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Lettera raccomandata senza ritorno - Egizia Venturi

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Esterella
view post Posted on 23/7/2012, 17:53




Piaciuta questa lettera d'addio, carica d'amore, di rancore, di lunghi anni anni di sofferenza ad aspettare un cambiamento che non c'è stato e lei arriva a prendere la drastica decisione. Si i toni non sono aspri come ci si aspetterebbe, ma se pur nella loro pacatezza riescono a essere incisivi.

<. Tu sai di che cosa parlo: se con te stesso farai finta di non capire, o se ti si dovessero aprire squarci di verità di cui non hai mai voluto prendere atto... non arrivare alla fine di questo scritto, fa lo stesso, intanto ti assolveresti comunque, tu ti sei sempre assolto.

Qui si sente la forza della donna ,anche con un velo di ironia.


Ti incensi tuttora per non essere mai sceso a compromessi, e mi hai imposto tua madre per tutta la vita, facendo finta che il problema non esistesse. Il male che ci ha fatto non te lo racconterò, non sei in grado di reggerlo. Ma se siamo arrivati qui, lei può veramente cantare la sua demenziale vittoria.

Anche qui non va tanto per il sottile. ( il male ci ha fatto) intendi a loro due marito e moglie o comprende anche i figli'

Non sono mai cosi sola come quando sono con te.
Brava! Questa frase breve dice tutto.

Voglio un uomo che torni a casa perché ha voglia di me.
Racconto piaciuto anche se io avrei preferito che gliele dicesse a voce e poi andasse via sbattendo la porta.

In bocca al lupo.
 
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Apollonia Lupinacci
view post Posted on 25/7/2012, 15:23




Sicuramente è una lettera intensa, che rispecchia bene come la protagonista abbia trascorso anni duri e ricchi di incomprensioni. Nella realtà, però, ritengo non sia giusto nascondersi in una lettera. In amore non c'è mai nessuno che ha totalmente ragione o torto. Per me bisogna sempre dare la possibilità all'altro di ribattere. E se non si fa, è perché si ha paura che il proprio castello di convinzioni crolli miseramente e che ci si renda conto che a sbagliare si è stati in due.
 
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pleiadi
view post Posted on 25/7/2012, 15:52




A sbagliare si è sempre in due, e una separazione credo sancisca sempre un fallimento. Ma è evidente che la lettera è un espediente "letterario" che non può che sintetizzare una serie di tentativi, o presunti tali, che non sono andati a buon fine. Io ho cercato di darne il senso, richiamando alla memoria del destinatario alcuni "passaggi", in modo che fossero chiari anche per il lettore. Quanto ad esserci riuscita... questo è un altro discorso!
 
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Diana Ecilef
view post Posted on 26/7/2012, 21:18




Il testo mi è piaciuto molto perché porta con se tanta emozione.
Una lettera d'addio piena di tristezza e rassegnazione, un passaggio obbligatorio per allontanarsi da questa brutta situazione, una relazione che non funziona da tempo, e per andare verso una nuova direzione.
Solo una cosa: "le promesse non mantenute, le bugie infantili, il disinteresse per mio essere persona, l’indifferenza per il mio essere donna."
Credo che durande la prima correzione ti sia scappato l'articolo "per il mio essere persona".
 
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pleiadi
view post Posted on 26/7/2012, 21:28




Sì, grazie!
 
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kjmon
view post Posted on 1/8/2012, 18:58




Interessante il tuo racconto, anzi lettera! Attraverso le parole di questa donna hai mostrato tutta la frustrazione di una donna che si accorge di aver buttato via un pezzo di vita per un uomo che non se lo meritava. Ho apprezzato la mancanza di rabbia e di odio: dopo infinite delusioni non ha più la forza e la voglia di provare emozioni forti per lui.
Ho solo un appunto: prima scrivi "Mi hai detto che la tua ultima storia è finita per “problemi di ordine pratico”, quindi il marito non fa mistero dei propri tradimenti giusto? Però poi aggiungi: "Ogni volta che ti vedo metter su la pantomima del convegno con il borsone dei libri, avanti e indietro, hai un'aria patetica e, stranamente, perdente."
Quindi, se ho capito bene, lui finge impegni di lavoro per incontrare l'amante. Ma perché mentire se la moglie sa tutto?
In bocca al lupo!!
 
