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Storia di una schizofrenica - Francesca Semonella

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marcoad82
view post Posted on 30/10/2012, 12:25




Adesso mi sento in colpa per essermi impicciato, però vorrei dirti di non preoccuparti di commentarli tutti subito, perché anche dopo la scadenza delle consegne, cioè domani, avrai ancora 10 giorni per commentare se non sbaglio
 
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NicoRobinSwan
view post Posted on 30/10/2012, 12:28




CITAZIONE (marcoad82 @ 30/10/2012, 12:25) 
Adesso mi sento in colpa per essermi impicciato, però vorrei dirti di non preoccuparti di commentarli tutti subito, perché anche dopo la scadenza delle consegne, cioè domani, avrai ancora 10 giorni per commentare se non sbaglio

Non preoccuparti, almeno tu mi hai parlato in modo calmo. C'è stata una persona che addirittura mi ha aggredita! Commentandoli subito ho solo voluto dimostrare che i racconti li ho letti davvero!
 
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Temagiu1516
view post Posted on 30/10/2012, 12:50




Ciao, Nico Robin Swan, ho letto con interesse il tuo racconto anche perchè sono molto attratta da narrativa in cui il tema centrale è la mente umana. La povera protagonista sente le voci ed ha delle amiche immaginarie (o erano le voci stesse che le erano amiche?) ed in questo sembra trovare conforto , poi invece tu rovesci tutto e le fai trasformare in ciò che renderanno la protagonista un' assassina. Io sono dalla parte di lei, comunque: un padre così non si può proprio concepire! Ho notato alcune ripetizioni qua e là ed almeno due refusi dei quali, se rileggi con calma la tua storia, ti accorgerai tu stessa. In bocca al lupo.
 
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NicoRobinSwan
view post Posted on 30/10/2012, 13:19




CITAZIONE (Temagiu1516 @ 30/10/2012, 12:50) 
Ciao, Nico Robin Swan, ho letto con interesse il tuo racconto anche perchè sono molto attratta da narrativa in cui il tema centrale è la mente umana. La povera protagonista sente le voci ed ha delle amiche immaginarie (o erano le voci stesse che le erano amiche?) ed in questo sembra trovare conforto , poi invece tu rovesci tutto e le fai trasformare in ciò che renderanno la protagonista un' assassina. Io sono dalla parte di lei, comunque: un padre così non si può proprio concepire! Ho notato alcune ripetizioni qua e là ed almeno due refusi dei quali, se rileggi con calma la tua storia, ti accorgerai tu stessa. In bocca al lupo.

Ciao!
Ti ringrazio per il commento! Si, le voci erano le amiche, le uniche che aveva!
Grazie mille, vedrò di correggere le ripetizioni :)
 
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RedRedemption
view post Posted on 30/10/2012, 13:19




Secondo me avresti dovuto lasciare più spazio alla descrizione della protagonista e del suo rapporto con le voci. E' la cosa che potenzialmente potrebbe inquietare di più, e che nel finale ha uno sbocco interessante con l'omicidio della madre - che non mi aspettavo, in effetti. Perciò direi questo, più descrizioni, anche perché così è un poco troppo veloce. Inoltre valuterei la possibilità di eliminare il flashback, o farlo riconoscere come tale solo alla fine del racconto, dato che così non mi convince molto e non mi sembra dia particolare risalto alla vicenda :0
Sullo stile nulla di particolare da segnalare.
 
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Lupoalfa
view post Posted on 30/10/2012, 15:33




Il racconto mi è piaciuto abbastanza. E' ben articolato e realistico con quella scure che fa giustizia del babbo che non merita questo titolo. In quanto alla mamma, dico solo "povera donna".
Bibina ti ha già fatto le bucce e a ragione, perché la forma lascia molto a desiderare.
In bocca al lupo per il concorso.
 
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wyjkz31
view post Posted on 30/10/2012, 18:09




C’è un bel crescendo di pazzia e brividi nel tuo racconto; l’omicidio della madre e il rifugiarsi fra le voci della protagonista sono una conclusione perfetta.
L’esposizione però non sempre mi ha coinvolto e lascia dei dubbi anche a me il fatto che il padre sia indifeso di fronte all’attacco della figlia.
Ti consiglierei di modificare il racconto seguendo le indicazioni che ti hanno già dato e che trovo tutte giustificate.
 
