Parto subito con il dirti che io adoro Leopardi: è il mio poeta italiano preferito.
Perciò il fatto che tu abbia voluto incastonare i suoi meravigliosi versi nella tua narrazione, come pietre preziose, mi ha davvero colpito.
La storia è bellissima, commuovente e realistica, il tuo racconto si aggiunge a quelli che mi sono piaciuti di più.
Inoltre, hai fatto un sapiente uso del vento, utilizzandolo per scandire il ritmo e "muovere" la storia.
Diversi passaggi mi hanno tolto il fiato, ne riporto alcuni:
CITAZIONE
Le parole parlano.
- Lo so.
- Voglio dire, le parole scritte parlano da sole. Senza che tu le legga. Affiorano agli occhi, anche senza di te, senza la tua coscienza. Sono versi che si dicono da soli.
- Senza un lettore, le parole tacciono.
CITAZIONE
Leopardi non è parola. É suono, è voce del vento che ti prende dentro, è ricordo del silenzio triste e lacerante del mondo, fa di te quel che tu non vuoi. Vive tra pianto e gioia, ma è sempre forza.
CITAZIONE
Iniziava Leopardi a recitare i versi, che più in quel momento lo ispiravano. Urlati, quando il fischio del vento nelle orecchie impediva la nostra voce. Sussurrati, quando la bora si zittiva. Veloci, incalzati dalle raffiche che ti sospingevano alle spalle. Lenti e ansimanti, quando la bora ti ostacolava il passo.
CITAZIONE
Puoi, nella nostra severa città, ritrovare ogni giorno le stesse persone, anche se giungono da lontano; oppure non rivedere mai più chi ti abita accanto, perso nel formicaio che unisce uomini, case e vento.
CITAZIONE
Si vive così, nel rimorso senza colpa, così come si è colpevoli di non aver rimorsi.
Complimenti vivissimi!