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pleiadi
view post Posted on 1/8/2012, 21:49




@kjmon Secondo me, chi mente una volta lo fa altre volte: può dire di aver chiuso una storia per il quieto vivere, e poi continuarla. Oppure tornare a tradire con altre persone. Ma in questa lettera forse volevo metterci troppe cose, compreso il lungo periodo in cui queste cose avvengono. Insomma. ho fatto un tentativo, che per la verità non mi convince neppure troppo, però non ho saputo fare di meglio! Comunque grazie per l'attenzione. Ciao!
 
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caterina.russo
view post Posted on 13/8/2012, 17:15




Da lettrice questo è il tipo di racconto che preferisco,quando il protagonista parla dei propri sentimenti che sia sotto forma di diario o di lettera, è una mia preferenza personale.
Ben scritto, chiaro nel racconto di una vita di delusioni, in cui secondo me molte donne possono immedesimarsi.
Non ho sentito la mancanza della rabbia,anzi proprio la sua mancanza è una dimostrazione della rassegnazione che ha portato alla decisione finale.
Infine la questione "donna/delle pulizie" non si pone. Anche senza il "delle pulizie" si capisce bene cosa intende la protagonista.
Complimenti e in bocca al lupo
 
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alessandra s.
view post Posted on 19/8/2012, 16:44




Un po’ tortuoso in alcuni passaggi, ma nel complesso ben realizzato. Non posso dire né che mi sia piaciuto né tantomeno che non l’abbia apprezzato, forse è semplicemente un po’ troppo lontano da me perché possa farmi coinvolgere. Ammetto di essere in difficoltà, perciò più che un commento qualitativo mi limito a considerazioni stilistiche. Lo stratagemma della lettera funziona e forse si poteva conservare la prima persona anche per l’incipit e l’epilogo, dando così ancora più forza alla voce della protagonista.
 
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Dorylis
view post Posted on 20/8/2012, 11:53




Direi che quello della lettera sia un ottimo espediente letterario e che ci si aspetti che sia 'senza ritorno': mi piace l'idea della scelta definitiva e illustrare le cause non può che rafforzarne l'immagine (ho apprezzato moltissimo il fatto che le lasci 'velate', non entri mai completamente nel vivo della questione e lasci al lettore la possibilità di visualizzare con la mente come si sono svolte realmente le cose). Una donna rassegnata, consapevole di aver vissuto la vita di un'ombra: non c'è rabbia, solo delusione e tristezza per non aver avuto il coraggio di fare questa scelta prima.
Scritto bene, non trovo nulla da obiettare, forse avrei evitato la parte che stampa dal computer e l'avrei specificato alla fine. Complimenti :)
 
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view post Posted on 23/8/2012, 00:07
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CITAZIONE (pleiadi @ 9/7/2012, 10:19) 
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Spense il computer e posò la lettera sul tavolo del soggiorno.
Stava per andarsene, quando volle rileggerla ancora una volta: su carta le sembrava più vera, più concreta, più definitiva.