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NicoRobinSwan
view post Posted on 30/10/2012, 19:34




CITAZIONE (RedRedemption @ 30/10/2012, 13:19) 
Secondo me avresti dovuto lasciare più spazio alla descrizione della protagonista e del suo rapporto con le voci. E' la cosa che potenzialmente potrebbe inquietare di più, e che nel finale ha uno sbocco interessante con l'omicidio della madre - che non mi aspettavo, in effetti. Perciò direi questo, più descrizioni, anche perché così è un poco troppo veloce. Inoltre valuterei la possibilità di eliminare il flashback, o farlo riconoscere come tale solo alla fine del racconto, dato che così non mi convince molto e non mi sembra dia particolare risalto alla vicenda :0
Sullo stile nulla di particolare da segnalare.

Secondo te come dovrei far risaltare il flashback?
 
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Lavella
view post Posted on 30/10/2012, 19:49




La storia è carina ti segnalo alcune imperfezioni:
Quando aprii gli occhi mi ritrovai spaesata, ero dentro una stanza completamente bianca,tutto (manca spazio) al suo interno era incolore, di un neutro così profondo da far venire voglia di scappare. Ero sdraiata in un letto con i polsi legati,(no virgola) ed avevo una camicia da notte bianca che non ricordavo di possedere. Di fronte a me c'era una porta con una piccola finestra, da cui vedevo gli occhi di qualcuno che mi osservava. Non capivo cosa stesse accadendo, così (virgola)in preda al panico (virgola)iniziai a dimenarmi cercando di liberarmi usando tutta la forza che avevo. Purtroppo però questo non fece altro che attirare le attenzioni degli uomini che mi osservano al di là della stanza (del vetro). Entrarono, mi osservarono e scriverono (scrissero) su un blocchetto; avevano un camice bianco che mi fece immediatamente capire che erano medici e che mi trovavo in un ospedale.
"Perchè mi trovo qui?" chiesi loro, dimenandomi sempre di piu', ma non ottenni risposta.
"Cosa sta succedendo? Non potete farlo!" urlai, ma ancora nulla, venni completamente ignorata.
Dopo alcuni minuti uno di loro finalmente aprì bocca, ma disse agli altri due :"La paziente presenta nuovamente comportamenti violenti, la dose di Aripiprazolo è terminata, dobbiamo somministrargliene un'altra immediatamente.".
Le lacrime iniziarono a rigarmi il volto, mi avevano drogata e lo avrebbero fatto ancora; pensando a questo cominciai a singhiozzare.
Così il medico che aveva parlato poco prima mi guardò dritta (dritto) negli occhi, poi distolse lo sguardo e disse "Doppia dose di Aripiprazolo visti i comportamenti depressivi presentati dalla paziente.", (senza virgola) ed uscì dalla stanza. Improvvisamente però ricordai il motivo del mio ricovero...

Un giorno prima...

