Mi sono ritagliato il tempo per leggere il tuo racconto proprio perchè l'avevo promesso e perchè mi sembrava giusto dopo gli attenti commenti che tu hai rivolto alla mia poesia.
Non farò analisi grammaticali, critiche su termini o quant'altro anche perchè non ne hai bisogno: scrivi davvero bene.
E' un piacere leggerti, dico davvero. E' un piacere leggere il tuo modo di raccontare i tuoi sentimenti ed esporre le tue esperienze (a me è sembrato che tu stessi raccontando un qualcosa che puoi aver vissuto. Non ho letto gli altri commenti, quindi mi sono basato solo sul racconto )
Quando studiavo al liceo e mi toccava fare l'analisi di uno scritto o poesia, spesso andavo a rievocare un tema religioso!
Ti dico questo perchè la prima cosa che mi è balenata in mente è proprio l'astio con cui la religione condanna chi si suicida. Difatti a chi compie tale gesto "deprecabile" e/o "vigliacco" vengono precluse le porte del paradiso. SI dice che addirittura il demonio non accetti l'anima del defunto perchè considerato troppo vigliacco per esser dannato! ( non ricordo dove l'ho sentito... se è una stupidaggine perdonami
) Ecco questa è la lezione che hai dato a me. Un gesto che oggigiorno si vede spesso tra quelle persone disperate che sentono il peso di una vita troppo fuori dagli schemi, pressante e snervante, tanto da non avere la forza di andare avanti. Il protagonista nella sua condanna(il non morire definitivamente), ha forse dalla vita un ultima lezione... quella più importante: l'importanza di vivere la vita, essendo una !
L'uso delle metafore che fai rende più nitida la descrizione tanto che sembra ti prendano la mano e ti conducano nel racconto. E' geniale davvero il tuo stile e io me ne sono innamorato. Complimenti Romina, ti auguro di vincere!!