Esterella |
|
| Gran bella prova. Riesci a coinvolgere il lettore , portandolo nell'auto col protagonista, rendendolo partecipe delle sue angosce, della sua solitudine al punto che viene quasi voglia di abbracciarlo quel ragazzo lì. CITAZIONE (vivonic @ 17/7/2012, 01:06) ... ormai ero vicino al luogo del ritorno, a quella che però sentivo sempre meno casa mia dato che non c’era nessuno ad aspettarmi, niente a motivarmi, solo il pensiero, in genere, che presto avremmo avuto a disposizione un altro fine settimana da passare insieme in qualche posto meraviglioso. La nebbia nascondeva tutto: ero davvero solo. Erano sparite le tue risate, la nostra giornata al mare poche ore prima, le nostre portate al ristorante accompagnate da buon vino, la notte insieme a dormire abbracciati: c’era solo una nebbia feroce attorno a me, e già i ricordi dei due giorni precedenti erano stati riposti in qualche angolo del mio cervello e catalogati come passati. Quanta solitudine e quanta nostalgia.
L’aria era fredda, pungente, ma la nebbia era così morbida che per un attimo, nonostante la velocità della mia vettura, mi sembrò di accarezzare le tue mani. Era così soffice che sembrava di poterla afferrare, proprio come lo sono sempre state le tue dita e i tuoi palmi quando li portavo teneramente alla bocca, quasi adorandoti.
Che bella descrizione, colma di tenerezza e amore
L'unico mio dubbio era la storia del cellulare, che all'inizio appare ingarbugliata ma poi rivela la triste realtà.
Condivido l'uso che fai della parola Chrònos ed ebdomadario fanno parte del flusso di pensiero del protagonista, kilometri non mi convince molto, anche se sarà corretto.
: “Andiamo al bar e ti racconto tutto”, poi il ricordo si confonde completamente e non capisco più chi è Andrea, perché lo frequenti da un mese, perché non mi dici più che mi ami, perché paghi il conto del bar e mi lasci seduto a fissarti mentre ti allontani, e perché il sedile accanto a me è vuoto quando mancano ancora quaranta minuti prima di doverti riaccompagnare a casa per imboccare l’autostrada. La parte finale la vedo come un film e immagino quell'uomo smarrito, che è stato tradito e ha perso l'amore. È di una tenerezza infinitaMolto bravo Nic.
|
| |