Tornai a casa felicissima, avevo preso nove in latino. Quando aprii la porta però trovai mia madre che mentre preparava il pranzo, (no virgola) piangeva per l'ennesima volta (come spesso accadeva); succedeva sempre così quando scopriva che papà aveva un' amante. Ormai non sapevo piu' cosa dirle, le avevo consigliato un sacco di volte di lasciarlo, ma lei non aveva un lavoro e lo amava ancora così tanto... Sapevo che appena sarebbe tornato ci avrebbe picchiate nuovamente, come faceva sempre quando io e mamma ci lamentavamo del suo comportamento. Così le dissi che questa volta ci avrei pensato io, che ci avrei protetto, permettendoci di sentirci finalmente libere.
Lei però mi sgridò, "Ma cosa ti passa per la testa? Non se ne parla nemmeno" mi aveva detto (togli mi aveva detto), ma io avevo già pensato a tutto.
Dopo questa piccola discussione era finalmente pronto il pranzo (da mangiare) , io e lei pranzammo sole, aspettando con ansia che arrivasse quell'uomo che chiamavo papà ma che non aveva nulla di un padre. Desideravo (Avevo desiderato) tanto essere coccolata, ricevere attenzioni, ma purtroppo non succedeva (era mai successo) mai: mio padre era sempre fuori per "lavoro" e mia madre era troppo impegnata a risolvere i suoi problemi con lui, così fui (ero stata costretta) costretta a crescere da sola. Per fortuna però c'erano le voci nella mia testa a farmi compagnia, mi dicevano cosa dovevo fare, come comportarmi, ed erano proprio loro che mi avevano consigliato come vendicarmi contro papà. Erano le mie uniche vere amiche, infatti io non parlavo con nessuno, mi fidavo solo delle voci nelle mia testa; ne avevo tante, ma quella a cui davo sempre ascolto era quella piu' affettuosa con me, mi diceva quanto tenesse a me e quanto non avessi bisogno di altro affetto. Le mie amiche però ogni tanto mi facevano arrabbiare perchè avendo tutte opinioni diverse, (no virgola) erano gelose del fatto che ascoltassi sempre la stessa. Mamma a volte mi sentiva urlare contro di loro mentre ero in camera, così (senza così) entrava dentro spaventata, (senza virgola) ma per fortuna non si preoccupava di queste mie amiche speciali. Mentre raccontavo alla mia migliore amica del voto preso in latino, sentii la porta di ingresso aprirsi. Era arrivato papà, così le mie voci iniziarono ad urlare, non capivo piu' nulla, gli urlai di fare silenzio, ma purtroppo non mi ascoltarono. Aspettai alcuni minuti per cercare di fare ordine nella mente, ma improvvisamente sentii mia madre che urlava. Mi feci forza, andai a controllare cosa stesse succedendo, mia madre era sdraiata per terra e mio padre la stava riempendo di pugni. Così corsi in cantina, presi un'ascia che lui usava per tagliare la legna, risalii in soggiorno ma mio padre non c'era piu'. Sul pavimento però c'era mia madre con un occhio nero. Iniziai ad urlare, volevo ucciderlo, dovevo ucciderlo. Andai a cercarlo in camera sua, era proprio lì, era una sensazione bellissima vederlo così indifeso, terrorizzato dall'odio che avevo negli occhi. Finalmente ero io (la più forte) quella ad essere potente. Chiusi a chiave la porta alle mie spalle, e (la virgola qui non dopo spalle) seguendo le istruzioni delle mie amiche, mi avvicinai a lui. Aveva un'espressione in volto che non gli avevo mai visto prima; purtroppo però la avevo sempre vista su di me e su mia madre. Mi avvicinai sempre di piu' e finalmente gli sferrai un colpo dritto sul petto. Lui si accasciò a terra, finalmente ce l'avevo fatta. Ero così felice che mi misi ad urlare. Dopo aver urlato a squarciagola lo abbracciai, in fondo era lui che mi aveva regalato questa grandissima emozione. Quando aprii la porta però vidi mia madre che purtroppo aveva un'espressione sconvolta in volto, io le raccontai tutto (sicura che sarebbe stata fiera di me) per vedere quanto sarebbe stata fiera di me. Ma non fu così, lei si mise ad urlare ininterrottamente, io non capivo perchè fosse così delusa: avevo semplicemente salvato le nostre vite. Lei però corse in soggiorno, prese il telefono è (e senza accento) chiamo (chiamò) un'ambulanza, mentre lo faceva io presi l'ascia ancora sporca del sangue di mio padre, corsi verso di lei e la colpii.
Non doveva farmi questo, ero stata sempre gentile con lei.
Era morta, erano tutti morti nella mia famiglia, ma non mi importava perchè non erano mai esistiti per me. Erano esistite solo le mie voci, e loro sì che erano fiere di me!

IN BOCCA AL LUPO!
 
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davide2283
view post Posted on 30/10/2012, 21:26




Ciao, sulle questioni grammaticali, essendo arrivato dopo Sonia, non posso aggiungere nient'altro che non ti abbia già fatto notare lei.
Per quanto riguarda la storia alla base del tuo racconto, non mi è dispiaciuta: apprezzo i racconti basati sulle malattie mentali. Però devo dire che il tuo racconto, probabilmente a causa dello stile in cui è scritto, non mi ha preso molto, non mi ha fatto provare i brividi che la storia avrebbe dovuto dare. Non si può dire che tu scriva male, però il tuo modo di scrivere mi lascia piuttosto indifferente, racconti i fatti ma senza coinvolgere, senza fornire quel pathos e quell'intensità che rendono un thriller tale. Forse dai il meglio in qualche altro genere un po' più soft, non so, non ho letto altro di tuo...giudico questo racconto, e su di esso la mia opinione è questa.
Ciao e in bocca al lupo!
 
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NicoRobinSwan
view post Posted on 30/10/2012, 21:38




CITAZIONE (davide2283 @ 30/10/2012, 21:26) 
Ciao, sulle questioni grammaticali, essendo arrivato dopo Sonia, non posso aggiungere nient'altro che non ti abbia già fatto notare lei.
Per quanto riguarda la storia alla base del tuo racconto, non mi è dispiaciuta: apprezzo i racconti basati sulle malattie mentali. Però devo dire che il tuo racconto, probabilmente a causa dello stile in cui è scritto, non mi ha preso molto, non mi ha fatto provare i brividi che la storia avrebbe dovuto dare. Non si può dire che tu scriva male, però il tuo modo di scrivere mi lascia piuttosto indifferente, racconti i fatti ma senza coinvolgere, senza fornire quel pathos e quell'intensità che rendono un thriller tale. Forse dai il meglio in qualche altro genere un po' più soft, non so, non ho letto altro di tuo...giudico questo racconto, e su di esso la mia opinione è questa.
Ciao e in bocca al lupo!

