Abaluth - Scrivere, leggere, arte e cultura

“maison de grand père” isabella galeotti

« Older   Newer »
  Share  
caterina.russo
view post Posted on 3/9/2012, 11:00




Il tema dell'amore verso i nonni è molto tenero ma hai dato più importanza ai fratelli.
Ecco mi piacerebbe approfondissi la personalità di questo nonno burbero e affettuoso.
Inoltre il finale non mi convince, troppo precipitoso. I fratelli, soprattutto quello col vizio del poker, immagino debbano lottare di più.
Infine, non mi convince la scelta del presente, che poi mette in difficoltà sul condizionale... ma questo è un mio gusto personale quindi non ci badare molto.
Con qualche ritocco può davvero essere un bel racconto!
 
Top
kjmon
view post Posted on 3/9/2012, 20:01




Purtroppo devo dirti che il tuo racconto non mi ha coinvolto più di tanto e provo a spiegarti il perché. Più che un racconto mi è sembrato una successione di fatti piuttosto “freddi”: viene solo accennato l'affetto di Gioia per quel luogo ma non approfondito (potresti, per esempio, aggiungere un episodio significativo della sua infanzia alla maison); inoltre concordo con chi dice che la resa dei fratelli è un po' troppo veloce, non è molto credibile.
Ho apprezzato invece il sentimento d'amore per la terra a la casa ma soprattutto la voglia di rivincita di una donna che decide di prendere in mano la propria vita!!

In bocca al lupo!
 
Top
Linda2012
view post Posted on 4/9/2012, 07:33




L'amore che hai descritto è molto particolare, mi è piaciuto, anche se la storia a volte fa fatica a decollare - la protagonista però è descritta molto bene! A parte la punteggiatura da sistemare un pò, anche per me la parte che stenta un pò a prendere forma è quella Gioia in cui cerca di convincere i suoi fratelli - per il resto bello, complimenti!
 
Top
Diana Ecilef
view post Posted on 4/9/2012, 15:59




Molto bella l'idea: una lotta per mantenere un luogo pieno di ricordi! Sono d'accordo, però, con altri quando dicono che la resa dei fratelli è stata troppo facile! Dovrebbero lottare un po' di più, in fin dei conti hanno già deciso di vendere, hanno bisogno dei soldi! Anche messi davanti a oggetti cari dell'infanzia dovrebbero impiegare più tempo a cambiare la loro opinione!
Comunque il racconto è buono! Brava!
 
Top
marcosanti74
view post Posted on 5/9/2012, 22:17




Ciao Solenebbia,
che bello il tuo racconto, così delicato e appagante da riempirmi la testa di belle immagini.
L'amore, per l'amore ricevuto e riaffiorato nei ricordi del passato, questo è un gran bel punto di vista.
Quando Gerard ha raggiunto Gioia…mi veniva da piangere:)
Mi è piaciuto molto, brava.
Complimenti e in bocca al lupo
 
Top
view post Posted on 6/9/2012, 21:55
Avatar

Member

Group:
Member
Posts:
405

Status:


@ Caterina, ma senza dubbio lo sviluppo del racconto avrebbe avuto molti sbocchi verso il nonno e avrei potuto approfondire le caratteristiche dei vari fratelli, con le loro debolezze e le loro forze. Non l'ho fatto altrimenti sarebbe stato troppo lungo.
@Kjmon Accetto volentieri il tuo giudizio. " Fatti freddi", Certo è inverno :P c'e' la neve :D . Scherzo, mi sono permesse una battuta.
I fatti di questa storia, sono come tante altre storie di famiglie quando si trovano di fronte ad una, eredità. Vendere o non vendere?
Probabilmente avrei dovuto dare più impeto e più aggressivita, ma non volevo descrivere una famiglia litigiosa e astiosa, ma riflessiva e pacata, nonostante il carattere particolare di alcuni fratelli.
@Linda Ringrazio anche te .
@Diana Non volevo alterare troppo il racconto inserendo troppi litigi, ma volevo mantenere un atmosfera pacata, nonostante l'argomento fosse molto importante.
I ricordi.
@Marco Che dire....grazie.
 
Top
view post Posted on 19/9/2012, 21:11
Avatar

Fabrizia

Group:
Administrator
Posts:
862

Status:


Qui di suggerimenti ce ne sono un po'... :D
Prova a rileggerlo così:

