| Come già ho fatto la scorsa volta, anche in questo caso devo scusarmi per l'assenza. I motivi sono vari e forse non è il caso di elencarli; a ogni modo, dopo aver ricevuto il messaggio di Solenebbia mi sono deciso a dire la mia, costretto dalle circostanze. Confesso che avrei preferito semplicemente evitare, ma non potendo sarò franco.
Faccio una premessa: a mio parere, il mondo dell'editoria è in declino da ormai molti anni, in accordo col degrado culturale della popolazione. Ciò non significa necessariamente, o anzi, è del tutto antitetico al fatto che i libri e gli ebook si vendano ancora moltissimo: ciò che è calato è il livello qualitativo. Questo processo è iniziato prima della diffusione di internet, ma ha trovato in esso un'arma formidabile, purtroppo. Finché era complicato diffondere un certo tipo di materiale, occorreva necessariamente rivolgersi a un intermediario. Questo non significava automaticamente maggior qualità, ma di fatto portava a tale conclusione. Chi si fa carico di distribuire qualcosa, lo fa se ci crede, se la valuta degna. Non sempre invece ciò che l'autore ritiene degno lo è effettivamente. Per quanto mi riguarda, passare dal vaglio di un intermediario (un editore, nel caso della scrittura) è un passaggio fondamentale che deve essere recuperato. Qualcuno potrà dire che gli editori non sono sempre validi, ed è vero; ma anche questo è un effetto perverso di internet e della diffusione senza criterio di qualunque contenuto. Oggi tutti scrivono e tutti vogliono "condividere" (parola profonda e nobile che mi è diventata invece odiosa). Non è sbagliato farlo all'interno di una cerchia ristretta, come il parente che stampa poche copie delle sue poesie per farle leggere ai familiari, o gli amici che si passano i loro lavori, o ancora i membri che si scambiano opinioni in un circolo culturale. È però giusto estendere questa condivisione oltre, in modo indiscriminato? Secondo me non lo è.
Premessa lunga, ma doverosa, perché è qualcosa in cui credo e che vedo troppo spesso sottovalutare. Inoltre giustifica il resto del mio discorso, che vado tosto a proporvi.
Ho letto il racconto completo che è risultato dalla nostra staffetta. Ammetto che poteva andare peggio; però non è un buon prodotto editoriale. Se lo trovassi dentro una raccolta edita da una casa seria rimarrei insoddisfatto, così come sarei dispiaciuto se avessi pagato qualcosa per leggerlo. Allora perché dovrei desiderare condividerlo? L'attività in sé è stata carina, anche utile a mio parere. Il risultato è positivo perché ha consentito a tutti di mettersi alla prova su un testo di cui ciascuno non aveva il pieno controllo. Ognuno ha dovuto tentare di scrivere la propria parte tenendo conto di ciò che già c'era, cercando di uniformare lo stile quanto più possibile, restando fedele alla trama e ai personaggi. C'è poi stato un confronto, a cui, a dire il vero, io non ho partecipato molto, ma che reputo utile. Serve altro per parlare di esperienza positiva? Direi di no. L'idea dell'ebook come coronamento non mi trova d'accordo: un libro o un ebook si fanno se il prodotto è valido, e per sapere se è valido serve non solo l'opinione dell'autore, ma il parere esperto e autorevole di una persona non coinvolta.
A livello personale, mi spiace che la mia parte abbia generato confusione e al tempo stesso che sia stato raccolto ben poco di quello che avevo cercato di seminare. Ma voglio precisare che questo prescinde totalmente dal mio giudizio. Come avevo avuto già modo di dire, il bello della staffetta è che non sai mai come andrà avanti il racconto (a meno di essere l'ultimo a scrivere) e ciascuno è libero di interpretare come vuole ciò che già c'è.
Ciò detto, ci sono momenti in cui bisogna saper fare eccezioni e questo è uno di quei momenti. Non è questione di democrazia: in una situazione del genere penso comunque che occorrerebbe l'unanimità; e non si tratta nemmeno di un discorso legato alla portata limitata di quest'opera, dato che io ragiono spesso anche per principio. Il motivo è un altro, ma non voglio rivelarlo.
Perciò d'accordo, ebook sia. Chiedo soltanto di essere inserito con lo pseudonimo di Jophiel.
Doveroso, pur senza entrare nel dettaglio, dire che ci sono parti più valide e altre meno valide, com'è normale. Altrettanto giusto puntare i riflettori su una cosa che ha influito positivamente sulla mia decisione finale e che certamente alzerà molto il livello dell'ebook: la copertina. Davvero affascinante e appropriata. Congratulazioni vivissime all'autrice. Sono dannatamente serio.
Ebbene, ho scritto abbastanza. Spero perdonerete la mia seriosa antipatia: come avrete capito la diplomazia non è il mio forte. Preferisco comunque farmi malvolere dagli altri che da me stesso, quindi cerco di parlare con onestà.
Saluti.
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