Ciao! Grazie per il commento, secondo te come potrei coinvolgere di piu' il lettore?
 
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davide2283
view post Posted on 30/10/2012, 22:24




CITAZIONE
Ciao! Grazie per il commento, secondo te come potrei coinvolgere di piu' il lettore?

Ci sono diversi modi: però secondo me la cosa migliore in questo genere è non dire proprio tutto, non spiattellare tutto in faccia al lettore. Le immagini, le sensazioni, vanno dosate, il lettore deve avere voglia di immedesimarsi in quello che succede. La tensione deve crescere man mano che il racconto va avanti, per poi sfociare nell'azione risolutiva o nella rivelazione che si era volutamente mantenuta nascosta.
Prendi ad esempio questo brano del tuo racconto:
CITAZIONE
Aspettai alcuni minuti per cercare di fare ordine nella mente, ma improvvisamente sentii mia madre che urlava. Mi feci forza, andai a controllare cosa stesse succedendo, mia madre era sdraiata per terra e mio padre la stava riempendo di pugni. Così corsi in cantina, presi un'ascia che lui usava per tagliare la legna, risalii in soggiorno ma mio padre non c'era piu'. Sul pavimento però c'era mia madre con un occhio nero. Iniziai ad urlare, volevo ucciderlo, dovevo ucciderlo. Andai a cercarlo in camera sua, era proprio lì, era una sensazione bellissima vederlo così indifeso, terrorizzato dall'odio che avevo negli occhi. Finalmente ero io quella ad essere potente. Chiusi a chiave la porta alle mie spalle, e seguendo le istruzioni delle mie amiche, mi avvicinai a lui.

Potenzialmente è molto bello. Però scritto così rende poco. Io lo modificherei così:

"Attesi alcuni minuti, nei quali provai a mettere ordine nella mia mente affollata. Le urla di mia madre, però, mi fecero trasalire. Appellandomi a tutte le mie forze andai verso di lei: la trovai lì, sdraiata per terra, con quel porco di mio padre che, sopra di lei, la stava riempiendo di botte.
Non ci pensai a lungo. Corsi in cantina, là dove teneva le asce che usava per tagliare la legna, e presi quella più grande che trovai. Una volta tornata in soggiorno però lui non c'era più. Aveva lasciato mia madre agonizzante sul pavimento, l'occhio pesto e del sangue che le colava copioso da entrambe le narici.
Urlai. Volevo ucciderlo.
Dovevo ucciderlo.
Passai davanti alla porta aperta della sua camera e lui era lì, come se niente fosse successo. Come se niente potesse succedergli.
Quando vide l'ascia nelle mie mani, vidi per la prima volta il terrore nei suoi occhi. Era una sensazione bellissima sentirlo così indifeso. Potevo persino annusare l'odore della sua paura, che aveva riempito la stanza.
Finalmente ero io quella potente.
Stavo lì, le nocche bianche da quanto stringevo l'arma. Fu allora che le sentii, erano loro, le mie amiche. Mi diedero coraggio. Mi fidavo di loro, non mi avevano mai tradito, così sollevai l'ascia sopra la testa e mi scagliai contro di lui."

Che dici?

Un altro suggerimento: il titolo. Il titolo è molto importante, deve far venire voglia al lettore di leggere il tuo racconto, ma senza svelargli troppo. Il tuo svela troppo. Io avrei optato per qualcosa del tipo "Le mie amiche" o qualcosa di simile, che possa fare da contrasto (apparentemente) col genere, ma che poi, dopo aver letto, il lettore dica: "Ah ecco cosa voleva dire il titolo!".
Inoltre taglierei la prima parte, quella in cui si risveglia in ospedale. Perchè non incentrarsi sul fatto che all'inizio le voci sono benevole, ma poi diventano sempre più violente, fino al massacro finale?
 
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NicoRobinSwan
view post Posted on 30/10/2012, 22:40




CITAZIONE (davide2283 @ 30/10/2012, 22:24) 
CITAZIONE
Ciao! Grazie per il commento, secondo te come potrei coinvolgere di piu' il lettore?

