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Bamboline - Linda Barbisan

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Linda2012
view post Posted on 24/9/2012, 15:16





BAMBOLINE

Federica scende le scale a passo leggero, Alessandra è già sotto il condominio, tutta incappucciata, che l’aspetta. Sono entrambe in tenuta da jogging, scarpini e tuta da ginnastica, fascia di pile sulla fronte e adesivo catarifrangente all’avambraccio: pronte per correre i soliti 45 minuti in una fredda mattinata di dicembre.
“Ciao Ale, scusa il ritardo!”
“Ciao, tranquilla, sono appena scesa! Che freddo oggi!”
“Sì, si gela, domani mi metto anche i guanti...”
Iniziano l’allenamento camminando a passo spedito, si allontanano dal loro condominio e si lasciano alle spalle una vecchia fabbrica chiusa; all’incrocio imboccano la via che le porta alla pista ciclabile, direzione Portogruaro: la percorrono tutte le mattine alle sei, tre km all’andata e tre al ritorno, così ben illuminata e con un marciapiede alto e spazioso.
Pian piano iniziano ad accelerare fino a correre a passo leggero: non sono due atlete, ma sono felici di aver scoperto questo metodo di rimettersi in forma insieme, senza spese. E’ inverno e non si arriva a zero gradi, il fiato congela appena esce dalla bocca, ma correre le fa sentire bene, sono felici, ridono e parlano per tutta la strada.

Io le guardo.
Abito lì vicino, in una casetta bianca accanto al loro condominio. Dalla finestra della mia camera le vedo quando escono la mattina presto, al buio, tutte intirizzite dall’aria fresca. Poi quando tornano sono calde, vedo il vapore sprigionato dai loro corpi. Le continuo a guardare quando rientrano nel portone e penso che le vorrei davvero, le vorrei proprio tanto.

“Ale! Cosa ti succede?”
Alessandra si è accasciata a terra in un attimo, senza un lamento. Federica si inginocchia accanto a lei:
“Ale ti prego, parlami!”

C’è una luce fioca che attraversa il buio quando Federica apre gli occhi. Lo fa lentamente, le palpebre sono pesanti, lo sforzo le costa molta fatica. Prova a muoversi: prima le dita, la mano, poi una gamba, il piede, ma i muscoli sono rigidi e i polsi le bruciano. La testa sembra trafitta da mille pugnali, il dolore è intenso e martellante.
Pian piano riesce a mettersi seduta, si guarda attorno: c’è Alessandra accanto a lei, stesa a terra, forse svenuta. Federica si avvicina strisciando e la scuote: la sua amica si lamenta piano, ancora a occhi chiusi, ma sprofonda di nuovo nell’incoscienza. Prova a capire dove si trova, a ricordare dov’era prima di finire lì per terra, in quel luogo buio e sconosciuto. Le sembra di trovarsi in una stanza, forse un garage, misero e senza finestre, con una piccolissima fenditura in alto, nella parete di fronte a lei: da lì proviene la luce debole che l’ha svegliata. Sono entrambe ancora vestite da jogging, anche se sporche di terra e con qualche sbucciatura nella maglia e nei pantaloni.
Ecco, stavano correndo, adesso si ricorda! Poi Alessandra è caduta a terra… e da lì il vuoto.
“Dove siamo? Mio Dio, Ale ti prego svegliati, cos’è successo? Dove ci troviamo?” Federica sussurra, prova a scuoterla, ma Alessandra non si muove. Si sfrega i polsi e le caviglie per riattivare la circolazione, poi sente un rumore.
Dei passi.
Un cigolio, una porta che si apre.
Il cuore si ferma, è impietrita dal terrore, ormai è sicura di essere stata rapita. La porta si apre piano, non l’aveva vista prima perché è dipinta di bianco, dello stesso colore del muro.
Entra qualcuno.
Un’ombra, una persona.
Gli occhi le si riempiono di lacrime, non sa cosa fare, cosa aspettarsi, come reagire. Può tentare di scappare? Può colpire il suo rapitore? E con cosa? Non si regge nemmeno in piedi!
L’ombra si avvicina lentamente, lei lo guarda in faccia tremante: è un ragazzino! Avrà tredici anni, forse quattordici, lo sguardo vivace, il viso gentile, le sorride: forse la vuole liberare!
“Ti prego aiutaci, non so dove siamo, mi sono svegliata qui, stesa a terra” il suo tono è una supplica, lo guarda negli occhi e il ragazzo le si avvicina, lentamente; piega piano la testa, come per osservarla meglio, poi carica e le sferra un calcio nello stomaco.
Non dice una parola, il volto imperturbabile. Federica respira a fatica, è piegata in due dal dolore, il viso quasi a contatto con il suolo freddo. Il terrore si è definitivamente impossessato di lei, piange e non riesce a fermarsi, singhiozza convulsamente. Alza lo sguardo e lo vede sopra di lei, con una siringa in mano, pronto a iniettarle qualcosa. Sente una puntura nel collo, un bruciore terribile e la sua voce che gli dice piano, in un orecchio: “Non volevo farti male, ma tu mi fai arrabbiare. Stai zitta e buona, sei mia adesso”.
Federica urla: apre la bocca in una smorfia di dolore misto a orrore, ma nessun suono esce dalla sua bocca, e in un attimo perde i sensi. Chiude gli occhi, la sua mente è vuota, nessun pensiero se non la paura di non svegliarsi più: crede di sognare già quando sente una voce flebile che giunge da lontano: “Mattia! Quante volte devo chiamarti? Sei sempre chiuso in quella cantina! Vuoi salire? E’ pronto il pranzo!”
“Arrivo, mamma, un attimo, finisco una cosa veloce!”