Stamattina si è svegliata presto.
Un misto di ansia e felicità ha mosso i suoi gesti.
Ha fatto il caffè. Per sbaglio ha versato un po’ di zucchero nel lavandino, non le è importato.
Il giornale è sul tavolo e, quando si gira per leggerlo, alza gli occhi verso la finestra e vede la neve.
Si avvicina al vetro. Una pioggia gelata cade sulla vigna e sul giardino.
Non riesce a smettere di osservare. In un istante qualcosa comincia a sciogliersi dentro di lei. L’agitazione e la confusione di poco prima diventano razionalità.
Sta vivendo quel luogo con gli occhi di una donna matura.
Nella stanza a fianco un tonfo la fa sussultare, a lei non interessa.
In questo momento sta prendendo una decisione. La sua scelta porterà dei cambiamenti nella vita di molte persone, anche nella sua.
Gioia è felice di essere lì. Di poter assaporare quel caffè in quel luogo, con quel tempo.
Suo nonno le ha insegnato che bisogna tornare nel luogo da cui si è partiti.
Il fracasso dell’altro locale si acquieta. Gioia trascina la pesante sedia e la pone accanto alla finestra. Il freddo della stanza le fa accompagnare con un gesto lento, preciso, il lembo del pigiama di flanella vicino alla gola. Il quotidiano con le notizie fresche non le interessa più. Con la tazza bollente tra le mani, ora vuole ammirare il panorama. I suoi fratelli hanno deciso di vendere la casa dei nonni. All’inizio anche lei era d’accordo. Venderla e dividere il malloppo.
Così aveva proposto Paul. Lui questa casa la odia. Lui in questi campi non ha corso. Lui sotto quel pergolato non ha mai lasciato la scacchiera del nonno, con una partita ancora da terminare.
Gerard, il farfallone, non sopportava il nonno per il suo carattere austero e dittatoriale. Questo carattere però ha portato a far nascere una delle più fiorenti Cave dell’alta Bourgogne, la sua cantina, di cui andava fiero.
Anche Hugo non può capire.
Arriva Michel e borbotta: «Gioia, è arrivato Monsieur Dourant per la firma.»
Lei è assorta nei ricordi.
«Gioia!» sollecita il fratello.
«Sì. Ho capito. Non voglio però essere la prima a imbrattare il foglio della condanna. Passa dagli altri» ribatte lei.
Più le ore scorrono sulla vecchia pendola e più Gioia si convince della decisione presa.
È stanca di acconsentire sempre al volere di altri, in special modo dei suoi beneamati fratelli.
Hanno sempre deciso loro. Sia per la vigna, venduta ai Bonnet, sia per la conversione dello Chateaux de Vault de Lugny in resort. Poi l’hanno iscritta a giurisprudenza e fatto frequentare quel bravo ragazzo di Nicolas, il figlio del notaio.
La donna sussurra per la prima volta: «Basta. Lotterò per non vendere.»
Si accomoda meglio sulla sedia e ricorda quando con il nonno giocava sull’aia e quando la portava con il trattorino nelle vigne, per tastare gli acini e vedere i tralci.
Getta poi uno sguardo alla porta che conduce in cantina.
Sorride. Rammenta che la chiamava sempre, quando andava nelle Cave, ma lei non scendeva.
Non sopportava l’ odore acre e aveva paura delle grandi botti che, austere, occupavano quasi tutto lo spazio.
Apre il cassetto dei cavatappi. Le sembra ancora di sentire la sua voce che, dopo aver assaggiato la prima sorsata di vino, diceva: «Mmh... Ottimo! Per avere un vino buono, bisogna usare un tappo eccellente.»
Una lacrima ribelle le scorre velocemente sul viso.
Si alza e decide di vestirsi e di darsi una lavata. Deve essere in ordine quando ritornerà Monsieur Dourant e, davanti a tutta la famiglia, porterà alla luce tutti i valori che racchiude questo luogo.
Ora deve solamente pianificare una difesa inattaccabile. È avvocato, sa cosa deve fare.
Dopo una lavata al viso, con acqua gelata, prende dal trolley il dolcevita blu, i jeans e gli stivali.
Il vecchio specchio posto sopra il comò la ritrae radiosa.
Per finire un trucco leggero. I suoi occhioni castani già esprimono vitalità.
Ora si dirige verso lo studio del nonno e prende l’album di famiglia, poi preleva dei soprammobili di pietra dal camino, velocemente si sposta in veranda e afferra la scacchiera di onice. Porta tutto in cucina, e per finire va nel fienile e prende la bicicletta del nonno.
La stanza adesso è satura di ricordi. La donna aspetta pazientemente le sue prede.
«Gioia, abbiamo firmato, manchi solo tu» grida Hugo entrando in cucina.
A grappolo arrivano tutti: Michel con il suo carattere cupo, Hugo con la sua chiacchiera, Gerard con il suo naso da mazza da golf, Adrien con la sua aria da strafottente, Paul con la sua zoppia. Per ultimo Monsieur Dourant.
«Sapete che c’è?» dice grintosa Gioia, alzandosi dalla sedia.
Tutti la guardano attoniti. Non si era mai rivolta così a loro.
«Non firmo» riprende senza fiato, e con le gote rosse.
Nota tra i suoi uomini dei sorrisi ironici.
«Ora vi dico il perché, sedetevi e rilassatevi. Vi ruberò una manciata di minuti, quelli che voi non volete dedicare a questa delicata faccenda.» Deglutisce e si schiarisce la voce.