Ci sono diversi modi: però secondo me la cosa migliore in questo genere è non dire proprio tutto, non spiattellare tutto in faccia al lettore. Le immagini, le sensazioni, vanno dosate, il lettore deve avere voglia di immedesimarsi in quello che succede. La tensione deve crescere man mano che il racconto va avanti, per poi sfociare nell'azione risolutiva o nella rivelazione che si era volutamente mantenuta nascosta.
Prendi ad esempio questo brano del tuo racconto:
CITAZIONE
Aspettai alcuni minuti per cercare di fare ordine nella mente, ma improvvisamente sentii mia madre che urlava. Mi feci forza, andai a controllare cosa stesse succedendo, mia madre era sdraiata per terra e mio padre la stava riempendo di pugni. Così corsi in cantina, presi un'ascia che lui usava per tagliare la legna, risalii in soggiorno ma mio padre non c'era piu'. Sul pavimento però c'era mia madre con un occhio nero. Iniziai ad urlare, volevo ucciderlo, dovevo ucciderlo. Andai a cercarlo in camera sua, era proprio lì, era una sensazione bellissima vederlo così indifeso, terrorizzato dall'odio che avevo negli occhi. Finalmente ero io quella ad essere potente. Chiusi a chiave la porta alle mie spalle, e seguendo le istruzioni delle mie amiche, mi avvicinai a lui.

Potenzialmente è molto bello. Però scritto così rende poco. Io lo modificherei così:

"Attesi alcuni minuti, nei quali provai a mettere ordine nella mia mente affollata. Le urla di mia madre, però, mi fecero trasalire. Appellandomi a tutte le mie forze andai verso di lei: la trovai lì, sdraiata per terra, con quel porco di mio padre che, sopra di lei, la stava riempiendo di botte.
Non ci pensai a lungo. Corsi in cantina, là dove teneva le asce che usava per tagliare la legna, e presi quella più grande che trovai. Una volta tornata in soggiorno però lui non c'era più. Aveva lasciato mia madre agonizzante sul pavimento, l'occhio pesto e del sangue che le colava copioso da entrambe le narici.
Urlai. Volevo ucciderlo.
Dovevo ucciderlo.
Passai davanti alla porta aperta della sua camera e lui era lì, come se niente fosse successo. Come se niente potesse succedergli.
Quando vide l'ascia nelle mie mani, vidi per la prima volta il terrore nei suoi occhi. Era una sensazione bellissima sentirlo così indifeso. Potevo persino annusare l'odore della sua paura, che aveva riempito la stanza.
Finalmente ero io quella potente.
Stavo lì, le nocche bianche da quanto stringevo l'arma. Fu allora che le sentii, erano loro, le mie amiche. Mi diedero coraggio. Mi fidavo di loro, non mi avevano mai tradito, così sollevai l'ascia sopra la testa e mi scagliai contro di lui."

Che dici?

Un altro suggerimento: il titolo. Il titolo è molto importante, deve far venire voglia al lettore di leggere il tuo racconto, ma senza svelargli troppo. Il tuo svela troppo. Io avrei optato per qualcosa del tipo "Le mie amiche" o qualcosa di simile, che possa fare da contrasto (apparentemente) col genere, ma che poi, dopo aver letto, il lettore dica: "Ah ecco cosa voleva dire il titolo!".
Inoltre taglierei la prima parte, quella in cui si risveglia in ospedale. Perchè non incentrarsi sul fatto che all'inizio le voci sono benevole, ma poi diventano sempre più violente, fino al massacro finale?

Sai per caso se per completarlo ho tempo anche per tutta la giornata di domani?
 
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davide2283
view post Posted on 30/10/2012, 22:46




Credo di sì, ma penso che i moderatori siano più qualificati di me per rispondere a questa domanda.
Ehi, io ti ho dato dei suggerimenti, ma non copiare tutto eh, altrimenti ti chiedo i diritti di autore! Tra l'altro quel brano l'ho scritto di getto, quindi potrebbero anche esserci errori/ripetizioni/imprecisioni. Era solo per farti un esempio di quello che volevo dire.
 
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NicoRobinSwan
view post Posted on 30/10/2012, 22:50




CITAZIONE (davide2283 @ 30/10/2012, 22:46) 
Credo di sì, ma penso che i moderatori siano più qualificati di me per rispondere a questa domanda.
Ehi, io ti ho dato dei suggerimenti, ma non copiare tutto eh, altrimenti ti chiedo i diritti di autore! Tra l'altro quel brano l'ho scritto di getto, quindi potrebbero anche esserci errori/ripetizioni/imprecisioni. Era solo per farti un esempio di quello che volevo dire.

Si certo tranquillo, mica copio tutto! Però mi hai dato un'idea e mi hai fatto riflettere! Comunque il tuo racconto mi è piaciuto molto :)
 
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64 replies since 29/10/2012, 21:35   686 views
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