Sorrido mentre esco dalla cantina, le guardo ancora un attimo, le mie due bamboline, e chiudo la porta. Salgo veloce le scale per non farmi chiamare due volte, mamma si arrabbia se il pranzo si fredda. Però che successo oggi! Non posso che essere compiaciuto, ne ho prese addirittura due! Papà sarà così felice, così fiero di me.

Alessandra si sveglia piano, gli occhi pesanti e un odore terribile di alcool e medicinali nell’aria. La nausea la sorprende e un conato di vomito la scuote all’improvviso. Si pulisce la bocca con la mano, cos’è successo? Le lacrime le scendono dal viso, forse per l’agitazione, forse per il senso di nausea o perché non riesce a capire dove si trova. Alza appena la testa e già questo le costa uno sforzo immane: si concentra, chiama a raccolta le sue poche forze, respira profondamente e si mette seduta.
Ha freddo, è in una stanza chiusa, buia. Apre bene gli occhi e vede un tavolo in mezzo alla stanza, nella penombra, con sopra qualcosa.
Una persona, forse.
Sì, c’è qualcuno lì steso, immobile.
La paura le fa chiudere di nuovo gli occhi, non sa se avvicinarsi o meno.
Dove si trova, chi è quel corpo? E’ una persona viva? Poi si scuote, guarda meglio e nota i capelli castani, lunghi e lucenti di Federica, che sporgono fuori dal lettino. Si alza in piedi a fatica, appoggiandosi al muro. Le manca il fiato, ma riesce ad avvicinarsi pian piano alla sua amica: “Fede arrivo” dice con un filo di voce.
Federica è sopra il tavolo, immobile. E’ truccata, ben pettinata e ben vestita: ha un abito lungo, scollato, color avorio, e il suo colorito è così rosa.
“Fede svegliati, ti prego!”
Alessandra la scuote, ma l’amica non si sveglia, resta fredda e immobile. Allora avvicina l’orecchio alla sua bocca: non si sente niente, non respira! L’hanno uccisa, è morta! Poi vede qualcosa subito sotto il seno, un segno, forse un taglio. Apre il vestito con le mani ancora tremanti e resta impietrita: la cicatrice è lunghissima, dal seno all’inguine, molto evidente e molto chiara. Quasi come se non ci fosse più sangue nelle sue vene.
Cosa le hanno fatto? La prende tra le braccia e la sente così leggera… come una bambola di pezza…

