeno a trovare il Fante Di Quadri. Eppure era sicuro di averlo visto lì, in prima fila, fino a poco prima.
«Qualcuno vuole spiegarmi che diavolo è successo?» domandò allora ai tre intrusi.
Fu la Regina Di Quadri a prendere la parola. «Credo che i dettagli non li sapremo mai. Posso solo fare un’ipotesi: l’Asse Nero, tramite la propria alchimia, è riuscito a plagiare la Regina Di Cuori e il Fante Di Quadri. Voi, Re, dovevate essere il prossimo. Forse il veleno contenuto nell’ampolla vi avrebbe reso come loro, o forse, peggio ancora, vi sarebbe stato fatale. Impossibile dirlo con certezza. L’unica cosa sicura è che, a quel punto, grazie anche al matrimonio, niente li avrebbe più fermati, avrebbero controllato il vostro Regno e quindi l’intera Confederazione.»
Il Re rimase senza parole. Nei suoi occhi si leggeva la vergogna per non essere riuscito, in tutto quel tempo, a capire di essersi fidato delle persone sbagliate. Si sentiva usato, ma la rabbia verso coloro che l’avevano tradito non era niente rispetto a quella che provava verso se stesso. Aveva sbagliato tutto, era stato attento solo ed esclusivamente al suo denaro, e questa avarizia gli aveva chiuso gli occhi su questioni ben più importanti, come il Regno e i suoi sudditi. E, perché no, come l’amore che in fondo non aveva mai smesso di provare per la Regina Di Quadri.
Decise allora di cominciare proprio da questo, per rimediare e cercare di recuperare la fiducia della sua gente, che comunque, nonostante tutto, non aveva mai smesso di volergli bene. In fondo un matrimonio era già stato organizzato, perché sprecare tutto?
Scambiò un rapido sguardo d’intesa con il Gran Cerimoniere, l’Asso Di Quadri, quindi si inginocchiò ai piedi della sua amata e, estraendo l’anello che era ancora in suo possesso, le chiese con voce emozionata: «Vuoi sposarmi, Regina Di Quadri?»
Lei scoppiò a piangere e tra i singhiozzi annuì, dopodiché lo abbracciò e si baciarono. Gli invitati esplosero in un applauso lungo quanto il bacio appassionato che i due innamorati si stavano scambiando. C’era chi fischiava, chi urlava, chi piangeva di commozione.
L’unico che pareva non partecipare alla festa era Settebello. Si era defilato, e aveva assistito alla scena da dietro una delle grandi colonne della Sala del Trono. Una lacrima solcò il suo viso. In quella lacrima c’era tutto: sollievo per aver contribuito a salvare il Regno, felicità per la sua Regina, finalmente tornata al posto che le spettava, e ovviamente un grande dolore.
Una fitta, proprio lì vicino al cuore, per un amore impossibile che non si sarebbe mai realizzato.
 
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davide2283
view post Posted on 26/12/2012, 17:30




Approved. :)
 
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view post Posted on 26/12/2012, 17:37
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Fabrizia

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