alessandra s. |
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| La storia è interessante e ben strutturata. I tuoi personaggi mi sono piaciuti e ti dico il perché… il personaggio di Hanna mi ha colpito per la sua ambiguità; all’inizio mi sarei schierata dalla sua parte, mentre alla fine al posto di Lukas l’avrei trafitta con la freccia…=) Wolfang mi ricorda un po’ Geoffrey Baratheon/Lannister de Il trono di Spade, arrogante e arrivista alla massima potenza, odioso, ma che almeno ottiene la giusta punizione. A tenere alta la bandiera dell’amore è sicuramente Lukas, che fino alla fine ama non solo Hanna, risparmiandole la vita, ma soprattutto i bambini, non suoi di sangue, ma che ama come solo un padre può fare e lo si capisce in quelle poche righe, perciò complimenti per aver trasmesso questo sentimento in modo così conciso. Anche se forse avresti potuto mostrare una riluttanza di Lukas nel lasciare che Hanna si concedesse a Wolfang all’inizio. L’unico appunto “stilistico” che mi sento di farti riguarda proprio questo, forse sarebbe stato bello arricchire la narrazione con qualche considerazione di Lukas e non limitare tutto all’azione.
Per voler essere super pignola ti segnalo 3 cose: 1 lo ius primae noctis è un falso storico. Non esistono documentazioni certe su questa usanza, ma molto probabilmente è una di quelle leggende messe in circolo negli anni successivi al Medio Evo per ribadirne la decadenza non solo culturale ma anche morale ( ho sostenuto un esame di storia medievale e quando ho letto l’inizio, mi sono subito tornate alla mente le parole del mio insegnante…) 2 “venivano su pensieri profondi.”, sinceramente non so se in italiano sia corretta come espressione, però a mio avviso suona male 3 “si era presa iniziative”, meglio usare il verbo avere e metterla in forma attiva.
Comunque ribadisco di aver apprezzato idea e personaggi. =)
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