Amore mio,
questa è una lettera d'addio. O d'amore, se preferisci.
Non scriverò pagine e pagine per spiegarti cose alle quali soltanto tu potrai rispondere con consapevolezza: a ogni mio perché, alle mille domande senza parole, al tuo far finta che tutto sia normale, come hai sempre fatto.
Oggi chiudo.
Facendo venire un po' di più la donna delle pulizie non dovrei mancarti molto. La TV è la compagnia di mezzo mondo, anche quando non si è soli. Ora resto sola almeno per scelta, senza far finta di avere chi si occupa di me.
Questa lettera poteva essere scritta anni fa, era lo stesso, ma ora i figli sono grandi.
Prova a chiederti chi ero, che cosa volevo, che cosa non ho avuto; le promesse non mantenute, le bugie infantili, il disinteresse per il mio essere persona, l’indifferenza per il mio essere donna. Tu sai di che cosa parlo: se con te stesso farai finta di non capire, o se ti si dovessero aprire squarci di verità di cui non hai mai voluto prendere atto... non arrivare alla fine di questo scritto, fa lo stesso, intantointanto o "tanto"? ti assolveresti comunque, tu ti sei sempre assolto.
Ho dato per scontato che tu sapessi che cosa volevo, forse perché erano le solite cose. Ti ho detto invece chiaramente che cosa non volevo, ma anche quelle erano le solite cose tre volte in così poco spazio, e poi anche "le solite cose", diventa un po' pesante; non volevo essere l’interprete di ruoli scontati: la moglie del marito importante, la padrona di casa attenta e vigile, la madre gratificata da figli belli e intelligenti. Mi volevi madre anche per te e non lo sono stata, tua madre basta ed avanza. Donna di casa, domestica, cuoca… Niente di tutto questo. Certo ho sbagliato, ti ho chiesto di crescere troppo in fretta, ma se a trent’anni era già tardi, tu a cinquanta non sei ancora adulto, la virgola non è del tutto necessaria ;)e te ne vanti.
Ti incensi tuttora per non essere mai sceso a compromessi, e mi hai imposto tua madre per tutta la vita, facendo finta che il problema non esistesse. Il male che ci ha fatto non te lo racconterò, non sei in grado di reggerlo. Ma se siamo arrivati qui, lei può veramente cantare la sua demenziale vittoria.
La paternità l’hai scoperta in ritardo, eri senza modelli, l’hai inventata tutta; ci sei quasi riuscito, anche se il meglio di te lo dai tuttora con il gatto, che ho voluto per te. Avevo ragione, ti ha fatto bene.
Hai scoperto in ritardo anche l’infedeltà, e ti ci sei buttato recitando consapevolmente una parte dalla quale non vuoi liberarti, perché ti piace e ti gratifica; e poi ti rende “uomo" secondo canoni classici, il che fa sempre bene.
Hai speso il tuo tempo in mille modi, ma l’obiettivo di ogni tuo attimo è sempre stato altro da me.
Non sono mai cosi sola come quando sono con te. la mia frase preferita
Se non ci sei, sono sommersa da anni di bugie, ma se ci sei, sei la testimonianza del non saper amare. Il meglio di te lo dai certamente in storie distanti, poche ore la settimana e qualche telefonata, il quotidiano non lo reggi; ma, del resto, sono pochi gli uomini che conosco che ce la fanno.
Sono stanca di aspettare, di illudermi, di saperti altrove, di misurare i miei gesti per non sbagliare, di parlare da sola. Voglio un uomo che si occupi di me, e tu non sai farlo. Per comprarmi scusa? non mi piace sto verbo, seppure collegato al mettersi insvenditasarebbero bastate poche frasi, anche solo la verità, che da qualche parte avrai pure, dentro di te. Qualunque verità. Come vedi, anche se mi sono messa in svendita, per te sono sempre troppo cara, come le cose che non servono.
Mi hai detto che la tua ultima storia è finita per “problemi di ordine pratico”. Per una donna è il massimo della gratificazione.
Ogni volta che stai fuori qualche giorno, torni a casa e manifesti una grande contentezza per qualcosa di positivo che ti aspetta e che ti è tanto mancato: il tuo letto, il tuo gatto, la cucina casalinga.
Ma il mio turno, quando verrà? Semplicemente, mai. Vengo sempre dopo qualcosa o qualcuno.
Voglio un uomo che torni a casa perché ha voglia di me.
Ho sperato di esistere per te come donna, ma il recupero di me, se c'è stato, è avvenuto grazie alla famiglia, allo status, al controllo sociale, che per me non sono valori.
Ogni volta che ti vedo metter su la pantomima del convegno con il borsone dei libri, avanti e indietro, hai un'aria patetica e, stranamente, perdente. Malgrado io viva il tutto come un'umiliazione, in definitiva l’ometto sei tu.
Per tirarmi fuori, dovrò trovare una carica di odio che non mi appartiene. Ma tua madre, ancora una volta, sta facendo degnamente la sua parte.


Si guardò attorno. I bagagli erano già in macchina, il cellulare spento. Tirò la porta e istintivamente fece il gesto di dare i giri di chiave. Ma la chiave era stata lasciata sul tavolo del soggiorno, accanto alla lettera, raccomandata senza ritorno.