Il suo pubblico è attonito.
«Il nonno ha dedicato a questo luogo la maggior parte della sua vita; guardate questo album di foto.»
Fa scorrere l’album nelle loro mani indicando il trattore, i contadini, il raccolto, la vendemmia.
«Lui con la nonna ci ha cresciuto, annullando il rischio di finire in un orfanotrofio, dopo che i nostri genitori erano morti nell’incendio della vecchia vigna. Guardate i nostri primi lavoretti creati con il cuore per loro. Questo è il tuo pupazzo di pietra Adrien. Ti ricordi quando lo hai dato al nonno? Cosa hai provato in quel momento? E tu, Gerard, con tutte le tue scappatelle, lui ti ha sempre difeso: la nonna non ha mai saputo nulla di Nadine... Rammenti? Per non parlare di Paul; caro Paul, ora non ti fai più problemi per quella gamba che con il resto del corpo piombò a terra dall’albero di ciliegie.»
Riprende fiato, si avvicina alternativamente a tutti quegli uomini che vogliono cancellare il loro passato solo per fare quattrini.
«Ricordi, Paul, come lui ti ha coccolato, come ti ha spronato, perché conducessi una vita normale? Lui ti ha insegnato a essere te stesso nonostante il tuo handicap. Guardate quella bicicletta. Quante volte vi siete seduti sulla canna? Quante volte avete percorso i sentieri impolverati dei vigneti? Certo, io qui ho passato quasi tutta la mia vita, voi avete iniziato a volare presto fuori del nido.»
Un attimo di pausa, calcolata, per dar modo a loro di riflettere e a lei di bere un sorso d’acqua.
«In tutti questi anni non ci avevi mai risposto in questa maniera. Noi ti abbiamo sempre protetto.
Non ci puoi tradire proprio ora, manca solo la tua firma. Non puoi aggrapparti a dei ricordi.
Non ostacolarci e firma» risponde agguerrito Adrien.
«Adrien, pensi che non sappia che tua moglie ha chiesto il divorzio, e che vuole una vagonata di soldi? Pensi che non sappia della tua brutta malattia per il poker? Tutti loro ti stanno coprendo, come sempre, ma ora basta. Questo casa non si vende.» Gioia indica i fratelli e con ancora più cipiglio ribadisce: «Non avrete mai la mia firma!»
Adrien si alza, apre la porta e sbattendola esce sotto la neve e raggiunge la sua auto.
Paul, dopo aver deglutito la schiettezza e la realtà di Gioia, per smorzare quel momento così concitato, domanda: «Dimmi una cosa. Perché hai portato la scacchiera del nonno?»
«Questo è un mio ricordo, qui c’è la prova che la partita non è ancora finita. Questa volta non farò la solita parte della sorellina ebete, questa volta dico no!» Gioia si alza, volta le spalle a tutti, ed esce nella neve a fumare una sigaretta.
«Monsieur Dourant, forse è meglio che rimandiamo tutto a domani, vedrà che passata la notte Gioia cambierà idea e firmerà» suggerisce Hugo.
«Scusami, Hugo, ma non firmerò neppure io» incalza immediatamente Gerard.
«Forse Gioia ha ragione» ribatte Michel. «Il nostro sangue e le nostre radici sono in questo luogo. Non voglio investire i soldi in un altro loft cittadino, freddo e senz’anima.» Gerard esce e la trova china e avvolta nel suo morbido cappotto color pesca, le volta il viso verso di lui e le dice a bassa voce: «Ti voglio bene piccolo passerotto, sei stata brava, hai fatto riaffiorare in me emozioni che avevo seppellito, mi hai fatto capire che qui c’è la nostra vita, e i ricordi non si vendono per quattro soldi.» Dopo un momento rientrano in cucina e Gerard ribadisce sempre più convinto: «Gioia ha ragione, qui c’è il nostro passato, le nostre esperienze, le nostre emozioni, lasciamo ancora aperta questa partita.» Senza dar modo di replicare si ritira in camera sua.
La cucina è satura di tensione. Gioia ha lasciato brusio e agitazione, anche lei si è ritirata nella sua stanza. È frastornata, non vuole tradire la fiducia della sua famiglia, ma questa volta devono capire che questo luogo è e sarà sempre il loro rifugio. Alla fine è certa che il giorno dopo e tutti quelli a venire i suoi fratelli le porteranno rispetto, e tutte le domeniche si ritroveranno nella “maison de grand père”, nella bassa Bourgogne.

:)


 
Top
view post Posted on 19/9/2012, 21:35
Avatar

Member

Group:
Member
Posts:
405

Status:


FANTASTICO, hai fatto un miracolo.
Ho visto la punteggiatura e gli " a capo" perfetti.
Fra tutti i racconti che ho scritto questo era il mio preferito anche se scritto come sappiamo, non molto bene.
Ora revisionato è sublime. :D :D :D

Ti devo ringraziare per la pazienza e il tempo che hai dedicato a questo brano.

 
Top
Nauthiz7
view post Posted on 19/9/2012, 22:06




Sì, è davvero sublime. Una delle ambientazioni più belle
 
Top
view post Posted on 20/9/2012, 13:24
Avatar

Fabrizia

Group:
Administrator
Posts:
862

Status:


@solenebbia: Sono contenta che tu sia soddisfatta della revisione! :) :) :)


 
Top
39 replies since 20/7/2012, 23:35   469 views
  Share