Ciao solenebbia,
non posso fare a meno di notare che il tuo racconto mi ricorda Cesare Pavese per via dell'ambientazione!
ho gradito molto la storia, che tuttavia potrebbe migliorare se curassi un po' di più l'aspetto formale. Mi riferisco alla punteggiatura, talvolta anomala, che conferisce al racconto un andamento singhiozzante e disorienta il lettore... Inoltre ti consiglio di prestare attenzione alla scelta stilistica dei termini: cerca di variare di più il lessico e di concordare i tempi verbali!
Qui di seguito ti segnalo alcune cose giusto per rendere l'idea:
• Non mi è chiaro il significato di questa frase:
Io lo curavo molto pazientemente, avevo anche creato un bersò dove avevo fatto arrampicare la vita americana.
• Così presi
una (la) decisione di tuffarmi con loro
• Io dall'alto dei nostri 20 scalini, (attenzione alle virgole in questa frase! Venti è meglio di 20)
• Oggi di quelle brutte esperienze non
ne parlo con nessuno. (non parlo con nessuno, senza ne)
• Il tempo cicatrizza tutto
virgola anche una scomparsa così violenta, avvenuta proprio sotto i miei occhi di dodicenne.
• Inoltre, dai verbi non si capisce se l'ultima sequenza di eventi si svolge nel presente o nel passato:
Il pomeriggio il cielo si incupisce di un colore piombo, le gocce di pioggia sbattono
a terra fragorosamente, ognuna di loro sembra che pesi un chilo. Elsa abbassa la saracinesca.
Noi abitavamo sopra. La casa era solo a un piano. Il tetto era un enorme terrazzo con ogni
tipo di pianta e di fiore.
Buon labor limae!