Il mio commento in aggiunta alle osservazioni di Romina, anche sul finale che comunque, richiamato dal titolo, credo ci stia.
Allora, finalmente inizio anch'io i commenti, ovviamente in ordine di invio (e spero di leggerli tutti entro il 31, così da potermi rendere utile nelle eventuali segnalazioni).
In genere, ritengo il genere epistolare molto difficile, soprattutto per la difficoltà di catturare il lettore. Per chi scrive è invece più facile: non ci sono dialoghi, non deve curare la credibilità dei personaggi perché quando si scrive si usa un registro completamente diverso da quando si parla, talvolta.
Così è nel tuo racconto, e direi che sei riuscita a pieno nel tuo "esperimento", visto che lo hai definito così.
Un consiglio è che, comunque, usi troppe volte la parola "cose" e c'è qualche ripetizione di troppo. Per il resto non ho molto da dirti se non che proprio la mancanza di rabbia della protagonista (ne convengo) rende il racconto credibile e interessante.
Ben fatto :D
 
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nunziadaquale
view post Posted on 29/8/2012, 08:49




Questa storia è incredibilmente simile a quella che avevo pubblicato in precedenza e che poi sono stata costretta a rimuovere perchè troppo lunga. Simile non tanto nei contenuti, ma riguardo ai tratti psicologici della protagonista. Anche nella mia storia si trattava di una donna oramai al culmine della sua sopportazione, che non era più in grado di accettare la sua decennale relazione. Questo solo per dirti che sento molto vicino questo personaggio e lo "comprendo" fino in fondo. Sono pienamente d'accordo sulla reazione quasi passiva che ha avuto nel corso degli anni, che è tipica delle persone che accettano tutto, chiudono gli occhi di fronte all'evidenza nella speranza che le cose possano cambiare...Complimenti, mi piace anche la scelta della forma epistolare e l'epilogo finale.
 
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slayercetty
view post Posted on 1/9/2012, 04:02




QUOTE
Non sono mai cosi sola come quando sono con te.

Questa è la mia frase preferita, credo che riassuma perfettamente lo stato d'animo della protagonista.

Complimenti vivissimi, il tuo racconto è davvero intenso a livello emozionale e impeccabile stilisticamente.
Ho incontrato molti racconti brevi in questo concorso ed anche in questo caso posso dirti che brevità è = a levità.
Il racconto, pur breve, non manca di nulla.
Il personaggio femminile, lo hai delineato in modo perfetto e credibile, francamente la mancanza di rabbia non mi ha disturbata: per me si tratta di una donna che è venuta a patti con questi sentimenti già da molto tempo. Non se ne va perché è in collera, se ne va perché è stanca di essere invisibile e lo fa con eleganza, dando spiegazioni precise del suo gesto, senza però essere inutilmente offensiva; è un po’ come dire al marito: “Sei un essere tanto insulso che non c’è neanche bisogno che te lo dica chiaramente”.
Certo, non so se io potrei sopportare una situazione simile per tanti anni e non sono certa del fatto che questo atteggiamento di rassegnazione abbia del tutto la mia approvazione.
Ma so anche che questo genere di situazioni coniugali sono comuni.
Inoltre, la protagonista non è una ragazza: è una donna adulta e, soprattutto, una madre che ha cercato di proteggere i propri figli e questo giustifica tante cose.
Ancora complimenti.

Ps il finale mi è piaciuto moltissimo e anche la metafora che sta dietro al titolo.
In bocca al lupo!
 
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Linda2012
view post Posted on 4/9/2012, 13:35




Ho trovato questo racconto molto interessante, la protagonista è una donna arrivata con tristezza alla fine della sua storia d'amore, e la sua delusione si legge in ogni riga. Lo stile è molto piacevole, scorrevole, si legge in un attimo! Bello!
 
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marcosanti74
view post Posted on 10/9/2012, 16:05




Ciao pleiadi,
come dire…quanta verità ci sono nelle tue parole.
Un argomento che mi tocca da vicino.
Una scritto veloce e scorrevole il tuo, che non lascia equivoci ne si maschera nei sottintesi.
Semplice, chiaro, come dovrebbe essere un rapporto di coppia.
La donna da te descritta è l'ennesima "mamma" che cerca di crescere una tipologia di uomini, che ama con forza il proprio uomo, e che cerca di difendere ad ogni costo il rapporto., anche sapendo di essere state tradite…mamme dei propri mariti, e mariti ancora figli che purtroppo non focalizzano quello che hanno.

Mi è piaciuto molto il tuo racconto
Ti auguro un grandissimo in bocca al lupo
 
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29 replies since 9/7/2012, 09:19   412 views
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