“Ti sei svegliata, Alessandra? Pronta per diventare la mia bambolina bionda?” la guardo con un sorriso dolce, com’è carina! Dietro di me c’è mio padre: in mano ha tutto il necessario per togliere per bene il sangue, aprire lo sterno, sezionare uno a uno e poi togliere gli organi interni. Solo così resterà bella per sempre! Oh, lei sarà un vero capolavoro! Ormai siamo diventati bravi, ci siamo esercitati tanto con gli animali, però papà preferisce le ragazze: queste due sono state una bella sorpresa per lui, è così felice ed eccitato!
Peccato, però: avevo iniettato troppo poco anestetico alla mia bionda Alessandra, e questo vuol dire che sentirà male, poverina.
 
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davide2283
view post Posted on 24/9/2012, 16:07




Bel racconto, scritto piuttosto bene, inquietante e disturbante al punto giusto. Mi piace il fatto che hai alternato la narrazione in terza persona a dei brani in prima persona...ottimi per calarsi dentro la follia di questa strana famiglia di maniaci. Per i miei gusti, però, avrei mantenuto la narrazione in terza persona più "distaccata"...non mi piacciono i punti esclamativi quando si sta narrando in terza persona.

CITAZIONE
L’ombra si avvicina lentamente, lei lo guarda in faccia tremante: è un ragazzino! Avrà tredici anni, forse quattordici, lo sguardo vivace, il viso gentile, le sorride: forse la vuole liberare!

In questo caso, ad esempio, avrei separato le due cose, tipo così:

L’ombra si avvicina lentamente, lei lo guarda in faccia tremante.
E' un ragazzino.
Avrà tredici anni, forse quattordici, lo sguardo vivace, il viso gentile. Le sorride.
"Forse mi vuole liberare!" pensa Federica, un barlume di speranza negli occhi.

Anche dopo, quando dici:

CITAZIONE
Allora avvicina l’orecchio alla sua bocca: non si sente niente, non respira! L’hanno uccisa, è morta!

Avrei evitato i punti esclamativi, se proprio vuoi dare enfasi rendilo un pensiero del personaggio, così non si capisce bene lo stile della narrazione (imparziale vs partecipato).
Magari così:
Allora avvicina l'orecchio alla sua bocca. Non si sente niente.
Non respira.
E' morta.
L'hanno uccisa.

Occhio alla punteggiatura:

CITAZIONE
“Ti sei svegliata, Alessandra? Pronta per diventare la mia bambolina bionda?” la guardo con un sorriso dolce, com’è carina!

CITAZIONE
“Ti prego aiutaci, non so dove siamo, mi sono svegliata qui, stesa a terra” il suo tono è una supplica

In ogni caso complimenti, bella idea e bella realizzazione!
 
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Linda2012
view post Posted on 24/9/2012, 16:14




Grazie mille! Molto utili le tue osservazioni, io sono troppo enfatica quando scrivo - abbondo di punti di sospensione, punti esclamativi.... un disastro! :) Grazie ancora!!!
 
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justadream12
view post Posted on 24/9/2012, 16:45




Il tuo racconto mi ha davvero terrorizzata! La cosa che mi ha fatto più paura è stata la freddezza del ragazzino. Mamma mia!

A me piace il tuo modo enfatico che utilizza puntini di sospensione e punti esclamativi: anche io scrivo così. Però occorre limitarsi, perchè non sempre è corretto utilizzarli, come dice Davide2283.
Ti faccio i miei complimenti perchè non mi sembra ci siano errori importanti, a parte alcune volte la punteggiatura. Bravissima.
L'unica frase che non mi convince del tutto è quella finale:
CITAZIONE
e questo vuol dire che sentirà male, poverina.

