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4^ parte - wyjkz31

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wyjkz31
view post Posted on 8/8/2012, 20:13 by: wyjkz31




Non rispondo.
In realtà mi sto rendendo conto di non avere nessuna decisione da prendere; ho compiuto la mia scelta quando ho accettato di seguire Sam fino a qui, il resto è solo una catena di conseguenze.
Ascolto i sibili provenienti dalle profondità del pozzo; quei suoni sono vivi, sono malvagi, sono parassiti affamati in attesa di un nuovo ospite.
Mentre lotto per non farmi soggiogare dalla paura risvegliata da quei sibili, la mia mente è attraversata da desideri confusi e contrastanti.
Vorrei dimostrare, alle presenze mute all’interno delle absidi, di essere all’altezza dell’incarico che Sam mi ha affidato, anzi, di più, di essere la migliore fra quelli che mi hanno preceduto; vorrei fuggire lontano dal pozzo; vorrei non sentirmi così sola; vorrei avere di nuovo Sam al mio fianco.
«Cosa accadrà nell’Antro delle Anime Perdute?» chiedo con un filo di voce.
«Di preciso non lo so» ammette Daniel dopo un attimo di esitazione. «Le anime perdute non si interessano ad altre anime perdute. A suo tempo Sam mi disse che cercano di catturare le anime dei viventi, ma non volle raccontarmi cosa gli fosse accaduto all’interno dell’Antro.»
Il mio viso deve rispecchiare appieno il terrore che provo perché Daniel mi scruta con un’espressione incerta. Quando si avvicina non indietreggio: il bisogno di vicinanza con un altro essere umano è tanto forte da farmi quasi dimenticare la sua vera natura.
Inspira profondamente. «Hai un buon odore. Tre quarti di paura, un quarto di determinazione, e poi cosa… sì, una spruzzata di ambizione. Un cocktail ben riuscito, sei meno moscia di quel che sembri, piccola Yang.»
Mi sento molto più “moscia” di quel che vorrei, tanto che preferisco sedermi sui gradini mentre cerco di racimolare il coraggio necessario per scendere verso l’ignoto.
Daniel mi imita, si mette a giocare con il cellulare e commenta con noncuranza: «Ho l’impressione che le cose andranno per le lunghe. Chiamami quando sei pronta.»
Lascio vagare lo sguardo sul muro e immagino che Sam si trovi all’interno di una di quelle absidi e vegli su di me. Mi sembra di essere già un po’ più calma, ma il tempo continua a gocciolare lento senza che io riesca a decidermi.
«Evvai!» L’esclamazione di Daniel mi distrae dalle mie angosce.
«A cosa stai giocando?»
«Al miglior gioco mai inventato, piccola Yang.»
Gira il cellulare verso di me.
«Tetris?»
«Pensa, piccola Yang, pensa! Il genere umano che cerca di dare un senso alla propria esistenza, di mettere ordine nel caos dell’universo e ruota e sistema mattoncini sempre più velocemente sapendo che il suo sforzo non avrà mai fine e non avrà mai successo. E poi ci sono io. Io che approfitto della più piccola distrazione per far cadere, con un unico sapiente tocco, un unico piccolo mattoncino lontano dal punto voluto, compromettendo irreparabilmente l’esito del gioco. Game Over!»
Mi sorride felice, felice e malvagio come solo un demonio può essere.
«Andiamo, piccola Yang, non ha senso rimandare ciò che deve essere fatto, non trovi?»
Non so fare di meglio che seguirlo chiedendomi quanto possa fidarmi di lui: in realtà non ha mai promesso di aiutarmi, ha solo promesso di starmi accanto e questo può voler dire molte cose.
La torcia di Sam illumina appena i nostri passi nell’oscurità sempre più spessa e opprimente; il muro trasuda umidità e i gradini si fanno scivolosi.
Riesco a sentire il rumore dei battiti del mio cuore a cui fanno da contrappunto i sibili dell’Antro, insistenti e vicini.
Cerco di non pensare a cosa accadrà quando saremo arrivati e continuo, gradino dopo gradino, battito dopo battito, sibilo dopo sibilo, badando a non perdere di vista la sagoma di Daniel che si fa sempre più indistinta.


CITAZIONE
VERSIONE ORIGINALE
Non rispondo.
In realtà mi sto rendendo conto di non avere nessuna decisione da prendere; ho compiuto la mia scelta quando ho accettato di seguire Sam fino a qui, il resto è solo una catena di conseguenze.
Ascolto i sibili provenienti dalle profondità del pozzo; quei suoni sono vivi, sono malvagi, sono parassiti affamati in attesa di un nuovo ospite.
Mentre lotto per non farmi soggiogare completamente dalla paura risvegliata da quei sibili, la mia mente è attraversata da desideri confusi e contrastanti.
Vorrei dimostrare, alle presenze mute all’interno delle absidi, di essere all’altezza dell’incarico che Sam mi ha affidato, anzi, di più, di essere la migliore fra quelli che mi hanno preceduto; vorrei fuggire lontano dal pozzo; vorrei non sentirmi così disperatamente sola; vorrei avere di nuovo Sam al mio fianco.
«Cosa accadrà nell’Antro delle Anime Perdute?» chiedo con un filo di voce.
«Di preciso non lo so» ammette Daniel dopo un attimo di esitazione. «Le anime perdute non si interessano ad altre anime perdute. A suo tempo Sam mi disse che cercano di catturare le anime dei viventi, ma non volle raccontarmi cosa gli fosse accaduto all’interno dell’Antro.»
Il mio viso deve rispecchiare appieno il terrore che provo perché Daniel mi scruta con un’espressione incerta. Quando si avvicina non indietreggio: il bisogno di vicinanza con un altro essere umano è tanto forte da farmi quasi dimenticare la sua vera natura.
Inspira profondamente. «Hai un buon odore. Tre quarti di paura, un quarto di determinazione, e poi cosa… sì, una spruzzata di ambizione. Un cocktail ben riuscito, sei meno moscia di quel che sembri, piccola Yang.»
Mi sento molto più "moscia" di quel che vorrei, tanto che preferisco sedermi sui gradini mentre cerco di racimolare il coraggio necessario per scendere verso l’ignoto.
Daniel mi imita, si mette a giocare con il cellulare e commenta con noncuranza: «Ho l’impressione che le cose andranno per le lunghe. Chiamami quando sei pronta.»
Lascio vagare lo sguardo sul muro e immagino che Sam si trovi all’interno di una di quelle absidi e vegli su di me. Mi sembra di essere già un po’ più calma, ma il tempo continua a gocciolare lento senza che io riesca a decidermi.
«Evvai!» L’esclamazione di Daniel mi distrae dalle mie angosce.
«A cosa stai giocando?»
«Al miglior gioco mai inventato, piccola Yang.»
Gira il cellulare verso di me.
«Tetris?»
«Pensa, piccola Yang, pensa! Il genere umano che cerca di dare un senso alla propria esistenza, di mettere ordine nel caos dell’universo e ruota e sistema mattoncini sempre più velocemente sapendo perfettamente che il suo sforzo non avrà mai fine e non avrà mai successo. E poi ci sono io. Io che approfitto della più piccola distrazione per far cadere, con un unico sapiente tocco, un unico piccolo mattoncino lontano dal punto voluto, compromettendo irreparabilmente l’esito del gioco. Game Over!»
Mi sorride felice, felice e malvagio come solo un demonio può essere.
«Andiamo, piccola Yang, non ha senso rimandare ciò che deve essere fatto, non trovi?»
Non so fare di meglio che seguirlo chiedendomi quanto possa fidarmi di lui: in realtà non ha mai promesso di aiutarmi, ha solo promesso di starmi accanto e questo può voler dire molte cose.
Scendiamo lentamente, la torcia di Sam illumina appena i nostri passi nell’oscurità sempre più spessa e opprimente, il muro trasuda umidità e i gradini si fanno scivolosi. Sento distintamente il rumore dei battiti del mio cuore mischiato ai sibili che si sono fatti più insistenti e vicini.
Cerco di non pensare a cosa accadrà quando saremo finalmente arrivati e continuo, gradino dopo gradino, battito dopo battito, sibilo dopo sibilo, badando a non perdere di vista la sagoma di Daniel che si fa sempre più indistinta.



Edited by wyjkz31 - 14/8/2012, 21:18
 
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