: troppo dolce quel poverina.
 
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view post Posted on 24/9/2012, 22:18
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Però, proprio un bel brivido.
Mi è piaciuto molto il tuo brano.

Però ho notato che manca la spiegazione di come le ha portate in cantina,e di come lei alla fine non si fa scoprire mentre padre e figlio scendono in cantina.

Mancano probabilmente perchè altrimenti sarebbe risultato troppo lungo.

Comunque è veramente "brividoso" concedimelo.

:rolleyes:
 
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Linda2012
view post Posted on 25/9/2012, 06:42




Ciao, se noti prima si sveglia Federica e riceve il calcio, poi si riaddormenta e si sveglia Alessandra - e quando è la seconda a svegliarsi, per la prima è ormai troppo tardi! La vedono, è lei la seconda bambolina bionda - lo diventerà presto... Le spiegazioni del trasporto non le ho messe perchè loro si svegliano lì, non lo sanno come ci sono arrivate, mentre lui parla in prima persona, non avrebbe avuto senso raccontarselo da solo.
Trama un pò contorta - nata dal fatto che anch'io la mattina alle sei d'inverno vado a correre con la mia vicina di casa - ma spero di non incontrare mai nessuno!!!

per justadream12: Grazie mille per il tuo commento! Il "poverina" in verità dovrebbe essere ironico, ma forse non si capisce tanto - mi immagino lui con il ghigno che la guarda pregustandosi già le sue urla... terribile! Comunque è il mio primo racconto da brivido, forse l'ultimo! Il mio genere è più romanticone...
 
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alessandra s.
view post Posted on 25/9/2012, 11:13




Racconto molto ma molto bello!!! complimenti!!! non ho osservazioni in particolare da farti... potrebbe essere la trama di una puntata di Criminal Minds (che adoro!)... l'immagine del ragazzino psicopatico che si preoccupa di non fare arrabbiare la madre mentre tiene prigioniere due ragazze in cantina è a dir poco raccapricciante come anche il fatto di voler rendere fiero il padre in quel modo (raccapricciante in senso positivo ovviamente!). Un'altra cosa, quando Federica si è accorta che il rapitore è un ragazzino ho subito pensato a un film che ho visto da poco "Murata viva" in cui proprio un ragazzino rinchiude una giovane in una specie di grande cisterna per spingerla ad amarlo!!! A parte queste mie digressioni...ancora complimenti!!!
 
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francesca vernazza
view post Posted on 29/9/2012, 11:12




Questo racconto mette davvero paura complimenti!
In particolare a me è piaciuta molto l' idea che hai avuto di far narrare la storia in prima persona al ragazzino psicopatico così mette i brividi fino alla fine brava!!! :lol:
 
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justadream12
view post Posted on 29/9/2012, 21:40




Linda2012, ciao!
CITAZIONE
Il "poverina" in verità dovrebbe essere ironico, ma forse non si capisce tanto - mi immagino lui con il ghigno che la guarda pregustandosi già le sue urla... terribile! Comunque è il mio primo racconto da brivido, forse l'ultimo! Il mio genere è più romanticone...

Si, avevo capito che era ironico ma mi ha dato l'impressione che la frase non abbia sottolineato questo aspetto, molto azzeccato! Io avrei fatto risaltare quel "poverina" con più enfasi forse così:

e questo vuol dire che sentirà male...Poverina. o anche meglio di così. Non so se mi sono spiegata. Lo so che i puntini di sospensione non sono il massimo, ma non so come scriverla. Ne avete idea, voi?

Poi volevo dirti che faresti male a lasciare questo genere: secondo me ti riesce davvero bene! Capito?
 
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Linda2012
view post Posted on 1/10/2012, 15:22




Grazie mille!! Sai che mi stanno davvero intrigando i gialli?? Mi butto... :-)
 
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justadream12
view post Posted on 1/10/2012, 15:35




per ora è tra i miei preferiti! Buttati!
 
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sparmio
view post Posted on 3/10/2012, 23:33




Ciao Linda2012,

il tuo è un racconto a dir poco agghiacciante, fin troppo da brivido, almeno per i miei gusti. (magari sono io che ho il cuore debole :) )
Di solito a me non piace la violeza così estrema, gratuita, e senza che ci sia una ragione ben precisa in sottofondo. E' chiaro che le ragazze sono state uccise per diventare delle 'bambole', ma non si capisce perché padre e figlio hanno questa deviazione. Ma credo che il numero limitato di battute non ti abbia permesso di spiegarlo.
Comunque, considerando il tema di questo concorso, direi che ci sta :) E' scritto molto bene.

Però c'è sono delle contradizioni:
- non si capisce l'età delle ragazze ( si direbbe maggiorenni, sui 18 - 20 anni minimo, visto che vanno a fare jogging, da sole, alle 6 di una buia mattina di dicembre in una zona di periferia...)
- il ragazzo dice che suo padre sarà fiero di lui quando lo verrà a sapere. Questo implica che suo padre non ha rapito le ragazze. E se non è stato il padre, allora sarà stato il figlio, il quatordicenne.
- allora il lettore si domanda: è possibile che un quatordicenne possa tramortire e poi portare a casa, senza farsi vedere dalla madre, due ragazzotte (quasi adulte, oserei dire)?
Come ha fatto a portarle a casa queste due ragazzotte? Le ha trascinate una alla volta? Oppure ha usato la macchina di suo padre? (che magari non è ancora capace di guidare)
- e poi, non credi che queste due ragazze sarebbero troppo grosse, fisicamente, per essere le 'bambole' di un adolescente?
Forse dovresti descrivere quel ragazzo come un ventenne forzuto; così la storia sarebbe più realistica.

Comunque, una cosa è certa... è da brivido... Verso la fine mi sono sentito un po' nauseato.
Ciao!
:)
 
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trama83
view post Posted on 4/10/2012, 10:35




Ciao Linda, il tuo racconto mi e´piaciuto!
Le storie inquietanti che hanno come protagonisti dei pazzi squilibrati le apprezzo molto!
Non ho critiche particolari da muoverti; forse e´vero quello che dice sparmio (non avevo pensato all´impraticabilita´del rapimento per un ragazzino) ma trasformarlo in un ragazzo piu´grande farebbe perdere un po´di inquietudine al racconto, i bambini piu´sono piccoli piu´mi fan rabbrividire!
Brava!
 
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nunziadaquale
view post Posted on 5/10/2012, 10:41




Ciao Linda2012,
premetto che in genere le storie di efferati delitti non mi piacciono, però credo che tu abbia colto nel segno se il tuo intento era di suscitare orrore e disgusto. Trovo però anch'io molto inverosimile che un ragazzo così giovano abbia potuto portare a termi tutto da solo il rapimento delle due ragazze. Ci sono dei vuoti nella trama che andrebbero colmati.
 
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wyjkz31
view post Posted on 5/10/2012, 21:19




Il racconto mi è piaciuto davvero molto. La tensione è costante e i brividi non mancano di sicuro. Il ragazzino poi è deliziosamente perfido e quel “poverina” finale perfetto.

Anch'io mi chiedo come abbia fatto il ragazzino ad anestetizzare le due donne la prima volta e a trasportarle da solo fino in cantina e senza che nessuno l’abbia notato (nemmeno la mamma); in un racconto del genere è un'incongruenza su cui si può anche sorvolare ma non mi dispiacerebbe se trovassi una spiegazione accettabile.
Secondo me non è il caso di trasformare il ragazzino in un giovanotto perchè la storia diventerebbe meno agghiacciante.
 
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47 replies since 24/9/2012, 15:16   625 views
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